Camelot, la patria della cavalleria

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elisabeth 16-02-2013 19.01.44

Ascoltai le giuste motivazioni del paggio anche se erano disturbate dal borbottio di Elina............che motivo aveva la figlia di uno degli uomini piu' potenti di Israele........di fare un giuramento che ritenava profanatore fosse solo per il proprio credo religioso......." posso comprendere cio' che dite,paggio , per me ha garantito il mio sposo al cospetto del Re di Camelot...........ebbene posso promettere ma non giurare..........questo posso fare per questo grande eroe............e se per voi e lo stesso io e la mia nutrice siamo pronte a partire ""......Elina potevo immaginarla ......ma avevo un desiderio e nessuno poteva impedirmi di realizzarlo.......

Altea 17-02-2013 00.23.33

Annuii e porsi al paggio il biglietto dell' Arconte Meccanico con disegnato il pozzo.
Vivian osservò la scena un pò stranita.."Già ti chiederai perchè un biglietto con un pozzo...non lo so nemmeno io, sembra quasi sappiano qualcosa della mia vita e dentro vi erano delle parole e pure...il mio nome, come se questo Arconte mi conoscesse, tutto questo ha dell'incredibile e voglio scoprire pure questo fatto".
Guardai nel sacchetto di velluto rosso dove era stato estratto il biglietto e presi in mano la collana...qualcosa mi portò a indossarla, come protezione e buonaugurio. "So Vivian che avrei dovuto gettarla via..dopo che Lui se ne andò cosi senza una spiegazione ma che sciocca..in realtà ho sempre sperato in cuor mio si rifacesse vivo, che ci fosse stata una buona ragione per la sua scomparsa improvvisa..tranne la Morte ovvio."
Ma con un sorriso la abbracciai ..."E che questa avventura abbia inizio, ma mi raccomando appena arriviamo non nominare tutto questo...il biglietto invito dell' Arconte e il giuramento o mio zio e i miei cugini ci lasceranno dormire per la strada".
Guardai fuori la finestra e osservai molte dame e uomini che erano pronti per salire...mi augurai che sarebbe stato una permanenza tranquilla.

Guisgard 18-02-2013 01.33.37

Dopo essersi presentato, Parsifal fu subito accolto da quei mercanti.
Infatti, secondo le credenze del tempo, i cavalieri erano le manifestazioni in terra degli Angeli di Dio.
In particolar modo poi i cavalieri erano ritenuti devoti all'Arcangelo Michele e dunque averne uno vicino faceva sentire più sicuri.
Poco dopo la carovana partì.
“Cavaliere...” disse dopo un po' il capo di quei mercanti a Parsifal “... conversare è un modo cortese che gli uomini hanno per rendere più piacevole un viaggio. E se ciò vi aggrada avrei una domanda... cosa vi spinge a viaggiare? Perchè siete diretto a Sud?”

Guisgard 18-02-2013 03.17.18

Il paggio fece allora giurare a Clio e a Lucius davanti alla costituzione di Sant'Agata di Gothia.
“Vi rammento” disse poi ai due giovani “che venire meno a questo solenne giuramento comporta la pena di morte.”
Poi, come se quelle ultime parole non avessero alcun significato, il paggio sorrise ai due ragazzi e li accompagnò sul veliero volante.
Quell'incredibile mezzo di trasporto si trovava ancora nel piazzale di Camelot e dal ponte, dove passeggiavano ora Clio e Lucius, si poteva vedere buona parte del reame di Camelot.
“E' incredibile...” fece Lucius osservando quel veliero “... questo mezzo può davvero volare? Incredibile!” Esclamò. “Chissà quanto impiegherà per raggiungere Sant'Agata di Gothia!” Poi di colpo sul suo viso scese inquietudine. “Hai sentito quel paggio, vero? Che strane parole... in pratica siamo vincolati a quel giuramento... abbiamo dato le nostre vite come pegno... come pegno per la nostra obbedienza a quell'Arconte...” aggiunse fissando Clio.



Nel frattempo, sull'altra parte del ponte, anche Altea e Vivian si trovavano a bordo del veliero volante.
“Basta parlare del passato.” Disse Vivian ad Altea. “Non ha senso. Lui non era la tua anima gemella. L'amore è predestinazione, fatalità, insomma è un qualcosa di naturale. Discordanze e incongruenze non sono cose che si vedono nel grande amore.” Sorrise. “Ora basta dunque con questi tristi pensieri. Vedrai che a Sant'Agata di Gothia ci capiterà qualcosa di meraviglioso! Lo so, lo sento! Deve essere un posto da favola! E poi non dimenticare che a Sant'Agata di Gothia assisteremo allo spettacolo del famoso Chevalier de Lys!” E sospirò, per poi farle l'occhiolino.



Nello stesso momento, nella tenda ai piedi del veliero, Elisabeth ed Elina erano con uno dei paggi.
“Milady...” disse questi ad Elisabeth “... giurare o promettere cambia poco... è comunque un impegno quello che prenderete.” Mostrò allora la costituzione di Sant'Agata di Gothia e le fece promettere fedeltà al suo signore. “Tutto è compiuto.” Fissandola. “Con questa promessa vi siete impegnata ad essere fedele all'Arconte Meccanico. Dando in pegno la vostra stessa vita.” Sorrise e mostrò un lieve inchino.
Poi accompagnò le due donne sul veliero.



