Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 08-11-2013 01.35.05

“Ci sono molte storie su Mirabole...” disse Duon a Clio “... se ne raccontano diverse... possiamo dire che ogni luogo divenuto teatro di una sua impresa, o furto...” precisò sorridendo “... possiede una storia su quel ladro...”
“E voi le conoscete tutte, immagino.” Fissandolo Roberto.
“Si...” annuì Duon “... possiamo dire così...”
Roberto non replicò niente, limitandosi a guardare ancora Clio.
Ma proprio in quel momento, quasi come se le parole pronunciate poco prima da Clio avessero un valore profetico, il re chiamò l'attenzione dei presenti.
“Questa sera” alzandosi dal suo trono “così ricolma di felicità e piacevolezza, ci sembra l'ideale scenario per annunciarvi che...” esitò e rise lievemente “... che presto doneremo altra bellezza al nostro paese ed al nostro popolo... infatti la collezione un tempo privata appartenuta ai sovrani che ci precedettero e donata da noi al popolo, si arricchirà di una nuova meraviglia... il celebre Verziere Fiesolano non sarà più rinchiuso in una chiusa, celato agli occhi di tutti... ma lo renderemo visibile ai sensi di tutti i cultori dell'arte e dell'essenza più pura ed assoluta del genio umano... da domani quel quadro sarà in mostra perenne nella Galleria Artistica degli Uffici Reali!”
Tutti i presenti applaudirono la decisione e la concessione del re.
Duon allora si voltò verso Clio e le sorrise in modo enigmatico.
Intanto, guardando uno dei grandi orologi nella sala, la ragazza si accorse che mancava un quarto d'ora circa a Mezzanotte.

Guisgard 08-11-2013 02.00.08

Guisgard fissò Talia negli occhi e le sorrise appena.
Un sorriso leggero e silenzioso.
Eppure luminoso.
Come le stelle che sovrastavano il giardino.
“In una notte come questa” disse sussurrando “potrei dire tante cose... tante parole... tutte belle, bellissime... e vere... ma non ti chiedo di credere alle mie parole... ma solo ai miei gesti...” le accarezzò dolcemente il viso “... e quelli dissolveranno ogni tua paura...” e la baciò piano.
Poi la strinse a sé.
La notte cominciava a divenire fredda.
Lui allora la coprì con quel vestito che le aveva sfilato prima in preda alla passione.
Le sue mani sfioravano quelle di lei e poi il suo bellissimo corpo.
Infinite carezze Talia sentì ovunque.
Carezze lente, lunghe, profonde.
Carezze dolci, eppure appassionate.
Guisgard accarezzò più volte quel corpo.
E così, tra i caldi sospiri di lei, lui la rivestì.
E poi la baciò ancora.
La baciò a lungo.
Infiniti baci.
Come infinite apparivano le stelle di quella notte.
Poi la strinse a sé e restarono così per un tempo indefinito.
La testa di Talia era sul petto di lui.
Poteva sentire i battiti del suo cuore e i sussulti del suo respiro.
Fino a quando ebbero entrambi il medesimo respiro e gli stessi battiti.
E così, dolcemente, tra il silenzio del giardino e lo scintillio incantato ed immutabile delle stelle di Sygma, Talia pian piano si addormentò fra le braccia rassicuranti di Guisgard.
Lui allora restò a guardarla per un po', come a voler fissare nella sua mente ogni tratto di quel viso.
Poi la prese di nuovo in braccio e la portò fuori da quei cespugli.
Poco dopo Talia si risvegliò, ritrovandosi da sola in una piccola saletta del Palazzo Reale riservata alle dame.
Era adagiata su un morbido e sfarzoso divanetto di mussola d'India, intarsiato d'avorio.
E in mano stringeva un fiore.
Un lillà.
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Clio 08-11-2013 13.32.34

Lanciai un'occhiata divertita a Duon.
"A quanto pare ci sarà un nuovo posto da sorvegliare.." Dissi seria "..e il trasporto! Immagino che servirà una strategia.. È un momento perfetto per colpire.." Mi accorsi che non erano affari miei, e voltai lo sguardo verso l'orologio.
Mezzanotte meno un quarto! Dovevo andare.
"Con permesso, signori.. Milady.. Ma temo proprio che il vostro vino sia talmente delizioso, da farmi scordare le buone misure.. Ho bisogno di prendere una boccata d'aria..." Dissi, candidamente.
Sapevo di avere le guance arrossate, anche se non per colpa del vino, era la scusa perfetta.
In una situazione normale, Roberto avrebbe insistito per accompagnarmi.
Così, mi avvicinai a lui, e mi voltai in modo che soltanto lui potesse vedere il mio sguardo.
"Andrò da sola, cugino.." Dissi, anticipando le sue parole "..credo di potermela cavare." Aggiunsi, in tono scherzoso.
I miei occhi, intanto, lo guardavano intensi, supplicando una tregua.
Un attimo di pace da quel gioco di sguardi che mi infiammava e distruggeva in un solo momento.
Non ero abituata a chiedere il permesso.
Così, salutai tutti e mi diressi verso la vetrata.
Percorsi qualche passo in giardino, per poi rientrare a palazzo da un'altra vetrata, lontana dagli occhi di Roberto, Simone, o chiunque altro conoscesse il mio viso.
Parlai con un domestico, e, seguendo le sue indicazioni, raggiunsi la sala degli arazzi.
Restai sulla porta per un momento, chiedendomi se non fosse una pazzia.
Probabilmente lo era, ma non avevo scelta.
Ed ero curiosa, troppo.
Presi un profondo respiro, ed entrai.
Mancava davvero poco prima che i rintocchi della mezzanotte risuonassero nella sera stellata.

Altea 08-11-2013 16.42.17

Mi rigirai nel letto e udii delle voci lontane..poi col risveglio sempre più nitide e udii una frase..."signor cavaliere".
Rimasi perplessa...avrei potuto pensare forse il Cavaliere di Altafonte fosse tornato a casa..ma non era cosi che i suoi servitori lo chiamavano.
Mi alzai da letto, e lentamente aprii la porta e cercai di sentire le conversazioni...muovermi da quella stanza poteva essere pericoloso, se fosse stata Irene a cercarmi mi avrebbe trovato.

