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Citazione:
Rimontai su Dante e gli risposi quasi gridando: "Io mi rivolgo a voi come voglio! Chiaro!?!....E non prendo ordini da voi!.....Non prendo ordini da nessun uomo! Va bene!?!....Non prenderei ordini neanche da Sir Riccardo, per quanto lo ami!....Io prendo ordini solo da Dio e li prendevo da mio padre! Semmai sono sempre stata io a dettare le regole, anche nel mio ex-esercito. Ah...e un' altra cosa!....Piantatela, ogni due per tre, di baciarmi, oppure un calcio nei punti bassi o un pugno non ve lo leva nessuno!". Ero furiosa del suo atteggiamento da arrogante e presuntuoso. Scommetto che non era neanche un cavaliere. Anzi, semmai era un Cavaliere di Satana come Slathnir. Dopo qualche minuto di pausa, ripresi a parlare: "E comunque l' aggettivo giusto per me è onesta, non ingenua. Al contrario di quello che posso sembrare a prima vista, sono molto piu' astuta e furba di certe persone. Ma è inutile farvi certi discorsi! Voi siete uno di quei cavalieri superficiali che pensano che tutte le dame nobili di cuore siano stupide e deboli da ogni punto di vista". http://i60.tinypic.com/2us8z7l.png |
Lo guardai accasciarsi in quel modo, era davvero un sonnifero potente.
Potevo sentire i discorsi dei mercenari e il suono dell'ocarina di Guisgard. Sorrisi, forse era una pazzia, ma dovevo tentare. Ero stanca di star ferma. Dovevo andarmene di lì, e al più presto. Se il cavaliere mi avesse tradito sarebbe stata la fine, ma infondo mi aveva aiutata, sarebbe finito nei guai quanto me. Bisognava tentare, infondo, erano soltanto due guardie, il carceriere era pesantemente addormentato. E quella musica, quella musica copriva i rumori. Sì, dovevo tentare. Staccai un nastro dalla manica e lo usai per acconciare i capelli, raccogliendoli sul capo, in modo che soltanto un paio di ciocche mi incorniciassero il viso, e lo nascondessero, appena appena. Già che avevo quel vestito, tanto valeva sfruttarlo. Non era la prima volta, infondo, che usavo uno stratagemma simile. Era così che ero riuscita a catturare il capo di una banda di briganti, qualche anno prima. Ci avevo messo un settimana ad imparare come camminare, come muovermi, come parlare, per evitare di tradirmi. La ragazza che mi aveva insegnato tutto quello, doveva avere una pazienza infinita. Ma, infondo, aveva ottimi motivi per aiutarci. Ma era diverso allora, i miei uomini erano vicinissimi, non rischiavo nulla. Dovevo comunque provarci. Così, spostai finalmente la sbarra che avevo limato, grazie al prezioso regalo di Guisgard, cercando di fare meno rumore possibile. Ma c'era ancora la musica, e il carceriere dormiva. Riuscii ad uscire, ma non cantai vittoria, era la parte più facile. Salii le scale circospetta, seguendo la musica e l'orientamento per raggiungere il posto su cui si affacciava la mia finestra. Non fu difficile. Li osservai non vista, i due mercenari e il cavaliere. Il soldato si svegliò improvvisamente ed iniziò ad osservare la situazione, le armi che possedevano, i punti in cui erano scoperti.. ma la donna arrivò di soppiatto e mandò via l'altra parte con aria di compatimento. Potevo quasi vederla quella parte di me, prendere il controllo, sistemarsi i capelli sorridendo, aggiustarsi l'abito. Avevo davvero bisogno di lei. Se mi fossi tradita, sarebbe stata la fine. Prima di andare, mi chiesi se Guisgard sarebbe rimasto sorpreso, o se avesse pianificato ogni cosa, anche la mia uscita. C'era un solo modo per saperlo. Presi un respiro ed uscii dal mio buio nascondiglio. L'oscurità giocava a mio vantaggio. Camminai, con grande fatica, lentamente, in maniera aggraziata, leggiadra, sensuale. Pensai con un sorriso che il mio abituale passo: pesante, marcato, marziale, avrebbe cozzato pesantemente con quel vestito. Sorpassai con naturalezza i due mercenari, in modo da dar loro le spalle, diretta dal cavaliere. "Allora è qui che ti sei nascosto.." dissi piano, con un tono dolce e suadente che nemmeno sapevo di avere, una volta arrivata di fronte a Guisgard " Credevo ti fossi dimenticato di me..." sorrisi "Oh, non guardarmi in quel modo.. so come entrare non vista in un posto come questo.. ero stanca di aspettare..." mormorai "E poi, non hai perso qualcosa, cavaliere? O era un regalo?" risi appena, togliendomi il mantello per adagiarlo sulle sue spalle. "Allora, ce ne andiamo di qui?"mormorai, giocando con una ciocca di capelli. Sicuramente non ero un granché come donna, ma era il massimo che potessi fare. Sperai che il cavaliere mi assecondasse e i due mercenari non mi riconoscessero. |
Elisabeth si alzò con Elly per andare nella loro stanza.
E Daizer fece altrettanto, avvicinandosi a lei. “Vieni, cara, ti accompagno in camera...” disse alla maga. “Perdonatemi” fece il medico “ma mi permetto di insistere...” “So io come proteggere la mia famiglia!” Fissandolo Daizer. “Non ne dubito, messere, ma...” mormorò il medico. “Ed ora credo che mi moglie e la ragazza abbiano bisogno di riposare.” Lo interruppe il contrabbandiere. “Dunque, col vostro permesso...” “Qui abbiamo la fortuna di avere come ospite” disse il medico “un grande uomo di Chiesa. Si trova nel nostro borgo su invito di Sua Signoria l'Arciduca... sono certo che egli saprà aiutarvi.” “Non ci occorre aiuto.” Sentenziò Daizer, per poi fare cenno ad Elisabeth di andare nella loro camera. |
I frati ascoltarono con attenzione il racconto di Altea e mentre la ragazza parlava ne arrivò un altro.
Fra' Clemente lo presentò all'avventuriera e le pregò di continuare. Alla fine della storia i religiosi si scambiarono varie occhiate. “E' una storia triste terribile...” disse Fra' Clemente “... noi qui viviamo in religiosa e caritatevole solitudine, lontani dal mondo e dai suoi affanni... per questo non conosciamo quell'abate e né tanto meno la donna che definite strega... l'unica cosa che possiamo dirvi è di cercare aiuto da chi può fornirvelo... in un borgo non lontano da qui, chiamato Averze, dimora un grande uomo di Fede, chiamato dall'Arciduca per curare i mali di queste terre... egli ha nome Don Auster l'inquisitore e tratta casi simili al vostro...” Ma proprio in quel momento si udì ancora una volta lo spaventoso grido che Altea tanto bene conosceva. E quell'urlo bestiale turbò non poco i monaci. |
Flees rise forte a quelle parole di Eilonwy.
