Camelot, la patria della cavalleria

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-   -   La Gioia dei Taddei (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1576)

Guisgard 06-06-2011 05.11.46

Layla si voltò appena verso Sayla, quando questa fu nella pieve.
“Non puoi entrare qui, ragazza…” disse con indifferenza la donna “… questo luogo non è accessibile a tutti e tu ne stai disturbando la mistica quiete...”
In quel momento due cavalieri apparvero sulla porta.
Erano gli stessi che Sayla aveva assalito ed ucciso davanti alla pieve.
Apparivano però vivi e vegeti.
“Milady, va tutto bene?” Chiese uno dei due a Layla. “Perdonatemi… ma temo sia ora di andare… ormai l’alba è prossima, mia signora.”

cavaliere25 06-06-2011 11.39.00

Guardai Finiwell e dissi dove la potremmo cercare questa cacciatrice domandai tutto titubante la città è grande siamo sicuri che sia ancora in città continuai a dire e poi dopo che la abbiamo trovata che facciamo aspettai una risposta mentre mi guardavo in torno

Talia 06-06-2011 12.02.18

La risata fredda e crudele di Layla risuonò nella pieve, rimbalzando sulle pareti e salendo verso l’alto, quasi avvolgendosi sulle nostre teste quando raggiunse la volta.
Mi girai verso di lei, quindi, e la fissai un momento... non ero arrabbiata, o seccata... al contrario, iniziai a provare per lei una sorta di vaga compassione... commiseravo lei e il suo cuore arido.
“Con tutto il dovuto rispetto, milady...” dissi, quando la sua risata si fu esaurita “Io penso che voi non conosciate affatto ciò di cui parlate! Vedete... non mi interessa ciò che dite e non mi interessa ciò che è stato, io mi fido di mio marito e credo in ciò che dice, credo nelle sue promesse. E questo è tutto ciò che conta per me!”
Poi accadde ciò che, inconsciamente, avevo temuto... la donna manifestò la sua richiesta e fu chiaro allora che non ci avrebbe lasciati andare senza un pegno. E fu altrettanto chiaro che quel pegno non sarebbe stato semplicemente quel fiore...
Il ‘No’ impetuoso di Icarius mi avvolse, la sua mano si strinse intorno alla mia e io allora mi sentii più forte, mi sentii quasi invulnerabile... i miei occhi brillarono di gioia e il mio cuore sobbalzò.
Fu allora che accadde l’inatteso...

Citazione:

Originalmente inviato da Lady Morgana (Messaggio 31750)
Entrai di corsa nella pieve, proprio nell'istante in cui la donna misteriosa diceva che stavano arrivando i suoi cavalieri.
"Mi dispiace Mylady. Ma credo che i suoi cavalieri non potranno venire..."
Poi mi ricordai. icarius e Talia pensavano che io fossi una semplice bambina, ma ora indossavo addirittura la tunica da assassina...

“Sayla!” esclamai sorpresa, vedendo la ragazzina entrare nella pieve e parlare a quel modo...
Osservai il suo abito, la tunica che la copriva... ero senza parole!
“Sayla... ma che cosa ci fai qui? Come ci sei arrivata?”
Ma non ci fu tempo per dire altro, poiché due cavalieri entrarono dietro di lei...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31769)
“Milady, va tutto bene?” Chiese uno dei due a Layla. “Perdonatemi… ma temo sia ora di andare… ormai l’alba è prossima, mia signora.”

Tornai a guardare mio marito, quindi...
Il cuore mi batteva forte, ma non per la paura...
“Lasciami qui!” gli dissi, la mia voce era bassa e serena “Credo che sia l’unico modo perché tu possa andartene da qui, l’unico modo per farti giungere a Capomazda sano e salvo... Devi andare, Icarius... hai un ruolo là, hai dei doveri e sei stato lontano già per troppo tempo...”
Gli sorrisi, poi mi avvicinai e appoggiai le mie labbra sopra le sue per un momento che parve infinito...
“Poi...” soggiunsi quando tornai a guardarlo “quando tutto sarà finito, potrai tornare a prendermi! E mi troverai qui, ad attenderti... Ti aspetterò ogni giorno ed ogni notte, perché so che tornerai! Io mi fido di te e niente potrà far crollare questa mia convinzione!”
Gli presi il volto tra le mani, carezzandolo... i miei occhi erano nei suoi e in quell’istante le mille e più cose che avrei voluto ancora dire si annullarono: niente occorreva più, niente aveva più importanza...
Infine, con un ultimo sguardo, mi scostai appena da lui...
“Vai!” dissi.
E in quella sola parola risuonò tutto l’amore e tutta la fiducia che avevo per lui.

Lady Dafne 06-06-2011 17.02.43

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31762)
"“Avanti, cosa ci fai ancora qui? Esci in strada e mettiti in mostra! Vedrai che qualche bel cavaliere ti prenderà come dama di compagnia e forse si deciderà anche a mantenere il tuo bambino! Avanti, cosa aspetti?”

Non bastavano le brutte parole, ora iniziavano le offese... ero sconsolata, non sapevo cosa fare. Abbassai lo sguardo, non avevo il coraggio di guardare in faccia nessuno. Forse avevo sbagliato ad unirmi a quella famiglia, forse ero solo una sciocca a credere che lui mi avrebbe voluta ancora. Ero io la causa dei suoi mali, era per me che aveva combattuto quel duello! Mi mossi leggermente, presi una seggiola e mi sedetti, mi venne un capogiro e un'intensa vampata di calore.
"Non ce la faccio, Mian, non ce la faccio" dissi sottovoce

Melisendra 06-06-2011 17.03.57

I miei occhi scintillarono di sdegno a sentire l'assurda proposta di Sir Saint-Roche. Mi raddrizzai sul mio seggio e mi voltai verso di lui.
A voce alta e squillante a cui conferii un tono di comando esclamai: "Potete scommettere quello che più vi aggrada, milord, a patto che ne disponiate... e posso garantirvi che io non rientro nella sfera dei vostri possedimenti."
Lo fulminai con uno sguardo seccato.

Lady Morgana 06-06-2011 18.23.52

La donna misteriosa mi parlò in modo freddo e distaccato intimandomi di uscire dalla pieve.
Poi fui assalita dalle domande di Talia che mi uardava stupita e allo stesso tempo impaurita.
Non feci nemmeno in tempo a risponderle che i due cavalieri comparirono dietro di me, vivi, anzi, vivissimi.
Mi girai, osservai ogni loro minimo particolare e decisi che non erano assolutamente delle allucinazione, ma non mi feci prendere dal panico.
Quando mi girai riuscii a scrutare fuori dalla pieve una parte di cielo, ove risplendeva in tutta la sua bellezza Rubira, la stella rossa.
Mi concentrai perdendo quelle poche energie che mi rimanevano.
Luna!!! Ti prego rispondimi... ho appena ucciso due uomini, ma... sono ancora vivi! E ti assicuro che i colpi che ho inferto loro erano mortali!
Attesi e dopo pochi secondi sentii il suo tocco leggero; Luna mi parlò, tranquilla e pacata come sempre, ma con una nota di preoccupazione nella voce.
Verdammt, stai bene? Cosa succede? Hai ucciso due uomini e sono ancora vivi? Questo vuol dire che... sono delle specie di morti viventi? A me pare un po' strano...
Luna, puoi dirmi cosa sono quei cavalieri, o no?
Stai calma Verdammt... sento la presenza dell'Arciduca, di sua moglie e quella di un'altra donna. Sono sicura di averla già vista... guardando i dipinti... ho ragione di credere che quella donna centri con la Gioia dei Taddei... I due sposi non usciranno vivi da lì.
Grazie Luna. Ora devo andare.
La grande perdita d'energia mi fece accasciare sul freddo pavimento della pieve e il sangue uscii copioso dalla profonda ferita sul fianco.
"Lei!" urlai guardando la donna che si trovava nella pieve.
"Lei centra con la maledizione della Gioia dei Taddei. Sono i suoi cavalieri che uccidono i regnanti quando trovano l'amore! Nel bosco è stato ritrovato un uomo con il volto sfigurato che indossava i vestiti del duca... i tuoi cavalieri si sono forse sbagliati?"
La fissai con odio e vidi la sua aura. Un'aura nera.

Peggio della mia...

Risi sommessamente, poi mi accorsi di ciò che stava dicendo Talia.
"Mylady, no. Se vostro marito, il nobile Taddei, uscisse da qui verrebbe sicuramente ucciso dai cavalieri di questa donna. Non so cosa ella vi abbia promesso, ma era sicuramente una bugia!"
Guardai Talia, e mi resi conto che non si sarebbe mai più fidata di me.

