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La luce flebile creava giochi strani sui muri, ma mi accorsi subito di alcune corrazze e mi avvicinai a guardarle...ne ero affascinata, provenivano da Paesi lontani da quel che potevo capirne e poi altri oggetti, monili..era strano..in quella casa vi erano molti di questi oggetti, come ricordi di passati viaggi.
Poi udii quelle parole...il Cavaliere di Altafonte era tornato, uscii e richiusi subito la porta. Eppure qualcosa mi bloccava, dopo quello che era successo al ballo...la sua indifferenza nei miei confronti..non avevo coraggio di parlare ora. Cosi ritornai nella stanza datami da Ermiano e togliendomi lo scialle mi ristesi nel letto...forse il nuovo giorno mi avrebbe dato più coraggio. |
Sorrisi al Capitano, e annuii alle sue parole.
Il freddo cominciava ad entrarmi nelle ossa, ma cercai di non pensarci, di ricordare. Seduta accanto a Roberto, in carrozza, ascoltai il suo racconto. E così mi ha seguita, eh... Trattenni un sorriso, e un brivido mi attraversò mentre pensavo che non poteva avermi seguito per colpa di Mirabole. O forse era soltanto il freddo. Mi lasciai guidare, docile, verso la mia stanza, la sua voce era così rassicurante, mi sentivo al sicuro. "Buonanotte, caro.." dissi, sulla porta "..grazie di tutto..". Allungai, titubante, una mano verso il suo viso, sfiorandogli la guancia in una carezza delicata. Perché doveva fare così male? Perché mi sentivo in colpa per quel lieve, innocente contatto? No, non era per quello, e lo sapeva anche lui. Sorrisi, sperando che non riuscisse a leggermi nei pensieri. Mi ritirai, nell'intimità della mia stanza. Notai con piacere che mi era stato preparato un bagno. Nessun domestico, però. Roberto sapeva bene quanto adorassi stare sola con i miei pensieri, senza nessuno intorno. Non riuscivo a pensare che non ci fossero, come mi diceva sempre mia madre da piccola. No, volevo essere sola nella mia stanza, l'etichetta poteva restare fuori. Il tocco dell'acqua calda fu rinvigorente. Era calda, profumata, e dovetti lottare con la stanchezza per non addormentarmi. Poco dopo, però. sprofondai nel letto morbido, in un profondo sonno ristoratore. Dormii un sonno profondo, senza sogni, se non immagini confuse e prive di senso. Mirabole, il Fiore, l'elisir, Diomede, gli spari, il Bacio, Crysa, il Verziere. Brevi frammenti di ricordi, sogni, leggnde, senza un apparente filo logico. Contro ogni aspettativa, mi svegliai di buon mattino. La stanchezza della sera appena passata era svanita, e il sole autunnale faceva capolino tra le preziose tende della mia stanza. Mi alzai, fin troppo di buon umore. Dovevo andare da Missani e dal Capitano, raccontare di Mirabole. Il volto di Diomede mi attraversò la mentre, mentre spazzolavo i miei capelli che cominciavano a ricrescere. Ti tirerò fuori di lì, fratello.. Fidati di me.. Indossai l'abito viola, quasi un porpora, che dava colorito alle mie guance rosee. Indossai la mia orchidea, fermi i capelli con un fermaglio intarsiato, e mi guadai allo specchio. Sospirai, non c'era solo la faccenda di Mirabole da sistemare... Roberto, dovevamo parlare. Dovevamo essere sinceri e franchi come non lo eravamo mai stati. Sì, dovevamo.. ma mi chiesi se sarebbe mai successo davvero. Infondo, persino quel gioco di sguardi era più semplice, doloroso e seducente, ma più semplice. Presi un profondo respiro, non potevo indugiare oltre. Scesi nel salone, chiedendo ai domestici di poter fare colazione in giardino. |
Jacopo era uscito in fretta dalla saletta ed io avevo seguito distrattamente il servitore verso la carrozza...
ero sovrappensiero e non badai affatto alla vettura sulla quale mi fece salire né la strada che prendemmo. Stavo ancora pensando a tutt'altro quando, all'improvviso, un battaglione di soldati oltrepassò la mia carrozza al galoppo... erano diretti verso il fiume... li osservai, stupita... ma cosa stava accadendo? Mi sporsi appena, stupita... e per un attimo ebbi paura... ma... possibile che lui fosse lì? Possibile? Gli avevo detto di non mettersi contro Jacopo... gli avevo detto che poteva essere pericoloso... La mia mano tormentava il bordo del mantello, in preda all'agitazione... |
Altea, così, ritornò nella sua stanza, decisa ad attendere il nuovo giorno per incontrare il cavaliere.
Tuttavia l'alba non era lontana ormai. Dalla sua camera, però, poteva sentire voci confuse che giungevano dalla sala sottostante. Sembravano la voce di Ermiano e quella di Altafonte. Intanto, dalla sua finestra, Altea cominciò a vedere il cielo schiarirsi poco a poco. http://annalisastellapelliccia.fotob.../940915064.JPG |
Clio, così, fu condotta dai domestici in giardino per la colazione.