Poco dopo si udì un fischio prolungato e forte.
Era il segnale.
Il veliero aprì le sue vele e queste subito si gonfiarono al vento.
Poi le grandi pale delle eliche laterali cominciarono a girare, seguite subito dopo da quelle poste a poppa.
L'incredibile mezzo allora si alzò da terra, destando meraviglia fra i cittadini di Camelot.
In un attimo il potente reame divenne piccolissimo, mentre il veliero cominciava a penetrare nelle alte nuvole del cielo.
La prua fu allora puntata verso Sud e quello stupefacente mezzo volante iniziò il suo viaggio di ritorno verso Sant'Agata di Gothia.

Guisgard 18-02-2013 03.56.41

Capitolo II: Il torneo della Quaresima

“S'avvicina il giorno in cui debbon ritornare e ciascuno portare cento cavalieri per decidere la disfida, come innanzi vi dissi, e, per attenersi ai patti loro, ciascun cento cavalieri fino ad Atene ha condotto bene armati a combattere a oltranza.”

(Geoffrey Chaucer, I Racconti di Canterbury)



Dalla terrazza del palazzo, l'Arconte Meccanico e Talia salutavano il popolo festante.
Il discorso dell'Arconte aveva destato l'entusiasmo generale e la presenza in città della principessa di Sygma rafforzava e legittimava le pretese di indipendenza di Sant'Agata di Gothia nei confronti dell'Arciduca di Capomazda.
Cominciarono allora a vedersi anche fuochi d'artificio, mentre le truppe passavano in rassegna fra le strade.
Da alcuni palazzi, all'improvviso, si alzò una mongolfiera.
Tutti cominciarono a guardarla divertiti, mentre quella pian piano saliva al di sopra delle costruzioni della città.
E lentamente iniziò ad avvicinarsi al palazzo dell'Arconte.
La corte sembrava divertita e i vari valletti la indicavano compiaciuti.
Solo l'Arconte Meccanico la fissava in modo incerto.
La mongolfiera, infine, raggiunse il palazzo e fece sparare in aria un centinaio di cartellini colorati, che i valletti cercarono di prendere al volo, quasi fosse una gara di abilità.
Ma mentre tutti apparivano distratti da tutto ciò, la mongolfiera si avvicinò alla terrazza e improvvisamente qualcuno saltò verso l'Arconte e Talia.
Un'ombra rapidissima e agilissima si catapultò tra il condottiero e la giovane principessa.
Estrasse una lunga lama e colpì Talia al collo.
L'Arconte però, con gesto rapido, bloccò la mano di quel misterioso sicario e stringendola nel suo guanto di ferro la spezzò, facendo cadere così a terra l'arma di quell'attentato.
Il misterioso assalitore era riuscito solo a lacerare la parte della mantellina d'ermellino che Talia portava legata fra le spalle e il collo.
Fu il caos.
Dalla folla tutti gridavano ed osservavano con paura quella scena.
Il sicario, accasciato a terra con la mano spezzata, fu subito raggiunto e immobilizzato dai soldati, mentre i valletti si avvicinarono a Talia.
“Presto...” disse l'Arconte ai suoi servitori “... presto, portate dentro la principessa!”
Talia fu così portata nelle sue stanze.
In breve un cupo silenzio calò sul palazzo.
Un silenzio rotto, poco dopo, solo dal rumore di passi metallici.
Qualcuno risaliva i gradini della torre Est, la più antica dell'intera fortezza.
E raggiunto l'ultimo piano, bussò ad una pesante porta di ferro.
“Vieni pure avanti...” mormorò qualcuno dall'interno.
L'Arconte Meccanico allora entrò.
Era una stanza semibuia.
“I nibbi” fece una figura intenta a sfamare un rapace “fiutano il sangue da chilometri di distanza... questo permette loro di sopravvivere, benchè esistano predatori molto più forti di loro. Forse bisogna prendere esempio da questi rapaci, non trovi? Anche noi, del resto, dobbiamo guardarci da predatori molto forti...”
L'Arconte Meccanico ascoltava in silenzio.
“Cosa succede?” Fissandolo la figura. “Perchè sei qui?”
“Hanno appena tentato di uccidere la principessa.” Con tono fermo l'Arconte.
“Chi è stato?”
“Un uomo giunto su una mongolfiera.” Rispose l'Arconte. “I miei uomini lo stanno interrogando.”
“Non parlerà.”
“Conosciamo metodi capaci di far parlare le pietre.”
“Nei primi tre secoli del Cristianesimo” fece la figura “i magistrati romani, nonostante notevoli mezzi di persuasione, non riuscirono a piegare la volontà dei Cristiani. La maggior parte di loro preferì morire in croce o a causa di belve feroci. Non sottovalutare il fanatismo dei nostri nemici.”
“Credete sia stato inviato dai Capomazdesi?”
“Toccherà a te scoprirlo.” Rispose la figura. “Come sta ora la ragazza?”
“E' illesa.” Rispose l'Arconte. “Solo spaventata, credo.”
“Bisogna essere prudenti. Lei è troppo preziosa per noi.” Mormorò la misteriosa fiducia. “Occorrono guardie del corpo.”
“Guardie del corpo?”
“Si, difenderla.” Pensierosa la figura. “Tenteranno ancora di eliminarla. E noi non possiamo correre altri rischi.” Aggiunse con tono fermo, per poi fissare con occhi enigmatici il vuoto della stanza.
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Altea 18-02-2013 15.38.16

