"Geloso..." disse Elv guardando Gwen "... io? Di chi? Di quel tipo? E perchè mai?" Fissandola. "Sei mia nipote, no?" Avvicinandosi alla ragazza con un vago sorriso.

Ma si..forse mi era davvero sbagliata..o era una bellezza effimera? Il mare era cristallino, dai vari toni di azzurro, blu e verde e la sabbia sembrava fine e bianca.
Osservai Milo "Già..magari una vacanza non è male..ma ricordati degli indigeni" ridendo lo presi per mano "Scendiamo?"

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Scossi la testa con un sorriso.
"Non era una domanda. Sei geloso" affermai ancora, divertita.
Poi, senza girarci troppo intorno, lo baciai ancora.
Non potevo farne a meno ormai, era una tentazione continua che dovevo assecondare.

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"Magari quest'isola è anche disabitata." Disse Milo ad Altea, con un sorrosi divertito.
La prese per mano e lasciarono il panfilo.
Anche Louis, il regista ed altri della troupe lasciarono l'imbarcazione per scoprire quell'isola.
Dagli scoogli Milo ed Altea scesero fino alla spiaggia.
La sabbia era finissima e chiara, l'odore di salsedine impregnava l'aria ed alte palme oscillavano ora dolcemente alla brezza marina, ultimo alito della tempesta ormai svanita.
"La vegetazione è così strana qui..." osservò Louis "... mai visto nulla di simile..."
"E' un luogo tutto da scoprire." Sorridendo Milo. "Non aspetta altro che mostrarci le sue meraviglie."
Ma qualcuno, celato dalla folta vegetazione, li osservava.
https://media.istockphoto.com/videos...8469?s=640x640

Annuii alle parole di Milo.."Sarebbe peggio se fosse disabitata non pensi? Mangiare e altro? Vivremmo come naufraghi" .
Milo e Louis parlavano affascinati ma io mi guardavo lontano, poi udii un fruscio leggero dalla vegetazione e mi voltai di scatto a guardare.

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Elv non esitò per nulla, accogliendo fra le sue braccia Gwen e aciandola con la stessa passione che aveva mostrato poco prima.
Lei sentiva le labbra di suo zio e la sua lingua che la facevano impazzire.
Lui sapeva baciare bene ed i suoi baci mostravano, tradivano e svelavano quanto lui fosse attratto da sua nipote.
La baciava, la stringeva e le faceva sentire e sue mani che scivolavano ovunque sul corpo di lei.
"Io" disse Elv con vace bassa e calda, dopo aver staccato appena le sue labbra da quelle di Gwen "sono pazzo di te..." con i suoi occhi neri fissi, penetranti in quelli verdi di lei.




Altea si voltò di scatto.
Aveva avuto la netta sensazione che qualcuno li spiasse.
Aveva avvertito la presenza di qualcuno.
Ma guardando verso la ricca vegetazione che circondava la spiaggia non scorse nessuno.
"Ehi, tesoro..." disse Milo accorgendosi di quel movimento di lei "... tutto bene?" Spostandole una ciocca ribelle di capelli che umida si era attaccata al suo viso.

Non c'era nessuno, poi sentii la mano di Milo "Si tesoro, solo che avevo sentito uno strano rumore dalla vegetazione ma forse era solo la brezza " accarezzando la sua mano.

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L'isola sembrava sempre più vicina, anche se non si poteva attraccare ancora con la barca.
Avremmo dovuto aspettare.
Pico però non era affatto dell'idea, infatti decise di scendere lo stesso.
"Beh, se non le dispiace mi piacerebbe accompagnarla, non capita tutti i giorni di poter esplorare un'isola fuori da ogni mappa!" dissi.

Mi baciò con la stessa travolgente passione di un attimo prima, sentivo le sue mani ovunque ed il suo desiderio intenso come il mio.
Erano emozioni e sensazioni che continuavo a scoprire, come scoprivo il suo petto ed il suo viso con le mie mani.
Sentii che separava le sue labbra dalle mie e vidi i suoi occhi scuri, profondi, fissi nei miei.
Non mi era mai sembrato così bello come in questo momento.
"Come cambiano in fretta le cose, eh?" dissi piano, divertita.