Poco dopo arrivò Roberto. “Sono stato a cavalcare...” disse sedendosi accanto a lei “... mi sono svegliato presto stamani... poco dopo l'alba credo... in verità non ho dormito molto...” prese una tazza di tè caldo “... poi ho atteso il tuo risveglio... volevo aspettarti per la colazione...” la fissò, senza però mostrare particolari espressioni nel viso “... sei bellissima stamani... quasi quanto lo eri stanotte... bagnata e vestita appena...” posò la tazza di tè sul tavolino “... Clio... devo saperlo... cosa ti ha fatto quel furfante? Ha... ha tentato di...” ma qualcosa lo interruppe. Un rumore di cavalli. Poi un domestico corse da loro. “Signore, ci sono i soldati...” fece il domestico “... chiedono di milady...” fissando Clio. “Falli passare...” con un cenno del capo Roberto. Un attimo dopo i militari erano in giardino. “Milord...” avanzando il sergente e salutando Roberto “... milady...” rivolgendosi poi a Clio “... il capitano de' Gufoni chiede di voi.” “Poteva attendere il nostro arrivo in caserma il vostro capitano.” Risentito Roberto. “L'ordine di seguirvi è del tutto fuoriluogo.” “Non è un ordine, milord.” Sorridendo il sergente. “Ma un invito. E non in caserma, ma per il Palazzo di Giustizia.” |
Passarono quei soldati accanto alla carrozza di Talia, senza però che il conducente si fermasse.
Anzi, proseguì verso il palazzo dei de' Gufoni. Vi giunse poco dopo. Qui Talia vide venirle incontro i domestici. Era ormai l'alba e le fu preparato un bagno caldo, oltre naturalmente la sua stanza per riposare. Circa una mezz'oretta dopo, qualcun altro arrivò al palazzo. Era Jacopo. Si lavò, facendosi poi portare un'uniforme pulita e dopo essersi preparato si fece servire una veloce colazione nella veranda. “Mia moglie” disse poi ad uno dei domestici “riposa?” “Le abbiamo preparato un bagno caldo” rispose il domestico “e forse ora starà riposando.” “Bene.” Annuì il capitano. “Io tra breve andrò al Palazzo di Giustizia.” |
Lanciai una fugace occhiata maliziosa a Roberto, abbozzando un sorriso.
Nel caos della sera precedente, non avevo realizzato che lui mi aveva visto così.. Come aveva detto? Bagnata e svestita. E io mi ero addirittura rifugiata tra le sue braccia! Trasalii al pensiero di quanto fosse inappropriato tutto quello, il cuore accelerò improvvisamente. Mi voltai verso Roberto, per rispondere alla domanda che, pensandoci bene, era la seconda volta che mi rivolgeva. Era davvero preoccupato! Ma non feci in tempo a rispondere. Citazione:
"Molto gentile da parte del Capitano.." Dissi, fredda "..sapevamo che ci avrebbe concesso udienza questa mattina.. Tuttavia, non intendo andare da nessuna parte prima di aver finito il mio tè, se non siamo in arresto, allora credo che il Capitano possa attendere qualche minuto..." Lo guardai negli occhi "..vi chiederei di unirvi a noi, ma conosco fin troppo bene la disciplina delle guardie reali.. E ora, se non vi dispiace, non ho intenzione di discutere di questioni personali davanti a voi, sergente... Se non vi fidate di noi, o se avete avuto ordini precisi, potete attendere fuori, vi raggiungeremo tra poco... è tutto, sergente.." Con un tono che non ammetteva repliche. Presi la tazza di tè, e ne bevvi un sorso, smettendo di calcolare il militare. Erano davvero impazienti Missani e de' Gufoni. Mi voltai verso Roberto. "Non è come sembra, Roberto.." Riprendendo il discorso, a bassa voce "..mi sono tolta il vestito di mia spontanea volontà.." Attesi un secondo, osservando il suo guardo "..un attimo prima di saltare in acqua.." Sorrisi "Mi avrebbe portato a fondo, intralciato..". Bevvi un altro sorso di tè. "No, sta tranquillo, non mi ha nemmeno sfiorato.. Mi ha solo fatto perdere i sensi un paio di volte con una specie di strano profumo, offerto un elisir preziosissimo, a sentir lui.. E mi ha affidato un messaggio... Non voleva farmi del male.." Sorrisi "..e, comunque, credo di essere in grado di difendere la mia virtù.." Guardai lontano, e il mio tono cambiò, per un secondo "..da chiunque.." Sussurrai. Persino da me stessa, persino dai miei sentimenti e dai miei desideri. Sospirai. "A meno che non fossi incosciente.." Pensando che, effettivamente, mi aveva fatto perdere i sensi, ed allora ero indifesa "..ma se mi avesse toccato sta pur certo che, Mirabole o no, lo avrei cercato, trovato, e ucciso.." Sorrisi "...ma mi ha dato l'impressione di essere un gentiluomo..". Il ricordo di quegli occhi azzurri che si avvicinavano sempre più, del suono di quella voce, del modo gentile con cui mi aveva sfiorato con quel fiore. Stranamente, non mi faceva paura, probabilmente, pensai nuovamente era solo incoscienza. Dovevo ricordare la sua voce, se l'avessi sentita nuovamente, dovevo essere in grado di riconoscerla. Battei le palpebre un paio di volte, e tornai al presente. "Hai finito il tuo tè?" Dissi, gaiamente "..dobbiamo andare, non possiamo certo far aspettare il capitano.." Sorrisi, sarcastica. "Non mi hai ancora detto perché mi hai seguita..." Sussurrai dolcemente, alzando gli occhi a cercare i suoi "..ti avevo chiesto di non farlo, mi sembra.." Con un sorriso complice, e uno sguardo intenso. |
Mi rigiravo nel letto, guardai la finestra e ormai stava albeggiando e per di più udivo le voci di Ermiano e di Altafonte.
