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L'uomo mise sul bancone una sacca ed un abito, come chiesto da Altea.
“Un tesoro...” disse divertito “... intendete uno di quelli formati da monete e pietre preziose nascosto da qualche pirata su un'isola?” Ridendo. “Temo che dobbiate comprare qualche romanzo d'avventura per trovarne uno simile, madama.” |
Camminavo in maniera sempre più instabile e capii.
Capii cosa avevo intorno e iniziai a muovermi più velocemente,dimenandomi e lanciando sfere di fuoco per ridimensionare quella tortura che era intorno e su di me, cercando di non prestare troppa attenzione, sebbene l'orrore si fosse impadronito di me e non pensavo ad altro che ad uscire, anche perchè ormai ero lì e non potevo tornare indietro, potevo solo andare avanti ed uscire da lì, anzi dovevo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Damin rise appena a quelle parole di Clio.
“Il mondo non si cambia con le armi” disse “ma con la ragione. Se così non fosse allora le stragi volute dalla Chiesa, come le crociate o la caccia alle streghe e agli eretici sarebbero riuscite infine a rendere il mondo abitato solo dalla paura, dalla superstizione e dall'ignoranza.” Annuì. “Non siete d'accordo?” Fissandola. “Anche voi fate parte dell'Uaar?” Chiese ad un tratto Icarius. “Tutto il ducato ne fa parte.” Fissandolo Damin. |
Facendosi forza, Gwen prese a muoversi più velocemente, cercando di uscire da quel cunicolo invaso da centinaia e centinaia di insetti.
La ragazza sentiva camminarsi addosso, nei vestiti, sulla pelle e fra i capelli. Insetti di ogni tipo e specie saltavano, strisciavano e svolazzavano intorno a lei. Persino la visuale era diventata critica, con degli sciami davanti ai suoi occhi. Cominciò a mancarle l'aria, poi ad avvertire un forte senso di nausea. Si muoveva inoltre a fatica in quel luogo che sembrava in grado di condurla alla pazzia. E mentre a fatica strisciava in quel cunicolo, all'improvviso sentì il terreno mancare sotto di lei. Scivolò in una specie di piccolo buco, fino a cadere in una pozza piena d'acqua. |
Mi facevo forza, ma avanzare era sempre più drammatico,disgustoso e complicato.
Ad un certo punto pure la vista mi si annebbiò e avvertii un forte senso di nausea. Quando pensavo che non mi restava scelta che mollare, scivolai cadendo di sotto attraverso un buco, arrivando in una pozza d'acqua. Subito mi ripulii, eliminando ogni singola traccia di quell'errore e riaccesi la fiamma per capire dove fossi. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen si guardò intorno e si accorse di essere finita in una caverna sotterranea invasa dall'acqua.
Vi era però un mormorio, dovuto ad alcune gocce che filtravano probabilmente dalle rocce. Forse seguire quel rumore era l'unica via d'uscita. |
Ero finita in una caverna sotterranea invasa dall'acqua.
Era difficile muovermi, poiché nuotavo con una sola mano, mentre l'altra reggeva la fiamma che mi serviva per illuminare anche di poco l'ambiente. Ad un tratto sentii un rumore fra le rocce e pensai che forse mi avrebbe aiutata seguirlo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen attraversò la caverna, muovendosi a fatica con l'acqua che le arrivava bel più su della vita.
Prese a seguire quel mormorio, fino a quando giunse davanti ad una crepa, da cui gocciolava l'acqua. Attraverso di essa la ragazza raggiunse un ambiente laterale, costruito sulla caverna. Si ritrovò così all'interno del castello, in quella che un tempo era la cisterna del maniero. Da essa, grazie ad una porticina, poteva presumibilmente accedere ai piani nobili dell'antico e diroccato castello. |
Attraversai la caverna e seguii quel mormorio.
Dopo un bel po'giunsi in quella che doveva essere la cisterna del castello. Vidi la porticina che doveva dare sicuramente accesso ai piani nobili' prima di attraversarla, scaldai un po' il vestito con le fiamme in modo da asciugarlo e poi aprii la porta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen, con le sue pratiche e magiche fiammelle, cominciò a scaldare il suo vestito, ormai bagnato ed appiccicoso, oltre che trasparente e dunque decisamente sconveniente.
Dopo un po' uscì dalla vecchia cisterna, ritrovandosi davanti a ciò che restava di una scalinata in pietra. |
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