Le ho mentito... per lei potrei stare mentendo anche ora...

Mi strinsi il braccio, ove il segno aveva ricominciato a pulsare, e sollevai la manica della tunica per osservarlo meglio. Mai mi aveva fatto così male...

Forse è per colpa di questo segno che mi provoca questi dolori che mi chiamano Verdammt la maledetta...

Morrigan 06-06-2011 19.43.40

Morrigan si mise in guardia, restando appena arretrata. Seguiva con attenzione i movimenti di quell'improvviso duello, pronta ad intevenire all'occorrenza. La sua mano stringeva l'elsa di Samsagra sempre più forte, ogni volta che Guisgard doveva arretrare o era obbligato da quell'abile cavaliere a parare un colpo. Le dita carezzavano le decorazioni con ansia, come cercasse in quel contatto una consolazione a quell'affanno.

“Sono la morte che giunge per voi!” esclamò d'un tratto il cavaliere, lanciandosi di nuovo in un feroce attacco contro Guisgard.

In quel momento, Samsagra si accese di un cupo bagliore, e dall'anima della spada si levò un grido di donna che stordì Morrigan al punto che dovette portarsi una mano alla fronte e chiudere gli occhi. Indietreggiò e cercò con la mano un appoggio, mentre l'urlo di Samsagra copriva il clamore della lotta e cancellava tutto quello che la circondava, ingoiando il bosco, i cavalieri e le loro spade... finchè tutto divenne oscuro...


I due cavalieri lottavano senza tregua. Non era un duello, ma uno scontro all'ultimo sangue. I due contendenti si inseguivano, si cercavano con le lame, e tiravano fendenti con una rabbia che solo il costo stesso della vita poteva giustificare. Uno era più giovane, ma l'età non toglieva nè grazia nè precisione ai suoi colpi. L'altro era di fisico più possente e di età maggiore, ma aveva nel braccio una ferocia che lo faceva assomigliare ad un lupo selvatico. Il giovane indossava una lucida armatura, appena macchiata di sangue, mentre l'altro sembrava essere uscito da un sontuoso banchetto, e le sue raffinate vesti, che prima dovevano essere profumate di ambrosia, erano state stracciate da molti colpi di spada, e l'ermellino sul bordo della sua tunica pendeva lacero da un fianco.
Proprio nel momento in cui quella lotta sembrava destinata a non aver fine se non con la morte di entrambi i contendenti, la spada del giovane cavaliere si accese di un bagliore di smeraldo, talmente luminoso da accecare ogni sguardo. A quel segnale, il giovane sembrò essere riempito di nuovo vigore, e si lanciò con ritrovata forza sul suo avversario, e costringendolo infine contro una parete, lo disarmò, obbligandolo ai suo piedi sotto la minaccia della sua spada.
L'uomo, pur vinto, lo guardò con un ghigno pieno di amara ironia.
"E così, alla fine, il lattante dei Cassis è tornato a reclamare vendetta..." esclamò con una mezza risata.
Il ragazzo represse un moto di rabbia, ma strinse ancor più la lama contro la sua gola.
"E adesso che farai?" mormorò l'altro, mentre il fiato quasi gli veniva meno "Dopo che ho depredato il tuo castello, ucciso tuo padre e violato tua sorella..."
Rise di nuovo, di quella sua risata oscura e maligna.
"Che cosa prenderai che possa ripagarti, mio giovane Morven? Forse la mia vita pensi che ti possa bastare... coraggio, allora... vieni a prenderla!"
E la sua risata si confuse in un attimo all'urlo di rabbia che esplose dalle labbra di Morven. La lama di Samsagra si sollevò e risplendette nella penombra della sala, per poi abbassarsi di colpo sulla testa dell'uomo. Ma all'ultimo istante, la spada si spostò dalla sua traettoria, come se una forza più grande ne avesse deviato il giusto corso. La punta toccò il volto dell'uomo, lasciando un taglio profondo che dal lato dell'occhio scendeva sulla guancia, poi si adagiò contro il pavimento. Morven, dall'alto, guardava il suo nemico fremente d'ira, ma quel sentimento sembrava lentamente placarsi, come se un angelo gli avesse fermato il braccio e gli stesse parlando piano all'orecchio.
Quando fu di nuovo padrone di se stesso, il giovane guardò il nemico sconfitto con risolutezza.
"Ivan de Saint- Roche," proclamò con voce ferma "siete colpevole di tradimento, di furto, di omicidio e di molti altri delitti che vi rendono indegno di essere un uomo. Io, Morven, legittimo duca di Cassis, prendo adesso pieno possesso delle mie terre e dei miei averi, e per grazia di Dio vi faccio salva la vita, perchè la mia spada, la divina Samsagra, non si macchierà mai di un sangue tanto impuro. Per i diritti di cui godo in tutte queste terre, io vi condonna all'esilio e al bando perpetuo, e alla morte immediata se mai foste di nuovo avvistato entro questi domini".
E con un gesto del braccio, ordinò ai suoi uomini di condurlo lontano dalla sua vista...

... Morrigan posò sul tavolo la grande pergamena sulla quale era stata scritta la sentenza che suo zio aveva proclamato ormai quindici anni prima contro Ivan de Saint-Roche.
"Perchè non l'hai ucciso, quel giorno?" chiese.
"Samsagra mi ha ordinato di non farlo" fu l'unica risposta di Morven.
Morrigan scosse la testa, come se quelle parole non avessero per lei alcun senso. E non l'avevano in realtà. Perchè non credeva che un simile ordine potesse mai essere concepibile. Morrigan non conosceva la carità.
"Allora toccherà a me farlo..." mormorò...



... in quel momento aprì di nuovo gli occhi, come se qualcosa l'avesse di nuovo scaraventata nella realtà circostante. Vide l'uomo estrarre un coltello e lanciarsi contro Guisgard.

"Guisgard, attento!" gridò.

E Guisgard, dopo un attimo di sorpresa, riuscì a bloccare l'avversario e a trafiggerlo con il suo stesso pugnale.
Morrigan lo vide levare l'elmo al cavaliere e fissarne il volto con un'espressione profondamente turbata sul viso. Si lanciò verso il suo compagno, preoccupata.

"Sei ferito? Stai bene?" chiese d'impulso.

Poi, senza nemmeno attendere la sua risposta, ancora scossa da quel che le era accaduto...

"Guisgard... ho avuto un'altra visione..." mormorò.

Guisgard 07-06-2011 00.35.48

Ivan de Saint-Roche sorrise quasi beffardo alle parole sdegnate di Melisendra.
“Oh, milady, ma io so benissimo di non poter ambire a tanto…” disse “… anzi, sono convinto che una donna come voi sia difficile da domare, proprio come una cavalla di razza. Ma vedete, i baroni presenti me ne daranno conferma, noi tutti qui apparteniamo a lord Cimarow, l’uomo che presto disporrà di tutte queste terre e di coloro che le abitano… voi, come me, come gli altri baroni seduti a questa nobile tavola, persino come il nostro sir Gouf, siamo alla mercè di lord Cimarow… e chissà che egli non voglia, per una notte, mettere in palio la sua bellissima gemma, per il più abile e fortunato dei suoi devoti…”
Tutti allora si voltarono verso il signore del castello.
“Beh… niente sarebbe più romantico che vedere un duello per conquistare le grazie di una dama…” fece Cimarow “… non trovate anche voi, milady?” Rivolgendosi a Melisendra.

