Camelot, la patria della cavalleria

Camelot, la patria della cavalleria (http://www.camelot-irc.org/forum/index.php)
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-   -   Le Martiri di Cartignone (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1354)

Lady Gaynor 08-02-2011 21.14.01

"No! Iodix, no!! Perdonami, perdonami se puoi!" gridò Gaynor fra le lacrime. "Anche tu, vecchio e fedele amico che ti sei schierato al mio servizio in questa avventura, perdonami per averti portato alla morte e sappi che se fossimo usciti di qui ti avrei chiesto di unirti a me nel mio viaggio... Signore Iddio, dona forza a tutti noi in questo momento terribile!"

Guisgard 08-02-2011 21.40.56

Le grida di dolore di Iodix si confusero con la risata demoniaca di Lyan, mentre la litania recitata dagli uomini tatuati assumeva un ritmo sempre più incalzante.
"Maledetti assassini!" Gridò Guisgard davanti alle atroci sofferenze del suo giullare. "Perchè non cominci da me, vigliacco?" Urlava a Dukey.
Allora uno di quegli uomini tatuati gli si avvicinò e gli strappò la camicia.
"Voglio sentirlo supplicare ed invocare la morte!" Ordinò Dukey al suo fedele.
"Avanti..." mormorò Guisgard "... cominciate pure... vi mostrerò come muore un vero cavaliere... quando invece toccherà a te, vigliacco, strillerai come un maiale sgozzato..." fissando Dukey.
L'uomo tatuato allora cominciò ad incidere con un ferro incandescente sul petto di Guisgard, mentre questi stringeva i denti per il dolore.
Il supplizio durò alcuni interminabili istanti, fino a quando, vinto da quell'insopportabile dolore, pur senza aver mai emesso nemmento un lamento, Guisgard perse quasi i sensi.

Guisgard 08-02-2011 21.45.36

Intanto, nella cappella del monaco, Bethan aveva raccontato al chierico la sua drammatica storia.
"Il male è ovunque, milady..." disse il monaco "... e non lo si può sconfiggere solamente con le armi... bisogna pregare... pregare per non essere deboli, per non cedere alle forze oscure ed alle loro seduzioni... pregherò per voi, mia signora... pregherò affinchè troviate pace dai vostri tormenti..."
Allora le si avvicinò e la benedisse segnandola tre volte.
"E ricordate... per giungere in Paradiso bisogna attraversare l'Inferno..."

Guisgard 08-02-2011 21.47.07

Nello stesso istante, a Cartignone, Talia era con Guxio.
“E come potrei negare” disse questi con un sorriso “alla sposa il suo dono di nozze? Milady, vi darò ciò che chiedete… vi giuro sul mio onore che subito dopo aver pronunciato il vostro si, nel voltarvi indietro, scorgerete in fondo alla navata della cattedrale i vostri compagni sani e salvi… ma non prima che il sacerdote abbia consacrato i vostri voti nuziali… ricordatelo, non prima…”
Le prese la mano e la baciò.
“Ora andate a riposarvi…” aggiunse “… tra non molto vi manderò alcune ancelle col compito di prepararvi per la cerimonia…”
E detto questo, diede ordine ad un servitore di accompagnare Talia nella sua stanza.

Lady Gaynor 09-02-2011 01.43.08

Quando lo marchiarono a fuoco, Guisgard non emise un solo lamento, ma per Gaynor quel suo silenzio fu più pesante di mille grida.
Sta soffrendo le pene dell'inferno senza un lamento, per non conceder loro alcuna soddisfazione. E' l'unico modo che gli è rimasto per dimostrare la sua superiorità, la sua integrità, il suo coraggio...
"Guisgard!"

Talia 09-02-2011 02.23.27

I miei occhi si infiammarono alle parole di Guxio e sentii in sangue ribollirmi...
...non prima... aveva detto ...non prima...
Per un istante fui sul punto di gridare... ma a cosa sarebbe servito protestare? Guxio mi teneva in pugno perché teneva sotto scacco l’unica cosa di cui mi importava... e io non potevo farci niente in quel momento, niente che non fosse assecondarlo.
Convulsamente strinsi i pugni, mentre il mio cuore prese a sprofondare verso il basso, sempre più verso il basso... e lentamente, controvoglia, chinai la testa.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 26342)
Le prese la mano e la baciò.

Quel gesto mi fece rivoltare lo stomaco... di nuovo strinsi il pugno e, con un gesto secco, sfilai la mano dalla sua...
“Non prima...” dissi “Ma non un secondo dopo, o considererò rotto il nostro patto!”
Rimasi per un istante a fissarlo, ma i suoi occhi erano indecifrabili e la sua espressione immobile... così mi voltai e seguii il suo servo fuori dalla sala.
Camminai in silenzio fino alle mie stanze, la mente era lontana da lì...
Fu a quel punto, dopo che il servitore mi ebbe fatta entrare nella camera e si fu chiuso la porta alle spalle, che un dolore lancinante mi colpì il cuore, tanto forte da farmi vacillare...
“Guisgard!” mormorai...
Quasi senza accorgermene, mi avvicinai di nuovo alla finestra e guardai fuori, ricercando gli alberi più lontani mentre il mio sguardo sembrava voler penetrare di nuovo tra le fronde...
Infine lentamente iniziai a scivolare a terra, le mani sul vetro della finestra, la fronte sulle mani, gli occhi chiusi e un profondo, straziante dolore nell’anima.

cavaliere25 09-02-2011 10.59.07

Guardai torturare Guisgard e un dolore al cuore mi venne vedendo tutto quel orrore non potevo aiutare nessuno pregavo che quei maledetti marcissero al inferno e che fosse solo un brutto incubo

Lady Bethan 09-02-2011 14.19.44

"Grazie, Padre." disse Bethan, alle parole del monaco.
"Vi chiedo un ultima cortesia: potete indicarmi la strada per Cartignone? So che una persona a me molto cara si trova lì e avrei piacere di farle visita".

Il giardino era pieno di alberi fioriti e le voci squillanti di due ragazzine di stagliavano nell'aria limpida di Aprile.
"Prendimi, se ci riesci!" gridava Bethan , all'amichetta che ridendo la inseguiva nel boschetto.
Le loro risate risuonavano nell'aria, quando finivano per terra, sul prato, lanciandosi manciate di erba fra i capelli.
Nate e cresciute insieme, fino a quel giorno, le due giovanette erano ormai inseparabili e non potevano fare a meno l'una dell'altra.
"Io e te saremo amiche per sempre!" disse Bethan.
"Per sempre!" rispose l'amica. E abbracciandosi strette strette, corsero di nuovo, felici, fra gli alberi in fiore.

Guisgard 10-02-2011 02.11.43

"Cartignone..." disse pensieroso il monaco "... è la città più grande che si trova in queste terre... proseguite verso nord e dopo il bosco vi troverete nella vasta campagna che circonda Cartignone..."
Il monaco allora accompagnò alla porta Bethan.
E quando furono fuori alla cappella, udirono dei passi.
Ai due si avvicinò un cavaliere a cavallo.
Era ricoperto da una robusta e magnifica corazza dai riflessi vermigli.
"Salute a voi, buon chierico ed i miei omaggi, milady..." cominciò a dire "... perdonate, ma in nome di San Raffaele, protettore dei viaggiatori, avrei bisogno del vostro aiuto... sono in cerca di mia figlia, una giovane e bellissima fanciulla che ha abbandonato la sua casa per fuggire Dio sa dove..."
"Temete sia stata rapita, messere?" Chiese il monaco.
"No, mio docile monaco..." rispose il Cavaliere Vermiglio "... il maniero dove abitiamo non può essere espugnato nemmeno da un esercito. In verità ella è stata convinta a fuggire da uno stolto ragazzo, che io stesso scioccamente ho condotto nella mia casa. Mia figlia è cresciuta tra le mura di quel castello ed è del tutto estranea al mondo di fuori... ora temo che possa finire in qualche brutto guaio... aiutatemi, vi supplico... avete per caso avuto notizie di quella fanciulla?"

