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"Bensuon...datti un contegno...arrivata a Corte studierò cosa fare...e non fare il geloso per nulla, non ne hai motivo, quindi quando uscirò da questa casa avrai già deciso se seguirmi o meno...io ti do libertà ma non farai il finto fidanzato" e ora vediamo che avrebbe detto..parlava il santo.
"Si sarò prudente, avete altro da dirmi...di Guisgard...non avete nulla da dirmi? Se sapete qualcosa placate il mio animo tormentuoso come quel vento che scuote la natura" e le guardai nei loro occhi azzurri. |
Icarius annuì a Clio e poi osservò la ragazza che svaniva nella penombra, salendo piano le scale.
La fissò a lungo, fino a quando non sparì come una visione, come un fantasma. “Sarà dura addormentarmi stanotte...” disse piano il pastore, per poi sistemare a terra la coperta. Si stese e cominciò a suonare lentamente la sua ocarina, mentre il fuoco consumava gli ultimi pezzi di legna sulla brace. La ragazza, intanto, era tornata in quella stanza così densa e viva di ricordi. Tutto sembrava parlarle di lui. Di Guisgard. Ad un tratto le parve anche di sentire il suo odore tra le coperte. Fino a quando si addormentò. Il mare era burrascoso ed il vento scuoteva le alte e nere nuvole del cielo, come a volerne far scricchiolare i Pilastri. La Santa Caterina solcava le onde impetuose, ormai prossima ad alzarsi in volo. “Stiamo andando diritti contro quegli scogli!” Gridò Miseria dal ponte di comando. “Non temete!” Gli fece eco Irko il Rosso. “C'è Guisgard al timone!” Clio corse allora da lui, ma si accorse che nessuno governava la nave. La vedetta dall'albero maestro cominciò ad urlare qualcosa. Erano apparse delle navi. La Santa Caterina così si alzò e cominciò a volare. Ma lo stesso, incredibilmente, fecero le navi appena apparse. Anch'esse erano capaci di alzarsi in volo. Clio prese così il cannocchiale e scrutò le loro bandiere. E su di esse vide impresso il simbolo di Picche. La ragazza si svegliò di colpo. E forse non solo a causa dei quello strano sogno. La carrozza su cui viaggiava infatti sussultava mentre attraversava quell'angusto sentiero immerso nella brughiera. E guardando nei finestrini della vettura vide una grossa villa dove terminava il selvaggio sentiero. http://www.independent.co.uk/migrati...uthering2.jpeg |
“Guisgard è stato portato via dalla Gioia.” Disse Sissi.
“Si, morto per quella maledizione...” mormorò Atenia. “Andate ora, milady.” Melinna ad Altea. “Non abbiamo molto tempo per agire. Che Dio vi aiuti e vi protegga.” Intanto Bensuon era sempre più perplesso e forse anche impaurito da tutta quella storia. |
Guisgard non c'era, non c'era accanto a me, non c'era al timone della Santa Caterina.
Mi svegliai di soprassalto, e sbiancai, rendendomi conto che non ero più nel mio letto. No, no, no... Dannazione, Clio... Dovevi vegliare su di lui, cavalleria o no... Lo sapevo che non potevi dormire! Guarda cosa hai fatto! Ero teorizzata, l'avevano preso. Non ero riuscita a proteggerlo. Maledizione! Una villa? Era lì che mi stavano portando. Già, ma chi? |
L'uomo rise ed annuì ad Elisabeth.
“Certo che è vivo l'Arciduca...” disse, mentre il Priore Tommaso mollò la presa, lasciandolo “... oh, io non l'ho veduto, ma metto da parte del cibo per quando verrà a chiedere un alloggio... vedete, non può tornare nel suo palazzo senza un piano, o lo uccideranno...” “Quest'uomo deve essere pazzo...” mormorò Tilde. “Chi sei?” Chiese il Priore. “Solo un giullare...” rispose l'uomo con un'espressione da ebete “... lo sono sin da piccolo e sono stato a corte, dove ho servito sia l'Austero, sia lord Guisgard...” “Cosa ti fa credere che lord Guisgard sia vivo?” Ancora il Priore Tommaso. “Semplice...” ridendo il giullare “... perchè è stato messo in salvo... per salvarlo dalla Gioia!” “E chi lo ha salvato?” Fissandolo il religioso, nel tentativo di comprendere la natura di quel buffo uomo. “La Dama del Lagno, chi altri!” Esclamò il giullare. “Lei lo ha salvato!” Il Priore restò con i suoi occhi indagatori su di lui. http://media.cineblog.it/8/81a/Stase...an-Connery.jpg |
La carrozza, col suo andamento lento, il suo cigolare quasi meccanicamente, il dolce procedere dei cavalli e i versi del cocchiere per condurli, avanzava in quella vasta brughiera battuta del vento ed intrisa di un ossessivo senso di apatia e dimenticanza.
Poi apparve quella villa in lontananza, così silenziosa ed austera. La vettura imboccò uno stretto viale alberato, il cui accesso recava una lapide di pietra con incise le seguenti parole: “Le Cinque Vie” “Madama, siamo quasi giunti.” Disse il cocchiere sporgendosi in modo che la ragazza potesse udirlo dall'interno della carrozza. “E' quella la villa.” Erano arrivati ormai, sebbene la ragazza di Miral sentisse ancora l'angoscia e la tristezza per il sogno della Santa Caterina contro le navi di Picche. |
Madama? Non capivo un accidente.
