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I miei occhi fissavano Guisgard mentre parlava piano, come incantati...
mentre sorrideva... e quando si accostò al mio orecchio per sussurrare quelle parole... abbassai lo sguardo per un istante a quel gesto semplice, a quella vicinanza cui non ero abituata... lo abbassai, poi tornai ad alzarlo e gli lanciai uno sguardo obliquo... “La Fonte della Speranza...” sussurrai allora, rammentando ciò che aveva detto poco prima “La Fonte della Speranza, avete detto... di che cosa si tratta?” Poi quella affermazione, quella domanda... lo osservai per un istante... “Volete che esca con voi...” mormorai “Volete che esca con voi a cavallo? Che lasci questo castello per raggiungere una fontana che dite essere... particolare... fiabesca... Io...” I miei occhi erano su di lui, fissi, visibilmente stupiti... Lo scrutarono... infine sorrisi appena... “Andiamo, cavaliere...” sussurrai “Portatemi là!” |
“Magari” disse Guisgard a Talia “è una fonte da cui nasce un'acqua particolare, magica... dagli effetti imprevedibili... come una sorta di elisir...” sorrideva sarcastico “... ma quali effetti potrebbe avere quell'acqua? Fonte della Speranza... magari lo rivela lo stesso nome... la speranza di farvi scogliere, mia signora... ti farvi perdere quell'alone di freddezza e indifferenza...” la fissò e poi quel sorriso sarcastico mutò in un'espressione divertita “... state tranquilla...” facendole ancora l'occhiolino “... non nasconde terribili segreti quella fonte... vi è una leggenda attorno ad essa, ma non ha mai recato male ad alcuno... e poi” sussurrò “siete con me... e avete detto di fidarvi del vostro cavaliere...”
Scesero allora nelle scuderie e vi trovarono due cavalli. Uno bianco, l'altro nero. “Lasciate il castello, messere?” Chiese Tanis nel vederli uscire nel cortile. “Si.” Annuì Guisgard. “Ma al nostro ritorno vogliamo trovare una ricca colazione. Cavalcare mi mette sempre appetito.” Allora lasciarono il castello. Guisgard sul cavallo nero e Talia su quello bianco. Uscirono così nella foresta che si stava appena svegliando alla nuova alba. Così, il cavaliere e la regina galopparono lungo un incerto sentiero, che li condusse ai piedi del colle su cui sorgeva il maniero. Erano circondati da un'alta boscaglia, lussureggiante ed evocativa, in cui il verde assumeva tonalità sconosciute e si confondeva, screziandosi, con un'infinità di fiori e frutti. Ad un tratto giunsero su uno spuntone roccioso coperto di muschio. Si udiva il rumore dell'acqua che scendeva forte, anche se la fontana non appariva da quel punto. “Scendete, altezza...” disse all'improvviso Guisgard “... scendete da cavallo...” Lui però restò in sella al suo destriero. Aveva il Sole contro il suo viso e Talia non riusciva a scorgere più il suo sguardo e la sua espressione. Poteva solo sentire la sua voce. Quella voce che sembrò quasi ordinarle di scendere da cavallo. |
Senza opporre resistenza scesi nel cortile con Guisgard e presi le briglie del cavallo che mi venne affidato... ero vagamente divertita da quella inattesa ed insolita gita... a me non era mai stato permesso di fare simili avventatezze... non ero più potuta uscire a cavallo dopo l’inizio della guerra e così, quel giorno, mi ero lasciata convincere da Guisgard e mi trovavo lì pervasa dalla stessa eccitazione di un bambino che sta per compiere una marachella...
Prendemmo i cavalli e li conducemmo nel cortile, dove Tanis ci raggiunse... “Siate gentile...” dissi con un sorriso allora alla marionetta, dopo che Guisgard gli ebbe parlato “Recatevi dalla dama che ci accompagnava e ditele di stare tranquilla... si preoccuperebbe non trovandomi... ma ditele che sto bene e che ci vedremo più tardi, a colazione!” Poi spronammo i cavalli e lasciammo il castello. Attraversammo la foresta lungo quel sentiero fino ai piedi del colle, fino ad uno spuntone roccioso, dove si udiva un forte gorgoglio d’acqua... il sole era alto di fronte a noi, ormai... misi una mano a schermarlo, ma invano... e poi, all’improvviso, udii di nuovo la voce di Guisgard... ma era diversa... molto diversa... Citazione:
mi stupì la sua voce, che suonò improvvisamente diversa... esitai solo per un istante... poi, stupendomi io per prima di tanta condiscendenza e docilità, scesi da cavallo senza domande né obiezioni... “Cosa accade, sir?” mormorai. |
Guisgard non rispose nulla.
Il Sole sembrava la sua maschera, ma Talia poteva avvertire lo sguardo di lui su di lei. E restò così, a fissarla per alcuni lunghi istanti. Ad un tratto tutto cessò di far rumore attorno alla principessa. Solo il rumore dell'acqua che continuava a scorrere poco distante, anche se non si vedeva, lambiva quel silenzio. E ad un tratto, sempre senza dire nulla, Guisgard smontò da cavallo. Ora lei poteva vedere di nuovo i suoi occhi ed il suo volto. Eppure non riusciva a decifrarli. Ma proprio quel momento Talia si accorse finalmente della fontana da cui sgorgava quell'acqua con tanta veemenza. Era davvero a pochi passi da loro. L'aveva vista perchè il cavaliere si era avvicinato alla grande vasca di pietra in cui fuoriusciva l'acqua da un grosso doccione scolpito con volto umano. Il cavaliere si tolse la camicia e si bagnò prima il volto e poi i lunghi capelli. Si voltò allora verso di lei e restò a guardarla sempre avvolto da quel silenzio. C'era una strana luce in quei suoi occhi. Una luce indecifrabile, enigmatica, eppure viva, intensa, quasi pulsante. Fino a quando fu di nuovo vicino a lei. E lei poteva sentire il suo sguardo, il suo respiro su di lei. Tutto sembrava quasi poter avvertire di quel cavaliere. E all'improvviso lui le sfiorò il volto, per poi baciarla. Un bacio lungo, caldo, intenso. Un bacio in cui le sue labbra cercarono, trovarono, sfiorarono e poi penetrarono in quelle di lei. Un bacio vivo, forte, quasi liberato. E dopo le labbra ardenti del cavaliere, la principessa sentì anche le mani di lui sul suo corpo, fino a stringerla contro il suo petto nudo. |
La ragazzina, a quelle parole di Altea, guardò i suoi pupazzi.
