Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 04-11-2013 17.28.25

“Eh, chi può dirlo, milady...” disse Duon a Talia “... forse è un mitomane, magari solo un pazzo... oppure una mente criminale geniale... chi può dirlo...”
“Io credo” intervenne Jacopo “che siamo davanti ad un megalomane. E molto probabilmente ha ben compreso che rubare il quadro per lui è impossibile... per questo si diverte a fare questi assurdi giochetti... pensa forse di innervosirci e confonderci...”
“E se invece” arrivando Simone e salutandoli con un cenno del capo “fosse tutto un piano? Intendo dire... e se lui avesse architettato tutto per portarci qui, lasciando la chiesa incustodita?”
“La chiesa non è incustodita.” Fissandolo Jacopo. “Proprio perchè sapendo di stasera ho deciso di far arrivare là un altro battaglione di soldati. Ma non davanti a Santa Felicita. No... ma nelle uniche due direzioni di una possibile fuga... la strada e il ponte.”
“Eccellente.” Annuì Simone.
“Signori...” mormorò Duon “... ho letto di Mirabole e delle sue, diciamo, imprese... quando lascia un biglietto, vuol dire che lo seguirà alla lettera... stasera, dunque, verrà qui... ammesso che non sia già arrivato...”
“Vedo è giunto anche quel curioso individuo...” voltandosi Jacopo verso Altafonte “... non ho ancora ben capito il motivo del suo arrivo a Sygma...”
“Pare sia per trovare moglie.” Ridendo Simone.
“E sembra l'abbia già individuata.” Fece Duon, indicando la dama che era con lui.
“Quella dama” osservandola Jacopo “era alla festa del banchiere Accio... era con un altro accompagnatore... ora invece è giunta col cavaliere... anche lei credo sia straniera...”

Guisgard 04-11-2013 17.41.22

Clio aprì così quel bigliettino, che sebbene bagnato l'inchiostro con cui era stato scritto appariva ancora perfettamente leggibile:

“Visto che mi state cercando, sarebbe scortese da parte mia sfuggirvi ancora.
E sebbene un ladro, non sono così sgarbato da deludere una donna.

Mi ritroverò a Mezzanotte nella Saletta degli Arazzi

Mirabole”

Il biglietto si concludeva con l'immagine di un papavero blu.
http://www.midisegni.it/disegni/vivaio/papavero.gif

Talia 04-11-2013 17.52.37

Seguii in silenzio le parole di Jacopo, Simone e Duon su Mirabole... ma la mia mente lavorava diversamente dalla loro...
Mirabole...
ripensai a quella sensazione provata a Palazzo Lorena... quelle sue parole... parole gettare lì, quasi per caso... parole che erano state poi sopraffatte dai gesti, dai sospiri... per poi tornare a far breccia nella mia mente più tardi... quelle parole così strane...
Mirabole...
Lentamente, quasi per caso, mi voltai e tornai a gettare un'occhiata sui nuovi arrivati...
la dama era molto bella... rammentavo di averla vista alla festa degli Accio, sebbene fossi certa che non fosse di Sygma...
il cavaliere era sorridente, ma il suo sguardo era lontano... indecifrabile, come sua abitudine...
Lo scrutai per lunghi minuti, quasi di nascosto...
lo scrutai con mille e più sensazione che si agitavano nel mio cuore...
Poi, quasi controvoglia, tornai di scatto a guardare mio marito e gli altri...
"Jacopo..." dissi, con un tono che ostentava una certa leziosa noia "Signori... vogliate scusarmi, ma questi discorsi sulla caccia, sulle prede e i cacciatori, non mi attraggono affatto. Vi lascio dunque soli..." sorrisi a tutte e tre, poi mi rivolsi a mio marito "Con il tuo permesso, Jacopo..."
Gli sorrisi appena...
poi, senza aggiungere altro, scesi le poche scale e mi addentrai tra la folla di invitati... lontana dall'ingresso, da Jacopo, dall'uomo noto come Cavaliere di Altafonte...

Guisgard 04-11-2013 18.00.59

“Oh, milady cara...” disse Silvia ad Altea “... così però denigrate la vena artistica del nostro cavaliere... io invece trovo che una sua composizione ora desterebbe la festa dal suo torpore... siete d'accordo, milord?” Rivolgendosi ad Altafonte.
“In verità” fece lui con sufficienza “comincio a credere che dovrei farmi pagare... dopotutto lo sto rendendo celebre, quel lestofante...”
Accio e Silvia risero a quell'affermazione di Altafonte.
Lui allora si accorse che Altea stava stringendogli il braccio.
Prese allora due calici portati su un vassoio da un servitore e ne offrì una alla donna.
“Prendete, milady...” sorridendo al Altea “... questo vi farà rilassare e vi permetterà di godervi al meglio questa festa...”
Poi si guardò incontro, fino a riconoscere tra gli invitati Jacopo e Simone.
Il suo sguardo allora si posò, per un momento, con la donna che era insieme ai due.
Era Talia.
Poi d'un tratto cominciarono le danze.
"Milord..." avvicinandosi Silvia ad Altafonte "... rammentate? Mi dovete un ballo... l'avete forse scordato?"
"Milady, se ho scordato qualcosa è stato solo a causa dei vostri occhi d'ebano..." con un leggero inchino il cavaliere... ed è estremamente piacevole essere vostro debitore..."
E iniziarono a ballare.

Guisgard 04-11-2013 18.15.06

Talia si allontanò così da loro e da quei discorsi.
Le danze si erano appena aperte e subito intorno a lei cominciò un armonioso e vorticoso giro di coppie che ballavano al suono di quella dolce e sognante musica.
E per questo, quasi involontariamente, la ragazza si spostò verso le grandi vetrate della sala, restando a fissare quelle danze.
Poi la musica cessò e riprese dopo un alcuni istanti con un nuovo ballo.
“Milady...” disse un giovane avvicinandosi a Talia “... permettete questo ballo?”
“Perdonate, messere...” all'improvviso qualcuno alle spalle di Talia “... ma vedete, sono in debito con questa dama... e se non riuscissi sdebitarmi con la danza a causa vostra, amico mio, temo sarei costretto a chiedervi soddisfazione...” con un sorriso sarcastico Altafonte.
Il giovane rise, sebbene incuriosito dal suo modo di fare.
“Allora, milady?” Altafonte fissando Talia. “Cosa decidete? Mi concedete questo ballo o devo incrociare le armi con questo giovane sventurato?” Sfiorandole la mano con le labbra.