Cosa stava succedendo? "Dove siamo? Dove mi state portando?" Chiesi all'uomo, sporgendomi dal finestrino "Come sono arrivata qui? Io, non capisco..". Avevo mille domande, ma certo un cocchiere non avrebbe potuto rispondermi. E Icarius, dov'era? Cosa gli avevano fatto? Come sapevano che eravamo a casa mia? Nessuno conosceva casa mia. Ci avevano seguito? Perché non attaccarci nella brughiera, allora. Non riuscivo a darmi pace, ma ormai eravamo arrivati, dovunque mi stesse portando, e quindi avrei scoperto qualcosa, almeno, lo speravo. |
Il rumore delle ruote della carrozza nei solchi del viale impedirono che le parole della ragazza di Miral arrivassero al cocchiere.
La vettura proseguì fino a raggiungere la grande villa. In realtà quel luogo appariva del tutto straniato dal tumulto e dal clamore della società Capomazdese. Poteva tranquillamente essere definito l'ideale per un misantropo o per un anacoreta, fatta eccezione per la monumentalità tutta aristocratica di quell'ambiente. E quel posto pareva da sempre essere stato battuto dal vento. Tutto infatti appariva come reso incantato da quel furente e furioso soffio che si accaniva sulla brughiera senza sosta. La terra era secca, l'aria limpida e fredda, gli alberi con i rami protesi verso il cielo e le cime sferzate e piegate quasi come a mostrare un solenne e perenne inchino alla sovranità di quell'Eolo Capomazdese. E la grande villa sembrava essere stata costruita apposta per resistere in quel ventoso, cupo e selvatico scenario. La carrozza arrestò il suo incedere proprio davanti al solido e secolare portone, circondato da pietre larghe e sporgenti che donavano un'imponenza d'altri tempi a quell'ingresso. Il cocchiere saltò giù ed aprì la porta della vettura per far uscire la ragazza di Miral. E in quel momento una vecchia servitrice uscì dal portone, andando in contro ai nuovi venuti. “Salute a voi...” disse con un tiepido sorriso “... madama Elsia immagino. Vi attendevamo.” |
Guardai la donna interdetta.
Che stava succedendo? Elsia? Quello era il nome del racconto di Icarius.. Stavo sognando, dunque? "Veramente..." Mormorai "Ci dev'essere un errore, il mio nome è Clio.. Posso chiedervi dove mi trovo?" Gentilmente. |
La servitrice guardò stranita la ragazza di Miral e poi il cocchiere.
E ancora la ragazza dai biondi capelli. “Ma allora” disse poi rivolta al cocchiere “devi aver commesso un errore.” Scuotendo il capo. “Dovevi passare da madam de Stell e prendere la ragazza che avrebbe fatto da modella.” “Non c'era madam de Stell” giustificandosi il cocchiere “ma solo quel suo vecchio marito, messer Dommone... e lui mi ha additato milady” indicando la ragazza dagli occhi azzurri “come la modella da condurre qui.” “Oh, Bontà Divina!” Esclamò la servitrice. “Ma ne risponderai tu di questo.” Seccata, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza. “E ditemi, voi siete comunque una modella? Avete già svolto tale occupazione prima d'ora?” La osservò dalla testa ai piedi. “Dall'aspetto direi di si.” |
In piazza si scateno` un gran fermento. La piazza si riempi` e al centro di essa, in bella mostra, fu montato un rudimentale palco e dei cappi furono posti sopra.
Delle persone salirono, tra cui anche dei bambini piccolissimi. Distolsi lo sguardo; non potevo assistere a tale scempio. Persone uccise solo perche` seguaci di un altro "duca". Ad un certo punto ci voltammo e dei militari iniziarono a farci delle domande, se volessimo una scorta e domande simili. Non trasmettevano nulla di buono. Io e Rida ci guardammo, impaurite. Ad un certo punto, come un'illuminazione, oltre la spalla di uno dei militari, vidi una piccola scritta incisa su una targa "Via del Vento". |
Ascoltai le donne sorridendo "Ho chiamato Bensuon ad aiutarmi perchè sono convinta Guisgard sia imprigionato oppure è dovuto scappare per qualche motivo..voi siete sensitive ma pure il mio sesto senso non sbaglia e penso lo ho dimostrato eccome in questi giorni".
