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"Messer Jean" disse Ferico a Dacey "avrà ben altro a cui pensare. Deve infatti ancora rivelarci come intende risolvere quella certa questione."
"Naturalmente, milord." Con un inchino Jean. "Ebbene, vi ascoltiamo, messere." Ferico. "Diteci come intendete risolvere la questione di quei traditori." "Milord..." fece Jean "... vi è un solo modo per catturare uomini come quel Guisgard... invitarli ad una giostra." "Una giostra?" Ripeté perplesso Ferico. "Si, milord..." annuì Jean "... una giostra, con magari qualcosa in palio... non so... le terre ora libere di Altafonte, per esempio..." |
Frate Roberto si avvicinò a Clio, aiutandola ad alzarsi.
"Su, vi aiuto io." Disse il religioso. "Erano molte monete, vero? Purtroppo sembra non bastare mai tutto il denaro che ogni giorno sottraggono alle persone. Più ne prendono, più ne vogliono." Altea invece andò via. Ed uscita dalla pieve trovò là il suo cavallo. |
Ed ecco che il barone si fece avanti, come a rimarcare il suo controllo su tutti noi, richiamando all'ordine Jean.
Gli sfiorai il braccio, lasciandolo andare da Ferico e lo guardai, con un sorriso, come a dire, " io credo in te". Anche io volevo capire come Jean pensava di ingannare quel Guisgard quindi mi misi in ascolto. Quel piano alle mie orecchie non sembrava nuovo, forse avevo letto in qualche libro di avventure, uno stratagemma simile, e nel libro, aveva funzionato. Chissà che non fosse lo stesso nella realtà, per una volta. Io non avevo nulla contro Guisgard e le sue idee, anzi una parte di me lo sosteneva ma mi trovavo per forza dall'altra parte, al fianco di Jean ed era mio compito sostenerlo. |
Cruz era ancora lì..pensai..effettivamente la figura incappucciata stava parlando col frate..e forse doveva continuare il discorso..e comunque era ovvio lui non si fosse fidato di una estranea.
Presi Cruz, misi il cappuccio e salii in groppa e mi diressi verso la rocca. Arrivata li legai il cavallo e salii le scale..chissà se quel brigante era tornato dai suoi compagni...e forse mi avanzava tempo per prepararmi e andare alla taverna. Aprii la porta e subito senti il tepore del camino pervadermi. |
Il barone restò pensieroso a quella proposta di Jean.
"Chi vi fa credere" disse il barone "che Guisgard o qualche altro traditore accetterà di partecipare?" Perché" rispose Jean "quell'uomo rivuole la sua terra. E farà di tutto per riaverla." "Si, anche io penso parteciperà" annuì Fagas "ed io potrò chiudere il mio conto con lui." "Milady..." Jean voltandosi verso Dacey "... non voglio restiate qui ad annoiarvi con simili discorsi... ritiratevi pure con questi ospiti, in modo che possiate farvi raccontare della vostra isola." |
Altea tornò alla sua rocca e trovò il fuoco del camino ancora acceso.
E naturalmente Alvaro e l'uomo ferito erano ancora là, intenti a giocare ai dadi. "Maremma cubica..." disse Alvaro "... stavolta voglio un sei... potrei giocarmi il cavallo per un sei!" "Allora in bocca al lupo, amico mio!" Ridendo l'uomo ferito. |
<< Va bene, con permesso>> dissi agli altri uomini della stanza guardando in particolare Jean quindi feci cenno ai due ospiti di seguirli.
Lasciata la stanza e percorrendo i corridoi iniziai a parlare. << Io devo scusarmi già da ora, i miei alloggi al momento sono ehm... Diciamo che non sono consoni ad una principessa>> quindi aprii la porta della mia stanza chiamando Betta, affinché preparasse del thè per tutti. |
Annuii al chierico.
"Che altra scelta avevo?" Asciugandomi le lacrime "Mi facevano paura, non avrebbero avuto rispetto di questo luogo..". Sorrisi al prete. "Vorrei restare ancora un attimo, per ringraziare che si siano accontentati..." Sospirai "Poi avrei paura di incontrarli..". |
Trovai Alvaro con l' uomo ferito.."Vedo avete trovato confidenza" esclamai.."Non dovevate andare via subito?" almeno loro se la spassavano.
Salii in camera e portai una tinozza e acqua calda, mi feci un bagno veloce con i sali, poi indossai il corpetto di pizzo e il vestito e mi spazzolai i capelli per andare alla taverna...a questo punto dovevo lavorare di notte...speravo solo di non trovare di nuovo i soldati ma dovevo sopravvivere. Mi stesi un attimo sul letto, presi un leggero sonno...ero scossa...dovevo allentare la presa..e per di più temevo il taverniere mi avesse preso una sostituta. |
Alzai gli occhi al cielo.
