Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 08-05-2013 20.19.43

“Vuol dire...” disse Luke a Clio “... che ha un invito per quella presentazione nel palazzo dei Taddei? E che potrei venire anche io? Magari come suo accompagnatore?” Saltò su dalla contentezza. “Lei è un portento! Anche tutte quelle ricerche, quei libri, le ipotesi e tutto il resto! Si, lei è un portento! Già la vedo... riconoscimenti, titoli e magari il Nobel! Lo daranno per la storia o per l'archeologia? Beh, penso di si... mettiamo che uno scopra, non so... Atlantide o Eldorado! Non possono poi non dargli il Nobel!” Rise di gusto. “Ah, Clio... lei è formidabile! Stiamo arrivando cari vecchi Taddei!” Esclamò. “E noi due insieme siamo davvero forti! Clio...” fissandola “... vuole sposarmi? Altrimenti mi offra almeno il pranzo! Mangio poco e solo cibi leggeri!” Fece sarcastico. “e per riconoscenza ho qualcosa anche io per lei...” e le mostrò una pagina strappata da un vecchio libro, su cui era raffigurato un antico codice “... il Codex Nolhiano... il più antico documento conosciuto che parla del Fiore Azzurro...”

elisabeth 08-05-2013 20.20.16

La mente si fermo' all'istante non ragionavo e come se il piede non fosse mio feci un passo indietro e chiusi la porta........il loro volto era imperturbabile.....non vi era emozione...se non il respiro lievemente accellerato......" Di bambini purtroppo ce ne sono tantissimi e avete ragione....ma a quanto pare ci sono pochissime persone che pensano a farli rimanere in vita.....per quanto riguarda il vostro discorso....devo forse accettarlo come una minaccia ?......non devo avere paura.....eppure devo temere per la vita di piccoli indifesi.......la persona che mi sta attendendo, non credo possa pensarla come me.......i ricatti non li amo.....maneggiare il bisturi e' come maneggiare un'arma che al solo tocco ,uccide.... senza che ci sia uno sforzo fuori misura......quindi fate che a quei bambini non succeda nulla......perche' le persone da operare sarete voi...e il vostro compare.....e ora se volete accompagnarmi...cerchiamo di fare in fretta...certo...vestita.. cosi' non passero' in'osservata....ma va bene cosi'......".........

Guisgard 08-05-2013 20.24.32

Altea, Julien e Josephine erano così giunte all'università.
Attesero allora nel grande Cortile delle Statue, su una panca.
Era un fresco pomeriggio e l'aria era gradevole e profumata.
Ad un tratto squillò il cellulare di Julien.
“Si...” disse rispondendo “... si, siamo qui... nel Cortile delle Statue... ci raggiungi? Ottimo.” Chiuse la telefonata. “Ci sta raggiungendo il mio amico giornalista.” Fissando Altea e Josephine. “Gli avevo dato qui appuntamento.”
Pochi minuti dopo ed un uomo le raggiunse.
“Buongiorno.” Salutandole. “Sono Dean Skitos, editorialista del Mondo Capomazdese.”
“Queste sono le mie amiche...” presentandole Julien “... Altea Trevor e Josephine Johnson.”
“Il piacere è mio.” Sorridendo Dean. “E sono entrambe interessate al giornalismo?”

Guisgard 08-05-2013 20.39.07

I due uomini annuirono a quelle parole di Elisabeth.
I tre, così, lasciarono l'ospedale.
Salirono sulla lussuosa auto che li stava aspettando e uscirono dal parcheggio ospedaliero.
Attraversarono un tratto di città e poi uno dei due uomini mise una benda attorno agli occhi di Elisabeth.
“E' per la vostra sicurezza, dottoressa...” disse l'uomo.
Dopo circa un'oretta, l'auto giunse a destinazione.
“Ora questa non serve più.” Togliendole la benda l'uomo.
Elisabeth si ritrovò così in una sorta di parcheggio sotterraneo.
Ampio e dispersivo.
Il rumore dei loro passi echeggiava cupo attorno a loro.
Passarono per una stretta porta di ferro ed Elisabeth vide qualcosa di incredibile attorno a lei.
Una lunga galleria scavata nella roccia.
Era semibuia e l'aria era intrisa di un odore indefinito.
Attraversarono allora quell'oscuro luogo, come se fosse un passaggio per il mondo dei morti.
Fino a quando videro una nuova porta di ferro.
Oltre essa quel mondo di tenebre e rocce finì, lasciando il posto a qualcosa di diverso.
Una sorta di lussuoso palazzo nobiliare.
Sfarzo, sontuosità, magnificenza dominavano ovunque.
Elisabeth fu condotta così in una vasta sala, illuminata a giorno e lasciata sola.
Sola ad attendere qualcuno.
Poco dopo, una porta si aprì e una figura entrò nella stanza.
“Buonasera, dottoressa.” Fissandola.

Guisgard 08-05-2013 20.43.16

Talia si avvicinò a quell'uomo che era stato malmenato dagli agenti della sicurezza e allontanato dal corteo funebre.
“Ci...” disse fissandola “... ci conosciamo? Cosa siete? Una giornalista? Forse altri potrebbero esservi d'aiuto... altri che sanno, ma che non vogliono parlare...” si alzò “... questa città... è come Roma... Costantinopoli... città annientate dalle loro debolezze, dai loro demoni... la storia ammonisce e non perdona... le forze del male albergano qui e nessuno muove un dito per salvare questa città...” guardò con disprezzo verso il corteo funebre “... burocrati corrotti... amministratori asserviti... questo sono... e ora fingono che tutto vada bene... ma loro sanno... devono saperlo...” tornò a guardare Talia “... che la Gioia è tornata... e porterà dolore...”

Altea 08-05-2013 20.54.10

Ci alzammo e ci presentammo a Dean, il giornalista amico di Julien..."Solo la mia amica Josephine ha la stoffa della giornalista" risposi sorridendo e osservando con ammirazione la mia amica.."e merita di avere il posto nel giornale..io sto studiando storia antica, infatti siamo arrivate a Capomazda perchè ne volevo conoscerle la storia, le leggende, la Gioia dei Taddei, le guerre, tutto ciò che circonda l'antico casato dei Taddei".
Mi guardavo attorno, aspettando con ansia venissi accolta da quel professore o persona a cui mi aveva indicato il mio professor Parker...possibile dovessi aspettare ancora cosi tanto?

Clio 08-05-2013 21.42.41

Restai immobile a fissare Luke per un momento, poi scoppiai a ridere fragorosamente.
"..Non esageri adesso, su… faccio solo il mio lavoro… e quando fai le cose con passione, sembra tutto più facile.. e non si faccia strane idee su di me per questo invito.. sono squattrinata quanto lei, mi creda.. è solo rappresentanza, gliel'ho detto..".
Presi il telefono tra le mani e risposi al presidente di facoltà che sarei andata volentieri io al ricevimento dei Taddei..Nella sua e-mail era ben specificato che l'invito era esteso ad un accompagnatore.
"..quindi il gran galà ha vinto sulla nostra gita in biblioteca, mi pare di capire.." dissi sorridendo "..Beh, i libri non scappano, le persone sì..".
Mi ammutolii nel vedere quello che mi porgeva.
"..I miei complimenti.." dissi prendendo il foglio tra le mani "...dove l'ha trovato? Il fiore azzurro sembra essere molto legato alla maledizione.. quasi fosse un antidoto.. grazie, farò tesoro di questo dono.." Facendogli l'occhiolino.
Dopo pochi istanti guardai nuovamente il telefonino, e mi alzai dalla sedia.
"..Beh, cambio di programma.… dobbiamo andare nell'ufficio del presidente a ritirare l'invito e poi..." mi fermai e squadrai Luke da capo a piedi "...e poi… poi dovremo trovare degli abiti adatti in fretta e furia.. credo che anche con l'invito non la farebbero entrare, se tentasse di portare quello zainetto con sè.." dissi poi, con un sorrisetto ironico.
"..Io non abito lontano.. posso fare velocemente avanti e indietro.. lei? Perchè se non ho letto male è una specie di pranzo sontuoso.. non abbiamo poi così tanto tempo.. anche perchè bisogna raggiungere il posto.. io non ho la macchina al momento, quindi dovrà darmi un passaggio..".
Gli feci cenno di seguirmi verso il grande edificio poco distante da noi "..Su, andiamo.. prima ci sbrighiamo, prima lei potrà vedere questi misteriosi Taddei.." dissi ridendo.

