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stupenda sir Drusus :smile_clap:...io che adoro i gatti poi e avete citato pure il nome del mio gatto...Nerone.
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Ah sì? si chiama Nerone? visto? non sapendolo eppure l'ho citato :) Grazie ad ambe due per i Vostri complimenti :) ho scelto il dialetto romanesco poiché ho descritto appunto il gatto simbolo dei monumenti della mia città :) qua ovunque una persona si volge nel centro storico,vi sono gatti su gatti :)
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LA FOGLIA
D’ autunno tra mille foglie Una fra tante è diversa: Come l’ altre essa si toglie Dal ramo per sorte avversa. Una lacrima ella coglie Che pare nell’ ombra immersa: Or siede sulle sue spoglie Ma con alma quiete e tersa. Un omo passa e non vede Che col piè l’ ha calpestata; Essa è fra le meste prede D’ una vita mal sbocciata. E’ lì, ma niuno s’ avvede Ch’ ella giace abbandonata. |
IL VINO
Pranza con noi, bianco o rosato, Dolce o no ma atto in ogne guisa, Ch’ aitar deve poscia mangiato Lo gran ruttar e nostre risa: Da li Greci ha accompagnato Gli evi, scarsa e nobil divisa; Cagion del vero e barcollato, Frate de chi aveva alma lisa. Laude a lo bianco: bono in pesce Che lieta fa la cordial panza, E quando al finir il tòno esce Tutta beltade sua in noi avanza! Laude al rosso, ch’ il riso cresce E s’ eclissa ogne mal gueglianza: E quando allegro l’ oste mesce L’ alma ancide sua lamentanza. Ora alziam li nostri bicchieri Che ne lo ber saremo uniti; Qua italiani, qui forestieri Che l’ acre vita c’ ha infiacchiti. Ma ecco che arrivano i coppieri E il vin ci farà divertiti. |
LETTERA DI ACHILLE A CHIRONE
Su lo mar d’ Ilio son a te scrivente Poscia per Elena l’ aver pugnato; Alle navi Argive va la mia mente A te pensar, figlio di Crono amato! Udir tua favella il desio possente, E del Pelio l’ odor più profumato; Il tuo dir d’ esser rude ma clemente E tutto ciò per cui ivi son formato. Ed ecco: lo mar de sangue troiano Colora di scarlatto gli schinieri Argivi, le gote e la greca mano Ove lieta la cetra cantava ieri. Salute a te, d’ ogne virtute sano, Ch’ avrai magione ne li miei pensieri. |
PERCHE’ DI PACE IL VOLTO MIO SI PINGA
Perché di pace il volto mio si pinga E se pote la mossa alma chetare, La mia voce più non resti solinga E risa, vista qual tristo giullare: Vorrei ch’ il riso di rider non finga E dello spirto il mal non fosse amare; Che sospiro un amor ch’ a se mi cinga Ma troppo è lo pavento di tremare. Nell’ agognar sol io costì rimango Bramando rifulga meco lo sole: Ma quando solingo ogne fiate piango M’ avveggio che neppure ‘l sol me vòle, Ch’ ei l’ è più cupo dello nero fango Per il cuor mio che sanza luce dole! |
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