"Che domande?" incuriosita "Ho sentito dei passi prima, fuori dalla porta, ma ovviamente non ho fatto alcun rumore e per questo ho aspettato prima di aprirvi. Comunque, è inutile per me continuare a stare qui, se non potete essermi d'aiuto...'' mormorai. Mi avvicinai alla finestra, poggiando il capo contro il vetro e sospirando. "Emon..." sussurrai pianissimo, mentre una lacrima solitaria vagava sul mio viso ed io continuavo a guardare il vuoto, quasi come se dovesse spuntare lui da un momento all'altro a colmarlo, col suo sorriso caldo, con la sua semplicità, la sua dolcezza, la sua ironia. |
"Hai proprio ragione" risposi ad Ensa "un bagno è proprio ciò che mi ci vuole..."
Di lì a poco trovai pronta una grossa tinozza piena di acqua caldissima, quasi bollente come piaceva a me. Mi spogliai e mi calai nella tinozza, un poco per volta perché l'acqua scottava. Quando fui dentro, presi il sapone e cominciai a lavarmi, piano, assaporando la sensazione della schiuma unita all'acqua calda. Dopo che ebbi passato il sapone ovunque, mi immersi fino al mento e chiusi gli occhi, rilassandomi e ripensando ad Adespos, alla notte appena trascorsa fra le sue braccia, all'amore che avevo sentito nascere nei suoi confronti, come un fiore che nasce spontaneamente in una terra selvatica. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Dacey condusse Dauna e suo figlio Svevos nei suoi alloggi, chiedendo poi a Betta di preparare loro del thè.
“Non preoccupatevi per noi, siamo gente semplice.” Disse la donna alla principessa. “Questa camera ai nostri occhi non è affatto misera, anzi. E comunque, se Dio vorrà, presto sarete la moglie di quel degno cortigiano.” “Interessante la storia del torneo...” intervenne Svevos “... io adoro le giostre.” “Siamo giunti qui per pregare, Svevos, non per fare tornei.” La madre. “Madre, io sono un cavaliere” replicò il figlio “e credo sia una bell'occasione per mettere in mostra il mio valore.” Guardò Dacey. “Cosa potete dirmi di più su questo torneo, milady?” Chiese alla ragazza. In quel momento arrivò Betta col thè. |
Frate Roberto sorrise a Clio.
“Certo.” Disse il chierico. “Questa è la Casa del Signore ed è aperta a tutti. Sempre. Ora perdonatemi, ma ho delle faccende da sbrigare in sacrestia.” E sparì da una porticina laterale di fianco all'altare. |
Annuii al frate e ripresi il mio posto, inginocchiandomi nuovamente.
Avrei atteso un po', poi sarei uscita. Chissà se avrei rivisto quella figura che i soldati avevano fatto scappare. |
“Non fate così...” disse la nana accorgendosi della tristezza di Gwen “... magari il vostro amico non è poi così lontano... avanti, descrivetemelo e forse potrò aiutarvi... dopotutto esco spesso per il bosco...”
Ad un tratto si udì un campanello. “Oh, accidenti...” sbuffò la nana “... è il padrone che chiama... è ora di cena...” |
Altea dormì poco meno di un'ora, per poi svegliarsi quando ormai il crepuscolo aveva tinto il cielo ed il bosco di Clantes.
La dama sentì poi delle voci. Erano di Alvaro e dell'uomo ferito che continuavano a giocare ai dadi. “Ho vinto.” Disse il cavaliere al ferito. “Ora, come pattuito, dovete svelarmi il vostro nome, amico mio.” |
<< Se Dio vorrà... Ma certo... Sposare quel cortigiano é la cosa migliore si...>> mormorai come a rinforzare la mia convinzione.
<< Pellegrini in queste terre. Devo avvertirvi che il barone non ama molto i religiosi. Vi consiglio di stare attenti quando parlate di tali argomenti>> Invitai i due a sedersi anche se mi avevano rassicurata, ero imbarazzata a riceverli in quella stanza. <<Trovate?>> chiesi a Svevos , non poteva essere altrimenti per un cavaliere. << Mi dispiace, per ora ne so quanto voi chiederò a Messer Jean di parlarmene quanto prima. Spero di potervi aiutare. Avrei piacere che vinceste voi.>> Passai personalmente le tazze a Svevos e alla madre lasciando Betta libera di andare. << Oh suvvia. Vostro figlio vuole solo dimostrare il suo valore. É un atto nobile.lasciatelo partecipare >> |
Gaynor si immerse in quella tinozza dopo essersi insaponata tutta.