elisabeth 08-05-2013 22.13.38

Che tutto abbia inizio in una o piuì volte poco importa...importa solo che l'uomo apra le danze......e cosi' bendata, iniziai un nuovo cammino..le tenebre, quando mi fu tolta la benda.....era indefinito il posto, non sapevo se fossi in citta o in aperta campagna...aria condizionata in macchina e li' solo l'odore di motori messi in moto.....fui trattata col dovuto rispetto...se rispetto si puo' chiamare portar via una persona e bendata......un tunnel...buio....cosi' inizia l'iniziazione, per gli uomini che vogliono attingere alla conoscenza, un tunnel dove la luce non esiste..solo i sensi, l'odore era tra la muffa e acqua ferma.......dava la nausea.....ma cosa erano gli inferi ?.......e poi la luce.....gia'....il cammino dell' iniziato...dalle tenebre alla luce, mi riparai gli occhi..la luce del giorno era forte ....e quella stanza era enorme, alle pareti da un lato e dall' altro sei colonne........poltrone da un lato e dall'altro......il tetto aveva la volta stellata ....il pavimento rigorosamente a scacchi neri e bianchi.........un Tempio........ma se non era Liam chi altri poteva cercarmi.....sino a quando una voce....mi fece voltare.....rimasi stupita.....mi chiesi quanto il caso potesse far parte della vita umana......nulla..un preciso disegno........" Ma guarda il caso, perdonate il mio abbigliamento ero pronta per mettermi in opera, in genere sono in abito da sera....ci si amo incontrati in qualche Agape....chiedevo sempre a Liam chi foste....afascinante e' certo....ma il vostro carisma era tangibile...da parte sua ricevevo delle schiarite alla gola e cambio di argomento....ed ora.....in una siituazione che non comprendo......per mille motivi che lei conosce......ci troviamo una difronte all'altra......e visto che sa praticamente tutto di me........sarebbe cosi' cortese di sapere con chi ho il piacere di parlare ?.....perche' sulla mia collaborazione ci sara' da discutere credo....."......Ero proprio al centro del Tempio......

Guisgard 09-05-2013 00.50.46

Luke sorrise ed annuì a quelle parole di Clio.
Si offrì così di darle un passaggio con la sua berlina.
Raggiunsero allora l'ufficio del presidente, dove si trovava l'invito.
“Ora” disse Luke “prima di riaccompagnarla a casa, sfrutterò ancora un po' la sua disponibilità. In verità è un bel po' che non compro dei vestiti. Sa, la vita dei geni è fatta così... sono tutti un po' trasandati. Prenda Albert Einstein... aveva camicie ed abiti tutti uguali, così non perdeva tempo a scegliere cosa mettersi al mattino. Ah, non le ho detto che sono una specie di genio nel mio campo. Beh, ora lo sa.” E le fece l'occhiolino.
Il fumettista riuscì così a convincere Clio ad andare con lui per acquistare un abito da indossare al pranzo nel palazzo dei Taddei.
Alla fine, verso sera, dopo aver trovato un abito adatto all'occasione, Luke riportò a casa la ragazza.
“Passerò a prenderla domattina, visto che il pranzo comincerà alle 13. Nel frattempo studi, mi raccomando. Ah, quasi dimenticavo... mi piace il parallelo tra il Fiore e la Gioia... chissà che non abbia fatto centro. A domani, Miss Nobel!” Sorridendo.
E andò via.

Guisgard 09-05-2013 01.17.01

Quell'uomo sorrise alle parole di Elisabeth.
Giunse allora un maggiordomo e riempì due calici di cristallo con un liquore dal colore rossastro.
“Assaggi questo elisir...” disse il misterioso uomo, porgendo alla donna uno dei due calici “... un proverbio tibetano recita che... tutto ciò che non ci uccide, ci rafforza...” fece cenno al maggiordomo di andare “... Liam, certo. Il dottor Liam. Il prototipo dell'uomo perfetto. Peccato che la perfezione, come affermano gli Indù, non possa mai giungere da questo mondo.” Sorseggiò dal suo calice. “Non trova anche lei che questo elisir sia semplicemente fantastico, dottoressa? Io ucciderei per averne anche solo una bottiglia in più.” Era un uomo di raro carisma.
I suoi occhi erano penetranti ed enigmatici.
Un'inafferrabile luce li attraversava.
“Comunque non è gran merito conoscere le sue virtù, dottoressa.” Continuò. “Lei è una donna straordinaria. In bilico tra scienza e spiritualità. Ma anche tra passione e raziocinio. E non solo. La sua professione la porta persino ad attraversare spesso il confine che separa la vita dalla morte.” Sorrise e la invitò a sedersi. “Spero che il tragitto per giungere qui abbia stimolato il suo gusto. Io lo trovo meravigliosamente angosciante. Sa che in quei cunicoli si nascondevano coloro che venivano definiti eretici dalla Chiesa? Paradossale, no? Quelle gallerie, scavate per rappresentare la loro salvezza, divennero invece le loro catacombe. Infatti le catacombe non furono un marchio di fabbrica dei Cristiani. I Capomazdesi sono stati tra le civiltà più intolleranti e fanatiche, lo sa? Io però non scomoderei tanti paroloni. Per me sono solo un popolo di bigotti. Beh, diciamo che nell'attraversare quei cimiteri ipogei, lei ha fatto una sorta di cammino iniziatico. Vede? Siamo nel suo campo. Mi chiedeva di me... io sono il dottor Oydo... Guillerme Oydo...” e quella luce nei suoi occhi mutò improvvisamente.
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Guisgard 09-05-2013 01.36.05

“Dean” disse Julien ad Altea “è un vero esperto in fatto di storia Capomazdese.”
“Adesso non esagerare, Julien.” Fece il giornalista. “Esperto è una parola grossa. Diciamo che amo leggere la storia di queste terre.”
“Non essere modesto ora.” Fissandolo Julien. “Quindi per i tuoi studi” tornando poi a rivolgersi ad Altea “Dean potrà esserti d'aiuto se vorrai.”
“E così” disse Dean ad Altea “lei è attratta dalla storia antica di Capomazda. Però devo dire che mi ha stupito ciò che diceva prima. Ha parlato della Gioia dei Taddei. Non pensavo che questa antica leggenda fosse conosciuta bene anche fuori dai confini di Capomazda. Anzi, molti giovani studenti di qui neanche la conoscono.”
“A proposito...” mormorò Julien “... mi hai fatto tornare alla mente una cosa che avevo dimenticato... eppure è strano... è stato un mio paziente a parlarmene ed io non dimentico mai ciò che mi dicono i miei pazienti...” appariva turbata “... davvero strano...”
“Può capitare.” Sorridendo Dean. “Può capitare di dimenticare qualcosa. Era importante?”
“Oh, no...” scuotendo il capo Julien “... nulla di importante... conversavo con il mio paziente stamani... mentre fissavo il prossimo appuntamento... e lui, all'improvviso, mi ha chiesto se credessi nella Gioia dei Taddei...”
“Le leggende spesso affascinano le persone.” Disse il giornalista.
“Si...” annuì Julien “... ma soprattutto mi ha stupito il fatto che avessi dimenticato questa cosa...”
“Il paziente” intervenne Josephine “era forse l'uomo che abbiamo visto io ed Altea uscire dal suo studio?”
“Si, era lui...” rispose la psicologa.
E Josephine rivolse subito ad Altea uno sguardo inquieto.

