Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 05-03-2014 18.20.14

Arrivammo finalmente in un borgo, le campane suonavano era il Giorno delle Ceneri..mi feci il segno della croce e guardai Elvet..."Dove andiamo? In una locanda..per fortuna ho preso pure la mia sacca e ho dei soldi con me..quanto a quella donna...dovremmo allora andare da lei perchè vi tolga la maledizione..io la conosco..l'ho veduta in un bosco con suo figlio ma non sono caduta nella sua trappola."
E mi guardai attorno assieme ad Elvet..dovevamo assolutamente trovare un posto dove fermarci, sorrisi alla idea che mi voleva al sicuro mentre dormiva...forse temeva quell'uomo poteva scoprirci?

Clio 05-03-2014 18.25.26

"Ed è proprio questo il problema.." Mormorai quando se ne andarono "Non mi fido affatto...".
Mi sedetti contro il muro, e le parole di Gufo Scarlatto mi rimbombavano in mente.
"Era curioso di conoscere il suo piano.." Scossi la testa "Non prevedo niente di buono..".

Guisgard 05-03-2014 18.31.01

Altea ed Elvet raggiunsero il borgo, in cerca di un posto in cui alloggiare.
Le strade erano ancora deserte, visto l'ora, con un profondo silenzio che dominava ovunque, rotto solo dal rintocco delle campane.
Infine i due trovarono una locanda.
Sul porticato in legno oscillava un'insegna accarezzata dal vento.
“La Volpe” si chiamava quel posto.
Elvet scese allora da cavallo e aiutò poi Altea a fare altrettanto.
Entrarono nella locanda e si avvicinarono al bancone.
“Una camera per due...” disse Elvet al locandiere “... e ci occorre una corda lunga e robusta.”
Quello annuì, consegnando la chiave e la corda ai due, che poi subito salirono nella stanza.
“Ora ascoltatemi bene...” rivolgendosi Elvet ad Altea “... tra breve io cadrò di nuovo nel mio malefico sonno... appena entrerò in questa stanza voi mi aiuterete a legarmi al letto, per poi chiudere la stanza e andare via... la chiave la terrete voi e tornerete qui solo al tramonto, chiaro?”
Entrarono e lui si sdraiò sul letto.
“Avanti, legatemi al letto...” fissando Altea “... e stringete le corde più che potete...”

Altea 05-03-2014 18.43.48

Rimasi perplessa a quelle parole di Elvet, lui si stese sul letto e io presi la corda e lo legai per bene..."Bene ti ho legato..ci vediamo stasera."
Gli diedi un bacio e uscii e chiusi bene a chiave la camera, scesi le scale turbata...perchè non potevo vederlo? E perchè legarlo?
Scossi il capo...si fidava di me..non dovevo entrare...o non mi avrebbe detto di fare questo.
Mi avvicinai al locandiere..."Messere potreste servirmi la colazione? E dirmi dove ci troviamo esattamente?"

Guisgard 05-03-2014 18.47.05

Dopo un po' da Clio tornò il carceriere con dell'acqua fresca ed una candela nuova.
La sistemò a terra, poco oltre le sbarre e poi passò il bicchiere con l'acqua attraverso le grate.
Si sedette allora su uno sgabello di legno e si addormentò.
La cella aveva una piccola finestra in alto, appena sufficiente a far entrare un po' di luce.
E da quella finestra Clio cominciò a sentire qualcosa.
Una musica che saliva piano e come la luce si diffondeva leggera tra quei muri umidi e consumati.
“Suona ancora.” Disse la voce di uno dei due mercenari che dall'esterno sorvegliavano la cella.
“Certo, amici miei...” annuì Guisgard, dando loro una bottiglia di vino “... e questo renderà più gradevole il mio suonare per voi... vediamo un po'... una musica accompagnata da una storia...”
“Sentiamo!” Esclamò l'altro mercenario.
“Allora credo di aver trovato qualcosa di adatto...” parlando Guisgard sotto la finestra “... la storia di due amanti... Orfeo e la sua Euridice... erano felici, fino a quando lei, morsa da un serpente, cadde morta... lui allora cercò l'Ade ovunque...”
“Cos'è l'Ade?” Chiese uno dei due mercenari.
“Il regno dei morti.” Rispose Guisgard. “L'Inferno.”
“Continua.” Gli intimò l'altro.
“Dunque, Orfeo vagò ovunque in cerca della porta degli Inferi...” riprese il cavaliere “... fino a quando la trovò presso Puteoli...”
Intanto i due bevevano con gusto quel vino.
“Scese allora nell'Aldilà” continuò Guisgard “e chiese ad Ade, il signore dei morti, di poter riavere la sua amata... e per convincerlo suonò per lui e per sua moglie...” guardò i due e si accorse che erano già brilli “... Ade accettò che Orfeo si riprendesse Euridice, ma a patto di non voltarsi a guardarla per tutto il tragitto fino alla superficie...” i due ormai manco lo ascoltavano più, confusi dai fiumi del vino com'erano “... e chissà, disse Orfeo, se Euridice si fiderà di me...” cambiando tono e guardando verso la finestra della cella di Clio, in modo che la ragazza sentisse.
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Guisgard 05-03-2014 18.56.44

Era ormai giorno.
Il locandiere servì ad Altea del latte caldo e qualche focaccia col miele ed uva secca.
“Siamo nel borgo di Dugwen, milady...” disse il locandiere all'avventuriera “... vostro marito è ancora in camera a dormire? Volete che salga a portargli del latte e qualche frutto?”
Ma proprio in quel momento si udì un terribile urlo.
Come il verso di una fiera selvatica.
“Cosa è stato?” Chiese la moglie del locandiere uscendo dalla cucina.
“Sta calma...” fece l'uomo “... sarà stato qualche lupo avventuratosi nei pressi del borgo... ora è giorno e vedrai che se ne tornerà nella sua tana...”
“Ma era vicinissimo...” spaventata la moglie “... avverti gli altri, sarà meglio dargli la caccia o potrebbe aggredire qualcuno...”
Altea però aveva riconosciuto quell'urlo.
Era lo stesso udito al castello.