“La dama” disse poi “deve capire cosa fare... perchè cerca il Fiore? Lei ama il tiratore e se non lo segue allora non ci sarà amore nel gioco... e senza amore come può cercare il Fiore? E poi, senza di lui, chi aiuterà la dama? Sarà sola...” Ad un tratto si udì una voce che chiamava. “E' il nonno!” Fece la piccola. “Venite, conoscerete mio nonno!” E prese Altea per mano e la condusse verso l'abitazione. E trovarono così sulla soglia un uomo anziano. |
Mamyon, nonostante la difficoltà di movimento a causa delle percosse avute, prese Clio fra le sue braccia e la baciò.
La baciò più volte, cercando la sua bocca ed il suo volto. E non trovò soltanto il dolce sapore delle sue labbra, ma anche quel vivo blu dei suoi occhi e l'intenso profumo dei suoi capelli. “Allora” disse sorridendo “lascia che ti baci ancora... così da poter entrare meglio nella parte di quel cavaliere errante, in cerca di un castello in cui vivere con questa bellissima ragazza...” e la baciò di nuovo “... quale filtro nascondono le tue labbra?” Fissandola in quegli occhi chiari. “Quale? Visto che riesci sempre ad ammansirmi e a farmi fare ciò che vuoi...” sorrise nuovamente “... usiamo la bussola... magari riuscirà davvero a farci uscire da questa boscaglia...” Interrogarono così la bussola. Ma, stranamente, la freccia di quell'oggetto, dopo aver girato per un po', indicò la medesima direzione segnata dal cartello su quell'albero. |
Mi abbandonai a quei baci appassionati, assaporando una felicità che credevo mi fosse sconosciuta.
Abbracciai a mia volta il cavaliere e risposi con passione al richiamo delle sue labbra che cercavano le mie, mi persi per un momento in quegli occhi fissi nei miei, un brivido mi percorse la schiena al tocco delicato delle sue mani che mi stringevano. Sorrisi, spensierata, alle sue parole, come se null'altro al mondo avesse importanza. Io lo ammansivo? Lui, piuttosto, rabboniva me, o mi faceva infuriare, a seconda della situazione. Sorrisi tra me e me a quel pensiero. Decidemmo di usare la bussola, annuii a quella decisione. Ma quando l'ago indicò la medesima direzione dell'insegna, chiusi gli occhi per non vedere lo sguardo di Mamyon. Evidentemente, però, non avevamo scelta. Mi avvicinai al cavaliere, che aveva visto benissimo l'andamento dell'ago "... A quanto pare non abbiamo scelta... Dobbiamo passare di lì.. Non dobbiamo per forza fermarci per molto tempo, possiamo, una volta trovata la villa, passare oltre... Anche se riposare ti farebbe bene, ma... Tant'è..." Alzando le spalle. Feci qualche passo in direzione dell'insegna, poi mi fermai e tornai indietro. Guardai Mamyon negli occhi, con un'espressione decisa. Mi avvicinai e lo baciai per lunghi istanti, affondando la mano nei suoi capelli. Poi, mi staccai da lui e lo guardai nuovamente negli occhi "...mi raccomando...". E, prima di girarmi nuovamente, gli feci l'occhiolino. Iniziai così a camminare, seguendo la direzione indicataci dalla bussola. D'un tratto scoppiai a ridere tra me e me. Oh Lucius... Quanto mi prenderesti in giro nel vedermi così sdolcinata... Poi, il pensiero del mio amico imprigionato mi fece quasi sentire in colpa per la dolce felicità che la vicinanza di Mamyon mi donava. Resisti, amico mio... Non ti abbandonerò... Alzando gli occhi al cielo. |
Ascoltai con attenzione le parole della bambina abbassando lo sguardo, quando mi prese per mano e mi portò da un anziano..il nonno che creava i pupazzi a somiglianza mia e di Velvò.
"I miei omaggi messere" sorrisi "Io e vostra nipote, di cui ancora ignoro il nome ma è una bimba deliziosa, parlavamo dei pupazzi che create e del suo gioco...ma sapete..manca un pupazzo per finire di raccontarle la storia..un cavaliere..egli ha la stessa collana dal pendente rosso della dama.." e guardavo l'uomo e la bimba "è bello, ha gli occhi chiari e cristallini e i capelli scuri..è un Cavaliere pure". Mi abbassai vicino alla bimba.."Sai, la dama è triste" prendendole il pupazzo che mi raffgurava "ella ama..è può cercare il Fiore, e cercava il Fiore in nome del suo Amore ma sai gli adulti a volte o certi uomini non conoscono il significato del vero Amore..e l' Amore fu per la dama ingannatore". Alzai lo sguardo, ad un tratto fui accecata dal Sole, non riuscivo a intravedere molto. Lontano vidi lady Anastasiya, recava un altro rosario in mano, stavolta era scuro visto che possedevo il suo e annuì col capo..in un attimo apparvero davanti a me delle scene di Sebastian..rimasi ferma, bloccata..sentivo lo scrosciare dell' acqua e vedevo nitidamente ciò che stava facendo come un fendente che mi colpì nello stomaco...stretto tra le braccia di un'altra baciandola appassionatamente. Mi ridestai e sorrisi alla bimba.."L'Amore non può esserci se non c'è..e come vedi la dama ama il suo Cavaliere e lo amerà per sempre...ma ora sa che egli non la ama e forse non la ha mai amata, lo ha visto coi suoi occhi ma lei le prometterà amore eterno e non amerà nessun altro...nemmeno l'uomo con la balestra. Ma avrà sempre l'Amore per il suo Cavaliere nel Cuore e alla fine della storia, dopo aver trovato il Fiore si chiuderà in un posto sicuro dove poter pregare per la felicità del suo Cavaliere. E' una storia triste...ma io ti auguro, invece, di conoscere il Vero Amore e per questo voglio farti un dono..per me è una cosa di gran valore, affettivo ovviamente." Mi tolsi la collana con il rubino rosso e la misi al collo della bimba.."La affido a te..". Mi voltai verso il nonno della bimba e mi scrutava in silenzio, mi avvicinai a lui.."Messere, voi avreste un cavallo da vendermi? Che sia robusto..ho un lungo viaggio da compiere.." ora la mia impresa era solo..salvare Vivian "e poi ho letto che qui vi sta un Fiore e invitavate a vederlo?Potrei avere tale onore?". |