Guisgard 10-02-2011 04.25.31

Mentre Talia era angosciata da tristi pensieri e sinistri presagi, due ancelle entrarono nella stanza.
Una subito avvolse la ragazza in alcune stoffe pregiate, mentre l’altra accostava diversi gioielli al suo volto.
Ad un tratto una terza ancella entrò, con in mano spazzole e fili preziosi da adagiare fra i capelli.
“A sentirle” diceva questa ad alta voce “hanno tutte capelli da dee! Non vi è nulla di più sciocco di una dama di corte!”
Fissò con attenzione Talia ed aggiunse:
“Beh, vedo che con questa abbiamo una possibilità… anzi, diverse possibilità…” accarezzando i capelli della ragazza “… finalmente capelli degni del mio lavoro!”
Nel resto della città, nel frattempo, tutti erano in trepida attesa per quell’evento.
“E’ quasi tutto pronto, vero, maestro?” Chiese Bumin.
“Si, mio diletto discepolo!” Rispose Guxio. “Una volta che il sacerdote avrà proclamato le formule e benedetto gli anelli, nessuno più potrà scogliere questa unione… e noi avremo vinto!”
E la sua diabolica risata echeggiò come un sinistro presagio sul palazzo reale di Cartignone.
Nello stesso istante, nella sua stanza, mentre quelle ancelle la preparavano per l'attesa cerimonia, Talia restava immobile a fissare il suo volto riflesso nello specchio.
Un volto che solo a stento riusciva a celare il profondo dolore provato dalla giovane.
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Guisgard 10-02-2011 04.58.03

Il Sole ormai era del tutto tramontato, diffondendo nel cielo d’Occidente un alone vermiglio che si rifletteva sulle case e sui palazzi del borgo, che quel crepuscolo sembrava aver reso incantato.
Il paese era ancora attraversato dalla festa e diverse maschere, con canti e motti goliardici, si confondevano con la folla animata da gioia e divertimento.
“E per chiudere ci sarà la mia crostata ai frutti di bosco!” Disse Talia. “Mi è stata esplicitamente richiesta! I miei amici ne vanno matti!”
“Bene, allora sarà una bella serata… immagino…” mormorò quasi con indifferenza Guisgard.
“Beh, se vuoi puoi essere dei nostri…” disse Talia quasi sorpresa dalla freddezza di Guisgard “… dopo ci saranno tanti giochi, con tanto di lettura di poesie e canti vari…”
“No, grazie…”
“Una volta mi dicesti di amare molto la crostata di frutta…”
“Davvero? Mah, a dire il vero mi piacciono tutti i tipi di dolci… e comunque stasera ho da fare…”
“Va bene…” annuì Talia fissando a terra “… se cambi idea sei comunque il benvenuto…”
“Non credo cambierò idea…” rispose lui “… anzi, non ne vedo neanche il motivo... ecco, quella è casa tua… vai, altrimenti farai tardi...”
“Come vuoi… però non mi sembra bello passare la sera di Carnevale da solo… beh, insomma, sono momenti da trascorrere in allegria…”
“Guarda, non bisogna mica trascorrere il Carnevale con i tuoi amici per potersi divertire!”
“Hai ragione!” Esclamò lei. “Allora ti auguro una buona serata!”
Si allontanò con passo svelto, per poi voltarsi dopo alcuni passi.
“E domani, quando sarà passato il Carnevale, cerca di gettare via quella maschera da burbero che indossi ora!”
E andò via.
“Maschera da burbero…” pensò Guisgard “… e poi a te cosa importa!”
Il cavaliere, dopo aver vagato per le strade del paese, si fermò in una piazzetta, dove si stavano esibendo alcuni saltimbanchi mascherati.
“Arlecchino ama Colombina!” Recitava uno di questi.
“Si, ma lei non lo sa!” Rispose il suo compare. “O forse si?”
“Eh, le donne…” replicò l’altro.
“Ma Arlecchino le ha detto del suo amore?”
“Si, ma come si fa a credere ad un tipo simile?” Chiese il primo saltimbanco.
“E perché?” Domando il secondo.
“Perché, si sa, Arlecchino si confidò burlando!” Rispose il primo saltimbanco.
Finita quella recita, Guisgard ritornò a casa sua.
Fuori, per le strade, si udivano canti e balli e malinconicamente lui restava steso a fissare il soffitto della sua stanza.
Ad un tratto qualcuno bussò alla sua porta.
“Sei… sei impegnato?” Chiese Talia quando Guisgard aprì la porta.
“Io… ecco… veramente…” mormorò lui.
“Sai… domani è il giorno delle Sacre Ceneri ed inizierà la Quaresima…” disse lei “... ed io volevo andare in chiesa a pregare… ci sarà la funzione… mi accompagneresti?”
“Io?” Chiese stupito Guisgard. “Certo… si, sicuro… andiamo!”
Cosi, i due si incamminarono verso la chiesa, che col rintocco delle sue campane annunciava la nuova liturgia.
“Sai...” disse lei “… si dice che le prime preghiere recitate nella Quaresima saranno subito esaudite…”
“Non so perché sei qui…” pensava lui mentre si perdeva a fissarla “… pensavo che questa notte non avesse più nulla da dirmi…ma ora che sei con me… si, andiamo in chiesa… ed io pregherò per avere te!”
E i due si avviarono verso la chiesa, in quella magica notte chiara di stelle ed intrisa di magici sogni.

Ad un tratto la voce di Gaynor che lo chiamava.
Poi il canto di quei fanatici.
Infine l'ordine di Dukey: "Ora la martire!"
Guisgard si destò completamente da quel sogno.
Ma la realtà aveva ormai i contorni del peggiore degli incubi.
E quando tutto sembrava perduto, accadde qualcosa.
"Fermi, in nome di sua grazia il vescovo!" Gridò una voce.

Lady Bethan 10-02-2011 09.57.51

"Sir, sto andando verso Cartignone, in cerca di un'amica" disse Bethan, rivolgendosi al cavaliere. "So quasi per certo si trovi là, poichè è stata vista da un gruppo di mercanti, abitanti del mio regno, che ho incontrato per caso lungo il mio cammino. Perchè non mi accompagnate? Se avremo fortuna, magari, ritroveremo in città sia la mia amica che sua figlia!". Detto questo Bethan si coprì il capo con il cappuccio del mantello e montò a cavallo, in attesa di una risposta del cavaliere.

Talia 10-02-2011 15.08.08

Osservavo la mia immagine nello specchio, ma non la vedevo davvero.
Sentivo le chiacchiere delle ancelle, ma non le ascoltavo.
Avvertivo le loro mani muoversi rapide ed esperte tra i miei capelli, intrecciandoli e annodandoli, ma non vi facevo caso... così come non facevo caso ai gioielli che avevano posato sul tavolinetto di fronte a me o alle stoffe pregiate che mi frusciavano intorno.
Non avevo mai posseduto niente di tanto ricco e tanto prezioso e per lungo tempo avevo creduto che Eileen, possedendo quelle cose, avesse tutto ciò che si potesse desiderare...
Oh, Eileen...’ sospirai tra me ‘...quanto avevi ragione! Quanto poco conta tutto ciò, adesso...
Adesso capivo che non erano quelle le cose belle, o le cose importanti... adesso che niente più vedevo, niente sentivo e niente provavo... niente, solo quel grigio ed indistinto senso di vuoto!
E, ad un tratto, un ricordo mi attraversò la mente...

L'alba era fredda e il bosco ancora imperlato di mille gocce di rugiada.
Fatti terribili erano accaduti e stavano accadendo, eppure io ero così certa di quello che dovevo fare! Ero certa che al mondo non vi fosse niente di più necessario, ero certa che non esistesse niente di più importante, niente altro che avrebbe potuto ferirmi, niente che potesse avere più lo stesso valore, niente che avrebbe potuto ancora spaventarmi... soprattutto niente per cui non avrei esitato un attimo a mettere in discussione ogni altra cosa, compresa quella impresa!
E poi era arrivato quel cavaliere e si era messo in mezzo...
Citazione:

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 22964)
Guisgard la osservò divertito.
"Dove avete trovato questi abiti e queste armi?" Chiese con il suo solito sorriso. "Guardate che così vestita non credo troverete mai marito... gli uomini non amano le donne che camminano per i boschi di notte ed armate fino ai denti! Già una volta vi diedi consigli in merito... ma di questo passo resterete zitella!"
Fissò allora il pugnale che Talia gli puntava contro e chiese:
"Posso alzarmi senza correre il rischio di essere infilzato?"

Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 22965)
Lo studiai per un lungo momento, valutando il suo volto che non sembrava volersi decidere ad abbandonare quell'espressione e quel tono che mi davano dannatamente sui nervi... infine sorrisi.
"Sapete..." dissi, allontanandomi di mezzo passo e facendogli cenno con il coltello perché si alzasse "Io non so cosa cerchiate di dimostrare con quest'atteggiamento... Vi ho già detto di non occuparvi di fidanzati o altri fatti che non vi riguardano e di curare piuttosto i vostri interessi..."

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 22966)
Guisgard si alzò, scuotendo la polvere dai suoi vestiti.
"E sia..." disse "... i vostri fidanzati non sono affar mio... tenterò di rammentarlo in futuro..."


Indugiai per un istante su quel ricordo e, per qualche oscura ragione, quell’immagine mi fece sorridere... Quanto tempo era passato? Non lo sapevo più... non molto, forse, eppure sembrava un secolo, ormai...
Tante cose erano successe dopo!
Quanto ero sciocca e presuntuosa all’epoca, e quanto ero ingenua! E lui... lui che allora ancora avrebbe potuto fuggire da tutta quella follia e non lo aveva fatto...
Potrà farlo questa volta!’ tentai di incoraggiarmi ‘Fa’ solo questa cosa per Guxio e lui sarà libero...
Improvvisamente l’immagine di Bumin si sovrappose a quel ricordo e mi fece rabbrividire...
E per un folle istante mi pentii di aver detto a Guisgard quella cosa quel giorno... ora che invece avrei tanto voluto che se ne curasse, o almeno che avesse la possibilità di farlo!
Oh, per l’amor del cielo, Talia!’ mi riproverai dopo appena un istante ‘Smetti di esser tanto sentimentale... dopo questa dannata cerimonia, ci sarà davvero poco da esser sentimentali!
Chiusi gli occhi un attimo e tentai di riacquistare il controllo, mettendo a tacere quelle fastidiose voci e quei ricordi... poi li riaprii e tornai a guardare la mia immagine nello specchio, pur continuando a non vederla affatto.