Guisgard 07-06-2011 01.06.49

Guisgard sembrò non sentire nemmeno le parole di Morrigan.
I suoi occhi erano fissi sul volto dell’avversario che aveva appena sconfitto.
Guisgard sembrava pietrificato da quegli occhi che lo fissavano.
Occhi azzurri e profondi, intrisi di sangue.
Aytli lo guardava ansimando, mentre un pallore di morte asciugava il rosato candore del suo volto.
“Una… una donna… ho ucciso una donna…” disse Guisgard, lasciando cadere a terra la spada.
Sentì un freddo dolore raggiungere il suo cuore ed indietreggiò di qualche passo.
“Cosa ho fatto…” mormorò disperato “… Dio mio… cosa ho fatto…” mentre gli occhi di Aytli sembravano incapaci di abbandonare il suo volto.
http://27.media.tumblr.com/tumblr_l2...seldo1_400.jpg

Melisendra 07-06-2011 01.12.37

Vicolo cieco. Scacco.
Ero alle strette.
Rifiutare avrebbe costituito un'offesa. Accettare di buon grado di rimettermi alla decisione di Lord Cimarow sarebbe sembrato quanto meno insolito.
Mi guardai intorno, soppesando l'aria carica di attesa. Rivolsi la mia attenzione a Sir Saint-Roche e fissai bene lo sguardo in quei suoi occhietti da rettile.
Era stato abile.
Soffocai una risata. Lo fissai con aria divertita e scoppiai apertamente a ridere.
Mi guardarono senza capire, sorpresi.
Mi voltai verso Lord Cimarow e finalmente parlai.
"Come desiderate Milord..." sussurrai con aria divertita. "Tuttavia non è corretto che assuma su di me l'azzardo di questa scommessa, mentre il nostro Sir Saint-Roche non rischia niente... e poichè è stato proprio lui a chiamarmi in causa... troverei equo se mi rendesse onore sfidando anch'egli il barbaro."
Lanciai un'occhiata sorniona a Ivan de Saint-Roche. Non poteva rifiutare, ne andava del suo onore.
I casi erano due: o l'avrei visto sconfitto e umiliato o lo avrei temporaneamente mandato all'altro mondo appena toccato il talamo. Parola mia. Non era scacco.
Feci un profondo inchino rivolto al signore del castello e poi mi rivolsi ai convitati con un sorriso.
"Potrete sopravvivere al cucciolotto di Sir Saint-Roche, ma chi può dire che sopravviverete a me..." Lo dissi con aria ironica, ma solo una persona sapeva che non stavo scherzando. Lanciai un'occhiata a Gouf.

Guisgard 07-06-2011 01.29.03

Ivan de Saint-Roche osservò Melisendra per poi abbandonarsi ad una sonora risata.
“Milady…” disse “… ci sono uomini che dispongono solo del proprio onore e su questo costruiscono le loro miserie, o le loro fortune… altri invece che, per loro fortuna, dispongono di un qualcosa di meno nobile, ma più redditizio… io, milady, mi sono sempre definito un cinico e pratico osservatore del mondo… di quelli che restano a guardare mentre gli altri ne forgiano il destino… sapete quanto mi è costato Humlet? Cento Taddei, di cui la metà in oro! Ed ora capirete, dunque, che già facendolo scendere in campo io rischi molto… ma la serata è degna di una simile impresa… e per la mia audacia, vorrò sperare…” voltandosi verso Cimarow “… il nostro signore, in mancanza di validi avversari, disponga per me la nostra bellissima dama in questa notte…” fissò poi di nuovo Melisendra “… milady, io non vi temo… non sono uno sciocco Oloferne, né credo voi siate una novella Giuditta…” e sorrise beffardo.
“E sia…” sentenziò Cimarow “… se nessuno si farà avanti, lady Melisendra delizierà i sogni del nostro audace barone!”
A quelle parole Gouf saltò su in piedi.


Morrigan 07-06-2011 01.35.04

“Una… una donna… ho ucciso una donna… cosa ho fatto…” mormorava Guisgard, disperato “Dio mio… cosa ho fatto…”

Quelle parole, di colpo, risvegliarono Morrigan dal suo cattivo sogno. Scacciò dalla sua mente le immagini che Samsagra le aveva mostrato e si guardò intorno. Fissò il corpo di Aytli che giaceva riverso accanto a loro, la spada di Guisgard caduta sull'erba, quindi il volto contratto dal dolore del suo compagno. Il cuore quasi le si fermò all'udire quell'accento accorato di lui... Guisgard era sinceramente, profondamente sconvolto da ciò che aveva appena fatto, al punto che sembrava quasi aver smarrito la ragione. Continuava a fissare Aytli, immobile, e a ripetere quelle parole...

"Dio mio… cosa ho fatto…”

Allora Morrigan fece qualcosa che mai avrebbe immaginato di fare, seguendo solo l'istinto femminile, l'unico che in quel momento poteva venirle in soccorso. Prese il volto di Guisgard tra le mani e lo obbligò dolcemente a voltarsi verso di lei. Piegò i suoi occhi al suo sguardo, impedendogli con la sua stretta di rivolgerli verso Aytli, costringendolo a guardare lei, e muovendo le labbra con calma, cominciò a parlargli piano. La sua voce era modulata nella lieve armonia di una ninnananna, come se volesse stregarlo.

"Non potevi saperlo, Guisgard..." prese a dirgli "non hai fatto nulla... lei non si è dichiarata, e tu non potevi saperlo... hai fatto quello che qualsiasi cavaliere avrebbe fatto... hai difeso Capomazda... hai difeso la tua terra... calmati, adesso... e ragiona... non c'è nulla per cui tu debba disperarti..."

E mentre gli diceva questo, le mani gli carezzavano piano il viso, cercando di calmare la violenta e disperata emozione che sembrava essersi impossessata di lui.
Poi Morrigan ebbe un'intuizione subitanea. Era un'idea folle, ma forse non era del tutto inutile. Senza smettere di carezzarlo, cercò di forzare un sorriso e continuò, ostentando una sicurezza che in cuor suo non aveva affatto.

"E poi... non è ancora detto, caro... respira ancora!"

Lasciò così Guisgard e si chinò su Aytli, poggiandosi il suo capo sulle ginocchia.

"La ferità è grave, ma respira ancora... forse possiamo tentare di salvarla!"

Guisgard 07-06-2011 01.47.31

“Non toccatemi!” Disse Aytli con le ultime forze che le restavano. “Nessuno osi toccarmi!”
Guisgard, vinta la disperazione, si avvicinò.
“Lasciate che estragga quel pugnale…” mormorò.
“No…” ansimò la ragazza “… con la sua lama ancora nella mia carne mi tiene in vita… anche se non so per quanto…”
“E’ follia!” Esclamò Guisgard.
“Era un duello… regolare… avete avuto solo… fortuna…”
Guisgard non rispose nulla.
“Vi domando solo una grazia…” disse Aytli porgendogli il suo guanto in segno di resa “… aiutatemi a salire in… sella… al mio cavallo… e poi… giuratemi… giuratemi… sul vostro onore…”
“Lo giuro…” mormorò Guisgard.
“Giuratemi… di non seguirmi…”
Guisgard annuì ed aiutò Aytli a salire sul suo cavallo.
La ragazza poi bisbigliò qualcosa all’orecchio del suo fedele destriero e questo s’incamminò, fino a svanire nell’oscurità della notte.
Guisagard restò a fissare il buio.
“Capomazda non è la mia terra…” voltandosi verso Morrigan “… non lo è… non dimenticarlo mai…”

Melisendra 07-06-2011 02.11.52

"Ci sono molti modi di perdere la testa... a Oloferne è solo accaduto il più semplice." Gli risposi. "Da parte mia... io non amo la vista del sangue." Ed era incredibilmente vero. In particolare il suo odore metallico mi infastidiva.
Mi alzai dal tavolo e vi girai attorno per raggiungere l'attrazione della serata. Ben triste spettacolo, ai miei occhi. Sapevo cosa significava indossare catene e appartenere a qualcuno.
Senza timore mi avvicinai al grande e temibile Humlet.
"E così vi è costato cento Taddei poter porre il vostro nome su quest'uomo..." osservai incuriosita quel barbaro. "Non mi sorprende che ci sia tanta esitazione. Il suo aspetto è temibile."
Citazione:

“E sia…” sentenziò Cimarow “… se nessuno si farà avanti, lady Melisendra delizierà i sogni del nostro audace barone!”
Sapevo che lo avrebbe fatto. Infatti Gouf si alzò.
Nemmeno io ero sicura di averlo sperato o no.

Guisgard 07-06-2011 02.22.34

Appena Gouf si alzò, Cimarow e Ivan si scambiarono un rapido sguardo.
Sulla sala scese un irreale silenzio.
“Forse, cavaliere…” disse Ivan fissando Gouf “… dobbiamo credere che accettate la sfida? Avete già pronto il vostro campione?”
“Basterò io per il vostro barbaro, milord…” rispose Gouf, che fece poi cenno ad uno dei suoi di portargli le armi.
“Cavaliere…” lo fermò Ivan “… per una volta lascerete da parte la vostra celebre corazza… vedete, per deliziare i presenti ed omaggiare la bellezza di lady Melisendra, il nostro scontro avverrà alla maniera degli antichi Goti… senza corazza e solo impugnando un gladio…”
Gouf fissò il barone ed annuì.
Due servi allora portarono le armi scelte per lo scontro, mentre lo spaventoso Humlet prese posto al centro dell’ampia sala, in attesa del suo avversario.