Capitolo XII: L'ultimo custode del Fiore
“Ci sono persone che muoiono... la maggior parte per fuoco. Senza dubbio molte muoiono per fiori, ma anche questo è morire per fuoco. Il fuoco lento o intenso del profumo, sia dell'amore che dell'odio.” (Martinson Johnson, Sogni di rose e di fuoco) E dopo quell'occhiolino di Clio, Mamyon restò a fissarla per qualche istante. Poi, senza dire nulla, prese la mano di lei e tirò ancora la ragazza a sé. E di nuovo la baciò, stavolta con ancora più passione, mentre la stringeva fra le sue braccia. “Per questo” disse sussurrandole “che ti sei raccomandata, vero?” E ancora le loro labbra si unirono. “Per baci come questo...” Dopo un po' ripresero il cammino. Non sembravano avere molta scelta e decisero così di seguire l'indicazione della bussola. Presero allora la strada segnalata da quel cartello. E un'oretta dopo, dalla vegetazione, apparve una grande villa nobiliare. Si trovava alle spalle di un vasto giardino, racchiusa da un muretto di cinta e dal quale si accedeva attraverso un cancello di ottone. La villa però appariva molto vecchia, in gran parte fatiscente, con diversi muri divisori crollati o seriamente danneggiati. Rampicanti erano cresciuti un po' ovunque ed avevano ricoperto gran parte dell'abitazione. Anche il giardino appariva abbandonato, con i suoi viali lastricati invasi dalla vegetazione incolta e con le sue meravigliose fontane marmoree, un tempo policrome, vuote e annerite dal tempo. E proprio sul cancello d'accesso vi era una targa di legno, sulla quale era inciso: “Villa del Fiore.” http://www.panoplya.com/blog/wp-cont...ocalipse24.jpg |
Fissavo gli occhi di Guisgard, senza capire...
lo osservai bagnarsi nella fontana e poi tornare a guardarmi... lo osservai tornare verso di me e quasi mi mancò il respiro quando mi fu di nuovo vicino... lo fissavo e restavo in silenzio, ammaliata da quello sguardo di cui però non comprendevo bene il significato. E poi, lentamente, quel bacio. E quel bacio, in un attimo, annullò tutto il resto... annullò paure, dubbi, incertezze, annullò passato e futuro, annullò diversità e contrasti, annullò Sygma, Capomazda, Sant’Agata... le mie mani allora sfiorarono il petto del cavaliere, poi le sue spalle ed i capelli... e le mie labbra risposero a quel bacio, quasi come se in esso avessi alfine trovato la risposta a ciò che la vicinanza di quel cavaliere aveva sempre potentemente generato in me, fin dal suo arrivo. Eppure, questa sorta di dolce oblio non durò in me per più di qualche minuto. Ad un tratto un dolore, improvviso ed insostenibile, si impossessò di me... un dolore inspiegabile, simile ad un fuoco che mi lacerava dall’interno, simile ad un uncino che mi lacerava la carne... Delicatamente, allontanai Guisgard da me, allora, e chinai la testa... Respiravo forte, tentando di riprendere il controllo... e fu allora che quel capogiro mi colse e quella visione mi pervase tutta... Citazione:
battei le palpebre, tentando di scacciare l’angoscia, ma fu un tentativo vano... esitai... tremavo forte e non riuscivo a smettere... e, lentamente, tornai ad alzare gli occhi sul cavaliere... “Perché?” sussurrai quasi impercettibilmente, senza che la mia voce riuscisse a mascherare il terrore che si stava impossessando di me “Perché l’hai fatto? Perché? Sei... pazzo! Loro... loro lo sapranno... e noi... per noi non vi sarà clemenza...” |
"Non fare il furbo con me..." Sussurrai appena, con le labbra sulle sue"... Lo sai per che cosa mi sono raccomandata...".
Ma, dopo quei momenti intensi e appassionati, ci incamminammo e dopo poco giungemmo alla villa. Era davvero diversa da come me l'ero immaginata, era antica e affascinante. "...Salute a voi..." Dissi a gran voce, guardandomi intorno "... C'è nessuno?". |
“Avrei preferito uno schiaffo...” disse Guisgard a Talia con un sorriso enigmatico “... almeno sarebbe stata una reazione da donna vera, che tradisce emozioni, sentimenti...” i suoi occhi erano impenetrabili “... loro? Chi sarebbero loro? I vostri cavalieri forse? O gli uomini dell'Arconte? Ah, no... giusto... parlate dei vostri genitori a Sygma? O magari dei pretendenti alla vostra mano, scelti, chissà, proprio da vostro padre... si... avrei preferito uno schiaffo...” si voltò e raccolse la sua camicia da terra.
“Talia...” all'improvviso una voce “... Talia... figlia mia... Talia... non temere... ci sono io ora con te... guarda davanti a te... raccogli quel fiore... ti aiuterà... coglilo, Talia...” E davanti a lei vi era un fiore. |
“Il vero Amore” disse il nonno della ragazzina ad Altea “non va mai imposto. Altrimenti non sarebbe vero. L'Amore infatti, come l'amicizia e soprattutto la Fede, è simile ad un Fiore... deve sorgere spontaneo. Se fissate il terreno, non vedrete mai nessun germoglio sbocciare.” Posò il martellino che aveva in mano e uscì dalla soglia. “Si, ho qualche buon cavallo.” Aggiunse poi. “Anzi, ad essere sincero, ne ho di ottimi. Ciascuno adatto ad un determinato cammino. Voi dove siete diretta?”
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"Infatti io non ho imposto nessun Amore...e ho accettato la dura realtà messere, mi è solo stato promesso Amore in cui credevo ma erano solo bugie e me ne rendo conto solo ora" accarezzai la testa della bimba che faceva bella mostra della collana al suo collo.
