Dacey affidò la scelta al caso ed incredibilmente il pulsante aprì le portiere della Supercar.

Altea aprì la porta e guardò nel lungo corridoio.
Vide apparire una figura che emergeva lenta dalla penombra del passamano.
Poi prese forma.
Era un uomo dal fisico slanciato ed asciutto, con una vestaglia da camera di colore scuro, molto elegante e di pregevole fattura.
Ma incredibilmente il suo volto era coperto da una maschera.

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Questo è il volto del vero professor Mizzar..." disse incredulo il commissario "... è sicura di averci fornito il vero volto dell'uomo sulla nave?" A Gwen.

"Ma sì, le dico. Sono sicurissima" ribadii.
"Credo che dovreste condurre delle indagini molto serrate. Se ad esempio il professore stesse nascondendo qualche strano affare e per poterlo portare a termine si fosse fatto credere scomparso?" ipotizzai.

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Vi era penombra, faticavo ad osservare quando ad un tratto vidi una figura avanzare lenta, molto elegante pure.
Indossava una vestaglia da camera nera, forse era il padrone visto si permettava un tale abbigliamento.
Ma rimasi stupita nel vedere il volto, celato da una maschera, forse era sfigurato o..ma dove ero capitata.
Misi tutti gli oggetti per pulire in un anticamera e mi sistemai per accoglierlo nel salone dove avrebbe cenato.

"Il professor Mizzar gode di grande stima in tutto il mondo accademico." Disse il commissario a Gwen. "Non è solo uno studioso, ma anche un uomo sensibile e tutti i suoi colleghi nutrono fiducia ed ammirazione verso di lui." Quasi rimproverandola.
"E se invece l'uomo visto dalla dottoressa fosse Fantamas mascherato?" Uno dei poliziotti al commissario.

Aggrottai la fronte guardando in tralice il poliziotto.
"Ed io non permetto a lei di trattarmi come una scolaretta. So quello che ho visto e la questione è strana" ribattei subito, con tono secco, fissandolo.
Poi, guardai l'altro.
"Fantamas?" ripetei "Quel Fantamas?" stupita.

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Udii il suono inconfondibile dei meccanismi che si innescano per aprire la portiera così aprii gli occhi.
La SuperCar pareva pronta a partire
Non era mia intenzione però utilizzare quell’auto tanto preziosa, che fossi stata io o qualcun altro al volante.
La macchina aveva un valore così elevato che temevo cosa potesse accadere se anche solo un sassolino avesse urtato quella carrozzeria perfettamente definita.
Schiacciai nuovamente il pulsante, questa volta per chiudere le portiere e presi un altro portachiavi.


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L'uomo dal volto mascherato entrò nella camera e restò a fissare Altea.
La guardò per un lungo istante, durante il quale lei si sentì osservata in modo strano.
Sentiva lo sguardo di lui su tutto il suo corpo.
“Immagino tu sia la nuova cameriera...” disse con una voce ben impostata, senza accento e con una tonalità quasi melodica, come se fosse un attore di teatro “... avevo bisogno di una cameriera personale...” sedendosi su una poltrona “... dimmi il tuo nome e parlami di te, mentre mi prepari da bere...” senza smettere di guardarla.

Gli rifilai un'occhiataccia.
Ma era davvero così difficile rispondere a una domanda facile facile come quella che gli avevo fatto?
Vedevo quell'atteggiamento come un chiaro attentato alla mia autorità, come a volermi dire che anche se ero il capo lui se ne fregava altamente, era lui la star.
Oh, lo avrei messo al suo posto, altrochè.
Presi in mano il foglietto e mi misi a leggere.
Per un lungo istante restai lì ad osservare quel foglio, intensamente, come se vi cercassi significati nascosti.
"Beh, signor Fessen avvisi la squadra di prendere costume e infradito, direi che un giretto a Baia è d'obbligo, a questo punto!" alzandomi.

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