Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 03-05-2013 15.23.53

Sorrisi guardando i due uomini.
"...suvvia come siete impressionabili... Siamo a Capomazda, dopotutto... Magari le voci che abbiamo sentito erano di pie monache che non devono essere turbate dalla vista di due uomini giovani e belli come voi..." Con un sorriso.
Poi, alzai le spalle "...ma più probabilmente quelle donne non abitano qui... Anche mia madre invita sempre un sacco di amiche con cui recitare il Rosario...".
Osservai le porte vicine per un momento, poi mi voltai verso i due uomini.
"...Densesu, tenete la porta ben aperta, non mi fido delle cure degli uomini, dobbiamo cambiare quelle bende ma non voglio che le mie intenzioni vengano fraintese...".
Feci un cenno a Mamyon di seguirmi nella stanza, li, come descritto dalla donna trovammo bende e acqua pulita.
"...perfetto..." Sussurrai.
"...forza cavaliere, giù, da bravo..." Aiutando Mamyon a sdraiarsi sul letto accanto alla grande finestra.
"...certo che è messo proprio male..." Osservando la rudimentale benda intrisa di sangue.
In poco tempo sistemai per quel che potevo la medicazione.
"...ecco, così dovrebbe andare..." Dissi a Mamyon, sorridendo "... E ora riposa, ti farà bene..." Chinandomi a baciarlo dolcemente.
Lasciai la stanza subito dopo.
"...buonanotte Densesu, cercate di dormire un po'..".
Chiusi la porta dietro di me, e solo in quel momento mi resi conto di quanto ero stanca in realtà.
La stanza era spaziosa e luminosa e anche lì, come in quella di Densesu e Mamyon, c'era una tinozza con dell'acqua fresca.
Ne approfittai immediatamente per lavarmi e cambiarmi d'abito.
Ma dopo poco mi coricai, cadendo in un sonno profondo.

Altea 03-05-2013 16.23.17

Annuii col capo, d'altronde quell'uomo aveva un chè di saggezza, qualcosa di celato e misterioso..quelle rappresentazioni di me e Velvò che stranamente avevano qualcosa in comune con quella leggenda e nelle sue stesse parole.."Mi affido alla vostra intelligenza e al vostro sesto senso messere, come vi dissi, io ho scelto Rollone..e vi ringrazio per avermi indirizzato nella giusta via...mi auguro, perchè mi sentivo spaesata, ora forse sarebbe meglio affrettarsi non pensate?Sir Velvò potrebbe allontanarsi troppo".
Pensai anche, stranamente, che Velvò mi aveva proprio indirizzato in questa casa...fu il fato o non era una casualità?

Talia 04-05-2013 00.40.08

Presi la tazza dalle mani del monaco e la avvicinai al viso... aveva uno strano profumo... leggermente speziato...
Per qualche momento, osservai il fumo che saliva in ampie volute da quella tazza... poi riportai gli occhi sul monaco...
“Vi sbagliate su di me...” dissi poi, con voce lieve “E’ vero, io non credo in ciò cui credete voi... ma ho sempre rispettato chi, invece, possiede quel dono. La mia anziana servitrice è spesso in pena per me e prega molto per me... io non penso che questo serva, ma rispetto ciò in cui crede. Io... sì, io credo in ciò che posso vedere e toccare e non credo nella manna dal Cielo... e non credo che aver fiducia in qualcosa di superiore porti gli uomini ad essere migliori... anzi... meschinità, sotterfugi, falsità e menzogne... solo l’Etica ci salva da tutto questo... l’Etica, e tutti quei fondamenti che ci permettono di agire correttamente, di agire mediando tra la propria libertà ed il rispetto per gli altri...”
Sospirai e portai gli occhi verso la finestra sulla parete opposta...
“Parole...” mormorai “La filosofia, come ciò in cui voi credete, rischia di restare nient’altro che parole... solo un’inutile discorso infiocchettato, se non supportato da fatti... ed i fatti, in tempi come questi, giocano tutti a nostro sfavore...”
Per lunghi minuti rimasi così, in silenzio, con gli occhi tristi fissi sui vetri della finestra da cui filtrava la luce del giorno...
e pensavo a tante cose...
pensavo al mio soggiorno lì e a ciò che dovevano pensarne a Sant’Agata...
pensavo a Sygma e a Capomazda...
pensavo a quella voce che avevo udito ed al sogno che avevo fatto nel mio stato d’incoscienza...
pensavo a quel frate ed alle sue parole...
ma più di tutto, più che a qualsiasi altra cosa, io pensavo a Guisgard: al suo gesto presso la fontana ed alla durezza delle sue parole poco dopo, pensavo a ciò che aveva appena detto il monaco su di lui, pensavo a quel suo sguardo che sapeva essere così dolce e rassicurante ma anche così tanto freddo ed enigmatico... e poi pensavo a quanto ero stata debole, pensavo alla facilità con cui avevo abbassato la guardia e a quanto dovevo essergli sembrata sciocca e fatua... e pensavo a quanto pericoloso poteva diventare per entrambi quel mio singolo momento di fragilità...
Infine battei le palpebre e mi costrinsi a tornare in quella stanza...
“Forse...” dissi allora al frate, con la voce di nuovo forzosamente glaciale “Forse dovreste andare in quel corridoio a dirgli che sto bene. Sapete, ha giurato di proteggermi ed è dunque solo per questo che quella mia sciocca caduta da cavallo lo ha così preoccupato, se è vero ciò che avere detto... dopotutto...” sorrisi amaramente “Dopotutto se mi fossi gravemente ferita, lui avrebbe dovuto fornirne spiegazione... senza contare poi il grave colpo che questo avrebbe inferto al suo cavalleresco ed arrogante orgoglio di cavaliere imbattibile!”
Pronunciai quelle parole con voce bassa, fredda e sarcastica... senza tuttavia riuscire a celare del tutto quell’ingombrante sentimento che mi attanagliava pensando a lui...

Guisgard 04-05-2013 12.32.32

Frate Nicola ascoltò con attenzione ogni parola di Talia.
Ascoltò senza distogliere mai i suoi occhi da quelli di lei.
Occhi penetranti ed indagatori erano quelli del vecchio frate.
Occhi che però non lasciavano trasparire nulla, né sensazioni, né emozioni.
E come quello sguardo, anche la sua espressione austera appariva impenetrabile.
“Voi” disse poi alla ragazza “credete davvero a tutte queste sciocchezze che avete appena detto?” Accennò poi un vago sorriso. “Forse dovreste dirglielo voi... magari riuscirete a convincerlo... e a convincere voi stessa di ciò che avete detto...” e si avvicinò alla porta per far entrare Guisgard.



"Quando si parte per cercare le cose della terra, allora bisogna seguire le regole e i tempi della terra.
Ma quando cerchiamo le cose del Cielo, quelle che durano in eterno, allora le regole e il tempo degli uomini non esistono più."
(Lao Tzu)


Fine Prima Parte

Guisgard 04-05-2013 13.02.22

La Sinfonia dell'incantato Verziere di Chanty

Seconda Parte


Capitolo Primo: Il Codex Nolhiano

“<<Sai>>, disse l'Austero, <<intanto che il tempo passa e ti abitui potresti scrivere un libro di racconti sulla Terra promessa, su che effetto fa. Tanto, questo sul diavolo l'hai finito ormai.>>”

(Igor Sibaldi, Il Frutto Proibito della Conoscenza)



Università Cattolica degli Studi, Città di Capomazda.
2013.
http://lh4.ggpht.com/_hVOW2U7K4-M/S4...e6ue5yeres.jpg

Il professor Asevol aveva appena terminato il suo seminario di Filologia Capomazdese.
“Concluderà” disse poi ai suoi studenti “la dottoressa Morin.”
Dalla platea si avvicinò allora una giovane donna, che prese posto fra il professore ed i suoi assistenti.
“Buongiorno a voi.” Salutando gli studenti presenti. “Sono Maria Morin e faccio parte del Dipartimento di Storia Capomazdese, sezione Miti e Leggende del passato. La dialettica e la preparazione del professor Asevol sono senza dubbio straordinarie e dalle sue parole sembra emergere quel mondo antico con tutto il suo fascino intatto. Ma, al di là della bravura del vostro professore, noi tutti ovviamente sappiamo che la Gioia dei Taddei, così come il Fiore Azzurro sono poco più che favole. Sono miti elaborati dagli antiche per nobilitare la loro storia e la loro terra. Sono simboli, come il Vello d'Oro, Excalibur o Durlindana. Sono immagini e temi che alterano la storia, romanzandola e rendendola quindi più facilmente assimilabile al meraviglioso ed al sovrumano. Una tendenza comune a tutte le grandi civiltà del passato. Come quando una guerra, probabilmente nata per motivi commerciali, diviene, secoli dopo e grazie alla bravura di aedi e cantori, la Guerra di Troia, il più leggendario conflitto della storia. O come quando i romani, per mostrarsi degni del mondo greco, legano le loro origini con gli ellenici, inventando la leggenda dei due gemelli allattati dalla lupa. E gli esempi potrebbero continuare. Tuttavia oggi molti studiosi tentano di far luce su questi miti, cercando di capire cosa volessero rappresentare. Il mito di Giasone, gli Argonauti ed il Vello d'Oro, ad esempio, descrive forse una spedizione nel Mar Nero durante l'Età del Bronzo. Così come il mito delle discesa degli Eracliti, i figli di Ercole, nasconde la storica conquista dorica e la nascita della Grecia antica sulle rovine del mondo Miceneo. Per questo il Dipartimento vuole promuovere studi che possano decifrare l'origine e il significato di questi arcaici miti Capomazdesi. Cosa nasconde davvero la Gioia dei Taddei? Forse una serie di congiure da parte di nobili filosygmesi? O sentimenti di ribellione verso il dispotismo illuminato degli Arciduchi? E il Fiore Azzurro? Forse una sorta di arma che legittimava il potere? O un simbolo religioso, visto il ruolo della spiritualità nel Cosmos Capomazdese? Per svelare tutto questo, naturalmente per fini scientifici, il Dipartimento promuoverà una serie di campagne di scavo nei luoghi in cui sono stati ambientati quei miti... la città di Tylesia e quella di Sant'Agata di Gothia in particolar modo.”