"Dove sono diretta? A dire il vero dovevo andare a Capomazda...ma poi un certo uomo mi ha sviato la strada ma non solo lui...vedete quella strada laggiù?" gli indicai la direzione data da lady Anastasiya "vado da quella parte, mi è stata indicata..voi sapete dove porta? Sto cercando da molto tempo un Frate per trovare un Fiore". Osservai i cavalli e vidi uno identico a Denvel, stesso mantello nero e lucido, forte e robusto.."Ecco questo è il cavallo che ho scelto." Ma era strano che quell'uomo sviava il discorso e non mi voleva mostrare il Fiore. |
A quelle parole del cavaliere indietreggiai appena, quasi mi avesse aggredita... quasi mi avesse schiaffeggiata con forza...
e per qualche istante rimasi immobile, fissandolo... la mia anima gridava forte nelle mie orecchie adesso, gridava forte per non sentire il dolore causatomi da quelle parole sprezzanti... il suo sguardo su di me era enigmatico... impenetrabile... ed io lo fissai, rimproverando tuttavia a me sola quel dolore, sconosciuto prima di quel momento e che mi stava lacerando il cuore. Abbassai gli occhi per un istante, allora, quasi a volermi proteggere da tutto quello... e quando li rialzai ogni sentimento ed ogni dubbio era svanito da essi ed io, di nuovo, mi nascosi dietro quella maschera fredda e distante che da sempre mi aveva contraddistinto e che, tanto incautamente, avevo lasciato scivolare via... “No...” mormorai, e la mia voce suonò più che mai glaciale, tanto che quasi io stessa me ne sorpresi “No, niente di tutto ciò... probabilmente niente che voi potreste anche solo immaginare, cavaliere...” Lo fissai... “Cavaliere... un titolo talvolta fin troppo abusato, mi sembra... bambini capricciosi e volubili... ma... non temete, cavaliere: per vostra fortuna, la vostra regina è molto forte... ella sa come tenervi al sicuro... anche al sicuro da voi stesso...” I miei occhi su di lui erano inflessibili, impenetrabili... la mia voce dura... Poi, all’improvviso... Citazione:
lo osservai per lunghi minuti, in preda ad una gelida furia, quasi potessi riversare su quel fiore tutta la rabbia che, invece, provavo per il cavaliere... ed allora, proprio per quell’acuto furore, calpestai il fiore con stizza, poi mi voltai, afferrai le briglie del cavallo e risalii in sella... e, senza degnare più il cavaliere di un solo sguardo, mi diressi al galoppo sulla strada che avevamo percorso per giungere lì, diretta di nuovo al castello. |
La villa appariva muta e avvolta da una remota desolazione.
Il giardino aveva invaso ogni spazio, ricoprendo ed ammutolendo ogni cosa. A stento, fissando le murature, le colonne, i portici e tutto il resto, si poteva immaginare l'antica bellezza di quel luogo. Doveva trattarsi di qualche villa aristocratica, forse punto di sosta per il re durante i suoi spostamenti nel regno. Ma era chiaro che da molti anni nessuno più ne curava lo splendore. “Credo sia disabitata...” disse Densesu “... e la cosa non mi meraviglia affatto... è desolata anche per un fantasma...” “No, non credo.” Fece Mamyon. “Ci ha inviato qui quel tirapiedi dei Taddei... dunque deve per forza esserci qualcuno qui.” Ad un tratto Densesu notò una piccola campana di ottone su un pilastro. Corse così a suonarla. “C'è qualcuno sopra!” Esclamò Mamyon. “Da una delle finestre! Ho visto chiaramente una figura che ci fissava! Si è affacciata appena Densesu ha suonato la campana!” “Io non vedo nessuno!” Guardando in alto lo scudiero. “Eppure c'era!” Disse il cavaliere. “Ne sono sicuro!” “Cosa facciamo?” Chiese Densesu. “Andiamo a vedere dentro...” rispose Mamyon. “Possiamo?” “Visto che nessuno giunge ad accoglierci” replicò il cavaliere “allora saremo noi ad annunciarci.” Fece cenno a Clio e tutti e tre entrarono nella fatiscente villa. |
“Voi siete già a Capomazda, milady.” Disse il vecchio ad Altea. “Queste terre sono sotto i vassalli dell'Arciduca. Fin dove giunge lo sguardo è dominio dei Taddei. La strada che indicate passa per diverse città e borghi, anche se ora è bloccata in molti punti dalle armate ducali che muovono verso Nord, per assediare e riprendere Sant'Agata di Gothia. Eh, brutta guerra questa...” scuotendo il capo “... e quale Fiore cercate? Ve ne sono tanti al mondo.”
Si accorse allora che Altea aveva scelto uno dei cavalli. “Aspettate...” mormorò “... prima di scegliere un cavallo, è bene che ne conosciate le caratteristiche...” e le mostrò i cavalli nella stalla “... quello col manto nero è Astro... l'unico capace di percorrere ogni territorio durante la notte... quello chiazzato è Belfrano, abilissimo ad attraversare laghi e corsi d'acqua... quello bianco è Desko, veloce come un fulmine... e infine, quello grigio è Rollone ed è in grado di spiccare balzi eccezionali, per superare fossati e muri. Ma vi avverto... ognuno costa molto... più di quanto possedete, milady...” |
Ero già a Capomazda? Mi guardai attorno...allora Velvò aveva mantenuto la promessa..senza dirmi nulla.
Laggiù vi erano i Taddei..ma la zona indicatami?Attraversava borghi e città e assediata per riprendere Santa Agata di Gothia..quindi tornava quasi indietro. Non dovevo pensarci..dovevo seguire quella strada...e poi i soldati capomazdesi che potevano farmi del male? Non avevo nulla a che fare con l' Arconte. "Detto cosi...sono indecisa tra..Desko e Rollone...ma la velocità non ha importanza se il terreno è impervio o è presediato da mura e cinta..quindi Rollone". "Che fiore cerco? Non so le sue fattezze, un Fiore raro e prezioso, capace di esaudire dei desideri...e mi hanno detto che solo un frate..Frate Nicola...sappia dove si trova e quindi devo prima trovare il Frate penso o camminerei allo sbaraglio in queste condizioni, voi avete mai sentito parlare di questo Frate?" mentre lo chiedevo aprii il portamonete mostrando i soldi all' uomo, mio padre mi aveva dato una bella cifra di soldi e non erano solo in quel portamonete ovviamente. |
Guisgard restò a guardare Talia che scappò via.