Osservai Vivian e la sua voglia di vivere e divertirsi..eravano del tutto opposte, ma forse solo per il fatto che nulla aveva scalfito il suo animo ma questo viaggio mi avrebbe insegnato a vivere la vita più serenamente...sorrisi appena stuzzicandola "Il Chevalier de Lys!!Giusto..me ne ero dimenticata, ma sei sicura che sia cosi famoso, misterioso e affascinante? Attenta nulla è come appare ed egli appunto recita..di essere un cavaliere nobile e affascinante e di salvare le dame, di essere romantico. Ma recita...non sai in realtà come è la sua vera indole, magari potrebbe avere pure prole ed essere sposato, tu sei troppo sognatrice e romantica cara amica" e osservai divertita il viso quasi deluso di Vivian.
Ad un tratto ci fu un fischio, era il segnale che il veliero stava partendo e rimanemmo stupefatte nel vederlo alzarsi e sotto di noi la cittadina e i campi che si facevano sempre più piccoli, e iniziò ad avanzare con forza tra le nuvole.
Era uno spettacolo straordinario, essere nel cielo e ammirare tutto l'orizzonte, poi feci cenno a Vivian di metterci in un posto più riparato e meno rumoroso.
Ci sedemmo e senza farci notare da nessuno estrassi un libro con una mappa dentro.."Vedi questo luogo? Qui si trova Santa Agata di Gothia, i miei parenti...di cui non ti ho parlato..sono duca e mio zio è fratello di mia madre. Loro non abitano nella cittadina ma in un sontuoso palazzo, appena fuori la città e vicino a un bosco. Mia mamma mi ha raccontato tutto, io ne sapevo la esistenza solo per lo studio della araldica di famiglia. Quindi speriamo la missiva sia già arrivata a destinazione e cosi qualcuno sia già pronto a prenderci...chissà magari qualche affascinante cugino di cui mia mamma ha parlato a lungo...e ne sai il motivo. Ma io, sicuramente, non sposerei mai un parente e comunque lo farei solo per amore"... e risi nuovamente poichè sapevo ciò che avrebbero destato le mie parole infatti vidi il volto di Vivian vagare nei suoi sogni romantici.
Mi alzai e ci avviamo dove vi erano pure gli altri viaggiatori.

elisabeth 18-02-2013 16.15.22

Poca pace negli occhi di quel paggio......nessun senso nelle sue parole......promettere o giurare potevano essere quasi la stessa cosa.........ma ad un cristiano chi oserebbe farlo senza la vicinanza della sua Bibbia ? " andiamo Elina non si puo essere scortese con chi ci offre tale ospitalita.....?.......salii a bordo di qudsta djavoleria di un altro mondo......c'era molto vento ma il cielo dra terso.........Camelot sembrava diversa da quell'altura.........una strana nostalgia mi prese il cuore........stavo lasciando il mio porto sicuro perche qualcuno mi aveva promesso che un mio desiderio sarebbe divdntato realta..........la vendetta questo era il mio desiderio..........me ne rammaricai..........lui non avrebbe mai voluto....lui che mi aveva dato unamore sconfinato.....cosa mi aveva insegnato.....solo venddetta......Vidi una dama dall'aspetto elegante e dai modi sinceri......avevo bisogno di parlare con qualcuno " Elina..guardate quella dama penso che forse potremmo parlare con lei e magari tu sarai piu tranquilla" non attesi e mi avviai verso la dama che a quanto pareva sembrava volesse an che lei far conoscenza con gli occupanti di quel veivolo......" Buon giorno perdonate se magari disturbo la vostra quiete.......ma desideravo conocere le persone che si aprestano a fafe questo viaggio, io sonl Lady Elisabeth con chi ho il piacere di fare la conoscena? "

Guisgard 18-02-2013 16.41.00

Vivian fissò con fare titubante Altea.
“Che sciocchezze...” disse “... non sai che un grande attore porta sulla scena la sua stessa vita? Egli così non è costretto a recitare, ma a vivere! Eh...” sospirò “... già lo immagino... sarà tenebroso, inquieto, solitario... sono convinta che ci sia una grande storia d'amore nel suo passato turbolento... si, un amore infelice! Magari una donna già sposata e forse anche un omicidio! Chissà, proprio il marito di quella donna!”
Restò così a fantasticare e a sospirare, senza neanche rispondere ad Altea circa i parenti dell'amica che vivevano a Sant'Agata di Gothia.
Infatti la giovane non aveva altri pensieri che quelli riguardanti i suoi sogni d'amore.
Ad un tratto, alle due ragazze, si avvicinarono Elisabeth e la sua fedele Elina.

