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Si baciarono.
Ancora e a lungo. “Mi piace il tuo sapore...” disse Guisgard staccandosi appena dalle labbra di Clio “... mi piace molto...” sorridendo “... si, ho un pessimo carattere... un po' come il tuo, no? Che sei spesso in malafede...” facendole l'occhiolino “... si, decisamente... siamo simili... anche io come te... mi sto innamorando...” e la baciò di nuovo. |
Quei baci mi sembravano ancora più intimi, come se custodissero un segreto solo nostro.
Risi piano a quelle parole, avevo un brutto carattere? Sì, probabilmente era così. Dunque se lo aveva anche lui, che mi importava? Dopotutto io volevo lui: tutto il pacchetto difetti compresi. Non mi importava quali fossero, mi importava solo quello che mi diceva il cuore. Poi quella rivelazione, quelle parole che non osavo nemmeno sognare, illuminarono lo sguardo, il cuore, l'anima. Lo abbracciai, forte, una stretta che valeva come mille parole sussurrate, lo stringevo a me come fosse ciò che mi teneva attaccata alla vita mentre le mie labbra si univano alle sue, ancora e ancora in un infinito bacio d'Amore. |
Si baciarono.
Ancora ed ancora. Stretti, l'una sull'altro, l'una contro l'altro. Si baciarono alla debole luce del camino, ormai col fuoco che andava spegnendosi. Poi, ad un tratto, proprio mentre iniziava ad albeggiare, il telefonino di Guisgard suonò. Lui allora guardò Clio. |
Erano Sam e Lupesca...quei due nascondevano qualcosa.
Mi misi sgattaiolando dietro ad un mobile per ascoltare. |
Solo qualche prima Tardes sarebbe partito subito per la città, all'affannosa ricerca dell'auto e invece non mostrò interesse, ne era indifferente.
Lo guardai senza dir nulla, sorpresa da quel mutamento. Annuii e lo seguii con lo sguardo mentre usciva dalla camera. Forse avrebbe dovuto almeno avvertire Palos di quella telefonata. Mi ripromisi di dirglielo al suo ritorno quando venni investita da un'aria gelida. La finestra si era aperta da sola. Avvolta nelle lenzuola mi alzai per chiuderla. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Alla fine mi addormentai e ripresi a sognare. Ancora quella dannata auto. Quanto avrei voluto distruggerla con le mie mani, avere dei poteri come nei cartoni animati e mettere fine a questa storia. Mentre sognavo, cominciai a pensare che non si trattasse di una cosa normale, ma di una sorta di magia. Infatti, alla fine del sogno, comparve Seth. Non so cosa mi inquietò di più: la macchina o la presenza di Seth. Volevo svegliarmi. Sentivo il sangue pulsarmi nelle tempie, il dolore s'era trasformato in rabbia. Non sentivo altro che quello e più che un sonno riposante, fu un sonno di faticosa rabbia. Non più paura, non più stanchezza, solo la rabbia imponente che mi faceva bollire il sangue. Allora mi svegliai e mi sentì il respiro affannato. Erano sogni, frammenti di immagini creati dai nostri desideri, dalle nostre paure e dai nostri ricordi. Cosa c'entrava Seth? Perché mi perseguitava?
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Era un Joshua diverso.......avevamo fatto un balzo indietro nel tempo......ero persa nel ricordo di quei due giorni in albergo avevamo parlato e riso tanto che poi ci sembrò conoscerci da sempre......la sua voce mi riportò con i piedi per terra......." Un Quiz....dimmi ti ricordi il giorno ?.......".....e poi quella strana filastrocca e il vetro andare in frantumi........" Un desiderio......vorrei non aver mai passato quel periodo dove desideri morire.....ma a cosa serve.....ora sei qui...il desiderio e' già stato esaudito...."......mi rifugiai tra le sue braccia mentre il cuore mi batteva forte.....
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Odiavo la sua risata, il modo in cui era così sicuro che avrebbe fatto ciò che voleva.
Lo ascoltai e guardai la sua mano. "Ed io come faccio a sapere che non lo ucciderà comunque? Pensa che accetto così, sulla parola?" fissandolo. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...41c53aaf4f.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Era come se quel momento idilliaco non dovesse finire mai, come se ormai ci fossimo estraniati dal mondo e rintanati in un mondo solo nostro, dove non esisteva nient'altro che non fosse il nostro amore.
Ma non era così, e la realtà bussò rapida alla nostra porta, sotto forma di telefono che squilla. Alzai appena la testa, e sbuffai piano. "Chi devo uccidere?" fintamente minacciosa, indicando con lo sguardo il telefono. Poi il mio sorriso si allargò, dopotutto ormai era l'alba e avevamo una missione importante. "Rispondi, magari è Iasevol che si chiede dove siamo finiti.." con un sorrisetto malizioso, per poi accoccolarmi contro di lui e baciarlo piano, sul collo e sul petto. Sapevo che presto ci saremmo dovuti alzare, e volevo rimandare il distacco il più possibile. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...fddd0c7b0b.jpg |
Altea cercò di sentire cosa quei due stessero dicendo.
“Dobbiamo aspettare...” disse Lupesca a Sam “... aspettare che il Maestro ci invii altri ordini... nel frattempo nessuno dovrà entrare o uscire da qui... intesi?” E Sam annuì. |
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