“Il vostro problema” disse “è che non avete mai incontrato un vero uomo!” Scosse il capo divertito. “E non negatelo, ma infondo vi piace il mio modo di fare! Ve lo leggo negli occhi! Le conosco quelle come voi... avete bisogno che qualcuno vi dica cosa fare... vi piace essere domate e comandate!” Rise ancora. Lasciarono così quel luogo e in sella ai loro cavalli ripresero ad attraversare la foresta verdeggiante. Il giovane cavaliere prese allora la bussola e cominciò a controllarla. “Vediamo di capire come funziona e come può esserci utile per arrivare a Gioia Antiqua...” mormorò. “Se mi è concesso” volando il merlo sulla spalla del cavaliere “credo che per trovare la destinazione occorra inserire dei dati...” “Dati?” Stupito Flees. “Che dati?” “Immagino, visto che questa bussola da l'orientamento in base all'ubicazione delle chiese che sorgono sul territorio, che per trovare il luogo desiderato sia necessario inserire il nome del Santo patrono o perlomeno titolare di qualcuna delle sue chiese. Infatti, se notate, accanto al pulsante centrale vi sono delle piccole lettere da digitare per scrivere qualcosa.” “Diavoli dell'Inferno!” Esclamò Flees. “Io neanche conosco tutti i Santi che la Chiesa si inventa di volta in volta per spillare denaro agli sciocchi, figuriamoci se so quello di Gioia Antiqua!” Guardò Eilonwy. “Voi avete idea quale santo preghino in quella città? Ammesso che siano superstiziosi ed ignoranti al punto di credere ancora al Cristianesimo...” “Immagino di si, messere.” Annuì il merlo. |
"Un inquisitore??" dissi sorpresa..."oh no..io sono fortemente Cattolica, vedete l'effige nella mia spada? I miei fratelli stanno combattendo una Guerra per la Chiesa...ma mio padre sir McGwyn mi ha sempre detto di stare lontano da queste persone...chi è una persona per accusare una persona come eretico? Solo i fanatici religiosi..." non finii la frase che udii l'urlo..."Oddio..Elvet è in pericolo, rimanete qui...".
Avevo già la spada in mano, poteva essere l'uomo era arrivato fin qua...dovevo aprire quella porta...era chiusa...aprii il chiavistello ed entrai nella camera. |
Il medico...l'uomo di Chiesa....l'Arciduca.....non mancava piu' nessuno eravamo al completo.....ero accanto a Daizer con gli occhi in basso...come usa fare una moglie ubbidiente.......il mio braccio sulla spalla di Elly era diventato freddo come il marmo......seguita dai due Frati feci come mi disse Daizer ed incominciai andare in camera....entrammo e feci sdraiare sul letto la ragazza....vidi i Frati guardare furori dalla finestra....." Voi che siete uomini di Chiesa e io che sono donna dell'universo.....ditemi....non era meglio proseguire ?.......confido nella provvidenza.......ma quell'uomo ...quel medico...non e' uno stupido ha guardato bene Elly........."......mi avvicinai alla porta e sentii discutere...di sotto...riconobbi la voce di Daizer....era infuriato....
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Nel vedere arrivare Clio vestita in quel modo, con quel suo fare, la voce suadente e seducente, i due mercenari sorrisero compiaciuti.
La ragazza era riuscita ad ingannarli col suo travestimento. “Accidenti, amico...” disse uno dei due a Guisgard “... mi sa che sei nei guai... mai dimenticarti di una donna!” “Ammesso” fece l'altro “che questi siano guai... ne vorrei avere ogni giorno di guai simili!” E risero forte entrambi. Guisgard restò sorpreso invece da ciò che vide. “Che mi venga un colpo...” pensò tra sé, per poi sorridere con fare scanzonato. “Eh, amici miei...” disse ai due mercenari, senza però smettere di guardare Clio “... mio nonno mi diceva sempre... quando incontri una donna bada di nascondere un Taddeo negli stivali... così, se eviterai di farti togliere anche quelli, ti ritroverai almeno con una moneta.” Rise, causando una nuova e fragorosa risata ai due guardiani. “Beh, è stata una serata piacevole, amici miei” salutando i due con un cenno della mano “ma temo di dover andar via ora...” mostrò un vistoso inchino alla ragazza “... eh, come potrei scordarmi di te, bellezza... stanotte sarò tutto tuo...” cingendole poi i fianchi e stringendola a sé. “Attento però...” fece uno dei due mercenari “... ricordati delle strega Armida e della fine che faceva fare ai suoi cavalieri!” Ridendo ancora. “Eh, vuol dire che starò attento al fiore che nasconde...” allegro Guisgard “... lo cercherò e lo coglierò con molta attenzione... vero, piccola?” Facendo poi l'occhiolino a Clio. Ma proprio in quel momento arrivò qualcuno. “Cosa succede qui?” Chiese Gufo Scarlatto. Guisgard subito si voltò verso quella voce. http://thestalkingmoon.weebly.com/up...68292_orig.png |
Guisgard sembrava sorpreso, evidentemente non se l'aspettava.
Beh, ma era stato lui a darmi l'opportunità, io l'avevo solo colta al volo. Tuttavia mi assecondò, e io continuai a recitare la mia parte, docile e spensierata. Lasciai che mi cingesse con le braccia, anzi mi aggrappai a lui. D'un tratto, quella voce, Gufo. Era comunque buio, forse potevo ingannare anche lui. Restai in silenzio, la testa appoggiata alla spalla del cavaliere, gli occhi bassi, la ciocca di capelli che mi attraversava il viso. Mi morsi il labbro inferiore, con l'espressione di una bimba disobbediente che è stata colta in flagrante a rubare la marmellata. Alzai per un momento lo sguardo su Guisgard, per poi abbassarlo subito, come a cercare la sua protezione. Ero una donna, dopotutto, indifesa, certo, ma tra le braccia di un cavaliere. Dovevo stare al mio posto, non toccava a me parlare. |
Domata?
Oh povero imbecille! Nessuno mi avrebbe mai domata! Lui non mi avrebbe domata mai. E anche se amavo Sir Riccardo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta l' anima, neanche lui mi avrebbe mai domata. http://img505.imageshack.us/img505/4...ghiro140xz.jpg Ci lasciammo alle spalle Hortus ed in sella ai nostri destrieri riprendemmo a cavalcare attraverso i vari boschi e foreste. Sir Flees tirò fuori la bussola rubata ed incominciò vedere come funzionava. Per capire dove era Gioia Antiqua, però, dovevamo sapere quale era il Santo Patrono dell' immenso borgo. La sfortuna di Sir Flees fu quella di non sapere quale fosse il nome del santo. Così incominciò a dire che chi era cristiano era un gran ignorante. Mi misi a ridere per la sua stoltezza e il suo non sapere. Anche se non era bello che una principessa facesse gesti bruschi e violenti, gli strappai con forza la bussola e gli dissi: "Date qua!....Siete piu' ignorante di un contadino e piu' inutile ed incapace di una zanzara! Lo sanno pure i sassi che il santo di Gioia Antiqua è S. Giorgio" e dopo aver parlato lo guardai. Vidi che fece una faccia confusa e sorpresa. Alzai gli occhi al cielo ed esclamai: "O Signore Santissimo, perchè tutti a me! S. Giorgio....quello del Drago!". Lo guardai di nuovo, ma non vedendo alcun segno di intelligenza e cultura incominciai a raccontare la storia del santo: "Si narra che in una città chiamata Selem, in Libia, vi fosse un grande stagno, tale da poter nascondere un drago, che, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno, ma quando queste cominciarono a scarseggiare furono costretti ad offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, la principessa Silene. Il re, terrorizzato, offrì il suo patrimonio a metà del regno, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane si avviò verso lo stagno per essere offerta al drago. In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale, saputo dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo intervento per evitarle la brutale morte. Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; il quale prese a seguirla docilmente verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li tranquillizzò dicendo loro di non aver timore poiché «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono, il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi". Dopo aver finito di novellare, scrissi "Chiesa di S. Giorgio Maggiore" sulla bussola. Mi apparve la mappa con la nostra destinazione e i giorni che ci avremmo impiegato ad arrivarci. "Ci impiegheremo 5 giorni ad arrivare a Gioia Antiqua. Ecco tenete!" e gli porsi con freddezza la bussola. |
Altea, sentito quell'urlo bestiale, corse nella camera dove aveva lasciato Elvet.
