Feda fu subito entusiasta.
Guardò poi Clio ed annuì.
“Inserirò questa frase, dottoressa.” Disse raggiante. “Le lettere? Vengono consegnate in tre giorni al massimo...”

Ricambiai il suo sorriso e andammo in cucina.
Stavo in silenzio, un po' meditabondo, girando il caffè col cucchiaino.
"Sai, ho visto due bambine stamattina. Mi hanno detto che non si tratta di un uomo" rivelai "Che cosa avranno mai voluto dire?"

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Jeffrey annuì e tutti presero posto a tavola, con Nyoko seduta accanto a suo marito e Pier di fronte a lei.
La moglie del cugino cominciò a servire i vari piatti e la cena cominciò.
Jeffrey parlava di politica, di economia e di cronaca, mentre suo cugino del clima infuocato di questi giorni.
Insomma la cena proseguiva normalmente.
Ma poi, ad un tratto, Nyoko sentì sfiorare la sua scarpa.
E Pier la guardò malizioso.

"Benissimo, allora scrivila oggi stesso.." annuendo "E per qualunque cosa, chiamami.." dandole il mio biglietto.
Le sorrisi "Mi raccomando, massima discrezione..." annuendo "C'è altro che vuoi dirmi, cara?".

Ci sedemmo e iniziammo la cena, parlando di cose noiose e normali. Avrei voluto parlare di letteratura, poesia, film... Anche di cartoni animati! Presa dalla noia e dal mangiare, fui scossa dalla presenza di qualcosa sotto il tavolo che si strusciava sul mio piede. Inizialmente ebbi l'istinto di guardare, poi però, lo sguardo malizioso di Pier mi fece capire tutto. Oooh no! Così non andava bene per niente! Dovevo scostarlo, ma il suo sguardo era così intenso e penetrante che... Che mi sarei gettata su di lui subito, incurante dei cugini e di Jeffrey.

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“Non so...” disse Elv a Gwen “... potrebbe indicare qualunque cosa... persino che sia una donna...” pensieroso “... non hai notato particolari riguardo le due bambine?”

“No, nient'altro...” disse felice Feda a Clio “... corro subito a scrivere al mio Daniel... grazie, dottoressa!” E andò via.

"Anch'io ho pensato ad una donna, ma a questo punto si dovrebbero rimettere in discussione tutti i riferimenti allo scrittore."
Rimasi pensierosa.
"Erano gemelle, ma oltre questo nulla."

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Sorrisi alla ragazza, e la guardai andare via.
Oh, essere così ingenue e felici..
Era davvero adorabile, sì... ignara di mezzo mondo, ma adorabile.
Una volta sola mi misi a compilare la sua scheda, omettendo naturalmente le informazioni compromettenti.
Quelle era meglio non divulgarle, e poi Daniel era stato chiaro: guardati dal merlo.
Sì, il merlo... dovevo indagare anche su quello.

Il piede di Pier continuò a giocare con quello di Nyoko, mentre le noiose conversazioni attorno a loro proseguivano.
La guardava malizioso, sensuale, con occhi provocanti, mentre il suo piede non smetteva di tormentare quello di lei.
Ad un tratto il poliziotto fece cadere volontariamente la forchetta a terra, sotto il tavolo.

Il suo piede sul mio... Non lo credevo così sadico. Guardai un attimo mio marito e poi tornai con gli occhi su di lui, notandoli colmi di desideri.
Ad un tratto gli cadde la posata a terra... Più che dispetto della gravità, quello era un suo dispetto.
"La raccolgo io" dissi sorridendo e chinandomi sotto al tavolo per raccoglierla.

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“Magari lo capiremo in seguito...” disse Elv “... beh, ottima colazione... ora vado a prepararmi...” baciò la ragazza ed andò a vestirsi.
Ad un tratto squillò il telefono.

Mentre Clio compilava la scheda di Feda, dal suo ufficio uscì Guisgard.
“Allora...” disse “... procede bene il lavoro? La nostra giovane cliente? Ha le idee chiare sul suo uomo ideale?” Sorridendo.

Annuii alle parole di Elv; poi lui mi baciò e andò a vestirsi.
Stavo andando anch'io, visto che avevo addosso ancora, e solamente, la sua camicia, però, ad un certo punto squillò il telefono.
Guardai un attimo in direzione della camera, poi comunque mi decisi e risposi.
"Pronto?"