+++

Clio 04-05-2013 22.10.43

La luce del sole pomeridiano filtrava dalla grande vetrata, illuimnando l'intera stanza.
Fogli, libri, un computer e un tablet erano sparsi disordinatamente sulla scivania.
Tenevo stretto in mano un foglio, leggendolo velocemente, mentre sorseggiavo una tazza di caffè.
Possibile che non sapessero fare un caffè decente, in quella città?
E dire che, per tutto il resto, mi sembrava di essere passata dalle stalle alle stelle.
L'università statale dove avevo studiato e dove stavo svolgendo la mia ricerca per la tesi di dottorato era totalemente diversa.
E io che mi ero sentita spaesata quando mi avevano chiamato a Capomazda.
Del resto, pensai, il mio stupore era ben fondato poichè raramente le università cattoliche affrontavano temi come quelli in cui ero specializzata.
Ma la mia professoressa mi aveva spinto ad accettare la collaborazione e io ero partita di buona lena.
Infondo, lasciare casa mia mi avrebbe fatto soltanto bene, vista la situazione.
Posai il foglio e finii il caffè in un sorso.
Non avevo intenzione di pensare ai miei problemi personali in quel momento.
Dovevo concentrarmi, dovevo essere lucida e reattiva.
Il trillo del telefono mi fece sobbalzare. Non risposi, attendendo che qualche impiegata lo facesse al posto mio.
Poi mi resi conto che era ancora la pausa pranzo, e nel dipartimento non c'ero che io.
"..Pronto, dipartimento di Antichità classiche, sezione mitologia e religione.." dissi nel mio capomazdese poco brillante, alzando gli occhi al cielo "...no, non c'è.. dovrebbe richiamare più tardi..A lei, arrivederci..".
Riagganciai, scuotendo la testa.
Infondo, non dovevo lamentarmi delle piccole incombenze come quella: nella mia università non avevo nemmeno una scrivania tutta mia, con tanto di vista sulla città e macchinetta del caffè (per quanto penoso) a portata di mano.
Lì, le cose erano diverse.
Infondo, pensai, avevano bisogno di me e delle mie ricerche.
Tornai a concentrarmi sugli appunti che tenevo in mano, quando sentii il mio smartphone vibrare vigorosamente.
"..Che c'è adesso.." sussurrai, prendendolo tra le mani. Un sorriso nostalgico mi si piazzò sul viso.
L'allenamento di quella sera era stato anticipato.
Già, peccato che io mi trovavo a centinaia di chilometri da casa. Evidentemente il mio maestro aveva mandato un messaggio collettivo, includendo anche me. Risposi.

Magari! Volerei lì se potessi. Mi mancate tutti. Buona serata, saluti da Capomazda.

Pensai per un momento a quanto mi mancasse combattere. Certo, da quando ero arrivata andavo regolarmente in palestra per evitare di perdere tutti i progressi che avevo fatto nell'anno precedente, ma non era affatto la stessa cosa.
Sospirai, mi ero disratta di nuovo.
Guardai l'ora e per poco non saltai sulla sedia: era tardissimo.
E io che pensavo di avere anche il tempo di esaminare quell'antico codice che mi avevano lasciato sulla scrivania.
Decisamente, l'avrei fatto in serata.
Raccolsi tutte le mie cose e mi diressi nell'ala dell'università in cui si trovavano le aule.
Seguii i corridoi con cui non avevo molta familiarità, e mi feci guidare dai cartelli per raggiungere l'aula che cercavo.
Percorrendo il grande corridoio dell'ala est, mi imbattei in una bella locandina, che invitava gli studenti al seminario di filologia capomazdese.
Normalmente non mi sarei interessata di tali questioni, ma sapevo che la dottoressa Morin doveva tenere un intervento in un seminario di quel tipo.
Non mi sbagliavo, infatti, il suo nome era indicato tra gli oratori.
Più tardi le avrei chiesto come fosse andato.
Da quando ero arrivata a Capomazda, lei era sempre stata gentile e disponibile con me, e mi era stata subito simpatica.
Del resto i nostri studi, seppur in contesti diversi, non erano poi così distanti.
Finalmente trovai l'aula, in perfetto orario.
Trassi un profondo respiro prima di entrare.
Nel varcare la soglia, lanciai uno sguardo agli studenti che riempivano l'aula.
Possibile che siano così tanti? E' così seguito questo corso? Aiuto..
Raggiunsi la cattedra e vi posai sopra la borsa.
Per un momento rimasi con la testa bassa, dovevo prendere gli appunti, sistemare la chiavetta nel computer per proiettare la presentazione che avevo preparato, ma più che altro ero terrorizzata.
Era la prima volta che tenevo una lezione da sola, e soprattutto in una lingua che non era la mia.
Tuttavia, dovevo parlare dell'argomento della mia tesi di laurea, e questo facilitava non poco le cose.
"..Buongiorno a tutti.." dissi poi, con convinzione, quando l'orario di inizio scoccò, implacabile.
"..Come avrete saputo, oggi il professore non ha potuto esserci e ha chiesto a me di tenere questa lezione.. Immagino che non mi abbiate mai visto, sono la dottoressa Lester e collaboro con il dipartimento di Antichità Classiche..".
Vidi molte facce guardarsi intorno, perplessi.
"...no, tranquilli.. non ho sbagliato aula.. so che questo è il corso di Storia della guerra tra Capomazda e Sygma.. il professore mi ha invitato perchè ho studiato a lungo qualcosa che sicuramente voi non avete trattato..".
Un piccolo sorriso ironico mi incorniciò il volto.
Ci scommetto..
"..Dunque.." dissi distrattamente, facendo partire la presentazione elettronica "..Come potete notare il tema della nostra lezione sarà il seguente: "Tracce del culto di Morfeo a Sant'Agata di Gothia".. so che può sembrare impossibile, ma sono state trovate delle testimonianze di questo antico culto nella città contesa, proprio al tempo della conquista Sygmese della città.. data l'eccezionalità della questione, occorre capire bene con che cosa abbiamo a che fare... Mi auguro di riuscire a spiegarvi lo stato e l'orientamento degli studi in questo senso e, magari, di fornirvi qualche spunto per le vostre ricerche.." sorrisi "...Vi chiedo scusa per la mia pessima pronuncia, ma sono qui da poco..".
Iniziai, quindi, la mia presentazione.
Parlai del ritrovamento del ciondolo contenente papavero essiccato e un lembo di pergamena.
Mostrai il suo "gemello" molto più antico.
Tradussi l'invocazione a Morfeo e condussi una veloce analisi paleografica della pergamena stessa in cui era contenuta, spiegai così il perché quella preghiera non poteva essere retrodata in un'epoca in cui il culto del dio era diffuso.
Parlai dell'inchiostro particolare, di quanto fosse pregiato e di come questo avesse fatto pensare che il ciondolo appartenesse ad un membro della nobiltà.
Ma anche di come il ritrovamento, da solo, non autorizzi a pensare che il culto fosse diffuso, ma che potrebbe trattarsi di un caso isolato, così come quel ritrovamento potrebbe essere il primo di molti, ma finché le ricerche non continueranno non si potrà delineare un quadro preciso.
"...Inutile dire.." dissi infine "...che stupisce trovare un reperto tale in un contesto come questo... E molti hanno tentato di trovate una spiegazione... Tuttavia, occorre tener conto di una cosa... Noi non sappiamo se questo ciondolo sia da inserire in un contesto capomazdese o sygmese, infatti, come ben saprete, le due potenze rivali si contesero la città di Sant'Agata di Gothia nel periodo in cui fu scritto questo amuleto... È scontato dire che le considerazioni su di esso cambiano radicalmente a seconda dell'ipotesi che si prende in considerazione... Le nostre, al momento, non sono che supposizioni e solo ulteriori ritrovamenti potranno far luce sulla questione...".
Respirai profondamente, mentre anche le sequenze della mia presentazione digitale si esaurivano. "...grazie dell'attenzione... Se avete domande o riflessioni da fare, chiedete pure..." osservando con sguardo benevolo gli studenti seduti davanti a me.