Clio 09-05-2013 12.59.22

Rientrai in casa sorridendo, tenendo i sacchetti con gli acquisti della giornata in una mano sola, mentre con l'altra armeggiavo con le chiavi.
"..Ma ciao, principino..." dissi sorridendo al micio che si stiracchiava pigramente.
Posai i sacchetti in un angolo e guardai l'ora, avevo un sacco di tempo.
Accesi la tv, per sentire le notizie, monopolizzate dalle vicende riguardanti Robert de Taddei, e mi diressi in cucina.
Adoravo cucinare, mi rilassava e mi permetteva di spegnere il cervello per un po'.
Preparai una splendida pasta al tonno, tanto semplice da preparare quanto squisita, e mi sedetti a mangiare davanti alla tv.
In parte le notizie mi erano già giunte, ma ci si concentrava in particolare sui funerali dell'industriale e sul pranzo a cui avrei partecipato l'indomani.
Sorrisi nel sentire i nomi altisonanti dei partecipanti.
"..Fortuna che ho comprato un abito nuovo.." dissi , rivolta al micio di casa.
Spensi la tv, mentre il telegiornale finiva e una gentile annunciatrice decantava la soap opera che sarebbe seguita.
Sparecchiai, misi i piatti in lavastoviglie e mi ritrovai davanti al pc.
Restai a lavorare per ore, resistendo alla tentazione di piantare lì tutto e concedermi una mezz'ora di allenamento, ma sapevo bene che quando iniziavo a spulciare siti e database era difficile fermarmi.
Qualcosa, però, ci riuscì.
Il trillo del telefono virtuale, era Telly la mia migliore amica, passammo un ora buona a parlare.
Le raccontai dell'incontro col fumettista, del regalo che avevo ricevuto e del pranzo a cui avrei partecipato l'indomani. Tutto questo nei primi quindici minuti, il tempo restante passò tra vecchi ricordi, risate e discorsi senza senso.
Quando la salutai era ormai tardi. Sistemai le ultme cose e andai a dormire.
La mattina arrivò rapida, e un bel sole illuminò il mio risveglio.
Ero davvero curiosa di tutta quella agitazione, mi chiesi se sarei stata a mio agio tra tutte quelle persone importanti.
Mi ci volle un po' di tempo per prepararmi.
Ma quando finii, non sembravo nemmeno io.
I capelli finemente pettinati, truccata di tutto punto anche se in maniera leggera.
Avevo optato, dopo molte indecisioni, per un tubino nero, di poco sopra il ginocchio, stretto in vita da una cintura particolare, poco scollato.
Sopra di esso avevo indossato una bellissima giacca coordinata, nera anch'essa, con dei bordi grigio perla.
Le scarpe alte e la borsetta completavano il tutto.
Va bene che era gente dell'alta società, ma io dovevo rappresentare la facoltà, dovevo avere un aspetto professionale.
Quando fui finalmente pronta, guardai l'orologio, Luke sarebbe dovuto arrivare da un momento all'altro.

Altea 09-05-2013 13.57.13

Mi tornò alla mente il volto di quell' uomo e il volto sconvolto di Julien, che ora osservavo perplessa...sembrava come se a nominare la Gioia dei Taddei procurasse in lei uno strano turbamento ma dovuto a cosa?
E poi le parole di quell' uomo...che non ne morrà uno solo ma altri..si riferiva dunque a quella specie di maledizione che si stagliava su quella importante famiglia?
"Julien" dissi appoggiandole una mano sul braccio per rassicurarla "è una antica leggenda...si narra che nella famiglia dei Taddei ciò che dovrebbe dare Gioia in realtà è fonte di dispiacere" osservai Dean "O sbaglio, Mr. Dean? Quindi anche l' Amore diventa una afflizione dell' Animo...una maledizione che si perde nella notte dei tempi...e voi credete ancora possa esistere??Questo voglio sapere" guardando fisso il muro "se tutto questo è stato o è frutto di superstizione, da dove nasce...eppure nei tomi rinvenuti nella nostra biblioteca personale una delle eredi ne parla accuratamente".

elisabeth 09-05-2013 15.55.21

Le sue dita toccarono le mie nel porgermi il bicchiere.......fine cristallo..talmente fine che sembrava rompersi tra le mie labbra......lo vidi bere .... e bevvi anch'io..poteva essere un terribile veleno.....o l'unione di viti venute da un mondo impalpabile....mentre ingoiava il liquido di un colore pari al sangue....mi sembrava di poter vedere scendere nella sua gola quel succo da lui tanto amato..potevo vedere quel liquido unirsi al contenuto delle sue vene.....perché ne diventassero parte di lui.......mi invitò a sedermi su una morbida poltrona...in cui sprofondai tanto che il mio camice sembrò formare una nuvola intorno al mio corpo......." Tutto magistralmente ben fatto....un uomo dalle vostre capacita'.....dalle vostre conoscenze .....non avrebbe potuto fare diversamente.........Sì....avete ragione, ho percorso la via iniziatica.....quanti anni sono passati da allora.........eppure e' un momento che non si dimentica mai, anzi ogni giorno si rinnova.....Un lavoro strano il mio......sempre sospeso tra la vita e la morte....comunque sia..la vita vince quasi sempre.....e quando finisco ogni intervento...penso.....scacco matto al Re.......Bene..Dottor Oydo....se sono qui,non e' certo per omaggiarmi con questo calice di finissimo ...come lo avete chiamato ?...A si....Elisir.....c'e' qualcos'altro che dovrei sapere ?......".....

Talia 09-05-2013 17.34.23

Fissai l’uomo a quella domanda e sorrisi appena...
“Una giornalista?” dissi “Oh, no... no, di certo...”
Frugai per un momento nella mia borsa ne estrassi un fazzoletto candido, che gli porsi...
“No, no... sono solo un’amica...”
Poi quelle sue parole... parole dure e terribili su quella città e sui suoi demoni... parole su quella famiglia e su antichi spettri... e poi quello sguardo carico di disprezzo che rivolse al corteo...
e poi quella affermazione...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 54575)
“... burocrati corrotti... amministratori asserviti... questo sono... e ora fingono che tutto vada bene... ma loro sanno... devono saperlo...” tornò a guardare Talia “... che la Gioia è tornata... e porterà dolore...”