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Guisgard fece capolino dalla porta, e io lo guardai sorridendo.
"Buongiorno capo..." con tono gioviale e professionale.
"Il lavoro procede bene, direi.. con la ragazza ci sto ancora lavorando, vuole trovare l'amore ma prima deve dimenticare un amore passato, che la ossessiona... la terapia sta dando buoni risultati, ma ci vuole costanza, fortunatamente ha una gran voglia di tornare ad amare.." sospirando appena.

“Tranquilla, faccio io...” disse Pier ed entrambi si ritrovarono sotto il tavolo.
Ci fu solo il tempo di un sorriso complice, una carezza audace sulla coscia di Nyoko e poi si alzarono, tornando a sedersi.

Ci calammo entrambi e ci guardammo sotto il tavolo. Uno sguardo complice, sensuale, romantico. Avvertì la sua mano sulla mia coscia e cercai di non gemere a quel tocco che riapriva pensieri incandescenti in me. Mi rialzai schiarendo la voce e guardando il piatto timidamente.

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“Si...” disse la voce dall'altra parte della cornetta a Gwen “... cerco la signorina Gwen... è urgente...” era una voce da donna.

Quella donna.
La fanatica di cui parlava Elv.
Cosa dovevo fare?
Parlarle?
Riattaccare?
"Perché la cerca?" chiesi, tentando di tenere la voce più ferma possibile.

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“Bene.” Disse Sorridendo Guisgard. “Immagino sia in buone mani con lei.” Facendole l'occhiolino. “Mi piace il tono che usa per dire terapia. Sono certo otterrà risultati perfetti.” Annuendo.

Nyoko e Pier tornarono a sedersi e a mangiare.
I soliti discorsi inutili ripresero, mentre lui fissava lei.
Poi, dopo un istante, il suo piede sotto il tavolo riprese a giocare con quello di lei.
E tanto fece che con la punta, facendo leva sul tacco, le sfilò la scarpa.

"Sì la terapia ha questo effetto... una volta iniziata diventa quasi una droga sa?" con un sorrisetto divertito.
"Non per lei immagino, la nostra prova di terapia di ieri dubito avrà un seguito, dico bene?" guardandolo intensamente.

Sembrava tutto tornato nella normalità, anche se era noiosa.
Poco dopo lo sentì tornare all'attacco e mi sfilò la scarpa con il piede. Cercai di non gemere ma i miei occhi erano di fuoco ardente. Prendo l'iniziativa e inizio a fare a lui la stessa cosa, entrando nel suo pantalone con il piede nudo e sfiorando la sua pelle.

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“Qualcuno che ha disperato bisogno di lei...” disse la voce dall'altra parte del telefono a Gwen.

Guisgard guardò Clio e sorrise.
“Una droga...” disse “... ed io quindi ne sono immune?” Enigmatico.

Ascoltai ancora quella donna.
Non capivo, non riuscivo a capire.
Nessuno mi conosceva, cosa poteva volere da me una persona arrivata dal nulla?
Sospirai e in un gesto improvviso riattaccai, senza rispondere oltre.
Rimasi un secondo a fissare il vuoto, poi andai da Elv.
"Ha chiamato quella donna" dissi, entrando nella sua camera.

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Inizio a giocare con una matita, guardandolo tutto, uno sguardo intenso e sensuale.
Se c'entra qualcosa col merlo farà una brutta fine per mano mia... ma per ora posso anche gustarmelo ben bene.
"Oh, io spero proprio di no..." con tono enigmatico a mia volta, con una punta di malizia.
Intanto i miei occhi intrappolano i suoi in un contatto intenso, mentre il mio dono scruta i suoi pensieri.

Pier guardò Nyoko, diventa così audace e godendosi il piede nudo di lei sulla sua pelle.
“Mi dica...” disse Jeffrey a Pier “... lei è sposato? Fidanzato?”
“No, non sono sposato...” Pier “... ma sono innamorato...” fissando Nyoko “... follemente...”
“Che romantico.” Sorridendo la moglie del cugino.