Entrata, trovò una scena simile a quella della stanza nella locanda. Mobili sottosopra, rotti e disordine ovunque. La finestra dava, da un altezza di qualche metro, su un piccolo praticello incolto e da qui Elvet, dopo essersi liberato, era saltato giù, fuggendo nuovamente. Infatti cominciava ad albeggiare. “Signora...” arrivando nella camera Fra' Clemente e gli altri monaci “... cosa è accaduto? E dove si trova il vostro compagno?” |
“Non temete...” disse Fra' Severius ad Elisabeth “... ci riposeremo qualche ora e al sorgere del Sole ripartiremo, lasciandoci alle spalle questo luogo.”
Poco dopo salì in camera anche Daizer. “Alla fine” rivolgendosi questi alla maga “sono riuscito a liberarmi di quel medico pedante ed impiccione. Ora riposiamoci... all'alba ripartiremo.” Guardò poi la ragazza che dormiva nel suo letto. Ora sembrava davvero essersi tranquillizzata. “Mi chiedo” mormorò il contrabbandiere “chi sia davvero questa ragazza e che relazione ci sia tra lei e la bambina trovata nel bosco...” scosse il capo “... sarà meglio riposare ora... abbiamo già abbastanza cose a cui pensare...” Trascorsa la notte, al sorgere del Sole, Daizer si preparò per scendere e sistemare il carro, ma qualcuno bussò alla porta. Era il locandiere. “Perdonatemi, signori...” disse. “Cosa accade?” Chiese Daizer. “Ecco...” fece il locandiere “... credo che qualcuno abbia parlato di voi a Don Auster... ha chiesto infatti di vedervi e vi attende al Palazzo Gaudioso...” |
Flees rise a quel racconto di Eilonwy.
“Sinceramente” disse divertito “dubito che questa storia sia vera. Mi sembra di ricordare che i Cristiani affermino che non bisogna combattere, né uccidere... dunque trovo divertente che un cavaliere ammazza draghi sia poi stato fatto addirittura Santo!” Scosse il capo. “Comunque... spero che la vostra informazione sia giusta, così da poter arrivare presto in quella città.” “Perdonatemi...” volando il merlo sulla spalla della ragazza “... che io sappia Gioia Antiqua è sconosciuta ai più... addirittura molti ignorano persino la sua esistenza... come fate a sapere che San Giorgio è il Santo Patrono di quella città?” Nel frattempo Flees osservava la bussola. “Ehi, segna qualcosa...” mormorò il cavaliere “... secondo la bussola qui vicino c'è una chiesa dedicata proprio a San Giorgio...” Il merlo allora si alzò in volo, sorvolò quella zona e ritornò da Eilonwy e Flees. “C'è una piccola cappellina in mezzo alla boscaglia con l'immagine di San Giorgio sull'ingresso...” rivelò l'uccello. |
Gufo Scarlatto guardò Clio.
La guardò a lungo. Tuttavia il buio della notte ed il suo travestimento impedirono al mercenario di riconoscerla. “Mi avevi quasi spaventato, vecchio mio...” disse sorridendo Guisgard “... pensavo che il giro di ronda lo lasciassi fare ai tuoi sgherri.” “Chi è questa donna?” Chiese lo Scarlatto. “Beh...” rispose Guisgard, col suo modo di fare un po' Guascone “... io non sono certo un prete e soffro di solitudine in notti come queste.” “Chi è?” Fissandolo Gufo. “Una sgualdrina?” “Ehi, stai parlando della mia ragazza.” Replicò il cavaliere. “Della donna che mi ha rapito il cuore.” Si voltò verso Clio e le fece l'occhiolino. “Vero, Angelo?” “Ah, mi prendi in giro!” Esclamò lo Scarlatto. “Non c'era con te ieri e non può essere arrivata qui da sola! Siamo lontani dalla città e di notte questo bosco pullula di animali e briganti!” “Ti pare che lasci un simile bocconcino in un luogo incustodito?” Ridendo appena Guisgard e stringendo ancor più a sé la ragazza. “Le avevo detto di attendermi in una piccola cappella lungo il sentiero che conduce qui... quella vecchia, dove vive da solo un vecchio fraticello...” “E perchè è venuta qui ora?” Guardandolo Gufo. “Perchè non può stare lontana da me.” Sorridendo il cavaliere. Il mercenario guardò entrambi con uno sguardo enigmatico. “Naturalmente” mormorò Guisgard “non ho alcuna difficoltà a dimostrarti ciò che ho detto...” sorrise ancora e si voltò verso la ragazza. La guardò negli occhi e portò piano le sue labbra su quelle di lei, per poi baciarla. Un bacio lungo, intenso e passionale. E quando la sua bocca lasciò quella della ragazza, dischiuse appena gli occhi, restando a fissare i suoi per un lungo istante. “Dubiti ancora che ti abbia detto la verità?” Rivolgendosi Guisgard a Gufo, senza però alzare il suo sguardo da quello di Clio. Il mercenario rise forte e con lui anche i suoi tirapiedi. “Vedo che ci sai fare, amico mio!” Divertito lo Scarlatto. “Si, ci sai proprio fare!” Continuando a ridere. “Le donne adorano essere prese così! Bravo!” E gli diede una pacca sulla spalla. http://www.tyrone-power.com/wallpape...004_medium.jpg |
Rimasi sbigottita nel vedere la stessa scena della locanda, più che altro capii...quell'uomo non poteva essere entrato come nella locanda, infatti mi tornò in mente un particolare...se non era Elvet ad emettere quell'urlo perchè allora si era fatto imbavagliare.