Altea 04-05-2013 23.25.17

Quella mattina era veramente uggiosa sopra il cielo di Oxford, attraversai di fretta la zona universitaria e percorsi quasi correndo St. James Road..eravamo in ritardo.
Suonai alla porta e la madre di Josephine aprì frettolosamente..dovevo attendere visto che la mia amica era, come sempre, perplessa su cosa portare soprattutto in fatto di vestiti, sbuffai, presi il cellulare e nel frattempo chiamai un taxi.
Mi sedetti al tavolino da the, rassicurando la madre della mia migliore amica "Non si deve preoccupare Mrs. Johnson, andiamo a Capomazda per perfezionare i nostri studi di Storia Antica e sui Miti e Leggende. Il nostro professore, Teacher George Parker, ci ha così affascinato su questa Leggenda del Fiore Azzuro, della Gioia dei Taddei, la guerra tra Capomazda e Sygma che vogliamo approffondire gli studi e scoprire se veramente si tratta di Leggenda o anche vi sta della realtà."
Per fortuna ero una delle migliori studentesse del professore e mi spronò a partire e a dire il vero potevo anche permettermelo quel lungo soggiorno.
Mio padre discendeva da una antica Casata di conti...i Trevor...ed era pure lui uno dei migliori professori nelle Università di Oxford.
Mia madre, invece, nonostante fosse pure lei una esperta di Arte aveva scelto di dedicare la sua vita alla famiglia, ma mi aveva sempre spronata negli studi..e forse a non commettere il suo errore.
Ma vi era altro..nella biblioteca della nostra antica dimora vi stavano da sempre dei libri su questi Miti poichè si narrava una antenata in tempi molto antichi, fosse andata alla ricerca del Fiore Azzurro..che lo avesse trovato non si sapeva certamente.
Quando Josephine fu pronta salimmo sul taxi e ci dirigemmo verso l'aeroporto dove la mia famiglia mi aspettava coi bagagli.
Ci salutammo calorosamente, ci dirigemmo verso il check-in, prendemmo la navetta e poi salimmo sull' aereo.
Ero emozionata per questa avventura e Josephine molto più di me.."Ecco!" mi rivolsi a lei ridendo "Inizi già a fare castelli in aria.D'accordo che a te non interessa molto studiare tutto questo e mi accompagni solo per curiosità e conoscere nuovi posti, ma ricordati che non lascerò Capomazda senza avere studiato accuratamente e doverosamente e dato un ottimo esame..chissà magari scoprirò pure dove si trova il Fiore Azzurro" le feci l'occhiolino.
Decollammo, ero in preda a un fervore d'animo, dopo un pò guardavo le nuvole quasi svanire e tutto fu limpido, sotto di noi vi stava una città..eravamo arrivate finalmente a Capomazda.
Atterrammo, prendemmo i nostri bagagli e mostrammo a un taxista un biglietto con un nome ed una via, egli ci fece cenno di salire.
Saremmo state ospiti durante il nostro periodo di una amica di una mia zia la quale dimorava pure in una villa antica e aveva nobili passati. Ovviamente i miei genitori avevano pensato a darci una ottima sistemazione.
Poco dopo ci trovammo di fronte ad una grande villa antica e suonai il campanello.

elisabeth 05-05-2013 20.29.57

Il traffico era stressante...la gente sembrava impazzita e non vi era ne mattina ne pomeriggio......raggiungere la Clinica era impossibile.....eppure le viuzze conosciute diventano un toccasana in certi momenti.......bene...parcheggiato, borsa carpetta...pc..camice e che diamine, tra un po' mi sarebbe stata utile una valigia, raggiunsi il mio studio....." Elina buongiorno..lunedi' di inferno anche per te immagino......le cartelle che le ho richiesto spero stiano sulla mia scrivania....desidero guardarle prima degli interventi......buon lavoro allora...."...entrai nello studio...chiusi la porta alle miei spalle......il mio mondo....accesi il pc......andai in bagno e mi cambiai......sembravo un Folletto verde......il camice bianco spezzava un po' la cosa......stavo ridendo .....quando gli occhi mi caddero su una busta gialla posata sulla mia scrivania....la presi tra le mani e l'aprii col mio tagliacarte preferito..l'abbassalingua.....riconobbi la carta.....ed il suo colore....aprii il foglio scritto accuratamente........come esperta di simbologia e di vecchie leggende dovevo recarmi all' Universita' Cattolica di Capomazda........era stata la mia passione ed ora potevo prendermi qualche giorno di ferie......" Elina....guarda cosa mi e' arrivato......un invito...niente appuntamenti per i prossimi giorni...e tu verrai con me....".......rientrando in studio......mi ritrovai esultante come una ragazzina....

Guisgard 06-05-2013 01.37.31

La lezione di Clio terminò e nell'aula ci fu un basso brusio.
Qualche studente scambiò veloci considerazioni con la bella professoressa, ma in breve l'aula cominciò lentamente a svuotarsi.
E mentre Clio raccoglieva dispense, fotocopie e dvd contenenti materiale vario della lezione, sentì qualcuno battere le mani.
“Davvero una lezione affascinante.” Disse un uomo seduto negli ultimi banchi della prima fila. “Mi piace il modo in cui descrivete argomenti che nove su dieci finirebbero per annoiare.” Rise. “A me facevano morire dal sonno all'università. Ora invece neanche mi sono accorto del tempo che passava. Lei ha un dono non indifferente. Mai pensato di fare la presentatrice di quei programmi scientifici su National Geografhic? Quelli in cui si parla di storia, archeologia e scienza, mischiandole con argomenti assurdi, tipo alieni, sette sataniche e continenti perduti?” Scosse il capo divertito. “Beh, credo sia il caso di presentarmi... sono Luke Odis, fumettista e sceneggiatore. Mi hanno indirizzato da lei, diciamo così, quelli della Facoltà di Storia... Lettere Classiche... in verità a me serve un Cicerone, per documentarmi su usi e costumi dei tempi antichi, visto che sto lavorando ad una nuova saga in stile gotico... non mi andava di mettere su il solito polpettone fantasy e dark... e così ho deciso di documentarmi... ho chiesto un po' in giro, soprattutto ad amici che lavorano nel campo universitario e tramite uno di loro ho conosciuto il professor Asevol. E proprio lui mi ha fatto il suo nome...”
http://www.homeenter.com/picHE/JPG60...1_screen02.jpg

Talia 06-05-2013 02.00.09

La penna scorreva rapida sul foglio di carta lievemente ruvido, grattando appena e producendo quel rumore per me tanto gradevole.
Amavo scrivere...
avevo bisogno di scrivere...
mi era sempre sembrato che, mettendole nero su bianco sui miei quaderni, molte delle mie idee riuscivano poi a trovare un ordine ed un senso. E spesso li trovavano autonomamente.
E su quei quaderni scrivevo e appuntavo qualsiasi cosa: impressioni, opinioni, fatti rimarchevoli, stati d’animo che altrimenti sarebbero stati troppo fuggevoli per essere compresi.
Sollevai la penna per un istante e portai gli occhi fuori dal finestrino, osservando distrattamente il paesaggio che correva fuori...

Il medico sollevò gli occhi dai suoi fogli e mi osservò...
“Signorina...” iniziò poi a dire, con quella sua tipica voce calma e profonda “Signorina, da quel che vedo... da ciò che ho potuto appurare, durante i nostri incontri... lei non è malata!”
Lo osservai in silenzio, impassibile.
“Ciò che le è capitato...” continuò l’uomo “...può essere imputabile a molti fattori: lo stress in primo luogo, e poi la suggestione. Ha ammesso lei stessa di aver compiuto molte ricerche... come dire... particolari, per il suo lavoro. Ciò nonostante, io non credo che vi sia minimamente ragione per ritenere che il suo stato sia imputabile ad una patologia!”
“Faccio ancora quei sogni...” dissi.
“Sempre lo stesso sogno?” chiese.
“Sogni simili!” risposi.
“Ha ripreso a scrivere?”
“No... non come vorrebbe il mio editore!”
“Scrive ancora soltanto sui suoi quaderni?”
“Si!”
Lui mi fissò...
“Senta...” disse poi “Le darò un consiglio: cambi aria! Lasci la città, vada da qualche parte dove non è mai stata, faccia nuove esperienze... si rilassi, e vedrà che anche quei sogni presto svaniranno e riprenderà a scrivere.”
Lo osservi per qualche momento, poi mi alzai...
“Grazie, dottore!” dissi, tendendogli la mano.
“Buona fortuna!” rispose, alzandosi a sua volta e stringendola.


Il fischio del treno mi destò da quel ricordo.
Una voce metallica di donna giunse, poi, da un altoparlante per informare i passeggeri che eravamo giunti al capolinea.
Eravamo a Capomazda.
Con un sospiro, richiusi il quaderno e lo riposi nella borsa, insieme alla penna... poi presi dalla rastrelliera il trolley di vernice bianca, lo posai a terra e lentamente mi avviai verso la porta centrale, proprio mentre il treno si fermava ed apriva le porte.
La stazione centrale di Capomazda era una struttura moderna in ferro e vetro, un’umanità disparata correva su e giù per i binari, si accalcava, premeva contro le barriere...
io, con la borsa sulla spalla e trainando il trolley, mi diressi verso l’uscita.
Avevo quasi raggiunto l’ampio e luminoso atrio che dava sull’esterno, quando qualcosa attrasse la mia attenzione... diversi giornali erano appesi di fronte ad un’edicola, e su di essi campeggiava un’immagine ed un titolo a caratteri cubitali... il mio sguardo fu attratto da alcune parole... “mistero”, “morte sospetta ed inspiegabile”... e poi un nome... un nome che, da solo, bastò a bloccarmi dov’ero...
“Me ne dà uno, per favore?” dissi, avvicinandomi alla donna nel chioschetto ed accennando ai giornali “Quanto le devo? Ecco a lei! Grazie... buona giornata...”
E, con il giornale tra le mani, mi allontanai in fretta.

Guisgard 06-05-2013 02.07.11

Elisabeth arrivò così presso il suo studio.
Ma subito uno degli infermieri le si avvicinò.
“Dottoressa...” disse “... so che non ama ricevere visite prima di cominciare il suo turno... ma quei due visitatori... credono abbiano fatto pressioni per essere ricevuti da lei. Probabilmente hanno avuto permessi speciali dalla Facoltà di Medicina. Ora la stanno attendendo nel suo studio, dottoressa.” L'infermiere aprì di poco la porta ed Elisabeth vide due uomini seduti ad aspettarla.
Indossavano abiti eleganti, con giacca e cravatta e avevano occhiali scuri che sembravano celare qualcosa di enigmatico.

Guisgard 06-05-2013 02.12.23

Così, Altea e Josephine si diressero verso villa di quell'amica di famiglia.
Tuttavia il tragitto per raggiungerla fu un po' più lungo del previsto.
Infatti Città di Capomazda era quasi bloccata dal traffico e molte strade principali erano state praticamente chiuse alla circolazione.
Il taxi così cominciò a prendere scorciatoie, tagliando in stretti vicoletti, quartieri secondari, fino a raggiungere l'asse tangenziale mediana, la velocissima strada che percorreva la periferia Nord di Capomazda e la metteva in comunicazione con le più importanti città dello stato.
Alla fine arrivarono alla villa.
Allora le due bussarono e subito le accolse quell'amica di famiglia, invitandole ad entrare.
La donna era Julien, una psicologa in pensione e si mostrò subito molto cordiale ed affettuosa con le sue due ospiti.