Per tutto il tempo lo avevo osservato in silenzio, studiandolo... ma solo quando riportò gli occhi su di me notai veramente quella luce fiammeggiante in fondo al suo sguardo...
ne rimasi vagamente stupita...
lo fissai per qualche momento...
“La Gioia?” mormorai poi...
ero sorpresa...
sorpresa del fatto che vi fosse ancora qualcuno che, nel 2013, attribuisse davvero la colpa della morte di un uomo ad un’antica maledizione...
e tuttavia, mi chiesi poi, non era forse per la curiosità intorno proprio a quelle antiche leggende che io stessa ero lì?
Fissai l’uomo per qualche altro istante...
“Voi pensate davvero che quell’antica maledizione...?” la mia voce sfumò, mentre i miei occhi, per un momento, tornavano su quel corteo...
poi tornai a scrutare l’uomo davanti a me...
“E comunque...” dissi “Comunque, se anche aveste ragione, se anche fosse come voi dite e davvero fosse questa la causa... beh, direi che purtroppo quella maledizione ha già colpito, dal momento che il signor Taddei è...”

Guisgard 09-05-2013 18.29.58

Capitolo II: Angelo o demone

“E' falso! Non siete neanche padroni di questo pianeta! E l'Eurasia? E l'Estasia? Non le avete ancora conquistate.”

(George Orwell, 1984)



La veloce macchina sportiva sfrecciava tra le strade quasi buie di Capomazda City, solitaria, silenziosa, tra le soffuse luci che cominciavano ad illuminare la sterminata megalopoli.
Percorse così tutta la periferia Ovest, fino ad uscire dal centro abitato e immettersi in una stradina secondaria.
Alla fine terminò la sua corsa davanti ad una vecchia casa, dall'aspetto gotico e austero.
Dalla macchina scese allora qualcuno, che con passo sciolto si avvicinò alla porta d'ingresso.
“Vediamo...” disse mettendo una mano sotto una grossa anfora lì vicino “... c'è ancora la crepa in cui nascondevo i Mars da piccolo... vediamo se... ecco...” e tirò fuori dall'anfora una chiave.
Aprì allora la porta ed entrò in quella casa.
Vi dominava una fitta penombra, ma lui si muoveva sicuro, come chi conosce ogni passo di quel percorso.
Sentì un miagolio davanti a lui.
“Ciao, Kitty...” sorridendo lui “... di che umore è il tuo padrone stasera?”
Raggiunse allora una scala e scese i gradini, fino ad intravedere una luce in fondo ad un lungo corridoio posto alla fine di quei gradini.
Tutto questo sotto lo sguardo vigile e silenzioso di quel gatto.
La raggiunse ed entrò nella stanza.
“Il Figliol Prodigo torna a casa...” fece il vecchio seduto a guardare la tv.
“Eppure” rispose il nuovo arrivato “non vedo nessun agnello grasso sul tavolo...”
“Non abbiamo molto tempo...”
“Perchè mi avete chiamato con tanta urgenza?” Fissandolo il nuovo arrivato. “Sono tornato solo ora in città e non sono neanche passato al cimitero...”
“Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti...” mormorò il vecchio.
“Mio zio...”
“Tuo zio è morto.” Lo interruppe il vecchio. “Che Dio lo abbia in Gloria.” Segnandosi. “Tu invece sei ancora vivo...”
“Padre Nicola, io non credo a questa storia...”
“Taci.” Zittendolo il frate. “Non conta ciò che credi o non credi. Conta la verità.”
“Parlate come lo zio...”
“Già.”
“Ma lui è morto...” con astio lui “... e non so neanche come...”
“Lo sai.”
“No...”
“Si, invece.” Disse il frate. “Anche se non vuoi ammetterlo.”
“Cosa volete da me?”
“Non ho molto tempo, stanno per arrivare...”
“Chi?” Chiese lui.
“Loro.”
“Loro chi?”
“Gli Illufestati.”
“Chi sarebbero?”
“Coloro che scrivono i giornali che leggi...” voltandosi finalmente il frate “... che pubblicano i libri su cui studi e che preparano i telegiornali che ascolti. Loro sono ovunque.”
“Mi sono perso qualcosa?”
“Non esistono forme di governo buone o cattive.” Spiegò il chierico. “Tutto sta in chi esercita il potere. Una Democrazia non è immune da errori. Come tutte le altre forme di comando, anch'essa possiede i mezzi per esercitare un controllo. E quelli della Democrazia sono gli organi d'informazione. E possono essere più pericolosi dei soldati.”
L'altro lo ascoltava in silenzio.
“Vieni qui...” alzandosi il frate “... voglio mostrarti una cosa...”
E lo portò davanti ad una teca, nella quale era custodita una spada.
Era una spada particolare.
Incatenata al suo fodero e con enigmatiche incisioni sull'elsa.
“Non mi avevate mai mostrato questa spada...”
“No, infatti.”
“Perchè?”
“Perchè era per tuo zio.” Rispose il frate. “Ma non ha mai voluto saperne.”
“Sembra una spada da usare in un rituale.” Mormorò l'altro. “Dall'aspetto pare antica... ma le sue condizioni sono perfette. E' una riproduzione?”
“No, è una spada vera.” Sbottò il frate. “E ora ascoltami, invece di dire idiozie come tuo solito. Quest'arma è l'unica possibilità che hai.”
“Possibilità per cosa?” Incuriosito l'altro.
“Di non fare la fine di tuo zio.” Fissandolo il frate. “Almeno per il momento.”
“Perchè è incatenata al fodero?”
“Perchè è pericolosa.”
“Come sarebbe?” Stupito lui. “Come le spade dei samurai? Quelle che si muovono da sole, come si vede in quei vecchi film anni'70?”
“Smettila di dire stupidaggini!” Infastidito il frate. “In tutti questi anni ho allevato ed addestrato un pagliaccio! Buono solo ad alzare le sottane delle donne!”
“Probabilmente ho sbagliato a venire qui...” fece l'altro e si voltò per andare via.
“Guisgard!” Esclamò il frate. “Torna subito qui!”
Lui allora si voltò e restò a fissare frate Nicola.
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Guisgard 09-05-2013 18.58.30

“Si.” Disse l'uomo a Talia. “Si, è morto. E nessuno poteva farci nulla. Nessuno poteva. E nessuno potrà.” Prese il fazzoletto dalla mano della ragazza. “E ora non ne resta che uno soltanto... l'ultimo...” restò a fissarla “... avete detto di essere un'amica... amica di chi? Dei Taddei? Loro non hanno amici. O servi, o nemici.”
Intanto il corteo andava scemando.
Era ormai quasi sera e l'ultimo saluto dei presenti fu dato alla bara del vecchio industriale.
Ormai la mente di tutti loro era già volta al giorno seguente, quando sarebbe stato presentato il successore di Robert de' Taddei.
Successore al suo impero, al trono economico di Capomazda City e forse al suo stesso destino.
Il cimitero stava chiudendo e l'inquietudine del crepuscolo, con i suoi antichi fantasmi, i suoi segreti inconfessabili e quella percezione di vuoto che anima senza senso infinite vite, calava lentamente, come una lunga ed inesorabile ombra, sulla gotica ed incantata città.

Guisgard 09-05-2013 19.14.26

La telefonata che Clio ebbe con Telly fu lunga e piacevole.
La ragazza chiese alla giovane dottoressa del fumettista, della città e di tante altre cose più o meno futili.
Domandò se davvero Capomazda fosse come appare sui giornali e se i Taddei più che una semplice famiglia apparissero invece come una casta chiusa.
Poi quella telefonata terminò e Clio si preparò per la notte.
Le ultime notizie date dal telegiornale erano ovviamente incentrate sul funerale di Robert de' Taddei e del suo successore.
Poche cose dette al riguardo, come se la Taddei Corporation non volesse far trapelare nulla.
L'unica cosa certa era che un grande pranzo avrebbe presentato al mondo il nuovo proprietario di quelle immense industrie.
Un pranzo che avrebbe svelato il volto del nuovo principe dell'economia cittadina.
Poi la ragazza andò a dormire.
Al mattino, all'ora pattuita, Luke fece squillare il cellulare di Clio.
Era giù in strada ad attenderla.

