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Hiss mise in quel bacio tutta la passione del mondo, tutto l'amore di cui era capace.
Mi staccai da lui quel tanto che bastava a sussurrargli qualche parola. "Vita mia... nessun momento è sbagliato se vede nascere un Amore così grande e vero. Potrei morire in questo momento e direi ugualmente che la mia vita è stata meravigliosa anche solo per queste poche ore passate insieme... ti amo, ti amo da sempre e per sempre..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
La visione ora era totale, intensa, viva ed Altea ormai si sentiva la regina stessa...
Il capitano la dominava con ardore e forza, stando sopra di lei, con le loro mani intrecciate e le bocche avide a cercare il sapore ora dell'una, ora dell'altro, correndo in una lunga cavalcata tra i giochi segreti di quella notte tropicale. Lo slanciato ed aggraziato corpo della regina, in balia di quello robusto ed indomabile del capitano, avvertiva tutto il peso e lo slancio di quella passione dirompente. Ben sapeva lei che il suo amato era possessivo e geloso e sotto i colpi sferzanti dell'appassionato militare quasi la donna lo incitava a non fermarsi, a non smettere quella danza d'amore, gridando, tra gemiti di piacere, che nulla rappresentava suo marito il re per lei. E come la regina, anche Altea avvertiva quel piacere travolgente ed appagante, quell'abbandono alle gioie dell'amore passionale come se anche lei fosse tra le robuste e sicure braccia del bel capitano dagli occhi azzurri. |
“Anche io ti amo, Dacey...” disse Taddeus fissando i suoi occhi ambrati.
E quello fu l'ultimo colore di lei che il principe vide. La ragazza infatti fu condotta da Hordafren, sempre seguito e scortato dalle sue guardie armate, apparendo più come un re, che come lo scienziato che effettivamente era. Scesero una lunga scalinata, arrivando a quelle che sembravano essere le segrete del palazzo. Un carceriere aprì una cella ed il folle Hordafren fece cenno a Dacey di entrare. “Vostro padre è dentro...” mormorò “... parlategli e convincetelo a collaborare con me, oppure vi farò uccidere entrambi.” Fissandola. |
Icarius e Clio furono costretti a seguire quella donna ed i suoi soldati.
Erano giunti con un mezzo volante su quell'isola ed ora si trovavano nel vasto cortile di un palazzo dal tipico gusto orientale. Entrarono in quello che sembrava essere un dojo e qui il pilota e la ragazza furono fatti sedere a terra in un angolo. “Per un misterioso motivo” disse Ulpa ad Icarius “solo in mano a te la spada funziona... perchè?” |
Lo sentivo, lo avvertivo...era una visione totalmente particolare questa volta.
Io, Altea, avvertivo in me stessa la passione e il piacere della regina...non capivo il motivo. Lui mi possedeva, era geloso e possessivo e questo mi compiaceva e lì, in quel talamo di amore e passione affermai il mio totale allontanamento dal re, il fatto non lo amassi per nulla e solo ora provassi le vere gioie dell' amore. I miei movimenti sinuosi e i suoi indomabili ci portarono all' apice del piacere..."Non smettere...mai" dissi ansimando, il corpo madido di sudore si univa al suo più volte fino allo sfinimento e compiacimento totale dei sensi. |
“A questo punto tutto potrebbe essere” disse Prince a Gwen “e nulla più mi sorprenderebbe.” Mentre le strumentazioni di bordo continuavano a reagire come fossero impazzite.
Poi, ad un tratto, tutto si stabilizzò. “Signore...” fece Tyson “... signore, tutte le strumentazioni di bordo sono attive e tutte le funzioni dell'Etimasia sono attive...” “Davvero?” Stupito Prince. |
In silenzio seguimmo quella donna.
Mi guardai attorno con meraviglia e stupore. Dove eravamo? Perché ci avevano portato lì? Stringevo la mano di Icarius, mentre camminavamo. Poi quelle parole di Ulpa, a cui restai interdetta. Come poteva sapere che in mano a lui funzionava se l'aveva usata solo nella torre? Forse ci avevano spiato da quel negoziante? Ad ogni modo restai in silenzio al suo fianco. |
Erien ed Oltram guardarono l'orma gigante impressa nel terreno che aveva indicato loro Nyoko.
“Io dico che abbiamo sbagliato a tornare su quest'isola...” disse preoccupato Oltram “... siamo stati fortunati a fuggire, non dovevamo sfidare ancora la Sorte...” Un attimo dopo udirono delle grida di disumano dolore. |
Ero così felice di rivedere mio padre che per un attimo ignorai il contesto e le parole di Hordafren.
Entrai nella cella senza indugio abbracciando subito mio padre, felice di averlo finalmente ritrovato. " Da quanto sei qui? Che cosa vuole esattamente il professore da te? Ho bisogno di capirlo e per noi si metterà male..." |
Annuii a Prince.
Aveva ragione, ormai poteva capitare qualsiasi cosa, soprattutto adesso che c'era l'influsso della cometa. Poi, inaspettatamente, tutto si sistemò, come per magia, era il caso di dirlo. "Dunque vuol dire che... Ora la nave è funzionante?" azzardai, speranzosa, stringendo la mano di Gillen. Magari fosse stato davvero in quel modo... A quel punto avremmo avuto molte più possibilità di salvarci dopo l'impatto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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