Guisgard 11-02-2011 01.35.13

Quella voce sembrò come gelare i sacrileghi riti di quei fanatici.
“Fermi, in nome di sua grazia il vescovo!” Gridò di nuovo quella voce.
Era quella di un fiero cavaliere, rivestito da una spessa armatura attraversata da verdi riflessi, che sembravano emanare intensi bagliori sotto la luce di quello sterminato manto di candele.
E con lui vi erano Belven e Goldblum, attorniati da numerosi cavalieri e nani, tutti pesantemente armati.
“Tradimento!” Urlò Dukey. “Ci hanno scoperto! Morte agli infedeli Cristiani!” Ordinò con rabbia e brandendo la sua spada.
Un attimo dopo un violento scontro sorse in quel tempio maledetto.
In breve i cavalieri, affiancati dai nani, si lanciarono con coraggio e determinazione contro i fanatici uomini tatuati.
E rumori di armi e grida di dolore si diffusero ovunque.
Goldblum subito raggiunse i compagni legati alle colonne.
“Ecco… sei libero!” Disse a Iodix. “Prendi questo pugnale e libera gli altri!”
Il giullare, ancora scosso per le torture, fece come gli aveva ordinato il nano.
Così, Guisgard, Morven, Cavaliere25, il Cappellano, ed il Vecchio delle fosse furono liberi.
Guisgard raccolse una spada da un cadavere e si lanciò sull’altare, liberando Gaynor e Giselide.
“Cavaliere25…” urlò tra il fragore di quella battaglia al suo compagno “… prendi le ragazze e mettile al riparo!”
Detto ciò, come una fiera tenuta lontana dalla caccia per troppo tempo, si buttò nella mischia.
La battaglia incalzava, seminando morte in entrambe le fila e gran scempio di corpi veniva fatto.
“Avanti, fratelli!” Gridava Dukey ai suoi. “Combattete da valorosi! Mostrate loro ciò che li attenderà nella dannazione eterna!”
“Dukey!” Urlava nella battaglia Guisgard. “Sto venendo a prenderti! Fatti avanti, vigliacco!”
“O Signore…” mormorava nel frattempo Belven impegnato a tenere testa ai suoi avversari “… dammi qualche altro istante di vita… affinché io possa mandare all’Inferno il più alto numero possibile di questi inumani assassini!”

Lady Gaynor 11-02-2011 01.56.45

Guisgard ordinò al cavaliere che Gaynor non conosceva di condurre lei e l'altra ragazza al riparo dalla battaglia. Gaynor, ancora molto scossa, non riusciva a credere che quel piccolo esercito formato da cavalieri e nani fosse realmente venuto a salvarli da una morte ormai certa. La ragazza che le era stata accanto aveva ancora il volto segnato dal terrore, ma a Gaynor bastarono pochi minuti per prendere la decisione di partecipare al combattimento. Non poteva stare a guardare mentre i suoi compagni rischiavano la vita e riteneva suo dovere aiutare chi tanto coraggiosamente si batteva per loro. Si rivolse così al cavaliere e disse: "Proteggi questa ragazza a costo della tua stessa vita, io la mia andrò a metterla al servizio della giustizia..."
Bisognava trovare un'arma, così si guardò intorno... poco lontano da lei giacevano morti alcuni degli uomini tatuati, con ancora stretti in mano i loro pugnali. Vincendo il ribrezzo, si avvicinò a loro e prese due pugnali. Si strappò la parte inferiore della lunga tunica che le intralciava il passo, si fece il segno della croce e si lanciò nella mischia.
Magari morirò, ma cercherò di trascinarne con me quanti più possibile!

Guisgard 11-02-2011 02.11.01

E mentre Talia era assorta in quei malinconici ricordi, che sembravano tanto lontani ora, un velo di inquietudine si era posato sul suo volto.
Ad un tratto le ancelle fecero qualche passo indietro e restarono a guardarla soddisfatte.
“Specchiatevi, milady…” disse una di loro “… siete bellissima… sir Bumin è un uomo molto fortunato…”
In quel momento entrò Guxio.
“Che magnifica visione…” mormorò il chierico “… tanto magnifica da far quasi tentennare i sacri voti che mi legano al mio ministero…”
Si voltò verso le ancelle e con un cenno le congedò.
“Tutta Cartignone è impaziente, mia signora…” continuò appena le tre donne uscirono “… impaziente di assistere a queste nozze… impaziente come me nell’attendere questa notte…”
Si avvicinò e Talia sentì il suo respiro sfiorarle i capelli.
E proprio in quel momento si udirono le campane della cattedrale che annunciavano l’inizio della cerimonia.

Guisgard 11-02-2011 02.34.55

Nel frattempo, alla cappella nel bosco, Bethan ed il monaco avevano incontrato il Cavaliere Vermiglio.
"La nostra dama ha ragione..." disse il monaco al cavaliere "... Cartignone è l'unica grande città che si trova nel giro di diverse miglia... chiunque attraversi queste lande desolate non può che dirigersi là... il resto del territorio è solo dominato da questo sconfinato bosco..."
Il cavaliere annuì e ringraziò i due per l'aiuto fornito.
"Vi seguirò, milady... rechiamoci a Cartignone, sperando che il Cielo benedica questa scelta e mi permetta di ritrovare la mia Giselide..."
Un attimo dopo, salutato il monaco che benedisse il loro viaggio, Bethan ed il Cavaliere Vermiglio, partirono alla volta di Cartignone.

Morrigan 11-02-2011 02.55.42

Appena lo vide, per un attimo non credette ai suoi occhi.
Ormai le allucinazioni che gli offuscavano la mente dovevano averlo condotto alla pazzia. O forse, pensò, forse era già morto, e per questo lo aveva ritrovato. Ma lo vide estrarre un pugnale, passarlo a Iodix dicendo di liberarli, e un istante dopo era di nuovo in grado di muoversi, senza più nessun impedimento... questa non era di certo una visione, e di certo non era la morte.
In un attimo gli fu accanto e si chinò per abbracciarlo con slancio.

"Colui che era morto è tornato in vita..." mormorò a Goldblum, riuscendo a tento a trattenere quell'emozione che mescolava lo stupore al sollievo "... mi racconterai un giorno, come sia potuto accadere!"

Quindi si staccò da lui, gli mise le mani sulle spalle e lo fissò con sguardo deciso.

"Un giorno, quando perdesti la tua arma, io la raccolsi e te la diedi... adesso è il momento di ripagarmi quel favore, amico mio! Aiutami a trovare un'arma, e dimostriamo a questi eretici che si sono schierati dalla parte sbagliata!"

Guisgard 11-02-2011 03.25.19

Lo scontro era sempre più acceso.
Gli uomini del Cavaliere Verde, forti del fatto di combattere quasi una crociata proclamata dal vescovo contro i fanatici Atari e affincati dai valorosi nani, lottavano con ardore, senza risparmiare energie.
Gli Atari, di contro, totalmente imbevuti del loro fanatismo ed animati da un odio primordiale, rispondevano colpo su colpo agli attacchi dei loro avversari.
Goldblum si guardò intorno e vista una spada conficcata nel ventre di uno di quegli uomini tatuati, la estrasse passandola poi a Morven.
"Fatevi onore, amico mio!" Disse il nano. "Vedrete che con quella spada ne ucciderete molti! Il sangue di questi cani sarà velenosissimo, come il significato che cela la loro delirante dottrina!"
Ma anche Gaynor si era lanciata nella mischia, dando prova, come aveva fatto in precedenza, della sua abilità.
Ma proprio nel bel mezzo dello scontro, qualcosa si lanciò contro Gaynor, braccandola alle spalle.
"Avrei dovuto ucciderti quando mi stringevi al tuo petto, maledetta!" Urlò Lyan con i lineamenti totalmente mutati in un'espressione di feroce bestialità. "Ma lo farò ora, condannando la tua insulsa anima ad un oblio senza tempo!"
Afferrò i polsi della ragazza e li strinse con una forza quasi sovrumana, fino a farle cadere i pugnali che aveva in mano.

cavaliere25 11-02-2011 10.02.58

Presi le ragazze e dissi seguitemi usciamo di qui e corsi fuori da quel maledetto posto guardandomi indietro e controllando che nessuno ci seguisse un occhiata andò alla giovane fanciulla ma vidi che una ragazza tornò indietro e gridai no tornate indietro mylady ho il compito di portarvi al sicuro da qui ma pultroppo la ragazza si era lanciata nella battaglia allora presi per mano Giselaide e dissi venite con me vi porterò al sicuro

Lady Bethan 11-02-2011 11.28.19

Bethan ed il cavaliere vermiglio si incamminarono verso nord.
"Al galoppo Verbena, al galoppo! Dobbiamo arrivare a Cartignone il prima possibile!"
La sensazione che opprimeva il cuore di Bethan, ormai da giorni, stava diventando sempre più forte, in quella folle corsa verso Cartignone.

