Non dovevamo dimenticare la famosa lettera dell' organizzazione del Talento, milord e tutti noi eravamo in pericolo e quel galà serviva per smascherare le spiee o la spia di Uaarania con i suoi androidi.
Rimasi in camera mia a leggere un libro, poi una forte curiosità mi sovvenne e presi la palla al balzo, come poteva aver arredato la sua stanza Lord Lennox?
Uscii dalla mia stanza, pure Lennox odiava il caldo e quindi la sua stanza era a pochi metri dalla mia e bussai alla sua porta "Milord, la disturbo? Sono Lady Altea, volevo dirle ci sarà un ospite a cena" ed avvicinai l' orecchio alla porta.

"Certo." Disse Ludwing a Gwen. "Quindi le è piaciuto questo giro nel campo scavi, dottoressa?" Sorridendo lui, per poi facendole segno di seguirlo verso il punto dal quale erano entrati.
Girarono per un pò, ma stranamente si ritrovarono di nuovo presso l'albero con lo strano pupazzo fatto di rami.
"Che strano..." mormorò Ludwing "... eppure ero convinto fosse la direzione giusta..." perplessa.




Altea bussò e non sentì alcun rumore provenire dalla stanza pur avendo appoggiato l'orecchio sulla porta.
Un attimo dopo la serratura scattò e la porta si aprì.
"Milady." Disse Lennox guardandola con i suoi occhi azzurri e splendenti, simili a quelli che aveva il ritratto di uno dei duchi Taddei nella sua casa da piccola. "Prego, è lei la padrona di casa..."
Aveva solo la maschera e i pantaloni di pelle, mentre il suo petto era scoperto e i piedi nudi sul ricco tappeto persiano.
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"Abbastanza! É stato di sicuro interessante!" risposi, mentre lo seguivo per tornare alla macchina.
Girammo per un po', ma tornammo sempre all'albero del fantoccio.
Corrugai la fronte, perplessa.
"Dobbiamo aver girato in tondo senza accorgercene" ipotizzai "Continuiamo da qui, vediamo se riusciamo a raggiungere la recinzione."

"E' strano però..." disse Ludwing "... si, facciamo così." Annuì poi a Gwen.
Ripresero a camminare, ma dopo un giro ancora più largo si ritrovarono, di nuovo, davanti all'albero col pupazzo.
"Questa poi..." scuotendo il capo Ludwing.
Ad un tratto i 2 sentirono una voce.
Come se qualcuno cantasse una specie di litania.
Ludwing si voltò per vedere chi fosse.
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Continuammo da dove avevo indicato, ma poco dopo ci trovammo ancora lì.
Di nuovo davanti all'albero.
"Ma come può essere?" stupita ed avvilita "Come possiamo essere di nuovo qui?" cercando la recinzione con lo sguardo.
Da un momento all'altro, sentimmo poi una litania ed entrambi ci girammo per capire da dove venisse.
Chi altro poteva esserci qui?
Mossi qualche passo per capire da dove provenisse quel canto improvviso.

La porta si aprì di colpo e rimasi colpita, molto..era la prima volta vedevo quasi una parte del volto di Lennox, i miei occhi si soffermarono su quegli occhi, visti molte volte e tipici di una duca taddeide e non era affatto suggestione.
Poi lo sguardo scivolò sul petto ben curato e forte, i muscoli ben torniti.
Non ero per nulla imbarazzata e sorrisi "Oh certo, faccio come fossi a casa mia, ovviamente voi siete invitato poichè vi sarà madame Payn e...scusate non sono cose da parlare in corridoio" .

Un attimo dopo Gwen e Ludwing videro una donna anziana, corpulenta e vestita con un abito colorato che camminava fra gli alberi.
Ad una seconda occhiata sembrava una zingara.
Si accorse dei 2 giovani e si avvicinò a loro.
"Ragazzi, che bella coppia siete." Disse ridendo.
"Oh no..." fece Ludwing, vagamente imbarazzato "... noi 2 non..." indicando se stesso e Gwen.
"Avanti, per una moneta potrei leggervi il futuro." La donna interrompendolo. "Non volete conoscere il vostro futuro?" Ridacchiando.




