Altea entrò e nella penombra del salottino intravide una figura al piano.
Le note di quella melodia sembravano la corsa indomita di 2 stalloni.
Galloppavano ora veloc, poi più cadenzati, come se attraversassero vallate e scalasero montagne.
Così quelle note ora accarezzavano con la bellezza del loro tono, ora inve fuggivano via triste ed inquiete.
I lunghi capelli neri ondeggiavano e pendevano sulle spalle larghe e ben fatte di quell'uomo al pianoforte.
Lo riconobbe: era il nobile Lennox.


Elv annu a Gwen ed aspettò fuori.
"Questi è" disse Ludwing alla ragazza quando la porta scorrevole si chiuse dietro di lei "il professor Afhel."Poi presentò lei a lui.
"Molto lieto, dottoressa Gwen." L'uomo dando la mano a Gwen in segno di saluto.
"Il professor Afhel ha gli stessi nostri interessi, dottoressa." Ludwing a Gwen. "Anche lui lavora da anni sull'intelligenza artificiale, cercando di comprendere come rendere sempre più umane le macchine."

Quella musica era viva, era vita..non avevo mai sentito nulla del genere.
Sembrava l' essenza dell' anima del suonatore.
Rimasi ferma ad ascoltare, poi gli occhi si abituarono alla luce fioca e intravidi due spalle vigorose e dei capelli lunghi, neri e ribelli: era Lord Lennox.
"Complimenti" immobile ad osservarlo "Vi avevo proprio chiamato in questa stanza e scopro un talento della musica, mi chiedo cosa non sappiate fare, siete un uomo dalle mille risorse milord".

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Me lo presentò come professor Afhel.
Mai sentito.
Ma se era qui per lavoro, voleva dire che sapeva il fatto suo.
Certo, avrebbero potuto aspettare a domani, ma ormai ero qui.
"Interessante davvero" annuii "Qual è il suo contributo alla causa?" con tono curioso, guardando il nuovo arrivato.

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Le note mutarono, si fecero più vaghe e leggere, simili alle ultime luci di un crepuscolo estivo, nella quiete silenziosa dopo una giornata d Sole e festa.
"La Dolorosa Guardia" disse Lennox accarezzando piano i tasti "era insuperabile. Sir Gawain e sir Lionello, per onore di Re Artù, provarono a vincerla ma furono costretti a desistere..." raccontando mentre le note accompagnavano le sue parole "... vi giunse allora un cavaliere, nel giorno di San Rocco... sfidò i guardiani della torre e vinse la prova... alla dama della guardia disse che tale vittoria sarebbe destinata alla regina Ginevra... quel cavaliere altri non era che Lancillotto del Lago e da quel giorno, la festa di San Rocco, la Dolorosa Guardia divenne la Gioiosa Guardia..." smise di suonare si voltò.
I suoi occhi azzurri allora scivolarono per un lungo istante su tutta la slanciata figura di Altea, indugiando più del dovuto, per poi, infine, cercare e trvare gli occhi verdi di lei.
Il nobile dei Carpazi aveva ora una mascherina d'avorio, ornata con fili d'oro e pizzo di Malta.




"Il mio contributo è solo una sciagura, dottoressa." Disse Afhel a Gwen. "Sono imperdonabile, come scienziato e soprattutto come uomo. "La mia ambizione si è spinta oltre ed ora ne pago gli effetti..." scuotendo il capo "... non sono degno di essere annoverato fra gli scienziati..."
"Racconti la sua storia, professore." Ludwing.
"Studio da almeno 10 anni i segreti della robotica" cominciò a narrare Afhel "e come congiungere l'uomo alla macchina nei sentimenti, nell'etica e nell'ambizione. Ho studiato il cervello umano e tutte le possibili evoluzioni della robotica... ho speso ogni mia risorsa per lavorare lontano da tutti e dare il meglio di me... credevo di esserci riuscito, ma invece..."
Appariva afflitto, stanco nella mente e nel cuore, ombroso e disperato, sebbene controllato nella sua tristezza e rassegnazione.