Mi alzai, mi guardai allo specchio e mi sistemai...aprii la porta e mi diressi da dove sentivo quelle voci, dalla sala sottostante..bussai alla porta per voler entrare e il cuore palpitava forte. Non riuscivo a capire di cosa stessero parlando, forse Ermiano aveva raccontato di me al Cavaliere. |
Non mi ero mai trovata con un arma puntata proprio all'altezza del cuore.....certo che stavo difendendo bene quel quadro di questo ne ero certa......ma ami era sfuggita la fine.....ero solo una suora che aveva deciso di distruggere un bene prezioso....diciamocela tutta.....una suora e' una suora ...un quadro e' un quadro...vidi arrivare Velv.....con una calma dovuta ad un Frate..ma con gli occhi che stavano sparando ancor prima dell'arma del soldato......e dopo avermi raccontato in silenzio al mio orecchio...quanto ero stupida..lo guardai quasi fosse venuto da un altro mondo....." Il quadro non ci interessa ?......ci interessa il Ladro....e senza il quadro..niente Ladro.....pero' almeno ho movimentato la nottata.....avanti Velv...mi arrendo.....".....e uscendo dalla Cappellina con Velv alle calcagna.....col viso più accorato che potevo....." Perdonatemi....sono stata una sciocca....ma ogni tanto la notte ho in visione la Madonna....e non potevo sopportare che questo bene come altri beni appartenenti alla Chiesa...cadessero in mani che non fossero quelle del clero.......e ora sono pronta a subirne le giuste conseguenze..."...Non ero pronta...per nulla....ma altro non potevo.....anche perchè una volta lontana da li' Velv mi avrebbe lanciato fulmini e saette.....potevo sentire quanto era arrabbiato
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Velv riuscì così a far uscire Elisabeth dalla cappellina.
“Perdonatela...” disse ai soldati “... ora ripartiremo e cercheremo di aver cura delle sue disgrazie fra le mura del nostro convento... l'unico luogo in cui questa poveretta potrà trovare pace...” “Si, portatela via, frate...” con disprezzo il sergente “... e ringraziate il Cielo che io sono credente... solo per questo non la porterò davanti al capitano... però badate di non tornare mai più qui... ora andatevene...” “Grazie...” annuì Velv “... che il Cielo possa darvene merito...” e insieme ad Elisabeth uscirono dalla chiesa. Raggiunsero il ponte e si nascosero in un punto lontano da occhi indiscreti. “Siete davvero una pazza.” Sentenziò Vel. “Una pazza. Avete rischiato non solo di finire in gattabuia, ma anche di far fallire il nostro intento. Quel quadro non interessa a noi, ma ad Azable. Distruggerlo ci farebbe solo danno. Comunque...” scuotendo il capo “... credo sia una coincidenza assai fortunata questa del trasferimento del quadro... dalla chiesa al Palazzo Reale... infatti chi vuole rubarlo non può farsi sfuggire questa possibilità... e noi ci saremo naturalmente...” |
Così, terminata la loro colazione, Clio e Roberto seguirono i militari fino al Palazzo di Giustizia.
Durante il tragitto Roberto non disse quasi nulla, limitandosi a farfugliare qualcosa circa il motivo per cui l'aveva seguita. “Ero preoccupato...” disse a bassa voce “... la prossima volta cercherò di non esserlo...” aggiunse risentito. Arrivarono così al Palazzo di Giustizia. Poco dopo furono ricevuti da Simone Missani. “Accomodatevi...” andando loro incontro “... accomodatevi... allora?” Fissando poi Clio. “So che avete una bella storia da raccontarmi.” Sorridendo. |
Altea bussò ed Ermiano aprì la porta.
La donna così vide chi vi era all'interno della stanza. Ermiano era fermo davanti alla porta, mentre invece Altafonte era seduto su una sedia. Aveva gli abiti sporchi e un taglio sul viso. http://a396.idata.over-blog.com/600x...e-noire-2.jpeg |
Posai lievemente la mano su quella di Roberto.