Lui guardò Altea negli occhi, poi il suo sguardo azzurro scivolò lento su tutto il corpo di lei.
"Ha ragione, prego, entri..." disse invitandola ad attraversare l'uscio della camera "... è casa sua, milady, lei è la regina del palazzo." Prendendo la bianca mano di lei per giudarla nella stanza.
Passandogli accanto Altea sentì il suo profumo.
Era ammaliante, avvolgente.

Proseguendo, incrociammo una donna anziana e corpulenta, che vista bene sembrava in tutto e per tutto una zingara.
Dovetti trattenere un risolino, nel vedere l'imbarazzo sul viso di Ludwing.
Risultava quasi tenero.
Però la donna aveva già catturato la mia attenzione.
"Beh, non sarà un comportamento molto scientifico, ma ormai sono curiosa. Lei no, Ludwing?" guardandolo divertita.
Poi, diedi una moneta alla donna.

Entrai come nulla fosse e sentii il profumo di lui, fresco e pungente, quasi come il profumo dei boschi della Moldova.
Mi guardai attorno e dissi "Ricordate che madam Payn deve organizzare il galà per smascherare la spia, quindiè molto importante e ricordate è molto, molto invaghita di voi" avvicinandomi a lui e fissandolo negli occhi per osservare la sua reazione.

Ludwing sorrise ed annuì a Gwen.
"Dopo le confesserò una cosa..." disse poi a bassa voce all'orecchio della ragazza.
Allora diede una moneta alla zingara, che subito gli prese la mano.
"Oh... interessante... la linea della Luna, della fortuna e di Venere..." ridacchiò la vecchia.
Poi prese la mano di Gwen.
"Si, siete 2 giovani fortunati." Divertita. "Vi donerò un desiderio a testa, ragazzi."
Poi fece per andare via.
"Un momento..." Ludwing "... ci scusi... può dirci come uscire da questo cimitero?"
La zingara si voltò e rise.
Staccò allora il pupazzo di rami dall'albero.
"La strada la conoscete già." E se ne andò tutta divertita.




Erano uno di fronte al'altra.
Il petto nudo di lui, ben fatto a pochi centimetri da Altea.
"Milady..." disse sostenendo lo sguardo di lei "... vuole che io sia galante con madame Payn? Che la corteggi e la lusinghi?" Sempre con il suo sguardo azzurro e bellissimo in quello verde e languido di lei.
In quell'istante Altea ebbe la sensazione che stesse per baciarla.

Ascoltai le sue parole mossa da una forte gelosia "Affatto no, anzi non sono io a dirvi cosa intendete e volete fare con madame Payn, vi ho solo avvisato, magari l' avete già intravista nei galà e ne siete innamorato no?" non togliendo lo sguardo dal suo, talmente vicini da potersi baciare ma non pensavo potesse arrivare a tanto, e io lo volevo? In quel momento mi sentivo confusa ma anche sicura di me.

Un sorriso si dipinse sul viso di Lennox, in parte coperto dalla delicata maschera in stile catalano.
"Lei è ancra più bella" disse pianissimo, sfiorandole appena ed in modo delicatissimo con un dito il braccio nudo di Altea "quando appare alterata, milady." Sorridendo di nuovo e muovendo leggero quel dito sulla pelle nuda di lei.
Altea sentiva un brivido freddo scorrere sul suo braccio, per poi divenire caldo.
Era come se, immersa in mare, la marea mutevole e magica danzava sulla sua pelle.
Quel dito era lentissimo, delicato, eppure sensuale mente scivolava su e giù sul braccio di lei.

Sorrisi e poi mi feci seria "E' un gioco pericoloso lo sapete?" quando ad un tratto un brivido freddo pervase la schiena per poi divenire caldo.
Quel dito ondeggiava caldo e sicuro sul mio braccio. Fingevo indifferenza ma il mio corpo era pervaso dal calore di quel tocco, come se la sua mano fosse mossa da un fuoco particolare, quello della passione. Mi sorprese, mi colse di sorpresa. Non avrei immaginato tanto e dissi a voce bassa "Se state scherzando vi manderò fuori di casa...oppure...arrivereste fino a dove?".