Guisgard 06-05-2013 04.19.55

Talia raggiunse così l'uscita della stazione, leggendo quel giornale appena preso.
E la prima pagina pubblicava un articolo dal titolo “Misteri e leggende attorno alla morte di Robert de' Taddei”:

“Improvvisa e misteriosa morte dell'industriale Robert de' Taddei, proprietario della Taddei Corporetion.
Il multimiliardario è stato trovato senza vita nei suoi uffici dell'Empire state of Afra, il grattacielo che ospita gli studi delle sue industrie. Secondo notizie ufficiali, rilasciate dai suoi portavoce, l'uomo sarebbe deceduto per cause naturali, anche se da alcune fonti non ufficiali trapela lo stupore dei medici circa le reali cause del decesso.
Pare infatti che uno degli addetti alle pulizie, trovandosi presso gli uffici verso l'ora della morte, abbia dichiarato di aver visto il corpo dell'industriale in condizioni indescrivibili. Dalle testuali parole dell'addetto alle pulizie riportiamo che Robert de' Taddei <<appariva con l'espressione e i tratti stravolti, come se qualcosa di orribile lo avesse spaventato a tal punto da fargli perdere il senno prima e la vita poi.>>
Da alcune anticipazioni sui risultati dell'autopsia, che sarà resa pubblica tra pochi giorni, sembrerebbe che il referto trovi inspiegabile il decesso. Gli organi del multimiliardario sembrerebbero alterati nel loro funzionamento chimico e biologico. Come se i suoi organi interni avessero improvvisamente cessato di funzionare, causandogli un decesso innaturale ed inspiegabile.
Queste ipotesi, ancora del tutto da verificare, hanno però scatenato le reazioni, spesso non senza eccessi di fanatismo, da parte di molti che vedono in questa morte un ritorno di antichi fantasmi e spettri dal passato. Il decesso del noto industriale ha infatti riesumato tutta la superstizione che aleggia nella nostra società, facendo ritornare così Capomazda nel bel mezzo dei secoli bui, a caccia di streghe e demoni.”

Clio 06-05-2013 14.09.40

Alzai distrattamente lo sguardo, per osservare l'uomo che aveva parlato.
Mi resi conto di quanto credesse di essere divertente, ma i tipi come lui mi irritavano e basta.
Tuttavia, aveva cercato di farmi un complimento, e non potevo starmene lì a guardarlo con quel l'aria di sufficienza.
"...E traviare la popolazione, facendogli credere che le piramidi le hanno costruite gli alieni, o che i giganti hanno deposto i megaliti di Baalbek? C'è davvero gente che guarda quella roba?" Dissi, senza trattenere il mio disprezzo.
Detestavo quelle infiltrazioni giornalistiche nel mondo accademico.
Lasciai così la cattedra, mi avvicinai e strinsi vigorosamente la mano che mi porgeva.
"No, la televisione non fa per me, sono un topo da biblioteca...Clio Lester.. Piacere di conoscerla... Sono lieta che non si sia annoiato... Deve aver avuto dei pessimi maestri all'università, o scelto una strada che non le apparteneva, il sapere non dovrebbe mai annoiare." Sorrisi, un sorriso freddo, di circostanza.
"...Dicevate di aver bisogno di un Cicerone..".
E, mentre stavo per rispondergli che la mia copia delle catilinarie era rimasta a casa, compresi il significato profondo di quella frase.
Essere immersi negli studi a volte fa perdere di vista i modi di dire, e si è tentati di prendere tutto alla lettera.
"....Oh, ha bisogno di qualcuno che le faccia da Cicerone, certo... Il professor Asevol, eh.. Filologia capomazdese, se non mi sbaglio..".
Un sorrisetto ironico mi si dipinse sul volto.
I soliti filologi, certo... Che cos'è la storia sociale se non lo studio degli usi e dei costumi... Tanto varrebbe chiamarla "storia delle tradizioni paesane"....
Tuttavia, il solo fatto che quel tipo avesse deciso di documentarsi denotava buona volontà, dote assai rara da trovare.
In più, essendo l'ultima arrivata, per lo più straniera, non potevo certo mettere in discussione il parere di un professore così stimato.
"...Dunque... Non so se posso davvero esserle utile, ma farò del mio meglio..." Sorrisi, nuovamente "...così le eviterò di dar vita ad un... Come l'ha chiamato? Un polpettone.. Di quelli che mi fanno venire la pelle d'oca per come parlano del mondo classico.. Ma la avverto, non so che cosa le abbiano raccontato dei miei studi.. Io mi occupo di storia socio-religiosa.. Al massimo di mitologia... Non di usi e costumi...." Mi fermai prima di spiegare nel dettaglio il mio campo di studi, rischiando di annoiare quel pover uomo.
"...beh, non importa..." Guardai l'orologio, potevo concedermi una pausa prima di tornare al lavoro.
"..Che ne dice di una razza di caffè? Così mi spiegherà di che cosa tratta questo non-polpettone..." Dissi con un sorriso cordiale.

Altea 06-05-2013 15.02.01

Julien, l'amica di zia Margareth,ci aprì cordialmente la porta e ci fece accomodare.
Aveva un volto allegro e cordiale e un modo di fare rassicurante..non per niente era una famosa psicologa e subito mi sentii a mio agio in quella grande casa e soprattutto in quella grande città.."Grazie per l'ospitalità" esclamai stanca, appoggiando a terra i bagagli "Non immaginavo Capomazda fosse così caotica, Oxford, nonostante sia popolata da molti studenti, è così lineare e ci si può perfino muovere in bicicletta tranquillamente volendo."
Entrai nella mia stanza, io e Josephine avevamo due grandi stanze separate ma comunicanti con una piccola porta.
Iniziai a disfare le valige, riposi meticolosamente i miei oggetti personali e i libri di studio, i vestiti nel grande e antico armadio stile barocco, presi una lettera e due tomi e li appoggiai sullo scrittoio.
Guardavo la stanza e fuori la finestra, fuori vi era la modernità ma in quella camera come in tutta la casa si viveva un profumo di antichità che non dava senso di oppressione ma di bellezza, accarezzai le fresche tende di seta profumate leggermente di lavanda e i drappeggi damascati.
Fummo chiamate per un the, ci sedemmo su un tavolino ben imbandito di dolci e Julien ci guardava sorridendo, doveva essere felice...la zia mi aveva raccontato si era sentita piuttosto sola dopo la morte del marito, il quale era capomazdese.
"Mrs Julien, avrei bisogno di una cortesia..nonostante sono appena arrivata dovrei recarmi alla Università Cattolica. Devo consegnare a un professore, amico del professor Parker, una sua lettera dove è spiegato il percorso di studi che dovrei seguire, dalla storia Capomazdese alla guerra con Santa Agatha di Gothia, la storia di Tylesia e i Miti sul Fiore Azzurro e la Gioia dei Taddei e altro ancora. In tal modo potrò iniziare subito col mio piano di studi. Vorrei anche consegnarli i due tomi che sono stati rinvenuti nella biblioteca di casa mia" e ricordai le parole di mio padre...

"Non so il motivo ma qualcosa ci lega a quelle Terre...due nostre antenate, che portavano il tuo nome, furono sia a Tylesia che a Santa Agata di Gothia e Capomazda..come narra uno storico della nostra famiglia in questi tomi".
Mi sembrava di vederlo con il sigaro in bocca e la lente mentre osservava i suoi documenti storici e i suoi reperti.."Inoltre tra i vecchi cimeli di famiglia si tramanda da generazioni..questa collana con un rubino rosso, chissà di che epoca possa essere, deve andare alla primogenita della famiglia come vuole la tradizione...e noi Inglesi teniamo a preservare le nostre tradizioni quindi ora è tua."

Mi destai e chiesi quindi a Julien se ellla o qualcuno avrebbe potuto accompagnarmi alla Università.

elisabeth 06-05-2013 16.37.35

Alberto l'infermiere di turno quella mattina, smorzo un pochino il mio animo giulivo.....due uomini...." lo sai Alberto che desidero pace prima di ogni intervento......ma a quanto pare...questa mattina e' un giorno particolare.....andiamo a vedere questi due tizzi mandati dall' Universita'.....immagino.....qualche richiesta per il passaggio d'esame di qualcuno.....!...."...scortata da Alberto mi introdusse in una stanza....dove riuscii a vedere i due uomini.......potei osservarli senza essere vista Alberto aveva aperto la porta giusto quanto bastasse perche' io li vedessi.....rimasi ammutolita, si certo gentil'uomini ....ma l'abito non fa sempre il monaco, e quei due, non mi sembravano monaci......" Grazie....chiamami tra una mezz'ora......oggi e' una giornata pesante e i miei bimbi non possono aspettare....cosi' entrai nella stanza....l'aria condizionata mi sembro' piu' forte del solito in quel momento...." Buongiorno sono la Dottoressa Elisabeth Jebel......a cosa devo la vostra visita, problemi all' Univerista'?......ho bocciato agli esami qualcuno che non dovevo ?......" spostai una sedia emi sedetti al tavolo perfettamente rotondo.....dando modo anche a loro di decidere se sedersi oppureno,molte volte ero stata li' a parlare con dei genitori a cui non avrei voluto mai dire neanche una parola.....ed ora...ero io, che mi sentivo in ansia per quella presenza, anche se gli spillini sulle loro giacche ...mi dicevano molto.....