Talia 09-05-2013 19.25.49

Lo fissai per un momento...
“Dei Taddei? Oh, no... no, non posso dire di essere amica dei Taddei... anzi... avete appena detto che ve n’è rimasto ancora uno... un ultimo erede... ed io, onestamente, non sapevo neanche il signor Taddei avesse un figlio... siete voi, dunque...” sorrisi appena “...siete voi dunque ad essere molto più informato di me!”
Lentamente i miei occhi tornarono sul corteo... un momento... poi tornai a guardare l’uomo...
“E voi?” chiesi senza sapermi trattenere “Voi a quale delle due categorie appartenete? Quella dei servi, o quella dei nemici?”

Clio 09-05-2013 20.05.23

Il telefono squillò mentre stavo dando una bustina di mangime al mio bel gatto.
"...Ottimo..." Dissi senza correre a rispondere, immaginando fosse il fumettista "...Giuli, tesoro... Si mangia.." Esclamai sorridendo.
Il micio si avvicinò con passo felpato e mi guardò con due grandi occhioni prima di immergere il musino nella ciotola.
Lo accarezzai dolcemente.
"...io vado, piccino... A dopo..." Dissi mentre mi allontanavo.
Presi il soprabito e la borsa, mi guardai allo specchio per un rapido secondo, e uscii.
Percorsi le scale in fretta, cercando di fare meno rumore possibile.
Aprii il portone, controllando il cellulare.
Un e-mail.
Chiusi gli occhi, infastidita.
Non avrei dovuto controllare la posta di prima mattina, ma non potevo certo immaginare.
Stinsi i denti.
No, non avrei permesso a nessuno di rovinarmi la giornata.
Spensi il display con rabbia e infilai il telefono in una tasca della borsa.
Poi, cercando di non far trapelare il mio stato d'animo, alzai lo sguardo.
Luke mi aspettava, appoggiato alla sua auto.
"...Buongiorno, ha visto che bel sole?" Dissi sorridendo "...vogliamo andare?".

Guisgard 09-05-2013 20.50.25

“E' solo un vecchio mito.” Disse Dean ad Altea. “Come le maledizioni sulle tombe dei faraoni. Oggi nessuno ci crede più, ovviamente. Spesso in passato gli uomini davano risposte assurde ai fenomeni che non sapevano spiegarsi.”
“Da cosa ha preso origine quella maledizione?” Chiese Josephine.
“I Taddei, come tutti i grandi signori del passato, amavano rappresentare la loro immagine legata in qualche modo al divino.” Spiegò Dean. “Come i Tolemei in Egitto, o gli imperatori Romani. E così, per rendere l'immagine della loro divina invulnerabilità, i biografi dei Taddei hanno dipinto la morte dei loro signori con aspetti sovrumani. Di qui l'elaborazione della Gioia dei Taddei nella letteratura e nelle altre arti.”
Ad un tratto si avvicinò qualcuno.
“Chiedo scusa...” fissandoli “... cerco Altea Trevor.”
“E' lei.” Indicò Josephine.
“Sono l'assistente del professor Asevol. Se vuole seguirmi, la condurrò da lui.”

Guisgard 09-05-2013 20.54.12

Oydo sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“No...” disse posando il calice su un tavolino intarsiato con avorio e madreperla “... lei è stata chiamata dalla scienza. Il nostro vero unico dio. Il padrone al quale siamo fedeli. Io e lei siamo alfieri del medesimo potere. Il più luminoso, il più forte. L'unico capace di condurre alla verità e quindi alla libertà. La scienza...” sorrise “... conosce un personaggio storico chiamato Arconte Meccanico? Per la storiografia ufficiale è poco più di un mito, una leggenda. Questo perchè gli uomini non possono concepire ciò che la loro mente ed il loro spirito ignora. Invece l'Arconte Meccanico era un semidio. Invulnerabile. Senza debolezze. Capace di far tremare i Taddei ed il loro fanatismo. E quel suo grande potere, che molti credono solo una favola, è invece emerso dal buio della storia. L'archeologia ci ha ridato qualcosa di straordinario, dottoressa.” I suoi occhi erano quelli di un genio visionario.

Altea 09-05-2013 21.13.05

"Un Mito? Una leggenda?" dissi quasi infervorita.."cosi Mr. Dean io sarei venuta qui a studiare solo delle storielle fantasiose?? E che mi dite della morte misteriosa del grande miliardario Robert dè Taddei? Inspiegabile quasi...e come mai la gente, ancora oggi, lega quella morte alla Gioia dei Taddei?" scossi il capo quando vennero finalmente a chiamarmi.
Presi in mano i miei due tomi e seguii l'assistente del professore..e se non gli fossi piaciuta? Non avrebbe voluto accettarmi a studiare e pensava pure lui credevo in assurde favole...mi trovai davanti a una porta e vi era una targetta sopra...Professor Asevol..guardai l' assistente aspettando aprisse quella porta.

Guisgard 10-05-2013 02.04.49

Guisgard fissò il vecchio frate.
Questi allora, senza dire nulla, aprì la teca e prese la spada.
“Il nostro Destino è scritto, lo sai...” disse “... ma abbiamo la libertà di viverlo come sappiamo e vogliamo quel Destino già deciso... questa spada può farti essere un Angelo, oppure un demone... dipende da cosa ne farai... se sarai tu a dominarla, o se invece ti farai soggiogare da lei...”
“Cosa nasconde quell'arma?” Chiese Guisgard.
“Secoli fa” raccontò il frate “questa spada apparteneva ad un nobile cavaliere. Costui per sfuggire alla maledizione che perseguitava la sua gente, strinse il patto con lo spirito che custodiva quest'arma. Il cosiddetto Pegno di Gioia... lo spirito sarebbe stato servo del cavaliere in questa vita, mentre nell'Aldilà i ruoli si sarebbero invertiti. Tutto questo per sconfiggere i nemici della sua famiglia. Nemici comandati da un despota chiamato Arconte Meccanico. Ma anche per sfuggire alla maledizione che da secoli decimava i suoi antenati.”
“Il Pegno di Gioia... la maledizione?” Ripetè Guisgard. “Allora quel cavaliere era un...”
“Si, uno dei Taddei.” Annuendo il frate.
Ad un tratto si udirono dei rumori.
“Eccoli.” Fece il chierico. “Prendi la spada e va ora. Sul fodero vi è una pergamena. L'ho scritta per te. Leggila. Capirai il resto.”
“Cos'è questo?”
“E' la celata del Cavaliere Bianco.” Dandogli quella visiera. E' tutto ciò che resta di un'antica corazza. Ora va, ragazzo mio... e che il Cielo ti assista.”
“E voi?”
“Io mi prenderò beffe di loro.” E mise al dito un anello, per poi svanire all'improvviso.
Di nuovo dei rumori.
Guisgard allora chiuse la spada e la celata in una borsa e nascose un vassoio di ferro sotto la camicia.
Un attimo dopo alcuni uomini entrarono.
E con loro vi era il misterioso uomo che avevamo incontrato nello studio di Julien.
“Dov'è frate Nicola?” Chiese a Guisgard. “E tu chi sei?”
“Lo sto aspettando anche io.” Sarcastico lui. “Devo confessarmi.”
“Cercatelo!” Ordinò l'uomo ai suoi sgherri. “Cercatelo ovunque.”
“Ehi, per la confessione dovete rispettare la fila.” Ironico Guisgard.
“Tranquillo...” fissandolo il misterioso uomo “... non hai bisogno di confessarti... il Paradiso e l'Inferno non esistono...” ed estratta una pistola, lo sparò in pieno petto.
E Guisgard cadde a terra all'istante.
Quegli uomini allora misero sottosopra la casa, senza trovare tracce del frate.
Ritornarono poi nella stanza dove avevano sparato a Guisgard.
Ma qui il suo cadavere non c'era più e al suo posto vi era solo il vassoio di ferro con il proiettile ancora bloccato su di esso.
“Maledetto...” con rabbia l'uomo misterioso “... cercatelo... cercatelo!” Gridò poi ai suoi.
http://sphotos-a.xx.fbcdn.net/hphoto..._5626133_n.jpg