Morrigan 07-06-2011 02.22.58

Tutto si era svolto troppo in fretta perchè lei potesse capire.
Quella ragazza non le aveva quasi permesso di toccarla. E lei non voleva che salvarle la vita...
Rimase a guardare la scena, ascoltando il dialogo tra lei e Guisgard, senza una parola. La seguì mentre si allontanava nel buio e vide che Guisgard stava fissando la medesima scena.
Avrebbe voluto dirgli qualcosa, quando...

“Capomazda non è la mia terra…” esclamò lui, voltandosi verso Morrigan “… non lo è… non dimenticarlo mai…”

Quelle parole le gelarono il sangue e le serrarono le labbra. La freddezza che lui le stava rivolgendo in quel momento le parve assurdamente ingiusta.
Anche lui, come quella ragazza... non voleva far altro che aiutarlo, e questo era il ringraziamento?
Sentì stringersi il cuore, e si torse le mani per la rabbia di quel pensiero. Da quando avevano stretto il loro accordo non aveva fatto altro che sostenerlo in quella ricerca, cercando di pesare su di lui il meno possibile. E nel momento in cui l'aveva visto così disperato, aveva fatto tutto quel che le era possibile per stargli accanto... e come mi ripaghi? pensò, guardandolo sottecchi... ah, Guisgard... che tu non abbia a pentirti, un giorno... e al contempo rimproverava se stessa... in un anno ce l'hai sempre fatta da sola... non hai bisogno di lui... non hai bisogno di nessuno!
Scosse il capo, ricacciando indietro l'amarezza di quei pensieri.

"Scusami," rispose brusca, con voce cupa "non parlo ancora bene la tua lingua... devo aver capito male..."

Così, senza nemmeno lanciargli uno sguardo, risalì sul suo cavallo.

"Non perdere altro tempo!" esclamò, e senza attenderlo, spronò con rabbia la cavalcatura, alla volta di Capomazda.

Melisendra 07-06-2011 02.39.16

Tornai al mio posto e mi sedetti nuovamente. Non nascosi la mia inquietudine.
Non potevo fare niente, solo essere spettatrice dello scontro e attenderne la fine.
Osservai la preparazione con apprensione.
Non mi era sfuggita l'occhiata che Lord Cimarow aveva scambiato con Sir Saint-Roche. MI domandai quale potesse essere la ragione di quello scambio d'intesa. Mi domandai se davvero non ci fosse di più.
"Quali sono le regole, milord?" domandai a Lord Cimarow. "Perdonate, ma non conosco le consuetudini di questo tipo di scontri."
Un'ombra gelida mi attraversò, fredda come il mare in tempesta.
Spiriti inquieti.

Guisgard 07-06-2011 03.01.07

“Non ci sono regole e si combatte fino a quando uno dei due contendenti non si dichiara vinto, milady.” Disse Cimarow a Melisendra.
“Un bel problema…” intervenne Ivan “… visto che il mio Humlet non ha più la lingua e ho buone ragioni di credere che sia anche sordo…” e rise di gusto.
Gouf allora raggiunse anch’egli il centro della sala e scelse la sua arma.
Cimarow fece un cenno e la sfida cominciò.
Il gigantesco barbaro cominciò a menare forti fendenti contro Gouf, che comprese ben presto quale tattica utilizzare.
Tentare di parare quei colpi sarebbe stato infatti inutile, tanta era la foga del gigante.
Il Cavaliere del Gufo allora cominciò a schivare quegli attacchi, tentando poi di rispondervi.
Arrivò anche a colpire Humlet ad un braccio, ma quel colpo sembrò non procurargli alcun danno.
Nella sala intanto tutti assistevano eccitati ed esaltai, gridando, ridendo ed inveendo contro il Cielo.
Ad un tratto il gigante caricò a testa bassa, colpendo Gouf allo stomaco e lanciandolo pesantemente contro una parete.
Questo lasciò quasi frastornato il cavaliere e spinse il barbaro a tentare il colpo di grazia.
Ma Gouf, lesto, reagì e con un preciso fendente colpì la mano del gigante, mozzandogli tre dita e disarmandolo.
Humlet allora prese una pesante panca di legno e si lanciò contro Gouf.
Questi solo all’ultimo riuscì ad evitare quel brutale attacco e prendendo una torcia gli bruciò gli occhi.
Uno spaventoso grido di dolore si udì nella sala, mentre il gigante vagava senza meta in cerca di un avversario che non riusciva più a vedere.
“Ti arrendi?” Gridò Gouf con un sadico sorriso. “Non risponde il vostro gigante, milord…” fissando Ivan “… forse è davvero sordo!”
Ma in quel momento Humlet afferrò un’altra panca e la fece ruotare velocemente, colpendo Gouf.
Dall’urto il gigante comprese dove si trovava il suo rivale e gli si lanciò contro.
Ma Gouf, nonostante il pesante e tremendo colpo subito, riuscì a sollevare il gladio ed a trafiggere mortalmente il suo terribile avversario.
Fissò allora il gigantesco barbaro nella sua pozza di sangue, per poi volgere il suo sguardo su Cimarow ed Ivan.
Li guardava soddisfatto, mentre si teneva un fianco, a causa del tremendo colpo subito.

Guisgard 07-06-2011 03.11.12

Guisgard fissò Morrigan montare a cavallo ed avviarsi verso Capomazda.
Lanciò un altro sguardo nel punto in cui Aytli era svanita, per poi salire anch’egli a cavallo e seguire Morrigan.
La loro cavalcata fu silenziosa, mentre le tenebre tutt’intorno avvolgevano ogni cosa.
Poco dopo raggiunsero Capomazda e poi le mura del palazzo ducale.
Qui trovarono due figure a cavallo.
Erano Finiwell e Cavaliere25.
“Quella donna è scappata dal palazzo…” disse Finiwell al suo giovane compagno “… non ci resta che raggiungere il bosco… guarda, sembra si avvicini qualcuno…”
“Da dove giungete? Ci avete quasi spaventato!” Esclamò Finiwell quando Guisgard e Morrigan li raggiunsero.
“Dal bosco.” Rispose Guisgard.
“Avete incrociato alcuni cavalieri che ne inseguivano un altro?”
“No…” fece Guisgard.
“Ne siete certi?” Domandò di nuovo Finiwell, fissando anche Morrigan.
“Si, non abbiamo visto nessun cavaliere...” ribadì Guisgard, per poi dirigersi verso la Porta dei Leoni.

Guisgard 07-06-2011 03.38.54

Mian si avvicinò a Dafne e la strinse forte.
“Coraggio, amica mia…” disse mentre alcune lacrime cominciavano a rigare il suo bel viso.
Al mattino seguente l’intero villaggio era già attraversato dalla vivacità che ne caratterizzava le intense giornate.
I mercanti già pullulavano nelle strade, mentre le botteghe degli artigiani animavano i vicoletti e la piazza del centro abitato.
Pasuan era steso sul letto, assorto nei suoi pensieri e nelle sue inquietudini.
Rivedeva in ogni momento il duello con Lyowel e non si perdonava per essere stato tanto stolto.
Non avrebbe mai dovuto dargli le spalle.
L’aveva sottovalutato.
Sottovalutata la rabbia e la slealtà di quel cavaliere.
Rabbia e disperazione allora sentì sempre più forti nel suo cuore.
Alla fine, forse per paura di impazzire, si alzò di scatto e cominciò a camminare nella stanza.
Urtò qualche mobile e quasi inciampò su una sedia, ma non smise di cercare la porta.
“Cosa cerchi, Pasuan? Dillo a me e ti aiuterò…” disse Mian.
“Cerco la porta…” rispose seccato Pasuan “… ho bisogno d’aria…”
“Non puoi uscire!” Esclamò sua madre.
“Mamma, ti prego… non sono tanto inutile da non poter uscire nello spiazzo davanti a casa…”
“Non intendevo questo… non puoi uscire perché devi badare al piccolo Hubert.”
“Come sarebbe a dire?”
“Io, Dafne e Mian andremo al mercato…” rispose la madre “… e c’è troppa confusione lì per un bambino tanto piccolo… resterai dunque tu con lui.”
“Ma se impazzita?”
“Si tratta solo per poco tempo… torneremo presto… probabilmente non si sarà nemmeno svegliato prima del nostro ritorno.”
“Mamma, sei sicura?” Le chiese a bassa voce Mian. “Non mi sembra una grande idea…”
“E’ l’unico modo per farlo reagire…” fece la madre “… questo lo aiuterà… Dafne, te la senti di lasciare con lui il bambino?” Chiese poi a Dafne.