Feci una faccia sorpresa al suo sussurro nell'orecchio.
Beh, adesso ero davvero curiosa.
La donna lesse la mano ad entrambi e ne risultano entrambi molto fortunati.
Almeno questo.
Fece per andar via, quando Ludwing le chiese come fare ad andare via.
La risposta fu alquanto criptica, non c'era che dire.
"Non è stata molto d'aiuto..."Sarcasticamente.

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Lui sorrise ancora e non smise di accarezzare il braccio di Altea con il suo dito.
"So che sei sposata..." disse pianissimo "... lo so, sin dall'inizio... ma non mi importa... non più..." per un altro infinito istante continuò ad accarezzarle il braccio.
Poi si voltò ed andò in bagno, spogliandosi ed entrando nella doccia.
Un attimo dopo il vapore, caldo riempì la camera ed avvolse Altea con l'esotico e selvaggio profumo delle essenze orientali.

"Già, ha solo staccato il pupazzo dall'albero..." disse perplesso Ludwing a Gwen "... venga, vediamo se usciamo da qui..."
E rifacendo la stessa strada di prima, finalmente, raggiunsero il recinto e l'auto davanti al cimitero.

"Bah..." mormorai, poco convinta.
Fortunatamente, però, arrivammo alla mia auto ed io scavalcai, salendo a bordo.
"Tutto è bene quel che finisce bene..." sarcastica, rimettendomi in marcia.
"E dunque, cos'è che doveva confessarmi di così segreto?" divertita.

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Un sorriso languido apparve nei miei occhi...davvero non gli interessava fossi sposata? E io....che ne pensavo? Non lo trovai scandaloso, non trovavo nulla di strano.
E come nulla fosse andò in bagno, tutto fu pervaso da una nebbia profumata esotica.
Spogliarmi? Entrare dentro? Oh no, era più bello osservare, d' altronde potevo fare ciò che volevo mi disse.
Fu così che entrai in bagno e mi sedetti sopra una seggiola e lo osservai, splendido, mentre si lavava, il suo corpo perfetto avvolto da quella nebbia ma visibile.

L'auto partì e Ludwing rise a quella domanda di Gwen.
"Pensavo l'avesse dimenticato..." disse divertito "... beh... ciò che stavo per dirle è che, pur essendo un uomo di scienza, io in realtà ci credo alla lettura del futuro..." scosse il capo "... lo so... starà pensando cose pessime, dottoressa... mi sa che ho perso quel minimo di stima ai suoi occhi." Ridendo.




Altea, audace, entrò anche lei in bagno e si sedette su una seggiola, guardando l'intera scena.
Infatti Lennox non aveva chiuso del tutto la doccia e quindi solo il vapore, caldo e profumato, avvolgeva il suo corpo nudo.
Il bel principe, guascone ed irriverente, sapendo che la padrona di casa era seduta lì a guardarlo, si lavava tranquillamente, insaponandosi i muscoli asciutti ed ogni parte del suo corpo.
Soprattutto la sua virilità proprompete, che alla presenza della regina del palazzo si mostrava in tutta la sua fiera potenza.
Intanto il vapore, inumidendo la stanza, cominciava ad inzuppare l'abito di Altea, rendendolo attaccaticcio e trasparente.

Risi di cuore.
"Oh no, ho un'ottima memoria, purtroppo per lei" ancora ridendo.
Ascoltai la sua rivelazione e sorrisi divertita.
Poi, scossi le spalle.
"Le credenze altrui non sono affar mio. Rientrano nella sfera privata delle persone e non mi sento in grado di giudicarle" dissi tranquilla "E poi, mi sembra che il responso della donna sia stato positivo, dunque..." ridacchiando.

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"Avete un corpo perfetto direi" osservandolo e notando la sua virilità stava prorompendo, allora non era affatto inerte davanti al fascino femminile, e soprattutto al mio, era un gioco audace ma volevo vedere fino dove arrivasse e se volessi compiacerlo o farlo soffrire.
I miei vestiti si inzupparono e vidi un tendaggio di pizzo appoggiato. "Mi sto bagnando il vestito, è di marca, non vorrei si rovinasse" detto fatto lo tolsi e lo poggiai mostrando parte della mia nudità e mi avvolsi con esso guardando verso la doccia..."Ora va decisamente meglio" sorridendo.