Clio 18-02-2013 17.00.55

L'aereonave era davvero incredibile. Fissavo il territorio circostante con uno strano sorriso, seguendo il filo dei miei pensieri, quando udii le parole di Lucius.
Mi voltai e lo guardai negli occhi.
"...oh, cielo, come sei ansioso... Era solo un giuramento di fedeltà, mi sembra normale... Stiamo andando in un paese in guerra, mi sembra ovvio che un signore che già accoglie tutti questi visitatori voglia sincerarsi della loro fedeltà... E se fossimo stati dissidenti?" Sgranai gli occhi "..cos'è, ti sei arruolato nei dragoni di Capomazda senza dirmi nulla?" In tono divertito "..dai, infondo, perché dovremmo venir meno al giuramento? Non siamo mica inviati degli arciduchi per sovvertire l'ordine.. Entriamo un una città nuova e ne rispetteremo le leggi, come è ovvio... Poi se ci sarà qualcosa di così malvagio da non poter sopportare, troveremo il modo per tornare..." Strizzando l'occhio destro.
Mi misi a guardare la campagna sotto di noi, potevo vedere anche i possedimenti di mio padre e il nostro sontuoso palazzo.
"..Non è bellissima?" Con un sorriso.
Sospirai "...oh torneremo, sta tranquillo... " il mio sorriso divenne malinconico "..oh, io tornerò di sicuro... Ad occupare il mio posto nel mondo..Ma magari tu no.." cercai di scherzare per non pensare all'inquietudine che mi stava attraversando.
Guardai Lucius, sognante "...magari salverai una leggiadra fanciulla da un pericolo mortale, lei si innamorerà di te e ti rivelerà di essere la principessa di un reame lontano, e vivrete felici e contenti nel suo castello...". Risi, divertita.
"..che c'è.." Dissi poi nel vedere l'espressione di Lucius "...non posso augurarti di essere felice? Lo so, lo so... Smettila di fantasticare" tentando di imitare la sua voce.
Sospirai di nuovo, scuotendo la testa "...sogna, per amor del cielo.. Tu che puoi... Tu che sei libero da doveri e responsabilità..." Alzai le spalle "...guarda che altrimenti sogno io per te..." Con un sorriso "Ho smesso di farlo per me stessa da tempo ormai, fa troppo male...".
Restai immobile ad osservare il paesaggio cambiare e modificarsi ad ogni minuto.
Mi immersi così tanto in quella vista mozzafiato, da non pensare più a nulla.

Parsifal25 18-02-2013 17.01.04

Non temevano la mia presenza, anzi......erano tutti meravigliati e rincuorati dalla mia sola persona e senza alcun indugio mi uni' alla loro carovana, di certo.......non ci saremo annoiati. Sarebbe stato triste viaggiar soli.......

Poco dopo, uno di loro (probabilmente il più anziano), cominciò a proferire parola con me, chiedendomi il perché della mia rotta verso il Sud

"Caro amico, corro verso il Sud perché sono in cerca di risposte. Il mio compito è quello di riportare alla luce un vecchio ordine cavalleresco di cui......sono l'unico sopravvissuto e donar speranza ai poveri perseguitati della guerra che imponente si abbatte su di essi......" gli sorrisi e chiesi:

"Il suo nome, messere. Vorrei' ringraziare nel migliore dei modi la persona che mi ha donato ospitalità".

Guisgard 18-02-2013 17.22.52

Camelot dal veliero volante sembrava diventare simile ad un paesaggio ritratto.
I suoi colori e le sue forme, pian piano, diventavano sempre più vaghe e sbiadite, quasi a confondersi col resto del paesaggio.
Lucius si avvicinò al parapetto, accanto a Clio.
“Se ho accettato di accompagnarti in questo viaggio” disse “è perchè non mi va più di vederti appassire nell'anima, Clio. Ma guardati? Sei giovane e bellissima! Dovresti trascorrere i giorni a sognare la felicità! Tu puoi sognare un grande cavaliere o un principe! Io... io non voglio più vederti così... non voglio più vedere, giorno dopo giorno, l'azzurro dei tuoi occhi sbiadirsi sempre più...” restò per un lungo istante in silenzio, poi scosse il capo, come a destarsi da quella malinconia “... se questa gente adopera simili macchine per viaggiare, allora cosa useranno per combattere? Forse mezzi ancor più incredibili vengono messi in campo per la loro guerra. Ma cosa può giustificare una guerra così feroce? Voglio dire... davvero la sete di conquista basta per gettare tanto orrore fra gli uomini?”
Ad un tratto uno strano sibilo si udì nell'aria.
Un attimo dopo, davanti ai due giovani, arrivò svolazzando un curioso animale.
Era una civetta dorata che si fermò proprio sul parapetto.
Ma la cosa più straordinaria era che quell'animale appariva fatto di ferro, ottone e ingranaggi vari.
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Talia 18-02-2013 17.23.35

Accadde tutto tanto in fretta che non avrei potuto reagire...
la mongolfiera, i volantini colorati... i miei occhi la sfiorarono appena, per poi tornarono a guardare lontano... e poi quel sentore... quasi un sesto senso... intravidi una figura rapida saltare giù dalla mongolfiera e lanciarsi su di me... una lama brillò appena alla pallida luce di quel cielo invernale... trattenni il respiro...
feci appena in tempo a comprendere che era stato l’Arconte a frapporsi tra me e l’assalitore, prima che i soldati lo accerchiassero ed un gruppo di servitori giungesse presso di me per portarmi via...
fui accompagnata nelle mie stanze...
tremavo.