Guisgard 10-05-2013 02.35.57

“Io...” disse quell'uomo a Talia “... io non sono né l'uno, né l'altro... lavoravo alla Taddei Corporation, come inserviente... incontravo il signor de' Taddei ogni mattina... gli portavo il giornale prima della sua riunione quotidiana. E parlavamo di sport durante le pause nel corridoio. Hanno detto che il signor de' Taddei è morto in seguito ad un malore... cavolate!” Esclamò. “Aveva una salute di ferro! Più lo guardavo, più mi rendevo conto che poteva tranquillamente vivere cent'anni o più!” Fissò Talia. “No, non è morto per un malore... quella sera pioveva ed io stesso avevo chiuso le finestre del suo ufficio. E per sua stessa richiesta. Il mattino dopo, quando l'hanno trovato morto, invece una finestra era aperta... e non si apre una finestra all'ultimo piano di un grattacielo, in piena notte e nel bel mezzo di un temporale. Ne ho parlato con l'amministratore delegato, il signor Saome Tondo e per tutta risposta sono stato licenziato. Ora ciò che accadrà in quell'azienda e nel resto della città non sarà più affar mio... si, io non avrò più nulla a che fare con tutti loro... e presto ci sarà una nuova vittima... l'ultimo dei Taddei...”
Arrivò il custode e li pregò di uscire.
Il cimitero infatti stava per chiudere.
Talia e l'uomo uscirono così dal cancello principale.
Un attimo dopo, quell'uomo però era già sparito.
Ad un tratto una macchina sportiva spuntò da una traversa, per poi sfrecciare verso di lei a grande velocità.
Un secondo dopo altre due macchine apparvero sulla strada, intente ad inseguire l'auto sportiva.

Talia 10-05-2013 03.02.31

Osservai l’uomo stupita...
una finestra aperta...
quell’uomo credeva in un’antica maledizione solo per via di una finestra aperta?
E credeva che anche qualcun altro fosse in pericolo...
per una finestra aperta!
Lo fissai...
aveva senso questa tesi?
No, probabilmente non ne aveva...
Eppure...
quali motivi razionali potevano spingere un uomo ad aprire una finestra nel bel mezzo di un temporale?
Fissavo l’uomo, combattuta...
E fu allora che giunse il custode.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 54599)
Arrivò il custode e li pregò di uscire.
Il cimitero infatti stava per chiudere.
Talia e l'uomo uscirono così dal cancello principale.
Un attimo dopo, quell'uomo però era già sparito.
Ad un tratto una macchina sportiva spuntò da una traversa, per poi sfrecciare verso di lei a grande velocità.
Un secondo dopo altre due macchine apparvero sulla strada, intente ad inseguire l'auto sportiva.

Mi ero scusata ed ero uscita in fratta...
e tuttavia, una volta fuori, l’uomo scomparve in fretta...
mi guardai intorno stupita per alcuni istanti, ma ero ormai sola e alla debole e traballante luce dei lampioni non si scorgeva neanche un’anima viva...
sbuffai... certo che ce n’era di gente strana in giro, pensai.
Mi ero appena voltata e mi ero avviata lungo il marciapiede, chiedendomi come diavolo avrei fatto a tornare fino a casa, quando il rombo di alcuni motori ed un forte stridio di gomme mi indusse a voltarmi di nuovo...
e feci appena in tempo a vedere quella macchina girare l’angolo a tutta velocità e puntare su di me, subito seguita da altre due...
colta alla sprovvista, gridai e mi ritrassi di due passi, contro il cancello del cimitero.

Guisgard 10-05-2013 06.11.30

Talia vide quell'auto, velocissima, andare verso di lei.
Un attimo dopo altre due auto apparvero sulla strada
Anch'esse rapidissime.
Poi, ad un tratto, quelle aprirono il fuoco contro quella che le precedeva.
Colpirono i vetri e quell'auto sbandò, fino a finire proprio contro il cancello del cimitero.
Talia in quel momento fu colta da paura e si ritrovò quell'auto a pochi passi da lei.
La portiera allora si aprì e qualcuno ne uscì.
“Dannati...” disse Guisgard togliendosi il giubbotto lacerato lungo la spalla “... sta bene?” Fissando Talia.
Allora da lontano, dai vetri delle due auto, arrivarono altri spari verso di loro.
“Stia attenta!” Fece Guisgard lanciandosi verso Talia e tenendola ferma a terra. “Non possiamo restare qui...” mentre una pioggia di proiettili tintinnava intorno a loro due “... o faremo la fine di un colabrodo...” tentò allora di guardarsi intorno “... dobbiamo raggiungere quelle auto parcheggiate laggiù...” indicò a Talia “... venga con me e tenga giù la testa...” e scivolarono via, cercando di nascondersi dietro i cassonetti dell'immondizia.
Intanto altri colpi arrivarono verso di loro.
Guisgard e Talia però, a fatica, riuscirono a raggiungere le auto parcheggiate.
“Vada all'altra portiera...” indicò alla ragazza “... sempre tenendo la testa in giù...” allora con un temperino Guisgard forzò la serratura e scattò l'allarme.
Entrò, staccò i fili sotto il volante e l'allarme cessò.
Anche Talia era entrata.
Le due auto erano però su di loro ormai e cercarono di tamponarli.
Ma prima del fatale impatto, Guisgard riuscì ad accendere l'auto e a farla partire rapida.
“E' un diesel...” derapando nel bel mezzo della strada, con una manovra al limite “... mi ci vorrà un po' per avviarla bene!” Le due auto li fiancheggiarono, ma quella manovra disperata fece compiere all'auto un'inversione ad u e le due macchine finirono l'una contro l'altra.
“Al giorno d'oggi” guardando le due auto in fiamme dallo specchietto “nessuno più rispetta il codice della strada...” guardò Talia che era accanto a lui “... sta bene? Coraggio, il peggio è passato.” E lanciò l'auto rapida nella strada.

Guisgard 10-05-2013 06.32.27

“Mi scusi” disse Dean ad Altea “ma cosa si aspettava? Di trovare un'antica maledizione che falciasse i membri di una ricca famiglia? Andiamo, siamo nel XXI secolo e la gente ha altro a cui pensare. La morte del vecchio de' Taddei è avvenuta per cause naturali. Era da solo quella sera e forse si sarà sentito male. E purtroppo non c'era nessuno a prestargli soccorso.
Poi arrivò l'assistente di Asevol ed Altea lo seguì.
E quando giunse davanti al suo ufficio, la ragazza entrò.
“Buongiorno a lei.” Salutandola il professore. “Ho visto che ha chiesto di me. In cosa posso aiutarla?”