Mi aveva ingannato..potevo capire quando era in preda al sortilegio e diventato qualcosa non ancora chiaro ma fino ora mi aveva solo detto bugie pure in sembianze normali..ricordai le parole dell'uomo al maniero..lo aveva definito bugiardo, falso e senza scrupoli...e forse era vero..mi aveva voluto preservare? Trattenni una lacrima...aveva finto di amarmi per chissà quale scopo...aveva mentito e mi aveva istigato a mentire. Arrivò frà Clemente..."Vedete la camera...la stessa cosa avvenne nella locanda da dove proveniamo..è fuggito, rimanete qui tutti..non so in cosa si trasformi...io ora parto..vado ad Averze, probabilmente tornerà stasera quando riprenderà sembianze umane ditegli sono laggiù e di raggiungermi...laggiù, sempre sia ancora vivo, sapranno cosa fare". Mi avvicinani al frate..gli diedi delle monete..."Questo per riparare ciò che Elvet ha distrutto, la altra parte per voi e per i bisognosi che trovano riparo qui nella casa del Signore". Congedatami, uscii dal convento...mostrai a frà Clemente il cavallo di Elvet..."Questo è il cavallo di milord Elvet...sappiate egli mi ha spinto a mentirvi, non è come sembra...è un ricco signore di un borgo..per il resto tutto è vero di ciò che vi ho narrato". Salii in groppa a Cruz e partii ma non verso Averze, presi una altra stradina senza farmi vedere dai frati e spronai il cavallo che iniziò una forte corsa..."Avanti Cruz, si ritorna ad Afravalone, tu sei rimasto il mio unico compagno di viaggio fedele" accarezzandogli la folta criniera e il manto nero.."e una volta arrivata a casa, finalmente, partirò subito e salperò verso la Terra Santa, voglio andare dai miei fratelli, voglio sincerarmi di come stanno e ho bisogno della loro presenza". Ormai eravamo usciti dalla foresta...tutto era lontano..e rallentai la corsa...pensai a tutto ciò fatto fino ad ora..Tyssen...perchè quando scappai non mi segui per salvarmi..di cavalli vi erano in quella carrozza. E le parole dell' Abate Nicola...ovvero qualcuno mi stava mentendo...tanti mi avevano mentito ma soprattutto l' Amore, io avevo voluto dargli una altra possibilità all'Amore ma mi aveva tradito, non mi sarei mai più innamorata...e lo giuravo su me stessa stavolta. Il fatto di essere stata caritatevole, aver aiutato i Taddei portando loro la missiva e poi non averne ricavato nulla..di aver voluto salvare il novizio di Abate Nicola ed essermi trovata appunto in questa situazione e di aver voluto salvare Elvet e di trovarmi ora qui...sola. Guardai il Cielo.."Sia fatta la tua volontà Signore..probabilmente questo è scritto per me in Cielo..e così è in Terra". Ad un tratto vidi un centro abitato e un anziano signore che raccoglieva delle bacche vicino a un ruscello e mi avvicinai a lui..."I miei omaggi messere" scesi da cavallo per far abbeverare il cavallo e lasciarli mangiare l'erba del prato "mi sto recando ad Afravalone, potete gentilmente dirmi la strada..ancora è giorno, anche se vedo un paesello li vicino ma ho fretta di arrivarvi, forse sono pure sulla via sbagliata" e gli sorrisi..non volevo più essere triste, non volevo più storie tetre ma volevo pensare a me stessa ora. http://i62.tinypic.com/2yo98px.jpg |
Sorrisi a Guisgard, alzando lo sguardo su di lui, e annuii appena.
Vidi poi i suoi occhi cercare i miei per un momento, e avvicinarsi. Restai al gioco, era fondamentale che Gufo ci credesse. Così, mi abbandonai a quel bacio, così intenso e passionale, come avrebbe fatto una fanciulla innamorata, chiudendo gli occhi a mia volta. Quando poi gli riaprii, restai a fissare i suoi. Quell'azzurro così nitido e intenso, come il cielo in alcune giornate estive, quando il sole non vuole tramontare ma l'ora è tarda, era così diverso dal mio, quasi trasparente all'interno come una mattina di primavera, bordato però del blu intenso di una notte senza stelle. Il cavaliere restò con gli occhi nei miei, e toccò a me distogliere lo sguardo, arrossendo imbarazzata, per poi tornare a guardare il cavaliere. Ero una semplice ragazza, infondo, e lui mi aveva baciato in quel modo davanti a quegli uomini, avevo ottimi motivi per arrossire. Mi strinsi al mio cavaliere, sempre in silenzio. Sperai solo di lasciare quel posto il prima possibile. |
Me la sarei aspettata una reazione così da Sir Flees. Che noia, lo avrei avuto accanto per tanto tempo! Era proprio uno sciocco presuntuoso, un superbo imbecille, un insensibile e pedante maleducato e uno spudorato codardo.
Feci finta di niente. Anzi, più lo avrei ignorato, e meglio sarebbe stato per me! Poi, risposi al merlo: “Volete sapere come so che il Santo Patrono di Gioia Antiqua è S. Giorgio?....Bene è molto semplice, amico mio!....Dovete sapere che mia madre, la Regina Consel dei Gigli, è cugina della Regina Gioiosa Azzurra, sovrana di Gioia Antiqua. Essa è una donna molto intelligente e bella, ma molto crudele e tirannica. Ed è per questo motivo che tra lei e mia madre non scorreva buon sangue. Infatti, io riuscì a conoscerla solo all’ eta di 12 anni!....Era una donna minuta, ma molto sensuale e seducente con gli occhi viola e i capelli color nocciola. Forse, sarebbe per il suo modo di fare la donna giusta per voi, Sir Flees!” sentenziai l’ ultima frase con un sorriso gelido ed accattivante. La bussola indicò che nelle “vicinanze”, se possiamo così dire dato che c’ erano 4 leghe (1 lega= 4 Km; quindi 4x4 = 16 --> 16 Km) di foresta che ci separavano dal luogo, una cappellina dedicata a S. Giorgio. Il Principe dei Merli si alzò in volo e dopo un’ ora tornò confermando ciò che indicava la bussola. Partimmo, con furia, all’ istante e ci impiegammo 3 ore spronando i cavalli come non mai. Alla fine, quando giungemmo alla piccola cappella era quasi il tramonto! Per mia fortuna, a qualche metro di distanza dal sacro luogo trovammo una cascata di media grandezza ed altezza con un laghetto. “Questo posto è perfetto!....Allora vi auguro, in anticipo, una buona notte!...A domani!” esclamai al colmo della felicità. http://i58.tinypic.com/14t33hw.png (in alto Gioiosa Azzurra, Regina di Gioia Antiqua; in basso io di fronte alla cascata) |
Eilonwy, così, salutati Flees ed il merlo, si diresse verso la cascata, dove avrebbe passato la notte da sirena.
“Direi, messere, di bussare alla cappellina e chiedere magari un posto per trascorrere la notte.” Disse il merlo. “Siete d'accordo?” “Per niente!” Esclamò il giovane cavaliere. “Non intendo mettere piede in quel luogo. Detesto i cattolici ed i loro edifici di culto!” “Intendete trascorrere qui la notte?” Chiese stupito il merlo. “Al freddo ed all'umidità, messere?” “Meglio qui” rispose Flees “che in quel luogo per bigotti.” Scosse il capo. “Cosa sai tu di Gioia Antiqua e della sua regina? E' vero ciò che ha raccontato prima la ragazza? In verità non mi fido molto di lei. E' poco più di una ragazzina e credo sia anche un po' sognatrice...” rise “... ma saprò metterla in riga io... ha bisogno di qualcuno che le faccia capire che una donna deve obbedienza al suo uomo...” “Beh...” mormorò il merlo “... in verità si sa molto poco della regina di Gioia Antiqua... vi è un fitto mistero sul suo conto...” “Che mistero?” Chiese il giovane cavaliere. “Secondo una leggenda” raccontò il merlo “un incantesimo la rende per sempre giovane e bellissima. Altri invece raccontano che è l'amore dell'Arciduca a preservarla dal Tempo... ella è l'unica cosa di Sygma presente nei territori di Capomazda... infatti la regina Gioiosa Azzurra discende da una stirpe originaria di quella nobile terra... dalla dinastia che diede i natali alla principessa Sygmese che andò in sposa all'Arciduca Ardeliano...” “Sarà” sbadigliando Flees “ma a me di queste leggende o presunte tali importa davvero poco...” si voltò verso la cascata “... anzi, visto che mi annoio, vado a vedere cosa combina la nostra damigella...” e si diresse dove era andata Eilonwy. E la trovò adagiata sotto il gradevole scorrere di quella cascata, mutata, naturalmente, in sirena come ogni notte. “Com'è l'acqua?” Chiese divertito alla ragazza, per poi spogliarsi e tuffarsi anch'egli sotto la cascata. |
L'anziano sorrise ad Altea.