Guisgard 07-06-2011 04.21.28

“No!” Disse Icarius a quelle parole di Talia. “Io non ti lascerò! Non voglio! No, non lo farò mai!” Si voltò poi verso la misteriosa Layla. “Non mi interessa andarmene senza di lei! Non tornerò a Capomazda senza mia moglie!”
“Se quel fiore è la vostra amata…” mormorò Layla con un enigmatico sorriso “… allora non tornerete nel vostro palazzo da solo… quel fiore è la vostra Talia… se ella è davvero vostra, mio signore…” e la sua risata echeggiò nella vecchia Pieve, come un doloroso lamento di cose perdute, o forse mai davvero possedute.
“Che razza di malefico incanto è mai questo?” Gridò Icarius, che istintivamente fissò per un attimo l’altare, quasi a cercare un sostegno contro quella dolorosa ingiustizia.
“Domenica sarà Pentecoste…” disse Layla “… dopo questa Sacra Celebrazione mi porterete quel fiore ed in cambio riavrete, forse, vostra moglie... se Dio vorrà…”
“No!” Urlò Icarius. “No… uccidetemi allora! Fatelo ora, in questo Santo Luogo! Uccidetemi! Perché se non lo farete, io porterò via Talia con me ora!”
Ebbe però solo il tempo di fare un passo in avanti.
I due cavalieri lo braccarono, tenendolo fermo con forza.
“Lasciatemi, maledetti!” Dimenandosi Icarius. “Lasciatemi! Voglio raggiungere Talia e portarla via! Talia! Talia! Talia!”
Layla fissò i due cavalieri e fece loro un cenno.
Uno allora bloccò Icarius in una morsa, mentre l’altro lo colpì alla nuca, facendolo cadere a terra privo di sensi.
Nella Pieve si diffuse poi un forte odore d’incenso ed anche la giovane Sayla perse conoscenza.



Il Cielo ad Oriente era già intriso del rosato alone dell’albeggiare.
I primi uccelli avevano già salutato il nuovo giorno ed anche la desolata brughiera, quasi pietosa e compassionevole, sembrava voler abbandonarsi, per un attimo, all’incanto di quel mattino.
Un leggero e timido raggio di Sole cominciò allora a danzare sul volto di Icarius, fino a quando illuminò l’azzurro dei suoi occhi risvegliatisi come tutta la natura circostante.
Scosse lievemente il capo, per poi massaggiarsi la fronte.
Si guardò intorno e si accorse dei meravigliosi occhi di Santa Lucia che lo fissavano sorridendogli.
La statua, di marmo bianchissimo e puro, era meravigliosamente illuminata dal Sole che filtrava nella Pieve.
Icarius si alzò da terra ritrovandosi nella Pieve vuota.
Accanto a lui vi era solo la giovane Sayla addormentata, mentre di Talia, di Layla e dei suoi cavalieri non vi era più traccia.
L’ultimo dei Taddei fissò le sue mani e poi il suo abito.
Amore, senza più Ragione, la sua compagna.
E nella sua cintura vi era adagiata, come unica ed ultima illusione dell’incanto del borgo vecchio, la rosa del suo costume: Mia Amata.
In quel momento Icarius ricordò ogni cosa accaduta in quella Pieve.
Come nel più brutto dei risvegli, quando i sogni svaniscono, si rese conto di non avere più Talia insieme a lui.
Ed un profondo, angosciante ed insopportabile dolore avvolse il suo cuore.
Lanciò allora un lacerante e straziante urlo che echeggiò nella deserta e silenziosa Pieve.
Un urlo nel quale malediva se stesso ed il suo dolore.
Un urlo che era la sofferenza di un’anima.
Un’anima senza più la Gioia.
E quell’urlo destò anche la giovane Sayla dal suo sonno.



+++

Guisgard 07-06-2011 04.49.44

Il Sole filtrava dalle grandi finestre a bifore che, attraverso delicate e leggere tendine colorate, tingeva la stanza di un soffuso alone vermiglio.
Una leggera brezza soffiava sui gerani che abbellivano i davanzali, facendo volare nella stanza alcuni petali sospinti da quel profumato soffio mattutino.
Ed uno di quei petali accarezzò il volto di Talia, destandola da quel sonno senza sogni.
La ragazza si trovava in una sala dominata da un bianco purissimo che tingeva pareti e soffitto.
Ovunque vi erano ampolle, bottigline e coppette colorate adagiate su tavolini, sgabellini, e mobili di vario tipo e stile.
A terra un ricco tappeto di gusto bizantino, dai colori vivi ed esotici, ricopriva ogni cosa, fissato ai quattro angoli da grossi ceri posti su massicci candelabri d’oro.
Ad un tratto Talia sentì dei cani abbaiare.
Erano dei superbi molossi, di grandi dimensioni, che giocavano nel cortile sottostante con alcuni fanciulli dalle variopinte vesti.
Ed attorno al cortile sorgeva un verdeggiante e raffinato verziere, abbellito da statue di classicheggiante bellezza ed animato da fontane dai superbi giochi d’acqua.
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cavaliere25 07-06-2011 14.34.21

allora che facciamo la inseguiamo domandai prima che non riusciamo piu a raggiungerla poi dissi rivolgendomi al cavaliere hei voi come vi chiamate dissi ci dareste una mano a inseguire quella donna e rimasi fermo a guardare il cavaliere

Lady Morgana 07-06-2011 15.48.20

Icarius urlò parole d'odio contro la misteriosa donna che, a quanto pareva, era la causa di tutte le sue disgrazie e di quelle dei suoi antenati.
Ma ad un ordine della donna, i due cavalieri, che erano rimasti fermi fino a quel momento, colpirono l'Arciduca alla testa, che cadde ai loro piedi privo di sensi.
"No! Icarius!!!"

Sono una stupida... mi sono fermata solo per questa banale ferita e non ho protetto Icarius. Non sono degna di essera stat scelta da Theenar... Perdonatemi, mio Signore...

Nella pieve si diffuse poi un forte odore di incenso,sentii una fitta lancinante al fianco, la vista mi si annebbiò e mi afflosciai sul freddo pavimento della chiesa, svenuta e di fianco a me si formò una pozza di sangue...

-Verdammt, il Sommo Sacerdote vuole vederti...-
-Io?-
-Sì, tu. Il Sommo sacerdote vuole vederti e ti consiglio di sbrigarti, sembrava piuttosto arrabbiato...-
Mi alzai di scatto, lasciando così la colazione a metà e poi camminai nell'ombra dei numerosi corridoi della Tana, attraversai silenziosamente la Sala delle Cerimonie ove alcuni sicari stavano pregando e finalmente arrivai davanti alla così soprannominata Scala Infinita. La percorsi correndo e poi giunsi davanti al portone che dava sulle stanze del Sommo Sacerdote. Bussai e la porta girò cigolando sui cardini, rivelando una enorme stanza dalle pareti color rosso sangue, ornate da bellissimi dipidnti dalle cornici in oro, che ritraevano i precedenti Sommi Sacerdoti.
Poi in fondo alla sala vidi, seduto sul suo trono d'oro, il Sommo Sacerdote; i suoi occhi color ghiaccio mi intimorirono.
-Verdammt, ti stavo aspettando. Vieni avvicinati.-
Mi avvicinai e piegai un poco la testa in segno di rispetto.
-Sommo Sacerdote, sono onorata della vostra chiemate e...- non finii la frase, perchè egli mi interruppe bruscamente.
-Ed invece non dovresti! Tu sei la migliore, eppure... non hai portato a termine la missione!!! Hai fallito, cara Verdammt...-
Mi inginocchiai, tenendo la testa abbassata e chiedendo umilmente perdono per le mie azioni sconsiderate, ma Lui non mi diede ascolto.
-I tuoi sentimenti di amore verso i due giovani sposi icarius e Talia, ti hanno ostacolato; quindi io come tuo maestro, debbo rimediare. Tornerai a Capomazda, scortata da Nishuru e Pardyon e vedrai loro tagliare la testa a l'arciduca ed a sua moglie!!!-
Il Sommo Sacerdote rise beffardo; aspettai che avvesse finto, poi gli chiesi se potevo andarmene e Lui mi congedò.
Corsi, fino a quando non raggiunsi le mie stanze e mi buttai sul letto; poi...

...poi sentii l'urlo di dolore di Icarius e mi svegliai di soprassalto, scappando così da quel sogno, per me indecifrabile.

Ucciderò il cavaliere del Gufo!Non fallirò...

