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"Lui non costrusce gli androidi perchè siano liberi." Disse Justine a Gwen. "Ne vorrebbe costruire altri come me, per renderci come lui vuole. Ho scoperto molte cose, che lui non mi ha mai insegnato, nè inserito nella mia memoria."
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Avevo il vago sentore che ciò che leir diceva non fossero esattamente cavolate.
Non mi ero fidata di lui fin dall'inizio e questa poteva esser una conferma. "Come faresti a trovare Elv?" le chiesi, fissandola seria. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"So che voi umani se promettete una cosa poi la mantenete." Disse Justine a Gwen. "Tu prometti di portarmi via ed io fra un'ora farò in modo che tutti e 3 lasceremo questo luogo."
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Feci un sorriso beffardo.
"Non hai conosciuto molti umani, allora" sarcastica. Poi, respirai a fondo. "Ma voglio fidarmi, almeno stavolta. Devo capire cosa sta succedendo, dappertutto e devo ritrovare Elv" dissi "Hai la mia parola" aggiunsi poi, sperando di fare la cosa giusta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Justine guardò Gwen negli occhi e di nuovo le sorrise.
Era un sorriso dificile da descrivere. Forse nessun umano sarebbe stato capace di mostrarne uno simile. O almeno nessuno degli umani che solitamente le persone perbene frequentano. L'androide allora si avvicinò di un passo e con un gesto, insolitamente delicato per una macchina, accarezzò pianissimo il volto liscio di Gwen. Poi si avviò verso la porta ed uscì. Pochi minuti dopo dalle pareti si sentì un rumore. Poi più rumori. "Justine!" Gridò Betix. "Justine, no... no!" Un grido lacerante, poi solo silenzio. |
Aveva un sorriso strano, difficile da descrivere.
Non pensavo che fosse fisicamente possibile crearne uno simile e mi chiesi se fosse l'intento principale di Betix renderla tale. Roteai gli occhi con sconsolato fastidio, quando mi sfiorò il viso, prima che andasse via. Decisamente troppo anarchica, pe runa macchina. Non seppi ciò che stava facendo, finché non sentii le urla strazianti di Betix. Non mi ci volle molto per capire, mentre stavo freddato sulla poltrona. In quel momento, mi domandai se avessi fatto la cosa giusta. Se Betix fosse davvero lo psicopatico che meritava quella fine, o se fosse in realtà Justine da cui guardarsi, anche se quello l'avrei fatto comunque. Tuttavia, ormai era tardi per la prima opzione. Non volevo nemmeno immaginare la scena che doveva essersi consumata poche stanze lontano da qui, ma dovevo sforzarmi di rimanere lucida, se volevo proseguire. E dovevo farlo, non era più possibile tornare indietro, adesso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Perfetto, io mi recherò da madam Payn e le dirò di organizzare subito il galà, dirò che il nobile aveva chiesto un alloggio più lussuoso...anzi meglio scriva una lettera, cosi eviterà di farmi domande sul nome ed altre cose. Dirò ci siamo resi disponibili ad ospitarlo e nemmeno sapevamo chi fosse e sta sempre nella sua camera" osservando Gerard complice.
Mi alzai, gli diedi un leggero bacio sulla guancia e me ne andai in camera a scrivere la lettera a madam Payn comunicandole che il nobile di cui si era invaghita era ospite nella mia dimora e io nemmeno sapevo del fatto fosse proprio lui, ma se ne stava sempre chiuso in camera e non parlava con nessuno, ma mi auspicavo un giorno si fosse aperto. Era doveroso organizzare subito il galà di cui avevamo parlato, Gerard avrebbe invitato il visconte Alfon e mister Watherson". Sigillai la lettera con la ceralacca e la consegnai a Margot "Falla subito pervenire a Madam Payn". |
La lettera di risposta di madame Payn non tardò ad arrivare.
Margot la consegnò ad Altea e la bella dama vi lesse dentro l'euforica risposta di Payne. Questa si diceva oltremodo felice di apprendere che quel nobile principe dei Carpazi avesse ora un sicuro e degno alloggio, anche se fra le sue parole traspariva una vaga gelosia per quel privilegio toccato proprio ad Altea. Naturalmente si proponeva di organizzare la festa nel suo palazzo, dove avrebbe fatto sfoggio di bellezza, sfarzo e civitteria. Pochi minuti e Justine tornò nella stanza da Gwen. Aveva sempre quel suo sorriso ambiguo ed indecifrabile, mani e vestiti sporchi di sangue. Aveva schizzi rossi ovunque, come se avesse fatto esplodere un'intera testa d'uomo. In più non era più bionda, ma rossa. "Ora abbiamo lo stesso colore di capelli." Disse divertita a Gwen. "Vieni, ti porto dal tuo amico." https://i.pinimg.com/originals/dd/82...096043e19c.jpg |
Vidi Justine entrare poco dopo e coi capelli rossi.