"Qualche suo lettore...generica come risposta vi sarà parecchio da lavorare"..un prete pedofilo. ."È contro la Chiesa visto per lei i preti sono pedofili oppure ha solo gettato un'idea" in tono serio.

https://i2.wp.com/sg.theasianparent....size=300%2C466

A quella dichiarazione mi mancò il respiro e mi sentì girare la testa. Era qualcosa di... Di troppo bello, ricevere una dichiarazione così.
"Oh che bello. Lei deve essere molto fortunata" dissi io guardandolo dolcemente.

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"Non avresti dovuto rispondere..." disse Elv a Gwen "... beh, cosa ti ha detto?" Fissandola.

Quasi mi indignai quando mi disse che non avrei dovuto rispondere, ma comunque non dissi nulla.
"Ha detto che cercava la signorina Gwen disperatamente per un motivo urgente. Poi ho chiuso" risposi "Anche perché sono sicura che tu sappia il motivo per cui mi cerca" con tono asciutto, fissandolo.

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Clio si rese conto di essere davanti ad una sorta di barriera.
Gli occhi azzurri di Guisgard erano enigmatici ed impenetrabili, mentre i suoi pensieri apparivano vaghi, sfuggenti, mutevoli, oscuri, inquieti alla bella psicologa.
Immagini si rincorrevano, si accavallavano e si confondevano, senza rivelare nulla di concreto, logico, riconoscibile.
Forse solo la figura del merlo, presente nella mente di Guisgard, sembrava essere l'unica cosa reale.
"Mi incuriosisce" disse lui "come appare convinta del mio essere vulnerabile alla sua terapia." Sorridente.

"Io amo prendere spunto dalla cronoca, dalla realtà per i miei romanzi." Disse Monter ad Altea. "Mi piace il verosimile, ciò che i lettori conoscono, sentono alla tv o leggono sui giornali. E siccome la pedofilia nella Chiesa è una realtà, come ben dimostrano i fatti, io ho scelto di trattarla come tema nel mio ultimo romanzo. Evidentemente a qualcuno ciò non ha fatto piacere..."

"In che senso..un nemico?Se lei parla di cronaca allora dovrebbero uccidere pure i giornalisti. .Non mi ha risposto se lei è ateo".

Elv guardò Gwen, poi andò alla finestra e fissò la strada.
“E' una donna disperata...” disse “... la madre del bambino sparito... ha saputo del... del tuo dono... forse da qualche infermiere... è disperata... si aggrappa a tutto... e crede che tu possa aiutarla... ma è tutto assurdo...”

Monter guardò Altea.
"E'" disse "importante per lei? Che io sia ateo o meno? Magari fa discriminazioni in fatto di idee?"

Guardai Monter a mia volta seria. ."Sono una detective e ogni pista è buona e visto avete parlato di pedofilia nella Chiesa potrebbe essere un fanatico religioso..se non vuol collaborare pazienza"mi alzai.."Le nostre stanze?"

Non mi rispose subito, andando alla finestra.
Doveva trattarsi di quel primo bambino che avevo visto, quello della pallina.
Non sapevo come mi sentivo, in quel momento.
Arrabbiata.
No, non ero arrabbiata.
Delusa.
No, non ero delusa.
Triste.
No, non ero triste.
No, aspetta. Cos'hai detto? Delusa?
Sì.
Forse sì.
Rimasi in silenzio, poi richiusi la porta dietro di me, senza sbatterla, semplicemente chiudendola, e andai in camera mia a vestirmi, venendo abbandonata dal suo profumo, quel profumo sbottonato e in bianco cotone che ora giaceva pigramente sul mio letto.
Andai quindi in cucina a sparecchiare dopo la colazione, tutto in pensoso silenzio.

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C'era qualcosa... qualcosa che mi impediva di leggere i suoi pensieri.
E non mi era mai successo con nessuno.
Oh, interessante...
Per quanto fosse frustrante, la cosa mi interessava, perché era palese che c'era sotto qualcosa.
Come se lui ora sapesse di doversi difendere da me... ma come poteva saperlo?
La cosa si faceva sempre più interessante.
Alla fine però, la cosa che mi serviva era lì, nei suoi pensieri.
Il merlo..
Un sorrisetto divertito e impertinente mi si dipinge sul viso a quelle parole.
"Ma davvero?" guardandolo tutto "E lei sembra convinto del contrario, dico bene? Di essere immune dal bisogno di ricevere la mia terapia...".