Guisgard 10-05-2013 06.35.17

“Imparerà presto” disse Luke a Clio “che Capomazda è la patria del Sole. Pensi che molti qui detestano l'Estate.” La guardò dalla testa ai piedi. “Accipicchia, che eleganza!” Esclamò. “Vuol proprio far girare la testa a tutti i pezzi grossi che incontreremo, vero?” Sorrise annuendo. “Però se il suo intento è quello di far colpo sull'erede del vecchio De' Taddei, beh, le dirò che i miliardari sono tutti eccentrici, innamorati del loro stesso ego, insensibili e malati di onnipotenza. E comunque le ricordo che la mia proposta di matrimonio è sempre valida!” Sorrise e poi aprì la portiera dell'auto. “Prego, milady! Il mio destriero la porterà nel palazzo dei balocchi ora!” Fece sarcastico.
Un attimo dopo l'auto del fumettista partì.
“Allora...” mentre guidava “... siamo una squadra ormai e quindi tutto va pianificato. Come ci presentiamo là? Io direi... come marito e moglie. Mi sembra perfetto, no?” E le fece l'occhiolino.

Clio 10-05-2013 09.23.58

Salii in macchina e scossi la testa, sorridendo.
"..Sono contenta che le piaccia la mia mise, non è il mio abbigliamento abituale e ci ho messo un bel po' a decidermi… Non si preoccupi, non ho intenzione di far colpo su nessuno.. rappresento la facoltà, ci mancherebbe altro.. " guardai fuori dal finestrino "...No, i miliardari egocentrici non mi interessano, ma devo a loro il mio assegno di ricerca all'università, e il minimo che possa fare è evitare di presentarmi in jeans ad un ricevimento, non crede?".
Restai in silenzio per alcuni minuti, guardando fuori dal finesrtino.
"..Comunque no, niente marito e moglie.." mi voltai a guardarlo e sorrisi "..Le rovinereri la piazza...". E gli feci l'occhiolino.
"..Diremo di essere quello che siamo, io il rappresentante della facoltà di Lettere, dato che il presidente non ha potuto presenziare, e lei il mio gentile accompagnatore, un genio dei fumetti.. o sbaglio? Beh, credo proprio che dovrà farmi leggere qualcosa di suo, così potrò constatarlo io stessa..". Sorrisi.

Altea 10-05-2013 14.28.43

A quella domanda del professor Asevol strabbuzzai gli occhi...come mai mi chiedeva di cosa avevo bisogno? Il mio professore gli aveva fatto una relazione completa degli studi che avevo fatto a Oxford e in cosa ero interessata...era tutto scritto nella lettera che avevo fatto recapitare.
"Sono Altea Trevor" mi presentai con una forte stretta di mano...sempre forte..in modo da non far trasparire titubanze "e penso abbiate letto la lettera del mio professore e vostro amico, Teacher Mr. Parker, su quello che ho studiato e ciò che sono venuta a studiare qui a Capomazda" e poggiai i pesanti tomi sopra una sedia.
Lo osservai attentamente, forse voleva sentire da me ciò che desideravo imparare..."Ebbene...sono venuta ad approfondire i miei studi sulla storia capomazdese, sui Miti e Leggende...se sono miti e leggende...della Gioia dei Taddei, attualmente tornata alle cronache, sul Fiore Azzurro e la famiglia dei Taddei..oltre ciò che circondava la guerra tra Capomazda e Santa Agata di Gothia. Per questo Mr. Parker vi chiedeva di definirmi un piano di studi accurato" dissi sorridendo ma piuttosto perplessa.

Talia 10-05-2013 15.14.07

Ero schiacciata sul seggiolino anteriore di quella macchina, respiravo affannosamente, velocemente e fissavo con gli occhi spalancati l’uomo seduto accanto a me, alla guida...
era successo tutto in fretta, troppo in fretta...
quell’auto...
le altre che la inseguivano...
io che quasi non venivo schiacciata...
gli spari...
la voce di quell’uomo...
altri spari...
un impatto...
si, era successo tutto troppo in fretta ed io mi ero ritrovata sul sedile di quell’auto in fuga senza sapere neanche bene come ci fossi arrivata...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 54601)
“Al giorno d'oggi” guardando le due auto in fiamme dallo specchietto “nessuno più rispetta il codice della strada...” guardò Talia che era accanto a lui “... sta bene? Coraggio, il peggio è passato.” E lanciò l'auto rapida nella strada.

Quelle parole, all’improvviso, parvero riscuotermi...
“Lei è...” mormorai con la voce appena alterata “Lei è pazzo! E’ pazzo! Stava... stava per investirmi poco fa... stava per farmi sparare... e ora mi chiede se sto bene? No che non sto bene, se lo vuole sapere... non sto bene per niente... mi ha quasi fatta ammazzare, se ne rende conto? Se ne rende conto? E ora sono anche sopra un’auto rubata... oddio, un’auto rubata... mi faccia scendere, ha capito? Mi faccia scendere immediatamente! Lei è completamente pazzo ed io non ho... non ho la minima intenzione di...”
Mi interruppi mentre i miei occhi, casualmente, cadevano sullo specchietto retrovisore da cui potevo vedere il rogo delle auto dietro di noi, dal quale faticosamente stavano uscendo alcuni uomini...
“No no no no... aspetti... aspetti, non voglio scendere... non qui...”
Continuai a fissare lo specchietto, continuai a fissarlo finché l’auto non svoltò sulla strada principale e quel rogo scomparve alla mia vista...
chiusi gli occhi, allora...
chiusi gli occhi, cercando di recuperare il controllo...
chiusi gli occhi e mi passai una mano sul viso...
“Va bene...” mormorai poi “Va bene, va bene... calma... sono calma...”
Inspirai profondamente, poi ruotai gli occhi e fissai l’uomo seduto accanto a me...
“Chi...” esitai “Chi è lei?”

elisabeth 10-05-2013 15.25.43

Guardai quegli occhi che sprizzavano un energia incontenibile, non sapevo se fosse fuori di mente o la mia mente mi stava facendo vivere un momento da cancellare........ero una donna di scienza...verissimo , ma questo per lui poteva avere un significato che non era il mil mio...l'Arcontemaccanico.....avevo letto qualcosa tempo fa.....e da quello che avevo letto, non era un gran simpaticone.....un firore ...si un fiore intrecciava le strade di piu' tempi...Tylesia ....Tylesia era la citta' che piu' mi era rimasta in mente......ma nel 2013 cos apoteva significare tutto questo...?....".....Bene ora che ho avuto l'immenso piacere di conoscerla.....e che mi ha dato modo di sorseggiare questo nettare degli Dei e di darmi qualche chicca sull'archeologia..........io dico che e' tempo di andare......anzi...se ne avesse bisogno come donna di scienza e medico saro' a sua disposizione....Ippocrate me lo impone.......dunque da quella parte ci dovrebbe essere l'uscita di questo magnifico posto.....se vuole puo' essere cavaliere e accompagnarmi all'uscita........e non prenda per ingratitudine tutto questo...e che forse lei ha beccato la persona sbagliata....."...nell'alzarmi il mio cellulare comincio' a tremare......speravo fosse qualcuno che potesse venirmi a prendere...e feci l'atto di mettere la mano in tasca.......