Non sapevo se ciò che disse mi faceva compassione o... Bah, non lo sapevo nemmeno io. Sapevo solo che era davanti a me, interamente sporca di sangue dalla testa ai piedi ed avevo serio ribrezzo, nonché terrore. Mi alzai come fossi io l'automa, seguendola. "Non era necessario ucciderlo" dissi, piatta "Aveva registrato anche l'omicidio nella tua memoria?" vol medesimo tono, ma più allarmato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il ragazzo restò stupito dalla risposta di Regna.
Sapeva che lo zaino era suo? E che lui si era esibito in quello spettacolo volante? "Cosa..." disse lui meravigliato "... cosa intende, signora?" |
"La prima regola di un androide è evitare che il proprio padrone abbia dei danni." Disse tranquillamente Justine a Gwen. "Ora sei tu la mia padrona ed io ti ho difesa da lui." Avvicinandosi ad un lavandino per lavarsi le mani sporche di sangue.
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Sbattei le palpebre più volte.
Ero davvero diventata padrona di un'androide? Sul serio? Beh, a dirla così non suonava del tutto male. "Quindi... Tu ora sei ai miei ordini?" chiesi, ancora incredula. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Intendo che io non amo essere presa in giro, sono troppo intelligente!!!" con la vocina stridula di Regna
"Quindi se devi onorarmi con la tua presenza te ne puoi anche andare, chiaro? Fai un po' come ti pare, io mi sto annoioando!" con un cenno della mano. |
Il ragazzo, furbo e dritto, riflettè un attimo.
Non era affatto una cattiva idea restare lì, al sicuro dai suoi inseguitori. "Invece mi piacerebbe tantissimo essere il suo cameriere, signora." Dsse guardando Regna negli occhi con un sorriso solare da bravo ragazzo. "Certo, ora sei tu la mia padrona." Disse Justine, guardando Gwen negli occhi. |
Annuii lentamente.
Avevo tante domande per la testa, ma c'era una questione che, nel frattempo, era più urgente. "Dunque, come mi porterai da Elv? Dov'è lui?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Seguimi." Disse Justine.
Passarono dal corridoio, pieno zeppo di bambolotti, soldatini, cavalucci e robottini che facevano baccano davvero insopportabile. Arrivarono ad una porta e vi entrarono. Eraun laboratorio ed Elv stava steso senza conoscenza su un lettino, con vari file e ventose attaccate sul suo petto nudo. "Betix voleva tramutarlo in un androide." Svelò Justine a Gwen. |
Lo guardai dall'alto in basso, sprezzante.
"Come ho detto, io mi sto annoiando, quindi fai come ti pare, Jamos si occuperà di te, io vado a letto!" con fare volutamente altezzoso e supponente. Di quelli proprio ostentati e fastidiosi. Ciò detto, mi inerpicai per la grande scala che conduceva alle mie stanze. Non vedevo l'ora di togliermi Regna di dosso. |
La seguii nel tipico corridoio infestato -sì, infestato era la parola giusta- da giocattoli che facevano un casino indecente.
Rimasi perplessa vedendo che mi conduceva in un laboratorio e guardai con orrore Elv su un lettino, con elettrodi e chissà cos'altro attaccati addosso. Rabbrividii quando disse che voleva trasformarlo in un androide. Ma cosa... Ma eravamo davvero impazziti? Mi avvicinai a lui guardando Justine. "Aiutami a liberarlo da questa roba" mentre cercavo di cominciare senza fare alcun danno. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si." Disse Justine a Gwem per poi togliere le ventose e i fili da Elv. "E' narcotizzato, si riprenderà fra circa 3 ore."
Il ragazzo restò a guardare Regna salire le scale e sparire nel corridoio del piano superiore. Era una bella donna, stupida e poco colta si, ma sensuale come poche altre. Alta e slanciata, bionda e dalle forme perfette. Ovvio quindi che quel ragazzo ne subisse il fascino. Così, accertatosi di essere solo, salì al piano superiore ed attese qualche istante nel corridoio. Poi raggiunse la porta chiusa dove era entrata Regna e guardò dalla serratura. |
Togliemmo tutti i fili ed annuii più sollevata, quando mi disse che si sarebbe ripreso nel giro di tre ore.