Altea 05-03-2014 19.15.50

Iniziai a mangiare la focaccina e chiesi al locandiere se eravamo ancora nel regno di Afravalone, in che parte del regno ci trovavamo...poi sentii le parole dell'uomo..mio marito... ma ciò che mi fece impallidire fu l'urlo...quel urlo disumano..ma come è possibile?
Pensai un attimo..sembra l'urlo di un animale o un essere malefico..appunto che deve essere legato.
La moglie del locandiere era spaventatissima...ma il marito cercava di calmarla e intervenni..."Un lupo? Oh da queste parti ce ne sono molti credetemi, un mio cavallo fu pure vittima di una tagliola...a me però sembrava l'urlo di un rapace...di un falco direi".
Osservai i due..."Non preoccupatevi, messere, mio marito è stanco e sta riposando...mi ha detto cenerà soltanto..abbiamo un lungo viaggio da fare" e sorseggiai del latte caldo.

elisabeth 05-03-2014 19.32.49

Fui benedetta........ma non avevo mai assistito a benedizioni così particolari....ogni parte del corpo con olio Santo.......lo ringraziammo ed andammo via......Daizer mi ricordò i Frati e mi ricordò il fatto che avremmo dovuto parlargli......sorrisi......" Sai...penso che loro non avranno alcun problema......sono più bravi di noi......."....andai qualche passo più avanti di lui e mi voltai guardandolo negli occhi......" Pensate che io sia ansiosa ?.....forse siete una persona molto attenta..più di quanto pensavo ....sono ansiosa e' vero tutta questa storia mi crea quella situazione che ogni essere umano ha tra bui e la luce........la morte e la vita che si uniscono non e' sempre una cosa semplice, non e' sempre uno stato di normalità....almeno tra gli uomini che vivono nella non conoscenza....... il luogo che raggiungeremo avrà un mondo nuovo.....per tutti noie molte cose non saranno piacevoli......".........non gli dissi.....che provavo qualcosa di particolare per lui...non riuscii...avrei voluto , ma a quanto pare la parte più difficile in realtà era rivelare ad una persona i sentimenti che si provavano.......sopsirai...ed incominciai a far strada per il borgo

Eilonwy 05-03-2014 20.48.05

Adesso gli rispondo per le rime!
"Vorrei dirvi tre cosette: 1) Non sono affatto una pulzella indifesa, anzi la prima volta che uccisi degli uomini avevo 10 anni; 2) Scommetto che non sapete neanche impugnare un gladio o un pugnale; 3) Mi rifiuto di consegnarvi il Fiore Azzurro e preferisco restare nella mia condizione. Quindi, se non avete domande o obiezioni, vi porgo i miei omaggi e me ne ritorno dai miei amici!" e detto questo con tono di sfida, girai i tacchi e mi diressi verso l' uscita di quell' Inferno.

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Clio 05-03-2014 23.27.05

Ascoltai attentamente ogni parola.
Dapprima inquieta, li aveva chiamati "Amici miei", sembravano andare d'amore e d'accordo.
Ma poi, ebbi quasi l'impressione che fossero storditi. Li aveva forse drogati?
E poi quella storia, sorrisi nell'ombra.
Le ultime parole, sembravano davvero rivolte a me.
Sospirai, non avevo scelta, dovevo fidarmi di lui, infondo sapevo che, per quanto non gli interessasse nulla di me o della mia terra, avrebbe fatto qualunque cosa per andarsene al più presto, probabilmente i senatori erano stati più persuasivi di me.
Però, la storia che aveva scelto mi metteva in guardia.
"Euridice si è fidata di Orfeo, ma egli non ha rispettato l'unica regola che aveva, e voltandosi l'ha fatta sprofondare di nuovo nell'Ade..." dissi, quasi parlassi a me stessa, rivolta verso la finestra "Se gli Dei dovessero concedere al cantore una seconda possibilità, dovrebbe guadagnarsi la fiducia di Euridice.. come può sapere che lui la salverà davvero, questa volta?".
Mi chiesi se potesse sentirmi.

Guisgard 06-03-2014 01.36.10

Il locandiere annuì a quelle parole di Altea.
Ma poco dopo, nella locanda, giunsero alcuni uomini e alcune donne del borgo.
“Siamo qui” disse uno di loro “perchè abbiamo udito quel verso bestiale... voi l'avete sentito?”
“Si, certo!” Annuì la moglie del locandiere. “Ho detto a mio marito che bisogna scoprire a quale animale appartiene!”
“Sarà un lupo o qualche rapace...” intervenne il locandiere.
“O forse qualcos'altro...” mormorò uno di quegli uomini.
“E cosa?” Chiese il locandiere.
“Si narra che di notte, in questi boschi, il diavolo giunga a sotterrare i suoi tesori...” disse un altro di quegli uomini.
“Cosa fare allora?” Domandò il locandiere.
“Di armarci tutti e perlustrare la zona...” rispose l'uomo “... siamo in tanti e con le armi scopriremo di cosa si tratta...”

Guisgard 06-03-2014 01.45.27

“Su, ora non temete...” disse Daizer ad Elisabeth “... non lasciatevi suggestionare troppo da questa storia... magari è solo frutto di leggende e superstizioni... vedrete, non incontreremo spettri o demoni...” rise appena “... andiamo dai due monaci ora.”
Così, i due ritornarono dai religiosi e dalla bambina.
Qui raccontarono tutto ciò che il sacerdote aveva detto loro.
“Al di là di tutto” fece Fra' Favelius “dobbiamo raggiungere quel borgo e dare una Cristiana sepoltura a quelle ossa.”
“Non ditemi che credete alla storia dei fantasmi?” Stupito il contrabbandiere.
“Non ho detto questo...” rispose il monaco “... ma l'unica cosa che conta è di andare a seppellire quel che resta di quel corpo...”
“Presto...” arrivando Fra' Severius, che intanto era andato a vedere se la bambina dormiva ancora “... la piccola...”
“Cosa è accaduto alla bambina?” Chiese Fra' Favelius.
“Non c'è più...”
“Come sarebbe a dire?”
“Nel letto non c'è più lei...”
“Ma cosa dici, fratello?” Incredulo Fra' Favelius.
“La piccola è sparita...” balbettò Fra' Severius “... e al suo posto dorme una ragazza...”
Andarono allora a vedere nella stanza della bambina.
Ed incredibilmente, come detto dal monaco, nel letto non c'era più la piccola.
Al suo posto dormiva invece una ragazza.

Guisgard 06-03-2014 01.49.12

Ma mentre Eilonwy cercava l'uscita da quell'oscuro palazzo, vide qualcosa.
Era una statua.
Una statua particolare.
Sembrava fatta tutta di zucchero finissimo.
E raffigurava una ragazza.
Guardandola meglio Eilonwy riconobbe le fattezze di Coco.
“E' lei...” disse una voce all'improvviso “... è stata tramutata in una statua di zucchero...” era il merlo, rinchiuso in una gabbia d'oro “... è stata Isolde...”
Ad un tratto una risata.
Apparve allora Isolde accompagnata da suo figlio.
Fissavano Eilonwy divertiti.