Aggrottai la fronte, perchè subito non compresi cosa doveva essere successo.
Poi, iniziò a raccontare e capii che qualcosa doveva essere di sicuro andato storto, da come parlava.
La sua espressione afflitta diceva tutto.
"Dunque, i suoi studi non hanno preso la piega sperata?" dissi, con tono retorico.
"Capisco che sia un progetto ambizioso, non è semplice, sua lo studio in sé che doversi scontrare con i pareri circostanti, che parlano di etica, di correttezza e tutto il resto..." con un leggero sospiro.

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Ascoltai attentamente Lennox mentre raccontava quel racconto epico o reale su Lancillotto e la sua bella Ginevra.
Poi smise di suonare improvvisamente e si voltò, indossava un' altra maschera, era in avorio e oro e ciò mi incuriosiva molto di più e mi avvicinai, sedendomi accanto a lui "Se non erro poi la Gioiosa Guardia divenne la città di Lancillotto, chissà se assomiglia al vostro regno, Principe Lennox e chissà quale Ginevra avete in mente" osservando i suoi occhi azzurri che non si distoglievano dai miei verdi, ricordando si diceva poteva pure soffrire per amore "Forse avete lasciato una vostra Ginevra, magari nel vostro regno, è per questo avete questo impeto irrequieto?So benissimo non è apparenza la vostra, ma è la vostra vera indole" curiosa di vedere quel volto.

"No, dottoressa..." disse Afhel a Gwen "... oggi noi siamo in grado di realizzare il sommo sogno di ogni uomo del passato... dare la vita... una vita però ancora fittizia, artificiale, monca... questo almeno fino ad un anno fa... poi nel mio laboratorio feci una scoperta... la trasmutazione dei georegi... i georegi, microscopici legamenti di titanio che intrecciandosi gli uni agli altri generano sensazioni e passioni... era il segreto della vita... ciò che rende rondina la pietra... l'animare la materia... e con questa incredibile scoperta ho realizzato il più sofisticato androide mai concepito... Diagora." Fissando Gwen e Ludwing.


Altea si sedette accanto a Lennox, ma egli non si spostò, in modo che la vicinanza fra loro 2 fosse minima, quasi nulla.
"E' vero, milady..." disse lui tornando ad accarezzare il pianoforte, diffondendo ancora le sue nobili e vaghe note "... conobbi una donna tempo, durante l'adolescenza... era un'ostaggio... suo padre fu rapito dai Cavalieri Teutonici e lei scappò nel monastero di San Michele sui Carpazi... lì però non vi arrivò mai e venne catturata da alcuni briganti magiari... fui io a liberarla, scoprendone la prigionia mentre portavo i miei armenti fra le valli della Moldova..." senza smettere di suonare "... così la liberai e la portai nel castello di mia madre, affidandola a lei... la ragazza si innamorò di me... ma io non potevo amarla, se non come una dolce sorella... così, un anno dopo... a Pentecoste... si tolse la vita bevendo un siero estratto dalle velenose bacche della Felce dei Carpazi..." smise di suonare "... ma non intendo rattristarla, milady..." tornando a fissarla "... come mai voleva vedermi? Ha notizie o ordini per me?"

Rimasi davvero senza parole.
Animata da un'inquieta ammirazione.
Tanto che rimasi ad osservare Afhel e poi Ludwing senza sapere bene cosa dire.
"E quali risultati le ha dato questo androide? Cos'ha ottenuto dalla sua creazione?" chiesi a quel punto, sempre più curiosa.

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Trasalii, era veramente una storia triste ma non compresi perchè non era libero di amarla, lo avrei certamente scoperto, ricordavo aveva parlato di un fioretto per la sua maschera, forse era legato a questo?
Stavo per chiederglielo ma dalle sue parole compresi Lennox si era rattristato e, comunque, era anche in pericolo di vita.
"Si, devo dirvi una cosa molto importante. Ho ricevuto una soffiata, in gergo si usa questa parola, da un uomo misterioso che ha lasciato un biglietto ad un mio servitore".
Aprii il palmare e lessi il biglietto che avevo copiato, in quanto l' originale stava nel secretaire della granduchessa, mia antenata. Dopo averlo letto lo eliminai.