"Saremo amiche per sempre!"

"Gaynor! Oh, Gaynor, dove sei? Perchè ho la sensazione che tu sia in pericolo?" pensò Bethan, mentre la strada si srotolava sotto gli zoccoli dei cavalli.

"Sir, facciamo presto Sir!" gridò Bethan al cavaliere che la seguiva "Non so voi, ma io sento che qualcosa non va!"

Talia 11-02-2011 17.38.08

Battei appena le palpebre alle parole delle ancelle e, per la prima volta da quando erano entrate, osservai la mia immagine nello specchio... mi avevano infilata in un abito di una ricchezza quasi nauseante, candido e impreziosito da mille e più piccole pietre che lo illuminavano e lo facevano brillare... i miei capelli erano stati raccolti e intrecciati con fili di perle e piccoli fiori d’oro...
E quasi stentai a riconoscermi!
Attraverso lo specchio colsi le occhiate delle tre donne alle mie spalle... non erano difficili da decifrare, non era affatto difficile capire cosa stavano pensando: era ciò che ben presto tutta Cartignone avrebbe pensato! Ai loro occhi ero tutto ciò che una dama di corte doveva essere, ai loro occhi ero fortunata perché niente mi mancava e niente mi sarebbe mancato mai... percepivo questi loro pensieri, coglievo i loro sentimenti... rimasi immobile e in silenzio, ma dentro la mia anima prese a urlare forte.
In quel momento entrò Guxio... e di nuovo rimasi esattamente dov’ero: le sue parole, i suoi atteggiamenti affettati e falsi... tutto di lui era insopportabile per me.
Accennò un gesto e le tre donne si dileguarono. E fu allora, quando anche l’ultimo lembo dell’abito dell’ultima fu scomparso e la porta fu richiusa, che lui mosse qualche passo verso di me...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 26415)
“Tutta Cartignone è impaziente, mia signora…” ... “… impaziente di assistere a queste nozze… impaziente come me nell’attendere questa notte…”
Si avvicinò e Talia sentì il suo respiro sfiorarle i capelli.

Per un istante il sangue mi si gelò e muovermi fu impossibile... per appena un istante, poi scattai in piedi e voltai le spalle allo specchio, per fronteggiare l’uomo...
“Cosa?” mormorai dopo un momento, mentre lentamente indietreggiavo “No! No, questo... questo non faceva parte di nessun accordo! Questo è...”
Mi bloccai... qualcosa era improvvisamente scattato dentro di me: sollevai la testa e inspirai forte...
“Questo non avverrà mai!” dissi, tentando di infondere determinazione e disprezzo in ogni singola lettera “Mai!”

Lady Gaynor 12-02-2011 01.00.52

Mentre stava battendosi contro quei pazzi furiosi, Gaynor venne aggredita alle spalle, sentendo pochi secondi dopo la voce di una trasfigurata Lyan che le urlava contro. Quel demonio le strinse così forte i polsi che i due pugnali le caddero dalle mani. La sua forza era inaudita e, per quanti sforzi facesse Gaynor per scrollarsela di dosso, lei rimaneva aggrappata saldamente alla sua schiena.
"Maledetta serpe!" le urlò Gaynor, "Se pensi che ti renderò le cose facili ti sbagli di grosso!"
E così dicendo, cominciò a correre all'indietro verso una delle colonne a cui fino a poco tempo prima erano legati i suoi compagni. L'impatto con la colonna fu forte e Gaynor ripetè il gesto fino a sentirsi le gambe tremare, nella speranza che quel piccolo mostro lasciasse la presa.

Guisgard 12-02-2011 02.45.23

La colonna scricchiolava forte.
Gaynor, disperatamente, tentava di scrollarsi da dosso Lyan.
Ma la forza con cui questa si teneva aggrappata a Gaynor era 4 volte superiore a quella di un uomo comune, mentre il peso del suo corpo sembrava aumentare sempre più.
Ed alla fine, proprio l’innaturale peso della bambina finì per stremare Gaynor, facendola cadere a terra.
“Ora conoscerai cosa si cela dopo la vita…” gridò Lyan, spalancando la bocca come a volerla mordere.
All’improvviso, del sangue schizzò sul volto di Gaynor ed un attimo dopo la testa decapitata della demoniaca bambina rotolò ai suoi piedi.
Gaynor sentì le mani di Lyan aprirsi pian piano e quella morsa che la cingeva come una tenaglia affievolirsi sempre più.
“Come state, milady?” Chiese Guisgard. “Quel mostro fortunatamente non è arrivato a mordervi e ad infettarvi con il suo veleno! Ora, vi prego, raggiungete Cavaliere25 e l’altra ragazza che era con voi su quell’altare… mettetevi al riparo e cercate di restarci, stavolta!”
Detto ciò, si lanciò di nuovo nella mischia.
Goldblum si batteva come un leone, affiancato da Morven che non gli era da meno, nonostante avesse smarrito la sua formidabile Samsagra.
Anche Belven mostrava un valore ed un coraggio non comuni.
I fanatici Atari, di contro, si battevano con una determinazione ed una foga che sfioravano il fanatismo più estremo.
Ma nonostante l’odio e la ferocia che dimostravano, alla lunga il migliore equipaggiamento dei cavalieri e l’ardore dei nani finirono per far pendere il piatto della bilancia verso questi ultimi.
E più lo scontro continuava, più l’armata agli ordini del misterioso Cavaliere Verde faceva scempio dei suoi nemici.
Nel frattempo, Cavaliere25 e Giselide avevano trovato un punto sicuro, lontano dalla furia della battaglia, dove nascondersi.
Un attimo dopo anche il Cappellano, Iodix e il Vecchio delle Fosse li raggiunsero.
“Messere…” ansimò, con gli occhi lucidi ed il volto stravolto dalla paura, Giselide a Cavaliere25 “… è… è stato terribile… io… ho visto la morte in volto…”
Ad un tratto diverse grida echeggiarono in quel sacrilego tempio.
Non più grida di battaglia o di dolore, ma di vittoria.
“Dio sia lodato e benedetto!” Gridò il Cavaliere Verde ai suoi. “Abbiamo vinto!”
A quelle parole tutti esultarono.
“Ora, disarmate i pochi superstiti” ordinò il Cavaliere Verde “e rendeteli inoffensivi… li porteremo a Cartignone, dove saranno giudicati per i loro crimini.”
“Si, ma non prima di aver strappato la lingua a questo cane!” Disse Guisgard puntando la spada contro Dukey.
“Ci avete sconfitti” rispose questi gettando a terra la sua spada “e ci siamo arresi… ora vuoi farti forte contro un nemico disarmato?”
“Credemi, su quanto ho di più sacro…” mormorò con uno sguardo di ghiaccio Guisgard “… non vedrai nessun tribunale se prima non mi dirai dove avete nascosto lady Talia…”
Dukey rise forte.
“Lady Talia non è più qui!” Rispose con un ghigno che sapeva di vittoria. “Anzi, a quest’ora forse starà già giurando davanti al clero di Cartignone il suo amore per sir Bumin!”
E di nuovo quella sua insopportabile risata echeggiò in quel luogo di morte.
“Maledetto bastardo!” Gridò Guisgard, prendendolo per la tunica che gli copriva la cotta di maglia.
“State calmo, cavaliere!” Tentò di fermarlo il Cappellano, aiutato da Belven. “Picchiandolo non risolveremo niente!”
“Bisogna tornare subito a Cartignone!” Esclamò Guisgard.
“Bisogna rastrellare questo luogo e raccogliere tutto ciò che potrà essere utile al processo di questi eretici.” Intervenne il Cavaliere Verde. “Questi sono gli ordini di sua grazia il vescovo.”
“Al diavolo… così giungeremo troppo tardi a Cartignone!” Gridò con rabbia Guisgard.
“Calmatevi, messere!” Disse il Cappellano. “Questi uomini obbediscono solo agli ordini che hanno ricevuto.”
“Anche a me si gela il sangue delle vene” rispose il Cavaliere Verde “a sapere quella sfortunata ragazza vittima di quei fanatici… e Dio non voglia che sia troppo tardi quando giungeremo a Cartignone…”
“Non mi interessa degli ordini che avete ricevuto!” Replicò Guisgard. “Anzi, per quanto mi riguarda potete tutti andare in malora!”
“Cavaliere!” Lo riprese il Cappellano. “Siamo tutti sotto gli ordini di sua grazia!”
“Non io!”
“Non dite sciocchezze e…”
“Cavaliere…” disse il Cavaliere Verde, interrompendo con un cenno il Cappellano “… chi siete voi? Parlate da prode, ma anche da irriverente…”
“A me interessa solo salvare lady Talia da quella trappola!”
“Allora se vi affidassi il mio cavallo più veloce…”
“Non attendo altro!” Rispose Guisgard.
“Ne siete certo?” Domandò il misterioso cavaliere. “Vi ritrovereste da solo contro un’intera città…”
“Mostratemi quel cavallo… abbiamo già perso troppo tempo!” Rispose Guisgard.