“Padre?”
“Talia... entra!”
“Mi avete fatto chiamare?” mormorai, varcando la soglia della biblioteca e richiudendomi la porta alle spalle.
“Infatti!” mormorò l’uomo, tornando a scrutare quei fogli che teneva tra le mani.
Io lo raggiunsi e mi fermai proprio di fronte a lui, osservandolo in silenzio.
Mio padre non disse niente per lunghi minuti... lesse quei fogli ancora una volta, poi mi voltò le spalle e si avvicinò alla finestra...
Il sole stava tramontando oltre la collina, tingendo il cielo di mille e più colori che andavano dall’arancio al rosso, dal rosa al viola...
Attesi...
infine, non potendo più trattenermi, presi fiato...
“Padre...” mormorai “Perdonatemi... perché mi avete fatta chiamare? Mi hanno detto che era urgente...”
L’uomo si riscosse, quasi si fosse dimenticato della mia presenza... poi, lentamente, tornò a guardarmi...
“Si...” disse, quasi controvoglia “Vedi... ho ricevuto un dispaccio poche ore fa... un dispaccio dai nostri territori di confine...”
Lo osservavo, silenziosa... non capivo quella titubanza... mio padre non era mai stato un uomo titubante...
“E dunque?” domandai poi.
Mio padre sospirò, poi mi porse la lettera che ancora teneva tra le mani...
“I duchi di Capomazda hanno oltrepassato i nostri confini con il loro esercito ed hanno occupato le città più a sud del regno di Sygma, distruggendo alcuni villaggi...” disse.
I miei occhi si allargarono a quelle parole... d’impeto gli strappai quel dispaccio dalle mani e lo lessi tutto di un fiato, lo lessi più volte...
“Cosa significa?” domandai poi, sollevando gli occhi di nuovo su di lui.
Mio padre sospirò...
“Temo, Talia...” disse “Temo che significhi soltanto una cosa: guerra!”


Quel ricordo sfiorò i miei pensieri...
mi avevano accompagnata nella sala delle udienze dell’ala del castello che l’Arconte aveva riservato a me... e mi avevano fatta sedere.
Non opposi resistenza... mi sembrava che mi mancasse l’aria, adesso...
Ripensai a quel giorno lontano, a Sygma, agli occhi di mio padre mentre pronunciava quella parola: guerra...
ripensai a ciò che mio padre mi disse quel giorno, quando lesse nei miei occhi tutta la paura, lo sgomento e l’angoscia che la parola ‘guerra’ aveva portato nel mio cuore...
‘La nostra condizione, Talia...’ aveva detto quel giorno ‘non ci permette di giovare del lusso dei sentimenti. Sensazioni come la paura e la disperazione dovranno essere messe al bando. Da oggi tu sei la principessa di una nazione in guerra e dovrai comportarti come tale... niente ti turberà, niente ti spaventerà, niente potrà più soggiogare il tuo cuore. Rammenta: noi siamo ciò che dimostriamo di essere agli occhi dei nostri nemici... rendi il tuo cuore irraggiungibile, decidi con fermezza, giudica con rigore. Sii la torre di Sygma, perché Sygma possa resistere.’
Ripensai a quelle parole ancora, e ancora, e ancora...
il mio cuore irraggiungibile...
la mia mente aliena da paura o sgomento...
Inspirai.
Socchiusi appena gli occhi e chinai la testa, ricercando il controllo... fino a ritrovarlo.
Poi li riaprii, sollevai il mento e mi alzai in piedi...
“Dove è stato portato quell’uomo?” chiesi.
Nessuno rispose.
“Desidero interrogarlo personalmente!” dissi “Subito!”
Silenzio.
“Voi...” esclamai allora, rivolta a due valletti “Trovate l’Arconte e comunicategli questa mia decisione! Andate! Mentre...”
I miei occhi si voltarono verso i due soldati che si trovavano a presidiare la porta della stanza...
“...mentre voi altri mi accompagnerete subito là dove quel sovversivo è stato portato! Intendo parlare con lui! Ed intendo farlo adesso!”