In un attimo l'acqua calda, il profumo dei sali, il tepore rassicurante del vapore rilassarono totalmente la dama, fino a farla addormentare. Il bagno era denso dei vapori caldi che fuoriuscivano dalla vasca in muratura. L'umidità si diffondeva in un'infinità di goccioline che si posavano leggere sull'intonaco liscio lambito dall'acqua profumata di sali. Gaynor entrò avvolta in un lungo lenzuolo bianco, con i capelli raccolti alla nuca da uno spillone d'oro. Entrò a piedi nudi e trovò l'uomo immobile accanto alla vasca. Aveva stretti calzoni di pelle e una camicia aperta, resa inumidita ed appiccicosa dal vapore. “L'acqua...” disse lei con uno strano sorriso “... è calda al punto giusto?” “Come potrei saperlo?” Fece lui con tono seccato. “Controlla, da bravo...” Gaynor stretta nel suo lenzuolo. L'uomo allora si chinò e mise una mano nell'acqua, per poi agitarla. “Ecco, è buona.” Rialzandosi. “Hai le mani sporche” fece lei “e ora la mia acqua non è più pulita.” “Tu mi hai detto di controllare l'acqua...” replicò lui sarcastico. “Certo, sei uno schiavo...” ridendo lei “... e devi obbedire...” “Infatti, mi hai pagato...” “E ti ho salvato la vita...” lei “... i briganti catturati vengono venduti spesso a padroni tutt'altro che clementi ed umani... cattivi possiamo dire...” “E tu invece?” Stizzito l'uomo. “Sei buona?” Gaynor non disse nulla, sorrise appena e poi lasciò scivolare a terra il lenzuolo, restando completamente nuda davanti a lui. E l'uomo restò a guardarla, tutta. “Sarò una buona padrona” divertita lei, per poi porgere la mano a lui per farsi aiutare ad entrare nella vasca “se tu sarai un degno schiavo...” Adespos allora aiutò la donna ad entrare nella vasca. La dama restò in piedi, con l'acqua fino alle ginocchia, mentre lui si calò per iniziare a lavarla. E la lavò con devozione e passione. Ovunque, a lungo e più volte. E ogni volta la donna fu sul punto di perdere i sensi per il troppo piacere. Gaynor si svegliò per le sensazioni forti di quel sogno. E in quella tinozza calda ripensò ad ogni emozione appena sognata. http://www.joshmuggins.com/Lucretia.jpg |
Asciugai quella lacrima silenziosa con un gesto incerto della mano.
"Ha i capelli scuri, grandi occhi verdi, porta degli abiti rustici e vive nel bosco, anche se non so dove di preciso..." Udimmo poi un campanello. Era ora di cena. "Immagino dobbiate andare... Non preoccupatevi per me..." mormorai, annuendo. |
Mi appisolai e i miei occhi si aprirono lentamente focalizzando la penombra nella stanza...quel breve riposo era stato un toccasana.
Guardai fuori dalla finestra del terrazzo della torre...ormai il sole stava tramontando avvolgendo gli ulivi, le terre verdi e i girasoli di una leggera luce tra l'azzurro e gli ultimi bagliori ambrati del sole calante. Rimasi a fissare quello spettacolo poggiata alla finestra col capo..pensai a Tomas, se fosse vivo...e poi il pensiero tornò alla strana figura incappucciata nella chiesa...io non avevo visto nulla di quella figura, avevo evitata di guardarla quando lasciai il messaggio...poteva essere una donna o un uomo..ma la cosa certa era si nascondesse dalle guardie, che avesse detto qualcosa al frate e lui, pure, l' aveva protetta. Poi fui destata dagli schiamazzi dal piano di sotto, mi sistemai e presi il mantello per andare alla taverna prima fosse del tutto buio e udii le parole di Alvaro. Scendendo gli scalini di pietra rimasi a pensare perchè l' uomo ferito rimanesse qui...se era uno del clan dei briganti aveva tutto l' interesse a tornare..aveva pure detto non avrebbe mai messo a repentaglio la mia vita...fui sul punto di pensare fosse stato seguito dai soldati perchè evaso..e forse era pure un malvivente..o assassino..rabbrividii. Arrivai nella sala dove stavano giocando e in modo serio dissi.."Non siamo mica in osteria qui, tutti questi schiamazzi attireranno l' attenzione dei soldati, già sono venuti..volete ci scoprano?" guardai l'uomo ferito "Dunque, vediamo di risolvere questo enigma...a parte il vostro nome..e presumo non sia Lancilotto e io non sono Ginevra che si sono visti nel bosco e non sapevano i loro nomi..voi siete uno dei briganti del bosco? Se si, vi accompagniamo subito da loro se per voi non è un problema...se non lo siete diteci perchè i soldati vi seguivano..patti chiari e amicizia lunga, io vi ho salvato ma non voglio problemi..ne ho già abbastanza..oltre che tra poco devo andare a guadagnarmi la pagnotta in taverna" e guardai i due seriamente. |
Clio resto' da sola inginocchiata nella navatella, mentre Frate Roberto era andato in sacrestia.