Guisgard 08-11-2013 18.29.08

Clio aveva fatto in modo che nessuno la seguisse.
E ciò fu una mossa astuta, in quanto Roberto, dopo qualche istante, con una scusa lasciò la sala e cercò proprio la sua falsa cugina.
Ma affacciandosi sul giardino non vide nessuno.
Clio intanto era giunta nella Sala degli arazzi.
Era questa una piccola saletta, poco più grande di un vestibolo, dove solitamente i cortigiani o qualche nobile annoiato venivano per rilassarsi un po'.
Quella sera però qualcuno aveva ecceduto un po' col volersi rilassare dagli eccessi di sfarzo e musica del ballo.
Su una delle poltroncine che arredavano la saletta vi era uno degli invitati abbandonato in un sonno tanto profondo, quando rumoroso.
Infatti il nobile, appisolandosi, aveva cominciato a russare a tutta forza.
Era un uomo di mezz'età, grassoccio e con ben poco di aristocratico nelle sue maniere, nonostante gli abiti dicessero tutt'altro.
Un attimo dopo nella saletta arrivò anche un servitore, di quelli incaricati di occuparsi degli ospiti che sceglievano di riposare in quella stanza.
Si avvicinò a Clio, le sorrise e le offrì l'unica coppa di champagne rimasta sul suo vassoio.

Guisgard 08-11-2013 18.46.11

Altea si alzò così dal letto e si avvicinò alla porta della stanza, per poi aprirla.
Riuscì allora ad ascoltare meglio quelle voci.
Una era quella di Ermiano e sembrava si rivolgesse al Colonnello Antoine.
“Dovreste andare a letto, Colonnello...” disse “... vi ho preparato una tisana calda che prenderete così con le vostre medicine...”
“Medicine?” Ripetè il Colonnello. “Per Belzebù! A cosa diavolo mi servono le medicine?”
“L'avete scordato, Colonnello? Per la malaria. Volete forse ammalarvi di febbre? Non bisogna scherzare con il clima dei paesi tropicali.”
“Quando tornerà quel ragazzo?”
“Il signor cavaliere” rispose Ermiano “è andato a prendere dei fucili nuovi. Di quelli precisissimi. Così otterrete il massimo risultato dalla vostra battuta di caccia domattina.”
“Eh...” sorseggiando la sua tisana il Colonnello “... voi non sapete cosa significa dare la caccia al rinoceronte indiano... io si, invece... sebbene gigantesco, difficilmente lo si può scoprire mentre si avvicina... l'aria della giungla è afosa, densa, intrisa di odori dei più disparati... no, solo quando si è a tiro di quell'animale si riesce a scorgerlo... ed è troppo tardi... tutto comincia a sussultare... quel dannato carica a testa bassa e vi è un solo modo per abbatterlo... colpirlo in mezzo agli occhi!”
“Il signor cavaliere” fece Ermiano “lo conoscete, è un tiratore formidabile... ora prendete le vostre medicine contro la malaria, Colonnello...”
“Ah, quel ragazzo, devo rivelarvi, mi da dei pensieri...” mormorò il Colonnello “... ci sono tanti posti per poter cacciare le bestie feroci... la Malesia, Ceylon... persino il Madagascar... perchè allora ha scelto proprio questo posto? No... quel ragazzo nasconde qualche segreto... si, glielo leggo in faccia... si, qualche segreto... qualche segreto che lo tormenta e lo spinge ad agire così...”

Clio 08-11-2013 18.46.25

Mi guardai attorno, dapprima vidi qualcuno, ma avvicinandomi di più mi resi conto che non era affatto pericoloso.
Sorrisi, sollevata.
Eppure, non poteva restare. Se Mirabole fosse arrivato? Forse era proprio quell'uomo.. Scossi la testa, era impossibile.
Sorrisi al cameriere, è presi il vino dalla sua mano, ringraziandolo con un cenno del capo.
"Credo che qualcuno dovrebbe accompagnarlo a casa, non credete?" Dissi al servitore "Ci pensate voi?".
Ero impaziente di restare sola, l'ultima cosa che volevo era che un ubriacone rovinasse il mio incontro con Mirabole.
Comunque, lui conosceva il mio viso.
Così, sprofondai in una poltrona, guardandomi intorno.
Guardai il vino.
Adoravo il vino, da sempre, era risaputo. Anche se gli eccessi non mi erano certo concessi.
Era facile sapere che non avrei mai rifiutato un calice di Champagne.
Non era il caso.
Lo posai così sul tavolino accanto a me, e mi guardai intorno, in attesa.

Guisgard 08-11-2013 19.26.25

Il servitore sorrise a quelle parole di Clio.
“Non temete, milady...” disse “... credo che verrà presto a cercarlo sua moglie... perdonatemi, vado a prendere altre coppe di champagne... col vostro permesso...” annuì vagamente divertito ed uscì.
Clio allora, si sedette su quella poltrona, posando sul tavolino il suo calice di champagne.
Trascorsero così diversi minuti.
Dopo un po', alla ragazza parve un tempo indefinito, scandito dal ticchettio dell'orologio sulla parete di fronte a lei e dal russare del nobile addormentato.
Era Mezzanotte in punto.
Ritornò allora il servitore.
Sorrise di nuovo a Clio ed indicò con lo sguardo il nobile ancora addormentato che russava.
Si avvicinò allora alla ragazza e le consegnò un bigliettino ripiegato più volte.
“E' per voi, milady.” Disse.
Ed uscì.

Altea 08-11-2013 19.51.44

Osservai la discussione tra Ermiano e il colonnello...e leggermente sorrisi.
Rientrai in camera e indossai uno scialle per coprirmi...aveva ragione però..quel ragazzo era misterioso, qualcosa di celato.
Uscii e sorrisi prima ad Ermiano e poi al colonnello.."I miei saluti colonnello, vi ricordate di me? Come state..e oggi a cosa mi paragonate" e lo presi sottobraccio sorridendo.."Ho sentito che non volete prendere le medicine per la malaria" e feci l'occhiolino a Ermiano "ma se non lo farete non potrete andare a cacciare il rinoceronte indiano...e sarebbe un peccato. Ora seguite i consigli di Ermiano e poi andate a riposare".
Sorrisi al servitore e nuovamente al colonello e un brivido freddo mi pervase...quella dimora e quelle persone erano ormai parte della mia vita ma non sarebbero mai state nella mia vita...e mi rammaricai di questo, il mio volto divenne di nuovo serio.

Clio 08-11-2013 20.03.37

I minuti non passavano mai, mi guardavo attorno, con mille domande.
Odiavo aspettare.
Quasi sobbalzai quando udii i rintocchi della mezzanotte.
Guardai stupita il servitore tornare.
Presi il bigliettino dalle sue mani e gli sorrisi.
Un altro bigliettino.. Che fiore mi aspettava questa volta?
Poi, lentamente, lo aprii.

Talia 08-11-2013 20.08.57

Aprii appena gli occhi e subito fui colpita dalla lieve e calda luce che avvolgeva l'ambiente...
d'istinto allungai la mano accanto a me, ma lui non c'era più.
Non ne fui sorpresa, ma ne fui triste.
Fu allora che mi accorsi di avere quel fiore appoggiato alla mano, in grembo... lo osservai per un istante, sorridendo...
un lillà...
con delicatezza le mie dita sfiorarono i suoi morbidi fiori, lentamente, quasi come una dolce carezza...
e così rimasi a lungo... sorridendo tra me, sfiorando piano quel fiore e pensando a lui... a lui solo.