Galoppò via senza dire altro, come se la sua mente ed il suo cuore fossero ormai lontani. Forse erano già a Sant'Agata di Gothia o a Sygma. E allora nell'animo del cavaliere si accavallarono stati d'animo contrastanti. Rabbia, delusione, angoscia, tristezza. “Sei...” disse “... sei il mio schiavo, no? In questa vita lo sei... abbiamo un patto... allora obbedisci... donami l'indifferenza... o strappamela dalla mente... e se non riesci in questo, allora prenditi il mio senno...” “Se avessi tale potere” mormorò la sua spada “allora avrei già conquistato il mondo.” Guisgard serrò i pugni per la rabbia. “Il ciclamino...” fece la voce “... e nel linguaggio dei fiori indica rassegnazione...” Il cavaliere allora, grazie a quelle parole, notò il fiore che Talia aveva calpestato un attimo prima. E un senso di oppressione lo colse. Montò in sella al suo cavallo e si lanciò all'inseguimento della ragazza. La vide da lontano mentre si dirigeva verso il castello. Ma all'improvviso qualcosa spaventò il suo cavallo. Questo si imbizzarrì e disarcionò Talia, facendole perdere i senti. Guisgard lanciò un grido e la raggiunse. “Non ha colto il ciclamino...” disse la donna “... ma lo ha calpestato... e questo mi è bastato per vederla...” “Sai dunque dove si trova?” Chiese il Maestro George. “Si...” annuì lei “... vedo... vedo un grande castello che domina da una montagna... e vedo... vedo che non è sola...” “Chi c'è con lei?” “Un cavaliere...” “Deve essere quel dannato Guisgard...” “Ma...” mormorò la donna “... sento... sento...” “Cosa?” “Sento... una forza incredibile... vedo... un... un... frate...” e lanciò un grido. “Cosa è successo?” Domandò George. “Mi ha vista...” rispose lei “... il frate mi ha vista... com'è possibile, Maestro?” “E' lui...” fece il Maestro “... la Vergine Gigliata e il cavaliere sono dal Frate...” fissò di nuovo la donna “... sei capace di ricordare quel castello?” “Si, Maestro...” “Allora lo descriverai...” con occhi cupi George “... e così troveremo la nostra principessa...” Talia si svegliò di colpo dopo quel sogno inquietante. Era in una stanza avvolta dalla penombra. Accanto a lei vi era una figura. “Come vi sentite?” Le chiese Frate Nicola. |
Alzai gli occhi al cielo e repressi un risolino nel sentire Mamyon parlare del nobile che ci aveva mandato lì.
Decisamente, non sapeva nascondere il suo stato d'animo. Da una parte mi preoccupava, ma dall'altra ero felice che non sapesse fingere, le sue parole acquistavano importanza. Per un momento pensai anche io che fosse disabitata, poi, alle parole di Mamyon, mi chiesi se non ci fosse davvero qualcuno. "...beh, signori miei.. Non ci resta che entrare... L'ospitalità tende a scarseggiare da queste parti..." Dissi, sorridendo. Seguii così i due uomini all'interno della villa, coperta quasi internamente da quella vegetazione, quasi che il giardino avesse voluto invadere l'abitato. Una volta entrati, ci guardammo intorno alla ricerca di qualcuno a cui domandare informazioni. La mia curiosità cresceva a dismisura. Possibile che quell'uomo considerasse questa magione "degna della sua benevolenza"? Stentavo a crederlo. |
Alle volte nella vita si e' vicino ad un iracolo....e la vicinanza a questo miracolo fa si che se ne abbia anche il meritevole perche' si possa vedere.....
Fu un estasi di respiri bloccati di lacrime lasciate andare sino a quendo un fiore magnifico spunto' dalla tenera terra.........vidi quel parto dalla madre terra....cosi' come una donna fa col suo bambino...era uno spettacolo...... Cosa mi avrebbe dato il coraggio per sdradicarlo da quella terra che era la sua vita ?.....il mio desiderio ?.....Elina.....ero imbarazzata, non stavo vivendo appieno quel momento........stavo pensando a me..egoisticamente ero io la protagonista.......tra pianto e stupori...la mia voce usci' dalla mia gola come se non fossi io a parlare.....".....Purtroppo Sire...quel Fiore ......vale la vita di una persona a me cara..e che voi lo vogliate o no....a me serve......"......avvolta in una nuvola di oppio.......sfoderai la spada ad un soldato e piazzai la sua punta al collo del bambino............stavo rischiando la testa...ma un senso di disperazione invase la mia mente......Elisabeth passo' guardando il fiore........con la mano fece l'atto di prenderlo....ma lei era morta non poteva io si......mi guardo con il rammarico negli occhi e ando' via......" Ve ne prego Orez ho la mano impegnata..potreste prendere quel vaso per me ?..."...... |
A quel gesto improvviso ed inaspettato di Elisabeth, tutti restarono sorpresi.
Sawas, Orez ed Enusia rimasero a fissarla per alcuni istanti. Poi Orez, esortato dalla donna, si fece coraggio e si avvicinò al fiore. I soldati intanto, estrassero le loro spade e le puntarono verso Elisabeth. “Se oserete farci del male” disse il bambino alla donna “i miei soldati vi infilzeranno a dovere.” “Aspettate!” Rivolgendosi il giardiniere ad Elisabeth. “Il fiore non può essere spostato da qui! Non ora! Ha bisogno di luce e protezione e solo in questa serra potrà averne! Occorre che trascorrano tre giorni da ora per comprendere davvero la verità!” “Quale verità?” Chiese Sawas. “Se quello è davvero il Fiore Azzurro!” Rispose il giardiniere. “Potrebbe essere un bluff...” disse Orez “... magari è un trucco per non farci prendere il fiore...” |
“No, non conosco quel frate di cui dite, milady.” Disse il vecchio ad Altea. “Prima mi domandavate del fiore che citavano i pupazzi che faccio per mia nipote...” sorrise “... in verità è una metafora... una metafora su una leggenda molto antica che domina in queste terre... una leggenda che parla proprio di un fiore... chissà, magari è lo stesso che state cercando voi...” guardò allora i suoi cavalli “... dunque scegliete Rollone... ottima scelta davvero. Oh, mettete via quel denaro, vi prego... non certo con quello riuscirete ad avere uno dei miei formidabili cavalli.” Sorrise ancora. “Una simile bestia merita molto più che vile denaro, non credete? Per averlo occorrerà ben altro pegno, amica mia.”