Una lieve fitta mi attraversò l'anima. Era solo preoccupato, pensai. Cosa mi aspettavo, che mi dicesse che voleva stare solo con me, lontano da tutti? Che voleva baciarmi ancora? Era quello che avrei voluto io, più di qualunque altra cosa. Ma lui? Dopotutto, potevo essermi immaginata tutto, il tono della sua voce, gli sguardi, il bacio.. No, quello non me l'ero proprio immaginata! Ma come potevo essere sicura che lui provasse ciò che provavo io? Persino in quel momento, così vicini. Serrai la mascella e guardai risolutamente fuori dalla tendina. Sospirai, eravamo arrivati. Dovevo smetterla di pensare in quel modo. Era controproducente, mi facevo soltanto del male. Entrammo nel palazzo di giustizia, dove Missani ci aspettava "Potete ben dirlo, viceprocuratore..." Sorrisi. Così, raccontai ogni cosa, il biglietto, la saletta degli arazzi, descrissi l'imbarcazione, l'elisir, riportai le sue parole, il suo messaggio. Poi, degli spari e di come fossi riuscita a scampare da quella poggia di fuoco, sottolineando con noncuranza che potevano benissimo uccidermi. A questo punto, se le cose erano andate come aveva riferito Roberto, sapevamo che io ero a bordo. Ma, evidentemente, ero sacrificabile. "Allora, dissi infine.. Mi sembra ovvio che stia parlando di de'Binardi.. A questo punto probabilmente avevate ragione voi nel dire che quella famiglia era coinvolta.. Infondo, è stato grazie alla faccenda del priore Adamo che Francesco è ancora vivo.." Sorrisi "..a proposito, il priore Adamo era davvero lui.. Non sbagliavo quando vi dicevo che i suoi occhi erano inconfondibili, di un azzurro così intenso, che non si trova facilmente.. Ah, un'altra cosa.. Non so se ci avevo fatto caso incontrando il priore Adamo ma, la sua voce.. Non era di Sygma, questo l'ho capito anche io, ma non saprei dirvi che accento fosse.. Vediamo se riesco a dar vi un'idea..". Pronunciai così qualche parola, cercando di imitare l'accento di Mirabole. "Non so, magari può esservi utile, magari per voi ha un senso..." Alzai le spalle. Mi voltai poi verso Missani "È chiaro che Mirabole si sente un paladino della chiesa, e anche della giustizia.. Avete poi riflettuto sulle sue parole? Vi accusava di aver catasto la morte di qualcuno, se non erro.. Sembrava una cosa molto personale, se risaliamo a quella morte, forse troveremo Mirabole..". |
Appena Ermiano aprì la porta entrai silenziosamente ma le mie mani iniziarono a tremare appena vidi Altafonte seduto e ferito gravemente al viso...accorsi vicino a lui...."Milord che vi è successo? Dobbiamo curare questa ferita oppure rischiate una infezione..ci vuole acqua calda per disinfettare, avete chiamato un medico?".
Involontariamente gli presi la mano dispiaciuta nel vederlo in quelle condizioni. |
Le parole di Clio resero Simone prima perplesso, poi turbato.
“L'accento sembra vagamente Capomazdese direi...” disse infine “... ammesso che voi lo abbiate imitato in modo corretto...” restò pensieroso “... bisogna scoprire come i de' Binardi sono coinvolti in questa storia... bisogna scoprirlo...” fissò Clio “... dovete scoprirlo... non mi importa come, ma dovete riuscirci... anzi, vi fornirò io stesso un motivo per andare da loro... domani giustizieremo Francesco de' Binardi... andrete a riportare questa notizia a suo padre...” “E non temete che Mirabole possa rubare il quadro nel frattempo?” Chiese Roberto. “Tra poche ore il quadro sarà portato qui da Santa Felicita.” Spiegò Simone. “E qui sarà al sicuro.” Roberto allora si avvicinò a Clio, sfiorandole appena la mano. “Quando lascerete stare mia cugina, signor viceprocuratore?” Fissando Simone. “Non l'avete coinvolta già abbastanza? Stanotte i soldati potevano ucciderla...” “Quando arresteremo Mirabole” sorridendo Simone “lei, come tutti noi, sarà libera di occuparsi di ciò che più le aggrada.” Sorrise. “Siamo in guerra, amici miei. E il pericolo è una costante.” |
“Non occorre, milady...” disse Altafonte ad Altea “... è solo poco più di un graffio... un po' d'acqua calda, del disinfettante e qualche benda basteranno...”
Ermiano allora corse a prendere l'occorrente. “Cosa ci fate qui a quest'ora?” Chiese poi il cavaliere alla dama. “Perchè avete lasciato così presto la festa? Avete forse trovato uno spasimante segreto?” Abbozzò un sorriso, ma il taglio gli causò subito dolore. |
"Milord non sforzatevi troppo...oh no...non ho trovato uno spasimante anzi appena vi ho visto ballare con altre dame e ignorarmi io sono fuggita...ma sono successe cose gravi a Castelflorenzio..che forse ora è meglio non raccontarvi ma dopo..solo che non posso tornarvi..Madama Irene è alleata con Azable, entrando prima non se lo aspettavano e ho visto il braccio destro di Azable parlare di me e uscire da un passaggio segreto."
Ermiano portò la bacinella con acqua calda, la presi, usai del disinfettante per pulirmi le mani e con una pezza bagnata dalla acqua passai la ferita del Cavaliere.."Comunque...io..non posso tornare laggiù, mi cercano e potrebbero uccidermi..non posso fare altro che tornare a Camelot e purtroppo sposarmi..anche perchè..io credevo voi mi amaste ma vedendo come ballavate con le altre dame ho capito che mi sbagliai". Tolsi la pezza dal suo volto e lo guardai silenziosamente per alcuni momenti nei suoi occhi...si dice che gli occhi sono lo specchio della Anima e allora volevo solo parlargli coi miei occhi e il mio sguardo. Disinfettai la ferita e ci posi sopra una pezza e la saldai..."Ecco fatto milord..per tutto quello che avete fatto per me". |
“Siete stata sciocca a lasciare il ballo...” disse Altafonte ad Altea “... e ancora più sciocca se ora decidete di tornare a Camelot... l'infelicità è una dama assai sgradevole...” tenendosi poi la benda sulla ferita “... quanto a me...” fissandola con i suoi occhi chiari “... io sono molto più simile ad uno spettro, un'ombra... non vedete? Sono solo... non ho amici, ma solo servitori e soldati... gente insomma di cui posso pagare i servigi, senza richiedere affetto... resterete qui... domani andrò io in quel palazzo a cercare di capire cosa nasconde...” le sorrise “... ora riposerò un po'... fate anche voi lo stesso...” si alzò “... e grazie per avermi medicato... grazie, Altea...” ed uscì dalla stanza.