Guisgard 12-02-2011 03.23.00

Nel frattempo, sulla via che conduceva a Cartignone, Bethan ed il Cavaliere Vermiglio galoppavano veloci verso la città.
"Anche io, milady, avverto ciò che dite..." disse il cavaliere "... il cielo è intriso di un velo purpureo che sembra annunciare sangue sulla città..."
Ed un freddo vento cominciò a soffiare attorno a loro, quasi destato dall'oscuro presagio del Cavaliere Vermiglio.
Ed il sinistro sibilo portato dal vento li accompagnò per tutto il loro cammino, fino a quando sembrò dissolversi al suono delle campane di Cartignone, che annunciavano le nozze fra Talia e Bumin.
"Siamo giunti..." indicò il Cavaliere Vermiglio a Bethan "... quella è senza dubbio Cartignone..."

Guisgard 12-02-2011 04.19.30

Quella risata.
Sembrava fuoriuscire dalle pietre del castello, da quelle delle case e dalla terra stessa di Cartignone.
Una risata giunta direttamente dall’Inferno.
Una risata che pareva voler tormentare tutti coloro che ascoltavano il suo sinistro eco.
“Mai…” ripeté divertito Guxio “… vedete, milady… la notte è magica… si veste delle sue tenebre e copre e confonde… la luce è lontana… e tutti coloro che attraversano il suo manto si sentono in balia di forze spaventosamente potenti…”
Accarezzò di nuovo i suoi capelli ed un’ombra di ambigua bramosia attraversò il suo sguardo.
Ma proprio in quel momento si udirono le campane suonare.
Suonavano a festa e tutta la città attendeva quell’evento.
“E’ tutto pronto, milady.” Disse un paggio entrando nella stanza.
“Il momento è giunto…” mormorò compiaciuto Guxio “… il popolo vi attende… e con esso il vostro sposo…”
Talia allora, scortata dal suo seguito di ancelle e valletti, cominciò ad attraversare il grande corridoio detto Delle Statue, mentre squilli di trombe salutavano la cerimonia.
Il corridoio era adornato da diverse statue, raffiguranti eroi ed eroine dei miti antichi.
E così, lo sguardo di dolore di Talia sembrava confondersi ora con l’angosciante sguardo di Didone, ora con quello disperato di Arianna.
I suoi occhi parevano racchiudere il tormento di Medea e la cupa tristezza di Eco.
Come una novella Dafne, Talia voleva fuggire da un nemico che sembrava averla ormai nella sua morsa.
E come Penelope fissava l’orizzonte lontano, in attesa di un ritorno che sembrava tanto desiderato quanto impossibile.

cavaliere25 12-02-2011 10.17.30

Guardai la fanciulla e dissi ora avete capito cosa voleva dire il vostro sogno è stato davvero una brutta esperienza la colpa è mia dissi guardandola e abbracciandola a me poi continuai vostro padre sarà già alla vostra ricerca e appena vi troverà io sarò carne per i suoi denti

Talia 12-02-2011 12.05.45

Procedevo lentamente per quel corridoio ed ogni passo mi costava un’enorme fatica...
Avevo percorso altre volte quella via ma mai il mio umore era stato tanto tetro, mai ero stata tanto triste e spaventata, mai prima di quel momento avevo avuto la sensazione che ciascuna di quelle statue mi osservasse e riversasse su di me ogni suo dolore...
Inconsciamente i miei passi si facevano sempre più lenti di attimo in attimo, mentre i miei occhi iniziarono a saettare sempre più spesso fuori dalle alte finestre che si aprivano tra una statua e l’altra: correvano fuori, scorrevano per un attimo l’orizzonte e il cielo terso, un breve attimo di speranza, un attimo di gioia... poi di nuovo quel corridoio... un altro passo... e poi ancora fuori dalla finestra successiva...
E tuttavia, seppur tanto lento e doloroso, il percorso verso la meta mi parve estremamente breve... in un attimo mi ritrovai di fronte all’ampia porta in fondo... con orrore la osservai aprirsi di fronte a me e colsi il brusio sommesso provenire dall’altra parte...
E rimasi lì: impietrita sulla soglia... incapace di procedere ma impossibilitata a fuggire.

Lady Gaynor 12-02-2011 14.57.46

“Come state, milady?” Chiese Guisgard. “Quel mostro fortunatamente non è arrivato a mordervi e ad infettarvi con il suo veleno! Ora, vi prego, raggiungete Cavaliere25 e l’altra ragazza che era con voi su quell’altare… mettetevi al riparo e cercate di restarci, stavolta!”
Senza nemmeno aspettare la risposta di Gaynor, Guisgard si rituffò in quella baraonda. Alla vista della testa mozzata di Lyan, che nella morte aveva ripreso i lineamenti dolci e delicati della bambina a cui lei si era così tanto affezionata, la ragazza scoppiò in un pianto dirotto. Tutta la fatica, la tensione e la paura accumulate fluirono in quelle lacrime, che cadevano copiose sul suo viso, calde e salate. Guardava Guisgard e il suo cuore perdeva qualche battito ogni volta che incontrava i suoi occhi blu.
E' il fantasma di Lancelot che mi perseguita... Il mio cuore era come morto, e adesso questo cavaliere arrogante e scontroso l'ha risvegliato... un cavaliere secondo cui la mia presenza è stata più un intralcio che altro. Non credo che mi abbia mai nemmeno degnata di uno sguardo che fosse poco più che fugace. Maledetto il giorno in cui ho incrociato Cartignone sulla mia strada!
D'improvviso Gaynor si sentì sola come mai in vita sua. Nessuno che la confortasse, nessuno che la capisse, nessuno che la abbracciasse stretta e le dicesse di non aver paura. Nessuno come Lancelot, o come Bethan...

"Bethan, svelta, entra dentro!" Gaynor prese l'amica per il braccio e la tirò dentro la sua stanza.
"Vieni alla finestra e guarda giù... lo vedi quel cavaliere bruno che sta parlando con mio padre?" Bethan annuì, soffermandosi a guardare con interesse l'oggetto della loro conversazione. "Beh... mi sono innamorata di lui!" confessò Gaynor tutto d'un fiato. L'amica la guardò stupita, ma Gaynor non le diede neanche il tempo di rispondere. "Oh, Bethan, non fare quella faccia, lo amo così tanto! E anche lui mi ama, mi ha chiesto di fuggire con lui ed io... io gli ho detto si!" Lo sguardo di replica di Bethan era a dir poco confuso, ma all'improvviso scoppiò a ridere e le note della sua risata argentina risuonarono per tutta la stanza. "Ragazza mia, tu sei tutta matta, ma adesso siediti con me sul letto e raccontami tutto, senza tralasciare niente..." disse Bethan, facendole l'occhiolino.


Sembrava trascorso un giorno da quella conversazione e non cinque anni... cinque lunghi anni che avevano avuto il sapore amaro della prigionia. Oh Bethan, perchè sono scappata senza dirti nulla? Mi dispiace, amica mia... come vorrei abbracciarti di nuovo!
I pensieri di Gaynor vennero interrotti da un coro di grida esultanti. I cavalieri che erano venuti a salvarli avevano avuto la meglio sui nemici... erano tutti salvi! Dio mio, ti ringrazio!
Fece per ringraziare il cavaliere in capo a quel piccolo esercito, ma si fermò per ascoltare quanto stavano dicendosi Guisgard e Dukey.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 26443)
“Lady Talia non è più qui!” Rispose con un ghigno che sapeva di vittoria. “Anzi, a quest’ora forse starà già giurando davanti al clero di Cartignone il suo amore per sir Bumin!”
E di nuovo quella sua insopportabile risata echeggiò in quel luogo di morte.
“Maledetto bastardo!” Gridò Guisgard, prendendolo per la tunica che gli copriva la cotta di maglia.
“State calmo, cavaliere!” Tentò di fermarlo il Cappellano, aiutato da Belven. “Picchiandolo non risolveremo niente!”
“Bisogna tornare subito a Cartignone!” Esclamò Guisgard.
“Bisogna rastrellare questo luogo e raccogliere tutto ciò che potrà essere utile al processo di questi eretici.” Intervenne il Cavaliere Verde. “Questi sono gli ordini di sua grazia il vescovo.”
“Al diavolo… così giungeremo troppo tardi a Cartignone!” Gridò con rabbia Guisgard.
“Calmatevi, messere!” Disse il Cappellano. “Questi uomini obbediscono solo agli ordini che hanno ricevuto.”
“Anche a me si gela il sangue delle vene” rispose il Cavaliere Verde “a sapere quella sfortunata ragazza vittima di quei fanatici… e Dio non voglia che sia troppo tardi quando giungeremo a Cartignone…”
“Non mi interessa degli ordini che avete ricevuto!” Replicò Guisgard. “Anzi, per quanto mi riguarda potete tutti andare in malora!”
“Cavaliere!” Lo riprese il Cappellano. “Siamo tutti sotto gli ordini di sua grazia!”
“Non io!”
“Non dite sciocchezze e…”
“Cavaliere…” disse il Cavaliere Verde, interrompendo con un cenno il Cappellano “… chi siete voi? Parlate da prode, ma anche da irriverente…”
“A me interessa solo salvare lady Talia da quella trappola!”
“Allora se vi affidassi il mio cavallo più veloce…”
“Non attendo altro!” Rispose Guisgard.
“Ne siete certo?” Domandò il misterioso cavaliere. “Vi ritrovereste da solo contro un’intera città…”
“Mostratemi quel cavallo… abbiamo già perso troppo tempo!” Rispose Guisgard.