Clio 18-02-2013 17.52.27

Sorrisi, dolcemente, Lucius sapeva sempre trovare le parole giuste.
Ma avevo imparato a mie spese che illudersi porta solo dolore.
Conoscevo la vita che mi attendeva, avrei voluto ostacolarla con tutte le mie forze ma il mio senso del dovere me lo impediva.
Avrei percorso quella strada, rinunciando a sogni e fantasticherie romantiche, chiudendo me stessa in un angolo remoto dell'anima.
"...quanto sei caro amico mio..." Dissi appoggiandomi al suo braccio.
"..beh la guerra è la guerra.. Gli uomini combattono dall'inizio della civiltà, probabilmente lo facevano anche prima e continueranno a farlo fino alla fine dei tempi... È il potere.. La brama di potere spinge gli uomini a combattersi, io credo... Mah...".
Chiusi gli occhi, cercando di immaginare macchine belliche, campi di battaglia, e terre devastate.
Ma poi un rumore mi destò da quei pensieri.
Sgranai gli occhi, una civetta fatta di ferro e ingranaggi ci osservava dal parapetto.
Quasi sussultai dallo stupore.
"...oh, cielo..." Dissi poi ridendo "...Lucius, guarda.. Una civetta... Ma... Santi Numi è una macchina? Come è possibile? La civetta, Lucius.." I miei occhi si illuminarono "...la civetta in Grecia era il simbolo della saggezza.. È.. È l'animale sacro ad Athena..." Mi voltai verso di lui, sorridendo "...quella non era fatta di ingranaggi però...".

Altea 18-02-2013 17.56.45

Scossi il capo..."Vivian...dama sposata?Omicidio del marito..beh allora sarebbe un assassino. Lo costateremo di presenza come sarà il nostro cavaliere misterioso..visto che non ti interessa molto dei miei cugini..." ma fui destata da un voce di donna dall'accento leggermente straniero.
"Milady Elisabeth...è un piacere fare la vostra conoscenza e soprattutto che vi abbia destato interesse. Io sono lady Altea Trevor e questa dama dallo sguardo sognante è la mia amica Vivian. Anche voi siete partita da Camelot per raggiungere Sant'Agata di Gothia? E cosa vi ha spinto..scusate la mia curiosità ma sono molto sorpresa da tutto questo."

Guisgard 18-02-2013 18.00.43

Alcune servitrici annuirono a quelle parole di Talia e corsero a chiamare l'Arconte Meccanico.
Altre accompagnarono la principessa fuori dai suoi alloggi, per condurla dalle guardie.
Queste infatti non avevano accesso agli appartamenti della figlia del re di Sygma.
La principessa fu poi accompagnata dalle guardie verso le prigioni, dove si trovava il misterioso assalitore.
Subito i soldati di sentinella si misero sull'attenti nel vederla arrivare.
“Altezza...” disse stupito il capitano “... cosa ci fate qui? Le prigioni non sono un posto adatto voi... e poi voi dovete riposare dopo ciò che è accaduto oggi...”

Talia 18-02-2013 18.17.18

Scortata da due servitrici ed alcune guardie, raggiunsi dunque le prigioni...
“Non dite assurdità, capitano!” ribattei, in tono fermo “Io sto benissimo! Ditemi, piuttosto... ha detto qualcosa, il prigioniero? Lo avete già interrogato circa il suo gesto? Sappiamo chi lo ha mandato?”

elisabeth 18-02-2013 20.23.27

La vidi rivolgermi un incantevole sorriso, era sgranamente irritata.........." Altea....Lady Altea,perdonatemi........questa e' Elina, e' la mia compagna di viaggio in questa vita........veramente desideravo fare a voi la stessa domanda......questo veliero e quel particolare giuramento che ci hanno imposto per regalarci un desiderio..........ma se svelassimo i nostri desideri si dice che la sorete non li ascolti...........e voi Altea.......perche' siete cosi amabilmente contrariata? "...........Elina era la mia stessa anima e in arabo.......mi disse tra i denti a quanto dolore ancora mi avrebbe condotta quel viaggio........" Inshallah.......se Dio lo vorra' Elina ".....e tornai a porre attenzione alla dama che avevo difronte.......anche se cio'che mi circondava.....mi sembrava un'assurdita'

Altea 18-02-2013 20.29.04

"Vi sembro contrariata?" dissi sorridendo.."affatto...forse preoccupata..cosa mi porta qui..non so forse trovare quella felicità persa, ma mi stupisce il fatto che l' Arconte Meccanico sembra conoscere la mia vita...è capitato pure a voi" e mi guardai in giro furtiva..."e poi milady quel giuramento? Sono stata obbligata a farlo...e io detesto gli obblighi".

elisabeth 18-02-2013 20.41.57

" a quanto pare conosceva anche la mia......e questo non mi piace, sapere cosa turbi un essere umano e obbligarlo a fare un giuramento........non mi sembra possa essere un gioco pulito, ma come si dice a caval donato non si guarda in bocca.........vedremo se cio' che ci ha promesso e' vero........"..........vidi un posto dove sedermi e anche se in maniera ineducata mi staccai da lei e mi sedetti......la mancanza del maniero si faceva sentire, troppo tempo reclusa per una decisione improvvisa come quella......ma cosa potevo fare....il peso era cosi grande che mi sareiaggrappata ad ogni cosa ........