"Milady Altea, ben conosco la generosità sua e di suo marito nell'ospitare comuni amici in fuga da Uaaropolis. Anche io sono impegnato in questa nobile missione e sono un caro amico del marchese Du Thazz. Egli ora è fuori città per affari e parlarne con suo marito al circolo nobiliare sarebbe troppo pericoloso. Infatti pare giungerà ad Afragolopolis un uomo inviato dal governo di Uaarania, molto scaltro, intelligente e fanatico. Un vero nemico, pericoloso come pochi altri. Egli al suo servizio avrà molte spie ed il suo compito è arrestare il gentiluomo dei balcani che lei ospita in casa.
Ho preferito scrivere un biglietto per avvertire lei e suo marito, in modo che dopo averlo ltto lei possa distruggerlo.
Chiamare o trasmettere video sarebbe troppo rischioso.
Si guardi dal Talento."

Un momento di silenzio "Voi sapete qualcosa o cosa sia questo Talento?".

"I primi tempi furono ottimi i risultati..." disse Afhel a Gwen "... Diagora si dimostrava oltremodo curioso, animato da un vivo interesse verso ogni forma di conoscenza... poi una notte accadde l'inspiegabile... si ribellò ed uccise il mio assistente... cercò di far del male anche a me, ma io riuscii a salvarmi... Diagora allora fuggì e da allora lo sto inseguendo, preoccupato che possa fare altri danni... con la sua forza e la sua intelligenza può essere un'arma devastante..."
"a cosa crede sia dovuta la sua ribellione?" Chiese Ludwing.
"Non saprei, ma avendo un sistema di sicurezza praticamente inattaccabile da ogni virus esterno, sono portato a credere che possa trattarsi di un corto circuito..." mormorò Afhael.




Lennox lesse il messaggio sul palmare di Altea e poi il suo sguardo azzurro si fece cupo, inquieto.
"Si..." disse annuendo "... conosco quel nome, milady... i Talenti sono un gruppo di fanatici, una congrega di scienziati che hanno scelto questo nome per rifarsi ai 30 Talenti che servirono per il tradimento di Giuda... i Talenti infatti simboleggiano la debolezza e la corruzione della Chiesa ai richiami terreni... questa congrega di fanatici da la caccia a tutti coloro che a Uaarania sono giudicati pericolosi per le proprie idee religiose, servendosi di androidi cacciatori..." fissando la bionda dama "... se l'autore di questo messaggio ha ragione, allora qualcuno dei Talenti è prossimo a giungere qui ad Afragolopolis..."

Più andava avanti, più i tasselli andavano ognuno al proprio posto.
Purtroppo, dovevo aggiungere.
Se era stato davvero Diagora ad uccidere quelle persone, allora eravamo veramente nei guai.
"Ieri la polizia è venuta qui, ipotizzando che un nostro androide molto sofisticato, Jon, avesse ucciso due persone, durante un suo allontanamento volontario da qui. A questo punto, penso che i sospetti potrebbero essere piuttosto chiari..." dissi, con tono cauto, guardando Afhel.
Non ero contenta di ciò che avevo appena insinuato neanche troppo velatamente, ma era tutto piuttosto palese.

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Strabuzzaii gli occhi verdi "Quindi non è cambiato nulla, siete fuggito da Uaaropolis e ora, siete ancora braccato? Non vi tradirò, non andrete via da questo Palazzo, vedrete che il marchese de du Thazz saprà difendervi bene. E a quanto pare questa spia è già qui, forse vi ha visto a uno dei tanti galà a cui avete partecipato?" sospirando "Presumo a questo punto abbiate bisogno di Lama Piangente" sorridendo leggermente.
Poi ricordai un fatto "Al tg hanno detto oggi un androide ha ucciso madre e figlio per un corto circuito".

