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Attraccammo e raggiungemmo il veliero, mentre finalmente sentivo l'eccitazione della caccia insinuarsi denti di me.
Non aspettavo altro che entrare nel vivo della ricerca di quel "Frutto Proibito" e speravo per lui che il capitano sapesse portarmi a destinazione. Il problema era che neanche io sapevo quale fosse, tale destinazione. Dovevo essere astuta ed accorta, come sempre. "Un passaggio. Pensate che il vostro grande capo possa aiutarmi?" con tono gentile e suadente, il mio sguardo che agganciava quello del marinaio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si..effettivamente avevo pensato fosse qualcosa del genere" giusto per non dargli la soddisfazione di averla sempre vinta.
Notai il suo sguardo verso una direzione e aguzzai la vista vedendo un piccolo sentiero "A cosa stai pensando?" poggiando la mano sopra la sua spalla "A quel sentiero?" Inviato dal mio SM-A307FN utilizzando Tapatalk |
L'uomo guardò con eccessiva attenzione la Mentitrice, come se la stesse studiando.
"Può darsi." Disse freddamente. "Ma a bordo tutti devono dare una mano e ognuno deve pagarsi il viaggio in qualche modo." Tutti gli altri risero con malizia. "Esatto." Disse Robertstein a Blangey. "Credo sia l'unica alternativa a questo bivio." Lo studioso allora ordinò al cocchiere di attendere con lì e di tornarsene al palazzo se verso il tramonto lui è la sua assistente non avessero fatto ritorno. Così Robertstein e Blangey imboccarono lo stretto sentiero, per poi sparire nella fitta e verde vegetazione. |
Non commentai ma pensavo di non incappare in strane situazioni "Sei certo non vi siano pericoli? Sai non è che sei uomo di avventura, sei un teologo o sbaglio? Lo hai detto pure tu alle donne non piacciono gli uomini come te, ma gli avventurieri" ridendo ma parlando a bassa voce osservano la vegetazione e la strada attentamente.
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Robertstein guardò Blangey con una smorfia, per poi sorridere.
"Si, sono un uomo di lettere, non un avventuriero." Disse ridendo piano. "Ma a differenza degli uomini d'azione io ho il potere della mente, della logica e so perciò affrontare ogni situazione con sangue freddo." Facendole l'occhiolino. Il sottobosco appariva avvolto da un'atmosfera calma e rassicurante, tra il verde e le sue infinite tonalità, il candore dorato del Sole pomeridiano e il cinguettio vivace degli uccellini. Un che di bucolico e spensierato aleggiava in quell'angolo di natura, dive parevano svanire gli affanni e i travagli della vita cittadina. Era il tipico pomeriggio di inizio Primavera, l'ora in cui i ragazzini giocano dopo i compiti di scuola e il momento in cui gli innamorati progettano fughe d'Amore. A un tratto però la natura, come in un poema del Boiardo o dell'Ariosto parve come aprirsi, simile a un cancello spalancato di un magico verziere, facendo apparire i robusti e vecchi bastioni di un castello invaso da rampicanti. |
Sapevo di aver colpito nel suo ego, mi guardavo attorno e sospirai "Sembra il Paradiso, non quello Perduto...un posto di altri tempi dimenticato da tutti. E' da molto non assaporo questa pace".
A quelle parole il sentiero e il paesaggio si aprì come in un attimo magico, rallentai il passo e davanti a noi apparve un castello, sembrava antico. "E' questo il castello di cui parlavi? Siamo arrivati a destinazione?" poggiando le mani sul suo braccio e standogli vicino..certamente non avevo paura, ma era meglio non stare lontani |
"Si..." disse lui annuendo a Blangey che gli era accanto "... penso di si... vieni, andiamo a vedere..."
Un vecchissimo e ossidato cancello di ferro battuto segnava l'ingresso al maniero, spalancato e scricchiolante sui cardini consumati. I 2 lo attraversarono e percorrendo un vialetto invaso da rovi selvatici si ritrovarono alla porta principale del castello. Anche questa soglia era aperta. Giunti in un ampio androne un cupo silenzio li avvolse e Blangey fu costretta a stringersi nelle spalle per il freddo di quel luogo. "Sembra abbandonato..." Robertstein guardandosi attorno, per poi togliersi la giacca e sposarla sulle spalle di lei, notando la sua assistente infreddolita "... c'è nessuno?" Chiamò poi. Ma nessuno rispose, come se anche le ombre di quel luogo tenessero di violarne l'irreale silenzio. |
Entrammo nel castello, il portone cigolava e forse era segno che da molto nessuno se ne curasse.
Poi percorremmo il vialetto, vidi i boccioli delle rose selvatiche ma a quel punto avvertii freddo..molto freddo, un pò per l' ansia e per qualcosa di strano che il mio sesto senso avvertiva. Robertstein mi avvolse con la sua giacca...ancora quel suo profumo e chiusi gli occhi riscaldandomi con la sua essenza. La sua voce riecheggiò in quel misterioso castello, rimasi in silenzio in attesa speranzosa di una risposta. |
Nessuna voce rispose a quella di Robertstein e il silenzio di quel luogo restò inviolato.
Lo studioso e Blangey allora cominciarono a girovagare per l'androne, poi per la corte, salendo allora le scale e controllando il primo piano. Le stanze erano però vuote, abbandonate fra ragnatele, polvere e muffa. Per buona parte del pomeriggio i 2 vagarono per le camere e i passamano di quel luogo, ma senza trovare nessuno. Ma quando il pomeriggio iniziò a volgere al termine improvviso si udì il rintocco della campana della Cappellina di palazzo, che fece quasi sussultare Robertstein e Blangey. "Chi..." disse sorpreso lui "... chi sta suonando?" Uscirono allora nel cortile e videro la vecchia campana della Cappellina oscillare al vento. "Ah, è stato solo il vento..." mormorò lo studioso. |
Cercavamo, setacciavamo ogni parte di quel castello angusto e pieno di ragnatele e polvere.
Ad un tratto la campana della cappellina suonò, Roberstein pensò fosse stato qualcuno. Uscimmo ma non vi era anima viva, solo il vento che faceva oscillare la campana. "Sicuro che è stato il vento, qualcosa non mi quadra, prima quel cartello e ora ..ora ci troviamo soli in questo castello dimenticato dal Signore" scuotendo il capo "Qualcuno non voleva farci arrivare qua, e qualcuno nasconde qualcosa, parlami della persona che stavamo cercando,se ben ricordi stavamo cercando l' ultima persona che aveva avuto contatti con tuo nonno" osservando il castello come fosse addormentato da un incanto. |
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