A quel discorso, qualcosa in Gaynor sembrò spezzarsi. Il suo cuore è devoto ad un'altra, non pensa che a lei, noi tutti siamo solo un contorno... non gli interessa nient'altro che l'amore di lady Talia...
Scacciò le lacrime che le erano risalite agli occhi e, facendosi coraggio, cominciò a parlare.
"Sir Guisgard, è chiaro che per voi conta solo salvare lady Talia dal suo destino, ma dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutti questi interminabili giorni, non esiste al mondo che voi ve ne andiate da qui da solo. Io non posso stare qui, devo allontanarmi da tutto, da Cartignone e anche da voi!" Rivolgendosi poi al cavaliere vestito di verde, Gaynor continuò. "Siamo tutti stremati, non ce la facciamo più...io sono ferita, sporca, ho sangue mio e altrui su tutto il corpo, non mangio e non dormo da non so più quanto tempo, ho sopportato quanto è umanamente possibile per una donna sopportare e voi ora mi dite che non possiamo andare via di qui perchè bisogna raccogliere prove contro l'infedeltà di queste bestie? Suvvia, siete in tanti e questo compito non sarà poi tanto più gravoso con quattro o cinque persone in meno, pesone che non so poi quanta forza ancora abbiano per poter stare in questo luogo infernale. Io non posso parlare per tutti, ma per quanto mi riguarda fra pochi minuti uscirò fuori di qui sulle mie gambe, andrò alla luce del sole e chiamerò la mia cavalla che sono certa stia qui fuori aspettandomi. Potrete fermarmi solo con una spada e delle catene, perchè non intendo stare qui oltre il tempo necessario a dire e fare un paio di cose. La prima è questa..." Gaynor si interruppe per avvicinarsi a Dukey, lo guardò fisso e gli sputò in faccia. "Non è sicuramente il gesto più elegante che una dama possa fare, ma è quello che merita una bestia lasciva come te." Camminò poi in direzione di Iodix e del vecchio delle fosse. Al giullare fece una carezza e lo baciò in fronte, mentre al vecchio si rivolse con tono docile e rispettoso: "Mio signore, all'inizio di questa avventura vi ho presentato come mio servitore, ma se volete da questo momento sarò io al vostro servizio. Non credo sia più tempo per voi di spaccarvi la schiena al sole, seguitemi, e tutto quello che è mio sarà vostro. Ho perso un padre, ma c'è qualcosa in voi che me lo ricorda e che vi ha reso molto caro ai miei occhi."

Lady Bethan 14-02-2011 12.25.03

Bethan osservò le imponenti mura di Cartignone e provò una fitta di ansia.
"E adesso? Come faremo a trovare Gaynor e sua figlia?" chiese al cavaliere che le stava accanto.
Poi, riflettendo bene aggiunse: "La locanda! Tutti i viandanti passano dalla locanda! Rechiamoci là e proviamo a chiedere informazioni!"

Così, spronando i cavalli al galoppo, entrarono finalmente in città.

Morrigan 16-02-2011 01.38.50

Non appena le sue mani abbero stretto il freddo metallo di quella spada, a Morven parve che tutto il vigore che era stato concellato dallo sconforto ritornasse vivo a scorrere nelle sue vene.
Non era Samsagra, quella. Non era la sua Samsagra. Ma nella mente aveva solo la sua spada, il suo canto e il desiderio di poterla stringere nuovamente. Non era una sciocchezza, nè una follia. Morven sapeva, perchè lo sentiva, che quella spada aveva un ruolo nella sua vita, era una parte del suo futuro. Era un dono che gli era stato dato, affinchè potesse diventare una parte della sua personale missione. E che quella missione passasse anche attraverso quell'esperienza... lo smarrimento, la sconfitta, e poi di nuovo la speranza, la lotta, il sangue e la vendetta... se la sua missione passava attraverso quella strage, ebbene Morven l'avrebbe compiuta!
Così si lanciò nella mischia, senza un ripensamento, senza vedere nulla che non fosse l'ultimo sguardo negli occhi del suo nemico, un attimo prima che la sua abilità lo spedisse dritto di fronte al suo Giudice e Creatore.
E quando ormai il sangue versato aveva ricoperto la sua armatura, un grido si levò nell'aria, attraversando le volte della sala, un grido benedetto e atteso, voluto e sperato...

“Dio sia lodato e benedetto!” gridò il Cavaliere Verde ai suoi. “Abbiamo vinto!”

A quelle parole tutti esultarono. Morven abbassò infine la spada e guardò lo spettacolo di morte e dolore che si stendeva ai suoi piedi. Era vero, avevano vinto. Contro ogni ragionevole aspettativa, contro ogni logica probabilità... se Dio è con voi, chi sarà contro di voi?... d'un tratto la voce del suo vecchio confessore gli tornò alla mente, vivida come se fosse ancora al castello di Cassis, intento ad ascoltare la sua predica.

"Solo che tu guardi, con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi..." mormorò Morven, quasi meccanicamente, continuando a fissare la scena, ancora inebetito da quella vittoria insperata. E sorrise.

In quel momento due voci si levarono sopra il frastuono dei cavalieri in festa, una delle quali gli era ben nota. Così il suo orecchio si tese ad ascoltare.

“A me interessa solo salvare lady Talia da quella trappola!”
“Allora se vi affidassi il mio cavallo più veloce…”
“Non attendo altro!” rispose Guisgard.
“Ne siete certo?” domandò il misterioso cavaliere. “Vi ritrovereste da solo contro un’intera città…”
“Mostratemi quel cavallo… abbiamo già perso troppo tempo!”

In un attimo gli fu accanto. Guisgard era fuori di sè. All'impeto della battaglia, alla sete di vendetta e di giustizia, si era unita in lui l'ansia di arrivare e la paura di non fare in tempo a svetare quel terribile dramma. Il suo pensiero era completamente occupato da quell'idea. Morven lo osservò per un istante, intensamente. Irruente, pazzo e temerario, come gi era sempre apparso. Così diverso da lui, Guisgard, eppure così vicino allo stesso tempo. E in quel momento così fuori di sè, pensò Morven, che se qualcuno non lo avesse affiancato, qualcuno che avesse ancora in sè un po' di senno e un po' di lucidità, di certo si sarebbe fatto ammazzare, e la sua morte non sarebbe servita a niente. E soprattutto a nessuno.
Pregò che Guisgard avesse ancora in sè un barlume di ragionevolezza che lo spingesse ad ascoltarlo. Lo prese per un braccio.

"Amico, vi accompagno io a Cartignone. Ad un patto, però. Datemi il tempo di tornare indietro, sui nostri passi, dove quel vile di Dukey vi colpì. Datemi il tempo di riprendere la mia spada e poi voleremo a Cartignone a compiere il nostro destino. Vi giuro, non vi pentirete di questa piccola deroga... quella spada è un tesoro prezioso, e si presterà devotamente e meritatamente alla vostra causa, più di quanto non possano fare dieci uomini in arme!"

Poi sul viso gli si accese un sorriso cattivo.

"Andiamo, Guisgard! Voi volete Talia libera e io voglio Bumin morto... diciamo che è una questione personale tra me e lui... in ogni caso, entrambi avremo quello che vogliamo, o moriremo insieme... ma se muoio, statene certo, porterò quel bastardo all'inferno con me! Ora andiamo!"

E trascinandolo per un braccio, si diresse verso l'uscita di quella grande sala.

Guisgard 16-02-2011 01.43.56

Le mura di Cartignone.
Alte mura su cui il vigore secolare del Sole, del vento e delle piogge avevano lasciato segni perenni.
Le campane suonavano a festa e suonavano forte.
Tanto forte che sembravano quasi voler coprire qualcosa.
Quel qualcosa forse che sembrava celarsi nel cupo lamento che pareva portare con sè il vento.
E appena giunti in città, come aveva suggerito Bethan, i due viaggiatori si recarono alla locanda.
"Locandiere, servici un pasto caldo e del buon vino! Il migliore della casa!" Ordinò il Cavaliere Vermiglio, gettando sul bancone tre Taddei d'argento.
E quando il locandiere servì loro il tutto, il cavaliere gli rivolse una domanda:
"Giungendo in città abbiamo udito le campane suonare a festa... cosa si celebra oggi di tanto importante?"
"Milord..." rispose il locandiere "... oggi si terranno le nozze tra lady Talia, pupilla di Lord Frigoros, signore di Cartignone, con il più valoroso cavaliere del regno, sir Bumin."
"Un grande evento, dunque..."
"Si, milord." Annuì il locandiere." Tutta Cartignone correrà ad assistere a quelle nozze!"
Il Cavaliere Vermiglio allora, a quelle parole del locandiere, fissò Bethan.
"Tutta Cartignone correrà ad assistere a quelle nozze..." disse "... forse dovremmo andarci anche noi. Non siete d'accordo, milady?"