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Milo spostò i suoi occhi azzurri verso le palme che circondavano la spiaggia, poi sui cespugli giganti dalle strane ed esotiche bacche colorate che da essi spuntavano, senza però notare nessuno.
"Forse quest'isola, spuntata all'improvviso, ti avrà messo un pò di ansia..." disse ad Altea, mentre lei gli accarezzava la mano "... non temere, siamo in tanti e poi ci sono io, no?" Facendole l'occhiolino.
"Forza scediamo a terra l'attrezzatura e cominciamo amontare il set..." il regista "... voglio cominciare subito le riprese." Agli uomini della troupe.

Osservai i suoi occhi azzurri scrutare la vegetazione, degno del suo antenato.
"Si..ci sei tu..e sono al sicuro,con un Taddei vicino si è sempre al sicuro" baciandogli la mano.
"Noto che il regista ha fretta di girare la scena e noi non l'abbiamo ancora studiata" ridendo.

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"Certamente, professoressa." Disse Pico, guardando Destresya attraverso i suoi impenetrabili occhiali scuri.
Così l'uomo si preparò ed attese che anche lei fosse pronta.
Polos fece calare un canotto in acqua e vi salirono a bordo la professoressa e l'uomo.
"Vorrei unirmi a voi." Affacciandosi Best dal parapetto. "Posso?"




"Magari ti ho sempre trovata bella..." disse pianissimo Elv, senza smettere di guardare Gwen negli occhi e tenerla stretta fra le braccia.
La guardava in un modo intenso, come nessuno l'aveva guardata mai.




"Beh, allora dedichiamoci al nostro copione..." disse Milo ad Altea "... vuoi?" Baciandole a sua volta la mano, in un modo galante, ma anche passionale.
Poi chiamò Louis e si fece portare 2 copie del copione.

A quel leggero bacio mi pervase in brivido, e non era certo la brezza..cosi caldo e passionale.
Louis ci portò due copioni e proposi a Milo di andare sotto una palma, almeno ci riparava dal sole.
"A proposito ..come si chiama l'eroe mascherato che interpreti?" Poggiando appena seduti le mie gambe sulle sue.

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Accennai un sorriso ammiccante alla sua frase ed il suo tono basso che mi accendeva.
"Addirittura..." mormorai, toccando il suo naso col mio.
Mi piaceva come mi guardava, era intenso, come se catturassi totalmente la sua attenzione, era qualcosa che mi piaceva e mi faceva sentire speciale.

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Non mi aspettavo che Pico acconsentisse così di buon grado a portarmi con lui sull'isola, chissà quali traffici mi aspettavo che dovesse sbrigare da quelle parti.
Forse dovevo essere meno prevenuta, infondo nella realtà non aveva fatto niente di strano a parte difendere Barber.
Scesi sulla scialuppa insieme a lui, quando Best chiese di poter venire con noi.
Mi voltai verso Pico, curiosa di scoprire che cosa avrebbe risposto.
"Per me non c'è nessun problema!" risposi, casomai a qualcuno interessasse il mio parere.

Milo ed Altea andarono verso le palme, ne scesero una e si sedettero ai piedi dell'alto tronco, al riparo dal sole, sebbene il caldo e l'umidità riempivano l'aria.
I 2 attori erano vicini, in modo confidenziale, con lei che teneva le gambe appoggiate su quelle di lui.
"Il suo nome" disse Milo riderendosi all'eroe mascherato che interpretava nel film "con cui è conosciuto è Spettro... lo chiamano così perchè arriva solo di notte e nessuno sa chi sia..." togliendole le scarpe, cominciando a pulirle piano i piedi nudi sporchi di sabbia bagnata "... e Spettro così è diventato il suo nome." Sorridendole, senza smettere di accaezzarle i piedi per togliere la sabbia.