Mi guardai intorno e scoprii che eravamo rimasti solo io ed Icarius nella pieve e decisi che era meglio sbrigarsi.
-Arciduca...Nobile Taddei...- lo chaiamai, ma lui non mi rispose, continuando invece ad urlare il suo infinito dolore.
-Icarius!!!- urlai allora con tutto il fiato che avevo in gola.
Lo guardai nei suoi occhi, pieni di lacrime e gli parlai, pacatamente.
-Dobbiamo andarcene da qui e dobbiamo sbrigarci se vogliamo ritrovare Talia...- Mi alzai in piedi con molta fatica tenendo premuta la ferita da cui ancora sgorgava del sangue.
-Io posso aiutarvi, ma per ora, come vedete, sono troppo debole. Dovrete portarmi Voi fino al Borgo Vecchio, ove alloggio e resterete lì con me. Ormai è l'alba e il vostro cara amico Lho starà tornando alla locanda. Lui potrà aiutarvi... allora, andiamo?-
Lo guardai, vedevo la disperazione nei suoi occhi, una disperazione per la quale un uomo è disposto a fare qualsiasi cosa.

Sì, mi darà retta, è disperato, farà come gli ho detto. Ma è meglio che non sia troppo sicura di me, non sempre tutto va come previsto...

Lady Dafne 07-06-2011 17.30.28

Mi ero coricata ancora affranta per colpa delle parole che mi aveva detto Pasuan. Mi avevano riservato una piccola ma accogliente stanzetta proprio vicino a quella di Pasuan, non era quella nella quale avevo partorito ma mi piaceva assai. Tenni Hubert a dormire nel mio stesso letto, era incredibile come un bambino così piccolo potesse darmi tanto affetto... cosa che un cavaliere di più di trent'anni in quel momento proprio non era in grado di fare. Piansi prima di addormentarmi, lo feci in silenzio, tra me e me. Verso le cinque di mattina il piccolo si svegliò senza piangere, iniziò a parlottare, capii che aveva fame. Lo allattai e si riadormentò. Io invece mi alzai e inziai a disfare i fagotti che avevo preparato riponendo i vestiti in uno spazioso baule che c'era ai piedi del letto. Uscii dalla stanza solo quando sentii Pasuan parlare con sua madre. Fui interpellata anch'io
Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31832)
Dafne, te la senti di lasciare con lui il bambino?”

"Certo!" risposi io senza troppo entusiasmo, ero ancora molto amareggiata con Pasuan e, non persi l'occasione per prendermi una piccola vendetta "visto che devo affrettarmi a trovare un nuovo spasimante è il caso che non mi faccia vedere con il bambino. Potrei essere poco appetibile. Più tempo me lo terrai tu Pasuan, più in fretta ti libererai di me, è quello che vuoi no?!"

Sapevo di essere stata forse un po' troppo sadica, ma almeno ero sicura di aver colpito nel segno. Lui sarà anche stato cieco ma non aveva il diritto di trattare me come una sgualdrina. Io che avevo perso il sonno per lui per vegliarlo durante la malattia, che avevo pianto, sofferto e poi sperato che si salvasse. Io non mi ero meritata la frase della sera precedente, nemmeno se era stata detta da un uomo disperato!

Talia 07-06-2011 18.29.43

Aprii gli occhi lentamente, svegliata da quella leggera brezza profumata di gerani che mi sfiorava la pelle.
Tutto intorno a me era bianco, di un candore eccessivo e quasi fastidioso... ma forse mi appariva tale solo a causa di quella vaga pesantezza alla testa che avvertivo, un dolore sottile diffuso e persistente simile a quello che mi causava la pozione che talvolta, soprattutto dopo la partenza di Icarius e la morte di lord Rauger, Izar mi aveva fatto preparare perché dormissi.
Non riconobbi il posto dove mi trovavo, ma questo non mi sorprese: ricordavo distintamente tutto ciò che era accaduto alla Pieve, ricordavo la donna di nome Layla, ricordavo l’arrivo di Sayla, ricordavo la furia di Icarius e le sue grida, ricordavo un forte odore di incenso e quella sorta di vago torpore che esso mi aveva causato...
Mi sollevai dal ricco giaciglio sul quale ero adagiata e mi puntellai sui gomiti...
“Icarius...” chiamai, ma non ricevetti risposta.
“Sayla?” tentai di nuovo... ma ancora nessuno fece eco alla mia voce.
E tuttavia non me ne stupii: era ovvio che qualunque cosa fosse successa dopo che avevo perso conoscenza, mi aveva separata da loro.
Distrattamente mi passai una mano sulla fronte, come a cercare di scacciare quel fastidioso mal di testa... invano. Mi alzai quindi e feci qualche passo per la stanza, passando in rassegna con la punta delle dita ciascuna delle mille ampolle, bottiglie e coppe che ricoprivano ogni singola superficie di quell’ambiente... curioso arredamento, constatai.
E fu allora che udii dei rumori entrare dalle alte finestre... mi affacciai e vidi dei bambini giocare con dei cani in un cortile verdeggiante, tutto intorno un meraviglioso giardino... e così rimasi, immobile, le mani appoggiate sul davanzale e gli occhi che spaziavano tra fontane zampillanti e candide statue...
e, per qualche ragione, tutto questo mi causò un vago senso di oppressione.

Melisendra 07-06-2011 19.53.01

Strinsi convulsamente il bracciolo del mio seggio per tutto il tempo.
Il mio volto rimase impassibile, ma a un certo punto no riuscii più a celare la mia ansia. Quando Gouf bruciò gli occhi al suo avversario non riuscii a guardare. Chiusi gli occhi.
Una parte di me sapeva che avrebbe vinto lo scontro.
"Non riuscirò mai a capire cosa ci troviate, nobili signori, in spettacoli come questo..." sussurrai, col cuore che mi batteva forte.
Gouf sembrava a suo agio nella lotta, in fondo per lui versare sangue era istintivo. Era una danza di spade e forza bruta.
Trattennti il fiato quando, sull'ultimo vidi il gigante avventarsi alla cieca su di lui. Ripresi a respirare solo quando una macchia di sangue si allargò sul petto del barbaro e questi cadde al suolo, con gli occhi riversi all'indietro.
"Sembra che abbiate perso, Sir Saint-Roche..." dissi, prendendo una coppa di vino per calmarmi i nervi.

Guisgard 07-06-2011 20.21.17

Dafne, la madre di Pasuan e Mian uscirono per recarsi al mercato.
Pasuan tentò di protestare, opporsi, ma le tre furono rapidissime a decidere e ad uscire di casa.
Allora il cavaliere si sedette e con la mano cercò di capire dove si trovava il piccolo.
Lo trovò e cominciò ad accarezzarlo.
Il piccolo Hubert, quasi a riconoscere la mano di Pasuan, cominciò a ridere.
“Eh, piccolo mio…” disse “… vorrei insegnarti tante cose… farti conoscere il mondo e le sue meraviglie… ma ormai non posso essere d’aiuto nemmeno a me stesso…”
Il piccolo Hubert che gli sorrideva.
“E poi c’è lei, tua madre…” continuò Pasuan “… io…”
Ad un tratto però il piccolo cominciò a piangere forte.
Pasuan cercò di calmarlo, ma inutilmente.
Gli toccò la fronte e si accorse che scottava.
“Ha la febbre!” Urlò.
Si guardò intorno e poi, quasi disperato, avvolse il piccolo in un panno ed uscì di casa.
Al mercato intanto Dafne era con la madre e la sorella di Pasuan.
Fecero un pò di spesa e presero qualcosa per il bambino.
Dopo un pò tornarono a casa e con gran stupore la trovarono vuota.

Lady Dafne 07-06-2011 20.32.29

Quando tornai a casa ero contenta, mi ero svagata un po' e il rancore era passato.
Entrai e mi diressi subito nella stanza di Pasuan dove avevo adagiato la cesta nella quale si trovava Hubert. Non c'era nessuno. Guardai bene dentro la cesta, le coperte erano scomposte e mancava il lenzuolino. Il bambino non c'era.

"Oddio!" urlai richiamando l'attenzione "Pasuan non c'è, Hubert non c'è!" uscii dalla camera e iniziai a girare per tutte le stanze urlando l'uno e l'altro nome "Hubert! Pasuan! Dove siete???!!! Pasuan??!!!" nessuno rispondeva.
Raggiunsi Mian e sua madre, le guardai sgomenta "Non li trovo! Non c'è nessuno in casa! Sono preoccupata, Pasuan è uscito con il bambino... come li troveremo?? E se cadesse in un burrone?? Oddio..." mi sentii mancare l'aria, mi portai una mano alla gola e mi sedetti lì su un gradino mentre guardavo prima Mian e poi la madre in cerca di risposte...