Guisgard 10-05-2013 20.08.11

Guisgard guardò nello specchietto ed un vago sorriso apparve sul suo volto.
“Si, è una macchina rubata questa...” disse poi rivolto a Talia “... ma ciò che più mi secca è che la mia Mercedes era nuova...” scosse il capo “... per non parlare del mio giubbotto di pelle...” la guardò “... su, dovrebbe essere fiera e lusingata... gli uomini fanno a gara per darle un passaggio.” Rise. “Chi sono io? Eh, mi creda... stanotte non penso sia una buona domanda da fare...” tornò a fissarla e sorrise “... però farò fino in fondo il gentiluomo e non la lascerò in strada con questi casini...”
La macchina allora continuò la sua corsa, fino a sfrecciare verso la parte alta della città.
Ad un tratto una maestosa sagoma appare davanti a loro.
Era un grande palazzo che si stagliava nell'incerto chiarore dell'alba nascente.
Una costruzione dalle fattezze gotiche, che il chiaroscuro rendeva quasi surreale.
Guisgard allora azionò un telecomando e sulla vegetazione i fari dell'auto illuminarono un cancello che cominciava ad aprirsi.
La macchina lo attraversò e poi il cancello si chiuse dietro di loro.
Alla fine l'auto concluse la sua corsa entrando in un grande garage sotterraneo.
“Eccoci...” fece Guisgard “... ora possiamo scendere. Qui saremo al sicuro.”
Ed aiutò Talia, ancora scossa, a scendere dall'auto.
Ad un tratto arrivò qualcuno.
Era un uomo anziano.
“Oh, Cielo...” guardando Guisgard “... signorino... signorino Guisgard...”
“Kuon!” Esclamò Guisgard. “Kuon, vecchio mio!” E i due si abbracciarono.
“Signorino...” stringendolo il maggiordomo “... come stai? Oh, forse dovrei darti del lei ora...”
“Smettetela!” Fece Guisgard. “Il tu andrà benissimo! Piuttosto, eviterei quel signorino... sono cresciuto ormai...” sorrise.
Kuon sorrise ed annuì.
Guardò poi Talia.
“Oh, non sapevo che...” stupito il maggiordomo “... i miei complimenti, signore... è davvero incantevole.”
“Eh, non è come credete, vecchio mio.” Voltandosi verso Talia e guardandola tutta ora che il pericolo era passato. “Non è una mia conquista, purtroppo...”

Guisgard 10-05-2013 20.15.45

“Eh, povero me...” disse sbuffando Luke a quelle parole di Clio “... già... questo è il mio dramma... lei è interessata solo al mio genio fumettistico... e sia, niente dolci piccioncini...”
Ma mentre si dirigevano al Palazzo dei Taddei, videro da lontano che qualcosa bloccava la strada.
“Cosa accade?” Chiese Luke ad un poliziotto.
“C'è stato un incidente verso l'alba.” Spiegò questi. “Due auto si sono tamponate e poi sono esplose. Prima ancora c'è stata una sparatoria cominciata verso il Cimitero. Probabilmente una faida criminale.”
“Accidenti...” fece Luke “... speriamo che il traffico non ci terrà bloccati a lungo...”

Guisgard 10-05-2013 20.21.53

“Ah, si certo...” disse Asevol ad Altea “... ora rammento. Mi perdoni, ma ho così tanti studenti e parlo ogni giorno con moltissimi di loro. Si... ho letto la lettera del vostro professore... e credo sia qui, in questa cartellina... ah, ecco.” Guardò velocemente la lettera. “Beh, interessantissimo indirizzo di studi il suo. Benissimo... allora, per prima cosa, le consiglio di iscriversi subito al seminario sulle Tendenze Eeligiose nella vecchia Capomazda e i suoi riflessi in quella odierna. Il seminario presenterà alcune lezioni e persino uno stage nei luoghi in cui molti antichi miti hanno dominato in passato. Ovviamente sarò lieto di seguire personalmente i suoi studi e tutto il suo percorso. Sono certo che da questo seminario lei trarrà i punti fondamentali per il suo piano di studi.”

Guisgard 10-05-2013 20.26.52

“Nella vita” disse Oydo ad Elisabeth “non possiamo vai veramente scegliere.” Ad un tratto il cellulare della donna smise di suonare. “Lei non è la persona sbagliata. E' quella che ho cercato e che mi aiuterà. E da ciò che so di lei è abbastanza furba da capire che non le ho chiesto nulla. Ciò che lei può darmi io lo prenderò da me, se sarà necessario. In questo castello non siamo raggiungibili o identificabili. Il suo cellulare ha solo ricevuto un avviso di chiamata, ma non vi sono cellule conosciute a cui agganciarsi per trovare questo luogo. Avanti, abbiamo parlato già troppo.” Entrarono allora alcuni uomini e Oydo fece cenno ad Elisabeth di seguire tutti loro.
La dottoressa fu così condotta in un grosso laboratorio sotterraneo.
Raggiunsero un poi una sorta di capsula di vetro e ferro, dentro la quale vi era una vecchissima corazza di titanio.
“Dottoressa...” indicando Oydo quella capsula ad Elisabeth “... le presento l'Arconte Meccanico.”

Altea 10-05-2013 20.37.03

Sospirai..era un sospiro di sollievo e liberatorio, il professor Asevol si dimostrò una persona veramente affabile e sicuro di sè e rimasi stupita quando mi diede pure il suo personale appoggio nel seguirmi.."Grazie professore, sono lusingata ad avere accanto uno studioso come Voi, Mr. Parker mi ha raccontato molte cose su voi...mi iscriverò subito al seminario che mi avete indicato cosi domani mattina verrò già alla prima lezione."
Guardai i tomi dei racconti delle mie antenate di sottecchi e inoltre avevo nella mia preziosa borsa Gucci un sacchetto di velluto..."Teacher Asevol..spero voi capiate il mio capomazdese, l'ho studiato approfonditamente ma rimane il mio accento inglese...vedete questi tomi? Io li ho trovati nella biblioteca della mia antica dimora ed è stato scritto da uno studioso della mia antica famiglia...si narra che due mie discendenti furono qui a Capomaza e Tylesia, e pure a Santa Agata di Gothia, vorrei lasciarvelo per leggerli...forse potete dirmi qualcosa in merito e poi avrei una richiesta..." e dal sacchetto di velluto estrassi la collana dal rubino rosso.."questo apparteneva alla mia discendente che si dice da Camelot arrivò fino a Capomazda, voi potete farla analizzare...periodo, significato..io ne sono la proprietaria ovviamente come prima discendente femmina". E gli porsi la collana.

Guisgard 11-05-2013 00.44.16

Asevol prese i tomi di Altea.
“Si, certo.” Disse. “Li leggerò molto volentieri. A giudicare dall'aspetto sono molto antichi. Probabilmente possono custodire note o annotazioni particolari. Chissà, solitamente opere come queste riescono a fornire indicazioni caratteristiche. Magari possiamo catalogarle nel ramo della letteratura erudita.” Vide poi la collana di rubino rosso. “Questo sembra davvero un pezzo interessante. Dalla fattura e dalla lavorazione sembra un monile di epoca medievale... forse Basso Medioevo. Sapete dirmi qualcosa in più su questa collana?” Chiese poi ad Altea.

Altea 11-05-2013 00.58.35

Ero felice...avevo fatto quasi centro sul professore, allora ciò che avevo non erano solo farneticazioni.
"Certo Teacher Asevol" e mi sedetti sullo sgabello davanti la sua scrivania "questa collana era di una mia antica antenata, la tradizione vuole la possegga la prima erede femmina della casata....si narra che la mia antenata si chiamasse Altea..proprio come me...e quello...era il pegno d' Amore dato da un cavaliere...e pure questo cavaliere ne possedeva uno uguale, quindi ce ne sono due soli uguali...qualcuno dice..l'altro potrebbe trovarsi proprio...a Capomazda".


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