Altea 04-11-2013 18.18.24

Presi il calice datomi dal cavaliere e mi inumidii appena le labbra, mi voltai e vidi il Cavaliere, come sempre..a fare il galante con le altre donne e aprire il primo ballo con ella.
Riposi il calice nel vassoio e uscii sul terrazzo e mi sedetti sulla panchina, mi sentivo tremendamente fuoriluogo..era stata una pessima idea quella di venire, lo immaginavo e rimasi li a rimirar le stelle.

Clio 04-11-2013 18.48.17

Rabbrividii. Era davvero lui?
Voleva incontrarmi? Perché rischiare tanto? Potevo correre a raccontarlo al viceprocuratore, anzi.. Dovevo andare subito a dirglielo.
In un breve momento, voltai lo sguardo verso Missani, impegnato a conversare col capitano.
Nello stesso istante, infilai il biglietto in una piccola tasca, nascondendolo alla vista.
Razionalmente pensai che, se si fosse sentito minacciato, Mirabole avrebbe rinunciato all'incontro.
Ma la verità era che non mi fidavo di Missari, anche se mi stava ricattando.
Anzi, soprattutto perché mi stava ricattando.
Mi chiesi se Mirabole sapesse chi fossi in realtà, ma lo esclusi immediatamente.
Un papavero blu.. Cosa poteva significare? Nell'antichità il papavero era legato a molte cose, il papavero da oppio, in particolare... Ma il papavero blu? Non lo sapevo.
Maledissi la mia ignoranza.
Alzai per un momento lo sguardo verso Roberto.
Avrei dovuto dirglielo, avrei dovuto per lo meno parlare con Duon.
Ma era me che voleva vedere, e io non volevo mettere il mio amico in una posizione compromettente con Missani.
Se si fosse rivelata una pazzia, un'imprudenza, allora la colpa sarebbe stata mia soltanto.
Non potevo perdere quest'occasione.
A quel punto, però, con il biglietto in tasca e mille domande nella mente, le priorità sembravano diverse.
Certo, Mirabole era un ladro e non un assassino, ma era comunque pericoloso.
Sorrisi, inseguendo un pensiero fugace.
"Duon è impegnato.." Sussurrai dolcemente, avvicinandomi di un passo a Roberto per prendere il bicchiere vuoto dalle sue mani e posarlo su un vassoio.
"Mirabole può essere ovunque.." Continuai, fissandolo negli occhi.
Alzai la mano destra perché la prendesse "..senti questa musica?" Esitai "..balla con me..." Sussurrai, in un tono che non avevo mai osato usare.
Era una pazzia, lo sapevo bene, non potevo tenere nascosto il biglietto.
Ma ormai avevo deciso.
E se dovevo aspettare la mezzanotte, allora l'avrei fatto nel modo migliore possibile. L'unica gioia che mi fosse concessa in quel momento.

Talia 04-11-2013 18.49.20

Mi voltai, stupita al suono di quella voce, e lo vidi...
se ne stava davanti a me, con quel suo sorriso sarcastico che celava l'impenetrabile espressione degli occhi chiari...
lo fissai per un istante chinarsi e sfiorarmi la mano.
Non risposi subito... ed, anzi, mi sentii avvampare...
il giovane accanto a me rise, divertito forse dai modi lievemente esasperati del Cavaliere, ma io non gli badai...
fissavo lui...
lo fissavo, stupita...
era stato davvero così folle da chiedermi di ballare?
Esitai... ma solo per un attimo...
poi, a mia volta, sorrisi lievemente...
"Oh, beh... Cavaliere..." dissi, dissimulando la mia agitazione in un piccolo inchino "Non posso certo permettere che questo duello abbia luogo per causa mia... Con piacere, dunque..."
Chinando lo sguardo, dunque, lasciai che la sua mano mi conducesse verso il centro della sala... lo sentivo accanto a me, vicino...
e solo quando la musica si fece più viva e noi iniziammo a volteggiare al ritmo di essa, io tornai ad alzare gli occhi ed incrociai i suoi...

Guisgard 04-11-2013 20.20.41

La musica si diffondeva, leggera e delicata, nella sala fatta di marmo e stoffe trapuntate alle pareti.
Quelle dolci note, dall'eco ora raffinato, ora melodioso, parevano dissolversi tra i cristalli luminosi, le finissime porcellane, i preziosi intarsi del mobilio ricco e sfarzoso.
Centinaia e centinaia di candele ardevano nella sala, riversando ovunque bagliori e screziature che rendevano quell'atmosfera simile a quelle delle favole.
Altafonte e Talia danzavano così, tra decine di coppie, al passo leggero dettato dalla morbida melodia dei violini, dei clavicembali, delle arpe.
Gli occhi azzurri del cavaliere erano in quelli ambrati di lei.
La sua mano stringeva quella della ragazza, mentre con l'altra, delicatamente adagiata sul suo fianco, la guidava con sicurezza in quel ballo senza tempo.
“Dovevo sdebitarmi con voi...” disse il cavaliere alla dama “... l'altro giorno, a casa mia... si, dovrei farmi perdonare... vi ho messo a disagio, in imbarazzo... potrei giustificarmi dicendo di essere stato del tutto soggiogato dalle vostre grazie, milady... ma temo che per una dama dell'alta società come voi ciò sia troppo poco per congedarmi da ogni responsabilità...” sorrise appena “... chissà, magari ne avrete parlato con vostro marito... o forse no... dopotutto il capitano, si dice, sia un abilissimo spadaccino... mi avrebbe già sfidato immagino... ma non posso biasimarlo... io non vi dividerei con nessun altro...” guardò dai vetri il sottostante giardino illuminato “... il giardino di Borgolo... un luogo incantevole mi è stato detto... soprattutto di notte... nelle zone meno illuminate le stelle sono visibili in modo straordinariamente chiaro...” strinse allora la sua mano sul fianco di Talia, per poi salire leggermente sulla sua schiena “... dopo sarò lì, in quel giardino...”
http://images3.cinema.de/imedia/3380...utdBgbSg==.jpg
La musica cessò in quel momento ed il ballo terminò.
“Signori e signore...” fu annunciato da un cortigiano “... Sua Maestà!”
E tutti si voltarono a fissare il re che faceva il suo ingresso nella sala.
Ad un tratto qualcuno si avvicinò ad Altafonte e a Talia.
“Talia...” fissandola Jacopo “... dov'eri?” Guardò poi Altafonte. “Cavaliere.”
“Capitano.” Con un cenno del capo questi.
I due restarono a fissarsi per alcuni istanti, poi il capitano spostò i suoi occhi su Talia.
“Vieni, Sua Maestà attende...” e prendendola per mano la portò via.
Mentre Altafonte svanì come un'ombra tra gli invitati.