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Fui portata fuori dalla Chiesa con un Velv infuriato.....lo seguii fino a quando non fummo abbastanza lontani ci infilammo in mezzo ad una boscaglia e li' arrivo' tutta l'ira di Velv...anche se devo dire molto signorile......mentre lui parlava chiusi gli occhi...e quando fini'....riaprendoli.....gli dissi "....Certo che a quel soldato lo avrei preso volentieri a pedate nel deretano...e perdonatemi se non e' molto signorile..in quanto a voi......mi avete fatto passare per pazza...magari una Suora Visionaria..sarebbe stato meglio...comunque Fra Bartolomeo......dalla vostra mente eccelsa cosa tiriamo fuori adesso ?...pensate che Azable sia seduto su una comoda poltrona a palazzo....aspettando che quei quattro imbecilli gli portino il quadro a domicilio ?...."......ripresi fiato.....e ......" Si penso proprio che succedera' questo....il quadro fino a casa.....abbiamo vestiti che non ci faranno entrare con tanta facilità........e comunque mi dispiace......sono un pò impulsiva........"...ero veramente desolata......ma Elisabeth era proprio quello....fiamme e fulmini.....
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Lo vidi andare via cosi...sempre misterioso..era solo, questo lo avevo capito bene e per di più sembrava qualcosa lo stesse tormentando.
"Ermiano...portate via la bacinella e le pezze sporche di sangue. Io vado nella camera a riposare un poco, non ho dormito nulla stanotte...e poi vi chiamerò per la colazione, ma se dovessi dormire troppo tardi vi prego di venire a svegliarmi". Ritornai in camera, sentivo solo i miei passi come se non vi fosse nessuno in quella dimora...mi guardai attorno...chissà quale era la sua camera pensai. Rientrai in camera e sospirai e mi stesi nel letto per riposare ancora un pò. |
Risi, a quelle parole di Missani.
"In guerra, Messere? Se questa la definite guerra, mi fate pensare che non abbiate mai dovuto affrontarne una vera..." affermai, guardandolo negli occhi. "Vi rammento che abbiamo un accordo... Vi ho dato più informazioni su Mirabole di chiunque altro.. vi consiglio di non prendervi gioco di me, e di non sottovalutarmi.." dissi, gelida e decisa. Mi alzai. "Bene, andrò io a portare un annuncio tanto increscioso al padre di Francesco de' Binardi.. sebbene spetterebbe a voi.. ma state attento, le parole di messer Duon alla festa erano molto sagge.. non ruberà il quadro finché è a Santa Felicita.. ma ora, può finalmente prenderlo per riportarlo dove crede che dovrebbe stare, in chiesa.. beh, ma almeno è ferito adesso, e chiunque non abbia una cicatrice sul volto è automaticamente scagionato.. dovreste pensare ad un censimento, casa per casa.." sorrisi "..ve l'ho già detto, non desidero che mi diate spiegazioni, né vi sto accusando di nulla, non ho alcun interesse né utilità.. ma pensate a quelle parole di Mirabole..". Voltai lo sguardo verso Roberto e gli sorridi. "Non ho altro da dirvi.. se dovessi rammentare qualche nuovo dettaglio, sarete il primo a saperlo... ora, se permettete, vorrei ritirarmi.. ho avuto una serata impegnativa e mi aspetta un pomeriggio non molto allegro.." porsi la mano a Roberto, perché la prendesse e mi conducesse fuori, lontano da lì. |
“Ora calmatevi...” disse Velv ad Elisabeth “... fortunatamente non è accaduto nulla di irreparabile... quanto al quadro... si...” annuì “... penso qualche cosa del genere... forse Azable è davvero seduto in poltrona in questo momento, in attesa che il quadro lasci la chiesa... ed è quello il momento migliore per rubarlo... prima, mentre ero fuori dalla chiesa, ho udito alcuni soldati che parlavano di come il quadro sarà portato al Palazzo Reale... attraverserà la città, in mezzo ad un numero spropositato di persone... e sarà quello il momento adatto per colpire... sono certo che Azable tenterà l'impresa proprio durante il tragitto... e noi dobbiamo essere là... naturalmente con altri abiti... venite, torniamo in albergo... comincia il terzo atto della nostra recita...” e ritornarono al loro albergo.
Qui tirò fuori alcuni abiti vecchi e consumati. “Un buon cacciatore di taglie” mormorò “deve avere in borsa tutto l'occorrente per ogni evenienza... e l'esperienza mi ha insegnato che nulla passa inosservato come l'essere delle persone normali... e noi saremo due popolani...” la fissò e le diede un vestito da contadinella. E diede abiti da bottegai ai suoi due compagni. |
“Un momento, milady...” disse Simone ad Altea “... certo, rammento, abbiamo un accordo. Ed io mantengo sempre gli impegni. Ma forse siete voi a scordare i termini di quell'accordo. Rilascerò vostro fratello quando avrò messo le mani su Mirabole. Uno scambio equo, non vi pare?” Sorrise. “Comunque è giusta la vostra osservazione... bisogna cercare un uomo con una cicatrice sul volto... quanto al quadro, non temete. Sarà sorvegliatissimo per tutto il tragitto, fino al Palazzo Reale.”