Guisgard 09-11-2013 01.36.17

“Oh, milady...” disse il Colonnello ad Altea “... ora comprendo perchè siamo giunti qui, nella misteriosa India... voi di certo siete la figlia di qualche ufficiale inglese... aspettate... ecco... si, ora indovinerò la vostra storia... avete seguito qui vostro padre perchè attratta dal fascino di questo sterminato continente... le notti stellate sul Gange... la caccia alla tigre... gli immensi tesori disseminati nella giungla... ma poi siete stata rapita dai feroci Thug, che vi hanno reso sacerdotessa della loro terribile divinità, la dea Kalì... e noi siamo giunti qui per liberarvi da quei fanatici!”
“Ecco, Colonnello...” avvicinandosi a lui Ermiano “... prendete la vostra medicina... non potete certo rifiutare ciò che vi ha detto lady Altea... domani magari porterete con voi anche la nostra dama...”
“Certo!” Esclamò il Colonnello, per poi prendere la sua medicina.
“Su, ora dovete riposare...” fece Ermiano “... venite, vi accompagnerò nella vostra stanza.”
“No, voglio restare ancora un po' a conversare con milady...” mormorò il Colonnello, lasciandosi cadere su una grossa poltrona “... così mi parlerà degli usi e dei costumi dei Thug...”
Ma pochi istanti dopo cadde addormentato sotto l'effetto della medicina.

Guisgard 09-11-2013 02.06.47

Il servitore uscì e Clio aprì quel bigliettino.
Ma nel farlo la ragazza si accorse, con suo grande stupore, che non vi era scritto nulla.
Era un foglio bianco ripiegato più volte su se stesso.
Ma l'altra cosa che stupì Clio fu l'intenso e particolarissimo profumo che emanava quel biglietto.
Poi, d'un tratto, tutto cominciò a ruotare attorno a lei.
Il russare di quel nobiluccio addormentato sul divano divenne più forte e irregolare.
Le bollicine di champagne nel suo calice iniziarono a saliere e scendere in maniera sempre più vorticosa.
Le sembrò di udire i rintocchi dell'orologio che annunciavano ancora la Mezzanotte.
Poi, quasi senza accorgersene, la ragazza cadde addormentata...
Clio riaprì gli occhi in maniera naturale, come se non fosse passato neanche un istante da quando aveva iniziato ad avvertire quei capogiri.
Si guardò allora intorno, accorgendosi di trovarsi in un luogo strano, curioso, misterioso.
Di certo non più la Sala degli Arazzi del Palazzo Reale di Sygma.
Era stesa su un comodo e largo letto, foderato con lenzuola di seta rossa finissima, intrise di un profumo leggero, esotico e gradevolissimo.
Il letto era sormontato da un'icona russa raffigurante la Vergine con Bambino.
Qua e là dalle pareti pendevano armi di stile e gusto orientale, dai foderi ornati di pietre preziose come raramente si vedevano a Crysa.
Pietre che risplendevano in maniera mirabile, grazie ai deboli riflessi generati dall'unica candela che illuminava quel luogo dai tratti fiabeschi.
A terra invece il pavimento era ricoperto da un sontuoso e pittoresco tappeto arabo, alto e morbido.
Quel luogo sembra fluttuare quasi, come fosse una nuvola sospesa nel cielo, in balia dei venti.
Poi gli occhi della ragazza cominciarono ad abituarsi a quell'incerta e vaga penombra, riuscendo a cogliere sempre più particolari di quel luogo.
E infine, proprio dove la penombra ed il buio sembrano incontrarsi e confondersi, si accorse di qualcosa.
In quel punto vi era infatti un'ombra.
Il volto era quasi del tutto celato da quella semioscurità, fatta eccezione per gli occhi.
Erano occhi azzurri, vivi e penetranti.
Poi quel volto fece un movimento impercettibile, ma sufficiente a condurlo un po' più vicino alla luce della candela.
Clio intravide così quel volto, che però era coperto da una maschera.
Ma gli occhi erano perfettamente visibili.
E la ragazza si accorse che erano gli stessi occhi azzurri del Priore Adamo.
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Guisgard 09-11-2013 02.22.39

Talia era in quella stanza, accarezzando quel fiore di lillà.
Ad un tratto la porta si aprì ed un servitore entrò.
“Milady...” disse avvicinandosi alla ragazza “... vostro marito vi sta cercando... è qui fuori...” Nella saletta non vi era nessun'altra dama, allora il servitore andò a chiamare l'uomo che stava attendendo fuori.
Così Jacopo entrò.
“Talia...” guardandola “... dov'eri finita? E' da tanto che ti cerco...” prese allora le mani di lei, stringendole “... hai le mani fredde... e sei un po' spettinata... ti senti bene?”
Ma nel prendere le mani di lei nelle sue, Jacopo aveva fatto cadere a terra il fiore di lillà.

Clio 09-11-2013 02.30.28

"Maledizione, era una trappola..." Pensai, mentre la stanza girava intorno a me.
Quando riaprii gli occhi, per un momento restai disorientata.
Iniziai a guardarmi intorno, osservando le meraviglie intorno a me.
Poi, rammentai il bigliettino, il papavero blu, Mirabole.
D'un tratto, li vidi: quegli occhi.
Mi alzai, con tutta la regalità che mi era rimasta, certo non mi sarei fatta intimidire da quell'uomo.
"Buonasera a voi.." Dissi, come fosse la conversazione più normale del mondo "Non credo occorrano convenevoli, voi sapete chi sono io, e io so che siete voi, i vostri occhi vi tradiscono.." Dissi, con un sorriso enigmatico "..devo dire che la vostra richiesta di incontrarmi mi ha sorpreso non poco.. Chi vi diceva che non sarei corsa a raccontare tutto a Missani?" Sorrisi nuovamente "Ebbene.. Sono qui, Vi ascolto...".
Fissai a lungo quegli occhi enigmatici, azzurri, intensi.
Ma sapevo che i miei non erano da meno.
Dove mi trovavo? Non avrei mai potuto saperlo.
Ma per un motivo o per l'altro non ero spaventata, sapevo di potermi difendere e Mirabole non sembrava il tipo d'uomo che farebbe del male ad una donna.
O forse, più semplicemente, ero pericolosamente incosciente.
Intensificai lo sguardo, che per quanto l'azzurro dei miei occhi fosse trasparente, in confronto ai suoi, sapeva essere intenso e penetrante.
Bramavo risposte.