"In realtà" disse Afhel a Gwen "la realtà potrebbe essere peggio. Molto peggio, dottoressa."
"Che intende dire?" Chiese Ludwing.
"Che quel vostro androide si sia fatto influenzare da Diagora." Rispose Afhel. "Infatti Diagora è stato concepito e pogrammato come leader della sua razza. Dunque fra le sue capacità vi è quella di guidare altri androidi, che per i loro settaggi lo riconoscono come guida e capo."



"Si, la storia di quell'androide" disse Lennox ad Altea "potrebbe riguardare l'attività segreta dei Talenti." Pensieroso. "Ma non tema, milady..." tornando a guardarla "... sono certo che qui ad Afragolopolis non oseranno agire alla luce del Sole." Poi accarezzò, con eleganza, la mano di lei. "No, voglio che tenga lei la mia spada, milady Altea." Chiudendole il pugno, come se in esso, idealmente, avesse racchiuse l'elsa di Dama Piangente. "Mi sentirò sicuro sapendo che essa la protegge, milay." Con un leggero sorriso.
In quel momento la porta del salottino si aprì ed entrò qualcuno.
"Mia cara... milord." Gerard salutando entrambi. "Sono giunto ora dal circolo. In verità non c'era molto da dire o da fare. Il marchese Du Thazz era assente."
Lennox però era stato lesto e discreto nel lasciare la mano di Altea prima che suo marito fosse entrato nel salottino.

Adesso ero davvero, davvero impressionata.
Aveva ragione a dire che la realtà poteva essere ben peggiore.
Pensare ad un androide che andava in giro a reclutarne altri... Era un pensiero terrificante.
"Immagino dovremo prendere severe precauzioni, d'ora in poi, coi nostri androidi..." scuotendo la testa.
"Abbiamo già dovuto disattivare Jon..."

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"Così sarebbe peggio, dottoressa." Disse Afhel a Gwen. "Dobbiamo scongiurare una guerra tra uomini e macchine. Sarebbe solo un modo per spronare la gente a vedere con diffidenza e paura gli androidi. No, la sola cosa da fare è trovare Diagora e distruggerlo. ed è ciò che voglio fare."
"Noi le offriremo il massimo appoggio, dottor Afhel." Annuendo Ludwing.

Afhel non aveva torto, ma nel frattempo che il suo robot era libero non potevo permettere che arrecasse ancora danni ai nostri androidi.
"Dobbiamo capire da dove cominciare. Potrebbe essere come cercare un ago in un pagliaio" commentavo, sentendomi fuori strada.

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"Si, giusto." Disse annuendo Ludwing a Gwen. "Può darci una descrizione dell'androide, professore?" Chiese ad Afhel.
"In realtà non la conosco neanche io in questo momento." Rispose questi. "Non più."
"In che senso?" Ludwing.
"Che dal mio lboratorio è uscito non ancora completo." Spiegò Afhel. "Avevolavorato sulla sua parte meccanica, non sull'estetica. Quindi in pratica Diagora era ancora uno scheletro metallico."
"E ora non lo è più?" Domandò Ludwing.
"No." Scuotendo il capo Afhel. "E' furbo e si sarà di certo procurato pelle e tessuti sintetici, con tanto di plasma al lidius per simulare ogni fluido corporeo."
"E come?" Fissandolo Ludwing.
"Magari con l'aiuto di uno scienziato." Svelò Afhel.

Strabuzzai gli occhi.
Non mi capacitavo di tutto ciò che stava succedendo, di ciò che era successo in una giornata, una sola.
Robot folli che mi chiamavano, altri che scappavano e uccidevano la gente per prendere la loro pelle.
Sospirai e massaggiai le tempie con gli occhi chiusi, scuotendo poi la testa.
"È come se il mondo si fosse rivoltato in ventiquattr'ore..." mormorai, stanca.