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Così Clio, Mamyon e Densesu entrarono nella misteriosa villa.
L'interno non era differente da come poteva immaginarsi dall'esterno. Gli arredi apparivano consumati dalla polvere, dal tempo e dall'umidità, mentre le pareti non avevano più le ricche incrostazioni marmoree che un tempo le abbellivano. Inoltre i pannelli figurativi sui soffitti erano ormai indecifrabili e solo confuse macchie di colori sbiaditi animavano ciò che restava. Ad un tratto i tre udirono qualcosa. Come un vocio lontano ed indistinto. “Sembra provenire dal piano di sopra...” disse Densesu. “Aspetta, fa silenzio...” lo interruppe Mamyon “... sembrano... sembrano più voci che parlano insieme... come se... come se recitassero qualcosa... non so... forse una preghiera o una litania...” Densesu allora si avvicinò alle scale che davano al piano superiore, cercando di ascoltare meglio quelle voci. “Credo...” mormorò “... credo si tratti di donne... e sembra stiano recitando il Santo Rosario...” All'improvviso quel vocio cessò di colpo. E un attimo dopo una donna apparve sulle scale. |
Ascoltai con attenzione le parole del vecchio..."Una leggenda?Ovvero...potete narrarmela, magari mi servirà per trovare il Fiore" dissi sorridendo.
Un sorriso spento dalle ultime parole..."Devo pagare un pegno? D'accordo..ma prima narratemi della leggenda e poi ditemi di che pegno si tratta." dissi alquanto pensierosa. |
“Si tratta” disse il vecchio ad Altea “di una leggenda molto antica... narra di un fiore... ma non un semplice fiore... un fiore custodito in una grotta... nessuno ne conosce l'ubicazione, anche se molti sono partiti alla sua ricerca... e tutti ignorano il vero potere di quel fiore... l'unica cosa certa è che quel fiore nasconde un grande segreto...” sorrise “... e a dirvi la verità, anche io, durante la mia giovinezza, sono partito alla ricerca di quella grotta... ma ahimè non sono mai riuscito a trovarla...”
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Era vero..potevano anche infilzarmi....ma non avrebbero mai rischiato che io affondassi la lama nel collo del bambino.......troppo rischio vi era per la sua vita...sembravo una scheggia impazzita......ascoltato il giardiniere...."....Non dovete sottovalutarmi...nonostante una donna l'arte del maneggio della spada mi e' stata insegnata a dovere....vivendo in un posto dove la guerra e' all'ordine del giorno......con le vostre Crociate....avete portato sangue e saccheggio nelle nostre terre...ma il punto non e' questo....Io ho bisogno dei quel Fiore....non ho tanto tempo...anzi a dire la verita non so neanche se il mio tempo e' scaduto.....e allora facciamo cosi'......io e il Vostro Re...rimarremo chiusi in questa serra per tre giorni......solo uno dei miei amici potra entrare col giardiniere per constatare la salute e la validita' del Fiore......ovviamente vi rammento che egli potra' portare del cibo al Re....e' pur sempre un bambino e necessita di essere nutrito.......Un Ultima cosa...vorro' vedere i miei amici in completa salute attraverso i vetri della serra....se solo ad uno di essi verra' fatto del male.........uccidero' anche il giardiniere...e cosi' rimarremo tutti curiosi sulla verita' che appartiene a questo magnifico fiore....."......
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Ascoltai le parole dell' anziano uomo..dalla sua descrizione sembrava proprio il Fiore che mi avevano detto di cercare e stavo cercando..."Si" risposi perplessa "da come lo descrivete sembra proprio il Fiore che sto cercando e da come narrate sembra non abbia speranze se nemmeno un uomo arguto come Voi l'ha trovato..ma mai dire mai..ne va della salvezza di una persona a me molto cara...quasi come una sorella".
Poi pensai a ciò che disse...ovvero...da queste parti...quindi si trovava forse in territorio capomazdese davvero? "Dunque...ditemi che pegno dovrei pagare per avere il cavallo? Spero niente di pericoloso o compromettente" dissi perplessa e chiedendomi cosa avessero di tanto speciale quei cavalli rispetto agli altri. |
Mi voltai verso Densesu, e annuii alle sue parole.
Probabilmente aveva ragione, eravamo a Capomazda dopotutto, e le voci di quelle donne erano in perfetta sintonia. Un attimo dopo, mi accorsi della donna che aveva fatto capolino. Superai Mamyon e Densesu. "...Salute a voi, Milady..." Dissi con un rispettoso inchino "...siamo forestieri, cerchiamo rifugio per la notte... Sir Rudolf ci ha indicato questa villa, assicurandoci che avremmo trovato ospitalità...". E, così dicendo, estrassi il pezzo di pelle con inciso il sigillo del signorotto capomazdese e lo mostrai alla donna. Sapevo che Mamyon non sarebbe stato felice, ma più lo guardavo e più mi rendevo conto di quanto gli avrebbe fatto bene riposare per un po'. |
Il cavallo correva, correva veloce...
quel grido nelle mie orecchie si faceva sempre più forte ed insistente eppure, per qualche ragione, la velocità del cavallo sembrava in qualche modo attenuare la rabbia e l’angoscia, o forse era solo l’illusione di poterle lasciare indietro... e così spronai ancora di più il cavallo, spingendolo a correre sempre più forte, quasi al limite. Non avrei saputo dire cosa successe dopo, non avrei saputo spiegare se fu una mia mossa sbagliata ad imbizzarrirlo o se qualcosa che aveva visto davanti a sé sulla strada... per certo ci fu soltanto che mi ritrovai sbalzata per aria... lanciai un grido, mentre le briglie mi sfuggivano di mano... e poi caddi duramente a terra, e tutto fu buio. Citazione:
quel sogno... un sogno così reale, vivido, inquietante... Poi notai quella figura... udii la sua domanda ma non vi badai... “Lui dov’è?” chiesi, con la voce bassa. |
“Beh...” disse l'anziano ad Altea “... ci sarebbe un pegno per quel cavallo... e riguarda proprio il fiore...” sorrise “... e visto che anche voi lo state cercando... ma non indugiamo oltre... esiste una grotta in queste terre che nessuno è riuscito a raggiungere mai... io ci ho provato in gioventù, senza tuttavia riuscirvi... ora sono troppo vecchio, ma il desiderio di raggiungerla è ancora vivo in me... e visto che voi siete giovane e sana potreste tentare per me... del resto entrambi vogliamo quel fiore... cosa ne dite?”