Altea 09-11-2013 19.05.32

Mi sedetti in una poltrona vicino al colonnello..usi e costumi dei Thug..e cosa avrei inventato ora?
Eppure un chè di vero vi era nella sua storia...ero stata salvata ma non dal quella tribù.
Vidi il colonnello addormentarsi e mi voltai verso Ermiano..."Parlatemi di questo colonnello...che relazioni ha col Cavaliere di Altafonte? Lo incontrai anche l'altro giorno".

elisabeth 10-11-2013 19.42.43

Uscii dalla mia stanza.......e mi accorsi che dal lato opposto della navata vi era una piccola Cappella......e li' due guardie armate facevano la guardia a qualcosa di prezioso....era quindi ragionevole pensare che io non avevo visto il quadro.....e com'era messa la cosa...non lo avrei visto neanche ora......ero una Suora e per quanto fosse strano...quella era la mia casa........quindi......tornai indietro ed andai a svegliare il Sacerdote........" Padre....Padre..svegliatevi vi prego....."....lo scossi con gentilezza e poi con piu' fervore....Dio mio ..aveva il sonno pesante quanto un macigno......ma poi si sveglio'.....prendendosi un accidente...." Padre...noto che siete forte di cuore.......perdonatemi se vi ho svegliato........ho avuto una visione........Ho visto degli angeli che pregavano davanti ad una Cappellina .....e mi hanno chiesto di svegliarvi e con voi devo andare a pregare.......Padre.......mi sembra il caso che voi vi alziate e veniate con me a pregare........Dio quando chiama non aspetta.........vi aspetto in Chiesa......".......soddisfatta nella mia divisa da Suorina.....me ne andai in Chiesa.......accesi alcune candele....e vidi le guardie mettersi in allarme......ma il sacerdote era già alle miei spalle......." bene Padre.....andiamo e Lodiamo le magnificenze di nostro Signore......"....col capo chino e le mani giunte.....presi il cammino verso la cappella......

Talia 10-11-2013 22.54.07

Sollevai gli occhi sul servitore, senza vederlo davvero.
Egli mi rivolse appena qualche parola, poi si diresse di nuovo verso la porta e lasciò entrare la persona che era lì fuori.
Osservai Jacopo entrare e chinarsi su di me... sembrava preoccupato...
io sentivo le due parole, eppure era come se la mia mente non riuscisse a registrarle, come se non riuscisse a porvi attenzione...
Lo osservai per qualche istante, in silenzio.
Jacopo...
gli volevo bene, in fondo...
gliene avevo sempre voluto...
ma era un bene così diverso dall'intensa gioia che mi aveva pervaso il cuore e l'anima poco prima, nel giardino...
Esitai per un attimo alle domande di Jacopo...
solo un attimo, però...
"Ero... ero qui." dissi poi, lentamente.
Mi sentivo strana...
sentivo che non avrei tollerato più la confusione della festa, ora...
al contrario, avevo voglia di stare sola, avevo voglia di silenzio e di quiete per pensare in pace a quei dolci momenti nel giardino...
dentro di me avevo quasi paura che la confusione mi avrebbe portato via la magia di quei momenti, quasi come la luce del giorno fa sembrare lontani i sogni...
"Vorrei andare a casa, Jacopo..." dissi allora, chinandomi e raccogliendo delicatamente il fiore che mi aveva fatto cadere "Sto bene, ma sono stanca ed ho bisogno di riposare, perciò preferirei andare a casa subito!"
Lo osservai per un attimo...
"So che tu devi restare..." mi affrettai ad aggiungere "È pur sempre una questione di lavoro, per te... ti prego, presenta i miei omaggi al Re, sono certa che capirà la mia stanchezza! E sono certa che anche tu capisci, Jacopo..."
Abbassai gli occhi, quasi distrattamente... pregando che non facesse altre domande...

Guisgard 11-11-2013 00.16.46

“Il nostro Colonnello è una brava persona...” disse Ermiano ad Altea “... purtroppo solo un po', come dire? Confuso.” Sorrise. “Sua Signoria lo incontrò a Capomazda... e siccome gli mancava l'accento di quella terra, ossia ne sentiva la nostalgia, decise allora di prenderlo con sé... e così il nostro Colonnello Antoine è giunto insieme a noi qui a Sygma... in verità credo che Sua Signoria sia attratto da tutto ciò che in qualche modo rappresenta la follia... forse perchè i folli sono tutti solitari, tutti sognatori... e forse anche un po' perseguitati dal proprio passato...”

Guisgard 11-11-2013 00.23.49

Padre Roberio apparve un po' perplesso per quanto detto e fatto da Elisabeth.
Tuttavia, essendo, come tutti i religiosi di quel tempo, un mistico, decise allora di prestare fede a quel sogno descritto dalla suora.
Avanzò così con lei verso la Cappellina della Deposizione.
“Padre, sapete che nessuno può avvicinarsi...” disse uno dei soldati di guardia.
“Figliolo, vogliamo solo pregare davanti alla cappellina.” Spiegò il sacerdote. “Da qui, senza neanche entrare... non negateci questo bisogno... pregheremo anche per voi tutti...” si segnò, prese un Rosario e cominciò a recitare i Santi Misteri.
I soldati si scambiarono allora rapide occhiate e poi lasciarono al prete e alla suora la possibilità di pregare, allontanandosi di qualche passo.
Senza però perdere di vista la cappellina.
“Vi era qualche altra cosa nel vostro sogno, sorella?” Chiese poi il sacerdote ad Elisabeth.

Guisgard 11-11-2013 00.54.39

Capitolo XI: Il quadro rubato

“Faust
No, no. Il diavolo è interessato.
Che per amore di Dio faccia favori a qualcuno, è difficile.
Fuori le condizioni, chiare e tonde.
Un servo del tuo genere, in famiglia, è un pericolo.”

(Johann Wolfang von Goethe, Faust)



Il misterioso uomo sorrise a Clio.
Un sorriso enigmatico.
Poi la fissò con i suoi occhi chiari.
Occhi intensi e penetranti, quasi capaci di ipnotizzare se fissati per un lungo momento.
Aveva capelli neri e mossi, indossava una camicia bianca di lino, una fascia di cachemire gli cingeva la vita, pantaloni di pelle nera ed alti stivali di cuoio.
Quegli occhi azzurri poi spiccavano ancora di più, grazie al viso di un pallore non comune.
Tanto da apparire simile ad uno spettro.
Se ne stava seduto su una robusta sedia di legno scuro.
Accanto a lui vi era un piccolo tavolino intarsiato di madreperla, sul quale stava un vassoio con una bottiglia e due minuscoli bicchieri.
L'uomo prese allora la bottiglia e riempì col suo contenuto i due bicchieri, per poi offrirne uno alla ragazza.
“Benvenuta a casa mia...” disse con un accento che, sebbene quasi impercettibile, era tutt'altro che di Sygma “... assaggiate questo elisir... viene prodotto su un'isoletta greca e solo in tre bottiglie l'anno... una è per il Sultano Turco... un'altra è per il Patriarca di Costantinopoli... e la terza” sorrise “è per me...” sorseggiò un po' di quell'elisir dal suo bicchiere “... così capirete che stavolta non ci sono trucchi...” la fissò intensamente “... dicevate prima che vi ho sorpresa... davvero? Per così poco? Allora, perdonatemi, ma temo che non siate mai stata amata abbastanza... se basta così poco da parte di un uomo per sorprendervi... dopotutto mi cercavate, no? Non conoscete la leggenda di Faust? Se si invoca un demonio poi quello prima o poi si manifesta... potevo dunque farvi attendere?”
http://content.internetvideoarchive..../00561321_.jpg

