“Io combatto per me stesso e per il mio clan.” Disse Icarius ad Altea, tradendo la sua indole di giovane guerriero devoto solo alle arti marziali e probabilmente poco conoscitore del mondo al di fuori di quelle foreste di villaggi. “E comunque non potrei spacciarti per la mia fidanzata... sarei smascherato subito. Infatti sull'Isola del Serpente conoscono da secoli il Clan della Tigre e sanno che i suoi membri fanno voto di rifiuto riguardo ogni bramosia del mondo materiale.”
“Che mi prenda un accidente!” Esclamò Ergolin. “Sei una specie... di monaco, ragazzo?”
“No, un eremita.” Precisò Icarius.

Elv uscì dalla palestra e raggiunse Gwen.
Si era dato molto da fare, allenandosi con un'intensità diversa dal solito.
Era tutto sudato, con i muscoli tutti tesi.
Sicuramente presentava uno stato di forma eccellente.
"Bene..." disse asciugandosi con una telo il collo ed il petto "... oggi devo fare il pieno di carboidrati... quindi pasta e sugo di pomodoro." Divertito.

"Rispetto le vostre regole, del vostro clan...."lanciando una occhiata ad Ergolin "Essere eremita non significa essere monaco, ma loro hanno se, ho ben capito, un voto di castità. Allora come potrei presentarmi, ti prego..portami laggiù, io devo vedere perché membri della mia stirpe anni fa sono morti laggiù. Come potrei presentarmi, forse una specie di aiutante, una geisha" facendo l' occhiolino ad Ergolin per sdrammatizzare "Non devi combattere per me, ma se sono arrivata qui...un motivo ci deve essere, nulla accade per caso non trovi?". Per un attimo la mia mano sfiorò la sua, come una roccia inscalfibile e dura che resisteva a ogni intemperia e nei secoli.

Per la prima volta in un anno, per la prima volta dopo ieri sera, fu una fatica immane guardarlo.
Tutte quelle emozioni, quelle sensazioni, mi tornarono alla memoria in un attimo, ma mi imposi di ignorarle.
Annuii.
"Allora inizio a preparare, mentre tu fai una doccia" dissi.
Poi salii e cominciai a cucinare.

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Icarius guardò la regina di Serenica e non si sentì di opporle un rifiuto.
“E va bene...” disse ad Altea “... ti porterò con me... non so... non ho altri aiuti se non il mio maestro... quindi l'unica cosa che mi viene in mente è spacciarti per mia sorella...” con tono semplice, forse anche ingenuo.



“No, farò più tardi una doccia, visto dopo voglio riprendere ad allenarmi...” disse Elv a Gwen “... anche se senza Minty è un po' complicato... allenarmi da solo non è il massimo...” sbuffando.
Allora finì di asciugarsi, mentre Gwen andò a cucinare.

"Solo lui?" sospirai, stiracchiandomi sulla sedia.
"Beh, è già qualcosa, sono proprio curiosa di scoprire chi vi parteciperà!" sorridendo.
Era vero, non vedevo l'ora di sapere chi c'era ed elaborare una strategia.
"Dovremmo indire una conferenza stampa o qualcosa del genere?" chiesi, d'un tratto.

Non faticavo a credere che allenarsi da solo fosse un problema, ma quell'idiota aveva deciso di abbandonarlo dall'oggi al domani.
Nel frattempo, la pasta fu pronta.
Allora la distribuii nei piatti e attesi che Elv arrivasse per pranzare.

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"Tua sorella...perfetto..non sappiamo nulla dell' altro ma sembra una buona idea, comunque..io posso entrare in telepatia con Serenica, non farmi altre domande, ho diversi doni..un giorno capirai" sorrisi e la mia mano accarezzò quel volto così deciso ed ingenuo, quasi spaventata non sapesse cosa gli spettasse.."Grazie" dissi a tono basso mentre la mano scivolava leggera fino al petto e non mi pentivo di quel gesto.
"Facciamo colazione? A che ora si parte...io ho soldi per un locale, ti devi temprare campione" non staccando la mano dal suo petto saldo e forte.

"Ovvio." Disse Guidaf a Destresya. "L'ho già preprata. E' l'alba ormai e verso Mezzogiorno, al Palazzetto dello Sport dovrai rispondere alle domande dei giornalisti circa la tua partecipazione al torneo."

Elv arribò in cucina, dove lui e Gwen mangiarono.
“Ottima...” disse mangiando “... al dente... perfetto.” Facendo l'occhiolino alla ragazza. “Chissà come si mangerà su quell'isola.” Bevendo un bicchier d'acqua.



Quel gesto di Altea lasciò nei chiari occhi di Icarius un velo di turbamento, come se non conoscesse simili sensazioni.
“Si, ho fame...” disse annuendo.
“Nel villaggio c'è una tavola calda in cui mangiare.” Fece Ergolin.