Sospirai scuotendo il capo "Non vi ho detto, quando ero nel giardino di Cassaluia ho visto una camelia e la presi, il suo profumo inebriante mi ha fatto ricordare una cosa passata di lui e poi..ebbi un guizzo, un presentimento ovvero lui fosse imprigionato proprio nelle prigioni. Quando chiesi alla donna di accompagnarmici lei ha iniziato ad inveire contro me e vi fu una discussione, è sempre stato cosi quando nominavo lui e sono fuggita fino alle prigioni" presi fiato per continuare quel fatto pensando a quanto era angusto quel posto "Ho pagato bene la guardia ma non mi ha fatto parlare col carceriere, e ho lanciato la camelia con intorno un braccialetto Guisgard mi regalò proprio di fronte alla entrata, con la speranza lo prendessero e magari lui lo vedesse e poi sono fuggita e..persa..e sono giunta qui a voi e vi dimostrerò ho ragione..quel bracciale potrebbe aiutarmi chissà..prima di tutto ora cercherò di entrare a Corte e essere unita a Cimmiero, magari per far star tranquillo Bensuon..come pupilla, nonostante la mia giovane età ero la pupilla di Dominus e mi definivano la padrona della Domus Ardeiana..e sentivo molte, ma molte cose..si essere una amante non ha valore, magari si accontenta di una notte e basta. E magari un giorno gli dirò di questo bracciale ma con una storia falsa ed entrerò in quella prigione con la sua autorizzazione o assieme a lui, e poi ho da definire la storia del Cimitero Longobardo, vero non ho molto tempo..se non lo risolveranno altri prima di me, visto io..non ho mai avuto una buona considerazione di me" e rimasi in silenzio..non ero mai stata nessuna di importante..per nessuno. "Bene..Sygma è venuta ad aiutare Capomazda sembra" sorrisi a lady Sissi "ora ho dei vestiti nella mia sacca, devo presentarmi al meglio a corte..guardate come sono conciata" e mi cambiai in un punto nascosto da lady Sissi "Ci vediamo presto...e spero con notizie importanti". Uscii e mentre andavamo a Corte dissi a Bensuon il mio pensiero.."Sei libero di decidere, sarai il conte de Fleur ma solo un amico e se accetti tu devi lavorarti il cugino del nuovo Duca..Guanto..un tipo di bettola e fartelo amico ma stai attento...ma decidi tu". Arrivati di fronte alla Corte mi presentai alla guardia.."Sono la duchessa Altea de Bastian, nipote del Duca Mandus...ero in giro e ho saputo Capomazda ha un nuovo Duca e mi affrettata a tornare, mi ha accompagnata il mio amico, lord Bensuon de Fleur" sorrisi falsamente e guardai la Corte con tristezza, e aspettai mi facessero entrare e se Bensuon voleva partecipare o meno. http://i58.tinypic.com/11glo21.jpg |
Ero intenta ad ascoltare questo nuovo personaggio.....guardavo il Priore...il suo volto non trasmetteva alcuna emozione...anzi...faceva domande in modo che il poveretto fosse a suo agio e si sentisse confortato....Tilde sorrideva...coprendosi la bocca con la mano e io ....e io ...ero la compagna del giullare.....si..perchè no, stavo aiutando Lord Guisgard......aiutavo lui e a quel punto della storia...non sapevo se fosse vivo o morto....Ma tutti lo attendevano, o mio Dio Lo Amavano tutti......poi...improvvisamente il giullare nomino' la Dama del Lagno......qualcosa in me si sciolse....si....ero vicina al giullare ero come lui chi mi avrebbe creduta...quella Dama mi aveva riportata alla vita...mi aveva salvata.....e mi aveva dato una seconda possibilità...dovevo desiderarlo con tutto il cuore...Mi riporto' tra le braccia di De Gur...non meritava il mio abbandono....era solo ed aveva solo me......che buffa quella storia ..ora che Lia mi aveva raccontato del loro tradimento........." Tilde..puoi fare compagnia a questo giullare ?......devo parlare col Priore..e'importante..poi accenderemo il fuoco...e ci riscalderemo.......".....uscimmo fuori dalla casa in pietra......" Voi cattolici..la chiamereste confessione.....io desidero chiamarla......bisogno di affidarmi a qualcuno e non importa che portiate o meno un saio...... non sarà certo quello che farà di voi un uomo migliore.....".......mi strinsi piu' forte nel mio mantello........".....Il mio destino sembra molto strano......alle volte io stessa non riesco a comprendere i motivi per cui compio alcune scelte.....ma se mi vengono dettate dal cuore....sono delle scelte giuste....ognuno di noi ha un cammino da percorrere...e senza alcune scelte il cammino rimane incompleto.........Sono Una Sacerdotessa Pagana..padre....il mio mondo e' il Femminino Sacro........ma un giorno....un uomo ho sconvolto la mia vita si chiama De Gur.....lo ritrovammo sulla spiaggia dell'Isola che abitavo...aveva perduto la memoria........ma nonostante l' Oracolo mi avesse parlato......pensando di salvare la mia gente l'ho seguito............ed ho conosciuto il nome di Guisgard....... hanno portato me e De Gur a combattere contro Guisgard ..poi invece le cose sono andate diversamente ed chi era stato votato come perdente divenne il vincitore......Guisgard ha assunto la posizione di Arciduca...aveva vinto...e la mia vita con De Gur..anzi la vita di molte famiglie...aveva assunto una fase pacifica.....era piacevole alzarsi la mattina e non pensare a nulla che avesse potuto fare del male a chi ami...era piacevole credere di poter credere a chi ti stava accanto.................Ora Guisgard e' morto..o e' scomparso......ho perso De Gur ........e ascoltando il giullare..quando ha parlato della Dama del Lagno sono tornata indietro con la mente........io so di cosa stava parlando.....io l'ho conosciuta.......e' a lei che devo la vita........".....c'erano delle cose che potevano essere poco comprensibili.....ma Padre Tommaso..sembrava un uomo che aveva vissuto tra gli uomini......io infondo non avevo piu' nulla da perdere......." questo e'un posto che io visito ogni tanto vi faro' vedere una cosa.....ma vi prego dovete rimanere in silenzio.....dopo vi daro' ogni spiegazione.....
https://38.media.tumblr.com/a8ad9a3a...3tc1o1_500.gif Erano le creature del bosco..il mondo femminile che mi aveva cresciuta negli anni...un rituale antico all'interno del cerchio di pietre.....l'unione tra il mondo che sa e quello che non sa |
Sgranai gli occhi a quelle parole.