"Già, addirittura.." disse divertito Elv, stando al gioco dei loro nasi l'uno contro l'altro "... visto che scemo? Ti vedo bella e non più anticaptica." A Gwen, sarcastico e malizioso.

Accennai un risolino silenzioso e sarcastico alla sua precisazione.
"Anche io, pensa un po'..." mormorai, lasciando un bacio leggero sulle labbra morbide ed invitanti.

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Subito Elv schiuse le sue labbra per accogliere quelle di Gwen, come se fosse avido della bocca di sua nipote.
"Però non credere che io non possa più sculacciarti..." disse poi, tenendola sempre stretta a sè, guardandola divertito.
Intanto, in un altro punto dell'isola, un canotto era appena giunto sulla spiaggia.
A bordo vi erano Best, che aveva avuto il consenso per scendere a terra, Destresya e Pico, insieme a Polos armato.
Era una spiaggetta stretta, racchiusa da una conca rocciosa, probabilmente formatasi millenni prima a causa di attività vulcanica.
I 4 scesero a terra.
A quel punto Pico strasse uno strano aggeggio dalla tasca, simile ad un piccolo telecomando e cliccò sul pulsantino rosso.

Immediatamente la mia idea di scendere a terra mi sembrò decisamente sensata, se non altro per soddisfare la curiosità su Pico.
E non venni affatto delusa, quando prese dalla tasca un telecomando e schiacciò un tasto rosso.
Che cosa sarebbe successo?
Saremmo saltati tutti per aria?
Ma no, dai, sarebbe stato un po' improbabile!
Sospirai e mi guardai intorno, sempre più incuriosita.

Mi presi alcuni istanti per assaporare le sue labbra, in silenzio e ad occhi chiusi.
"E tu non credere che io non possa prenderti a schiaffi, se lo fai" dissi, guardandolo con un sorriso determinato, prima di pizzicargli il naso.

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Elv rise.
"Però non ti lascio..." disse a Gwen, tenendola stretta a sè "... come farai a liberarti?" Facendole l'occhiolino.
Intanto, in un altro punto dell'isola, Destresya aveva notato il piccolo telecomando di Pico.
Un attimo dopo dalla vecegetazione si videro emergere delle strane figure.
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/i...VndvA&usqp=CAU

"Allora facciamo che tu non lo fai ed io non ti piglio a schiaffi, ti piace l'idea?" dissi, con tono retorico, prima di baciarlo e affondare le mani nei suoi capelli neri.

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Cercai di non prestare troppa attenzione alle parole di Gobbo, ben consapevole che assaggiare frutta fosforescente potesse portare gravi danni alla salute. Afrodisiaca o meno, sarebbe rimasta al suo posto.
Procedendo, vedemmo un'enorme muraglia di tronchi legati gli uni con gli altri.
Gli indigeni del posto, seguendo una specie di rito, cantavano e danzavo davanti al portone.
"Che cosa... strana." bisbigliai cercando di nascondermi tra i cespugli "Idee su come muoverci?" domandai a Gobbo, scoccandogli un'occhiata rapida.

Mi tolse lentamente le scarpe e mi lasciai andare a quel massaggio "Spettro...quindi agisce di notte, ma perché ha una doppia personalità? E tu ti senti un po' Spettro?".

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Si baciarono ancora ed ancora.
E l'avrebbero certo fatto per tutto il giorno, tanto era il piacere che entrambi traevano ciascuno dalle labbra dell'altra, se qualcosa non arrivò improvvisamente a rompere il caldo incanto della loro intimità.
Un rumore di passi nel terreno che circondava il capanno.
Poi delle grida strazianti, da parte di una voce senza tono, nè accento.
Si aveva difficoltà anche a comprendere se fosse di maschio o se di femmina.
"Un giorno scoprirò chi è che fa gridare in questo modo gli indigeni..." disse Elv tenendo Gwen ancora fra le braccia.