Guisgard 06-05-2013 20.19.02

“Un caffè...” disse Luke a Clio “... un caffè? Ma qui a Capomazda vi è una parola magica che apre ogni porta...” sorrise “... pizza!”
Poco dopo si ritrovarono in una piccola pizzeria all'interno di una viuzza di fronte l'ingresso dell'università.
“Quindi si occupa dell'aspetto religioso...” fece Luke mentre mangiavano “... ora capisco il perchè su quel mito di Morfeo a Sant'Agata di Gothia... dunque si tratterebbe di un simbolo o qualcosa del genere, vero? Intendo...” sorseggiando una birra “... forse la diffusione anomala di quel culto, in quel contesto, in un certo periodo storico, può far pensare ad altro... non so... magari che qualcuno ha procurato veleni e sieri in grado di causare morti apparenti o qualche altro tipo di coma profondo...” rise “... so a cosa pensa... non faccio il verso a quei programmi sugli alieni o sui satanisti... ma, come detto, faccio il fumettista e quindi un po' di mistero da sapore a quel piatto, facendolo diventare più saporito del solito polpettone...” rise ancora “... e a proposito di mistero...” e mise sul tavolo una copia del giornale di oggi, facendo notare a Clio l'articolo sulla misteriosa morte di Robert de' Taddei.

Guisgard 06-05-2013 20.32.43

Julien annuì a quelle parole di Altea.
“Vi accompagnerò io stessa all'università” disse “ma temo che ora non sia possibile. Venendo qui avrete di certo notato come in città domini un certo caos. E' a causa dei funerali di un noto industriale morto improvvisamente. La Taddei Corporation, la società a cui fanno capo tutte le industrie della famiglia Taddei, controlla praticamente tutto qui e sovvenziona anche l'Università Cattolica, che è privata e legata ad alcune società che detengono azioni della Taddei Corporation. Quindi ci toccherà aspettare che si tranquillizzi la situazione in città.”

Guisgard 06-05-2013 20.41.16

“Buongiorno a lei, dottoressa.” Disse uno dei due uomini ad Elisabeth. “In verità all'università ci hanno solo indicato il suo nome. Del resto è bastato controllare il suo curriculum.”
“Lei è un luminare nel suo campo.” Intervenne l'altro. “Sappiamo di riconoscimenti, attestati, persino una citazione a Stoccolma per il Nobel. Per questo siamo qui, dottoressa. I suoi studi sugli sviluppi possibili del cervello umano in determinate condizioni hanno rivoltato come un guanto l'intero ambiente accademico e le sue convinzioni. Lei non ama i conservatori nel suo campo e la pensa dunque esattamente come colui che ci ha inviato da lei...”

Altea 06-05-2013 20.52.28

Annuii..."Non ci sono problemi per me Mrs. Julien, potrò aspettare. Dunque la famiglia Taddei ha ancora una certa influenza su Capomazda, mi auguro ci saranno dei successori degni di questo uomo, ecco perchè la citta era in fermento...e chissà Josephine se hanno pure degli eredi facoltosi della nostra età" e feci l'occhiolino alla mia amica che a quelle parole si risvegliò dal suo torpore e sorrisi.
Mi alzai e andai a sdraiarmi sul letto...mi sentivo stanca, ma aprii uno di quei tomi che mi ero portato da casa e iniziai a leggerlo svogliatamente finchè non mi addormentai lentamente.

Clio 07-05-2013 00.23.10

Sorrisi, al tentativo di Luke di dare un po' di sapore al piatto.
"...si beh.. Quella è stata la mia tesi di laurea.. E, sinceramente, la faccenda mi sembra già abbastanza affascinante e misteriosa così com'è senza bisogno di inventare.." Tagliai una fetta di quella pizza squisita "...perché, infondo, non è tanto quello che sappiamo, ma quello che non sappiamo ad essere così interessante... Non è un simbolo, ma un vero e proprio amuleto.. Come quelli che si portavano al collo in tempi antichi... E che in un ambiente laicista, materialista e chi più ne ha più ne metta come Sygma qualcuno abbia trovato le risposte nella religione dei padri mi sembra già intrigante... Per non parlare dell'ipotesi contraria... Si immagina cosa sarebbe successo se fosse appartenuto ad un nobile capomazdese?".
I miei occhi brillavano, e, nella foga di parlare della mia ricerca ero rimasta con la forchetta in mano, con un pezzo di pizza arrotolato sopra.
"...mi scusi, tendo a farmi trasportare...".
Poi, buttai l'occhio distrattamente sul giornale.
"...si, ho letto stamattina... Un Taddeo morto... Come farà Capomazda adesso? Vi metterete tutti a lutto per una settimana..." Dissi, con un sorriso ironico.
"... Non era questo che voleva farmi notare, immagino..." Dissi prendendo un sorso di birra.
"...il mistero... Già.. Il terrore nei suoi occhi... E di questo che mi dice? .. La maledizione dei Taddei è tornata alla riscossa?" Ridendo.

Talia 07-05-2013 00.45.39

Finendo di leggere quell’articolo, uscii per strada.
Il caos era frenetico in città, e maggiormente proprio a quell’ora di punta... e tuttavia lo notai appena... le automobili e gli autobus si accalcavano nell’ampia piazza davanti alla stazione, c’era gente che chiamava, gente che attendeva, gente che correva e si affaccendava... io notai un taxi fermo a poca distanza da me, mi avvicinai dunque e dissi all’uomo di occuparsi del mio bagaglio, poi salii in auto.
Rilessi in fretta l’articolo... più e più volte... riflettendo...
quel nome mi aveva colpita...
mi aveva colpita inconsciamente ed ora stavo cercando di rammentare perché...
rammentavo quella vecchia leggenda di cui avevo letto...
si, quella leggenda che parlava di antiche maledizioni...
ed il nome di quella famiglia era ricorrente in quelle leggende...
sì, molto ricorrente...
rilessi quelle allusioni a quella strana morte...
una morte strana... si sarebbe detto quasi che fosse morto di paura...
Rilessi l’articolo ancora e ancora, mentre il taxi percorreva lento la città... non guardai mai fuori dal finestrino, neanche una volta, e sollevai gli occhi solo quando l’uomo al volante mi informò che eravamo giunti all’indirizzo che gli avevo fornito...
Scesi di macchina, dunque, e mi guardai intorno...
ero in un quartiere residenziale, vagamente silenzioso e tranquillo, molto diverso dal centro città, e davanti a me si dipanava una fila di case tutte simili, dall’aspetto lindo, candido e semplice...
quella casa era stata un prestito: era appartenuta alla madre di Carl, il mio editore... quando ero andata da lui a chiedergli di prestarmela perché volevo partire, avevo creduto avrebbe dato in escandescenze... non capiva perché volevo partire e non potevo scrivere, non capiva il senso di quella fuga... ma alla fine lo avevo convinto e aveva acconsentito a darmi le chiavi.
La mia mente, tuttavia, in quel momento era altrove...
spulciando il giornale, infatti, in taxi, avevo scoperto ciò che cercavo in un annuncetto in una delle ultima pagine...
“Può aspettarmi per qualche minuto, per favore?” domandai, quindi, al tassista.
L’uomo annuì ed io corsi in casa, dunque, e lasciai lì il trolley... cercai un specchio e mi sistemai, poi presi al volo una giacca scura, gli occhiali da sole e la borsa, prima di correre di nuovo fuori...
qui trovai di nuovo il taxi ad attendermi e salii a bordo, fornendo all’uomo il nuovo indirizzo.
Sul giornale, infatti, nell’ultima pagina, quella dei necrologi, avevo letto che proprio quel giorno ci sarebbe stato l’estremo saluto a Robert de’ Taddei ed in un attimo avevo deciso di andarci... non sapevo perché ma volevo andare al cimitero: ero curiosa. Forse perché c’era qualche cosa in quell’articolo che avevo letto che mi aveva colpita, e che non mi quadrava... forse solo perché ero suggestionata da quelle antiche storie...
eppure di una cosa ero certa: volevo andare al cimitero e vedere... sì, io volevo vedere chi avrebbe partecipato a quel funerale...

Guisgard 07-05-2013 02.02.21

L'aria si era fatta più fresca di colpo e sul cimitero era calato un cupo silenzio.
Talia entrò e si trovò davanti una statua di un Angelo che sovrastava una nicchia dall'aria molto antica.
“Agape, hai creduto in Cristo, vivrai in Dio.” Vi era inciso sulla nicchia.
Poco distante vide poi una nutrita fila di persone.
Si avviavano verso la chiesa del cimitero.
Una macchina lussuosa e con una vistosa ghirlanda le fece comprendere che si trattava del funerale dell'industriale morto.
Era quasi impossibile avvicinarsi oltre, data la folta presenza di persone che affollavano il piccolo spiazzo antistante la chiesa.
Da lontano il sacerdote cominciò a celebrare la messa.
Ma durante l'Eucarestia una voce si alzò dai presenti.
“Come fate” disse “ad essere così cechi? Non capite che nonostante gli sforzi fatti, tutto sta andando nel medesimo modo?”
Cercarono di farlo tacere, ma senza riuscirci.
“La storia si ripete e noi ne siamo schiavi.” Continuò. “Anche Robert de' Taddei l'aveva compreso, ma non è riuscito a farci nulla. Le leggende che fosse stata sconfitto, che si trattasse solo di un antico mito sono state tutte smentite... e oggi piangiamo una nuova vittima...”
La Messa allora si concluse col sacerdote che impartì sui presenti la Solenne Benedizione.
Molte persone si avvicinarono per dare l'ultimo saluto alla tomba dell'industriale.
Ma poi quella voce tornò a mischiarsi alla folla.
“Ora ne è rimasto un altro.” Fece. “Un'ultima vittima e poi non resterà più nessuno dei Taddei. E' tutto vero... la maledizione non è stata vinta... ci hanno raccontato una storia che aveva bisogno di un lieto fine... di un finale che dipingesse i Taddei come invincibili... ma non lo sono... e stavolta non accetteremo nessun finale di circostanza...”
Poi, prima che la bara fosse calata nel terreno, prese la parola l'amministratore delegato della Taddei Corporation, Saome Tondo.
“Oggi ci troviamo ad attraversare un lungo tunnel, amici miei...” disse “... l'improvvisa morte del signor Taddei ci ha lasciati tutti senza più la nostra guida... senza la colonna più alta e robusta della nostra grande famiglia... eppure so... si, lo so... che egli non soffrirebbe nel vederci così. Questa società è il frutto della sua intelligenza, della forza, della sua determinazione. Ed il modo migliore per tenerlo in vita... l'unico veramente giusto, è quello di continuare ciò che lui ha cominciato e definito. Continuare a tenere alto il nome della Taddei Corporation. E noi tutti, insieme, ci riusciremo.”
“Raccontateci la verità!” Ancora quella voce tra la folla. “La verità!”
Alla fine, identificato colui che continuava a proclamare queste cose, fu allontanato da alcuni agenti addetti alla sicurezza.
Talia vide così quell'uomo che veniva portato via dagli agenti.
Portato via insieme a quelle sue strane parole proclamate al vento.