Dovevo solo aspettare, anche se non attendevo altro. Guardai Justine. "Per cosa sei stata creata? Qual era il principio di Betix, quando ti ha creata?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Dimostrare al mondo il suo genio." Disse Justine a Gwen.
In quel momento Gwen si accorse di uno schedario. Era il diario di Betix. https://images-eu.ssl-images-amazon....CL._SS510_.jpg |
"Ambizioso, di certo" commentai.
Vidi poi uno schedario e dentro c'era un quaderno. Se fosse stato il sancta sanctorum di Betix, avrei davvero fatto centro. Così, lo presi e lo aprii per leggerlo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Non vedevo l'ora di chiudermi la porta alle spalle e con lei lasciare fuori tutta quella assurda giornata.
Possibile che fosse stata solo un giorno? Mi sembrava così inutile. Il tipo all'inizio sembrava sveglio, ma poi si era rivelato non un granché, non sapevo nemmeno perché lo stavo aiutando. Quell'aria da finto bravo ragazzo che invece era supponente e furbetto. Bah, che mi era saltato in testa? Ma non volevo pensarci adesso. Lasciai cadere uno a uno i vestiti in una scia verso il bagno, dove mi immersi nell'acqua calda della vasca. Ma il vestito che più volevo togliermi era quello che avevo tutto intorno, addosso, era quella maledetta faccia di Regna che mi portavo dietro ovunque andassi. Aspettai di essere immersa nell'acqua per riprendere il mio aspetto, mi osservai a lungo riflessa nello specchio. Avevo bisogno di pensare. E di pace. https://tse3.mm.bing.net/th?id=OIP.5...QHaEK&pid=15.1 |
In quel diario Gwen lesse gli studi e i metodi di Betix.
Di come aveva costruito Justine. Ma poi anche del suo cambiamento, che lui non riusciva a spiegarsi. Come se il suo androide si fosse evoluto. Non in meglio. Solo cambiato. E non sapeva spiegarselo. Anzi, la sua paura era che qualcuno fosse riuscito a penetrare l'intelligenza artificiale di Justine. |
Il ragazzo guardò dalla serratura.
Trattenne un gemito quando Regna cominciò a spogliarsi. La guardò tutta, ovunque, eccitandosi alla follia. "No..." disse pianissimo quando lei ndò nel bagno adiacente alla sua camera, sparendo dalla visuale di lui dalla serratura. |
Erano davvero gli studi di Betix e parlavano di Justine, di come l'aveva creata e di un cambiamento che aveva notato in lei.
Come se qualcuno avesse violato la sua intelligenza artificiale. Corrompendola, forse. Beh, certo era che non poteva definirsi un androide normale. Decisi che l'avrei tenuto per sicurezza. Continuai a leggere per scoprire altro, mentre accarezzavo distrattamente i capelli neri di Elv. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Madam Payn,
quale grande onore ci date, e penso farete breccia nel cuore del bel Principe dei Carpazi, e posso affermare, come voi già ben notato è uomo di profondo intelletto quanto fascino. Non ho ambizioni verso di lui, sia ben chiaro, io e Gerard aspettiamo con ansia tutto sia pronto al più presto, ed io di vedervi trionfare come sua degna amante, ma questo è un segreto tra noi. Altea de Bastian Provai un senso di invidia, quella stupida donna voleva accappararsi il Principe ma non era al corrente del suo passato e questo mi rese superiore, un senso di strana gelosia prese il mio possesso. Comunque consegnai a Margot la risposta alla missiva di Payn e chiesi "Milord Lennox è nelle sue stanze?" con finto viso angelico. https://i.pinimg.com/564x/92/c2/29/9...fcc30840e5.jpg |
Gwen continuò a leggere il diario degli studi di Betix, senza però trovare altro riguardo il cambiamento di Justine.