Guisgard 11-11-2013 01.03.38

Jacopo ascoltò Talia e poi annuì lievemente col capo.
“Si, certo...” disse “... si, ti vedo un po' stanca... ti farò subito riaccompagnare a casa... appena finirò qui, tornerò anche io...”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò.
Entrarono allora Simone e il conte Roberto Fiosari, accompagnati dal servitore.
“Capitano...” fissandolo Simone “... pare sia accaduto qualcosa...”
“Cosa?” Chiese Jacopo.
“Sembra che il nostro uomo sia giunto.”
“Possibile?” Quasi incredulo Jacopo. “Dov'è ora?”
“Probabilmente sta fuggendo via in questo momento.” Rispose Simone. “Ma possiamo ancora raggiungerlo.”
“Dobbiamo!” Esclamò Roberto, visibilmente agitato.
Jacopo allora ordinò al servitore di condurre Talia alla loro carrozza, affinché potesse tornare subito a casa.
E poi uscì dalla stanza con Simone e Roberto.
“Prego, milady...” disse il servitore a Talia “... seguitemi, vi condurrò alla vostra carrozza.”

Altea 11-11-2013 14.55.36

Ascoltai Ermiano con attenzione...mi strinsi di più allo sciallo, sentivo freddo.
"Capomazda?" e guardai il colonnello addormentato.."Ne ho sentito parlare negli studi col mio maestro, ma mi sembra non sia corso molto buon sangue tra Capomazda e Sygma e che il Ducato di Capomazda è molto legata al Clero".
Mi fermai un attimo a riflettere...Ermiano aveva detto che Altafonte non voleva sentire la mancanza di quel posto.."E quindi..se non voleva sentirne la mancanza..ne deduco che il Cavaliere di Altafonte provenga da Capomazda, e così? E ditemi...ho sempre pensato al suo nome...deve avere un nome il vostro padrone..ognuno di noi ha un nome e cognome..non me lo potete dire in segreto?".

Clio 11-11-2013 15.27.12

Risi piano a quelle parole, prendendo l'elisir che mi veniva offerto, e portandomelo alle labbra, titubante.
Infondo, aveva detto niente trucchi, anche se mi chiedevo come potessi fidarmi di Mirabole.
"Amata? Temo che non sia una possibilità contemplabile.. L'amore rischia di essere una complicazione.." Sorrisi appena, scacciando dalla mente il pensiero di quel bacio, delle sue braccia attorno a me, del tocco delle sue labbra, del suo respiro sul mio viso.
Possibile che mi venisse in mente in un momento come quello? Dovevo restare concentrata.
"Casa vostra, eh.. Devo dire che corrisponde perfettamente all'idea che mi sono fatta di voi.. Eccentrico, sfacciatamente ricco.. " Dissi, passeggiando leggiadra per la stanza, cercai di sbirciare fuori dalla finestra, ma non conoscevo abbastanza Sygma per capire dove fossimo da un dettaglio.
"Questo significa che me ne andrò così come sono arrivata.." Sospirai "..sì, vi stavo cercando, ma, se avete scambiato le mie attenzioni per delle avance, avete sbagliato di sgrosso.." Sorrisi "..no, so bene che non fareste mai uno sbaglio simile.. Non appena scoprirò la vostra identità la rivelerò a Missani.." Lo guardai negli occhi, con un finto sorriso di scuse, decisamente la diplomazia non faceva per me "Niente di personale..." Sorrisi.
Quel bastardo viscido tiene imprigionato mio fratello, e io ho avuto la bizzarra idea di salvarlo
"E così non siete di Sygma..." Sorrisi.
Oh, come avrei voluto conoscere gli accenti italiani abbastanza bene da capire di dove fosse.
"Vediamo se indovino... Posso azzardare... Capomazda?" Sorrisi, beffarda, sapendo che non mi avrebbe mai detto la verità.
"Andiamo: Novalis, il Fiore Azzurro, il Verziere che sta per essere sottratto a Santa Felicita.. Avete sentito il re, no? Verrà esposto in una galleria.. Ma immagino che voi non lo permetterete...".
D'un tratto, un ricordo attraversò la mia mente.
"Sapete, sono stata dove un tempo sorgeva una città.. Altaforte.. Ora c'è solo una piccola cappella dedicata all'arcangelo Michele.." Alzando lo sguardo su di lui "lì, una ragazza sosteneva di avervi visto, mente riportavate nella chiesa del suo villaggio l'immagine della vergine.. Un gesto molto generoso da parte vostra, o forse.. Esattamente nel vostro stile..".

elisabeth 11-11-2013 18.17.45

Padre Roberio ando avanti e chiese lalle guardie di farci pregare.....ed esse se pur a malincuore si spostarono tanto quanto bastava per potere tene d'occho la Cappella certo che di bugie ne stavo dicendo tante che alla fine sarei arrivata direttamente al cospetto del demonio...... Cominciammo così a recitare il Santo Rosario......la litania diventò eco in quella Chiesa solitaria....e io diventai un unica cosa con quelle pietre.....sino a quando Padre Roberio mi chiese cos'altro c'era nel mio sogno.....lo chiese pregando....e in latino.....ero una donna dai modi ruvidi, non conoscevo l'alta società....ma Padre Anselmo...sin da piccina.....mi aveva insegnato ogni cosa....per essere una buona cristiana a scrivere e a leggere e di conseguenza conoscevo bene il latino.....e nello stesso modo in cui me lo disse Padre Roberio....io risposi.." Vidi delle nubi con Angeli e il suo Santo volto...era Maria.....era turbata da come era utilizzato questo Sacro luogo.....uomini di fede mi disse e non uomini di guerra......chi doveva sorvegliare doveva essere una donna di fede....avrei dovuto sorvegliare pregando e digiunando.......con la vostra presenza Padre e quella di Fra Bartolomeo........"......le mie labbra erano aride..e il cuore batteva forte.....parlavo di un sogno che non avevo fatto......ma davanti ai miei occhi il sogno mi apparve certo e luminoso come se stesse prendendo corpo.....caddi in ginocchio...pregando senza sosta.......mentre i miei occhi si chiusero per un attimo solo per un attimo.......sentivo la voce di Padre Reberio

Guisgard 11-11-2013 19.12.37

Così Padre Roberio ed Elisabeth continuarono le loro preghiere.
Il sacerdote però ripensava alle parole della donna.
Era praticamente impossibile attuare ciò che lei aveva visto in quel sogno.
Le autorità non permettevano ciò.
Poi la porta della chiesa si aprì di colpo ed altri soldati entrarono.
“Non si entra così nella Casa del Signore...” disse con tono di protesta Padre Roberio.
“Padre...” avvicinandosi a lui uno dei militari “... dobbiamo prepararci... Sua Maestà domani vuole il quadro nel Palazzo Reale.”
“Ma appartiene alla Chiesa!” Esclamò il sacerdote.
“Sono gli ordini del re.” Sentenziò il soldato.