Non sapevo se essere divertita, preoccupata o semplicemente furiosa. Io, una modella? Repressi una risata rammentano le parole di Guisgard che mi elencava tutti i motivi per cui fare la modella per me sarebbe stato più complesso delle sette fatiche di Ercole. Certo, magari stavo sognando, in effetti capitava spesso che i miei sogni non avessero né capo né coda, eppure ero sicura di essere sveglia. Guardai la donna, completamente stranita. "Sentite, io non conosco nessuna Madam de Stell, e nemmeno Messer Dommone..." cercando di restare calma "Mi sono addormentata a casa mia e mi sono svegliata in questa carrozza.... Potete per favore dirmi dove mi trovo e che cosa sta succedendo? Come ci sono finita qui? Io.. non capisco.." con l'aria più spaventata che furiosa, era sempre meglio non sembrare pericolosa "Comunque, no.." decisa, alzando lo sguardo sulla donna "Sono quanto di più lontano da una modella ci possa essere, ve l'assicuro.." scuotendo appena il capo. Non ci capivo nulla. Chi era entrato in casa mia? Perché portarmi lì con il nome della protagonista di una delle novelle di Icarius? Che razza di senso aveva tutto quello? Ero impazzita? Icarius e Giovanni? Che fine avevano fatto? Una cosa era certa, dovevo andarmene da lì immediatamente. |
-Invero, amico mio, faremo chiarezza, o almeno ci proveremo-
risposi, e mentre lo facevo, mi accingevo ad un'osservazione del luogo, in cerca di un varco, o di un punto più comodo, per poter comunque entrare in quei luoghi. |
"Seguitemi, dunque!" dissi a Pirros. In silenzio e con la complicità della sera, ci addentrammo nel bosco, correndo. Dovevo condurlo più in fretta possibile da Edwig la guaritrice. Lei avrebbe saputo dove nasconderlo, senza destare sospetti.
Correvamo l'uno accanto all'altra, senza parlare e, quando io inciampavo nelle mie vesti, lui mi sorreggeva. Arrivammo in fretta ma stremati dalla guaritrice e, una volta sistemato, lo salutai. "Sir, devo tornare subito al convento, prima che la mia lunga assenza desti sospetti. Tornerò da voi domani!". Ma prima di tornare da Pirros, l'indomani, sarei tornata al carcere come mi aveva detto Tifonne. |
Gwen alzò lo sguardo quasi per caso e si accorse della scritta che indicava “Via del Vento”.
Era la principale e più antica strada della città. Quei militari però non mollavano l'osso, attratti com'erano dalla possibilità di potersi accompagnare a due ragazze sole, come appunto apparivano Rida e la ragazza di Avalon. “Suvvia, madame...” disse ridendo uno di quei soldati “... non è tranquillo, né raccomandabile passeggiare tutte sole in strada di questi giorni...” “Ma certo...” annuì un altro di quelli “... indicateci dove siete dirette e noi vi scorteremo...” E risero fra loro. “Vi ringraziamo, ma sappiamo cavarcela da sole.” Fece Rida. “Oh, ma siete scortese...” fissandola un altro ancora di quei militari “... non è infatti educato rifiutare l'aiuto che vi offriamo...” accarezzando l'elsa della spada con fare minaccioso. |
“Si, si...” disse la servitrice alla ragazza di Miral “... si, state calma un momento e lasciatemi concentrare un attimo, così potrò risolvere anche il vostro problema...” seccata “... comprendi che questo ci causerà dei guai?” Guardando poi il cocchiere. “Uno di noi dovrà assumersi la responsabilità di questa cosa e non sarò certo io.”
“Io ho fatto come mi è stato detto.” Si difese il cocchiere. “Tu hai portato qui una ragazza al posto di un'altra.” Replicò la servitrice. “Conosci il padrone e questo farà scoppiare il finimondo.” “Che differenza fa poi?” Mormorò il cocchiere. “Qualsiasi bella ragazza può fare da modella, no?” Fissando poi la ragazza di Miral. “Guardate che sarete ben pagata, naturalmente.” Alla giovane. |
Guardai stranita prima l'una poi l'altro.
Certo, stare calma, una parola! Poi quell'uomo si rivolse a me e lo guardai esterrefatta. "State scherzando spero? Ma neanche tra un milione di anni..." Scocciata "Sentite, questi non sono affari miei... Almeno che non vogliate trattenermi con la forza, cosa che vi sconsiglio caldamente di fare, io adesso me ne torno a casa..." Decisa. |
Galgan ed il fido Lucas cercarono come poter entrare nel Cimitero, che appariva comunque invalicabile.
Ma alla fine, quasi dimenticato dietro alcuni folti rovi, lo scudiero si accorse di qualcosa. Era una breccia nel muro di cinta del Camposanto. “Questa credo sia la nostra sola possibilità.” Disse, indicando quel punto al cavaliere. Si guardò poi intorno, fino a quando notò un vecchio piccone ed una zappa malandata ai piedi di un cipresso. “Sono stati di certo i becchini a buttar via quel piccone e quella zappa.” I due li presero ed allargarono la crepa nel muro, fino a farne un passaggio che permettesse loro di penetrare in quel Santo luogo. |
“Oh, ora cercate di stare calma, voi.” Disse la servitrice alla ragazza di Miral. “Siete nel bel mezzo del nulla, nel cuore della brughiera. Come pensate di poter tornare a casa vostra?”