Gobbo e Queennie fissavano quella scena che sembrava essere uscita da un vecchio romanzo d'avventura.
Quegli indigeni, in numero indefinito, spingevano curvi e sotto l'inclemente Sole tropicale una titanica porta, dalle dimensioni non inferiori agli ingressi della cittadelle megalitiche presenti nella Grecia continentale.
La porta fu spinta a fatica e poi chiusa del tutto, venendo infine rafforzata da lunghi e spessi tronchi ottenuti da alberi dalle fattezze gigantesche.
"Per adesso meglio restare qui e celare la nostra presenza..." disse a bassa voce Gobbo "... sono in troppi e potrebbero essere ostili, visto siamo piombati qui nel bel mezzo di questa strana cerimonia... mi chiedo cosa nascondano dietro quella porta..."





"Perchè se il protagonista non indossasse la maschera di Spettro" disse Milo ad Altea, continuando a massaggiarle piano i piedi all'ombra del grande albero "non potrebbe combattere il crimine. Tutti infatti lo credono un ragazzo schivo, impacciato, persino codardo... ignorano perciò che in realtà è coraggioso ed animato da un senso di giustizia senza fine..." la guardò negli occhi "... se ci pensi, in effetti, un eroe mascherato non è poi così diverso da un innamorato... un amante di una donna bellissima, ma già di un altro... anche lui, perciò, proprio come Spettro, deve muoversi nell'ombra, corteggiarla nel segreto, senza poter gridare al mondo intero il suo Amore, o poter riempire pagine e muri con parole e frasi romantiche alla luce del Sole..."

Avremmo continuato per sempre, probabilmente, senza staccarci mai, ma sentimmo un rumore di passi e poi di nuovo quelle urla che mi inquietarono.
Guardai Elv con la fronte corrugata.
"L'altra sera ho provato a chiedere a Ludwig, ma non ha voluto dirmelo" dissi.
Mi fermai un attimo.
"In realtà, dal suo atteggiamento, mi sembrava che fosse piuttosto teso per questa situazione... Qualsiasi cosa faccia Barber, credo che lui non l'approvi..."

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"Però mi sembra chiaro che lui sia complice..." disse Elv tenendo ancora Gwen stretta a sè "... qualunque cosa facciano qui credo che sia contro la legge..." mentre quelle grida strazianti rempivano l'aria senza tregua "... e non solo la legge degli uomini..."

"Magari non può opporsi, forse Barber lo tiene soggiogato. Non si è sempre complici perchè lo si vuole" ribattei, cercando di ignorare quelle urla, anche se era davvero difficile.

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"Tu cerchi di proteggerlo, Gwen..." disse Elv guardandola negli occhi "... vuoi giustificarlo..." poi fece una smorfia per l'ennesimo grido di dolore "... forse fanno esperimenti su questi infelici indigeni... come accadeva con gli indio da parte degli spagnoli in America Latina..."
Poi, ad un tratto, quelle urla di dolore cessarono di colpo, seguite da un cupo e sacrilego silenzio.

"Io non ho alcun interesse a proteggerlo, non è mio padre" dissi, sbuffando, con tono secco.
"Sei tu ad essere fissato che lui debba essere colpevole tanto quanto Barber" aggiunsi, poi abbassai la voce "E se il dottore lo minacciasse? E lui non potesse fare altro?" ipotizzai.
Nel frattempo, le urla erano cessate ed era ancora più tragico.

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"Forse dovremmo scoprirlo..." disse Elv a Gwen "... siamo qui, non possiamo far finta di nulla, o saremmo colpevoli e complici anche noi..."

"Facciamo finta di nulla perchè dobbiamo andar via da qui indenni, senza rischiare di ficcare il naso in affari pericolosi che non ci appartengono" sottolineai, diretta, guardandolo negli occhi neri.
"È fuori questione che rischiamo la vita. Qualsiasi cosa ci sia in ballo, credo sia meglio tenersi alla larga. Non si scherza con gente che fa sperimentazioni umane, se si tratta di questo."