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Ludwing sorrise ed annuì a Gwen.
L'auto continuò ad attraversare la brughiera, in quel pomeriggio caldo e battuto da un vento appena fresco, che rendeva più sopportabile la calura estiva.
"Non manca molto." Disse Ludwing.
Dopo infatti una ventina di minuti, la macchina arrivò in una vecchia masseria.
Attraversandola, in fondo, c'era un casale isolato con un ampio spiazzo davanti, nel quale pascolavano mucche e asini.
"Eccoci." Divertito Ludwing.




Il vapore ammantava ormai l'intera stanza da bagno, non solo specchi e vetri.
L'aria era calda, sensuale e profumata.
Lennox continuava a lavarsi sotto il getto della doccia, insaponando e massaggiando i suoi muscoli asciutti.
La sua virilità era ancora inarcata, gonfia e potente e lui 4fissava e sorrideva Altea, come se nulla fosse.
Lei si era quasi spogliata davanti a lui per cambiarsi l'abito zuppo.
"Ha fatto bene a cambiarti..." disse lui guardandola negli occhi e poi in tutta la sua bionda, alta e magra figura "... sarebbe stato un peccato se il tuo abito fosse andato sciputato..." con tono caldo, basso, intimo, mentre inizio a far colare il denso l'olio di cocco e mandorlo indiano sul suo membro sempre più audace e prorompente.
Poi inizio a massaggiarlo ed insaponarlo davanti a lei, come se quella situazione fosse normale fra loro 2.

Proseguimmo, mentre dai finestrini entrava una brezza piacevole che rendeva più sopportabile il caldo di inizio Luglio.
Andando avanti, infine, arrivammo nello spiazzo di un casale, davanti al quale pascolavano degli animali.
"Sembra un posto interessante, qui nel mezzo della campagna. In realtà, sono un tipo da città" ridacchiando "Ma è suggestivo" ammisi, scendendo dalla macchina.

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L'auto parcheggiò davanti alla staccionata del casale.
"Io invece" disse Ludwing scendendo dalla macchina "sono diventato un tipo di città. Visto che sono nato qui ed ero perciò abituato alla campagna." Sorridendo a Gwen.
Attorno c'era solo verde a perdita d'occhio, intervallato da qualche dorato canale zigzagante, pietre antichissime e consumate, forse un tempo dimora o altare di qualche remota popolazione oggi scomparsa, frondosi alberi screziati dal vento più mite e brulli sterrati che parevano perdersi in quell'angolo di brughiera così simile a chi ama i luoghi fantastici.
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"Lo immagino" sorridendo.
Mi guardai intorno.
L'ambientazione era quasi fiabesca, piena di alberi dalle fronde maestose che si agitavano al vento, prati, siepi baciate dal Sole.
Infatti, rimasi lì a gironzolare nei dintorni per godere appieno di quella meraviglia.

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Mentre Gwen gironzolava in quell'angolo dalla bellezza selvaggia e sognante, sentì dei passi dietro di lei avvicinarsi.
"Ci manco da un pò" disse Ludwing guardandosi intorno "e avevo quasi scordato come fosse bello qui..." respirando a pieni polmoni, quasi sospirasse.

Sentii Ludwing avvicinarsi e respirare a pieni polmoni l'aria pulita che c'era qui intorno.
"Ogni tanto è giusto tornare alle origini" commentai sorridendo "Specie dopo ciò che le è successo con Justine."

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"Già..." disse lui a Gwen, fissando la brughiera con gli occhi stretti "... beh, sarà meglio fare ciò per cui sono venuto..." voltandosi verso il casale "... prego, mi segua..."
Così entrarono nel casale.
Era un luogo spaziosi, con grandi stanze, arredate in modo rustico e sobrio.
Il Sole penetrava da ampie vetrate che rendevano ogni ambiente luminoso, mentre il tetto ad ampie travi in legno grarantiva una certa frescura.
Salirono al piano di sopra, arrivando in una camera.
Gwen guardandosi ntorno capì che quella doveva essere la camera di Ludwing da ragazzo.
Mentre lui cercava qualcosa nei cassetti, la ragazza notò una valigetta molto vecchia e chiusa su un comodino.