Guisgard 11-11-2013 19.23.18

“Si...” disse Ermiano ad Altea “... Sua Signoria proviene da Capomazda...” sorrise “... anche se credo di potervi rivelare che Sygma è a lui molto cara... quanto la sua stessa terra oserei dire... un po' assomiglia al suo stesso animo... qui infatti vi è l'arte, la bellezza... ma sono quasi velate, quasi sussurrate... e anche lui è così... si, se Sua Signoria fosse una terra, avrebbe queste caratteristiche... un nome? Si, tutti ne hanno uno... lui però ne ha molti...” rivelò quasi con tono enigmatico.
In quel momento l'orologio cominciò a suonare all'improvviso.
http://www.dimanoinmano.it/immagini/...ndolo_home.jpg

Guisgard 11-11-2013 19.29.30

Mirabole sorrise a quelle parole di Clio.
“Perdonatemi...” disse sorseggiando il suo elisir “... ma qui è permesso solo a me fare domande... non temete, non ho mai pensato di poter ambire alle vostre avance... in verità per confrontarmi con i miei nemici... che poi sono i vostri amici, devo assumere le loro sembianze... quindi non posso permettermi un cuore da potervi donare...” si alzò dalla sua sedia.
Quell'ambiente sembrava quasi fluttuare.
Poi in lontananza si udì il rumore di una barca.
Clio allora comprese: erano su un'imbarcazione.
“Voi siete qui” aggiunse Mirabole “perchè possedete qualcosa che io voglio...” le si avvicinò “... qualcosa che mi occorre...” la fissò negli occhi “... potete parlare con i miei nemici... ebbene direte loro che Mirabole non solo ruberà il Verziere Fiesolano, ma libererà anche l'innocente dall'ingiusta prigionia... salvandolo dal patibolo...” sorrise lievemente e si avvicinò ancor più a lei, per poi accarezzarle il viso con un fiore.
Clio allora avvertì un intenso profumo e poi perse conoscenza, cadendo svenuta fra le braccia di Mirabole.
Ma proprio in quel momento si udirono voci e rumori.
Poi degli spari raggiunsero la barca, rompendo i vetri delle finestre e lacerando le preziose tendine.
Mirabole allora adagiò Clio sul letto e corse poi a guardare fuori.
Sui ponti sul fiume erano giunte le guardie del re e le loro armi continuavano a colpire la barca del ladro.
In breve ci fu una pioggia di fuoco.

Altea 11-11-2013 19.37.11

Tanti nomi???? Rimasi sbigottita a quelle parole quando sussultai al suono dell'orologio a pendolo...
"Oh, si è fatto tardi Ermiano e sapete non ho nemmeno sonno...quasi quasi faccio un giro per la casa, ma non vorrei essere invadente, dove potrei andare e non ledere la privacy del padrone di casa?".

elisabeth 11-11-2013 19.56.56

L'apertura del portone fu cosi' violenta che sobbalzai e le candele rischiarono di spegnersi........i soldati entrarono e uno di essi fu molto duro nel rivolgersi al prete.......Il Re......e la Chiesa ?........." Padre...vorrei parlarvi un attimo....e' importante...." e così in disparte parlai lui...." La Madonna in sogno mi ha detto cosa devo fare e voi sapete che non posso far finta di nulla....il quadro andra' dal Re ....ma solo se lo porteremo noi e Fra Bartolomeo...ormai e' giorno dovrebbe essere qui.....dovete dirlo voi ai soldati...sono una suora e da donna non mi ascolteranno..."........

Clio 11-11-2013 23.42.07

Distinguere un suono preciso era difficile. E forse era proprio quel frastuono il vero protagonista.
Un misto di grida, ordini, comandi, spari.
Tutto è appannato intorno a me, sento la forza venire meno, ma quel furore che non sarò mai in grado di spiegare mi tiene in piedi.
Nemmeno mi accorgo di essere pallida come un cencio.
No, io sento soltanto quelle urla, quegli spari.
Ma non posso cedere, non adesso, ripeto a me stessa, posso farcela, devo farcela.
Solo qualche passo, e sento le gambe cedere definitivamente, cado a terra, ansimante.
La ferita è troppo profonda, crollo, il buio mi avvolge senza pietà.


Dove mi trovo? Un leggero senso di torpore misto a inquietudine si impossessa di me.
No, non sono davanti a Castel Fiorito, non sono distesa su corpi, membra e fango.
Sento seta e raffinate stoffe sotto di me.
Sono forse a casa?
Eppure quel rumore, spari, ancora spari.
Non è possibile, non posso sopportare un'altra battaglia.
Sono ferita, sono sfinita, non posso.

Il mondo si muove veloce davanti ai miei occhi. Eppure, non sto camminando.
Forti braccia mi stringono, trasportandomi per il campo.
Mi hanno catturata? Sono in trappola?
Eppure, non c'è astio in quella stretta, solo una dolce preoccupazione.
Nonostante il forte odore della battaglia riesco, incredibilmente, a sentire l'essenza di bergamotto.
Lui usa un profumo al bergamotto.
Alzo gli occhi, a fatica, per guardare l'uomo che mi tiene in braccio.
Lui mi sorride, e s'illumina.
"Ti è andata bene, ragazzina.. ora riposa..".
"Diomede.." sussurro, prima di piombare nuovamente nell'oscurità.


Dov'è mio fratello? Dove sono adesso?
Ricordo un profumo, il profumo di un fiore. Possibile che non lo rammenti? Che fiore era?
Non ha importanza.
Il vino era ottimo, cosa c'era in quell'elisir?
Elisir?
Santo Cielo, Clio.. svegliati..
Svegliati!

Apro gli occhi, lentamente, e la luce del primo pomeriggio mi abbaglia.
Li richiudo immediatamente, le ferite bruciano nonostante gli impacchi.
Possibile che sia stata ferita così tanto? Come posso essere ancora viva?
Forse, dormo ancora qualche ora, perché, quando li riapro, la luce si è affievolita.
Qualcuno mi sta parlando dolcemente.
"Clio.." sussurra, piano "...svegliati..".
Non gli ho mai sentito usare quel tono, con me o con chiunque altro.
"Su, svegliati.. ti prego.. sono qui.." sembra supplicante.
Con uno sforzo immane, apro gli occhi.
I suoi occhi chiari brillano, e avrei giurato di vedervi una lacrima.
"Oh, Clio.. Bentornata, sorellina.. dormito bene?" riprendendo il solito tono scherzoso "Mi hai fatto davvero preoccupare, lo sai?".