Guisgard 04-11-2013 20.27.34

Il militare ascoltò Elisabeth, ma appariva sempre deciso a far rispettare gli ordini ricevuti.
“Milady ha ragione...” disse Velv “... abbiamo fatto un lungo viaggio per vedere quel quadro... inoltre è vero... nessuno può impedire ad altri l'ingresso in una chiesa...”
“Mi spiace...” fece il soldato “... sono gli ordini.”
“Allora fateci parlare col vostro comandante.”
“Impossibile, messere.”
“Perchè mai?” Chiese Velv.
“Perchè il capitano non è qui.” Spiegò la guardia. “E' ospite ad una festa che si tiene al Palazzo Reale. E fino a domani non verrà.”
“Fatemi capire...” fissandolo Velv “... tenete piantonata una chiesa e il vostro comandante fino a domani non si farà vedere? Immagino dunque abbia molta fiducia nei suoi uomini.”
“Sono gli ordini, messere.” Mormorò il militare. “Io faccio solo il mio dovere.” E si allontanò, tornando presso l'ingresso della chiesa.
“Se io volessi rubare quel quadro” a bassa voce Velv ad Elisabeth “lo farei ora... pare infatti che il comandante delle guardie non tema alcun furto stanotte...”

Guisgard 04-11-2013 20.36.28

Altea era uscita sulla terrazza, appartandosi dal clamore della festa.
Il cielo era velato da nubi e le stelle non si mostravano.
Ad un tratto due degli ospiti uscirono anche loro, avvicinandosi poi al parapetto.
“Pare dunque che stasera Mirabole verrà qui...” disse uno dei due all'altro.
“Mah, io non ci credo.”
“Perchè mai?”
“Sarebbe da stupidi venire qui quando tutti ti aspettano, no?”
“Allora perchè lasciare quel biglietto?”
“Magari solo per depistare.”
I due allora si accorsero di Altea.
“Milady...” fece uno dei due “... non temete di star qui da sola? Si dice che stasera possa arrivare qui Mirabole.”
“Milady è molto più furba di te.” Replicò l'altro. “Sa che non verrà nessuno.” E rise.

elisabeth 04-11-2013 20.37.23

Che grazioso battibecco.... e intanto quella Chiesa era impenetrabile.....sino a che Velv....parlo' da Ladro....." Certamente ...lo penso anche io....ma noi non siamo il Ladro....Velv....e siamo lontani dalla Chiesa......ma un modo ci potrebbe essere...solo se fossimo dei religiosi......ai religiosi non potrebbero sbarrare il passo.....e potremmo trovarci come per magia faccia Azable...e chi sara' mai.....".......

Guisgard 04-11-2013 20.39.40

Roberto fissò Clio e le sorrise dolcemente.
Prese la sua mano e la condusse nel cuore del ballo.
I due, in mezzo a tante coppie danzanti, ballarono mano nella mano e con gli occhi persi gli uni in quelli dell'altra.
E così danzarono, fino a quando, quasi senza accorgersene, si ritrovarono presso una delle vetrate aperte.
Dava sulla terrazza e ad un tratto Roberto si fermò.
La luce delle candele qui si affievoliva e la vaga penombra della sera già reclamava il suo dominio.
I due allora furono quasi avvolti da quell'incertezza, divenendo simili a due ombre sbiadite agli occhi indifferenti di tutti gli altri.
Lui la fissò di nuovo e poi la baciò.
Fu un bacio lungo.
Lungo ed intenso.
Un bacio che terminò solo quando la musica cessò e fu annunciato l'ingresso del re nella sala.

Altea 04-11-2013 20.58.37

Ascoltai i due uomini ...ancora Mirabole..non volevo sentirne parlare
Mi alzai e tornando nel salone vidi Altafonte ballare stretto a una dama che mi era familiareSorrisi leggermente scuotendo il capo...non aveva certo bisogno della mia presenza.
Chiesi a un maggiordomo di avvisare il cavaliere che lady Altea se ne stava tornando nella sua dimora e cosi uscii e salii nella carrozza. Istintivamente tolsi il pendaglio dal mio collo e lo posi sul sedile in modo che Altafonte lo trovasse per restituirglielo..certamente non sarei nemmeno rimasta in quella dimora di pazzi.

Talia 04-11-2013 23.04.07

Mille luci mi giravano intorno, colori, musica... e per qualche momento mi parve di essere tornata indietro nel tempo, di essere tornata la ragazzina che ero stata...
poi le sue parole...
abbassai appena lo sguardo... ma non dissi niente.
Pensavo che era una follia... Jacopo non sarebbe stato affatto contento ed era una follia per lui provocarlo... essere lì con me... era una follia, per lui più che per chiunque altro.
Non lo dissi, tuttavia...
non lo dissi perché dentro di me ero felice. Intensamente.
La musica rallentò, lentamente, e gradualmente noi ci fermammo...
ci fermammo davanti ad una vetrata...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 58037)
guardò dai vetri il sottostante giardino illuminato “... il giardino di Borgolo... un luogo incantevole mi è stato detto... soprattutto di notte... nelle zone meno illuminate le stelle sono visibili in modo straordinariamente chiaro...” strinse allora la sua mano sul fianco di Talia, per poi salire leggermente sulla sua schiena “... dopo sarò lì, in quel giardino...”