“Nonno...” intervenne la ragazzina “... proprio come i miei pupazzi!” “Si.” Annuì lui. “Però la dama deve essere accompagnata dal tiratore...” mormorò lei “... perchè il viaggio è pericoloso per lei sola...” |
Guardai l'anziano un pò con disapprovazione..."Sapete? Siete la terza persona che mi chiede di cercare questo Fiore..è una sorta di ossessione diventata, e se non riuscissi a trovare quella grotta? Che dovrei fare? Restituirvi il cavallo???"
Poi dopo aver udito le ultime parole scossi il capo camminando per il cortile e poi raggiunsi di nuovo l'anziano.."Io..ne ho parlato..all'uomo con la balestra del Fiore...ma lui non mi ha creduto, a lui interessa ritrovare la sua balestra in modo da riconquistare il suo castello per di più ammazzando il colpevole, non gli interessa nulla del Fiore e della grotta...io sono disposta a fare questo viaggio ma egli non a seguirmi, capite?" Poi ebbi un ricordo...quando incontrai l' Arconte Meccanico per la prima volta...egli chiamò un servo e si fece trapassare da una freccia con una balestra senza che questa gli procurasse nessuna ferita, era una casualità oppure no? |
“E' fuori, nel corridoio...” disse il frate a Talia “... sembra un leone in gabbia... tra un po' dovrò mandarlo via o finirà per rendermi nervoso...” il suo tono era severo, ma qualcosa nella sua voce tradiva come una sorta di velata indulgenza “... non ho neanche ben capito cosa è successo... è arrivato al castello tenendovi svenuta fra le sue braccia... e mi diceva che era uno sciocco, un idiota... e vi ha affidata a me...” prese una tazza fumante “... ora prendete questo estratto... non avete mai assaggiato nulla di simile, è un segreto conosciuto e tramandato dal monastero di Saint Jean... e non abbiate paura... noi chierici non usiamo avvelenare voi mangiapreti... o, come vi definite oggi, laicisti... anche perchè nessun castigo di questo mondo può eguagliare quelli dei cerchi infernali...” scoppiò a ridere “... tranquilla, non andrete all'Inferno... quando la vigna da pochi frutti, il Padrone del Campo manda prima via gli operai, affidando la sua terra a gente nuova... dunque la vite non ha nulla da temere ora...”
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“Vi ordiniamo” disse il bambino “di non ascoltare alcuna parola di questa donna. Non avrà mai il nostro fiore.”
La situazione stava precipitando. Sawas allora comprese che doveva riflettere. E in fretta. Fissò Enusia e poi Orez, che in quella situazione avevano cercato il suo sguardo, facendo loro un cenno. Allora memorizzò la distanza che lo separava da Elisabeth e poi dall'uscita della serra. Un attimo dopo estrasse dalla tasca due fialette che fece poi frantumare a terra, liberando da esse una densa nuvola che in un attimo rese nulla la visibilità. Orez ed Enusia, messi in guardia dal cenno di Sawas, corsero verso l'uscita e la stessa cosa fece l'illusionista appena preso per mano Elisabeth. E nell'uscire dalla serra, Sawas lanciò altre due fialette al suo interno, liberando stavolta un potente anestetico. “Presto...” rivolgendosi ai suoi “... dirigiamoci verso l'uscita del palazzo, prima che qualcuno trovi il re ed i suoi senza conoscenza in quella serra...” “Riusciremo ad uscire da qui?” Impaurita Enusia. “Siamo fortunati” fece Sawas “che la serra sia vicina all'uscita... se ci fossimo trovati ancora a corte, ci avrebbero presi praticamente subito... ora siate il più naturali possibile... avremo una possibilità di farcela solo se appariremo tranquilli...” Poi si fece consegnare il vaso col fiore da Orez e lo nascose nel suo mantello. Raggiunsero così l'ingresso, dove si trovavano due sentinelle. “Dove siete diretti?” Chiese una di quelle. “Abbiamo mostrato a sua maestà” rispose Sawas “alcune cose del nostro spettacolo. Ora dobbiamo prendere ciò che resta del materiale per prepararlo.” “Cosa nascondete sotto il mantello?” “Nulla.” Fissandolo Sawas. “Mostratemelo o da qui non uscirete.” “Amico mio, io sono un illusionista e non posso svelare ad alcuno i miei trucchi. Ne va della mia reputazione.” “Poche storie” irritata la sentinella “e mostratemi cosa nascondete.” Sawas allora aprì il mantello e saltò fuori un coniglio, che poi cominciò a correre per l'androne. “Che mi prenda un colpo!” Esclamò la sentinella. “Come ci siete riuscito?” “Ora chiedete troppo, amico mio.” Sorridendo l'illusionista. La sentinella annuì e finalmente li fece uscire dal palazzo. “Dobbiamo raggiungere la turbocarrozza e lasciare questa città.” Mormorò Sawas appena furono fuori. |
Quella mattina un tenero e luminoso Sole inondava le belle e rigogliose cime che circondavano la valle.