Guisgard 06-03-2014 02.24.48

“La più grande difficoltà” disse Guisgard sotto quella piccola finestra, in modo che Clio potesse sentirlo “che Orfeo incontrò nel discendere il Regno delle Ombre non fu l'oscurità o i demoni guardiani...” guardò i due mercenari completamente in balia del vino “... ma convincere Euridice a fidarsi di lui e a seguirlo... infatti le ombre, perso il ricordo della luce e della vita, smarriscono anche i ricordi... e lui le chiese solo di seguire il suo canto, la sua voce... quella stessa voce che era riuscita a conquistare per sé il cuore di lei...”
Il cavaliere estrasse allora qualcosa da una tasca.
Era una piccola ma affilata lima, ricavata dalla molla di un carillon e nascosta in una vecchia moneta.
Bastava tirare le due estremità della moneta ed estrarre la lima per poterla poi utilizzare.
“Se ad Orfeo fosse bastata una moneta per riscattare la sua Euridice” fece Guisgard “allora tutto sarebbe stato molto più semplice...” lanciò la moneta attraverso le sbarre delle finestra, facendola cadere nella cella di Clio “... conservatela con cura, come la lampada che Aladino lasciò alla principessa come pegno...” sorrise “... non simboleggerà l'amore, ma la libertà si...”
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Altea 06-03-2014 14.33.21

Mi guardai attorno, molta gente si era riversata all'interno della locanda...avevamo creato tutto questo scompiglio?
Una cosa era certa...stanotte dovevamo andarcene da quel posto o avremmo destato sospetti e forse era anche meglio imbavagliare Elvet oltre che legarlo.
"Il diavolo che nasconde dei tesori nella foresta?" chiesi con curiosità "eppure io e mio marito abbiamo attraversato la foresta stanotte ma non abbiamo visto nulla...è una leggenda? Una superstizione?" e guardai stupita il locandiere.
La gente si riferiva sempre a delle superstizioni per dare spiegazione a ciò che non comprendevano.

elisabeth 06-03-2014 15.54.45

" Siete sempre saggio, torniamo a parlare con chi penserà che siamo fuggiti via ".......Daizer raccontò tutto aveva una memoria incredibile....ogni cosa fu detta nei minimi particolari........e con suo grande stupore i monaci non ebbero nessun sussulto.....avevano un unica urgenza...dare degna sepoltura......ridendo dissi.." Visto Daizer ?......ci sono più persone di quelle che credete ....che credono a quella scala che diventa il passaggio dei morti.....tra le vite dei vivi....."....stavo chiedendo della ragazzina quando Fra Severius...tornò trafelato......corremmo nella stanza in cui vi era il letto e una ragazza...giaceva al suo posto...." Che io sia dannata....ma in questo posto non solo la morte si incontra con la vita......la crescita a quanto pare e' molto veloce.....".....andai vicino alla ragazza e nei guardai i tratti.......non vidi in lei somiglianza con la ragazzina.........ma gli abiti erano gli stessi....sembravano non adatti a lei...ma erano quelli.....andai così vicino al suo viso che vidi i suoi occhi spalancarsi di botto'.......sussultai per la sorpresa.....ma lei non mosse un muscolo e i suoi occhi erano blu....blu cobalto.....potevano apparire neri come le acque di un lago la notte ...ma erano chiari come i riflessi che mandavano i raggi del sole........." Buon giorno mia cara....vedo dal vostro volto che avete dormito bene..........ditemi...vi conosco da tempo o e' solo una mia impressione....."....

Eilonwy 06-03-2014 19.09.43

Mentre cercavo l'uscita da quel maniero stregato, il mio sguardo si posò su una statua di candido zucchero. Mi avvicinai alla statua e mi accorsi, con orrore, che si trattava di Coco.
Ad un tratto, una voce mi disse che era proprio la mia fatina e che era stata Isolde a ridurla in quello stato. Riconobbi quella voce. Era del Principe-Merlo, il quale era stato imprigionato dentro una gabbia d' oro.
All' improvviso, sentì una malefica risata.
Mi voltai di scatto ed apparvero Isolde e suo figlio Flees.
"Che cosa significa tutto questo?.....Maledetti!.....La pagherete cara!" gridai piena di rabbia, odio e disperazione.
Poi, udì due voci molto familiari che mi chiamavano per nome. Una era fanciullesca, ma severa, e l' altra giovane, potente e calda. La prima era del mio angelo custode Aladiah e la seconda....oh no.....non poteva essere lui....non poteva essere del mio amore.....eppure si poteva capire chiaramente....era di Sir Riccardo! Sì, era proprio la sua!
Scoprì che le voci appartenevano ormai a un cigno bianco (Aladiah) e un cigno nero (Sir Riccardo), rinchiusi in una gabbia di ferro.
"Nooo!!!.....Aladiah!.....Sir Riccardo!...Riccardo, amore mio!....No, non è giusto!.." strepitai piangete a quel terribile evento.
Intanto, Isolde e Flees ridevano compiaciuti a quella scena, ma a quelle due risate si aggiunse una risata maschile, demoniaca, roca ed adulta. Quella risata...quella risata inconfondibile.....quella risata che turbava il mio sonno!
Mi girai lentamente e tremante.
Dall' oscurità emerse la figura di un uomo guercio di mezza età, con una corporatura alta e massiccia, con la barba e i capelli grigi-bianchi, con la pelle olivastra e con un occhio dalla sclera nera e l' iride rosso.
Rimasi pietrificata da quella scena. Era lui! Non era una visione, un' illusione o uno spettro, poichè aveva l' ombra e sembrava tangibile al cento per cento.
Era SLATHNIR!
Isolde e Slathnir si lanciarono degli sguardi d' intesa. Adesso capivo!...Si erano messi d' accordo per acciuffarmi....non erano poi così nemici! Tutto quello che stava accadendo era il risultato di un oscuro complotto per catturarmi e prendere il Fiore Azzurro.
"Voi!?!...Non è vero....tutto questo è un incubo!...Non potete essere voi!" la mia frase provocò un ghigno da parte di Slathnir.

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COLONNA SONORA:
http://www.youtube.com/watch?v=xesmK5fPTmg

Clio 06-03-2014 23.29.02

Presi quella lima tra al volo, temendo che il tintinnio svegliasse il mio carceriere.
"Grazie.." mormorai, rivolta verso la finestra, osservandola "Mi auguro di avere una sorte migliore di Euridice.." sorrisi.
Forse aveva davvero intenzione di aiutarmi, anche perché da sola non sarei mai riuscita a scappare, nemmeno con quella lima tra le mani.
Era buio ormai, mi chiesi da quanto tempo fossi rinchiusa lì dentro.
Osservai le sbarre, e mi avvicinai a quella più esterna, togliendola, avrei avuto abbastanza spazio, ed era anche quella più lontana al mio carceriere addormentato.
Iniziai a limarla, cercando di fare meno rumore possibile, fermandomi ad ogni rumore sospetto. Non so quanto tempo ci misi a tagliarla, era affilata ma molto piccola.
Non cercai di spostarla, avrei fatto troppo rumore, il taglio era quasi impercettibile, al livello del pavimento.
Nascosi la moneta con la lima nel corpetto, e mi sdraiai in un angolo.
Presi a giocherellare con un sassolino, facendolo rimbalzare sulla parete, così, se qualcuno si fosse accorto dei rumori, avrei dato la colpa a quell'innocente passatempo.
Mi chiesi quale fosse il piano del cavaliere, in ogni caso, mi sarei fatta trovare pronta.
Non vedevo l'ora di andarmene da lì.