Guisgard 07-05-2013 02.24.44

“Bingo.” Disse Luke a Clio. “Era lì che volevo portarla. La Gioia dei Taddei. Non le sembra il titolo ideale per una saga gotica di fumetti? Io credo sia perfetta.” Sorrise. “Non importa se sia reale o meno, ciò che conta è che la Gioia dei Taddei sia spettacolare, fuori dall'ordinario, epica e roba simile. Questo il pubblico vuole. E noi questo gli daremo.” Sorseggiò altra birra. “Cosa ne dice? Cominciamo da qui? Dalla terribile Gioia dei Taddei? Magari le sembrerà cinico, lo so, ma del resto bisogna attirare il pubblico... io direi di sfruttare questa nuova moda sui miti e sulle leggende di questo paese... soprattutto ora che è morto proprio un altro dei Taddei... bisogna battere il ferro finchè è caldo.” La fissò. “Cosa ne dice? Andiamo a caccia di materiale e tradizioni sulla Gioia dei Taddei?”

Guisgard 07-05-2013 04.03.14

Poco dopo Altea si svegliò.
Trovò Josephine accanto al suo letto, su un divanetto, intenta a leggere un libro.
“Ben svegliata.” Disse accorgendosi del suo risveglio. “Julien è nel suo studio con un paziente. Ha detto che dopo questo appuntamento ci avrebbe accompagnate in facoltà.” Chiuse il libro. “Che strana cosa la psicoanalisi, non trovi? Parlare parlare... parlare fino a stare male, con l'intento di stare poi meglio... mi chiedo che senso ha rinvangare il passato se ormai è andato... mah...” ad un tratto si udirono dei rumori “... forse sarà finita la seduta... vieni, andiamo a vedere se Julien ora è libera...” e senza attendere altro, Josephine prese per mano Altea e la trascinò fino al pianterreno, davanti alla porta dello studio di Julien.
Ma da quella porta uscì qualcuno.
Doveva trattarsi del paziente.
Era uno strano ed inquietante individuo.
E appena uscito dallo studio si voltò verso le scale, come se avesse avvertito la presenza di Altea e di Josephine.
“Dovete stare attente, amiche mie...” fissandole con i suoi enigmatici occhi “... le strade sono piene di gente, ma solo per un funerale... e si dice che la morte non venga mai per un solo uomo...” restò a guardarle per un po' e poi rise.
Una risata agghiacciante, delirante con un che di visionario e sfuggente.
E andò via.
Un attimo dopo, Julien uscì dal suo studio.
Ma il volto di quell'inquietante uomo era ancora impresso nelle menti di Altea e di Josephine.
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elisabeth 07-05-2013 08.38.47

Fissai l'uomo che mi aveva parlato...erano rimasti rigorosamente in piedi......" Sapete tutto di me...o almeno cio' che il mondo accademico conosce, ma so che sapete molto di piu'...ho trovato una lettera sulla mia scrivania.....aveva la stessa calligrafia di un tempo...quante litigate con Liam....lui non riteneva possibile che una donna potesse essere Massone.....gia' era una prerogativa maschile...di rito diceva lui......chiacchiere dico io.....voi siete maestri e lo leggo dai vostri spillini e oggi siete qui da me......allora penso che il caro buon Fratello Liam abbia bisogno diciamo .....di quella sensorialita' femminile...ache al mondo maschile manca......la dualita'....ho sempre pensato che l'uomo e la donna si completano..ed e' in visione di questo.....che il mondo si svela.......ditemi adesso cosa posso fare per Lui.....il dovere mi aspetta e non posso tardare oltre.....".......Liam...lo avevo conosciuto tanti anni fa..prima all'universita' poi c'eravamo persi di vista.....e da adulti ..c'eravamo urtati ad un caffe' di Firenze.......e da li' non ci eravamo piu' persi di vista ......passavamo serate intere a parlare del nostro mondo....nascosto......poi alla fine ci rendevamo conto che uno aveva bisogno dell'altro......e a quanto pareva i due Signori erano li' per dirmi qualcosa che non potesse essere ne scritto....ne passato attraverso fili e computer o telefoni........la vecchia e meravigliosa voce.......

Clio 07-05-2013 13.49.27

Guardai l'uomo di sottecchi, mentre un'espressione corrucciata mi si dipinse sul volto.
"..La Gioia dei Taddei? Lei è venuto da me per questo?" Sorrisi, distogliendo lo sguardo.
"... Il professore deve avere un gran senso dell'umorismo... Con tutti gli studenti, gli assistenti, i ricercatori che ci sono di storia capomazdese l'hanno mandata da una studiosa di storia romana.. Perché non l'hanno indirizzata dalla dottoressa Morin? È lei l'esperta..." Scossi la testa.
Decisamente, il professore doveva avere una grande considerazione dei miei studi.
Ma mentre sorseggiavo l'ultimo sorso di birra, il mio sguardo si perse in un punto lontano, così come la mia mente.

Aprii la porta con la stessa trepidazione di sempre.
Rammentai per un momento la tensione dei primi anni, quando varcare quella soglia era per me come affrontare la macchina della verità.
Sarei davvero stata all'altezza?
Bussai alla porta aperta nel corridoio.
C'era sempre uno strano profumo in quel corridoio ormai così familiare.
"...Si può? Buongiorno..." Dissi piano, non vedendo nessuno.
"...Ah è lei, Buongiorno, entri..." Disse una donna piuttosto giovane, dal sorriso cordiale "...Si accomodi, Clio..".
"...Grazie, Professoressa..." Prendendo posto.
"...Allora, come si sente?"
Un sorriso mi illuminò il viso.
"...lo sa, vero che questo non è che l'inizio?"
"...certo, certo.. Ma sono felice di aver avuto una possibilità..."
"...Non la sprecherà, ne sono sicura..." Si lasciò scappare la professoressa.
"..il suo progetto di ricerca mi sembra interessante, ma anche ambizioso..."
"..lo so, potrei cercare per anni senza trovare nulla..."
"...quello non è importante.." Disse muovendo distrattamente la mano "..non deve per forza esserci qualcosa.. Potrebbe trovare prove per dire che non esisteva nulla di quel tipo.."
"...naturalmente...".
La professoressa mi guardò e sorrise.
"...Allora, da dove ha pensato di iniziare?"
Sgranai gli occhi. Era passata solo una settimana dalla notizia della mia ammissione al dottorato.
"...io.. Non lo so..." Balbettai.
"...ottimo, che ne dice di Capomazda?".
Sgranai gli occhi ancor di più, doveva avermi confuso con qualcun altra, anche se mi sembrava impossibile. Già era stato stravagante studiare Sant'Agata di Gothia, ma adesso, si stava esagerando.
"..Capomazda? La roccaforte del cattolicesimo più intransigente? Non credo che..."
"...il cattolicesimo non è esistito da sempre, o sbaglio?" Mi interruppe, alzando gli occhi per lanciarmi un'occhiata divertita.
"...No, ovviamente..." Mentre una strana luce si accendeva nel mio sguardo.
"...esatto.. Buon lavoro...".


Poco tempo dopo mi avevano informato dell'invito a Capomazda, tra presentazioni e convegni avevo perso il filo della ricerca.
E non avevo fatto grandi progressi per la mia tesi.
Guardai il fumettista con uno sguardo diverso, quasi a volerlo studiare, mentre la mia mente volava in collegamenti e supposizioni.
Infondo, pensai, perché no?
Capii immediatamente che non era stata una gentilezza nei miei confronti appiopparmi quell'incarico, ma avrei sfruttato la situazione a mio favore.
Del resto, non si dice forse che nulla avviene per caso?
"...E sia.." Dissi battendo il palmo della mano sul tavolo "..la aiuterò... Ma la avverto, sarà una ricerca anche per me... Ho come l'impressione che all'università abbiano fatto un po' da scarica barile.. Si dice così?" Sorridendo "...ad ogni modo, se vuole ancora il mio aiuto, possiamo cominciare anche domani...".
Guardai l'ora dal display del cellulare.
".. Ora peró dovrei andare... Si sta facendo tardi, e ho ancora del lavoro da fare... Oltre ad un micio tutto solo che starà facendo impazzire i miei vicini di casa...".
Presi l'agenda dalla borsa e osservai le pagine per qualche istante.
"...facciamo domani alle nove in punto davanti alla biblioteca di Storia Capomazdese? Sa dov'è?".

Altea 07-05-2013 14.31.08

Il volto ma soprattutto l'espressione e il sorriso di quell' uomo era agghiacciante ma rimasi attonita alle sue parole...che senso avevano? Era una sorta di premonizione o solo le parole di uno psicopatico?
Lo vidi uscire e Julien si affacciò alla porta...ancora scossa chiesi informazioni su quell' uomo "Mrs Julien, lo so che vige il vostro segreto professionale, ma avete udito le parole di quell' uomo rivolte a noi? Cosa intendeva dire?".