La nobile tenuta era in fervida attesa ed ognuno dei servitori aveva assimilato ben bene le indicazioni del padrone. Ad un tratto si udì il suono di un corno e poi una carrozza, preceduta e seguita da due schiere di cavalieri, si arrestò davanti al cancello di ottone. Un valletto aprì la portiera ed uomo alto e robusto scese con un salto, finendo però con i piedi nella melma. Tutti allora, servitori e cavalieri, fissarono quell'uomo senza proferire, come se attendessero la sua ira. Ma quello, dopo averli guardati uno per uno, si abbandonò ad una sonora risata, causando così la medesima reazione di tutto il suo seguito. E tutti loro, gaiamente, affondarono i loro piedi in quella melma. L'Arciduca ne fu compiaciuto e cominciò a dirigersi, dopo essersi pulito le scarpe contro il tronco di un albero, verso la villa. Allora gli andò incontro un uomo. Era alto e magro, col viso scarno e l'espressione austera, come se fosse perennemente corrucciata. “Alvat...” disse l'Arciduca nel vederlo “... Alvat, amico mio!” “Milord.” Salutandolo con un inchino Alvat. “Grazie dell'onore che fate a me ed alla mia dimora.” “Mi attendevi?” “Una degna casa” rispose Alvat “è tale solo se è sempre pronta ad accogliere il suo signore.” “Hai ragione!” Esclamò l'Arciduca. “Ben detto, amico mio! Oggi è proprio una bella giornata! Ed io sono di ottimo umore!” “Me ne compiaccio, milord.” “Dimmi, hai deciso?” “Milord?” “Riguardo a quella questione.” “Ho riflettuto.” “Ebbene?” Fissandolo l'Arciduca. “La mia convinzione non cambia.” “Allora devi rifletterci ancora su!” Sentenziò il signore di Capomazda. “Ha forse bisogno della mia approvazione Sua Signoria?” “Tutti i miei consiglieri” fece l'Arciduca “hanno approvato la decisione.” “Allora non occorre altro a Sua Signoria.” “Ma loro sono solo dei ruffiani!” Tuonò l'Arciduca. “Tu invece sei un uomo onesto! Sei l'unico liberale del ducato a cui non chiuderei a calci la bocca!” Cercò di contenersi. “Bella giornata oggi. Si e sono davvero di ottimo umore.” Tornò a fissare Alvat. “E' una guerra giusta. Quegli uomini non hanno Fede e degradano la Chiesa di Roma.” “Vi è forse una legge che vieta di essere anticlericali?” “Si!” Annuì l'Arciduca. “La Legge di Dio!” “Allora spetterà a Dio occuparsene.” Replicò Alvat. Quel ricordo attraversò il cuore della donna nel vedere quel marchio mostratole da Clio. “Se vi manda sir Rudolf...” mormorò “... allora siete i benvenuti...” http://1.bp.blogspot.com/_6qgeWVXWLf...an+Simmons.jpg |
Per un attimo mi parve di vedere gli occhi della donna indulgere su quel marchio, quasi vi vedesse molto più di quanto non appariva alla vista.
Ma fu solo un attimo. Poi vidi i suoi occhi alzarsi su di noi, e darci il benvenuto. Rimisi delicatamente il pezzo di pelle marchiata nella tasca e sorrisi alla donna. "..Vi ringrazio.. non daremo disturbo, ripartiremo domattina presto.. ma.." voltandomi verso Mamyon "...il mio cavaliere è stato ferito e avrebbe bisogno di riposare.. e di cambiare la medicazione , con delle bende pulite..". Sorrisi a Mamyon, osservando la rudimentale benda dove la frecci lo aveva colpito. Poi mi voltai nuovamente verso la donna. "..Se vorrete dirci dove possiamo sistemarci e donarci dell'acqua pulita, ve ne sarò davvero gradta, Milady.." dissi con un sorriso. |
“Il pegno per il cavallo” disse l'anziano ad Altea “non è trovare quella grotta, ma cercarla. Impegnatevi a cercarla ed io vi cederò il cavallo. Non importa se la troverete oppure no. L'importante è cercarla. Dopotutto state cercando anche voi qualcosa. Magari si tratta della medesima ricerca. Cosa avete da perdere?” La fissò. “Comunque, l'uomo della balestra non è lontano da qui. Non avete perso del tutto la possibilità di averlo come compagno per il vostro viaggio.”
La ragazzina era lì ad ascoltare quei discorsi. “Del resto” continuò l'anziano “molte cose vi accomunano a quell'uomo... entrambi cercate qualcosa e le vostre strade sono intrise della medesima minaccia... la morte...” |
"Cercare" risposi bruscamente "come se non avessi fatto altro fino ad esso...cercare chi mi promise amore e cercare la verità su questo amore, cercare la felicità dopo la morte di mia sorella...ora cercare un Fiore..per salvare la mia amica Vivian..per delle persone che ci stanno usando..." cercai di calmarmi, ero disperata..e poi quelle ultime parole..cosa intendeva dire? "D'accordo ve lo prometto, d'altronde non ho nulla da perdere...avete ragione, mi sono imbarcata in una avventura più grande di me, solo il Signore può aiutarmi. Vi prometto..sulla collana che ho donato a vostra nipote, che per me vale più di ogni altra cosa, che andrò alla ricerca della Grotta e di Velvò..così si chiama l'uomo della balestra."
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La donna annuì a quelle parole di Clio e fece loro cenno di seguirla.
Così, li condusse al piano superiore della villa, mostrando ai tre visitatori alcune camere. “Il cavaliere ferito” disse “e l'uomo che lo accompagna prenderanno possesso di questa camera. Mentre voi, milady, alloggerete in questa accanto. In esse troverete bende ed acqua fresca.” Queste ultime parole stupirono Mamyon. Come poteva una villa così decadente e fatiscente avere a portata di mano bende pulite ed acqua fresca? “Ditemi, signora...” fissandola il cavaliere “... vivete qui da sola?” “Si, cavaliere.” Rispose. “La colazione domani sarà servita alle otto. Alle dieci sarà celebrata la Messa, nella cappella di famiglia. Vi auguro un sereno riposo.” Ed andò via. “Perchè ci ha mentito?” Fece Densesu. “Dice di vivere qui da sola, ma noi abbiamo sentito quelle voci.” “Già, vorrei proprio saperlo...” mormorò Mamyon. “Forse erano fantasmi.” Sarcastico Densesu. “O forse è lei stessa un fantasma...” “Cosa vuoi dire?” “Che questa casa e tutto ciò che la circonda” rispose Mamyon “sembrano il frutto di un incantesimo... di una magia...” |
“Forse” disse l'anziano ad Altea “nella grotta troverete tutte queste cose. Tutte le risposte a queste vostre domande. Del resto tutto è scritto, compreso il nostro cammino. E a noi sta solo decidere come percorrerlo... se trarne del Bene, oppure no...” sorrise “... scegliete pure il vostro cavallo... ora vi appartiene...”
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