Devo svegliarmi, devo aprire gli occhi.
Clio, apri gli occhi.
La voce di mio fratello mi rimbomba nelle orecchie: "Apri gli occhi.. Svegliati..".
Devo farcela.
Apro finalmente gli occhi, disorientata.
Mi ci vuole un minuto buono per capire dove sono e che cosa sta succedendo.
Mirabole non c'è più e una pioggia di proiettili si abbatte sull'imbarcazione,
Pezzi sconnessi si fanno strada nella mia mente, ma una cosa è chiara, devo andarmene di lì.
Nessuno sa che sono a bordo, e distruggeranno la nave.
Non c'è tempo.
Mi sfilo velocemente il vestito, restando con la semplice sottoveste, rabbrividisco un istante nel freddo della sera.
Senza pensarci due volte, mi butto in acqua.
L'acqua di fiume è diversa da quella spumeggiante dell'oceano, ma fa meno paura.
Posso vedere la riva, e raggiungerla in poco tempo.
Qualche bracciata e la raggiungo.
Sono in salvo.
Già, ma indosso solo una sottoveste, bagnata per di più, il massimo.
Non potevo tenere il vestito, mi avrebbe portato a fondo.
Guardai i soldati sul ponte.
Infondo, erano dalla mia parte, e devono avermi vista saltare e nuotare.
Chiusi gli occhi, e dimenticai di essere scalza e svestita.
Avanzai verso di loro, con tutta la sicurezza di cui ero capace.
Rabbrividivo.
Mi strinsi nelle braccia, tentando invano di riscaldarmi.
Ancora pochi passi.
Quando li raggiunsi, tirai mentalmente un sospiro di sollievo.
"Sono Lady Clio, cugina di Roberto Fiosari... Mirabole mi ha rapita alla festa e portato su quella barca, avvisate mio cugino, sarà in pena per me.." dissi, solenne ed autoritaria come avevo imparato ad essere.
Non che avessi l'aria della principessa conciata in quel modo, ma non avevo voglia di parlare, affatto.

Guisgard 12-11-2013 00.39.03

Ermiano sorrise ad Altea.
“Milady, questo palazzo non nasconde alcun segreto.” Disse il servitore. “Se non riuscite a prendere sonno potete passeggiare liberamente per i suoi corridoi. Attenta solo a non perdervi.” Aggiunse scherzosamente. “In verità l'ideale sarebbe una passeggiata in giardino, ma l'aria è fredda stanotte. Prima di visitare il palazzo, rammentate di prendere con voi una candela. E' buio. Ora scusatemi, ma devo portare il Colonnello a letto.”
Lasciò così sola Altea in quella stanza.
Da essa si poteva accedere al lato Nord, che dava poi su un lungo corridoio, abbellito da varie statue di gusto classico.
Qui si presentavano numerose porte, dove ciascuna permetteva di accedere ad una stanza.

Guisgard 12-11-2013 00.50.09

“Sorella...” disse il sacerdote ad Elisabeth “... secondo voi quei soldati mi ascolteranno? Non hanno voluto dar credito alle richieste del vescovo. Hanno ignorato i legittimi diritti della Chiesa su quel quadro, restando indifferenti anche alle preghiere e ai proclami dell'intero Clero...” scosse il capo “... temo non ci sia altro da fare... quel quadro è destinato a lasciare questa chiesa... questa chiesa che lo custodisce da secoli ormai...”
Intanto altri soldati erano giunti.
Ormai mancava poco all'alba.
Nel frattempo, attirato dal clamore causato dall'arrivo dei soldati, qualcuno apparve nel piccolo spiazzo antistante la chiesa di Santa Felicita.
Era Velv ancora abbigliato da frate.
E dall'interno della navata, attraverso la porta lasciata aperta dai militari, Elisabeth lo vide.

Guisgard 12-11-2013 01.12.32

Tutto accadde velocemente.
Alla fine Clio riuscì a scappare da quell'imbarcazione ormai in fiamme.
Quando poi raggiunse i soldati, ormai svestita e scalza, parlava loro ma quelli apparivano occupati a fissare altrove.
Fu in quel momento che si accorse di ciò che guardavano i militari.
Sul ponte in fiamme dell'imbarcazione, poco prima di colare definitivamente a picco, vide due figure battersi a duello.
Una era il capitano Jacopo, mentre l'altra appariva indistinguibile per lei.
Il duello fu serrato, come se quei due contendenti fossero indifferenti al destino ormai segnato di quella barca.
Alla fine i duellanti arrivarono quasi a scontrarsi fisicamente, separati solo dalle loro due lame.
Poi un esplosione a bordo fece perdere l'equilibrio al rivale di Jacopo.
E questi lo colpì al viso mentre l'altro era ancora chino a terra.
La ferita fu seria, poiché l'altro non riuscì più a battersi, trovando rifugio poi solo tuffandosi nelle acque del fiume.
A quel punto Jacopo saltò su un piccolo battello condotto dai suoi uomini.
Appena in tempo per vedere l'imbarcazione del ladro scomparire nel fiume.
“Clio...” disse all'improvviso qualcuno “... Clio!”
Era Roberto.
Raggiunse la ragazza e la coprì col suo mantello.
“Come stai, Clio?” Chiese preoccupato. “Ti hanno fatto del male?”
In quel momento il battello col capitano Jacopo raggiunse la sponda del fiume.
“L'ho ferito!” Gridò Jacopo saltando a terra. “L'ho ferito! Al volto!” Urlò. “Gli ho lasciato una cicatrice sul viso! Ho ferito Mirabole!”
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elisabeth 12-11-2013 11.13.20

Il Prete mi parlava con voce sommessa....incredulo a cio' che stava avvenendo....sembrava un'attacco militare e non una milizia di scorta a d un quadro.....perche' pensare che una suora e due preti con mille soldati sarebbero pututi essere una minaccia....il problema stava forse nel fatto che ognuno di noi poteva essere il ladro del quadro.....anche loro.....vidi Velv attraverso la fessura della porta...lo vidi e questo mi diede forza......una carica fornita anche dalla visione che non avevo fatto...era strano io quella visione me l' ero inventata...eppure mi sembrava di aver fatto veramente una promessa.......solo io e il prete eravamo davanti alla porta della cappellina...le guardie erano poco piu' distanti.....ma non davanti alla cappella......" Dovete portare un dipinto propieta' della chiesa....al Re.....le vostre mani sono sporche ...sporche di sangue...e sono profane.......solo chi come noi ha preso i voti e ha consacrato la vita a Dio ha diritto di toccare ogni cosa vi e' posta in questa Chiesa ".......qualche passo indietro e fui all'interno della cappella.....era talmente piccola che c'era posto solo per il quadro ed un inginocchiatoio...due candele ai lati.....e la tela che copriva il Capolavoro.......la tela avrebbe preso fuoco molto facilmente......sempre che sotto ci fosse stato il vero quadro........" Ci sono due modi per farlo uscire da qui...o tutti andremo dal Re....oppure dovrete uccidermi...ma nel farlo rovinerete il capolavoro....e il vostro Comandante...e il vostro Re.....non sarà contento........".....