Guisgard 07-03-2014 00.26.10

“E' una vecchia legenda che si racconta da queste parti, madama.” Disse il locandiere ad Altea.
“Leggenda o no, credo bisognerà uscire tutti e scoprire cosa si aggira nella nostra terra.” Fece un altro di quelli.
Il locandiere annuì e tutti loro si accordarono di uscire armati per scoprire l'origine di quel verso bestiale.
Così quegli uomini uscirono e tornarono alle loro case per prendere le armi.
Il locandiere e sua moglie, intanto, ripresero a sistemare il tutto per la loro locanda.
Ma pochi minuti dopo la moglie entrò di corsa dentro.
“Cosa c'è?” Chiese suo marito.
“Vieni a vedere, presto!” Disse la donna. “E venite anche voi!” Rivolgendosi poi ad Altea.
Uscirono nel cortile, dove le stanze della locanda davano con le loro finestre.
E qui la moglie del locandiere indicò la finestra aperta della camera presa da Altea e da Elvet.
Dal davanzale scendeva una corda fatta di lenzuola intrecciate e legate fra loro.
“Credo che vostro marito abbia tagliato la corda, madama...” la moglie del locandiere all'avventuriera “... spero per voi che vi abbia lasciato del denaro per pagarci la camera e la colazione...”

Guisgard 07-03-2014 00.34.42

La ragazza guardò Elisabeth con aria confusa.
Poi guardò Daizer e i due monaci.
Fissò tutti loro a lungo, senza tuttavia pronunciare una sola parola.
“Che mi prenda un colpo...” disse il contrabbandiere “... e questa chi diavolo è?” Guardò con attenzione i vestiti della ragazza. “Perchè avete parlato di crescita?” Chiese poi ad Elisabeth.
“Perchè” intervenne Fra' Favalius “nessuno può essere entrato qui e nessuno, naturalmente può esserne uscito, visto che io e Fra' Severius siamo rimasti a pregare fino al vostro arrivo. E poi guardate i suoi vestiti... sono gli stessi che indossava la bambina... sono persino consumati e sporchi negli stessi punti... con la sola differenza che sembrano più piccoli...”
“Vuoi dire che...” stupito l'altro monaco.
“Si, fratello...” annuì Fra' Favelius “... Elisabeth ha ragione quando parla di crescita... questa ragazza, per incredibile che può sembrare, è la bambina che abbiamo trovato nel bosco...”
“E' assurdo!” Esclamò Daizer.
La ragazza intanto continuava a guardarli come chi non comprende cosa accade intorno.

Guisgard 07-03-2014 00.43.42

Quell'incredibile scena aveva stravolto a tal punto Eilonwy che finì col perdere i sensi.
Sognò così un incantesimo anche su Aladiah e sir Riccardo.
E in sogno arrivò persino a vedere il malvagio Slathnir.
Ma era tutto frutto del forte trauma subito.
Gli unici a ritrovarsi in quel palazzo, come detto, erano Coco, tramutata in una statua di zucchero ed il merlo, rinchiuso in una gabbia d'oro.
Eilonwy riprese conoscenza più tardi, svegliandosi in un comodo letto dalle lenzuola profumate.
Accanto a lei vi era Isolde, intenta a lavorare ad telaio.
“Ben svegliata, amica mia...” disse la strega con fare gentile “... avete riposato bene? Certamente molto più dei vostri sfortunati amici, visto che si ritrovano una mutata in zucchero e l'altro rinchiuso in gabbia.” Sorrise. “Ma poi non ho più saputo della vostra decisione... cosa avete scelto di fare? Portarmi il Fiore e liberarvi da quella maledizione, oppure rifiutare, restando così maledetta per sempre e senza più i vostri compagni di viaggio?”

Guisgard 07-03-2014 01.19.06

Passò così un'intera notte, scandita dal russare del carceriere avvolto nella sua coperta di sacco.
Poi, finalmente, dalla piccola finestra in alto, la luce cominciò a filtrare nell'umida cella, spazzando via l'incerto silenzio notturno.
E un raggio di Sole giunse a sfiorare il volto di Clio, come ad annunciare il nuovo giorno.
Poi dei passi svegliarono anche il carceriere.
“Beh...” disse Boyke avvicinandosi alle sbarre “... notte tranquilla, no?” Rivolgendosi poi al carceriere.
“Si, signore...” annuì questi.
“Bene, portale da mangiare...” ordinò il mercenario.
E il carceriere subito obbedì, correndo via.
Ma in quel momento arrivò Guisgard.
“Davvero una meravigliosa mattinata...” sorridendo il cavaliere “... non trovate?” Fissando Boyke e poi la prigioniera. “Un po' freddina, si, ma soleggiata e dall'aria limpidissima.”
“Va al diavolo!” Con disprezzo Boyke.
Guisgard rise.
Poi guardò nella cella di Clio.
“Ah, voi mercenari non avete il minimo tocco di buongusto...” mormorò.
“Cosa vuoi dire?” Fissandolo Boyke.
“Non potete tenere una rampolla dell'aristocrazia Afravalonese rinchiusa in una cella come fosse un porcile.”
“Per me può crepare anche adesso!” Esclamò il mercenario. “E tu con lei!”
“Si, ma poi creperebbero anche i vostri sogni di ricchezza, mio arguto amico.”
“Insomma, cosa diavolo vuoi?”
“Questa cella è umida” fece Guisgard “e sporca... volete che la ragazza si ammali?”
“Che ti importa?” Sbottò Boyke. “Tanto malata o sana il suo prezzo non cambia.”
“No, ma viva o morta farà differenza.” Replicò il cavaliere. “E tanta. Questa ragazza, benchè si atteggi ad eroina guerriera, non resisterà molto qui dentro.”
“Cosa succede qui?” Arrivando Gufo.
“Capo, questo idiota fa discorsi inutili...” guardandolo Boyke.
“Dico solo” spiegò Guisgard “che la ragazza ha bisogno perlomeno di vestiti puliti, o si beccherà qualche malanno di quelli infettivi... ed io non voglio rischiare di fallire a causa di una sua possibile morte.”
“Non abbiamo vestiti puliti per lei.” Disse Gufo.
“Allora li procurerò io.” Fissandolo il cavaliere.
“E sia, ma non ti darò neanche una moneta per comprarli.” Mormorò lo scarlatto.
“Tranquillo, ci penserò io.”
I tre allora uscirono.
Poco dopo tornò il carceriere con latte e pane raffermo per Clio.
“Ecco la vostra colazione...” disse alla ragazza, facendo poi passare la scodella con latte e pane attraverso le sbarre.
Qualche ora dopo tornò Guisgard.
E con sé aveva un fagotto.
“Eh, so bene che questo non è proprio il vostro stile” avvicinandosi alla cella di Clio “ma non ho trovato di meglio...” e fece passare il fagotto attraverso le sbarre “... ora cambiatevi ed indossate gli abiti che vi ho portato... quelli vecchi poi infilateli nel fagotto...” si voltò verso il carceriere “... su, mio buon amico, allontanatevi di qualche passo... non sta bene osservare una dama mentre si spoglia.” Rise.
Il carceriere uscì nel corridoio.
“Sono abiti prestati da alcune mie buone amiche...” parlando alla ragazza il cavaliere e dando le spalle alla cella per non guardarla “... naturalmente ho preso quelli che mi sembravano i meno vistosi... indossateli e quelli vecchi, come detto, infilateli nel fagotto.”
Clio non tardò a capire che genere di abiti fossero quelli portati da Guisgard.
Erano quelli che indossavano le ragazze della casa di piacere.
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elisabeth 07-03-2014 10.25.36