Roberto annuì e prese la mano di Clio. I due uscirono prima da quella stanza, poi dal palazzo. “Vieni, ti accompagnerò dai de' Binardi...” fece Roberto “... anche se non so come troverai il modo di dirglielo...” Salirono in carrozza e si diressero verso la casa di Riano de' Binardi. La strada era però stata chiusa a causa dei preparativi per il passaggio del quadro. Infatti da qui sarebbero passati i militari con la famosa opera d'arte. Clio e Roberto allora scesero dalla carrozza e proseguirono a piedi. E si ritrovarono a passare davanti alla casa di lady Silvia. La donna si trovava in giardino, a dipingere. Li vide e riconoscendoli li chiamò. “Ma che sorpresa!” Esclamò. “Avete deciso di fare una passeggiatina in città?” “In verità siamo stati costretti...” spiegò Roberto dopo averla salutata “... pare la strada sia stata chiusa... cosa dipingete di bello, milady?” “Volete proprio saperlo?” Entusiasta lei. “Ebbene, sto dipingendo il volto del Cavaliere di Altafonte! Trovo abbia un viso molto interessante! Soprattutto lo sguardo!” E mostrò quel ritratto ai due. http://th01.deviantart.net/fs41/200H...e_Lioncour.jpg |
"E' passato tanto.....molto tempo, da quando son partito per un nuovo e lungo viaggio nel recuperare nuove sul mio status da cavaliere. In compagnia di Belfagor e del mio fidato taccuino varcai' i confini delle valli di Camelot e saggiai' il calore ed il mistero della terra di Avalon. Un altro viaggio di continue ed estenuanti ricerche era terminato.....spero, di esser tornato molto più temprato dall'ultima volta che varcai' codesto portone....."
Adesso, però ero tornato in codeste terre per compier quel che deve esser fatto...., i miei doveri verso l'antico codice ed il mio amato popolo devon tornare come priorità. Traversai' la piazza di Camelot ed attesi che il nuovo giorno sorgesse. Nei miei pensieri speravo di poter reincontrare qualche compagno di ventura, ma chissà..... |
Parsifal attraversava, in sella al suo fidato destriero, la piazza di Camelot.
Il cielo ad Oriente andava sempre più a schiarirsi e il nuovo giorno aveva fatto ormai la sua comparsa. Poco dopo, i primi mercanti cominciarono ad affollare le vie, mentre le botteghe aprivano le porte per una nuova giornata di lavoro. E mentre il giovane Parsifal era giunto all'ombra di un grande dongione, udì una voce. “Per mille demoni illusi...” disse qualcuno alle sue spalle “... non posso crederci... Parsifal!” Lo raggiunse. Era un giovane cavaliere, alto e dai capelli cortissimi, quasi rasati. “Non ti ricordi più di me?” Fissandolo. “Abbiamo frequentato insieme la casa di lord Nagas, come cadetti! Sono Emin... Emin di Monducale! Non mi riconosci più!” |
Altea restò così, stesa sul suo letto, tentando di riposarsi un po'.
Riuscì a dormire forse per un'oretta o poco più. Poi, alcuni rumori e delle voci provenienti dal cortile interno del palazzo, la svegliarono. Erano Altafonte e il fidato Ermiano. “Dunque c'è mancato poco stavolta...” disse questi “... dopotutto era prevedibile... forse non siamo più al sicuro qui, signore...” “Esiste forse un luogo al mondo in cui lo siamo?” Mormorò il cavaliere. “Qui sono gli uomini, altrove saranno i miei fantasmi a tormentarmi...” “Cosa avete intenzione di fare adesso?” “Finire ciò che ho cominciato.” Rispose il cavaliere. “Quel graffio che portate sul volto è come un marchio...” fece Ermiano “... un marchio che mi ricorda dannatamente quelli che imprimevano sul viso dei condannati a morte nelle prigioni francesi...” scosse il capo. |
Roberto aveva ragione, dove avrei trovato la forza di rivelare una notizia tanto dolorosa.
Camminavo nervosa per le strade di quella bella città, quando ci accorgemmo di lady Silvia. Osservai il dipinto, ammaliata. "Caspita, Milady.. È davvero bello come lo dipingete questo cavaliere, o siete voi ad essere una ritrattista troppo buona?" Sorrisi alla donna. Restai ad osservare quella tela per un lungo istante. Perché mi sembrava familiare? L'avevo già visto? No, non mi era mai stato presentato il cavaliere di Altaforte, eppure, al palazzo reale volevo incontrarlo. Ma il biglietto di Mirabole aveva cambiato tutto. "Ha un'aria familiare.." Sussurrai "..devo averlo intravisto alla festa, allora, senza sapere chi fosse..". Anche se... C'era qualcosa che mi sfuggiva, la avvertivo, ma non potevo definirla. Sembrava quasi somigliare a.. No, scacciai quel pensiero. "Vogliate perdonarci, Milady.. Ma abbiamo una faccenda da sbrigare.. Avvisateci però quando avrete finito il quadro... Sono curiosa.. Ricordo che parlavate del suo sguardo.. Di quanto fosse particolare, indecifrabile.. Sono certa che saprete renderlo vivo.." Sorrisi, sincera. Il quadro era davvero molto bello, e la dama cordiale. Ma non volevo rimandare. Prima mi sarei tolta quel peso, prima avrei potuto distrarmi e non pensare a nulla. |
Mi destai e riconobbi le voci di Ermiano ed Altafonte, provenivano dal giardino, fu cosi che aprii la finestra e udii la loro conversazione.
