Oh, ottimo, ero pure l'unica a vederla.
Stavo iniziando a vedere pure i fantasmi, ora?
Splendido.
"Nulla, nulla, era solo l'effetto delle ombre delle fiamme" sorridendo per concludere la situazione senza darci troppo peso.

Annuii ma preoccupata per la dolce nipote.
Margot arrivò e sorrisi "Forse verrà il custode per quegli scavi" osservando Gerard e poi mi recai al telefono "Buonasera signora Filem, sono Altea de Bastian, mi porta buone nuove?" aspettando una notizia positiva ma stranamente era arrivata al momento giusto.

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Ludwing sorrise a Gwen e continuò a mangiare, mentre il falò era diventato altssimo, con le fiamme che consumavano l'intero fattoccio, sotto le grida festanti della gente.
La donna era sempre lì, sul ciglo della strada, a fissare Gwen immobile.




"Milady..." disse Filem al telefono ad Altea "... volevo dirle che ho convinto il Cappellano a passare a casa sua, visto lei mi aveva chiesto di incontrarlo. Credo verrà domattina."

"Per fortuna" sospirai "Mia nipote Crezia è irriconoscibile signora Filem e sembra non voler sentire voce tranne quella di Lord Lennox per cui ha un forte amore e attrazione..nel senso quasi paterno, prima non voleva né il padre né me vicino...e' sempre stata amorevole con noi".

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Ludwing tornò tranquillamente a mangiare, ma quella donna ancora mi guardava.
Di continuo.
"Vado un attimo a fare una telefonata, arrivo subito" gli dissi.
Mi alzai e mi diressi verso il punto in cui la donna si trovava a fissarmi.

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"Allora questo principe carpatico" disse divertita Filem al telefono "sa da fare colpo su donne diogni età!" Rise forte. "Sarà l'età, milady. I bambini sono spesso soliti avere comportamenti del genere. Comunque il nostro Cappellano si occupa anche di psicologia e se vuole potrà chiedere consiglio a lui riguardo sua nipote." Ad Altea.

Ludwing annuì a Gwen e contnuò a mangiare, mentre la ragazza si allontanò, dirigendosi verso il punto in cui quella strana donna era ferma a fissarla.
Ma quando arrivò lì la donna era sparita fra la folla.
Gwen però notò una bottega dall'aspetto molto caratteristico.
La sua insegna diceva:

"L'antro della vammana"

Avevo dormito male, facendo sogni senza senso che si rincorrevano l'uno sull'altro.
Il ragazzo arrivò con la colazione, e lo guardai intensamente.
"Oh ma addirittura?" con un sorrisetto divertito "Beh caro ragazzo ti sei ricordato, sono impressionata!", ridacchiai.
Non che avessi mai avuto particolari speranze su quel ragazzino, ma piuttosto mi incuriosiva molto il carico che si era portato dietro.
"Lascia pure lì sul tavolino!" ordinai.
"Persino un fiore, incredibile.." ridacchiai.

"Non potrei mai dimenticarmi delle mie padrone, signora." Disse lesto il ragazzo, che agli occhi di Des appariva vispo, furbo, intelligente e persino un tantino impertinente. "Il Fiore è per lei. Sarà suo fedele compagno per l'intero giorno, signora." Tutto sorridente ed in piedi davanti al letto.

"Oh ma guarda che ragazzino galante!" divertita.
"E sentiamo, sai anche di che fiore si tratta?" con aria incuriosita mentre lo fissavo.
Se pensava di impressionarmi avrebbe dovuto fare ben altro il signorino.
Ma tutto sommato mi divertiva punzecchiarlo e mi ero annoiata così tanto in quel periodo.

Mi avvicinai, ma lì trovai una bottega.
L'antro della vammana.
Questa sì che era curiosa.
Diedi un'occhiata in giro, guardai Ludwing da lo tanto, poi mi avvicinai alla bottega per entrarvi.

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"Certo, sgnora." Disse lesto il ragazzo a Des. "Non confonderei mai lo tesso fiore per lei e per sua sorella. Siete donne molto diverse. Per lei ho colto una rosa blu, che simboleggia il mistero, in quanto lei, ai miei occhi, è una donna con molti segreti."




Gwen entrò e si ritrovò in una bottega d'altri tempi.
Tutti gli scaffali, le mensole e le vetrine erano in legno, quasi uscite dalle illustrazioni di un film in costume.
Ovunque c'erano fialette, ampolle e bottigliette contenenti erbe di ogni tipo, polverine di tutti i colori conosciuti e semi dalle forme pià svariate.
Alle pareti c'erano quadretti raffiguranti alberi, cerchi di pietre, disegni dallo stile celtico e cosmogonie e pantheon di ogni cultura pagana antica.
Inoltre intorno a lei vi eranolibri diversissimi, tutti riferiti all amagia bianca e nera, ai culti antichi e alla stregoneria.