Guisgard 07-06-2011 20.52.19

Sayla fissava Icarius che sembrava stravolto e vinto dalla disperazione.
Ansimava e fissava il vuoto della Pieve.
Ad un tratto qualcuno li raggiunse.
Era Lho.
“Mio signore!” Disse il fedele guerriero nel vedere Icarius.
Lo abbracciò forte.
“Come state, milord?” Chiese. “Dov’è lady Talia?”
“L’hanno portata via…” mormorò Icarius “… non sono riuscito a proteggerla…”
“Chi l’ha portata via?”
Icarius fissò prima Lho, poi si voltò verso la Pieve.
“Andiamo, milord…” fece Lho “… avete bisogno di cure… torniamo a Capomazda e poi ci organizzeremo per liberarla….”
“No… spetta a me solo…” sussurrò Icarius.
Si voltò poi verso la giovane Sayla.
“Meglio tornare al palazzo ducale…” disse “… e voglio che anche tu sia lì con noi… saremo al sicuro dagli incanti e dai tormenti di questo luogo…”

Guisgard 07-06-2011 21.20.07

Ivan de Saint-Roche strinse con rabbia la sua coppa di vino, per poi voltarsi verso Cimarow a testa bassa.
Gouf lanciò un sorriso beffardo ai due baroni, mentre i suoi uomini corsero a portargli abiti nuovi.
“Brindiamo a sir Gouf!” Disse uno dei presenti. “Al più forte ed invincibile cavaliere del mondo!”
E tutti risposero a quel brindisi.
“Al mio migliore cavaliere…” intervenne Cimarow “… a colui che conquisterà per me il ducato di Capomazda…”
Gouf rispose a quel brindisi e poi fissò compiaciuto Melisendra.
“Ora lady Melisendra delizierà i vostri sogni, messere!” Esclamò uno dei baroni.
“Non ho mai pagato una donna…” disse il cavaliere “… né ho mai usato il gioco o la lotta per conquistarne una…”
“Nemmeno un bacio merita quella dama, messere?” Chiese una delle dame presenti. “Io, fossi in lei, lo pretenderei, dopo una simile prova di valore da parte vostra…”
Gouf sorrise e poi baciò quella dama, sotto gli sguardi divertiti dei presenti.
Un attimo dopo uscì dalla sala.

Lady Morgana 07-06-2011 21.23.05

Icarius era davvero stravolto; cercai di convincerlo ad andarcene da lì, ma invano.
Poi sentii dei passi e Lho comparve sulla soglia; appena vide Icarius gli corse incontro e tentò di calmarlo, gli disse che sarebbero tornati al palazzo ducale e che poi avrebbero liberato Lady Talia insieme.
“No… spetta a me solo…” sussurrò Icarius, ma Lho non gli diede ascoloto.
Poi si girò verso di me e mi disse che anche io sarei andata con loro a Capomazda e che avrei ricevuto delle cure.
"No... io resterò qui. Non merito di venire con voi a palazzo e di ricevere delle cure, sono indegna. L'unica cosa che dovreste fare dopo avermi riportata a Capomazda, sarebbe giustiziarmi."
Feci qualche passo, ma la testa mi girò e lanciai un urlo per il forte dolore al fianco. Mi appoggiai ad una parete della chiesa e sollevai la tunica per vedere la ferita. Era profonda e avevo perso molto sangue, bastava guardare la pozza che si era formata sul pavimento per capirlo.
"Signore" dissi rivolgendomi a Lho "Dovete portare sua signoria lontano da qui. Sono quasi certa che nascosti nel bosco ci siano dei cavalieri invincibili pronti ad ucciderlo appena esce da questa pieve. Fate attenzione..."
Mi sdraiai per terra e strisciai finchè non fui fuori dalla chiesa, poi feci un respiro profondo, mi concentrai e cercai delle forme di vita nei paraggi. Subito pensai che in quel momento la cosa migliore era prendere il mana che mi serviva da una pianta. Lo feci e sentii un albero, poco lontano dalla pieve, cadere a terra, morto, abbattuto dalla forza del mio potere.

Mi dispiace dover fare questo, ma se non lo avessi fatto ora sarei sicuramente morta...


Finalmente ebbi abbastanza energia per curarmi. Poggiai una mano sulla ferita e sentii diffondersi in tutto il mio corpo un calore rassicurante che presto raggiunse le mie dita, da cui scaturì una luce azzurrina, che richiuse la ferita, ma che non riuscì a ricostruire le pareti interne, lacerate dalla spada del misterioso cavaliere.
Mi alzai e m'incamminai. Non sapevo dove sarei andata o cosa avrei fatto, volevo solo allontanarmi da lì. Poi ricordai quello strano sogno...

No... non posso andarmene, perchè io non fallirò!


Mi girai e tornai correndo alla pieve, ove trovai Lho intento a sorreggere il suo signore.
"Aspettate... vi aiuto io." gli dissi prendendo per un braccio Icarius; una volta messo in piedi l'Arciduca guardai Lho negli occhi.
"Avrete molte domande da pormi, signore, ed io sarò lieta di rispondere ad ognuna di esse... sinceramente."

Melisendra 07-06-2011 21.40.03

Posai la mia coppa e osservai Gouf uscire dalla sala.
La sua impulsività aveva qualcosa di affascinante.
"Non sono certa di come dovrei sentirmi... forse offesa..." risi. "Oppure grata per non essere considerata al pari di un bottino di guerra."
Sfiorai il braccio di Sir Saint-Roche.
"Oggi la sorte vi è stata avversa, milord... forse domani vi sorriderà."

Guisgard 08-06-2011 00.32.23

“Oh, milady…” disse sorridendo Ivan de Saint-Roche “… della sorte, in verità, mi interessa ben poco… ma se sarete voi a sorridermi domani allora potrò definirmi soddisfatto.”
“Ora che ci penso” intervenne Cimarow ormai quasi del tutto ubriaco “sir Gouf pare non abbia mai mostrato molto interesse per questo genere di cose.”
“Ma è pur sempre un uomo!” Esclamò uno dei baroni presenti.
“A me piace immaginare” prendendo la parola la dama che Gouf aveva audacemente baciato poco prima di uscire dalla sala “un qualcosa di romanzesco, avventuroso e romantico celato nel passato del nostro cavaliere… non saprei, magari anni passati in qualche prigione, o un duello mortale dal quale sia uscito miracolosamente vincitore…”
“E perché mai poi il nostro valoroso cavaliere avrebbe dovuto vivere tali eventi, milady?” Chiese Cimarow.
“Ma per una donna, milord!” Rispose lesta la donna. “Per cos’altro!”
“Lady Rawel, voi, come tutte le donne, amate dipingere il mondo con toni da fiaba o da romanzo, ma sappiate che quasi sempre la verità che si cela nelle cose è quanto di più plebeo e banale ci sia.” Replicò un altro degli invitati.
“Io credo che sir Gouf sia un uomo molto misterioso…” sorridendo la donna “… ed è questo il suo fascino…”
“Forse però qualcuno tra noi lo conosce bene…” intervenne Ivan “… chissà…” fissando con la coda dell’occhio Melisendra.
“Non credo che ci sia qualcuno che possa davvero conoscerlo bene…” replicò lady Rawel “… e sono certa che anche voi, milady, sarete d’accordo con me.” Rivolgendosi con un sorriso malizioso a Melisendra.

Melisendra 08-06-2011 01.13.50

I gingilli intorno al mio collo tintinnarono quando mi voltai verso la dama.
Non ero mai stata una romantica. Per tutta la vita non avevo mai pensato a sciocchezze come quelle descritte dai menestrelli e per cui ogni donna sospirava. Non c'era mai stato altro che l'inganno e l'illusione. Pensavo che Amore fosse l'Illusione più grande. Lo scorgevo talvolta. Negli occhi di qualcuno, più spesso quegli occhi appartenevano a una delle mie prede. Ma ancor più spesso non era Amore... era vanità e desiderio di cattura, di poter avvincere con i lacci d'amore, il più strettamente possibile, l'animo e il corpo di qualcuno. La verità era che gli uomini si sentivano tutti spaventosamente soli.
E molte donne erano ansiose di indaffararsi per riempire tale vuoto, senza rendersi conto che in quel vuoto si poteva scomparire.
Sorrisi, le fantasticherie di quella dama avevano qualcosa di ingenuo eppure non dissimile dalla realtà.
"Credo che Sir Gouf sia come una di quelle bestie dal corpo coperto di aculei... sì, come l'istrice! Tenacemente determinato a difendere se stesso e i suoi pensieri. Certi aculei impediscono di avvicinarvisi troppo."
Mi voltai verso Sir Saint-Roche.
"Non prendetevi gioco della sorte... certi dei non vanno sfidati." Lo ammonii scherzosamente. "Quanto al mio sorriso... in questo momento credo che non sia così scintillante, se il prode Sir Gouf lo ha accantonato senza esitazione per cosa? Un turno di guardia, forse?"
Lasciai che mi versassero da bere, mentre osservavo Lord Cimarow.