Spalancai gli occhi e lo fissai.
Non poteva dire sul serio... non poteva.
I miei occhi erano nei suoi... larghi... il cuore mi batteva forte, mi sentivo le guance rosse e accaldate...
Poi quella voce... mi colse alla sprovvista, facendomi sussultare...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 58037)
“Talia...” fissandola Jacopo “... dov'eri?” Guardò poi Altafonte. “Cavaliere.”
“Capitano.” Con un cenno del capo questi.
I due restarono a fissarsi per alcuni istanti, poi il capitano spostò i suoi occhi su Talia.
“Vieni, Sua Maestà attende...” e prendendola per mano la portò via.
Mentre Altafonte svanì come un'ombra tra gli invitati.

“Ero... qui...” mormorai a quelle parole di Jacopo.
Mio marito, tuttavia, non badò a me, né a ciò che dissi... prese la mia mano e mi trascinò via...
Mentre ci allontanavamo tra la folla, mi voltai... incrociai per un istante ancora quegli occhi chiarissimi, poi svanì.

Clio 04-11-2013 23.23.08

Non avevo mai amato danzare, lo consideravo un noioso dovere più che uno svago.
Ma non con lui.. d'un tratto, ogni cosa era diversa, potevo essere me stessa, libera e sicura di risplendere in quei meravigliosi occhi scuri, così diversi dai miei.
Non ero mai riuscita a spiegare quella sensazione, quella pace che trovavo in sua presenza, ma anche quel vago senso di inquietudine, come se ci fosse un velo impalpabile tra noi.
Da quando ero giunta a Sygma, avevamo osato fin troppo: a Crysa eravamo molto più distanti.
Forse era anche per quello che adoravo ballare con lui, perché in tutto quel volteggiare eravamo così vicini.
E anche quel giorno fu così, il mondo divenne opaco e lontano, mentre i suoi occhi e il suo sorriso brillavano come stelle nel firmamento.
Ero felice, felice come non lo ero da tanto, come pensavo che non sarei mai più stata.
Sapevo che era soltanto un sogno, che alla fine della musica sarei tornata ad essere la cugina fasulla, la principessa esule, l'amica sincera.
Ma volevo vivere quell'attimo di paradiso con tutta l'intensità possibile.
Cullai dentro di me le emozioni che si susseguirono, l'una dopo l'altra.
Quasi non mi accorsi quando arrivammo alla vetrata, per me, potevamo anche essere al Palazzo Reale di Crysa, o a Londra, o in qualunque altro posto della terra.
Eravamo soli, nonostante la folla.
Io, lui e la penombra.
Percepii il suo respiro, provava ciò che sentivo io?
Era troppo, dovevamo andarcene da lì, era troppo pericoloso!
Eppure, non c'era altro posto in cui avrei voluto stare. Nessuno parlò, fatto assai strano, era difficile che io e lui non avessimo argomenti di cui discutere.
Ma non in quel momento. C'era qualcosa di più, qualcosa che avevamo finto entrambi di ignorare ogni singolo giorno, era come una presenza, potevo quasi sentirla nell'aria, intorno a noi.
Avevamo esagerato, fingerci cugini ci aveva dato una liberà che non ci saremmo mai potuti permettere su Crysa.
Restai con gli occhi nei suoi, per lunghi istanti.
Poi, il mondo svanì.
Sentii soltanto le sue labbra sulle mie, una fitta dolorosa e bellissima mi attraversò l'anima.
Fu troppo breve l'istante in cui dissi a me stessa che non potevo, non era giusto, nemmeno mi accorsi di lui, quasi non fosse mai esistito.
Ciò che esisteva erano le nostre labbra unite in un tutt'uno.
Sentii le sue braccia stringermi, cercai istintivamente il suo collo con le mie.
Non avevo mai provato nulla di simile. Non che avessi mai perso tempo ad immaginare come sarebbe stato un bacio, fantasticare non era utile, nella mia posizione.
Ma in quei momenti appassionati nulla aveva senso, nulla esisteva.
Mai avrei creduto di avere in dono una felicità tanto grande.
Una voce, una voce lontana giunse al mio orecchio, così come al suo.
Il re.. era arrivato il re!
Ci fermammo, respirando a fatica, abbassai dolorosamente le mani dal suo collo, lasciandole ricadere lungo i fianchi.
Alzai gli occhi: increduli, felici, appassionati, terrorizzati.
Non riuscii a proferire parola.
Quella voce sottile, che continuava a ripetermi quanto fosse sbagliato, si fece sempre più possente e chiara nella mia mente.
La detestai, non la ascoltai, nonostante la sua insistenza.
Avrei dovuto schiaffeggiarlo, ma i miei occhi tradivano quanto lo desiderassi.
Avrei dovuto dirgli che avevamo sbagliato, che lui era sposato, che non doveva capitare mai più, ma il mio sorriso era troppo luminoso.
Avrei dovuto dire che era stato un momento di debolezza, la musica, l'atmosfera, nulla di più, ma non gli avevo mai detto una bugia.
Avrei dovuto.. avrei dovuto dirgli che lo amavo, che non avrei mai amato altri, anche se quel bacio era tutto ciò che c'era per noi, ma non potevo nemmeno dire la verità.
"Dovremmo andare.." fu l'unica cosa che riuscii a sussurrare, con un filo di voce.