“Ammesso che abbiate davvero una casa.” Fece il cocchiere. “Ora che ci penso... se non siete la modella, come avete allora fatto a salire sulla carrozza? Forse vi siete intrufolata per nascondervi, magari dai soldati. Siete per caso una ladra? O peggio?” “Per carità!” Esclamò la servitrice. “Ci manca solo questo! Introdurre qui una ladra! Vuoi che il padrone ci uccida entrambi?” Ammonendo il cocchiere. “Ora piantala e cerca di non fare altri guai!” Fissò poi la ragazza di Miral. “Ascoltate... io non so chi siate e neanche mi interessa. Ma di certo non vi abbiamo portata qui con la forza. Anzi, a ben pensare, vi stiamo offrendo un lavoro ed anche ben retribuito. Il padrone è lunatico e volubile e con ogni probabilità si stancherà presto di voi, rimandandovi da dove siete venuta. Con in più, come detto, qualche moneta in tasca che prima non avevate.” |
"Già, gradirei saperlo anche io come ci sono finita su quella carrozza..." Fissando la donna con decisione "A meno che il vostro padrone non sia in guerra con chicchessia e necessiti di truppe, qui non c'è lavoro per me... Perché è così che mi guadagno da vivere... Non facendomi guardare..." Con disprezzo.
Ero davvero furiosa. "Come ho detto, io adesso me ne vado... Posso trovare la strada, non temete.." Non avevo intenzione di passare in quel posto un minuto di più. Così, senza dire altro, mi avviai verso la direzione da cui ero giunta con la carrozza. Avevo mille domande che mi si affollavano nella testa, e non riuscivo a trovare risposta a nessuna di queste. |
“Guisgard imprigionato...” disse stupita Sissi, per poi guardare le sue sorelle “... mi sembra una cosa assurda ed impossibile...”
Le altre due anziane annuivano d'accordo. “Tenere in vita il duca” continuò Sissi “è pericoloso e letale per chiunque. Gvineth e Cimmiero non sono tanto stolti. Sanno benissimo che un Taddeo o governa oppure giace sottoterra. Tenerlo in vita è fuori dal mondo. Ora dimenticate simili fantasticherie e andate a corte per la vostra missione.” Fissando Altea. La dama di bastian, così, insieme a Bensuon, che alla fine aveva accettato, sebbene un po' a malincuore, il nuovo ruolo di de Fleur, lasciarono la casa delle tre nobili e raggiunsero la città. Per le strade notarono il clima di confusione e terrore che dominava. Arrivarono poi al palazzo e qui si presentarono ad una delle sentinelle. “Ma guarda guarda...” all'improvviso una voce alle loro spalle “... il potere e la ricchezza attirano la bellezza come il miele con le mosche...” avvicinandosi Guanto alla dama “... i miei omaggi, milady...” baciandole la mano e guardandola con bramosia. |
La ragazza di Miral lasciò così quel posto e nonostante i tentativi della servitrice e del cocchiere prese il sentiero, per tornare da dove era venuta.
La brughiera era però vasta, selvaggia, tetra ed attraversata da ombre inquiete. Il giorno era ormai terminato e la sera aveva preso il posto dell'effimero crepuscolo. La ragazza attraversava quel luogo col sibilo del vento come unico compagno, mentre intorno a lei strani versi si animavano, come se le fiere di quelle lande avessero abbandonato le proprie tane in cerca di prede e di vittime. E mentre proseguiva, ad un tratto, la ragazza avvertì qualcosa. Un rumore più vicino di quegli altri invece lontani uditi in precedenza. Come i passi di un cavallo. Ed infatti, pochi istanti dopo, dal buio che avvolgeva il sentiero davanti a lei vide apparire qualcosa. Era una figura a cavallo. E veniva verso di lei. |
Ero furiosa, furiosa con me stessa.
Dovevo proprio addormentarmi? Non avevo detto che avrei vegliato su di lui? Guarda cosa hai combinato... Chi era entrato in casa mia? Chi sapeva dove abitavo? Mi avevano derubato? Ma poi che senso aveva portarmi lì? La brughiera sembrava il posto perfetto per raccogliere e insieme disperdere tutti i miei pensieri, le mie domande senza risposta. Poi, d'un tratto, sentii dei rumori sempre più vicini, zoccoli sul selciato. Una figura a cavallo si avvicinò, istintivamente raccolsi una pietra da terra, da usare come arma, e mi nascosi aspettando che passasse. |
La ragazza di Miral prese quella pietra e si nascose, attendendo il passaggio della figura a cavallo che si muoveva silenziosa come un'ombra lungo il sentiero.
Ma quando fu a pochi passi da lei, quell'ombra cominciò a suonare. Uno strumento ed una melodia familiari alla ragazza. Era infatti il suono inconfondibile dell'ocarina di Guisgard. |
Chiudi gli occhi a quel suono capace di stingermi il cuore.
Sospirai, sapevo di dover andare. "Se poi finisco nei guai vedi te..." Pensai, con un leggero sorriso. Così, uscii dal mio nascondiglio, senza lasciare la pietra, per osservare la figura che camminava silenziosa. |
Elisabeth condusse il Priore Tommaso in un punto della brughiera dimenticato.
