“Invece l'idea Afragolignonese della natura e della vita è volta a contemplare l'eternità...” disse Icarius ad Altea, mentre fissava i fiori “... come se l'anima immortale del Creato animasse e pulsasse costantemente davanti all'uomo... nulla è destino a finire, ma ad elevarsi...” annuì “... i grandi saggi questo ci insegnano...” guardò poi la regina di Serenica “... che vuoi dire?” Riferendosi alle ultime parole di lei.



Si baciarono e poi ripresero a farlo.
Ancora ed ancora, come se bevessero alla fonte del piacere incapaci di saziarsi.
Infine le loro labbra si staccarono ed Elv guardò Gwen negli occhi.
“Ora” disse piano “che succederà? Faremo finta di niente? Come se nulla fosse accaduto? Magari scherzando fra noi fino alla fine del torneo?”

Lo ascoltai interessata, quasi entusiasta di quel suo ottimismo.
Sospirai "Cosa voglio dire...verrà la fine del Torneo e io tornerò a Serenica e tu, spero vincitore, dal maestro Nakakata e le nostre vite si divideranno per sempre. E sto cercando di non affezionarmi troppo a te...sciocchezze, non farci caso" continuando il cammino e osservando il laghetto dove i fiori di loto danzavano sull' acqua "Se dovessi regalarmi un fiore...che fiore sceglieresti per me?Oh.." sorridendo "E' vero tu pensi solo ad allenarti..mica a cosa donare ad una donna" scrutandolo.

Era impossibile fermarsi, non riuscivamo a smettere.
Era surreale e stupendo allo stesso tempo.
Poi, lui si fermò e mi guardò.
Temetti per un istante che sarebbe successo come quella notte.
Ma non fu così, non del tutto almeno.
Non aveva torto, comunque.
Dovevamo parlarne.
"Non lo so..." dissi piano, con sincerità, accarezzandogli il viso "Insomma, come potremmo? È impossibile..." aggiunsi.
Poi assunsi un'espressione divertita.
"Hai paura di distrarti per il torneo, campione?" dissi, poi mi feci un po' più seria.

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“Mi deludi, tesoro...” disse sorridendo Elv a Gwen “... temi davvero che io perda concentrazione e forza per il torneo? Magari dopo una notte... con te?” Fissandola.

Icarius guardò Altea.
Era uno sguardo semplice il suo, azzurro e limpido.
"Non vedo perchè tu dovresti affezionarti a me..." disse "... non ci conosciamo poi così bene, no?" Fissò poi i tanti fiori. "Penso che ti regalerei un fior di loto... è il fiore della saggezza ed il tuo regno, Serenica, mi da l'idea di essere un regno retto dalla saggezza..."

Lo guardai con una mezza smorfia divertita, mentre avvicinavo di nuovo il mio viso al suo.
"Lo spero tanto, che tu non perda la concentrazione, visto che voglio assolutamente che tu torni tutto intero da me e non a pezzettini" commentai.

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Lo champagne era buonissimo, raffinato, elettrizzante e fresco al punto giusto.
Tutto il resto invece non lo era, l'atmosfera tra noi, il fuoco che ci stava divorando entrambi.
Lo guardai sorridendo maliziosa e vogliosa alle sue parole.
"Si? Eppure per ora parli parli ma niente di più..." avvicinandomi ancora a lui e fissandolo con aria di sfida, e con un'immensa voglia negli occhi.
Ma un uomo così doveva mostrarmi tutte le sue carte, tutte le sue mosse di conquista, dunque attendevo di vedere cosa avrebbe fatto, se era davvero all'altezza della sua reputazione.

Elv rise e poi baciò ancora Gwen.
"Che premurosa e disinteressata segretaria mi ritrovo." Disse divertito. "Non bada al denaro, ma tiene al suo capo." Facendole l'occhiolino.
Allora la prese per mano e passeggiarono in quel cortile così esotico, bello, armonioso e tanto in contrasto con i misteri che pareva nascondere l'isola.

Sorrisi alla sua bellissima risata, alla curva morbida delle sue labbra, prima che mi baciasse di nuovo.
Poi mi prese per mano ed iniziammo a passeggiare per quei bellissimi giardini.
"Come mai dopo un anno?" esordii a un tratto "Voglio dire... Come abbiamo fatto ad arrivarci dopo un anno?" specificai, realmente curiosa.

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"Si.. Il Fiore di Loto mi rappresenta e sta nella bandiera del mio Regno. Sono attorniata da persone sagge".
Sorrisi a quelle parole.. "Ci conosceremo! Ordunque ora dovresti cogliere un fior di loto per me da quel laghetto" con sguardo provocatorio ma desideroso di averlo.

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