“Salute a voi, milady...” disse con un cenno del capo “... Afravalone? Eh, la capitale è un bel po' distante da qui... il luogo che vedete laggiù è Solpacus, la città del vino...” rise in modo amabile “... qui infatti si produce uno dei vini migliori di tutto il regno... e proprio in nome del nostro pregiato vino, infatti anche io vivo a Sulpacus, è stato indetta una giostra cavalleresca che ha attirato qui molti campioni... ora tanti cavalieri sono giunti in città, pronti a sfidarsi e a primeggiare davanti all'intera popolazione che attende trepidante la festa. Io sto tornando a casa con le bacche appena raccolte... se volete potete venire con me in città e vivere l'imminente celebrazione... anche perchè non troverete altri paesi nelle vicinanze e ormai è sera...” |
Le risate di Gufo ed il suo tono divertito, seguito dalla chiassosa ilarità dei suoi uomini, sembravano rimbombare ovunque.
Guisgard e Clio erano in mezzo a quei mercenari, ai loro sguardi, al loro puerile motteggiare, sempre in bilico e con la concreta possibilità che riconoscessero la ragazza. “Beh...” disse Guisgard, fingendo un'aria accomodante, senza perdere quel suo modo di fare irriverente e scanzonato “... ora che tutto è chiarito, direi che posso riaccompagnare alla cappellina la mia bella...” voltandosi verso Clio e facendole l'occhiolino “... lei si è tranquillizzata, ha visto che non sono fuggito piantandola in asso, dunque dormirà serena... anche perchè, magari, prima di metterla a letto le darò un altro bacio della buonanotte...” Di nuovo quegli uomini risero. “Che fretta c'è!” Esclamò Gufo. “E' notte fonda e non vedo perchè attraversare il bosco fino a quella cappellina! Potreste fare brutti incontri!” “Avanti, vecchio mio...” fissandolo il cavaliere “... pensi davvero che lasci la mia ragazza qui, con i tuoi uomini che non vedono una donna da giorni?” Sorridendogli. “Sarebbe una tentazione troppo forte per questi gentiluomini.” “Ehi, noi siamo gente perbene!” Fece uno dei mercenari. “Già, sapremmo sistemarla per bene la tua ragazza!” Aggiunse un altro divertito, suscitando poi le risate di tutti gli altri. “Abbiamo un lavoro da portare a termine, no?” Mormorò Guisgard allo Scarlatto. “Domani è il giorno decisivo, quello in cui consegneremo la ragazza ai messi del Senato. Voi davvero che i tuoi uomini siano distratti da altro? E che magari facciano qualche sciocchezza, mandando tutto all'aria?” Rise appena, tentando di nascondere il suo nervosismo per la tensione sempre più forte. “Infondo, la storia ci insegna, i guai più grandi sono sempre accaduti per colpa di una donna... vedi la Guerra di Troia, tanto per dire...” “Massì...” annuì Gufo, guardando il cavaliere negli occhi “... si, portala via... poi ritorna in fretta però... all'alba non manca molto.” “Sta tranquillo, vecchio mio...” annuendo Guisgard “... dimentichi che la porterò in una cappellina? E lì il fraticello non mi permetterà certo di coricarmi con lei, ahimè.” Ancora con quel suo sorriso da Guascone. “Va e torna presto.” Disse lo Scarlatto, per poi ordinare ad uno dei suoi di portare il cavallo del cavaliere. “Ovvio, vecchio mio.” Fece questi, aiutando Clio a salire in sella. “Sarò di ritorno molto presto. Non voglio certo perdermi l'arrivo dei messi del Senato.” Montando poi anch'egli sul cavallo. Prese allora le redini del destriero, salutò con un cenno i mercenari e con Clio cavalcò via rapido. Un attimo dopo il suo cavallo era già distante dal rifugio dei Gufi. “Forza, bello!” Spronando il suo sauro Guisgard. “Forza! Quei dannati non ci metteranno troppo a scoprire il nostro trucco!” Incitando l'animale. “Voi tenetevi forte, milady!” Rivolgendosi poi a Clio. |
Quando salutai i miei due compagni di viaggio, mi diressi verso la cascata. Mi tolsi quel vestito. Per il giorno dopo, decisi che avrei messo qualcosa di piu' semplice e comodo.
Il mio sguardo si volse verso l' astro del mattino. Apollo ed Elios fecero cambio con Artemide e Selene. L' incantesimo fu puntuale come al solito. I piedi si allungarono fino a diventare delle violette pinne e le gambe si unirono e si ricoprirono di mille e mille squame lucenti e cangianti color indaco. http://i58.tinypic.com/1zo7o06.jpg MUSICA DI TRASFORMAZIONE: http://www.youtube.com/watch?v=Z0vWiTJmX44 Quell' acqua era magnifica! Così fresca, frizzantina e limpida! Nuotarci era qualcosa di meraviglioso. Sembrava che l' acqua di quella cascata togliesse di dosso tutti gli affanni, i dolori, le arrabbiature e i mal di testa che mi aveva procurato Sir Flees. Finalmente un po' di pace! Troppo tardi Eilonwy!...Sir Pedanterius....sembra che voglia passare la serata con te! Si era denudato completamente e si era tuffato in acqua. Mi coprì gli occhi con una mano e dissi ad alta voce: "Ma avete perso il senno della ragione, per caso!?!......Siete uno spudorato!....Rimettevi le calzamaglie!....Non è educato e cavalleresco denudarsi e nuotare insieme a una donzella di nobili origini!". Riaprì gli occhi e me lo ritrovai troppo vicino a torso nudo. "Andatevene!....Non siete il benvenuto qui e non intendo stare in vostra compagnia!" dichiarai indispettita. |
Presi il cavallo per le briglie e seguii l'anziano uomo..."Una giostra di cavalieri...è fantastico, mio padre mi ci portava sempre coi miei fratelli, qualcuno di loro gareggiava pure e sempre vinceva".
Ci stavamo avvicinando al paesino e vi era molto fermento effettivamente e la gente era in festa..."Ricordo una storia...di sir Lancilotto del Lago, uno dei Campioni di re Artù, che amava segretamente la regina Ginevra. Vi fu una giostra ed egli si presentò celato e senza stemmi, la regina però lo riconobbe subito..come non poteva riconoscere il suo amato e prediletto cavaliere. Quindi mandò una sua ancella dal cavaliere e questa disse ad egli..."La mia Signora vi manda questo messaggio..il più peggio" ed ella indicò la bella Ginevra. Lancillotto, dunque, combattè come dei peggiori dei cavalieri e Ginevra fu certa era il suo cavaliere, il giorno dopo però per sicurezza rimandò la ancella dal cavaliere ed essa disse.."La mia Signora vi manda a dire...il migliore" e per Lancilotto non vi fu miglior occasione per dimostrarsi il migliore tra i cavalieri battendo tutti..e vincendo per la sua amata Regina...ci sarebbe molto da dire su questo ma il loro Amore rimane tra quelli senza Tempo." Guardai il Cielo, stava proprio imbrunendo.."E chi è il favorito tra i cavalieri? E cosa vincerà il vincitore?". Ormai eravamo nella piazza e nonostante fosse sera era ben animata forse per l'avvenimento, mi guardavo attorno, non vedevo l'ora di riposare...ora mi stavo rendendo conto per quante notti e giorni non avessimo dormito per volere di Elvet. |
Daizer salì in camera col volto di un uomo che aveva protetto la sua famiglia.....e i Frati erano il riflesso della speranza ...erano il luogo dove mio padre mi attendeva vittoriosa......" Si credo che una dormita ci farà bene e poi all' alba riprenderemo il nostro cammino......"....la ragazza si mise sotto le coperte senza dire nulla.....tutto senza dire nulla se non qualche piccola cosa ogni tanto......" Avete ragione Daizer.......la guardo e non riesco a capire......non vorrei che ci siamo portati il diavolo in casa......."...." Non preoccupatevi...sono o non sono una maga ?.....Vi proteggerò dalle fiamme degli inferi.....e poi ci sono loro con noi..nulla ci può toccare......."......presi uno scialle e me lo misi sulle spalle.....mi accomodai su una poltrona mezza sfondata....non volevo dormire accanto a lei.......non quella sera...avevo voglia di dormire......