"Molti segreti eh!" ridacchiai divertita "chissà, magari potresti aver anche ragione!" facendo volutamente la misteriosa.
"E per mia sorella che fiore hai colto, sentiamo?" con aria incuriosita.
Oh ce la vedevo Regna che non era capace manco di distinguere un fiore da un altro.

Sembrò di varcare una soglia.
Come entrare in un'altra dimensione, un altro tempo, ben lontano dall'avanzamento tecnologico a cui ero abituata in città.
In realtà, pensai divertita fra me e me, sembrava lo scaffale in camera di Ludwing.
Continuai a gironzolare per la bottega, per trovare qualcosa di interessante.

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"Beh, col dovuto rispetto, signora, ma un fiore va dato e raccontato solo alla sua destinataria." Disse lui con un sorriso furbetto a Des.




Mentre Gwen gironzolava in quel mondo di cose antiche, da una tendina apparve una donna anziana.
"Benvenuta." Disse divertita.
https://img.huffingtonpost.com/asset..._630_noupscale

Sobbalzai sentendo una voce femminile e mi voltai.
Fui tentata di chiederle se fosse stata lei ad osservarmi in piazza, ma lo tenni per me.
"Salve" risposi "Stavo facendo un giro..." aggiunsi poi.

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"Vedremo allora se mia sorella sarà altrettanto condiscendente con te che sei così furbetto!" divertita.
"Jamos ti ha spiegato dov'è la sua camera?"

"No, signora." Disse il ragazzo a Des. "Non mi ha detto nulla."





"Faccia pure." Disse divertita la vecchia a Gwen. "Se le serve un aiuto non faccia complimenti." Annuedo.
Continuado il suo giro lo sguardo di Gwen cadde su un libro molto antico, consumato ed ingiallito, con muffa sulla copertina.
Nn aveva alcun titolo, a parte una bellissima copertina dall'aspetto antichissimo.
https://www.alpha59.it/img/thu/800x4...6bible4603.JPG

Annuii, anche se con un po' di circospezione.
Allora, continuai il mio giro fra gli scaffali polverosi e antichi.
Dopo un po', trovai un libro dall'aspetto antico e vissuto.
Non aveva titolo, né autore, ma la copertina era bellissima, rifinita, quasi preziosa.
Mi avvicinai dunque per prenderlo e sfogliarlo.

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Dopo alcune pagine sucui comparivano delle scritte in una lingua incomprensible, Gwen arrivò a scoprire il titolo e così recitava:

"La scuola di Satana, ossia i dettami per difendersi da secoli di menzogne delle religioni organizzate di derivazione Giudaica"

Non capii che lingua veniva usata, ma scoprii più avanti delle pagine più comprensibili e ciò che lessi mi lasciò perplessa.
Certo che ce n'erano di cose curiose, al mondo.
Però, ormai, aveva la mia attenzione e difatti continuai a leggere per capirci di più.

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Gwen continuò a sfogliarlo, accorgendosi che era scritto in una lingua molto antica e probabilmente dimenticata, se non addirittura morta.
Tuttavia, come era stato per il titolo altrimenti indecifrabile, sul margine diogni pagina era stata aggiunta una traduzione, in un latino molto forbito e tecnico.
Un latino insomma così puro che probabilmente solo all'interno del Vaticano o di qualche antico e venerabile monastero era ancora scritto e forse parlato.
Da qualche occhiata lanciata qui e là, Gwen comprese che il testo aveva lo scopo di liberare il culto di Satana da presunte menzogne costruite ad arte dai culti di derivazione giudaica.

Decifrare quel libro era come leggere i geroglifici senza la stele di Rosetta, stesso livello di difficoltà.
Passava da una lingua sconosciuta al latino colto, diventando sempre più incomprensibile.
Tuttavia, ciò che riuscii a comprendere era che si volessero smentire bugie e falsi miti sul culto di Satana.
Iniziai a chiedermi chi si fosse preso tanto disturbo.

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La domanda di Gwen non sembra possibile da soddisfare visto che il ibro non recava alcuna firma.
"Ehh, povero commissario..." dise ad un tratto la vecchia dietro al bancone "... un uomo ancora giovane, robusto... si, un gran peccato finire così..." scuotendo la testa.

Non c'era alcuna firma, in nessuna pagina.
Davvero strano.
Probabilmente, chiunque fosse, si era guardato bene dal rivelare il proprio nome e non gli davo torto, visto ciò che scriveva.
Mi voltai verso la donna, sentendo delle parole strane.
"Quale commissario?"

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La donna guarò Gwen negli occhi e poi rise.
"Oh, nulla..." disse divertita "... ero nel retro e guardavo un vecchio film di polizia... mi piacciono tanto... già, non fanno più i film di una volta..." ridacchiando "... peccato solo che il protagonista, il commissario di polizia, cade in agguato e viene fatto a pezzi durante un pestaggio... peccato..."