L'unica cosa che univa la ragazzina e la ragazza era lo snervante mutismo......si perchè in realtà qualche parola la ragazzina l'aveva detta.......quel luogo era sospeso.....quel luogo era chiuso in una bolla......mi scostai dalla ragazza.....e mi misi a pensare.....ma la mia mente sembrava prendere forme assurde..più che pensieri...uscivano bolle di sapone........" Bene Signori......siamo invecchiati un pò tutti, in lei la crescita e' più evidente, in noi...visto che non sono passati secoli...ma solo qualche anno...se ci guardassimo bene allo specchio avremo qualche ruga in più....mi dispiace Daizer....sarà magari un problema quando tutto sarà finito.....però gli uomini maturi piacciono di più alle donne......."....risi...ma non era una risata allegra..era amara...amara più del fiele che il peggior nemico poteva offrirti...." Sappiamo dove andare e dobbiamo andarci velocemente....qui non possiamo più stare...i vivi tra i morti ci convivono...ma non in questa maniera.......bene Signorina...sarai muta, ma so per certo che riuscirai ad alzarti e a venire con noi con le tue gambe...se rimani qui tra qualche settimana...sarai un'adorabile vecchietta......e forse lo saremo tutti, Daizer conoscete ogni luogo...vi darò di più se ci accompagnate al Borgo di Lemain......state rischiando e permettetemi di sottolineare state rischiando qualcosa per cui neanche noi ne conosciamo i motivi.....spero solo che qualsiasi sacrificio noi saremo in grado di affrontare...non porti più via i ragazzini da casa......"......aiutai la ragazza.....era gelida...sempre gelida...Frate Elia....mi siete stato sempre vicino avete voluto che intraprendessi un cammino particolare che chiudessi la mia vita in una grotta.......ma voi dove siete finito........

Altea 07-03-2014 16.24.22

La gente uscì dalla locanda per armarsi alla ricerca di qualcosa che forse nemmeno esisteva.
Ad un tratto arrivò la moglie del locandiere spaventatissima e ci portò nel cortile indicando la finestra della nostra camera, rimasi esterefatta nel vedere quella corda fatta di lenzuola.
La tensione in me era forte e sbottai di getto contro la donna.."Come vi permettete? Pure io dispongo di denaro" e toccai la mia sacca di prezioso velluto "Io e mio marito siamo persone rispettabili mentre voi vi siete subito dimostrata ostile nei miei confronti e non capisco il vostro atteggiamento".
Cercai di moderarmi, dovevo essere fredda e mi rivolsi allora al locandiere ignorando sua moglie.."Mio marito, vedete, è un uomo troppo sensibile...forse si sarà spaventato per quell'urlo che ha preoccupato tutti e io avevo chiuso la porta a chiave" e mostrai la chiave "forse avendo avuto paura sarà fuggito o è uscito dalla finestra per sicurezza".
Stavo mentendo spudoratamente mentre guardavo quella corda....ma come era riuscito a intrecciare quelle lenzuola e scendere...in cosa mai si trasformava dunque? Non certo in un animale pericoloso, non avrebbe potuto fare ciò...avanti Altea, devi trovarlo prima di loro.
"Andrò io a cercarlo, non preoccupatevi, salgo in camera un attimo e poi vi pagherò e vedrò dove possa trovarsi" feci un cenno del capo per congedarmi, controllai nessuno mi seguisse e salii le scale per andare in camera e mille domande mi si ponevano..."Perchè scappare? In cosa si tramutava Elvet? Mi avrebbe raccontato tutto semmai lo avessi trovato e riconosciuto..certo aveva addosso la mia collana che gli avevo donato".
Aprii lentamente la porta ed entrata in camera chiusi bene la porta a chiave guardandomi attorno.

Eilonwy 07-03-2014 19.25.36

Mi ritrovai in un morbido e profumato letto a baldacchino. La testa mi doleva da morire!
Capì all' istante che il trauma subito mi aveva fatto venire le allucinazioni e mi aveva fatto perdere conoscenza. Lo stesso episodio era capitato quando persi in modo brutale mia madre e, poi, mio padre in battaglia, mentre combattevo con lui e i suoi uomini.
Questo succedeva quando perdevo o stavo per perdere una persona a me molto cara e preziosa.
La mia attenzione fu catturata dalla presenza di Isolde al telaio. Ascoltai attentamente le parole della fattucchiera e poi le dissi: "Milady! Il mio responso è questo: andrò a prendervi il Fiore Azzurro. Ma sappiate che lo faccio in special modo per i miei amici. Infatti, se avesse riguardato soltanto me....non ve lo avrei mai dato!"
Guardai fuori dalla finestra. Era quasi l' ora fatidica!
"Non vi dispiace se mi vado a fare una nuotata nel vostro lago artificiale del giardino? Vero!?!..." e senza neanche darle tempo di rispondermi, mi diressi di corsa verso la meta desiderata.
Arrivata al lago del giardino mi spogliai e mi gettai a capofitto in acqua.
Un migliaio di bollicine mi avvolsero. Esse passarono sul viso e lo purificarono dai cosmetici da donna. Poi, passarono sul resto del corpo e mi trasformarono in sirena.
Sott' acqua sciolsi i capelli e riemersi dalle acque.