E poco dopo la ragazza senti' alcune voci giungere proprio dalla sacrestia. Erano le voci di due persone. Frate Roberto e una voce sconosciuta. |
Alla fine restare lì aveva avuto i suoi vantaggi.
Sorrisi nel sentire quelle voci, e mi avvicinai alla sacristia nel massimo silenzio, con una candela in mano, in modo che se fosse uscito mi avrebbe trovato intenta ad accendere un certo all'immagine della Vergine. In realtà tesi l'orecchio cercando, complice il silenzio, di capire che cosa stessero dicendo. |
Svevos sorrise e mostrò un cortese invito a Dacey.
"Vi ringrazio, milady." Disse il cavaliere. "Porterei con onore e vanto i vostri colori, ma ho già una moglie e ho giurato di farle da campione in ogni giostra, benché sia rimasta a casa. Ma sono certo che la bella moglie di un degno cortigiano troverà un valente campione che onorera' i suoi colori." |
<< Oh vi ringrazio per il pensiero, é davvero molto gentile. Sono certa che rendere vostra moglie fiera di voi. Si suppongo che sia così, non ho assistito a un torneo di voi occidentali>>
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"Mmm, forse ho un'idea..." disse la nana a Gwen "... venite con me, vi nascondero' in cucina... così mentre serviro' la cena voi potrete mettere qualcosa sotto i denti."
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"Potremmo, sì... Ma non sarà rischioso?"
In effetti avevo una fame tremenda, ma avevo paura che il padrone mi trovasse. |
L'uomo ferito sospirò a quelle parole di Altea.
"E sia..." disse posando i dadi "... lo confesso... sono un brigante... un fuorilegge, un ricercato... i soldati mi braccano... ora lo sapete e se vi garba potete denunciarmi ora, altrimenti me ne vo e torno dai miei compagni." |
Lo guardai..bene...con fare duro si risolveva qualcosa.
"Dunque..siete uno dei briganti? Affatto...mai vi denuncerei perchè io sono, palesemente, contro il barone e dalla vostra parte...vi ammiro per la vostra lotta. Pensavo foste un evaso...un criminale tipo un assassino. Quindi..per me..siete una persona degno di rispetto" sorridendo leggermente. "Non è che voglio allontanarvi...ma forse i vostri compagni vi staranno cercando..non lo avete pensato? So che voi siete uniti tra voi...dunque..noi possiamo accompagnarvi, siete ferito...e non rivelerò a nessuno il vostro covo..o staremo lontani..come preferite." |
Clio si avvicinò silenziosamente alla sacrestia per udire cosa dicevano le due voci.
"Potete restare qui quanto volete" disse Frate Roberto "ma temo che i soldati ritorneranno." "Si..." l'altra voce "... e non voglio certo mettere a rischio voi e la Pieve." "Dovete andrete ora?" Chiese Frate Roberto. "Siete ricercato ovunque ed è stato imposto alla gente di non prestarvi aiuto o soccorso. Perché siete tornato, figlio mio? Ormai Sygma per voi è terra nemica..." |
Trasalii a quella voce.
Possibile? Eppure sembrava proprio... La faccenda si faceva sempre più interessante, sì, decisamente. Ma se avessi avuto ragione il mio travestimento poteva essere scoperto. O forse no.. Non potevo saperlo con certezza. Ad ogni modo, restai ancora ad ascoltare, erano informazioni più che mai utili e fondamentali. |
"In verità" disse Svevos a Dacey "a Fidelis molte giostre hanno luogo e si cimentano valenti cavalieri Cristiani e mori, duellando con valore. E vi dirò che molte dame, Battezzate e berbere, trovano valorosi campioni che difendono i loro colori."
"Immagino voi sarete la madrina della giostra, vero, milady?" Chiese Dauna. |
Ascoltai la spiegazione annuendo ma rimasi impreparata alla domanda di Dauna.