Clio 12-11-2013 14.21.47

Nessuno discute i miei ordini, e tantomeno gli ignora!
Fissai furiosa il militare che sembrava non aver udito le mie parole.
Seguii il suo sguardo per vedere che cosa lo trattenesse dal rispondermi.
Ammutolii.
Il capitano delle guardie e Mirabole erano su quell'imbarcazione, o ciò che ne restava.
Fissai la scena, gli occhi sgaranati, dimenticando il freddo.
Quella voce sembrò arrivare da un sogno.
La sentivo lontana, attutita.
Poi capii.
Mi voltai verso Roberto, e gli sorrisi, stingendomi nel mantello.
"Sto bene..." Sussurrai.
Non avevo la forza per parlare, nemmeno con lui.
La tensione della festa era sparita e il suo sguardo preoccupato mi strappò un sorriso.
"Avevo solo voglia di farmi una nuotata.." Scherzai.
Lanciai uno sguardo al capitano trionfante.
Dovevo parlare con Missani, non in quel momento.
Mi aggrappai a Roberto per un momento, alzando gli occhi a cercare i suoi.
"Portami a casa, ti prego.." Sussurrai appena
"...e raccontami tutto.. Come sapevano che questa era la barca di Mirabole? Cos'è successo mentre ero con lui?".
Sarà stata la sua vicinanza, o il calore del mantello, ma mi sentivo meglio.
O forse, la mia curiosità era rinvigorente.
"Sono felice che tu sia qui.." Dissi, quasi senza accorgermene.
Ma era vero, non avrei desiderato altro che restare tra le sue braccia, dopo tutto quello.
Dovevo ancora capire esattamente cos'era successo.
Tornati a palazzo, avrei mandato un messaggio a Missani.
Ora, in quell'abbraccio rassicurante Simone era l'ultima persona a cui volevo pensare.

Altea 12-11-2013 15.51.09

Presi una candela color rosso e la accesi e iniziai a vagare per quel corridoio, che strano...era lungo e pieno di camere. Certo vivere soli in una casa cosi grande non doveva essere piacevole...sorrisi, era come un gioco..quale porta aprire?
Ad un tratto fui colpita da una porta color bianco e intarsiata, il pomello era d'avorio...cosa mai ci sarebbe stato dietro? Aprii lentamente la porta e entrai lentamente.

Guisgard 12-11-2013 20.45.44

Quei soldati avevano commesso un'imprudenza a lasciare la cappellina incustodita.
E quando Elisabeth vi entrò, minacciando di distruggere il quadro, il sergente richiamò aspramente i suoi uomini.
I militari allora circondarono la cappellina.
“Suora...” disse il sergente ad Elisabeth, puntandogli contro la pistola “... se siete davvero una religiosa allora non potete minacciare di distruggere ciò che la Chiesa considera di sua proprietà... se così non fosse non avrei alcuna remora a spararvi... vi chiedo dunque di uscire da lì...”
Intanto, attirato dalle voci, Velv entrò nella chiesa e vide quella scena.
“Sergente...” fissando il militare “... dovete scusarla... è una donna depressa... la guerra gli ha ucciso il marito e i due figli... ha deciso così di prendere i voti ma la sua mente è rimasta sconvolta... ma non è pericolosa... lasciatemi parlare con lei e la convincerò ad uscire...”
“E sia, frate...” fece il sergente “... ma fate in modo che esca davvero da lì... o sarò costretto ad ucciderla...”
Velv annuì e si avvicinò alla cappellina.
Vi entrò e guardò Elisabeth.
“Cosa diavolo combinate?” A bassa voce per non farsi udire dai soldati. “Vi siete bevuta il cervello? Cosa volete fare? Farvi ammazzare? E perchè poi? A noi questo quadro non interessa... ora fate ciò che vi dirò... allontanatevi da lì e venite verso di me... usciremo insieme da qui... sperando che i soldati non decidano di arrestarvi... sciocca donna...” si voltò verso i militari “... datemi un minuto e la farò ragionare...” tornando a parlare a voce alta.

Guisgard 12-11-2013 20.49.48

Tutti i soldati si avvicinarono a Jacopo che continuava ad urlare trionfante.
Roberto invece era rimasto accanto a Clio, tenendola fra le braccia.
“Capitano, io riporto mia cugina a casa...” disse poi al militare “... è scossa, bagnata e rischia di prendersi una polmonite...”
“Si...” annuì Jacopo “... ma domattina presentatevi in caserma... deve raccontarci cosa è successo su quell'imbarcazione.”
Roberto allora condusse Clio sulla loro carrozza e tornarono verso casa.
“Quando lasciasti la sala” mormorò appena la carrozza partì “ti ho seguita... ma sembravi svanita nel nulla... ho chiesto allora ai servitori ed uno di essi mi disse di averti vista entrare nella Saletta degli Arazzi... lì però non c'eri... ma a terra vi era un biglietto... era di Mirabole e sembrava indirizzato a te... chiamai il capitano e cercammo in quella saletta un passaggio segreto... lo trovammo e scoprimmo che conduceva fino al fiume... e da lì scorgemmo la nave di quel furfante...”
La carrozza arrivò finalmente davanti al palazzo dei Fiosari.
“Ora riposerai...” mormorò Roberto “... domani mi racconterai tutto...” e la portò nella sua stanza.
Lì, la lasciò riposare.

Guisgard 12-11-2013 20.51.41

Altea, così, entrò in quella stanza.
La candela che aveva in mano illuminò subito, per quanto possibile, data la debole luce, quell'ambiente.
Dall'incerta penombra allora apparvero delle strane ed inquietanti figure, dalle forme e dai tratti quasi grotteschi.
Ma un attimo dopo, Altea comprese ogni cosa.
Erano corazze.
Provenivano da molti paesi stranieri.
Tra cui dal Giappone, dalle Indie, dall'Arabia, persino dalle Americhe.
E oltre a queste corazze, nella stanza vi erano diversi monili, utensili e manufatti dalle più disparate forme e dimensioni.
Tutti oggetti di antico valore storico.
Poi, all'improvviso, la donna udì delle voci e poi dei rumori.
“E' giunto il padrone...” disse qualcuno dei guerrieri orientali di guardia all'ingresso “... aprite il portone!”


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 02.57.38.

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