E L'alba arrivò....mi svegliai nervosa....in preda all'ansia, eppure sembrava tutto normale...un Daizer che si stava stiracchiando...avevano dormito con i Frati sul pavimento........anche la ragazza sembrava essersi svegliata da sola.....era accanto alla finestra e perlomeno mi sorrise....." Buongiorno mia cara.....anzi buondì a tutti.......abbiamo una buona cera...posti atroci dove dormire...confido almeno in una buona colazione......".......Ma qualcuno busso' alla porta e questo qualcuno era il locandiere....a quanto pare la gente non riusciva proprio a farsi i fatti propri...e ciò che era solo un mio timore era diventata una cosa seria.......feci qualche passo indietro e come per nascondermi in un mondo dove non aveva posto dove celarmi quando si chiuse la porta....inveii contro Daizer....." Non succedeva vero ?......non sarebbe successo.......eppure eccoci qui in casa dell'inquisitore piu' folle di cui io abbia mai sentito parlare.....Quel medico.....ci stava osservando.....cosa diciamo....cosa .... che la ragazza e' muta dalla nascita....ma per essere muta dovrebbe essere anche sorda......e il suono delle campane lo ha sentito.....ma non e' solo quello il problema..perchè lei ogni tanto parla.....Don Auster....ha fatto uccidere alcune mie consorelle.....non avevano fatto nulla...."....guardando i Frati..." Dio non ha mai voluto questo.....dovrebbe essere punito.....e invece a quanto pare.....la sua pancia cresce come la sua fama...."......Uscimmo tutti da quella stanza, mangiammo qualcosa sotto nella taverna......vidi il medico che era lì la sera prima.....mi guardò come per dirmi che era la cosa migliore........per chi per me, per la ragazza o per lui......" Forse sarà meglio dare inizio a questa lunga giornata....."... |
Ce l'avevamo fatta!
Stentavo a crederci, mi lasciai guidare, docile, verso il cavallo. Il capo chino, le gote arrossate Quando il cavallo iniziò la sua corsa non mi sembrò vero. Se ne sarebbero accorti in fretta, questo era vero, ma avevamo una possibilità. Annuii al cavaliere. Mi sarei tenuta forte, infondo, non era la prima volta che dovevo correre così veloce a cavallo. Anche se, pensai con un lieve sorriso, di solito non avevo un abito ad impicciarmi. Eravamo lontani dalla città, ma potevamo farcela. |
“Ora calmatevi...” disse Daizer ad Elisabeth “... calmatevi e smettetela di agitarvi...” il tono era fermo, ma rassicurante.
Come se toccasse quasi a lui preoccuparsi di tutti loro. “Non accadrà nulla, vedrete...” continuò il contrabbandiere “... incontreremo quell'uomo, ma poi ripartiremo. Nessuno può obbligarci a restare qui e nessuna autorità può impedirci di ripartire, perchè non siamo dei malfattori.” Guardò i due monaci che erano con loro. “Figliola...” rivolgendosi Fra' Severius alla maga “... messer Daizer ha ragione. Non abbiamo fatto nulla di male e dunque non abbiamo nulla da temere. L'inquisitore è comunque un uomo di Chiesa e pertanto un Ministro di Dio. Gli racconteremo tutto ciò che ci è accaduto in questo nostro viaggio. Sei d'accordo, fratello?” Voltandosi poi verso Fra' Favelius. Questi annuì. “Io invece” fece Daizer “direi di restare cauti su questo punto... voglio dire, potrebbero essere difficili da spiegare i tanti fatti accadutici durante il cammino... per questo sono dell'idea di raccontare il minimo indispensabile. Direi allora che quella ragazza è nostra figlia o una nostra nipote... magari inventandoci di un trauma che le impedisce di parlare... non potranno certo sconfessare questa cosa senza alcuna prova... dico bene, no?” Poi scesero al pian terreno per mangiare qualcosa prima di recarsi al Palazzo Gaudioso. Qui rividero il medico del giorno prima. “Se permettete vi accompagnerò io al Palazzo Gaudioso, signori.” Propose il medico. |
L'anziano condusse Altea nella cittadina ormai in festa.
Infatti ovunque si respirava l'attesa per la celebrazione e per la giostra. Nelle strade erano già montati vari banchi e fuori molte botteghe era esposta in bella mostra ogni genere di merce. Naturalmente era il vino l'indiscusso protagonista di quell'atmosfera, con bottiglie, bottiglioni, damigiane e calici pieni di ogni varietà, bianco, rosso, rosato, dai colori più variegati e dai profumi più stimolanti. Ma in città si vedevano anche molti cavalieri e di ogni specie. Vi erano nobili rampolli di ricche famiglie, avventurieri, spadaccini erranti, aristocratici decaduti, apprendisti e tutti accompagnati da scudieri e paggi. “Vedo che siete una conoscitrice di storie cavalleresche ed amori romantici, milady...” disse sorridendo l'anziano ad Altea “... in effetti durante la giostra ci saranno diversi sguardi di ragazze innamorate che seguiranno con attenzione le sorti dei loro campioni... mi chiedete del favorito? Beh, negli ultimi anni il migliore è sempre stato sir Lhar... ma quest'anno si sono iscritti più partecipanti e credo che l'esito sia molto meno scontato che in passato... tuttavia, va detto, il ruolo di favorito resterà comunque al vincitore delle ultime edizioni...” annuì “... quanto al premio... beh... il trionfatore avrà la possibilità di nominare la sua dama come madrina della giostra, donandole così la Corona di Arianna, fatta con rametti di vite intrecciati fra loro, tenuti fermi da gemme di onice e di giada, a simboleggiare la nostra meravigliosa uva. Oltre questo, in palio per il vincitore ci sarà un'arma speciale, unica.” |
Flees rise sonoramente a quelle parole di Eilonwy.
“Secondo me” disse “avete bisogno di rilassarvi un po'...” godendosi quell'acqua fresca e cristallina, mentre il getto della cascata portava infinite bollicine trasparenti verso di loro “... e poi non vedo perchè vogliate godervi tutta sola questa meravigliosa acqua...” si fece passare più volte l'acqua tra i biondi capelli “... comunque è notte ormai... siete una sirena, no? Di cosa avete paura allora? Non potrei farvi nulla male... ammesso che possano dispiacervi le mie intenzioni...” le fece l'occhiolino e restò a fissarla divertito. |
Gufo ed i suoi ancora sghignazzavano per l'accaduto, quando, all'improvviso, si udì la voce agitata di qualcuno.