Guisgard 16-02-2011 03.25.20

Giselide fissò Cavaliere25 e scoppiò in lacrime.
"Perdonatemi, messere..." disse tra le lacrime "... sono stata una sciocca... e vi ho messo in pericolo... dirò a mio padre che è soltanto colpa mia, ve lo giuro..."
Prese poi la parola il Cavaliere Verde e cominciò a rivolgersi a Gaynor:
"Milady, nessuno qui vuole costringervi a restare! Siete libera di andare! Noi qui, come detto, siamo agli ordini di sua grazia il vescovo ed il nostro scopo è quello di catturare gli adepti di questa misteriosa setta e cancellare ogni traccia del loro folle e diabolico credo! E questo viene prima di ogni altra cosa!"
"Milady..." intervenne Guisgard, dopo averla fissata a lungo "... mi rendo conto di ciò che avete passato in questo luogo... Cartignone è caduta in incubo dal quale non si è ancora risvegliata... ora voglio correre al palazzo reale affinchè chi è ancora vittima di questo orrore non ne resti imprigionato per sempre... e solo allora potrò lasciare finalmente questi luoghi... in cerca di quella serenità che rincorro da tempo ormai..."
Le sorrise e con la mano asciugò i segni che le lacrime avevano lasciato sul suo splendido viso.
"Non piangete, milady..." aggiunse mentre una malinconica scia attraversava il suo sguardo "... niente qui merita le vostre lacrime... io meno di tutto..."

"Siete qui, milady..." disse Guisgard raggiungendola "... il gran ballo è cominciato e mi chiedevo dove foste finita..."
Carry fissava uno dei ritratti alla parete e non si voltava verso di lui.
"Milady, cosa avete?" Chiese il cavaliere.
"Vi prego, lasciatemi sola..." rispose la marchesa "... tornate alla festa... immagino siate atteso..."
"Non comprendo, milady..."
"Lady Blair non ha fatto altro che attirare la vostra attenzione... e voi sembravate molto affascinato da lei... che sciocca!" Esclamò poi stizzita. "Avrei dovuto credere a ciò che dicevano su di voi!"
"Su di me dicono spesso molte cose, milady..."
"Siete un donnaiolo!" Voltandosi e fissandolo. "E quelli come voi sono della peggior specie! Siete insensibili all'amore! Vi odio!"
Luminose lacrime d'argento scendavano dai suoi meravigliosi occhi verdi, quasi accarezzando il rosato colorito che animava quel volto dai lineamenti perfetti.
"Non piangete, milady..." disse il cavaliere asciugando le sue lacrime "... non merito le vostre lacrime..."
"Vi odio..." sospirò lei.
"Milady..."
"Vi odio..."
Allora lui la strinse a se, baciandola con passione, mentre la musica che animava il gran ballo si diffondeva, come la più dolce delle melodie, per tutto il palazzo.

Guisgard sorrise di nuovo a Gaynor.
E quando uno dei cavalieri gli fece cenno di seguirlo per affidargli il cavallo più veloce, gli si fece innanzi Morven.
"Amico mio..." rispose Guisgard alle sue parole "... i cavalieri come voi li ho veduti solo nei romanzi o nelle ballate che udivo da piccolo dai bardi... siete un animo puro e combattere al vostro fianco sarebbe un onore..." lo fissò per qualche istante ed aggiunse "... ora però anche il tempo sembra esserci avverso... se esitassi ancora, rischierei di veder compiuto il piano di questi demoni. Partirò adesso per Cartignone e voi mi raggiungerete appena avrete ritrovato la vostra spada... vi lascio il mio giullare. Egli saprà aiutarvi."
Seguì allora il cavaliere che gli faceva strada e giunto sulla soglia del cunicolo che conduceva fuori, voltandosi, aggiunse:
"Se sarò ancora vivo vi attenderò a Cartignone, amico mio, dove mi porterete il vostro aiuto."
Poco dopo partì alla volta di Cartignone.

Guisgard 16-02-2011 05.06.36

Il lungo corteo nuziale sfilava attraverso il grande cortile e poi nel verdeggiante e colorato verziere del palazzo, mentre l'intera corte ed il popolo all'esterno esultavano e salutavano la bellissima sposa.
Ed appena Talia, meravigliosa come non mai, accompagnata da ancelle e valletti raggiunse la cappella, un canto nuziale fu intonato dal coro sacro.
All'ingresso trovò ad attenderla Frigoros.
Il vecchio principe restò incantato dalla bellezza e dallo splendore di quella ragazza che era riuscita a colmare il grande vuoto che egli sentiva ormai da anni, a causa della morte di Eileen.
La prese sotto braccio ed insieme, scortati dal ricco corteo, raggiunsero l'altare.
Qui trovarono Bumin ad attendere la sposa.
Il cavaliere indossava ricchi e sfarzosi abiti e con sè aveva la sua spada, come simbolo dell'aristocrazia guerriera di Cartignone.
E quando la sposa raggiunse l'altare, il sacerdote chiese solennemente:
"Chi conduce questa donna?"
"Io." Rispose Frigoros, lasciando Talia accanto a Bumin e facendo un passo indietro.
"Fratelli, sorelle..." prese a dire il sacerdote "... siamo qui riuniti al cospetto di Dio e di Santa Romana Chiesa per unire quest'uomo e questa donna secondo il sacro vincolo del matrimonio."
Fissò la navata gremita e continuò:
"Se vi è qualcuno a conoscenza di un motivo secondo il quale questa unione non debba avvenire... o parli ora, o taccia per sempre."
Per un attimo, a quelle parole, Frigoros fu attraversato da una lieve inquietudine.
Un attimo, un momento, un istante.
Uno strano pensiero.
Ma dissolto via in un niente.
Lasciando poi nel vecchio principe un velato senso di vuoto.
Il coro in quel momento intonò un canto ed alcuni valletti mostrarono gli anelli.
"Una volta che il sacerdote avrà benedetto gli anelli" pensava Guxio mentre osservava la funzione "e li avrà messi alle loro mani, nessuno potrà più rompere i voti di questa celebrazione... ed io avrò vinto!"

cavaliere25 16-02-2011 10.25.18

Guardai la fanciulla in lacrime e gli dissi non siete una sciocca anzi avete avuto molto coraggio quando torneremo a casa voi non dite nulla ci penserò io a parlare con vostro padre e sistemerò la faccenda e la strinsi di più a me

Lady Bethan 16-02-2011 10.55.00

Bethan e il cavaliere Vermiglio giunsero alla chiesa, facendosi a stento largo fra la numerosa folla accorsa per assistere al matrimonio.

"Trovare qualcuno qua, in mezzo a tutte queste persone, sarà impossibile!" eclamò gemendo Bethan.

Fra le grida festose e le esclamazioni di stupore della gente, Bethan recitò una breve preghiera, perchè il Signore non gli abbandonasse proprio adesso.

Talia 16-02-2011 11.56.47

Il grido della mia anima rimbombava nelle mie orecchie di minuto in minuto più forte... ormai soltanto a costo di una enorme fatica riuscivo a distinguere ciò che mi avveniva intorno e, allo stesso tempo, tutto mi appariva come se accadesse a velocità doppia: quel percorso attraverso il palazzo, poi il cortile e il verziere, le persone, la confusione, le campane, Frigoros, Guxio, la chiesa, la musica, Bumin...
Mi sentivo come chi sta precipitando e non riesce a vedere neanche la pur minima sporgenza a cui aggrapparsi...
Ero pentita? Non lo sapevo... no, non lo ero... anzi, probabilmente se fossi tornata indietro avrei fatto nuovamente ogni singola scelta che mi aveva condotta lì... però ero spaventata. Ero terrorizzata!
‘Scappa...’ mi ripetevo ‘Scappa!’
Ma le mie gambe erano come immobilizzate a terra dall’orrore.
Ad un tratto un canto si levò, mentre alcuni valletti mostrarono gli anelli... e fu a quel punto che mi sentii perduta: sentii l’aria mancarmi, un freddo gelido scendermi sul cuore e lo stomaco farsi pesante... un brivido incontrollato mi percorse tutta la schiena, facendomi tremare dalla testa ai piedi e allora, inavvertitamente, sentii il candido mazzo di fiori che tenevo in mano sfuggirmi dalle dita. Non mi mossi, eppure ebbi la percezione chiara e precisa del suo volo sul pavimento, sentii il lieve tonfo, poi lo sentii rotolare giù per i pochi scalini che dalla navata salivano verso l’altare dove noi eravamo...
Un silenzio di tomba mi parve essere improvvisamente sceso nella cappella.
Mi rifiutai di alzare gli occhi sul sacerdote, evitai accuratamente gli sguardi di Bumin e di Guxio che sentivo roventi su di me, e mi voltai indietro...
E il mazzo di fiori era là, quasi a mezza navata: era abbandonato a terra e aveva un aspetto stropicciato e un po’ logoro... esattamente come mi sentivo io.

