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Istinto.
Guisgard la guardò negli occhi per un lungo istante, poi Clio si avvicinò e lo baciò. Allora lui la prese fra le braccia e la strinse a sé. Rotolarono l'uno sull'altra su quel tappeto, con i loro corpi nudi ed ardenti, baciandosi, assaporandosi, toccandosi. Clio aveva acceso il desiderio di lui, la sua eccitazione. Ora ne conosceva il vigore, la forza, la passione. Ne testava la virilità. Guisgard la prese e la fece sua. Lei era impotente sotto di lui, in balia della sua foga, del suo trasporto. Se prima era stata una puledra selvatica lasciata libera, ora nelle briglie di quel padrone che la lanciava in una cavalcata frenetica, impetuosa, senza freni. La ragazza restò piacevolmente sorpresa dalla forza di quell'uomo, che teneva testa alla sua di androide. Forza e resistenza che domarono quella puledra, correndo sugli irti e meravigliosi scenari dall'Amore più vivo e travolgente. |
“E' in questo palazzo.” Disse l'uomo a Gwen. “Addormentato, diciamo così.” Ridendo. “Sta a te decidere se quel sonno deve terminare o diventare eterno...” accarezzandole i capelli rossi.
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Trovai le sue parole e la sua risata agghiaccianti.
Elv... Non gli avrei permesso di torcergli nemmeno un capello. Mi scostai quando toccò i miei capelli. Non mi avrebbe messo nemmeno mezzo dito addosso. "Che intende?" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ormai eravamo due fiamme che ardevano al medesimo tempo, consumate dallo stesso desiderio, dalla stessa passione, dallo stesso Amore.
Non esistevano due anime tanto unite, come se si riconoscessero vita dopo vita, riconoscendosi perchè si appartenevano. Era così che mi sentivo: sua, appartenevo a lui ed era un legame troppo forte da poter essere racchiuso solo in quei brevi giorni in cui aveva sconvolto la mia vita. No, c'era di più, c'era un mondo intero racchiuso in quel baci infuocati di desiderio, c'erano storie su storie che non conoscevo ma che sapevo mi avrebbero condotto sempre da lui. La mia mente vagava in mille scenari possibili, mentre non riusciva più a compiere un pensiero razionale, eppure in ogni scenario in ogni storia c'era lui e la nostra meravigliosa e unica intesa. Lì, su quel morbido tappeto accanto al fuoco, tutto appariva così reale, così intenso e travolgente. Baci infuocati seguirono il mio, mentre le nostre mani cercavano ogni lembo del nostro corpo in un bisogno disperato e atavico. Ma poi il mondo intero scomparve e nulla ebbe più importanza. Mi fece sua con forza e vigore, sconvolgendomi ad ogni istante di più. Ero in sua balia, completamente. Non ero più l'androide che avrebbe potuto ucciderlo con un colo colpo, ero sotto il suo potere, sotto il suo dominio ora. E la cosa era tremendamente eccitante. Non mi chiedevo il perchè di tutto quello, abbandonata com'ero a quella foga incontrollabile che scatenava in me il più intenso piacere che avessi mai provato. Ma ancora non toglievo gli occhi dai suoi, ancora volevo leggervi ogni emozione, ogni segno di godimento, di piacere e desiderio, come se non ne fossi mai sazia, come se quello sguardo e tutto ciò che il mare dei suoi occhi conteneva fosse la mia linfa vitale, e volevo che leggesse ogni segreto nascosto nei miei, che non mi restasse niente di mio, perchè ormai ero unicamente sua. Ero sua ora, e nient'altro al mondo aveva più importanza, esistevamo solo noi e il nostro amore. |
L'uomo rise.
“Se sarai obbediente e fedele a me, allora rivedrai il tuo amico.” Disse a Gwen. “Altrimenti ne piangerai l'atroce morte a cui lo condannerò.” Fissandola con malvagità. “Allora?” Offrendole la mano. |
Si amarono.
Con passione avvolgente, profonda, assoluta. Alla luce incerta ed irregolare del camino i loro corpi si muovevano con impeto, forza, i loro occhi brillavano di una luce sconosciuta, che forse solo loro due potevano vedere. A lungo percorsero il tempo di quella danza, di quel gioco, di quel piacere, di quell'estasi. E l'estasi raggiunsero insieme, liberandosi in gemiti e grida di abbandono totale. Alla fine Clio si accasciò soddisfatta su di lui, sul suo petto e fra le sue braccia. Restarono così, nudi l'una sull'altro, sudati e col respiro ancora rotto. Poi Guisgard raccolse la sua camicia e la posò su di loro, coprendosi reciprocamente. |
Joshua rispose con passione a quel bacio di Elisabeth.
Come tacita risposta, come devoto assenso a tutto ciò che lei aveva detto. Tutto racchiuso in un bacio e nella sua promessa. “Vestiti...” disse poi lui “... voglio portarti in un posto... un posto speciale per me...” fissandola. |
Altea aprì la porta, ben attenta a non farsi sentire.
Udì così due voci, ora più chiare e ben distinte. Erano Lupesca e Sam che farfugliavano qualcosa. |
Quell'intensa danza sfrenata ci travolse intensamente, arrivando ad unire ogni fibra del nostro essere.
La luce dei nostri occhi, il calore dei nostri corpi, il battito dei nostri cuori, tutto era all'unisono in quel momento perfetto fatto di vigore, forza e intesa. Finchè l'estasi più completa non ci avvolse, in un abbraccio di liberatorio abbandono. Ma ciò che mi sorprese, ciò che mi sconvolse che non mi aspettavo, fu l'appagamento di rintanarmi tra le sue braccia, in una dolcezza così diversa dall'impeto incontrollato di poco prima, come se forza e dolcezza fossero due facce della stessa medaglia. Era bellissimo, e non mi ero mai sentita così felice. |
“Mi spiace, ma il caso mi è stato tolto” disse Tardes al cellulare “e quindi non mi interessa più nulla di questa storia.” E staccò la telefonata. “Scusami...” guardando Dacey “... non era niente di importante... vado ad ordinare la cena...” la baciò e scese al pianterreno.
Un attimo dopo la finestra della stanza, all'improvviso, si aprì per un forte colpo di vento. Un vento freddo che penetrò nella stanza. |
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