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"Si, hai ragione..." disse Elv annuendo "... ci sei tu... ed io devo proteggerti, non posso farti correre dei rischi..." guardando Gwen.
Dalla finestra senza vetri la fitta vegetazione tingeva tuto di un verde primordiale, con la leggera striscia azzurra del mare che si vedeva fra le palme.
"Ho bisogno d'aria, vieni, usciamo a fare un giro..." lui a sua nipote.

"Wow" con un sorriso furbo "D'ora in poi saprò come convincerti a fare qualsiasi cosa" commentai, candida, ma sotto sotto divertita.
"Rimaniamo nei paraggi, però, non voglio allontanarmi troppo di sera" dissi, mentre uscivamo.

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Ciò, che vedemmo ebbe dell’incredibile. Gli indigeni spinsero la porta fino ad aprirla per poi richiuderla alle proprie spalle.
“Forse hai ragione.” risposi a Gobbo “Però ci converrebbe pensare a cosa fare. Non possiamo stare qui per sempre.”

"Mi sa che potresti già riuscirci..." disse Elv facendo l'occhiolino a Gwen.
Poi annuì a sua nipote, la prese per mano, con fare protettivo ed uscirono dal capanno.
Così si avviarono verso il canneto, stavolta verso la spiaggia, nella direzione opposta alla foresta.
Passeggiarono così sulla spiaggia, resa ardente dal Sole battente sulla sabbia.
Così raggiunsero l'ombra proiettata dalle alte scogliere.
Qui notarono, oltre le cime di alcuni alberi giganteschi dalle foglie piatte e lunghe, dei piccoli comignoli di fumo.
"Cosa ci sarà lì?" Indicandoli Elv. "Andiamo a vedere?"




"Aspettiamo, per adesso qui siamo al sicuro." Disse Gobbo a Queennie.
Videro così ancora quegli indigeni, dalla pelle scura ed i fisici scolpiti da muscoli lunghi ed asciutti, chiudere definitivamente quella porta monumentale.
Tutta quella situazione fu scandita da canti, balli e indecifrabili nenie recitate a ripetizione, tradendo così il carattere sacro di tutto ciò.
Un attimo dopo però Queennie sentì un calpestio alle sue spalle.

Ridacchiai divertita, prendendo la sua mano.
Camminammo sulla spiaggia, ancora calda per il Sole calato da poco, mentre lo scenario diventava più scuro, ma sempre magico.
Vedemmo poi del fumo.
"Non so se mi va di inoltrarmi..." commentai, osservando gli alberi.

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"Beh, sarebbe un peccato perderci le meraviglie e le stranezze di quest'isola." Disse Elv sorridendo a Gwen. "Saremo prudenti, tranquilla."
E tenendola per mano raggiunsero quegli alberi.
L'aria si era fatta più densa ed un odore penetrante cominciò prima a pizzicare le loro narici, poi ad infiammarle.
"C'è odore di zolfo ovunque..." fece Elv portandosi una mano sulla bocca e sul naso.
Poi si accorsero di alcune buche nel terreno, dei piccoli crateri da cui uscivano strette colonne di fumo, tradendo l'origine vulcanica dell'isola.
http://terredicampania.it/wp-content...ol-800x445.jpg

A Pico bastò un attimo e con in telecomando fece apparire delle strane figure dalla vegetazione.
Una scena decisamente inquietante.
Che cosa stava succedendo?
Restai a osservare in silenzio senza nemmeno sapere che cosa chiedere.

Ricambiai il sorriso sperando sapesse ciò che faceva e lo seguii.
Man mano che avanzavamo, l'aria ed il suo odore si facevano densi, penetranti, sulfurei, tanto che io mi coprii naso e bocca con la stoffa della mia maglietta, come fece Elv.
Alla fine, giungemmo alla fonte di quel fumo.
"Sono gayser" constatai, osservando la distesa di aperture da cui fuoriuscivano colonne di fumo.

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