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"No, è sempre stato così, dottoressa." Disse Afhel a Gwen. "Siamo noi che lo stiamo scoprendo soltanto ora." Annuì. "Questo centro potrà aiutarci?"
"Non credo." Rispose Ludwing. "Il direttore non mi sembra uomo che vada oltre certi schemi."
"Capisco." Annuì Afhel.
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Questa poi...
Jamos scese e mi portò l'intruso che si dibatteva.
Lo guardai e scoppiai a ridere!!
"Oh ma guarda un po' un clandestino!!" risi, battendo le mani.
"Non lo sai che non ci si nasconde nei bagagliai della gente, ragazzo?" fissandolo.
"Su, non ho voglia di stare in mezzo alla srtada, fallo salire in maccchina e ripartiamo!" strillai.

"Lei non è confortante..." con sarcasmo.
"Concordo. Cerca inoltre di evitare pubblicità, ad ogni costo. Una macchia sul centro, anche piccola, minaccerebbe gravemente l'integrità di questo posto e di chi ci lavora" spiegai "Ma vedremo cosa potremo fare, per risolvere il problema"aggiunsi poi.
Non volevo farlo sentire abbandonato a se stesso, ma chiaramente sarebbe stato più difficile senza l'appoggio del centro.

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"Si, signora." Disse Jamos annuendo a Regna.
Coì fece salire il clandestino in auto.
"Non so perchè lo stia facendo, ma grazie, signora." Disse il ragazzo.
Era infatti il giovane che si era esibito col razzo.

"Beh solo perché a casa ho dei dolcetti che mi aspettano e non voglio tardare!" mentii, strillando altezzosa come fa Regna.
"Allora, mi vuoi dire che cosa ci facevi nella mia macchina??" fissando il ragazzo.
Lo sapevo che cosa faceva, ma ovvio mica potevo dirglielo.

"Grazie, dottoressa." Disse Afhel a Gwen. "L'aiuto di tutti voi sarà decisivo. Grazie." Fssandola e sorridendole.
Ringraziò poi i 2 ed andò via.
"Eh, storia per nulla semplice..." sbuffò Ludwing "... come ha intenzione di procedere, dottoressa? Non possiamo certo muoverci senza coinvolgere il centro..."

"Dovere" sorridendo ad Afhel.
Poi, andò via e rimasi sola con Ludwing.
La sua era una questione non da poco, ma potevo avere già qualcuno in mente.
Ed il merito era tutto di Elv.
"In realtà, avrei qualche idea su come muovermi, se lei si fida di me" guardandolo "Ma prima di parlarne preferisco accertarmene, così da poterle dare qualche base più concreta" aggiunsi poi.

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"Ecco... io..." disse il ragazzo a Regna "... ecco, sono scappato di casa! La prego... non può ospitarmi per stanotte? Non le darò noia, anzi! Mi guadagnerò l'ospitalità in casa sua, signora!" Tutto euforico il ragazzo.




"Certo, dottorssa." Disse annuendo Ludwing a Gwen. "Mi fido di lei ciecamente. e lei conti pure su di me."

Sorrisi, ottimista e più rilassata.
"Molto bene, allora avrà mie notizie se riuscirò a concretizzare ciò che ho in mente" dissi risoluta e speranzosa.
"Ora credo che andrò, sono stati due giorni assurdi ed ho un terribile bisogno di riposare..." sospirando.
"A domani, Ludwing" sorridendo e raggiungendo Elv fuori dal mio ufficio.

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Lo guardai sospettosa.
Oh ma guarda un po' che bugiardello.
Ma purtroppo per te io posso leggerti nella mente, ragazzino.
E così feci, anche se sapevo già da che cosa scappava, ma volevo saperne di più.
"E va bene!" dissi, comunque "Come ti guadagnerai l'ospitalità, sono curiosa!"

Gwen uscì dallo studio e trovò Elv steso sulle poltroncine del corridoio.
"Ehi, eccoti." Disse, per poi alzarsi. "Pensavo ti fossi dimenticata di me, bella rossa." Facendole l'occhiolino.




Regna poteva leggere nel pensiero, ma il ragazzo non lo sapeva.
Scoprì così che lui aveva rubato lo zaino al propulsore ed era scappato nell'auto per nascondersi.
Lo zaino infatti era nascosto nel baule.
"Farei di tutto per la mia benefattrice." Disse lui divertito e ruffiano.