Un punto remoto, attraversato da strane forze. E quella scena, in tutta la sua mitica ed ancestrale forza, si mostrò agli occhi della donna. Ma solo ai suoi. Il Priore infatti, non essendo stato iniziato a quel mondo ed alle sue leggi, non vide null'altro se non il buio ed il silenzio che dominavano la brughiera. “Madama...” disse all'improvviso il religioso “... è chiaro che viviamo e crediamo in due mondi differenti... io non giudico voi e voi fate lo stesso con me... fin dall'inizio ho compreso che in voi vi erano arcane conoscenze e forse anche tentando di spiegarle io difficilmente potrei comprenderle in pieno... ma se la vostra sensibilità vi suggerisce un modo per farci comprendere cosa sta accadendo in questo ducato, allora sarò ben lieto di ascoltarvi... perchè quel giullare è il secondo folle che viene a parlarci di fantasmi... e da quel che so, il nuovo duca vuol farne uscire tanti di fantasmi, sterminando molti del popolo...” Ma mentre il religioso parlava, una di quelle creature che danzavano nel cerchio di pietra si fermò e chiamò a sè Elisabeth. |
La ragazza di Miral lasciò il suo nascondiglio, senza però gettare la pietra che stringeva in mano.
Intanto la figura a cavallo si avvicinava senza smettere di suonare l'ocarina. E quando fu a pochi passi da lei, la ragazza poté scorgerne l'aspetto. Era avvolta da un lungo mantello ed un cappuccio copriva il suo capo. Ma nel vedere la ragazza pararsi davanti al suo cavallo, la figura smise di suonare e si fermò. Gettò allora all'indietro il cappuccio, svelando il suo volto. Un volto che la ragazza di Miral conosceva molto bene. Era infatti il volto di Guisgard, che come quello di un fantasma brillava sotto il pallore enigmatico della Luna, nel buio impenetrabile della brughiera Capomazdese. https://moonwolves.files.wordpress.c...mofheaven1.jpg |
Tessa lasciò Pirros nella casa di Edwin, per tenerlo al sicuro dai sicari di Cimmiero.
Ma prima che la ragazza lasciasse quel luogo per tornare al convento, l'ex comandante del carcere la baciò. Ritornata finalmente al monastero, senza essere vista da nessuno, Tessa raggiunse la sua stanza e stanca cadde addormentata. “E'...” disse uno dei contadini “... è morta, vero?” “No, non lo è...” scuotendo il capo l'altro “... credo stia dormendo...” “Ma come può essere?” Stupito il primo contadino. “Ha fori di proiettili su tutto il torace! Te lo dico io... questa povera piccola è stata portata davanti ad un plotone di esecuzione!” “Forse...” il secondo contadino “... ma è viva... respira...” ed aprì la mantellina forata dai colpi che avvolgeva la piccola “... Bontà Divina!” Esclamò il contadino. “Ecco come ha fatto a sopravvivere!” “Come?” Il primo contadino. “Ha dei gioielli nei vestiti!” “Gioielli?” “Si, gioielli, ti dico!” Ribadì il secondo contadino. “Qualcuno ha nascosto questi gioielli nei vestiti della bambina e per questo i colpi dei fucili non sono riusciti ad ucciderla... i gioielli l'hanno salvata!” “Valgono molto?” Chiese il primo contadino. “Sono degni di un tesoro regale...” il secondo. “Un momento...” turbato l'altro “... vuoi dire che questa piccola è...” “Non dico nulla.” Quasi a zittirlo il secondo. “Prendiamo i gioielli e filiamo.” “E la bambina?” Domandò il primo contadino. “Ci sono dei mercanti diretti a Sud...” spiegò il secondo “... fuori dai confini... la daremo a loro...” Tessa si svegliò di colpo. Un altro di quei misteriosi ed inquietanti sogni che la perseguitavano da sempre. Ma ormai albeggiava e la campana del convento annunciava il sorgere del Sole. |
Per un momento sbiancai nell'osservare quella figura.
Stavo sognando? Era un'illusione? Non sapevo che cosa pensare, che cosa credere. Sapevo solo che era lì, davanti a me, e il mio cuore iniziava ad accelerare. Stai letteralmente impazzendo, dai retta a me. Lo osservai con gli occhi sgranati per lungo tempo, scrutando il suo sguardo che si posava su di me. "Guisgard..." Mormorai, con sorpresa, speranza e una voce tremante, senza togliere gli occhi dall'intenso azzurro dei suoi. |
Quei due non volevano desistere, non ci lasciavano andare. Insistevano dicendo che non era sicuro camminare per strada in quei giorni e che avevamo bisogno di compagnia.
Non sapevamo cosa fare. Anche Rida si guardava nervosamente intorno in cerca di un modo per allontanarci da quegli uomini. Appena avevo visto la targa della via, avevo subito pensato alla casa di Velven, ma non avevo idea di dove si trovasse. Ad un certo punto, mentre i militari erano distratti, feci scivolare la chiave datami da Velven nella mano di Rida. Quando se ne accorse, Rida si volto`; negli occhi vidi qualcosa, come un'improvvisa illuminazione. Si volto` di nuovo verso i militari ed inizio` a parlare. |
Con il foglietto datomi da Tifonne nascosto nella tasca del mantello, mi incamminai di nuovo verso il carcere, con la speranza di poter parlare con Sir Caffon, il nuovo capo carceriere.