“Capo...” correndo verso di loro Boyke “... capo! Capo!” “Che il diavolo ti porti!” Esclamò lo Scarlatto. “Cos'hai da urlare così?” “Capo!” Arrivando davanti a lui il luogotenente. “E' fuggita!” “Cosa diavolo dici?” Sgranando gli occhi Gufo. “La ragazza è fuggita!” “Come può essere?” Afferrandolo per la tunica lo Scarlatto e strattonandolo con vigore. “Si, capo!” Annuì Boyke. “La cella è vuota! Le grate sono state segate! E dentro vi sono gli abiti che quella maledetta indossava al suo arrivo qui!” “Come può essere?” Incredulo Gufo. “E il carceriere?” “Dorme come un orso in letargo!” Rispose il luogotenente. “Ho cercato di svegliarlo, ma credo sia stato drogato!” Il capo dei mercenari allora comprese tutto. I suoi occhi divennero come tizzoni ardenti e spinse a terra Boyke per la rabbia. “Quel bastardo...” mormorò “... quel cane mi ha ingannato ancora una volta... ed io ci sono cascato come un somaro... presto!” Urlò ai suoi. “Prendiamo i cavalli! Non possono essere andati lontano in due con un solo cavallo! Presto, raggiungiamoli!” E si lanciarono all'inseguimento dei due fuggiaschi. Intanto, nel bosco, il cavallo su cui si trovavano Guisgard e Clio galoppava rapido per quanto poteva tra la vegetazione e le tenebre. Il cavaliere lo spronava come se volesse divorare in un sol boccone la distanza che li separava dalle mura della città. Infine intravidero una luce davanti a loro. La raggiunsero e si ritrovarono davanti ad una cappellina. Guisgard saltò giù dalla sella ed aiutò Clio a fare altrettanto. “Prendete questo...” disse togliendosi il mantello e mettendolo poi sulle spalle della ragazza “... vi riparerà dall'umidità.” Bussò poi alla porta della piccola cappella con forza. “Aprite, Fra' Vito!” Chiamò. “Aprite, presto!” Pochi istanti dopo qualcuno rispose a quell'appello. La porta infatti si aprì ed apparve un frate. “E' andato tutto bene, figliolo?” Chiese il religioso. “Si, fino ad ora...” annuì Guisgard, indicando poi Clio al chierico “... prendete il cavallo...” “Si...” fece il frate. Il cavaliere allora caricò due sacchi pieni di gusci di noci e di castagne sulla sella del suo cavallo, spronandolo poi a galoppare via. “Ecco...” fece Guisgard “... ora seguiranno le tracce del nostro cavallo, che caricato con quei sacchi lascerà orme abbastanza marcate da ingannarli...” fissando Clio “... un cavallo con in groppa due persone lascia tracce profonde nel terreno umido.” Arrivò il frate con un secondo cavallo. “Mentre noi” mormorò Guisgard “fuggiremo indisturbati con quest'altro cavallo, raggiungendo la città per un sentiero secondario...” “E' un buon piano.” Disse il religioso. “In due su quel cavallo era impossibile sfuggire a quegli uomini...” guardandolo Guisgard “... ormai avranno scoperto tutto e bisognava depistarli... presto, dobbiamo ripartire subito...” rivolgendosi di nuovo a Clio “... venite...” montò in sella al nuovo cavallo ed aiutò la ragazza a salire “... grazie del vostro aiuto, padre...” sorridendo poi al frate. “Che Dio vi assista, figlioli.” Benedicendoli il religioso. Un attimo dopo il cavallo con i due fuggitivi lasciò la cappellina, sotto lo sguardo di Fra' Vito. http://pad.mymovies.it/cinemanews/20...obinhood27.jpg |
L'atmosfera che si respirava era gioiosa e frizzante..come il vino che padroneggiava nella festa. Si poteva sentire il profumo misto di vari mosti di vino, quel profumo caratteristico che mi portò a dei ricordi da bambina, quando la vendemmia non era un lavoro faticoso ma una festa accompagnata da risa e canti.
"Non sono una grande conoscitrice di poemi cavallereschi e storie romantiche..forse pure io ho perso il romanticismo messere..a proposito, non ci siamo presentati...io sono Altea e voi come vi chiamate?" chiesi all'anziano che aveva il volto della gioia e con grande enfasi mi raccontava del torneo. "La madrina sarà sicuramente fortunata ad indossare tale corona..anche se devo ammettere...sono piuttosto interessata a quella arma di cui parlavate..di che si tratta?". Il mormorio si faceva sempre più intenso, attorno a noi tra la gente del paese vi erano cavalieri e scudieri con vari emblemi e colori....Altea so vorresti gareggiare con loro..ricordati di tuo padre disperato perchè a differenza delle altre ragazze ammiravi le loro corrazze e spade e ti rifiutavi di fare la madrina. Sorrisi leggermente a quel pensiero. |
"Le vostre intenzioni non oso immaginarle. Ma, comunque, voi non mi fate ne caldo ne freddo!....Non mi fate alcuna paura!....Ed adesso, se non vi dispiace, vado a pescare e vi lascio alle vostre risate!" e finito di parlare, con leggerezza mi tuffai nell' acqua cristallina di quel laghetto.
Pur essendo un semplice laghetto, esso era profondo quanto un pozzo ed era ricolmo di piccoli e gustosi persici. Incominciai ad inseguirli come un pescecane o un delfino. http://i57.tinypic.com/140jexu.png Ne mangiai ben tre di pesci e quando finì di cenare, notai sul fondo del profondissimo laghetto un' enorme e levigata pietra a forma di trono. Sarebbe stata perfetta per dormirci durante la notte. Decisi di risalire in superficie, portando dietro qualche pesce da dare a quello scocciatore di cavaliere. Dopotutto, anche se lo trovavo insopportabile ed insensibile, mi faceva molta pena. Lo vidi sotto il getto di una delle tre cascatelle. Gli lanciai addosso i due pesci e gli ordinai con tono freddo e da militare: "Mangiate!". |
Uomini di Chiesa ?......Non risposi volutamente, ai Frati..feci solo un debole sorriso e continuai mangiare le frittelle col miele......" Grazie Daizer...sai cosa mi sento di dirti ?......il destino e' il destino...mica possiamo andargli contro......."....Guardai Elly......non era il suo nome, ma era il nome della mia più cara amica......e mascherai le lacrime abbondando con il miele sulle frittelle......Si avvicinò il medico e si offri' come accompagnatore a Palazzo Gaudioso.....a quel punto vista la sua grande bontà......" Ma certamente.......vero Caro ?...a questo punto se ci accompagna lei ..... faremo anche più in fretta......."......mi alzai....poggia lo scialle sulle spalle " Forza Elly.......un ultimo sforzo prima del viaggio"....le poggiai un bacio sulla fronte..." Ai nipoti si vuole bene come ai figli....che ne dite dottore ?...."....
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Mi voltai verso il cavaliere, e sorrisi.
"Siete davvero in gamba come dite, allora... ottimo piano.. anche se da come mi avete guardata quando sono apparsa dall'ombra, direi che non erano questi i vostri piani originali.. spero di non aver complicato troppo le cose.." tornai a guardare la strada "Ormai non dovremmo essere lontani.. comunque vadano le cose, direi che vi siete meritato la libertà..". |
Il dottore annuì ad Elisabeth e fece poi segno ai tre di seguirlo.
“Non occorre veniate anche voi...” disse poi ai due monaci “... aspettateci qui, Oppure potete fare un bel giro nel borgo. Abbiamo diverse chiese e tutte di pregevole fattura.” Una carrozza allora condusse la maga, il contrabbandiere, la ragazza ed il dottore al Palazzo Gaudioso. Era questa una monumentale costruzione, dai richiami velatamente neoclassici, misti a un che di gotico. E ovunque, dai balconi, dalle finestre e dalle merlature, dominava l'immagine della Santa Croce. I tre, giunti nel palazzo, furono fatti entrare poi in una grande sala invasa dalla penombra, ad aspettare di essere ricevuti. Daizer tradiva nervosismo in quell'attesa. Alla fine un uomo robusto, con abiti da chierico, apparve nella sala. “Benvenuti nel Palazzo Gaudioso...” fissando i tre. |
I pesci lanciati da Eilonwy colpirono in pieno Flees, che se ne stava beato sotto l'acqua tiepida.