Guisgard 05-11-2013 00.39.25

Velv fissò incuriosito Elisabeth.
“State forse dicendo...” disse pensieroso “... di travestirci da religiosi per entrare in quella chiesa?” Restò poi per qualche istante in silenzio. “Però... potrebbe davvero essere un'idea...” guardò la chiesa “... perchè no...”
Fece segno alla dama di seguirlo.
Lasciarono quel luogo e poco più avanti fermarono un calessino e si fecero portare all'albergo dove alloggiavano.
Saliti di nuovo nei loro alloggi, Velv chiamò a sé gli altri due compagni.
“Ci occorrono due abiti da religiosi...” rivolgendosi ai due “... un curato ed una monaca... voi procuratemeli... io intanto preparerò una falsa lettera di presentazione...” prese la sua borsa e tirò fuori vari strumenti ed utensili “... vediamo un po'... ecco... saremo appartenenti all'ordine Agostiniano... inviati dal nostro convento per portare conforto al sacerdote di Santa Felicita da parte del nostro priore...” guardò Elisabeth “... trovatevi un nome da novizia... uno che vi è sempre piaciuto...”

Guisgard 05-11-2013 00.45.11

Presa la carrozza e lasciato il Palazzo Reale di Sygma, Altea raggiunse poco dopo la dimora che un tempo fu dei nobili Castelflorenzio.
Qui la dama vide venirle incontro madama Irene.
“Milady...” disse la donna ad Altea “... siete già di ritorno? La festa è già finita?” Le fece cenno di rientrare in casa. “Volete che vi prepari qualcosa di caldo? Latte? Una tisana? Preferite vi porti il tutto in camera vostra?”

Guisgard 05-11-2013 01.09.32

Roberto restò a fissare Clio, mentre tutto intorno a loro si animava.
La presenza del re aveva infatti destato ogni cosa in quella sala.
Un lungo applauso aveva accolto il sovrano di Sygma.
Roberto alla fine sorrise timidamente ed annuì a quelle parole di Clio.
Fu sul punto di sfiorarle la mano per condurla dove erano attesi.
Da Simone, da Selenia.
Ma non lo fece.
Solo un cenno col capo per indicarle di precederlo.
Tornarono così ai loro posti, dove trovarono sua moglie tutta entusiasta per l'arrivo del re.
Fu in quel momento che si avvicinò loro Duon.
“Salute a voi, amici miei!” Salutò il Capomazdese. “Bella festa, non trovate? E tra poco, chissà, arriverà anche l'ospite d'onore!” Ridendo.
“Di chi parlate, prego?” Chiese Roberto.
“Per Bacco!” Esclamò Duon. “Di Mirabole! Ovvio!”

Guisgard 05-11-2013 01.42.00

Jacopo trascinò quasi via Talia, fino a raggiungere l'altra parte della sala, dove molti attendevano che il re prendesse posto sul suo trono.
“Continuate pure a divertirvi, amici ed amiche...” disse il sovrano prendendo posto sul suo regale seggio “... stasera bisogna essere gai... com'erano quei versi del nostro celebre predecessore? Ah, si...” sorridendo “... quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia del doman non c’è certezza!”
E tutti applaudirono a quelle parole recitate dal sovrano.
“Perchè hai ballato con lui?” Chiese d'improvviso Jacopo a sua moglie, mentre ancora tutti applaudivano al re. “E' uno sconosciuto... da quando dai così confidenza a chi neanche conosciamo?”
Il capitano poi si guardò intorno.
Il suo sguardo era cupo.
Come se cercasse qualcuno tra i presenti.
Forse un fantasma.

Altea 05-11-2013 14.30.24

Mi voltai verso Irene senza dare spiegazioni..."No grazie, non desidero nulla" ed entrai in camera.
Accesi una candela, mi tolsi il trucco, i gioielli, sciolsi i capelli e mi tolsi il bel vestito che indossavo e ne indossai uno più semplice.
Mi sedetti su una poltroncina pensando....agli strani accadimenti avvenuti in quella casa e poi rimasi a guardare la parete pensando a come fui trattata dal Cavaliere al ballo...e se fossi stata parte di qualche suo piano? Perchè insistere tanto perchè andassi con lui, regalarmi un gioiello di valore per poi non degnarmi di una minima attenzione.
Presi un libro che avevo acquistato giorni prima e cercai di liberarmi da quei pensieri...forse era meglio ritornare a Camelot e ubbidire ai miei genitori...lo avevo constatato da me..il Vero Amore non esisteva affatto.

Clio 05-11-2013 16.59.37

Abbassai lo sguardo e annuii impercettibilmente a quell'invito silenzioso.
Così, lo precedetti all'interno della grande sala, colma di euforia e curiosità.
Osservai il re sedersi sul trono. Una lacrima leggera mi sfiorò la guancia.

La porta si aprì d'improvviso, facendomi sussultare.
Erano ore che spiavo quella porta, i bambini non potevano entrare, avevano detto.
Così, io è Diomede ce ne stavamo nascosti ad osservare.
Il cuore iniziò ad accelerare e ci sporgemmo dal nostro nascondiglio per vedere cosa fosse successo.
Mio padre fu il primo a uscire, aveva il volto pallido e gli occhi scavati dal pianto, tuttavia c'era un'espressione severa e solenne nei suoi occhi chiari.
Fissava un punto indefinito davanti a lui, oltre la finestra.
Una grande folla si era radunata nel cortile, per stringersi attorno al re morente.
Furono il medico e il religioso ad uscire per ultimi, il capo chino.
Io e mio fratello uscimmo dal nascondiglio, e sorridemmo timidamente a nostro padre.
Per un momento, i suoi occhi si posarono su di noi e mi parve di scorgere l'ombra di un sorriso in quello sguardo che era triste e solenne allo stesso tempo.
Avrei voluto correre da lui, abbracciarlo, ma non potevo: anche se bambina, sapevo bene che le cose non sarebbero mai tornate come prima.
Non era più soltanto nostro padre, aveva un'intero popolo a cui badare.
Mio nonno era molto amato, in ogni angolo di Crysa, il suo era stato un regno lungo, pacifico e prospero.
Sapevo bene quanto mio padre tenesse a lui.
Ma sapevo anche che non poteva abbandonarsi al lutto come un uomo qualunque.
"Sua maestà ha lasciato questo mondo.." Disse il medico, in tono solenne.
Dopo un lungo, intenso silenzio, i presenti iniziarono ad inchinarsi profondamente.
"Lunga vita al re.." Si levò da ogni parte della stanza.