Quello era sicuramente il cammino più lungo e travagliato della mia vita, soprattutto dopo il sogno di quella notte e il lungo dialogo avuto con la Madre Superiora. Le sue parole mi risuonavano continuamente in testa, senza darmi tregua. Mentre camminavo, non potevo non ricordare il nostro incontro. "Vi vedo strana, mia cara. Credo che sia giunto il momento di parlare, non credete?" mi disse. Le raccontai tutto, quel mattino. Le raccontai del prigioniero dalla maschera di ferro, dei miei sospetti e dei miei strani sogni. Le raccontai di Pirros nascosto dalla guaritrice e del mio incontro con Tifonne. Le raccontai anche, come d'istinto, avevo detto a Tifonne di una lettera che mi imparentava al prigioniero misterioso. Vuotai il sacco e, improvvisamente, mi sentii più leggera. Fino a quando la Madre Superiora sorrise, quasi mestamente. "Avete il Dono, come vostra madre" mi disse, tirando fuori dalla sua Bibbia un vecchio foglio di carta "Ve lo avevano cucito così bene addosso, che quelli che rubarono i gioielli che portavate con voi, non lo videro. Ed ora eccolo qua. Leggete." Con mano tremante aprii quel foglio ingiallito. Poche parole scritte sulla carta, che ebbero però il potere di imprimersi a fuoco nel mio cuore: " Nascondete dal male e dalla morte Teodora Tessa Taddei. Dio Padre Onnipotente vi ricompenserà con la sua misericordia eterna. Io vi ricompenserò con l'oro, affinché non manchi niente a lei e a voi" "Non so più chi sono" dissi ad alta voce, mentre bussavo alla porta del carcere. |
Sorrisi alle parole del Priore....." Penso e credo che tra me e voi non ci sia alcuna differenza....non c'e' un credo per me ed un credo per voi....bisogna solo aver Fede.......se io e voi ci siamo trovati su questa strada...non e' stato per il nostro volere...ma per il volere di tanti......Noi abbiamo disegnato il nostro destino e tutti coloro che ci sono al fianco...amici e nemici..ci aiutano a portarlo avanti......Cio' che vi ho indicato...non guardatelo con gli occhi ...guardatelo col cuore..vedrete Tommaso....che una nuova luce si aggiungerà al vostro cammino....".....una voce di donna....chiamo' il mio nome.....mi voltai di scatto....era il tempo che io mi unissi a quel Tempio......poi avrei proseguito lamia strada...con il Priore....era vero..il popolo doveva essere aiutato e questo doveva essere fatto a costo di perdere ogni cosa....amavo De Gur...ed era la gioia piu' immensa, speravo solo che la forza del mio amore in quel momento lo stesse aiutando.......mi allontanai dal Priore...e mi incamminai verso il cerchio di pietre.......il Tempio a cielo aperto.......guardai la volta celeste......una volta arrivata li'...trovai sei donne in fila da una parte del cerchio e sei dall'altra.....al centro tre ceri........ai fianchi mi venne messo un grembiule di pelle d'agnello ed avanzai verso Oriente......lì mi fu dato un arco.........era il mio arco.... ed una donna..dall'aspetto autorevole mi attendeva seduta ad uno scranno......mi guardai in giro.......non vi era smarrimento in me.....ero a casa....." Se La Dea Diana...ha chiesto alla mia anima la ricerca di un percorso...non per se stessa ma per il bene di altri...sono pronta ad affrontarlo......ma..molte cose non mi sono piu' chiare da quando vivo nel mondo degli uomini...il loro smarrimento...la capacità di non ascoltare i bisogni propri per poter far fronte a quelli degli altri.....ha scosso anche me.......Guisgard e De Gur.......Il primo...mi e'totalmente sconosciuto, ma era un uomo giusto e il popolo ha sete di giustizia.....il secondo.....non comprendo che fine possa aver fatto.......ci sono con me dei profani...Un Priore...legato alle leggi del Signore...sta cercando di far luce sull'uomo la cui morte ha sconvolto la terra degli uomini stolti...chiedo a voi Saggezza per questa figlia in cammino...."..........Avevo bisogno, comprendere....c'era così scompiglio in me..che non riuscivo a portare bene a chi mi stava accanto......
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Rimasi a guardare il Palazzo Ducale perplessa quando mi accorsi in me si era insinuato il tarlo del dubbio...un dubbio forte...ma che diavolo stai facendo Altea??
Mi voltai verso Bensuon ma non ebbi il tempo di parlare che arrivò subito Guanto, la mia ira iniziava a farsi sentire ma dovevo mostrare cordialità ma non per entrare ma per andare via.."Oh Milord Guanto, io sono nata a Corte, questa è la mia casa..ovviamente oltre le altre mie residenze" e lo guardai sorridendo falsamente..paragonava la ricchezza come le api sul miele,non sapeva o forse lo sapeva io di ricchezze ne avevo fin troppe e stava parlando con chi era imparentata con i regnanti di Sygma e finsi indifferenza..anzi dovevo sfoggiare le mie doti di attrice e lasciai scivolare via la mia mano della sua guardando stupita Bensuon..."Oh..Conte de Fleur..abbiamo dimenticato il regalo prezioso per il nuovo Duca in quella locanda..e non possiamo rischiare la prendino...una bellissima spada con oro e pietre preziose..milord Guanto..vogliate scusarmi, devo andare a recuperarla, con questi malintenzionati in giro..avremmo tutto il tempo di conversare dopo e altre volte" e sfoderai un sorriso sensuale mentre prendevo la mano di Bensuon e iniziai ad addentrarmi nella brughiera veloce..nessuno mi batteva nella fuga e nella corsa. Arrivata davanti al Cimitero Longobardo mi guardai attorno e cercai di riprendere fiato.."Che sciocca sono e