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Clio 07-03-2014 19.26.32

Rigirai i vestiti tra le mani.
"Siete davvero divertente.." Dissi, ridendo appena "che vi dia fastidio il fatto che una donna faccia il soldato si è capito.. Ma questo è troppo! Avete qualche altra bella idea per umiliarmi?" Scossi la testa "se davvero tenesse alla mia salute mi avreste portato altri vestiti, sapete quanto sono leggeri? No, grazie, mi tengo stretti i miei calzoni, non ho intenzione di prendermi un malanno per farvi divertire.. Ho dormito in situazioni ben peggiori per molto più tempo..." Sorrisi "Crediateci o no, Ero un semplice soldato durante la guerra.. Ma con questi non sarei sopravvissuta alla prima settimana.. Quindi non prendetemi in giro, patirei il doppio del freddo con questi vestiti..".

Mi svegliai riposata, tra soffici lenzuola di seta.
Un raggio di sole illuminava la sfarzosa stanza, arredata con gusto ed eleganza.
La ferita era stata perfettamente disinfettata e fasciata.
"Buongiorno, Milady.." Una domestica entrò in quel momento, inchinandosi rispettosamente "Il principe vi aspetta per la colazione in giardino, se ve la sentite di alzarvi.."
Sorrisi "Grazie, per carità, sono stata ferma anche troppo.." Iniziando ad alzarmi.
"Vi occorre aiuto per vestirvi?" Chiese la ragazza, timidamente "Ecco, il principe ha detto di non sapere quali abiti civili fossero di vostro gradimento, così ne ha fatti portare diversi.. La vostra uniforme era sporca, ci siamo permessi di farla lavare.. Mi sono occupata personalmente di lavarvi questo" prese il mio corpetto da un cassetto "Non ne ho mai visto uno così, ho pensato che.."
"Avete fatto benissimo, vi ringrazio... Non pensavo di fermarmi per la notte.." Ormai mi ero alzata, e mi avvicinai all'armadio aperto.
Spalancai gli occhi, non avevo mai visto abiti così belli tutti insieme.
I tessuti più preziosi, i modelli più in voga, non ero abituata a tutta quell'eleganza.
C'erano sfarzosi abiti da donna, e raffinati completi da uomo.
La delicatezza del principe mi commosse.
"Posso fare da sola, grazie.. Avvisate Sua Altezza che lo raggiungerò nel giardino in un attimo.." Sorrisi "sono una donna che si prepara molto in fretta..".
Lei si inchinò ed uscì.
Indossai così stivali neri di morbidissimo cuoio, calzoni di velluto cobalto, una camicia bianca di seta, e un gilet finemente ricamato, sempre cobalto, con dei bottoni in oro.
Faceva abbastanza caldo per poter fare a meno della giubba.
Sciolsi i capelli, e uscii.
Vidi Sua Altezza seduto ad un tavolino imbandito, intento a guardare lontano.
Restai un istante ad osservarlo non vista.
Cosa mi stava capitando?
Non riuscivo a dimenticare i suoi occhi nei miei, il giorno prima.
Mi aveva preso in braccio e portato sulla carrozza.
Si voltò di scatto, e mi sorrise.


Era stato quel sorriso ad abbattere tutte le mie difese.
Dovevo essere forte per lui.
"Senza contare che non mi fido granché di questi uomini, non so perché.. Ma non ho intenzione di facilitargli le cose.." Mi avvicinai a lui e abbassai la voce "Quindi, o mi date un valido motivo, magari sensato perché quella del freddo proprio non la bevo.. altrimenti ringraziate per me le ragazze, ma no..".

Guisgard 08-03-2014 00.50.22

Altea era entrata nella stanza presa da lei e da Elvet.
Tutto appariva sottosopra.
Il letto aveva le lenzuola stracciate e i pochi mobili di quell'ambiente apparivano tutti capovolti.
Le corde con cui l'avventuriera aveva legato Elvet si trovavano a terra, completamente spezzate.
Chi o cosa aveva fatto tutto ciò?
Istintivamente Altea guardò la finestra aperta.
Chiunque o qualsiasi cosa fosse, ora era fuori in libertà.
D'un tratto la donna udì delle voci.
La gente del borgo si era già radunata armata davanti alla locanda, pronta per dare la caccia alla belva che si pensava girasse da quelle parti.
“Tu...” disse il borghese che sembrava essere il capo del borgo agli altri “... occupati delle tagliole... voi due, accertatevi che tutti siano armati... chi non possiede un'arma, allora prenda zappe, forconi, pale, picconi, insomma, tutto ciò che può arrecare danno... muniamoci poi di torce... la caccia potrebbe essere lunga e non voglio ritrovarmi nella foresta al buio contro quell'animale...”

Guisgard 08-03-2014 01.05.45

Daizer, nonostante lo stupore e l'incredulità per gli ultimi fatti accaduti, alla fine annuì a quelle parole di Elisabeth.
“Si, vi accompagnerò...” disse “... anche perchè tutta questa storia mi sembra poco adatta per essere affrontata solo da una donna, una ragazza muta e due monaci...”
Così, sistemato il suo carro, poco dopo la compagnia lasciò quel luogo e prese la strada che si addentrava sempre più nel bosco.
Verso il crepuscolo, finalmente, avvistarono alcune colline.
E su una di esse si vedeva un maestoso castello.
“Sarà quello il castello indicatoci dal prete...” fece il contrabbandiere “... anche se...” mormorò poi “... lui ci ha parlato di un borgo, mentre là c'è solo quel maniero...”
“Forse il borgo” fece Fra' Severius “è coperto da qui dalle mura del castello.”
“Solo avvicinandoci ancora” disse Fra' Favelius “lo scopriremo.”
Ad un tratto udirono un rumore di ruote.
Un altro carro, condotto da un contadino, veniva verso di loro.

Guisgard 08-03-2014 01.15.46

Eilonwy, mutata ancora una volta in sirena, nuotò a lungo in quel laghetto.
Vi nuotò per tutta la notte.
Ad un tratto, mentre ancora la ragazza si rilassava in quell'acqua tiepida e profumata, qualcuno si avvicinò.
Erano Isolde e suo figlio.
“Sono lieta che questa nuotata vi provochi tanto giovamento, ragazza mia...” disse con la solita gentilezza la strega “... così sarete in forma per la partenza... infatti domattina lascerete il mio palazzo e raggiungerete il luogo in cui è possibile trovare notizie sul Fiore... si tratta della città di Gioia Antiqua... e mio figlio verrà con voi, per proteggervi... il viaggio sarà infatti lungo e pieno di pericoli... inoltre, afflitta come siete dalla maledizione, è impensabile lasciarvi andare da sola.”
“Sarà un viaggio interessante, presumo.” Ridendo il giovane cavaliere.