Lo seguii dentro il casale, che era arredato in modo rustico, campestre, ma aveva un certo gusto, specie grazie alle pie vetrate che rendevano tutto inondato di luce.
Proseguendo col giro, vidi una stanza, meno ampia delle precedenti, che doveva essere stata la stanza di Ludwing quando viveva qui.
Vidi che c'era una valigetta su un comodino, mentre io cercava qualcosa nei cassetti.
"Posso chiedere cosa c'è dentro?"

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Ludwing si voltò, guardando prima Gwen e poi la valigetta che indicava la ragazza.
"Ah si..." disse lui riconoscendo dopo un istante la valigetta "... si tratta di un vecchio compito fatto per la scuola anni fa..." annuendo "... prego, può aprirla e guardarla se vuole." Sorridendo a Gwen.

Attesi un istante che la riconoscesse, poi mi disse di aprirla ed io lo feci.
Mi faceva piacere che lui si fidasse di me a tal punto da portarmi qui, in questa dimensione familiare ed intima per lui, ero davvero contenta.

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Gwen aprì la vecchia valigetta e scoprì al suo interno tutta una serie di bottigliette, di fialette e ampolline di vetro, tutte contenenti erbe, nuffe e funghi appartenenti a varie specie.
Su alcuni di que contenitori vi erano delle etichette, così Gwen potè leggere i vari contenuti.
C'era dell'agrifoglio, dell'avellana, della calendula, della cimicifuga, della mora e dell'ortica.
In un'ampollina c'era poi della cenere.
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Quando aprii, vi trovai dentro tante ampolline, fialette, contenitori, tutti con foglie, erbe ed altro all'interno.
"Ma che carine" commentai, osservandole.
Poi, in una vi trovai della cenere.
"Come mai cenere?" Chiesi curiosa.

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"Si, è una vecchia composizione che feci ai tempi della scuola..." disse Ludwing avvicinandosi alla valigetta "... ricordo che la professoressa di storia ci teneva molto al significato ed alle proprietà delle erbe..." sorridendo, come chi ricorda con affetto i tempi spensierati della scuola "... poi il consigli di classe promesse una petizione contro di lei ed il preside decise di allontanarla..." ridacchiò con una smorfia "... le confesso che mi ero anche innamorato di lei..." scose la testa appena divertito "... la cenere?" Accarezzando con le dita l'ampollina con la cenere. "In realtà non ricordo... mi pare la professoressa diceva che poteva proteggere dagli incidenti dovuti dal fuoco o dall'acqua..." fissando poi Gwen.

Aggrottai la fronte ascoltandolo.
"Che situazione curiosa" commentai, ma la spiegazione che diede della cenere non fu tanto diversa.
"Siamo venuti per cercare qualcosa in particolare?" chiesi poco dopo.

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"Si." Disse lui a quella domanda di Gwen. "Cercavo alcune mie relazione sugli studi robotici. Potrebbero esserci utili per capire le alterazioni dell'intelligenza artificiale su alcuni androidi." Fissandola. "La vedo turbata... tutto ok, dottoressa?"

"Oh, capisco . Ha ragione, spero possano esserci d'aiuto" annui.
"Ma sì, certo" sorridendo pacata, senza capire a cosa si riferisse nel vedermi turbata.

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"Bene." Disse Ludwing a Gwen, per poi tornare a cercare le sie dispense.
Dietro di lui c'era una piccola libreria, con diversi libri sistemati in modo regolare.

Gli sorrisi e lui tornò alla sua ricerca.
Nella camera, c'era una libreria, ben ordinata, con libri sistemati regolarmente sulle varie mensole.
Allora chiusi la valigetta e mi avvicinai per leggerne i titoli.

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Gwen avvicinatasi alla libreria scoprì che per la maggior parte conteneva testi scientifici, principalmente di meccanica e di robotica.
Ma qui e la si vedevano anche dei libri molto diversi.
C'erano infatti un paio di libelli sulla caccia alle streghe, sia nei paesi Cattolici, che in quelli protestanti.
Poi un saggio di demonologia ed un altra sulla magia nera durante l'Età Scolastica medioevale.
Infine Gwen notò, messo quasi in disparte, un testo riguardante gli antichissimi culti pagani.
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