pure tu..stiamo entrando in una storia e non ne sappiamo niente e il motivo, sono stata presa da mille dubbi e visto la scottatura con Cassaluia non voglio certo rischiare la mia vita..quell' uomo era Guanto e sa benissimo io detesto il nuovo Duca, in una cena è successo un pandemonio sia da parte mia e una donna..Elisabeth ricordo..e io fui pure reguardita fortemente da mio nonno, ovvio si chieda perchè ora sono li". Scossi il capo "Ma non è questo che mi ha fatto andare via..pensaci un attimo" e gli indicai di seguirmi per la brughiera, sapevo benissimo dove andare "ma perchè dovremmo fare tutto questo? Lady Sissi ha detto di bloccare il molosso prima entri del tutto nella tana della volpe..la volpe sarebbero i Taddei..ma se ha detto io farnetico e Guisgard è morto e non è imprigionato, allora per chi devo combattere..se i Taddei per lei si sono estinti del tutto?" e i dubbi si susseguivano ancora.."E mi sono meravigliata hanno usato la magia davanti a me..i Taddei sono Cattolici, non praticherebbero mai queste pratiche esoteriche, Dominus lo fece ma era in mala fede...ma hanno indovinato tutto" e dissi a Bensuon di quello che predissero, del fatto che a commissionare la cripta dicevano era la Dama del Lagno e gli spiegai chi era, del Fiore Azzurro "...e poi..dicono io sto farneticando se dico Guisgard è nella prigione, e loro che parlano di magia..mi stanno usando come un burattino, e tutta questa fretta poi..o sanno qualcosa e non vogliono dirlo ma io sto rischiando la vita..o non sono affatto imparentate coi Taddei..non ci vogliono degli occhi azzurri solo per dimostrarlo. E poi se non escono da casa loro, e mi sembra strano delle nobili anziane vivano in una capanna sperduta nel bosco e non vanno nemmeno in capitale..come fanno a vivere..di che si cibano?". Mi fermai in mezzo ai boschi, poco lontano dalla casupola delle tre donne ma giusto per vedere.."Bene, le spieremo..anche perchè se hai notato mi stanno usando per qualcosa e non lo dicono e poi prima mi sembravano strane quando parlavo di Guisgard, mi fissavano...ora vediamo se la luce è accesa, se è cosi le spieremo dalla finestra e vediamo cosa fanno..e laggiù vedi quella baita? L' avevano costruita per me e mie sorelle quando eravamo piccole, poi si usava per le scampagnate, è vivibile, le controlleremo per un giorno..perchè noi non abbiamo fretta come loro, soprattutto se di mezzo vi è la mia vita..hai visto che succede nella capitale..magari entriamo in quel Palazzo per non uscirci più" e feci cenno a Bensuon di andare vicino la casa tra gli alberi, il buio ancora ci avrebbe aiutato per un pò. |
La figura a cavallo guardò per un lungo istante la ragazza di Miral.
“Voi...” disse poi all'improvviso “... chi siete? Cosa fate nella brughiera a quest'ora? Siete una serva fuggita dal vostro padrone? O forse una prostituta?” Fissandola con i suoi enigmatici occhi azzurri che, sotto l'effetto del mistico pallore lunare, apparivano intrisi di una luce mutevole e sfuggente. |
Sbiancai, ma cosa stava succedendo?
Prima Icarius poi questo tizio. "Chi sono io non è affar vostro.." Seccata "Mi sono persa nella brughiera e sto tornando nella capitale..." Scuotendo la testa "Mi domando chi siate voi, piuttosto... Cos'è, andate in giro ad insultare tutte le ragazze che vi capitano a tiro?". |
“Siete gentili, cari soldati.” Disse Rida, dopo aver sorriso a Gwen, quasi per farsi tenere il gioco da lei. “In verità, se proprio insistete, c'è qualcosa che potete fare per noi.”
“Bene.” Annuendo uno dei militari. “Vedete questa chiave?” Mostrandola Rida ai militari. “Ebbene, essa ci fu data da un bell'ufficiale ducale che cortesemente e con generosità ci ha offerto ospitalità nella sua casa. Potete dunque condurci in quella dimora? Noi sappiamo solo che si trova in questa strada.” I militari si scambiarono lunghe occhiate fra loro. “Parlano del sergente Velven...” mormorò uno di quelli. “Si, certo...” fece un altro ancora di quei militari “... vi accompagneremo noi, signore...” E così, con la coda fra le gambe, i soldati portarono Gwen e Rida davanti alla casa di Velven. Le salutarono ed andarono via come cani bastonati. |
Tessa, in balia di inquietudini e ricordi, bussò alla porta del carcere.
Quel luogo, tetro e desolante, appariva quasi immerso in un'atmosfera surreale ora che nel ducato tutto era divenuto caos. L'ingresso si aprì e un uomo tozzo e dall'aspetto trasandato si mostrò agli occhi della giovane donna. Quasi istintivamente vide la lettera che lei aveva con se, con sopra il sigillo di Tifonne, l'ex comandante di quel carcere. Subito allora fece cenno a Tessa di seguirlo. Poco dopo, quasi senza accorgersene, la giovane si trovò nell'ufficio di Caffon. “Bene...” disse l'uomo “... ditemi pure, vi ascolto...” fissandola. |
Elisabeth fu condotta in mezzo a quelle donne, in quel rituale antico e dimenticato.
La natura sembrava pulsare, animarsi ed avvolgerla. Le si avvicinò allora una giovane sacerdotessa che parlava come sotto uno stato di trance. “Il cane” disse “si è insinuato nella tana della volpe. Esso però è un vigliacco, poiché teme l'arrivo dei lupi per scacciarlo. Così ha chiesto aiuto al serpente, che miseramente striscerà nella tana della volpe e stritolerà i suoi piccoli per poi covare là le sue uova di morte.” “Chi dunque è il vero nemico?” Chiese all'improvviso la donna sullo scranno ad Elisabeth. |
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