<< Ecco io... Non sono certa che la mia posizione qui mi permetta di essere la madrina>> Essendo ancora formalmente un'ostaggio davvero non sapevo che altro dire |
"Saremo prudenti..." disse la nana a Gwen "... andiamo..."
Le due lasciarono la stanza è scesero nelle cucine. Qui vi erano vari odori, di verdure, di carne e pane caldo. Su una larga tavola erano in bella mostra polli, fagiani, quaglie, prosciutti, salami e formaggi vari. Inoltre focacce e una torta di mele erano appena state sfornate. "Io vado a servire la cena al padrone..." la nana alla giovane "... voi badate di nascondervi e nel frattempo prendete qualcosa da mettere nello stomaco." Prese due vassoi ed andò dal padrone. |
La nana mi condusse nelle cucine.
"Si trattano bene..." pensai, vedendo il tavolo pieno di carni, verdure e tante altre cose. Presi allora una focaccia calda e del formaggio e trovai un angolo appartato per mangiare e nascondermi. |
"Aspettavo che la ferita andasse meglio" disse il brigante ad Altea "ma credo che abbiate ragione voi... i miei compagni mi staranno cercando ed è ora che vada... ma non potete accompagnarmi... è rischioso per me ed anche per voi..." guardò Alvaro "... vi devo un nome, il mio... mi chiamo Solo."
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"Va bene.." risposi "Potete aspettare di stare meglio...se siete certo i vostri compagni non lo trovino un problema..o andare, vostra libera scelta".
Poi si rivolse verso il nobile cavaliere e disse il suo nome.."Solo" dissi "Io sono Altea, non so se mi sono presentata...non voglio invadere il vostro territorio ma dovete sapere io..non temo i pericoli ma forse avete delle leggi speciali..ora vado..." mi rivolsi ad Alvaro.."Io vado in taverna, anche perchè devo sia lavorare ma sembrare una persona normale..e magari pure reperire informazioni importanti, penso all' Alba di fermarmi alla Pieve...non ho potuto parlare con Frate Roberto...sono pure venuti i soldati...e vi era una figura strana, incappucciata...e si è nascosto appena ha visto i soldati..io ho lasciato un messaggio in segreto per farlo venire qui...ma forse non ne necessitava..non ho visto nemmeno il suo volto". Mi congedai e uscii, presi Cruz e attraversai il bosco di Clantes prima del buio e raggiunsi la taverna. |
Clio continuò ad ascoltare la discussione tra Frate Roberto ed il misterioso personaggio.
"Monsperon pullula si soldati e di manifesti con la taglia sulla vostra testa." Disse il chierico. "Era preventivabile..." la figura "... non mi dite nulla di nuovo..." "Posso chiedervi perché del vostro ritorno?" Chiese il religioso. "Perché Sygma" rispose la figura "come Capomazda è la mia terra." |
E mentre Dacey intratteneva i due ospiti, Betta li raggiunse.
"La cena" disse "sarà servita a breve, milady. Messer Jean vi chiede di raggiungerlo. Siete invitati anche voi, signori." Rivolta poi a Dauna e a Svevos. |
Non nascosi il mio sorrisetto divertito, perché tanto nessuno mi stava osservando.
Quelle parole furono la conferma ai miei sospetti. Aveva senso, dopotutto, che avesse cercato rifugio dal frate. Io ora che diavolo potevo fare? Dovevo catturarlo e portarlo dal barone, mandandolo contro morte certa? Perchè no... Pensai, vagamente divertita. Dopotutto era solo un estraneo e per quanto mi riguardava era morto anni prima, quando avevo promesso a me stessa che non avrei più pensato a lui. Morto lui, forse, la mia ferita si sarebbe rimarginata da sola, col tempo, creando una cicatrice sul cuore come tutte quelle che marchiavano il mio corpo. Ma la mia missione era un'altra. Mi chiesi piuttosto se fosse in contatto coi briganti, se non potesse portarmi da loro. Dovevo seguirlo. Se non mi avesse visto la sera prima avrei potuto recitare anche con lui. Ma mi avrebbe riconosciuta. Forse.. Dopotutto non è che mi avesse prestato tutta questa attenzione. Sicuramente non dovevo lasciarmelo scappare. |
Gwen prese qualcosa da mangiare e si mise tranquilla in un angolo della cucina.
Tutto sembrava tranquillo, quando ad un tratto un servo entrò. Vide la giovane a terra e credendo fosse una ladra intrufolatasi di nascosto lanciò un grido. |
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