La voce vivace di Duon mi desto da quel ricordo lontano.
"Cosa vi fa pensare che non sia già tra noi.." Dissi, gaiamente.
"Mi chiedo quale sarà il prossimo fiore: un orchidea, una rosa rossa, un papavero blu?".
Sorrisi, pronunciando quelle parole con noncuranza, sperando in realtà che il capomazdese potesse rispondere alla mia domanda insespressa.

Talia 05-11-2013 17.31.37

Mi voltai verso Jacopo a quelle parole, all’improvviso ero a disagio ma pregai che non se ne accorgesse...
“Beh, io...”
Esitai...
“Beh, mi ha invitata...” dissi poi, tentando di simulare indifferenza “E dunque mi sembrava cortese accettare... dopo tutto... dopo tutto, è un personaggio di rilievo, ormai, in città e tu sei il Capitano delle Guardie... suppongo che sarebbe stato sconveniente rifiutare...”
Tacqui e per qualche minuto rimasi in silenzio, guardando altrove... poi, quando infine mi azzardai ad alzare di nuovo gli occhi su mio marito, notai che il suo sguardo vagava nervosamente per la sala...
“Cerchi qualcuno, Jacopo?” chiesi, sorpresa.

Guisgard 05-11-2013 17.43.20

“La cortesia” disse Jacopo a Talia, senza smettere di guardarsi intorno “non richiede certo che faccia ballare mia moglie. Sarà anche un personaggio di rilievo, ma in giro circolano strane voci su di lui... pare cerchi moglie... ti ha forse chiesto di aiutarlo a scegliere?” Voltandosi verso di lei. “Non cerco nessuno...” aggiunse poi, tornando a fissare la sala “... controllo che tutto sia tranquillo... sono qui per questo dopotutto... forse perciò mia moglie si diverte in giro e non con me... ma comprendo che il lavoro di suo marito sia noioso...”

elisabeth 05-11-2013 17.43.23

Velv era pronto a tutto, non vi era cosa che per lui fosse impossibile....fu cosi' che mise in atto l'idea del mio piano.....e con l'aiuto dei suoi compari..richiese degli abiti......e dalla sua borsa tiro' fuori il necessario per scrivere......lo guardai seduto allo scrittoio.....penna e calamaio....aveva della pergamena giallastra.....e si mise di buona lena e di buona calligrafia a scrivere il nostro lascia passare......ci fecero arrivare un abito da curato e una da suora......Ordine Agostiniano .......vidi l'abito sul letto assieme a quello per Velv.....ebbi un momento di sconforto......" Velv....finiremo per finire all'inferno....stiamo profanando gli abiti dei servi di Dio.......Agnese ...questo e' il nome che mi e' sempre piaciuto.......e ho una paura terribile.......mi sono esposta con le guardie.....ma il copricapo e il pesante velo......cambiera' totalmente la fisionomia del volto...ma per voi ?......credo che voi dobbiate andare nella vostra stanza...incomincero' a vestirmi...verro' a bussare io alla vostra porta.....".....rimasi sola.....incomincia a spogliarmi...finche' non rimasi in sottana....guardai quell'abito......chiedendomi quale sensazione avrei provato.....e quante volte mi ero chiesta come facevano a vestirsi da sole...ora ci avrei provato ........incominciai dalla tonaca....misi il grosso rosario alla cinta.....e poi la cuffia.....che nascose del tutto i miei capelli......misi il colletto bianco....e con dei spilli misi il velo unendolo alla cuffia.........ero davanti allo specchio........non so se avessi provato la stessa sensazione se avessi provato l'abito da sposa.....forse si......con gli occhi lucidi..uscii dalla stanza e bussando alla porta di Velv......" Sono Suor Agnese........".....

Guisgard 05-11-2013 17.46.15

Duon sorrise a quelle parole di Clio.
“Dipende...” disse “... dipende dal tipo di messaggio che eventualmente lascerà... Mirabole ha portato a segno molti colpi... dei più disparati e nei modi più imprevedibili... vi è qualcosa di teatrale in lui... forse ama il teatro, chissà...” rise “... ma vi è un particolare che invece ricorre ogni volta... come un marchio di fabbrica, un segno distintivo... il fiore... il fiore che ogni volta lascia nei suoi messaggi... ogni fiore, come ben sapete, ha un significato... e il nostro Mirabole pare sia appassionato del loro linguaggio...e così, che sia una margherita, una rosa, un papavero o un lillà... ogni fiore viene scelto con cura in base al suo messaggio e dunque alla sua prossima mossa...”

Talia 05-11-2013 18.04.49

Osservai Jacopo per un istante a quelle parole, vagamente stupita...
poi un vago sorriso si allargò sulle mia labbra, diventando sempre più ampio...
“Sei...” mormorai, senza riuscire a smettere di sorridere “Tu sei... sei, forse geloso, Capitano?”
Sollevai un sopracciglio, con aria sarcastica...
“Andiamo... Jacopo, onestamente... tu non sei mai stato geloso, in vita tua. Non di me, almeno! Vorresti davvero farmi credere di esserlo adesso?”
Il mio sguardo si fece appena più profondo, su di lui... intenso...
Poi, scuotendo appena la testa, sorrisi di nuovo...
“Non sei molto credibile, temo!” mormorai dolcemente.
E mi voltai ad applaudire il Re, insieme a tutti gli altri.