Rimasi ferma e perplessa...cosa stava succedendo? E cosa era successo al Cavaliere di Altafonte per essere ferito...pure lui, non trovava pace in nessun posto dove si trovasse...la sua vita quindi era un tormento..ma perchè? Uscii dalla camera e raggiunsi il cortile interno da dove provenivano quelle voci e mi avvicinai ai due uomini..."Come state milord...la vostra ferita duole ancora?Ma queste sono ferite curabili...le ferite dell' Anima sono lente a rimarginarsi, non pensate?". |
Camelot non era per niente cambiata dall'ultima volta che vi son stato. I mercanti eran sempre immersi nelle loro mille commissioni, le dame portavan sollievo ai loro uomini nell'avvicendarsi di una nuova e curiosa giornata, i bambini si rincorrevano l'un l'altro cosicché da imitar le gesta dei loro beniamini: noi, Cavalieri......"son simpatico a qualcuno....di questi fanciulli?" e sorrisi.
Come era bello respirar nuovamente aria di casa. Improvvisamente, mi sentii chiamare alle spalle a gran voce.....era un suono che mi era molto familiare anche se non ricordavo a chi apparteneva. Mi fermai e risposi: "Si'.....sono io.....posso aiut....", incrociai' lo sguardo del giovane......e rimasi esterefatto. "Emin......sei proprio tu!!!", scesi da cavallo e subito lo salutai'. "Da quanto tempo, non ci vediamo caro amico. Come stai? E' un piacere rivederti. Da poco son tornato da uno dei miei tanti viaggi.....qualche nuova è giunta nel nostro regno?" |
Lasciata la dimora di Silvia, Clio e Roberto giunsero finalmente presso la residenza dei de' Binardi.
Il portone era aperto ed alcuni operai stavano scaricando della merce. Era presente anche Sara, attenta che ci fosse tutto il materiale scaricato. Un attimo dopo, quasi in contemporanea con l'arrivo di Fiosari e della ragazza, uscì dalla casa anche Riano. |
“Buongiorno a voi, milady...” disse Altafonte ad Altea con un lieve inchino “... vi vedo fresca e profumata come una rosa... si, oggi vi paragonerei ad una bella rosa sbocciata dopo la malinconia che vi avvolgeva stanotte... dite che questa ferita guarirà? Certo. Ho ottimi medici. Sfortunatamente tra poco ho un importante appuntamento... e temo dovrò andarci così...” sorrise “... voi siete una dama molto sensibile e non dovete avere ferite nel vostro animo... anzi, ora mi donerete un bel sorriso... si, voglio sapervi sorridente, così andrò con più serenità dove sono atteso stamani... e se a Dio piacendo tutto andrà bene, al mio ritorno vi porterò a fare una passeggiata in città...” le sfiorò delicatamente la mano con un bacio.
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Emin abbracciò fraternamente il buon Parsifal.
“Si, molta acqua sotto i ponti è passata.” Disse. “Io sono apprendista cavaliere e cerco solo una grande impresa che mi possa donare l'investitura. E qui a Camelot circola ancora un bando che parla di un paese straniero... si tratta di Sygma, dove pare giungerà a colpire un famigerato ladro... Mirabole! Vi è una taglia sulla sua testa. Ma oltre al denaro a me interessa la fama. La fama che avvolgerà il mio nome quando lo avrò catturato. E' questa l'impresa che voglio compiere. E vagavo in cerca di compagni per quest'avventura...” |
Lo vidi chinarsi sulla mia mano e sentii la sua bocca sfiorarla lievemente...a quelle parole sorrisi..."Eccovi il sorriso milord..sarà un piacere fare una passeggiata con voi..ma qualche guardia dovrebbe andare a prendere tutti i miei averi e vestiti a Castelflorenzio..mi raccomando non si deve sapere io mi trovo qui ovviamente...allora vi aspetto, e ora penso dovrei fare un buona colazione".
Impegni...sempre impegni...ma pensai alle parole di prima e ora cercava di mostrarsi il più sereno possibile. |
Altafonte sorrise ad Altea.
“Ermiano vi servirà una colazione degna della regina Giovanna d'Angiò.” Le fece l'occhiolino. “Tranquilla, penserò io a far portare qui tutti i vostri bagagli da Castelflorenzio, milady.” Guardò il suo servitore. “E' ora.” Sentenziò. “Hand è giunto?” “Si, signore.” Annuì Ermiano. “Vi sta aspettando. Nella vostra stanza è tutto pronto.” “Bene.” E si avviò verso la porta. “Signore...” mormorò Ermiano. Altafonte si voltò. “Che Dio vi assista.” Fissandolo il servitore. Lui sorrise, annuì ed uscì. Ermiano allora servì una bella colazione ad Altea. |
Ringraziai Ermiano per la colazione..."Qualcosa turbava il vostro padrone mi sembra o sbaglio? Certo deve avere pesanti incombenze..un uomo che ha viaggiato cosi tanto e ora si trova qui solo...ma non cercava moglie? Avrebbe bisogno di una dama vicino a lui".