Eilonwy 08-03-2014 01.32.46

Rimasi impassibile, indifferente e gelida alle ultime parole di Flees. Mi rivolsi così a sua madre: "Se non vi dispiace, Milady, desiderei le mie armi, il mio cavallo Dante ed Aladiah!....E, comunque, state tranquilla non scapperei da nessuna parte sapendo che i miei due amici sono nelle vostre mani".
Detto questo guardai Flees ed affermai questa frase con una punta di sarcasmo: "Ah lo troverete interessante davvero!". Sorrisi al giovane in modo crudele e canzonatorio e sostenni il suo sguardo con fierezza.

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Guisgard 08-03-2014 02.04.31

“Avrete le vostre armi ed il vostro cavallo” disse Isolde ad Eilonwy “anche se non vi serviranno, visto che mio figlio, fiore della cavalleria, sarà con voi per proteggervi. Ma non verrà nessun altro. Solo voi e mio figlio. I vostri amici resteranno qui nel mio palazzo. Li libererò solo quando mi porterete il Fiore.” Fissò la ragazza. “Ma pensandoci... posso concedervi il merlo... se volete. Ma nessun altro.”

Guisgard 08-03-2014 02.07.14

Guisgard guardò Clio con lo sguardo divertito e la sua tipica espressione da Guascone.
“Per quanto io abbia una spiccata fantasia” disse sorridendo “vi confesso che faccio molta fatica ad immaginarvi come una di quelle dame di corte, tutte sospiri, boccoli ovattati e sguardi languidi. Dunque, se pensate che in questa situazione io miri a vedere le vostre grazie o, magari, ad abbattere le vostre stoiche resistenze a difesa di quella mascolina determinazione che tanto sbandierate, vi sbagliate. Non mi interessa trasformarvi in una Isotta o in una Enide. Se volete saperlo sono i vostri vestiti, quelli che indossate, che mi servono. Per questo li infilerete in questo fagotto, non appena messi quelli che vi ho portato. E perdonatemi se non sono riuscito a trovare corazze e cotte di maglie” con sarcasmo lui “ma non conosco molte persone da queste parti e le uniche di cui mi fidi sono quelle ragazze. Quanto poi al tenere caldi, questi vestiti sono indossati da donne che solitamente non si preoccupano di avere freddo o meno. E siccome per riottenere la mia libertà e riprendere il mio viaggio devo portarvi fuori di qui, da bravo soldatino, visto che conoscete solo le regole dei militari, farete come vi ho detto ed indosserete questi abiti. Altrimenti, giuro, entrerò in questa cella e vi spoglierò io stesso per poi rivestirvi. Sono stato chiaro?” E si voltò per un istante verso il corridoio, per accertarsi che il carceriere non stesse tornando. “Avanti, fate come vi ho detto. Non abbiamo tutto il tempo del mondo.” Tornando per un momento a fissarla, per poi voltarsi, dando così le spalle alla cella. “E non temete, non mi volterò a guardarvi. Non mi interessa fare ingelosire il principe...” e dopo quella frase sibillina, cominciò a canticchiare.
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Eilonwy 08-03-2014 02.27.19

Guardai con aria di sufficienza Isolde e suo figlio.
"E sia!...Affare fatto allora!?!.....Auguro ad entrambi una buona nottata" dissi in modo altezzoso e distaccato.
Non si dovrebbe mai augurare il male a nessuno, ma in questo caso ad entrambi avrei augurato volentieri la morte e le fiamme dell' Inferno.
Maledetti bastardi! Ah...ma prima o poi la pagherete. O in questa o nell' altra vita!

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Altea 08-03-2014 19.15.33

Ai miei occhi apparve una scena raccappricciante...il letto stracciato per creare la fune per calarsi, la corda con cui avevo legato Elvet rotta..eppure era una corda robusta, e quei pochi mobili a terra capovolti.
Mi guardavo attorno attonita e pensierosa..."Per fare tutto ciò ci vuole una forza straordinaria, quasi brutale e bestiale..." la mia mente andò a quel giorno quando nel maniero gettai la rosa e quell'uomo rovesciò tavolo e sedie e rabbrividii.."se Elvet avesse una tale forza...sarebbe stato in grado di rompere quella catena da solo..non capisco".
Udii delle voci nel cortile, era un borghese a parlare e comandava la caccia alla "belva"...scossi il capo.."Signore mio...ho forse sbagliato? Ma come posso darla vinta al Male?".
Presi un lenzuolo e sopra misi i pezzi di corda e il lenzuolo rotto e lo legai come a creare un fagotto e lo misi sotto il letto, l'unico mobile non rovesciato, presi un altro lenzuolo e misi a posto ciò che fu distrutto.
Con tutta la mia forza cercai di rialzare i mobili...ero esausta..mi guardai attorno..almeno non avremmo destato sospetti.
Uscii dalla stanza e arrivata al pianterreno chiamai il locandiere..."Vi ringrazio..non riesco a capire, spero solo a mio marito non sia successo qualcosa ma noto siete tutti intenti a cercare una belva che forse nemmeno esiste e non ad aiutarmi a capire cosa è successo a mio marito" dissi indifferentemente per non destare sospetti, diedi all'uomo delle monete per pagare, sentivo le voci esaltate delle persone e deglutii "Prenderò pure il cavallo di mio marito...gentilmente potete dirmi dove porta la strada vicino al cortile e come posso raggiungerla?"

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elisabeth 08-03-2014 19.42.19

" Grazie Daizer...non dimenticherò ciò che state facendo per noi.....anche se con la promessa d una ricompensa....."......lo seguimmo tutti salimmo sul famosissimo carro ..... e partimmo ognuno perso nei propri pensieri......alla fine ruppi il silenzio...." Fra Favelius,Fra Severiuse' un esperienza molto particolare quella che stiamo vivendo......eppure non avete mai esitato a credere....vi ho visto pregare e tener fede alle vostre promesse....avete creduto senza batter ciglio.......e non ditemi che e' solo una questione di fede.......io non lo faccio per fede.......mi hanno chiesto ed ho accettato..........ma non avrei mai immaginato......di...finire nel mondo che non c'e'...".......il carro rallentò il suo cammino sino a fermarsi....e tutti tirammo la testa fuori a da un'occhiata al panorama......il castello era grandissimo e si stagliava imponente su un'altura........." Gia' il prete parlava di un Castello.....ma dovevamo cercare il borgo e forse e' proprio all'interno del Castello stesso....o fuori dalle mura nella parte che da noi non e' visibile.......".......il rumore di un carro prese tutta la nostra attenzione....era un carro con un contadino ....... Il Contadino.....lo stesso Villano che avevamo incontrato al cimitero......." Daizer hai visto chi e' il tizio che sta sul carro ? e' il villano del cimitero......magari se incontriamo una cappellina...ci sarà lo stesso prete...........roba di diventar pazzi......."......