Guisgard 07-05-2013 16.19.29

“Si, così il professor Asevol mi ha parlato di lei...” disse Luke a Clio “... come un'esperta di Storia Antica. In verità io non sono molto ferrato e quindi faccio confusione se mi si chiede di distinguere Romani da Greci, Egizi da Babilonesi o da Hittiti... spero di aver messo l'accento al punto giusto...” sorrise “... perciò tutto ciò che è antico per me va messo nella stessa scatola. Anzi, il mio mestiere mi ha insegnato che più roba metto in quella scatola, più la gente ne è attratta. E poi è stata la notizia della morte improvvisa e misteriosa di Robert de' Taddei ad avermi dato l'idea di studiare quell'antico mito. Rifletta... e non da storica, ma da lettrice di fumetti, magari...” le fece l'occhiolino “... una stirpe maledetta... ricca, famosa eppure con un segreto inconfessabile... cosa li perseguita da secoli? L'odio di chi detesta la loro ambizione, o forse qualcosa di oscuro?” Sorrise. “La gente impazzirà. E forse dopo queste nostre ricerche, anche lei diventerà una lettrice accanita di fumetti.” Di nuovo le fece l'occhiolino. “Allora domani davanti alla biblioteca. Così comincerò a fare pratica... trovare una biblioteca e poi il mistero di un'antica maledizione.” Pagò il conto e si alzò. “Domani mi troverà là. Ad attenderla impaziente.” E andò via.

Guisgard 07-05-2013 16.50.41

“Conosciamo la persona di cui parla, dottoressa...” disse uno dei due ad Elisabeth “... tuttavia non è stato lui ad inviarci qui oggi.”
“Molte cose” fece l'altro “stanno cambiando, dottoressa. Il mondo sta mutando velocemente e bisogna sapersi adattare. E' prerogativa delle menti superiori leggere con anticipo le svolte che si approssimano. Questo ci differenzia dagli animali e dagli esseri inferiori. E questo permetterà di definire la nuova gerarchia umana. Si, noi conosciamo molto di lei. E ancora più cose conosce colui che ci ha inviato. Ma non le spargerà ai quattro venti, stia certa.”
“Però lei oggi non terminerà le sue mansioni qui.” Fissandola il primo dei due. “Deve seguirci subito. C'è una macchina giù che ci sta aspettando. Non abbiate pensieri. Vi riaccompagneremo qui molto presto. Ora, direi che possiamo andare. Ci segua, prego...” e le fece cenno di andare con loro.

Guisgard 07-05-2013 17.09.34

Altea notò lo sguardo di Julien quando uscì dalla stanza.
Era come assente, quasi apatico.
Restò a fissarla per un po'.
“Parole...” disse quasi distratta “... ah, parli di quel paziente... è... è un uomo d'affari... ma soffre di una forte... si, di una forte depressione... e di allucinazioni... è in cura qui da pochi giorni... è un percorso lungo il suo...” restò poi per un po' in silenzio e allora Josephine guardò Altea.
Nei suoi occhi c'era una strana meraviglia.
Infatti Julien era sembrata strana anche a lei e non solo ad Altea.
“Ora...” continuò Julien “... ora... credo che mi occorra un caffè... o un tè caldo...” e senza aggiungere altro andò in cucina.
“Non trovi che sia molto strana oggi?” Chiese Josephine ad Altea. "Sembra quasi lei il paziente..."

Altea 07-05-2013 17.33.33

Seguii Julien e la vidi prepararsi un caffè...aveva ragione Josephine, il volto era assente e tormentato..che mai sarà successo? Aveva perso il radioso sorriso di prima, speravo solo di non vedere di nuovo quell'uomo.
Cercai di smorzare il tono freddo..."Vi sentite bene per portarmi alla Università? Oppure possiamo rimandare a domani mattina..vi vedo piuttosto stanca Mrs. Julien".
Presi il giornale che stava sopra il tavolo e lessi l'articolo riguardante la morte di Robert dè Taddei...un fatto sconvolgente, per fortuna avevo imparato un pò di capomazdese.
Ma quindi...la morte di quell'uomo era un mistero..e mi tornò in mente la Gioia dei Taddei...ricordando che ciò che dava Gioia creava per loro invece la morte dell' animo..cosa strana.
Presi un pò del caffè avanzato nella caffettiera da Julien e lo bevvi in un sorso solo cercando di dimenticare il fatto appena accaduto.

Clio 07-05-2013 19.26.42

Guardai l'uomo allontanarsi tra la folla.
Restai seduta ancora per un secondo, poi, mi alzai a mia volta e mi avviai verso la vicina stazione della metropolitana.
Mi coprii la testa col mio inseparabile berretto e sotto ci nascosi un paio di grosse cuffie che avevano il pregio di isolarmi dal resto del mondo.
Dopo poche fermate, riemersi in superficie, in un quartiere residenziale, fatto di alti casermoni ma con abbastanza verde perchè la vista non fosse delle peggiori.
Era tutto quello che potevo permettermi.
Ma, almeno, era una casa tutta mia.
Girai le chiavi nel portone, senza pensare a quei gesti già automatizzati, salii le scale quasi di corsa e mi ritrovai sul pianerottolo del terzo piano.
Un mesto miagolio mi salutò da dietro la porta scura, facendomi sorridere.
Ma fu qualcos altro ad attirare la mia attenzione.
Davanti alla porta c'era un grosso pacco, imballato come se provenisse da lontano.
Mi chiesi cosa fosse e chi l'avesse portato lì.
La seconda domanda fu facile da risolvere: un bilgietto del portiere mi informava di averla lasciata lì in mattinata, dopo averla ritirata dal corriere.
Un dettaglio attirò la mia attenzione, un nome, una marca.
"..Dimmi che non è quello che penso.." sussurrai in preda all'eccitazione.
Aprii la porta di casa e spinsi dentro il misterioso pacco.
"..Ma ciao.. ma ciao bel musetto.." risposi dopo che un elegante gatto nero mi aveva salutato con un sonoro miagolio.
"..Si, si.. adesso arrivo..".
Diedi da mangiare al gatto e tornai ad esaminare il mio "regalo".
Scartai piano piano.
Per poco non mi misi ad urlare. Non poteva essere vero.
C'era anche un bigliettto.
"...Oh, ma tu sei un mito.." commentai ad alta voce.
Mi ripromisi di telefonare immediatamente al mio maestro per ringraziarlo.
Certo, gli avevo scritto che avevo smesso di allenarmi perchè era difficile trovare un corso della mia specialità, ma da qui a spedirmi un sacco per allenarmi a casa, c'erano delle vie di mezzo.
"..E io dove lo metto adesso?" dissi guardandomi attorno.
Dopo pochi minuti l'avevo sistemato in un angolo tranquillo del salotto, rivoluzionando un poco la disposizione della stanza.
Guardai per un momento il computer abbandonato sulla scrivania, sapevo di avere ancora del lavoro da sbrigare.
Ma, infondo, la serata era ancora lunga.
Mandai un messaggio entusiasta al mio maestro, e uno alla mia migliore amica, dopodichè corsi a cambiarmi.
Passarono pochi minuti ed ero già pronta, pensai per un istante di mettere i guantoni, ma poi pensai che rinforzare le nocche mi avrebbe fatto solo bene.
Passai mezz'ora buona ad allenarmi, colpo dopo colpo, dimenticando problemi e tensioni, cose da fare e scadenze.
Poi, esausta ma soddisfatta, mi concessi una lunga doccia, che eliminò ogni residuo di stanchezza arretrata.
Alle 23.00 ero pronta per lavorare.
Mi misi davanti al computer, e mi alzai dalla sedia soltanto a notte inoltrata.
Il mio adorato micio, intanto, si era raggomitolato sulle mie gambe.
"..andiamo a nanna.. su.." dissi prendendolo in braccio.
Raccolsi in una cartellina tutto il materiale che avevo raccolto, dividendolo per argomento, e poi mi diressi finalmente verso la camera.
Sfinita, mi addormentai, un sonno calmo e senza sogni.
La sveglia trillò, implacabile, alle 7.00 in punto.
Mi alzai, tenendo aperti gli occhi a metà, e mi diressi in cucina controvoglia.
Feci colazione, mi preparai, e dopo poco fui in condizione di uscire.
"..Buonagiornata, tesorino mio..." dissi accarezzando affettuosamente il gatto che mi osservava con grandi occhi gialli.
Alle nove in punto ero in Università, davanti alla biblioteca di Storia Capomazdese.

elisabeth 07-05-2013 20.16.27

Li guardai.......allibita...." Voi state scherzando......io per mestiere non apro e chiudo la serranda di un negozio...io devo operare e operare dei bambini.......non credo proprio che io vi seguiro' senza aver compiuto il mio lavoro, e se siete menti eccelse capirete bene quale motivo mi spinge a rispondervi cosi'......poi credo che sia anche il caso...che io sappia chi sia il mandante di tutta questa storia......anche se lo ringraziero' di persona per non sventolare ai quattro venti quello che e' il mio privato.......poi dovro' anche avere il tempo di cambiarmi , sono in una tenuta che non penso sia carina per andare in giro...e ora se non vi dispiace, se vi piace la cosa potete attendere qualche ora in questa stanza..caso contrario andate a passeggio con la vostra macchina e passate dopo...sempre se il mandante sia di mio gradimento...."....mi alzai e andai verso la porta.......ma chi diavolo si credevano di essere.....avrei dovuto lasciare tutto per seguire chi ?.....intanto avrei telefonato a Liam....se sapeva qualcosa e non mi aveva detto nulla... me l'avrebbe pagata cara.......misi il piede fuori la porta ......per chiamare Elina....