“Ehi...” disse risentito “... che maniere sono queste?” La fissò e scoppiò a ridere. Allora si lanciò verso di lei, afferrandola. “Ora siete in mio potere, giovane sirena!” Esclamò, tenendo ferma la ragazza. “Però, a quanto vedo, vi siete preoccupata per me!” Sorrise. “Eh, ammettetelo... avete un debole per me...” e d'improvviso la baciò “... avanti, voglio sentirvelo dire... vi piace essere baciata da me...” |
“E' un onore ed un piacere, lady Altea...” disse l'anziano uomo alla bella avventuriera, baciandole la mano “... il mio nome è Olden e sono, per l'appunto, un produttore di vino...” sorrise “... quanto all'arma messa in palio quest'anno, si tratta di una spada... ed una spada non comune, a detta di coloro che l'hanno portata in città per la giostra, naturalmente... essa è appartenuta, fino ad oggi, ad alcuni ricchi borghesi legati al patriziato, che in passato ricevettero terre e titoli dalla Granduchessa Lady Consel... ed infatti quei borghesi affermano che la spada è stata donata loro proprio dalla nobile Taddeide... ora hanno espresso il desiderio di metterla in palio per il miglior cavaliere della giostra.”
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Guisgard sorrise a quelle parole di Clio e con le redini fece rallentare un po' il cavallo.
“Facciamo riprendere un po' di fiato al cavallo...” disse il cavaliere “... immagino i nostri amici mercenari siano sulle tracce dell'altro cavallo e dei suoi sacchi di noci e castagne...” rise appena “... in effetti non avevo un piano preciso... ho fatto preparare un secondo cavallo con quei sacchi perchè sapevo che vi avrei portata via da lì in sella ad un solo destriero, mi occorreva perciò l'altro per seminare quei dannati... nel covo dei mercenari invece non sapevo cosa mi aspettasse, mi occorreva dunque, una volta là, dover pensare in fretta su come liberarvi...” sorrise ancora “... anche se il vostro travestimento non è stato affatto male... certo non vi ho riconosciuta subito, ma poi devo dire siete stata davvero in gamba...” facendole l'occhiolino “... secondo me dovreste più spesso smettere di giocare al soldato e indossare abiti più adatti...” rise di nuovo “... lo so, lo so... mai fare questi discorsi con voi... però siete stata davvero brava... avete avuto sangue freddo e devo dire siete anche un'ottima attrice... ora non mi resta che riportarvi dal vostro principe ed il mio compito sarà terminato, milady... Amore trionferà ed io sarò di nuovo libero... tenetevi forte, si riparte.” Spronò il sauro e ripresero a galoppare verso la città. |
Scoppia a ridere e poi dissi: "Non mi sono affatto preoccupata per voi! ah ah...l'ho fatto perchè mi fate una gran pena!.....I vostri baci, per di piu', non mi fanno così impazzire!....Anzi mi disgustano piu' del dovuto!....ah ah...".
Poi tornai seria. Mi liberai dalla sua stretta e guizzai come un' anguilla. "Dai!...Venitemi a prendere se c'è la fate!"esclamai con tono accattivante e languido. Appena lo vidi nuotare a grande velocità, tesi la mano verso di lui. "Ghiaccio!" e gridando questa parola si tramutò in una statua di ghiaccio. Ecco cosa succede a chi fa il prepotente e l' arrogante con me. http://i58.tinypic.com/2mcvrj5.png |
A quelle parole mi bloccai di colpo..."Avete detto..la Granduchessa Consel?" rimasi per un attimo in silenzio.."Eh un gran bel dono..ma è strano non la vogliano riportare alla famiglia dei Taddei..so tutto della Granduchessa".
Che strana coincidenza...perchè non riportarla nel Ducato a Capomazda se era tanto particolare invece di darla a uno sconosciuto Cavaliere? A questo punto mi chiedevo se c'entrasse qualcosa quel messaggio recapitato ma cercai di non pensarci. "Messer Olden, quando inizia la giostra? Domani..io alloggerò in una locanda, non disturbatevi, basta possa mettere al sicuro il mio cavallo visto poi dovrò tornare ad Afravalone e il viaggio sarà lungo." Poi fui attratta da una donna...stava leggendo dei tarocchi su un piccolo tavolino..molta gente vi era intorno...scossi il capo...sicuramente persone volevano farsi sentire ciò che non potevano avere. Ella mi fissò e mi fece un leggero cenno col capo..."Non credo nella magia milady, mi spiace anche se non disapprovo tutto questo". Ma Olden mi spronò a sedermi ma io rimasi muta e poi presi la parola.."Se davvero siete così brava..allora dovreste sapere chi vincerà questa giostra e dirlo a tutti quanti." Ma ella mi guardava e fissava in modo enigmatico, stranamente mi sentii a disagio. |
Niente Frati....ma quale sorpresa......" Perdonatemi dottore...ma dopo colazione ho l'abitudine di confessarmi....non potete negarmi qualche momento "....presi così da parte Fra Severius...." Padre...come avete notato le cose non vanno proprio come pensavate voi...e spero che non vadano neanche come pensavo io......comunque....se tra due ore non saremo di ritorno qui in locanda...verrete voi a cercarci in quel Palazzo......"...Fra Severius mi diede la sua benedizione e raggiunsi Daizer e la ragazza.....salimmo in carrozza e fummo portati in una stanza sobriamente arredata....e dove la luce filtrava pochissimo.....ero voltata verso un quadro....quando sentii la sua voce...il sangue si congelò nelle vene...e la mia mente andò indietro quando ero ragazza....nascosta tra la folla..a piangere lacrime silenti......in quel momento..le stavo ingoiando.....pregai che Elly...fosse rimasta muta....o avrei dovuto urlare al miracolo....strinsi alla mia gola lo scialle...e mi voltai......era più grasso....ma non era cambiato ...e come una donna di Chiesa gli andai incontro...portando con me Elly .... presi la sua mano e baciai il suo anello....." Grazie per aver trovato del tempo......per benedire la nostra partenza....",....
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Il chierico sorrise ad Elisabeth e a Daizer, per poi invitarli cortesemente a sedersi.
“Allora...” disse il contrabbandiere “... perchè siamo stati condotti qui? Così usate trattare i viaggiatori che passano da queste parti? Non so se vi hanno informato, ma con noi viaggiano anche due timorati uomini di Chiesa, a testimonianza che non siamo né fuorilegge, né tanto meno eretici.” “Vi prego, non è certo questo il modo di comportarsi tra persone affabili.” Sedendosi anche il chierico. “Questo non è un tribunale ed io non sono sicuramente un giudice. E non vedo perchè abbiate tanta fretta di ripartire. Vi rivelerò che la nostra città è un luogo incantevole per viverci.” “Chi siete?” Chiese Daizer. “Sono don Charls, segretario di Don Auster, inquisitore e massima autorità ecclesiastica in questa città.” Disse il chierico. “Ora direi di tranquillizzarci tutti e cominciare.” “Cominciare cosa?” Mormorò Daizer. “La nostra chiacchierata...” fece il chierico “... così da poterci conoscere meglio... per esempio...” fissando la ragazza che era con loro “... questa bella ragazza... è vostra parente? E voi siete marito e moglie come ci è stato riportato? Parlatemi un po' di voi, dunque... chi siete, cosa fate e dove siete diretti...” |
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