Guisgard 10-03-2014 00.13.15

“Quella stradina” disse il locandiere ad Altea “conduce nella foresta. Per raggiungerla basta seguirla senza allontanarsi mai da essa... ma la foresta è un luogo solitario e pericoloso... non vi consiglio di andarci da sola, madama... avete udito che forse là si aggira una belva feroce? Attendete qui l'arrivo di vostro marito piuttosto. Sperando che non sia andato da solo nella foresta invece...”

Guisgard 10-03-2014 00.18.12

Giunse così il nuovo giorno.
L'aurora aveva fatto dissolvere le tenebre che fino a poco prima tingevano il manto del cielo, rendendolo impenetrabile e indecifrabile agli occhi degli uomini.
Tutto era pronto per la partenza.
Col cavallo di Eilonwy fu fatto preparare anche quello di Flees.
Il giovane cavaliere, infatti, come stabilito da Isolde, avrebbe accompagnato la ragazza nel suo viaggio alla ricerca del Fiore Azzurro.
La loro destinazione, come indicato proprio dalla strega, era la misteriosa città di Gioia Antiqua.
“Bene...” disse Flees ad Eilonwy “... direi di metterci in cammino.”
“Porterete con voi anche il merlo, ho deciso.” Mormorò Isolde, che poi battè le mani e la gabbia dove l'uccello era imprigionato si aprì magicamente.
Il merlo allora volò fino a posarsi sulla spalla destra di Eilonwy.
Flees baciò sua madre e lei, sorridendo, rientrò nel palazzo.
Un attimo dopo la ragazza, il giovane cavaliere ed il merlo si ritrovarono nella sterminata e lussureggiante foresta.
Il palazzo della strega, infatti, era come svanito nel nulla.
Come una visione.

Guisgard 10-03-2014 00.25.26

“Ma no...” disse Daizer ad Elisabeth “... gli somiglia soltanto vagamente... dopotutto i villani appaiono in gran parte tutti uguali...” sorridendo “... ora ci parlo io e capiremo dove siamo finiti...” il contrabbandiere allora arrestò il carro ed attese che quello del villano lo affiancasse “... salute a voi...” salutandolo “... potete indicarci che terra è mai questa e quel castello da chi è abitato?”
“Questa terra” rispose il villano “fa parte della nobilissima e antica contea di Averze...” indicò l'edificio che sorgeva poco più avanti “... e quello è il Palazzo Gaudioso, dove soggiorna Don Auster, il grande inquisitore...”
Il vento forte e la vicinanza fecero ora apparire quella sontuosa costruzione più chiara ai loro occhi.
Era un poderoso e antico palazzo.
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Clio 10-03-2014 00.31.45

Sorrisi, soddisfatta.
"Così va meglio.." Dissi al cavaliere "Come posso fidarmi di voi se non mi dite la verità? E in maniera tanto palese poi.. Fingere di preoccuparsi per la mia salute e levarmi la giubba e i calzoni per quest'abito scollato.. Le menzogne devono almeno essere coerenti..".
Scossi la testa, non avevo scelta.
Iniziai così a cambiarmi, mettendo i miei abiti nel sacchetto.
Naturalmente, non mi
Liberai del prezioso corsetto, dove avevo nascosto la lima.
"E non travisate le mie parole cavaliere, non ho mai pensato che voleste guardare... Non sono il vostro tipo almeno quanto voi non siete il mio..."
Presi il fagotto, e lo allungai.
"Ecco, il mio atto di fede, ma vi sarei grata se mi diceste a cosa vi servono i miei vestiti, o a chi abbiate intenzione di darli.." Abbassai lo sguardo "Giusto per fingere che vi importi davvero della mia salute, perché anche i mercenari capirebbero che così ho molto più freddo, potreste darmi un mantello... Per favore.. Con questa scollatura rischio davvero un malanno..".
Non dissi una parola sulle sue ultime parole, ne lasciai che il mio sguardo tradisse emozioni.
Come poteva saperlo? Nessuno sapeva di noi.
Certo Astin mi aveva visto piangere ma nulla di più, e mi fidavo di lui.
Nestos, lui mi aveva sentito parlare, ma era uno schiavo di mio padre, no poteva certo contravvenire ad un mio ordine.
A meno che.. Karel non si fosse svegliato e avesse chiesto di me.
Magari sapeva che ero stata imprigionata.
No, era impossibile, non avrebbe mai lasciato che fosse un estraneo a salvarmi.
E allora come poteva sapere?
Probabilmente, pensai, aveva solo tirato a indovinare.

Guisgard 10-03-2014 01.03.58

“I mercenari” disse Guisgard a Clio, col suo solito sorriso irriverente ed impudente “non fanno ragionamenti tanto sottili. Anzi, davanti ad una bella donna ragionano ancor meno.” Rise appena. “I vostri abiti mi servono perchè in questa particolare situazione, diciamo, l'abito può fare il monaco e ciò che si vede, o meglio che si vedrà, può ingannare.” Si voltò e finalmente la vide con indosso quell'abito. “Beh...” fissandola “... devo dire che visto indossato quell'abito fa un certo effetto...” cominciò a slacciarsi il mantello “... e temo che un malanno non sia la cosa peggiore che potrà capitarvi se i vostri carcerieri poseranno i loro occhi su di voi...” fece passare poi il mantello attraverso le sbarre, dandolo alla ragazza “... copritevi... vi terrà al caldo ed anche al sicuro da eventuali tentazioni che potrebbero cogliere i nostri simpatici mercenari...” sorrise “... ora vado, altrimenti potrebbero insospettirsi... carceriere!” Chiamando l'uomo che era ancora nel corridoio.
Fece per andarsene, ma si fermò improvvisamente.
“Ah...” prendendo qualcosa dalla giubba “... anche se non sono il vostro tipo, sono pur sempre un gentiluomo...” porgendole una rosa rosa tra le sbarre “... con quell'abito ci vuole un degno fiore... la rosa rosa simboleggia, per chi legge il linguaggio dei fiori, la grazia... ma potrebbe esservi utile anche per qualche altra cosa... chissà... fossi in voi la conserverei con cura...” facendole l'occhiolino.
Arrivò il carceriere.
“I miei omaggi, milady...” con un vistoso inchino Guisgard a Clio “... mi raccomando, sorvegliatela bene... è molto preziosa... specie con quel vestito.” Rivolgendosi poi al carceriere.
Ed andò via canticchiando.
Il carceriere allora tornò a sedersi sullo sgabello davanti alle sbarre, fissando di tanto in tanto la bella prigioniera.
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