Guisgard 08-05-2013 00.48.10

“Professoressa...” disse uno dei due uomini ad Elisabeth “... non è saggio da parte sua far attendere colui che ci ha inviati qui. Di bambini ce ne sono tanti... alcuni muoiono, altri guariscono, molti ancora nascono. Del resto a questo mondo vi sono tanti drammi. E lei è certo troppo intelligente per divenire causa di altre sciagure.” La sua voce suonò cupa.
“Abbiamo conoscenze non solo all'università” intervenne l'altro “ma anche in questo ospedale. Praticamente in questo stesso momento un qualsiasi infermiere o inserviente potrebbe alterare un lavaggio o un'iniezione per uno di quei bambini. Quindi è ragionevole da parte sua seguirci senza fare troppe domande. Non abbiate paura... vi sarà spiegata ogni cosa da chi di dovere. E domani riprenderà tranquillamente il suo lavoro qui.”
“Quindi la preghiamo caldamente di seguirci.” Fece il primo con una voce che suonava quasi perentoria.

Guisgard 08-05-2013 05.37.09

Clio arrivò così davanti alla porta della biblioteca e quasi nello stesso momento si sentì chiamare.
Vide allora avvicinarsi a lei qualcuno.
Luke era un uomo magro, dal volto scarno e dallo sguardo sveglio.
Capelli pettinati all'indietro, pizzetto nero e ben curato, un cappello vagamente sulle ventitré ed uno zaino sulla spalla.
In mano aveva diversi giornali legati l'uno sull'altro.
“Buongiorno.” Disse sorridendo. “Arrivando ho notato una caffetteria molto caratteristica. E' quella in cui, narra la tradizione, veniva preparata la Sacher per la Granduchessa Conelia. Quindi, anche se ha già fatto colazione, non accetterò rifiuti. Andremo lì ad assaggiare quella torta.” Le fece l'occhiolino. “E nel frattempo le mostrerò i primi risultati della mia ricerca. E ne resterà sorpresa.”
Così, in quella storica caffetteria, Luke mostrò a Clio alcuni articoli che lui aveva raccolto qui e là.
“Il primo a cadere, secondo la leggenda, per colpa della maledizione, fu l'Arciduca Ardeliano.”
Spiegò il fumettista, facendole vedere i vari ritagli di giornali. “In verità ho capito poco circa i motivi, visto che le fonti non sono d'accordo su tutto. Le motivazioni non sono chiarissime... gli Arciduchi muoiono a causa di questa maledizione, ma non si capisce bene se sia legata solo alla sfera amorosa, o anche a quella politica... in pratica... la maledizione mira solo a negare la felicità ai Taddei, o anche a disconoscere le loro pretese su Sygma?” La cameriera servì loro ciò che avevano ordinato. “I ricchi Taddei, oggi industriali di successo, sono comunque i discendenti degli aristocratici duchi che dominarono queste terre dalla tarda antichità fino alle soglie dell'età contemporanea. E la loro dinastia conserva ancora oggi privilegi incomprensibili per molte persone. Possiamo dire che i Taddei sono veri e propri principi. Principi della moderna Capomazda, come lo erano i loro antenati nei secoli passati, sebbene il loro potere oggi ha origini economiche e non più di sangue. E se hanno conservato intatto questo loro potere... avranno alle calcagna ancora il demone che li perseguita da sempre? In pratica non riescono a non avere il pacchetto completo.” Rise. “Comunque la città ora è in fermento. Infatti è atteso l'unico erede di Robert de' Taddei. Suo nipote, nominato dal vecchio industriale suo erede universale. Sarebbe un bel colpo andare nel loro mega palazzo per il pranzo che celebrerà il suo arrivo, vero? Eh, peccato che occorra l'invito ufficiale... e se anche viviamo nel XXI secolo, certi privilegi non sono stati aboliti... e quei privilegi non valgono certo per i fumettisti squattrinati...”

Guisgard 08-05-2013 05.41.47

“Si, certo...” disse Julien ad Altea “... l'università...” sembrava che pian piano riacquistasse serenità “... datemi solo qualche minuto e vi accompagnerò io... avevo anche fatto una telefonata... ad un vecchio amico... dirige una testata giornalistica... e la madre di Josephine mi aveva parlato della sua passione proprio per la carta stampata...”
“Sta dicendo che...” fissandola Josephine.
“E' solo un'idea la mia...” sorridendo la psicologa “... però ci sono buone possibilità che al giornale abbiano bisogno di una mano... e così...”
“Oh, signora Julien!” Saltando su dalla contentezza Josephine. “Io non so cosa dire! Il mio sogno è proprio quello di entrare un giorno in un grande giornale!”
“Speriamo bene allora.” Sorridendo Julien.
Poco dopo, le tre si recarono in centro, per raggiungere l'università.
Il traffico ed il caos per i funerali dell'industriale erano poco a poco diminuiti e la circolazione riprese a scorrere fluida.
In breve così, Altea, Julien e Josephine, arrivarono all'Università Cattolica.

Talia 08-05-2013 06.02.18

Il cimitero di Capomaza era un luogo spazioso, monumentale... statue, colonne, sepolcri e cappelle erano sparsi tutt’intorno, ordinati attorno ad ampi viali alberati...
e fu proprio percorrendo il principale viale che vidi quella silenziosa e lenta processione uscire dalla cappella e dirigersi verso i sepolcri...
li seguii in silenzio, dunque, e mi fermai a qualche distanza, appena celata nell’ombra di un’alta colonna...
e da lì, nascosta dietro i miei occhiali neri, potevo vedere tutti gli astanti...
c’erano uomini seri ed eleganti in giacca e cravatta, donne compunte vestite di nero, uomini di chiesa, giovani, anziani...
io scorrevo le facce, ad una ad una, non sapendo bene cosa stavo cercando...
e poi, all’improvviso, quella voce, quelle grida.
Incuriosita, cercai tra la folla il volto dell’uomo che aveva parlato, ma non riuscii ad identificarlo.
La cerimonia funebre riprese, un uomo prese la parola con un discorso carico di tensione e dolore...
e poi, di nuovo, quella voce tornò a farsi sentire...
questa volta, però, l’uomo fu trovato... e non soltanto da me...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 54540)
“Raccontateci la verità!” Ancora quella voce tra la folla. “La verità!”
Alla fine, identificato colui che continuava a proclamare queste cose, fu allontanato da alcuni agenti addetti alla sicurezza.
Talia vide così quell'uomo che veniva portato via dagli agenti.
Portato via insieme a quelle sue strane parole proclamate al vento.

Lanciai un ultimo sguardo alla bara che veniva calata nel terreno... scrutai gli astanti ancora per un momento... poi, in fretta, feci qualche passo indietro e mi diressi nella medesima direzione presa dagli agenti, facendo discretamente un giro un po’ più ampio.
Li vidi scortare l’uomo lontano dalla cerimonia e lasciarlo sotto un lungo porticato...
attesi che si allontanassero, poi mi avvicinai a lui...
“Salve!” dissi.

Altea 08-05-2013 14.38.17

Ero davvero contenta per Josephine...a Oxford era sempre eccelsa nei giornali universitari, la abbracciai di contentezza e tutto tornò nella normalità di prima.
Presi i tomi, la lettera e pure la collana di famiglia...era mia intenzione farla analizzare poichè volevo saperne l'epoca e la provenienza.
Salimmo nella bella auto di Julien che sfrecciava lentamente e tranquillamente tra le vie della città..allora il caos di prima era proprio dovuto al funerale del miliardario dè Taddei.
Notavo quella città...a volte sembrava di essere tornati in tempi remoti nella zona storica per poi addentrarsi nella zona moderna, il tutto cosi ben amalgamato in modo da unire in modo sapiente passato e futuro..pensai sarebbe stato bello camminarci tranquillamente ma non era ora il momento.
In breve arrivammo alla Università Cattolica, entrate mi presentai alla reception e consegnai la busta a una ragazza che lavorava in segreteria, chiedendole di darla al professore interessato e se poteva conferire oggi stesso.
Ci sedemmo in una panca e aspettamo, guardavo il viavai di studenti e professori.

Clio 08-05-2013 14.47.06

Ascoltai attentamente Luke, poi sorrisi.
"...un invito, lei dice?" Digitando qualcosa sul display dello smartphone "...tipo quello che é stato mandato ai presidenti di Facoltà senza tener conto degli impegni accademici di ognuno? Mi è giusto arrivata una mail in cui chiedono se ci sia qualcuno disposto a fare rappresentanza ... I Taddei tengono molto ai loro investimenti, mi pare di capire..." Dissi passando il telefono tecnologico al fumettista.
"...comunque... Tornando coi piedi per terra.. Anche io ho fatto qualche ricerca... Ha ragione nel dire che le fonti non concordano, ma è spesso così quando si tratta di miti e leggende.. Ci sono varie versione... Ho stilato una lista di titoli e voci da consultare... Inoltre, ho trovato direttamente on-line alcuni articoli.." Aprii la cartelletta.
"...questo mi è sembrato interessante il ruolo del fiore azzurro nella Gioia dei Taddei: percorso ipertestuale, nonostante il titolo altisonante è una raccolta di fonti letterarie, ma era giusto per farsi un'idea.. Non possiamo partire da una sintesi... Dobbiamo andare alla radice... Si direi che dobbiamo focalizzare l'attenzione sull'inizio, confrontando la realtà storica con quanto riportano i miti... Sono certa che qualcuno ha già svolto un'analisi di questo tipo... Il primo Taddeo ad essere vittima della maledizione mi sembra un ottimo punto di partenza..." Alzai la testa, mentre programmavo mentalmente il giro che avremmo dovuto fare in biblioteca.
"....allora, che mi dice? Iniziamo la ricerca o mi offro come volontaria per rappresentare la facoltà? Ci sarà la fila! Eheh... Mi avvisi, perché in tal caso dovrei comprarmi un vestito nuovo..." Dissi ridendo, mentre il sole mattutino, ormai, illuminava ogni cosa intorno a noi.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 11.58.29.

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