Altea 18-02-2013 20.48.10

La donna misteriosa come arrivò se ne andò, senza lasciarmi perplessa...anche lei sembrava titubante e forse come me cercava una rassicurazione su cosa stavamo facendo..."Vivian..sembra non sia la unica a essere preoccupata. Andiamo a sederci, sono ansiosa di arrivare e pure stanca...ah si, lo so benissimo che tu fremi dalla voglia di arrivare pure e fare strage di cuori, e sei cosi bella che sono certa lo farai". Ci accomodammo in una panchina e lasciai che il vento ci portasse presto alla meta.

Guisgard 18-02-2013 21.23.12

“No, altezza.” Disse il capitano a Talia. “Non siamo riusciti a farlo parlare. Non ancora.”
Ma proprio in quel momento si udì un clangore.
Erano dei passi.
Un attimo dopo giunse l'Arconte Meccanico e tutti i soldati si misero sull'attenti.
“E' molto sciocco, altezza, venire qui.” Fissando Talia. “Non solo è pericoloso, ma lo spettacolo di questi luoghi non è adatto a voi. Quel cane è sottoposto a torture per costringerlo a parlare e non voglio che voi assistiate a queste cose. Potrebbero essere scioccanti per una donna... ora vi riaccompagnerò nei vostri alloggi. Non temete, mi occuperò io di scoprire la verità. E saprò io come difendervi da questi attacchi.”

Guisgard 18-02-2013 21.38.44

“Che buffa...” disse Lucius nel vedere quella civetta meccanica “... ma... è vera? Chissà da dove arriva...”
“E' Yay...” all'improvviso uno dei paggi a lui e a
Clio “... la civetta dell'Arconte Meccanico. E' il suo animale prediletto.”
“Animale?” Ripeté Lucius. “Ma se è di ferro!”
“Cosa significa?” Sorpreso il paggio. “Questo gli impedisce di avere un'anima? E' stato l'Arconte stesso a volerla. Per sconfessare le ridicoli tesi della Chiesa di Roma che negano l'anima a tutti gli esseri al di fuori dell'uomo.” Fissò poi Clio. “Milady, questa guerra non è dettata dalla sete di conquiste. Ma da quella di libertà. Infatti noi siamo un popolo libero, che chiede solo di vivere in pace. E' Capomazda che vuole imporci le sue regole e il suo Credo.”

Clio 19-02-2013 00.38.59

Restai colpita dalle parole del paggio, in casa mia parole come quelle erano bandite e temute.
Sorrisi, e mi voltai verso Yay "...è davvero bellissima..".
La libertà...
La mia mente si perse nei ricordi, per un momento rimasi assorta, fissando la civetta, e un giorno lontano riaffiorò come fosse passato da poche ore.

Nascosta in un angolo della grande sala immersa nella penombra, aspettavo, sapevo che prima o dopo la tempesta si sarebbe riversata su di me.
La porta si spalancò d'improvviso e mia madre si lanciò contro di me come una furia.
"..Clio.. dove sei?" urlò, fuori di sé ".. vieni subito qui.. non farmi perdere tempo...".
Chiusi gli occhi e appoggiai per un momento la testa contro il muro. Le urla si fecero più vicine e insistenti.
"...non farmi perdere la pazienza, signorina.. vieni subito fuori..".
Attesi ancora un momento, e poi mi alzai, andando incontro alla mia sorte.
".. sono qui, madre.." sostenni il suo sguardo, ferma e decisa, per quanto fosse difficile.
"..E' vero?" disse lei, con due occhi accesi dal furore "...il prete mi ha avvisato immediatamente... E' vero che hai osato affermare una cosa tanto blasfema?"
Non risposi, restai immobile a guardarla.
"..vorrei proprio sapere dove l'hai sentita una così grande eresia, come ti è venuto in mente? Oh, lo so io.. sono tutti quei libri.. c'è un solo libro che dovresti leggere, non quelle opere di autori pagani..".
Attesi un ulteriore sfuriata, ma mia madre mi fissava con due occhi che attendevano una risposta.
Ero offesa e delusa, da quando dire la propria opinione era proibito? E poi, aveva toccato i miei libri, sapevo che non amava il fatto che mi dilettassi a studiare gli antichi miti, ma io sentivo che c'era molto da imparare da quelle antiche civiltà.
"...ho detto solo quello che pensavo.." cominciai, a voce bassa "..io.."
"...quindi lo pensi davvero?" mi interruppe con la voce rotta dall'isteria "..sciagurata, ora chiederai perdono al prete e farai penitenza per i tuoi peccati.. è il demonio a spingerti a dire queste cose..".
"..Ma madre, non ho fatto del male a nessuno.. ho solo ragionato... io..." con gli occhi sgranati.
"..Basta non voglio sentire una parola di più.. E puoi dire addio ai tuoi libri blasfemi..".
Non riuscii a trattenere le lacrime "..ma.. madre.. come puoi.."
"...Basta, farai come ti dico, è chiaro?" e detto questo se ne andò lasciandomi sola tra le lacrime.