Mi alzai e vidi che i miei bagagli stavano arrivando...per fortuna..salii nella camera. Mi immersi in una vasca con essenze orientali, avevo bisogno di rilassarmi con acqua calda ed essenze profumate...ma mille domande mi pervasero..."Che affari potrebbe avere qui Altafonte quando ai balli è uno sconosciuto misterioso..sarebbe in giro per Sygma". Uscii dalla doccia, indossai un abito pulito e uscendo mi venne in mente quella stanza che non ero riuscita a vedere bene per via della oscurità e ritornai per controllare le corazze e gli oggetti che vi stavano. |
Mi sentivo a teatro...si cambia scena mia Signora....e infondo non avevo cambiato nulla ero diventata cio' che ero ..una popolana, questo ruolo non mi avrebbe creato nessuna difficolta'......." Finalmente a casa Velv questo vestito ....ha ricreato Elisabeth.....bene mio Signore, ditemi.....devo mischiarmi tra la folla ed origliare...oppure devo seguire i soldati.......insomma ditemi tutto quello che devo fare......." Il punto era che Velv non mi avrebbe più persa d'occhio.....non sempre si può rimediare agli errori e certi errori mettevano il cappio attorno al collo......
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“Ascoltatemi bene...” disse Velv ad Elisabeth “... non dobbiamo fare nulla di che... ma osservare... osservare il tragitto che il quadro farà... da quanto ho capito lo porteranno via con una carrozza, presumibilmente ben sorvegliata da uno squadrone di militari... il nostro scopo è osservare il carro per tutto il tragitto... non sarà complicato, poiché ci sarà folla e camminerà a passo d'uomo... l'unico problema sarà farsi largo tra la folla incuriosita... saremo in quattro... io, voi e loro due...” indicando i suoi due compari “... ognuno di noi sceglierà un lato da cui osservare la carrozza... e non dovrà perderla d'occhio... non dobbiamo trascurare nessun dettaglio... dobbiamo tenere gli occhi su quella carrozza... se Azable agirà, a noi non deve sfuggire... e qualcosa accadrà... intesi?”
Si vestirono e scesero per la strada. Come aveva previsto Velv c'era folla ovunque. I quattro allora raggiunsero, non senza difficoltà, la chiesa di Santa Felicita, dove tutto era pronto per portare via il quadro. |
Compresi bene il piano.....dovevamo essere discreti senza mai perdere di vista la carrozza.....certo che di gente ce ne era......" Velv preferisco stare al lato della carrozza......una donna che passeggia e osserva non da' all'occhio..." e così fu mi incamminai accanto alla carrozza...gli spintoni erano duri da prendere, la gente sembrava andare in processione dietro ad una reliquia......ma i miei occhi erano vigili e al momento tutto sembrava andare liscio come l'olio......
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Presi un profondo respiro.
Probabilmente ero l'ultima persona che voleva vedere. No, quella era Roberto. Chiusi gli occhi e pensai Diomede con gli abiti stracciati, logori, in cella. Dovevo farlo per lui. "Signor de' Binardi.." Chiamai andandogli incontro. Lo salutai educatamente con un cenno del capo. "Perdonate l'intrusione, ce ne andremo subito.." Respirai "...sono stata incaricata di portarvi un messaggio anzi.. Due.." Alzai a fatica gli occhi su quelli del mercante, dovevo guardarlo negli occhi, glielo dovevo. "Simone Missani mi manda a dirvi..." Trattenni il fiato "...che domani giustizieranno Francesco..." Dissi, con la voce più dolce possibile. Esisteva un modo indolore per dire una cosa del genere? Dovetti combattere con tutte le mie forze per non distogliere lo sguardo. "Mentre Mirabole.." Continuai "...mi ha detto che lo salverà...". Mi sembrava giusto dargli un po' di speranza. E poi, era la verità. Sospirai. "Mi dispiace.." Sospirai nuovamente "..comprendo il vostro dolore meglio di quanto possiate immaginare...". Per un momento, come davanti a Francesco, lasciai cadere la maschera di spensieratezza, che mi evitava di ricordare il dolore. Lasciai che quell'uomo vedesse il dolore nei miei occhi, per la mia famiglia, la mia casa, mio fratello. Battei le palpebre e tornai ad essere impassibile. "Non voglio intromettermi nel vostro dolore..." Mi affrettai a dire "..ce ne andiamo immediatamente..". Conclusi, prima che potesse sbatterci fuori. Infondo, ne aveva tutto il diritto. |
A quelle parole di Clio, Roberio si lasciò cadere si alcuni sacchi di carbone.
Rimase così, seduto, senza dire nulla, ma con gli occhi rossi per le lacrime. Sara invece scoppiò a piangere, gettandosi a terra disperata. “Prima lui...” disse in lacrime “... ora anche Francesco... perchè non ci uccidono tutti? Perchè?” Roberio riuscì ad un tratto a trattenere le lacrime. “Vi...” mormorò fissando Clio “... vi ringrazio per avercelo detto...” si alzò a fatica ed entrò in casa. Ne uscì poco dopo. “Questo lo fece Francesco anni fa...” dando a Clio un vecchio disegno “... è il ritratto di suo fratello morto sette anni fa... potete darglielo? Però, dopo... dopo vorrei riaverlo... vi è possibile?” http://th06.deviantart.net/fs41/200H...e_Lioncour.jpg |
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