Guisgard 05-11-2013 18.05.10

Un attimo dopo la porta si aprì e davanti ad Elisabeth apparve un perfetto frate Agostiniano.
Velv si era attaccato sul viso una barba finta, lunga e brizzolata e una parrucca sulla testa dello stesso colore.
“Pace e bene, sorella...” disse fissandola “... cara suor Agnese... vi presento fra' Bartolomeo...” indicando se stesso “... siamo diretti alla casa di Santa Zita in pellegrinaggio... e udite le cose sulla chiesa di Santa Felicita abbiamo pensato bene di portargli il nostro conforto... è dura reggere una chiesa il cui ingresso è spesso vietato ai fedeli.”
Lasciarono poco dopo i loro alloggi e raggiunsero a piedi Santa Felicita.
Qui furono fermati dai soldati che piantonavano la chiesa.
“Pace e bene, figlioli...” mormorò Velv “... sono fra' Bartolomeo e lei è suor Agnese... eravamo diretti a pregare presso la casa di Santa Zita... ma udendo da alcuni viaggiatori di cosa accade qui ci è parso giusto, per Carità Cristiana, portare conforto al sacerdote di questa chiesa...”
“Non è possibile entrare.” Sentenziò uno dei militari. “Per nessuno. Sono gli ordini.”
“Comprendo, figliolo...” annuì Velv “... e non è possibile per voi andarlo a chiamare? Così lo vedremo qui, senza dover entrare... pregheremo davanti alla chiesa tutti e tre... e vi prometto che pregheremo anche per voi e per la vostra famiglia...”
Il soldato li fissò.
“Aspettate qui...” mormorò “... vedrò ciò che si può fare...” e si allontanò.
“Speriamo bene...” a bassa voce Velv ad Elisabeth.

Clio 05-11-2013 18.08.37

Duon non mi rendeva le cose facili, infondo, non poteva certo leggermi nel pensiero.
Ma io non potevo parlare del biglietto di Mirabole.
"Lo so, avete perfettamente ragione, io sono assolutamente ignorante in materia.. Ed in questo momento è davvero terribile.. Insomma, non riuscirei a cogliere la differenza tra un biglietto firmato con una rosa rossa o un papavero blu.. Anche se immagino che i loro significati siano dieversissimi..." Sorrisi "..che buffo, non so perché mi sono fissata.. I papaveri sono rossi.. Ho una fervida immaginazione.. Eppure devo averlo visto da qualche parte.. Possibile che mi sia inventata il papavero blu?" Dissi, come se seguissi il filo sconnesso di pensieri.
"Oh, perdonate.." Sorrisi "..non è importante quanto il nostro Mirabole.. Dubito che userà un fiore di mia invenzione.." Scuotendo la testa, divertita.
Non mi importava di passare passare per ignorante, era anche plausibile che non mi intendessi di piante.

elisabeth 05-11-2013 18.19.18

Poco non ci volle che cadessi a terra dallo stupore.......accidenti...mi sembrava di aver bussato alla porta sbagliata......" il vostro travestimento...e' come dire.......incredibile......comunque, Fra Bartolomeo...incamminiamoci ....questo pellegrinaggio dovra' portare i suoi frutti..." e cosi' fu........i soliti soldati e la solita solfa......certo Velv, aveva tentato portando fuori il Sacerdote..che fosse egli stesso a portarci dentro....quando all' improvviso....senza volerlo, il mondo incomincio' a girarmi attorno..." Velv..sto male......sto male veramente.....ho bisogno di sdraiarmi.........io....".......non ebbi il tempo di nulla....tutto intorno a me si fece notte.............

Guisgard 05-11-2013 18.32.36

Jacopo fissò Talia.
“Non essere sciocca, Talia...” disse quasi con noncuranza “... non potrei certo essere geloso di un tipo simile... un damerino ed un esibizionista... uno che proclama in pompa magna di stare a cercare una moglie... andiamo, ho troppa stima per l'intelligenza di mia moglie... non voglio credere che un simile individuo possa esercitare alcun tipo di fascino su di te... tuttavia mi infastidisce che la gente, nel vederti vicino a lui, possa pensare che quell'uomo stia cercando di farti la corte... comunque... rammenta che sei la moglie del Capitano della Guardia e come tale devi comportarti... non sei l'eroina di un romanzo d'appendice che se ne va in giro in mezzo alla crema della nostra società con gli occhi sognanti... forse era meglio lasciarti a casa a leggere un buon libro stasera...”
All'improvviso si avvicinò Simone ai due.
“Tutto sembra tranquillo stasera, vero, capitano?” Mormorò.
“Già... anche troppo...” cupo Jacopo “... e ciò non mi piace...”

Guisgard 05-11-2013 18.41.19

Altea prese quel libro e cominciò a leggerlo, sperando di scacciare pensieri ed inquietudini.
Ma ad un tratto cominciò ad udire dei rumori.
Provenivano dal pianterreno.
Come se fossero giunte più persone.
Forse camminavano per le stanze.
Erano passi pesanti.

Guisgard 05-11-2013 18.45.32

Duon rise a quelle parole di Clio.
“Mirabole” disse “non usa mai fiori inventati. Mai. Ed anche il papavero blu esiste davvero. E simboleggia, nel linguaggio dei fiori, il mistero. Ecco, ora sapete cosa rappresenta un papavero blu, nel caso Mirabole vi lasciasse un biglietto. Dopotutto è un uomo, non certo un fantasma come qualcuno afferma. E non credo sia improbabile, qualora fosse davvero in mezzo a noi, che vi abbia notata, milady. Bella come siete.” Sorrise.
“Trovo di dubbio gusto queste vostre battute, messere.” Intervenne risentito Roberto.
“Andiamo, si scherzava!” Esclamò divertito Duon. “Ma comprendo che un ladro non sia un buon partito per vostra cugina! Ma chissà... magari è nobile e ricco quanto voi... o forse più!” E rise di nuovo.

Talia 05-11-2013 18.46.14

Ruotando su me stessa, tornai a fissarlo...
era meglio lasciarmi a casa, aveva detto?
Ma come si permetteva?
Se c'era una cosa che detestavo... forse l'unica cosa che proprio mi mandava fuori di testa... era essere trattata in quel modo.
E Jacopo lo sapeva...
si, lo sapeva...
e allora come si permetteva di trattarmi come un oggetto di sua proprietà? Come una bambina capricciosa?
Come si permetteva di darmi ordini neanche fossi uno dei suoi soldati?
Lo fissai con gli occhi socchiusi, pericolosamente lampeggianti d'ira...
tuttavia, prima che potessi ribattere, giunse Simone e ci interruppe...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 58064)
All'improvviso si avvicinò Simone ai due.
“Tutto sembra tranquillo stasera, vero, capitano?” Mormorò.
“Già... anche troppo...” cupo Jacopo “... e ciò non mi piace...”