Sorrisi con un certo divertimento, vedendo Elv steso sulle poltroncine del corridoio.
"È un po' come quando Biancaneve si addormentò su tutti i lettini dei sette nani, non so se hai presente..." con aria sorniona.
"Come potrei dimenticare la tua impertinenza impunita?" con un sorriso candido, mentre insieme a lui uscivo dal centro.
Ammettevo che in quei minuti mi era mancato il suo atteggiamento irritante ed intrigante.

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Hai capito il birbantello?
Aveva davvero rubato lo zaino.
La cosa mi incuriosiva anche se non sapevo bene dire perché.
"Oh beh a me sembri molto ruffiano!!" risi, divertita, facendogli l'occhiolino.
"Ma sei fortunato perché a me piacciono i ruffiani!"

"Quindi" disse divertito Elv a Gwen "io sarei uno dei nani?" Ridendo. "Anche se devo dire che ho sempre trovata sexy la strega cattiva." Facendole l'occhiolino.
Era ormai notte fonda e nel centro c'erano quasi solo i custodi.

Scoppiai a ridere scuotendo la testa.
"Come fai a tradurre ogni cosa nel tuo modo di pensare?" non riuscendo davvero a comprendere.
Aveva una psicologia strana, a tratti inafferrabile.
Salii in auto sperando di arrivare a casa prima possibile.
Ero veramente distrutta e volevo solo dormire, per provare a mettere un po' d'ordine in tutto ciò che stava succedendo a mente fresca, più lucida.

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"Lei è la donna più bella che io abbia mai visto, signora." Disse euforico il ragazzo a Regna. "E sarà un privilegio essere suo ospite. Un pò come Pinocchio e la Fata Turchina." Facendole l'occhiolino.
Era un tipo lesto, sveglio e furbo il ragazzo.




Elv rise, poi con Gwen salirono sulla sua auto.
Si allontanarono dal centro, diretti verso la casa di lei.
"Spero tu abbia risolto lì al centro." Disse lui guidando.

Mi misi a ridere, quella risata insopportabile di Regna.
"Oh ma come sei carino!!" tutta contenta e gongolante.
Quella cretina di Regna adora i complimenti, veri o finti che siano.
"Non mi hai detto come ti chiami, però.. io sono Regna!"

Sollevai un sopracciglio in uno scatto, al suo commento.
"In realtà, penso che il tuo amico potrebbe tornarmi un'altra volta utile" snocciolai, cercando di capire la sua reazione.
Avevo capito di potermi fidare di lui ed anche se avessi dovuto entrare nei dettagli, mi sarei spinta in quella direzione.

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"Mi chiamo Best, signora." Disse lui a Regna. "Per servirla." Con teatrale inchino e ridacchiare.
Intanto Gwen era in auto con Elv, metre sfrecciavano tra le strade notturne illuinate.
"Il mio amico?" Elv a Gwen. "Non basto io, forse?" Tutto sicuro di sè.
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Sorriso divertita.
Era incorreggibile.
"Se la tua presenza può aiutarmi con i robot..."
Non sapevo ancora se Garo avrebbe voluto o potuto aiutarmi, ma dovendo lavorare con un esperto senza sollevare polveroni, questo era l'unico modo, al momento.

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"Somigli un sacco al ragazzo che faceva tutte quele piroette allo spettacolo, lo sai?" guardandolo negli occhi con aria incuriosita.
Volevo proprio vedere se sarebbe stato sincero o meno.
Mi divertiva sempre scrutare nella mente umana.

"Beh, se proprio ci serve l'aiuto di Garo" disse guidando Elv "allora tanto vale andarci subito. Lui è il tipico nerd e lo troveremo di certo svegli anche a quest'ora della notte." A Gwen.
Così l'auto imboccò la direzione che l'avrebbe portata a casa di Garo.
Nel frattempo Regna aveva fatto salire in macchina quel ragazzo dall'aria vispa e furba.
"Beh, in effetti quel tipo col casco e lo zaino sembrava in gamba... vero, signora?" Ridacchiando.