Morrigan 17-02-2011 00.48.10

Guisgard l'aveva seguito fino alla soglia di quel cunicolo che conduceva fuori da quell'inferno di oscurità e di sangue.

"Se sarò ancora vivo vi attenderò a Cartignone, amico mio, dove mi porterete il vostro aiuto" gli aveva detto con un sorriso.

Morven gli aveva sorriso di rimando, gli tese la mano e per un lungo istante lo strinse in un abbraccio fraterno, passandogli un braccio dietro la spalla.

"Vi prometto che farò presto! Sarò a Cartignone talmente in fretta che non avrete il tempo di pensare di esservi liberato di me!" disse con aria di celia.

Ma quando si stacco da lui il suo sorriso per un istante si smorzò, e Morven lo fissò stavolta con uno sguardo profondo e serio. Lo sguardo di chi sa bene che i pericoli e la cattiva sorte talvolta non risparmiano nessuno, per quanto valoroso e ardito questi possa essere.

"Nel frattempo, fratello mio, Lancillotto... cercate di non procurarvi per strada altri nemici, oltre a quelli che già avete... a Cartignone ci rivedremo, dunque... e che Dio vi benedica!"

Per un attimo lo fissò mentre si allontanava, e in cuor suo recitò una preghiera... per me, per Guisgard e per tutti gli altri... no, non è ancora finita... purtroppo no!

Un attimo dopo prese a correre lungo uno stretto passaggio che sembrava voler risalire verso un livello superiore. Corse finchè non ritrovò la stretta scala di pietra, quella stessa dove Dukey li aveva attirati nell'imboscata. Quando fu giunto in cima a quei gradini, Morven si fermò di colpo e per un istante quasi trattenne il fiato. Ebbe timore di abbassare lo sguardo al suolo, ebbe timore che quello che avrebbe potuto vedere non sarebbe stato ciò che il suo cuore desiderava...
... ma quando infine si decise a farlo, il suo cuore esultò.
Lei era lì, non era scomparsa. Lo aveva atteso, paziente, nell'ombra, e adesso riluceva di bagliori di smeraldo, che hai suoi occhi erano come un potente e promettente richiamo.
Con un balzo fu vicino a Samsagra. Si chinò e passò le dita per tutta la lunghezza di quella lama, con un gesto che si sarebbe detto quasi affettuoso.

"Sono qui... mia signora, mia compagna... servimi bene, una volta ancora, ed io qui prometto che non ti lascerò andare mai più!"

Disse questo, e con un gesto energico, sollevò l'arma da terra. Lo fece con un unico movimento in cui impresse tutta la sua energia, e lo fece perchè per un istante ebbe quasi paura che Samsagra non avrebbe più risposto al suo tocco. Forse l'averla persa a quel modo, a causa del meschino tranello di Dukey, lo aveva reso indegno di poterla portare ancora con sè. Forse la spada non lo avrebbe più servito, non avrebbe più cantato per lui, e forse non si sarebbe spostata di un solo millimetro, proprio come il vecchio Louis gli aveva spiegato una volta...
... ma questo non accadde, perchè Samsagra, docile e affettuosa, si sollevò subito dal terreno, come una donna addormentata che si leva tra le lenzuola, svegliata dalla carezza del suo amante.

Morven, al colmo di quella gioia, baciò l'elsa di Samsagra, poi con un gesto attento la ripose nel fodero che ancora portava legato alla sua cintura. Quindi si guardò intorno, per essere certo di non smarrire l'orientamento, e si diresse nuovamente verso la grande sala dove aveva lasciato gli altri cavalieri.
Appena fu giunto in quel luogo, chiamò a sè Iodix e Goldblum.

"Signori, so che in questo momento vorremmo poterci abbandonare ad una giusta allegrezza, ma purtroppo resta ancora molto da fare prima che Cartignone venga del tutto pacificata. Io intendo recarmi in città il prima possibile, per aiutare sir Guisgard a liberare milady Talia, e per assicurare quei traditori del regno alla giustizia... Iodix, so che siete ferito, ma so anche che il vostro padrone sarebbe lieto di riavervi al suo fianco... Goldblum, io e te abbiamo ancora molto da raccontarci, amico mio... ma prima della tua divertente favella, avrei ancora bisogno della tua impareggiabile spada... so bene che quello che vi chiedo è arduo e periglioso, e il solo tentare di entrare a Cartignone potrebbe esserci fatale... nessuno vi biasimerà se non vorrete seguirci, ma posso dirvi soltanto che sarei onorato se decideste di farlo ugualmente!"

Guisgard 17-02-2011 01.54.46

Il Vecchio delle Fosse sorrise teneramente a Gaynor, come mai aveva fatto prima d'ora.
"Mia signora..." disse "... il contadino conosce bene ogni stagione, in base al vento ed al corso delle nuovole... sa quando seminare e quando raccogliere... e così è lo stesso per il muratore, che sa come lavorare la calce e come adoperare la malta... egli conosce i tempi di attesa e di presa, così da calcolare quando le pietre saranno ben legate l'una all'altra... la vita degli uomini è spesso invece legata agli umori ed alle sensazioni... io devo portare a termine il mio lavoro e l'unico modo che ho per farlo è rispettare il corso del tempo, attraverso il quale tutto si compie... giungerò a Cartignone, non temete, giungerò... e lo farò molto prima di quanto voi possiate pensare... ma adesso ho qualcosa da finire qui..."
Poi nel tempio ritornò Morven.
Aveva con sè Samsagra.
La spada splendeva di luce propria ed emanava bagliori di giada attraverso il fodero.
Ma solo Morven poteva vedere tutto ciò.
"Sono con voi, amico mio!" Esclamò Goldblum.
"Non lascio solo il mio padrone!
Soprattutto in una simile situazione!"
Disse Iodix.
"Guisgard ha rischiato la vita insieme a noi" intervenne Belven "e noi non lo lasceremo da solo proprio ora! Siamo tutti uniti, Morven! E partiremo tutti alla volta di Cartignone!"
"E noi cosa faremo ora, messere?" Chiese Giselide a Cavaliere25.

Guisgard 17-02-2011 02.58.25

"Sono un pellegrino..." disse una un uomo tra la folla che si accalcava davanti al grande portone che dava accesso al palazzo reale.
L’uomo era coperto da un lungo e ruvido mantello nero ed un cappuccio dello stesso colore gli copriva il capo.
"Ho attraversato tante terre...” continuò il pellegrino “… ho visitato Santiago de Compostela e poi Roma, legando così, con orazioni e digiuni, idealmente le tombe dei due Santi Apostoli Giacomo e Pietro... poi ho visitato il Gargano, ricevendo la benedizione nel santuario del Primo Angelo di Dio... da qui, dopo essermi recato sulla tomba di San Nicola a Bari, passando da Brindisi sono salpato per l'Oriente, dove ho pregato prima davanti alle sacre reliquie di Costantinopoli e poi sul Santo Sepolcro a Gerusalemme... ora sono giunto in Britannia sulle orme di San Giuseppe d'Arimatea e del Sacro Calice che ha portato con sè..."
"Ma cosa diavolo cerchi qui?" Chiese adirato uno dei soldati che stavano di guardia. "E cosa ti fa credere che a me possa interessare il tuo viaggio?"
"Sono in cammino da giorni" rispose il pellegrino "e chiedo solo di poter entrare ed ascoltare la messa... oggi è il primo Venerdì del mese e ho fatto voto di confessarmi e comunicarmi in questo santo giorno consacrato al Cuore Misericordioso di Nostro Signore... la prossima città è a diversi giorni di cammino e non potrei mai giungere in tempo per adempiere al mio voto..."
"Qui si stanno tenendo le nozze tra i futuri signori di Cartignone" gridò il soldato "ed i pezzenti come te non sono ammessi! Ora vattene via o la tua prossima confessione la farai davanti a San Pietro!"
“Vi supplico, in nome della Divina Misericordia!” Implorava quel pellegrino.
“Costui è con me!” Intervenne il Cavaliere Vermiglio.
“Cosa?” Farfugliò stupito il soldato. “Dite davvero, milord?”
“Certo, grosso idiota!” Esclamò il cavaliere. “Vuoi che non sappia riconoscere chi è con me!”
“Allora vi chiedo perdono, mio signore…” mormorò imbarazzato il soldato “… entra e segui il tuo signore…” disse poi al pellegrino.
Questi si avvicinò al misterioso cavaliere e a Bethan, la dama che lo accompagnava.
“Grazie, milord… vi sono debitore…”
“Sei stato fortunato” mormorò il Cavaliere Vermiglio “che l’ingresso della cappella sia accanto al portone del palazzo… se non avessi udito le tue implorazioni a quel soldato ora saresti già sulla via che conduce fuori da Cartignone…”
“Perché fate tutto questo per me?” Domandò il pellegrino.
“Perché tu possa adempiere al voto fatto all’Altissimo.” Rispose il cavaliere. “Ora va e non indugiare oltre.”
Il pellegrino ringraziò ancora il suo nobile benefattore e, salutai lui e la dama che l’accompagnava, si diresse verso la cappella gremita di gente.


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