Per il resto le annotazioni dello scienziato si riferivano ai componenti, agli algoritmi ed ai metodi utilizzati per realizzare Justine. Ad un tratto Gwen, mentre era assorta nella lettura ed accarezzava i capelli di Elv, sentì una mano bloccare la sua. Era Justine, come se avesse voluto impedirle di accarezzare ancora i capelli di Elv. Margot preseil biglietto dalla mano di Altea, per farlo avere così a madame Payn. "Si, milord Lennox è ancora in camera sua, milady." Disse ad Altea. "In verità credo abbia dormito molto poco, forse solo verso l'alba, visto che uno dei guardiani hanno sentito i suoi passi nella stanza a lungo." Fissando la padrona. "Quella sciocca di Claretta, la nuova aiuto cuoca nelle cucine, nella sua infantile immaginazione adolescenziale poco fa mi diceva che il bel principe, come i protagonisti dei vecchi romanzi, viva più fra le ombre che tra le luci del giorno." Scosse il capo. "Eh, benedetta figliola..." sarcastica. |
Liberarmi di Regna fu un sollievo.
Era necessaria quella pantomima, ma non la sopportavo. Avevo provato a interagire come me stessa all'inizio, ma non era andata molto bene, fingere non mi veniva così bene e avevo detto un paio di cose sbagliate alle persone sbagliate. Cioè, cose giuste che loro ritenevano sbagliata... dettagli. Mi alzai e mi avvolsi nell'asciugamano, anzi in due considerando che uno lo avvolsi intorno alla testa, e tornai in camera, pensando che sarebbe stato il caso di consultare le carte sulla prossima mossa da fare. La notte era mia soltanto, dopotutto. Almeno quella era solo mia. Così, avvolta in quel bianco innaturale, andai nella mia stanza per indossare qualcosa per la notte. |
Regna uscì dalla vasca, avvolta in quelle 2 asciugamano.
Poi si mise a scegliere cosa poter indossare per la notte. Intanto il ragazzo, quando lei era andata in bagno per lavarsi, non vedendola più dalla serratura, era andato via, tornando al pianterreno, in attesa che qualcuno gli dicesse dove poter riposare. |
Continuai a leggere, ma la narrazione divenne troppo tecnica e non riuscii a seguirlo.
Mi bloccai, poi, quando ad un tratto la mano di Justine fermò la mia, che accarezzava i capelli di Elv. La guardai senza scompormi. "Ebbene?" le dissi, aspettando una spiegazione da lei e che soprattutto fosse valida. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Justine si limitò a guardare Gwen negli occhi e ad accennare un sorriso divertito.
In quel momento Elv, pian piano, cominciò a svegliarsi. |
La guardai praticamente in cagnesco, togliendo la mano dalla sua presa e vedendo che, per fortuna, Elv iniziava a svegliarsi.
"Hey..." dissi piano, sorridendo ed abbassandomi appena su di lui, con una carezza accennata sul suo viso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv pian piano riprese conoscenza, mentre Gwen gli accarezzava il viso sotto lo sguardo indecifrabile di Justine.
"Co..." disse lui confuso "... cosa è successo? Dove... siamo?" Guardando Gwen. |
Era confuso e non stentavo a crederlo.
Assunsi un'espressione sarcastica. "Da dove vuoi che cominci?" con tono beffardo. Mi sedetti sul lettino accanto a lui. "Dopo essere finiti fuori strada, un uomo di nome Betix ci ha salvati, un costruttore di androidi. Che però voleva trasformare anche te in un androide, a quanto pare e che ha costruito anche lei, Justine" indicandola "Ma ora lui è fuori gioco e non potrà crearci problemi." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen raccontò tutto ad Elv.
Lui ascoltava e restava stupito da quella faccenda. "A questo punto mi chiedo" disse "se sia stato Betix ad inseguirci in auto e a farci ndare fuori strada. Chissà, magari era un piano per poi portaci qui..." perplesso. |
"Questo l'ho pensato... Ma ora, comunque, non importa... Ciò che importa è che tu stia bene e che possiamo andar via da qui" dissi, poi guardai Justine.
"Dunque, come facciamo a lasciare questo posto?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nella piana del Lagno, a Nord-Ovest di Afragolopolis e in direzione di Caivania, si trovavano e cosiddette 5 Vie, una delle regioni più antiche, covo di remote leggende e miti primordiali, dell'Afragolignone.