Non sapevo perchè, ma una sensazione, serpeggiante come un leggero formicolio sulla nuca, mi portava a non fidarmi di lei.
"Già... Davvero tragico..." commentai solo, rimettendo a posto il libro.
"È davvero interessante, qui" dissi, guardandomi intorno "Buona serata, allora" incamminandomi verso l'uscita per tornare da Ludwing.

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"Arriverderci e torni a trovarci." Disse divertita la donna a Gwen.
Poi la ragazza uscì dalla bottega, mentre Ludwing era fermo a guardare il falò poco lontano, nell'attesa del suo ritorno.

Dubitavo fortemente che sarei tornata.
La tipa era inquietante e adesso mi trovavo a desiderare il mio quartiere futuristico, i miei androidi, la mia sicurezza.
Tornai finalmente da Ludwing.
"Eccomi, mi scusi se ci ho messo tanto" sedendomi accanto a lui.

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Lui la guardò e sorrise, mentre tutti intorno a loro si divertivano.
"Si figuri." Disse a Gwen. "Le sta piacendo la festa, dottoressa?"

"Sì, molto, non è stata una cattiva idea rimanere" sorridendo, anche se ora, in realtà, non vedevo l'ora di tornare a casa.
Non avevo nemmeno idea di che fine avesse fatto Elv, dal momento che il commissario aveva detto di non avere ragioni per trattenerlo e volevo al più presto sue notizie.

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Ludwing sorrise.
"Per, non so..." disse poi a Gwen "... ho idea che lei ne abbia abbastanza di questa festa e del paesino. Mi sa che vorrebbe tornare in città, giusto?" Facendole l'occhiolino.

Risi di cuore alle sue parole e anche al suo occhiolino, che era un'ulteriore conferma che questo posto lo aiutasse decisamente a lasciarsi andare.
"La sicurezza della città manca sempre, quando non c'è" dissi divertita.

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"Beh, allora non voglio trattenerla oltre qui, dottoressa." Disse sorridendo Ludwing a Gwen.
Così lasciarono la festa e tornarono al casolare, attraversando il sentiero al buio della sera, avvolto in un silenzio profondo e con ancora l'aria calda di quell'afoso giorno ormai trascorso.
Raggiunto il casolare, salirono in macchina e partirono verso Afragolopolis.
Durante il tragito in auto però il cellulare di lei ricevette la notifica di un'ultimora, in cui si riportava l'aggressione al commissario di polizia Dambrose, pestato a morte da un androide.
La notizia era stata diffusa solo in quel momento.

Ridacchiai ed annuii.
Infatti, andammo via, tornando prima al casolare e poi sulla strada per la città.
Mentre eravamo in macchina, senza che potessi aspettarmelo, mi arrivò una comunicazione.
Il commissario era stato pestato a morte da un androide.
Rimasi a bocca aperta.
Mi voltai verso Ludwing.
"È successa una cosa molto strana."

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L'auto percorreva rapida la stradina di campagna, prossima ad imboccare la superstrada per arrivare poi in città.
Era una sera ancora calda, densa d'aria sporca, con pochissime stelle ed un vento che soffiava lieve ad intervalli irregolari, dando un minimo di refrigerio dalla calura.
Le sere d'Estate non sono quasi mai stellate.
Non qui.
"Strana..." disse Ludwing guardando Gwen "... cioè?"

Ancora non riuscivo a crederci, a ciò che avevo appena letto.
"Hanno detto che il commissario è morto pestato da un androide. Quando mi sono allontanata, ho trovato una bottega, chiamata L'antro della vammana, dove una donna parlava di un commissario pestato a morte. Ma nessuno sapeva che sarebbe successa una cosa simile" dissi, ancora sconcertata.

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"Probabilmente quella donna aveva sentito o letto la notizia in anteprima." Disse Ludwing a Gwen, continuando a guidare. "Ormai i siti fanno a gara per dare le notizie per primi." Con un tono calmo, sebbene la notizia dell'aggressione aveva lasciato sul suo viso una smorfia di sgomento.

"Non è possibile. La notizia è stata pubblicata ora, quella donna kon poteva saperlo in alcun modo" insistetti, non volendo desistere.
C'era qualcosa di strano, oltre che di orribile per la fine che il commissario aveva fatto.
Per quanto potevo averlo detestato, certo non mi aspettavo un simile avvenimento.

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"Ma..." disse Ludwing a Gwen "... lei è proprio sicura che quella donna abbia detto di sapere dell'aggressione al commissario? Non può essersi confusa, dottoressa?"

"Le dico che è così. Era impossibile che lo sapesse, eppure tutto corrisponde" scossi la testa senza parole.
"Non so davvero cosa pensare..."

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