"O forse..." dissi, in tono tagliente "Questo Mirabole si sta allegramente prendendo gioco di voi..."

Altea 05-11-2013 18.54.12

Ad un tratto udii dei rumori e posai il libro..era come se fossero arrivate delle persone.
Lentamente scivolai fuori dalla porta e mi abbassai e guardai dal parapetto che stesse succedendo senza farmi notare.

Guisgard 05-11-2013 19.00.23

A quelle parole di Talia, sia Jacopo che Simone si voltarono a fissarla.
“Non credo proprio, mia cara...” disse alla ragazza il capitano “... anche perchè la festa non è affatto finita...”
“Secondo voi sarà già nel palazzo?” Chiese Simone.
“Chi può dirlo...” mormorò Jacopo “... però gli invitati ci sono tutti... e se è tra di loro, per forza di cose è qui... anzi... ho un'idea...” e fece cenno col capo di seguirlo “... torno subito, Talia...” rivolgendosi poi a sua moglie.
E si allontanarono.

Clio 05-11-2013 19.02.05

Il mistero..
Beh, se non altro era adeguato alla situazione.
"Oh, lieta di non essere impazzita.." dissi, con un'espressione ingenua e divertita.
"Siete gentile, messere... ma non sono certo l'unica dama in questa sala.." risi "...non sarebbe comunque un buon partito, direi... ve lo immaginate? Non potrei mai portarlo alle serate di gala se tutte le guardie lo cercano... no, decisamente dovrò cercare un marito altrove...".
Anche se i principi cominciano a scarseggiare, in questa Europa borghese e liberale..
Per un momento, i miei occhi incrociarono quelli di Roberto, ma si staccarono immediatamente, per vagare tra la gente sconosciuta.
"Dunque voi pensate che farà un ingresso in pompa magna?" rivolta a Duon "..io, personalmente, credo che sia già qui e osservi divertito i suoi cacciatori... se non si conosce la preda, diventa tutto più complicato, anche per i migliori levrieri..".
La mezzanotte era ancora lontana, ma almeno ero più tranquilla, dopo aver scoperto il significato di quel fiore.
Ero più curiosa che mai.
Il pensiero di Mirabole mi teneva la mente impegnata e le impediva di tornare, inesorabilmente, ai lunghi istanti passati tra le sue braccia.
Lo avevo sognato o era accaduto davvero?

Talia 05-11-2013 19.36.32

Li osservai mentre si allontanavano...
avevo punto sul vivo l'orgoglio di Jacopo con quelle parole, lo sapevo...
Jacopo era diligente nel suo lavoro e ne andava fiero... ne era orgoglioso... ai limiti dell'arroganza, qualche volta.
Quelle mie parole taglienti lo avevano, dunque, irritato... e questo mi fece lievemente sorridere, tra me.
Li osservai allontanarsi chiedendomi cosa avesse in mente.
Poi anche io mi scostai dal palco reale, muovendomi piano tra la folla...
era pieno di persone della più alta società, agghindati con abiti bellissimi e gioielli sfavillanti...
io mi muovevo piano, lieve...
mi muovevo senza una meta...
senza una meta, mi ritrovai vicino alla vetrata che dava sul terrazzo e guardai fuori.
Il cielo era limpido, quella sera, e punteggiato da un milione di stelle... lo osservai per lunghi momenti, poi i miei occhi vagarono sul terrazzo e sul giardino sottostante...
il Giardino Reale del Borgolo...
uno dei più belli, dei più magici dell'intera Sygma...
ripensai alle sue parole...
sarebbe stato lì...
Esitai.
Era follia.
Lo ripetei a me stessa più e più volte: era follia... follia.
Eppure...
Combattuta tra la ragione e il desiderio, guardai la sala in cerca di lui... ma non lo vidi.
Neanche Jacopo era in vista.
Esitai ancora...
infine, inspirando profondamente, aprii la porta a vetri ed uscii sul terrazzo.
Da qui, silenziosamente, scesi la scala e raggiunsi il Giardino...

Guisgard 05-11-2013 19.55.42

Scene confuse sognò Elisabeth mentre era senza conoscenza.
Poi, pian piano, aprì gli occhi.
Si trovava su uno scomodo lettino, con tutt'intorno immagini religiose.
E così un po' si sentì osservata.
Ad un tratto udì dei passi.
La porta di quella stanzetta si aprì e apparvero tre figuri.
Velv abbigliato da Agostiniano, uno dei militari e un sacerdote.
“Sorella...” avvicinandosi Velv al lettino “... come state? Vi sentite meglio?”
“Bevete un po' di questo amaro alle erbe...” porgendole un bicchiere il sacerdote “... vi farà sentire subito meglio, sorella...”
“Eh, abbiamo fatto molta strada...” mormorò Velv “... molta... e suor Agnese si è indebolita...”

Guisgard 05-11-2013 19.58.22

Duon rise ancora nell'udire Clio.
“Magari non è affascinante.” Disse. “O forse non è neanche un uomo. E se fosse davvero una donna?” Rise ancora, in maniera grottesca ora. “E sia, sarò serio... come potrebbe essere? Io dico... uomo, naturalmente... dotato di una certa agilità, visto che fugge da tempo la polizia di mezza Italia... e dagli occhi neri... non so, mi danno l'idea di essere impenetrabili... e ovviamente credo sia giovane... ha mostrato vitalità nelle sue imprese.” Sorrise. “Cosa ne pensate del mio quadro su di lui?”
“Bah...” incurante Roberto “... non perdo certo tempo ad immaginare quel ladro...” e guardò Clio.
All'improvviso arrivò Silvia.
“Che gioco divertente!” Disse Entusiasta.


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