Gli scavi quel giorno procedevano spediti, avendo la direzione del campo assoldato una nuova squadra di scavatori. In realtà gli scavi, finanziati dall'Università Catolica, erano stati affidati ad un'ente molto vicino ai Domenicani. Don Nicola si aggirava fra i dossi e le fosse, gettando il suo sguardo austero e fisso verso i vecchi muri che emergevano dal terreno asportato. Quelle tombe dimenticate affioravano silenziose dalla polvere del Tempo, molte delle quali con ancora gran parte dei corredi funebri in esse conservati. Il cimitero era stato scoperto anni prima, ma una serie di permessi negati aveva più volte impedito agli scavi di cominciare. Le scarpe impolverate del chierico scivolavano sul terrapieno, sotto il quale alcuni scavatori stavano portando alla luce un antichissimo altare. Ad un tratto un cane apparve nella campagna, avvicinandosi agli scavi scodinzolando, per poi cominciare a ringhiare una volta giunto a pochi metri dagli scavatori. “Via...” disse uno di questi “... va via! Ahhhhh!” Tirandogli una pietra e facendolo scappare mentre guaiva. Un fresco vento si alzò fra la polvere e per un momento sembrò scacciare la calura di Giugno. Soffiò per qualche istante fra le tombe, le colonne e i bassorilievi di animali fantastici riportati alla luce dagli archeologi. Poi il vento cessò e Don Nicola avvertì ancora la calura. Non che gli desse particolarmente fastidio. Era un uomo che non soffriva mai, né per il caldo e né per il freddo. Caminò ancora, fra le lapidi consumate, spaccate frantumate. Di nuovo il ringhio del cane, stavolta più lontano, nella campagna. Un'ombra si allungò sul terrapieno e raggiunse il religioso. Don Nicola alzò lo sguardo e si accorse del bassorilievo che copriva il Sole. Ancora il vento prese a soffiare sul campo, sollevando la polvere. “La tempesta...” disse piano Don Nicola fissando il bassorilievo. Esso raffigurava il demone Lilith, prima moglie di Adamo ed adorata dalle prime civiltà conosciute. Gli occhi austeri del chierico erano in quelli dell'immagine sulla pietra e vi restarono a lungo. “Padre Nicola...” arrivando uno degli archeologi “... dobbiamo aggiornare gli archivi delllo scavo...” “Faccia preparare l'auto.” Don Nicola. “Deve partire, padre?” L'altro al religioso. “Adesso?” “Si, devo andare ad Afragolopolis.” Rivelò Don Nicola, per poi tornare a guardare il bassorilievo del demone che proiettava la sua ombra sull'antico cimitero dimenticato. https://www.leportedellanno.unito.it.../4_ishstar.jpg |
A quella frase mi voltai di scatto "Fammi parlare con Claretta, non tollero questi pettegolezzi nel Palazzo, quante volte vi ho detto non dovete nemmeno nominare il nome dei nostri ospiti" con aria severa "Ha delle prove per affermare questo? E' da tempo non faccio il giro delle cucine" osservai Margot "Fai pervenire la missiva, io nel frattempo andrò nei piani bassi delle cucine".
Uscii di gran passo ma pensai al fatto che il Principe non avesse dormito tutta la notte, d' altronde neppure io avevo dormito ed ero solita dormire di notte....ma lui..quale era il motivo? Il mio pensiero andò all' immagine della donna che suonava il pianoforte. Entrai comunque nelle cucine ed osservai gli chef, gli aiutanti e i servitori "Mi giungono voci" con tono austero e possente "che qui dentro, invece di lavorare si chiacchiera e si pettegola" osservando Claretta "Lo sapete vero che una delle regole del palazzo è di non nominare gli ospiti, vero Claretta? Tu lo sai questo o la tua stupida fervenza mentale, non parlo di adolescenza perchè vi sono ragazze della tua età molto più vispe ed intelligenti, ti fa pensare che il nostro ospite viva la notte come fosse un sacrilegio...pure io non dormo molto la notte. Oppure sei al corrente di qualcosa? Sai vero potrei licenziarti in tronco, vi sono molte persone che cercano lavoro". Era troppo, chissà cosa dicevano sul mio conto ed il fatto che pure io vivevo la notte, e poi ero veramente arrabbiata, tesa come una corda di violino per il fatto che Lennox fosse oggetto di pettegolezzo e non comprendevo il motivo. |
"Anche subito, se vuoi." Disse sorridendo Justine a Gwen.
"Si, subito..." Elv, per poi rendesi conto di non essere ancora in condizione di muoversi al meglio. "Ci penserò io." Justine annuendo. "Seguimi." Rivolta poi a Gwen dopo aver sollevato senza fatica Elv per prenderlo in braccio. L'androide così condusse i 2 umani fuori da quel luogo, attraversando prima un corridoio, poi un piccolo androne tutti pienizeppi di giocattoli di ogni tipo che si animavano al loro passaggio. Fuori i 3 trovarono il furgoncino di Betix e vi salirono a bordo, per poi andare via e tornare in città. |
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