Guisgard 08-06-2011 01.27.33

“Per sir Gouf la guerra, le battaglie e tutto ciò che di bellicoso c'è al mondo vengono prima di ogni cosa, milady.” Disse Cimarow. “Non fatevene dunque cruccio.”
“Allora posso osare sperare” intervenne Ivan “che la nostra bellissima posta in palio” con fare scherzoso “mi conceda una passeggiata sulle mura del castello, nella magia di questa velata notte sulla brughiera… posso avere tale onore?”
“Purchè lady Melisendra non veda aculei anche in voi, mio caro barone!” Esclamò divertita lady Rawel.
“Io credo che neanche gli aculei di un istrice riuscirebbero a difendere un uomo dalla bellezza della nostra dama…” rispose Ivan “… e, detto tra noi, io non ho alcun interesse a difendermi dal fascino di lady Melisendra…”

Guisgard 08-06-2011 01.47.09

Subito la madre di Pasuan e Mian apparvero allarmate per l’accaduto.
“Oh, Cielo!” Disse la ragazza. “Cosa può essere accaduto? Forse è arrivato qualcuno! Magari dei ladri!”
“Smettila di dire sciocchezze!” La riprese la madre. Tutti i nostri vicini erano in strada e se davvero fosse giunto qualcuno loro se ne sarebbero accorti!”
“Allora dove sono Pasuan ed il bambino?” Domandò in preda al panico Mian.
La madre non rispose.
“Usciamo e cerchiamoli!” Disse poi. “Non possono certo essere andati lontano! Vieni anche tu, Dafne!”
Ma appena uscirono in strada si ritrovarono davanti Pasuan col piccolo Hubert in braccio.
Ad accompagnare il cavaliere c’era il vecchio Zimail, il capo villaggio, che tra le sue innumerevoli conoscenze annoverava anche quelle mediche.
“Salute a voi, mie belle signore!” Salutò il vecchio. “Il bambino aveva una brutta febbre, ma l’estratto che gli ho somministrato sta già facendo il suo effetto! Fortuna che il buon Pasuan l’ha subito portato da me!”
Hubert ora appariva sereno e giocava divertito fra le braccia di Pasuan.

Morrigan 08-06-2011 02.02.54

“Avete incrociato alcuni cavalieri che ne inseguivano un altro?”
“No…” rispose Guisgard.
“Ne siete certi?” domandò di nuovo Finiwell, fissando anche Morrigan.

Gli occhi di Finiwell, se li sentì addosso, e impercettibilmente la fecero sobbalzare. Morrigan si impose di reggere quello sguardo senza un fremito.
Finiwell... non erano mai andati molto d'accordo, fin dal primo momento. Certo, lei era stata molto indispettita dai suoi modi e dalle sue frequenti battute, ma quel cavaliere era sempre stato onesto con lei, e una volta aveva persino tentato di aprirle sinceramente il suo cuore. E in quel momento lei avrebbe dovuto guardarlo dritto negli occhi e avrebbe dovuto mentire. Sapeva che Finiwell avrebbe creduto a lei e non a Guisgard, di cui non si fidava. Sapeva che era da lei che attendava quella risposta. E lei avrebbe mentito.

"Nessuno..." fece eco alle ultime parole di Guisgard, quindi si voltò e si affrettò a seguirlo.

Lo seguì, sì... ma senza rivolgergli la parola. Ripensava alla scena che si era svolta nel bosco, allo sguardo di Finiwell, al modo in cui aveva scelto di nascondergli la verità... mentire... per sostenere Guisgard aveva fatto anche questo! Ma, a pensarci bene, era l'ultima delle sue pazzie. Aveva scelto di aiutarlo e di mettere a disposizione le sue conoscenze senza nemmeno sapere bene chi fosse. Gli aveva messo tra le mani un dono potente e pericoloso, e Guisgard avrebbe potuto essere chiunque... un ladro, un assassino, un traditore! Ma lei non gli aveva chiesto nulla, e in maniera del tutto parziale aveva sposato la sua causa... forse era li per tramare contro il potere di Capomazda, esattamente come Cimarow e i suoi... forse era lì per compiere qualche spaventoso delitto... ma a lei sembrava non importare tutto questo. Se Guisgard avesse commesso qualche reato, lei ne sarebbe stata la complice, che ne fosse cosciente o meno, e la sua ignoranza sui fatti non poteva certo essere per lei una prova di innocenza. Eppure... eppure lo seguirò, perchè è questa è la strada che ho visto...e poi... ma quel pensiero quasi stentava ad esprimerlo chiaramente perfino a se stessa... e poi ho ben poco di cui lamentarmi... in fondo, quel che gli chiederò in cambio del mio aiuto non è certo un compito da educande!

Scrollò così da sè ogni rimorso, e tra loro rimase soltanto il silenzio imbarazzato che li aveva accompagnati lungo la strada del ritorno a Capomazda. Un silenzio che Morrigan aveva detestato, e che desiderava soltanto infrangere.

"Dobbiamo andare a cercare Ravus..."

Lo disse decisa, evitando accuratamente ogni forma di cortesia o di gentilezza. Erano soci, e servivano ognuno lo scopo dell'altro. Non ci sarebbe mai stata altra delicatezza da parte sua, nessuna...

"Se sei d'accordo" continuò con tono secco, distaccato, volutamente pragmatico "potrei parlargli io... di me si fida, e rubare i suoi ricordi non sembra essere un compito così complesso..."

Melisendra 08-06-2011 02.17.14

"Con piacere, milord." Accettai, ero incuriosita da quell'uomo.
"Lady Rawel, il nostro barone non è un istrice... certamente è un predatore, ma ancora non ho capito di quale genere."
Mi inchinai e uscii dalla sala in compagnia di Sir Saint-Roche.
"Ditemi, milord, qual è il vostro ruolo in questa guerra? Non vi ho mai visto in compagnia di Sir Gouf e del suo esercito... dunque presumo che non siate un soldato. Anche i vostri modi non sono come quelli di un uomo d'arme... non c'è in voi quella ruvidità e quella rudezza tipica chi conduce quella vita."
Raccolsi le gonne per salire alcuni gradini.

Guisgard 08-06-2011 02.34.46

“Il mio ruolo…” disse Ivan de Saint-Roche “… chiedete del mio ruolo in tutto ciò, milady?” Rise di gusto. “La guerra, come tutte le cose animate dall’amore e dall’odio, è cosa assai complessa, mutevole e sfuggente… prendete la prima guerra conosciuta e narrata dall’uomo… quella per la favolosa città di Troia… i vari eroi, Diomede, Aiace e lo stesso Agamennone, tenevano in grande considerazione Ulisse, al quale saggiamente voi stessa mi avete paragonato poco fa… perché? Perché era forte? No, la sua virtù non era certo quella… sapete perché tutti volevano avere Ulisse accanto? Perché era il favorito di Atena!” Ed un lampo attraversò i suoi occhi. “La dea lo seguiva e lo proteggeva. Questo rendeva Ulisse speciale e superiore a tutti i suoi compagni. Teti non riuscì a salvare suo figlio Achille e Apollo non evitò ai troiani la loro sciagurata fine… Atena invece riuscì a difendere ed a far trionfare il suo prescelto… ebbene, milady, io questo sono… come Ulisse io sono protetto da forze onniscienti ed imperscrutabili… forze che rendono gli uomini prescelti e predestinati… a cosa? Alla gloria, mia signora… alla gloria…
“ rise di nuovo. “Io sono l’uomo destinato a far trionfare lord Cimarow.”
“Attento a non ripeterlo ad alta voce durante la battaglia, milord…” fece qualcuno giunto dal buio interrompendolo “… altrimenti l’Arciduca di Capomazda potrebbe decidere di venirvi a cercare sul campo di battaglia con la sua formidabile spada…” Gouf sorrise “… conoscete Parusia e la sua leggenda? O forse siete esperto solo di antichi miti greci? Beh, mio signore, quella spada, si narra, impugnata da San Michele trafisse Lucifero quando tentò di scalare i Cieli… ed anche l’angelo ribelle, come voi, credeva di essere un predestinato…”
E detto ciò, Gouf restò a fissare Ivan.
Lo fissava attraverso i suoi profondi e penetranti occhi neri e con quel suo pallore quasi livido, che lo rendeva simile a quell’antico angelo ribelle e caduto dall’Alto dei Cieli.


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