Inspirai profondamente per scacciare quel brutto ricordo, e mi voltai verso il paggio.
"..libertà voi dite? Non c'è dubbio che sia una nobile ricerca.. una volta un uomo era considerato tale solo se era libero..." sorrisi "... eppure, ci hanno insegnato a credere che la Chiesa di Roma ha vinto.. che tutti si devono piegare al suo volere... e chi non lo fa è dannato.. chi la contraddice è un eretico.. voi siete liberi da tutto questo, ora, dite? Allora la vostra città dev'essere un posto davvero incantevole..".
Sorrisi, lasciando vagare lo sguardo. Se mia madre mi avesse sentito parlare in quel modo, probabilmente non mi avrebbe più rivolto la parola.
Guardai il panorama sotto di noi e poi mi voltai, nuovamente verso il paggio, al sopraggiungere di uno strano pensiero.
"..eppure, non posso fare a meno di chiedermi.. In che cosa credete, dunque?" fissando il paggio con aria interrogativa.

Talia 19-02-2013 00.44.03

Osservai l'Arconte per qualche istante, in silenzio.
Avvertivo gli occhi dei soldati e del capitano su di noi, ma non badavo loro... il mio sguardo, fermo e impassibile, era puntato sull'elmo di ferro dell'uomo di fronte a me...
"Ma che pensiero delicato, Arconte..." mormorai poi, con un sorriso sottilissimo "È davvero premuroso da parte vostra pensare a questo..."
Osservai una piccolissima pausa, cortese...
"Tuttavia..." proseguii dopo un istante "Dubito che qualsiasi cosa possiate fargli possa turbarmi più di vederlo saltare verso di me con quel coltello alla mano... intendo solo parlargli... intendo guardarlo negli occhi mentre gli chiedo se si rende conto di aver attentato alla vita della sua regina!"
La mia voce era bassa, gentile... ma il tono era fermo. Non era una richiesta.
"Coraggio, Arconte..." dissi poi, sollevando lo sguardo su di lui "Vi assicuro che ci tratterremo solo pochi minuti... e non correrò alcun rischio... il capitano è qui per questo, giusto? E poi ci siete anche voi con me..."
Sorrisi.
"Coraggio!"

Guisgard 19-02-2013 01.57.05

“Il mio nome è Melenik” disse il capo dei mercanti a Parsifal “e sono io onorato dalla vostra presenza in mezzo a noi, cavaliere.”
Conversarono cortesemente per buona parte del tragitto, fino a quando, giunti ad un bivio, il vecchio mercante riprese la parola:
“Cavaliere, da qui sorgono due strade... quella a Ovest, che conduce verso la costa, ancora molto lontana... e quella a Est, che apre invece le porte dei grandi monti, anche se porta verso regioni coinvolte nell'immane conflitto tra Capomazda e Sygma... voi dove siete diretto di preciso?” Chiese a Parsifal.

Guisgard 19-02-2013 03.00.55

Il paggio sorrise a Clio.
“Si, milady...” disse “... noi siamo liberi dai dettami della Chiesa e dei suoi vassalli. E' stato l'Arconte Meccanico a liberarci da quel crudele giogo. Lui ha annullato i dogmi di quella Fede che loro professano come unica e vera. Mi chiedete in cosa crediamo, milady? Crediamo negli uomini. Nelle loro capacità. E gli uomini devono essere liberi per godere dei doni che la natura ha offerto loro. E' con assurde paure che la Chiesa Romana ha tenuto legati a sé gli uomini di ogni epoca. Come la paura del peccato e quella della dannazione eterna. Ma non esiste nulla del genere. L'uomo deve vivere libero, senza aver paura di contraddire i dogmi di un Dio geloso e severo. Vivere al meglio questa vita, senza vincoli o timori vari. E dopo di ciò, spegnersi in pace, senza rimpianti. Perchè oltre questa vita non esiste nulla.”



A quelle parole del paggio, la civetta meccanica Yay volò via per il ponte.
Per poi scendere accanto al posto dove era seduta Elisabeth.
Il veliero volante continuava il suo viaggio fra le nuvole, mentre tutto ciò che si trovava in basso appariva piccolo e indistinto.
Yay osservava Elisabeth, fissandola con i suoi occhi grandi.
E in essi, la donna vedeva riflesso l'immenso cielo che avvolgeva ogni cosa intorno a lei.
Ma poi, all'improvviso e solo per un vago momento, Elisabeth negli occhi di quel buffo animale di ferro intravide qualcosa.
Come una sagoma, poi un volto.
Era una donna.
Una donna dallo sguardo indefinito e infinitamente malinconico.
Poi il riflesso del cielo negli occhi vitrei della civetta cancellò quell'immagine.



Nel frattempo, Vivian e Altea osservavano le meraviglie di quel viaggio.
Il cielo infinito e la terra lontana sottostante.
“Come sarà Stant'Agata di Gothia?” Chiese Vivian ad Altea. “Io immagino somigli ad una grande città gotica... con guglie, chiese e palazzi altissimi. Stendardi nobiliari, stradine lastricate ed intrecciate e tante piazze ornate di statue e fontane regali. Immagino una città pullulante di nobili cavalieri e dame bellissime. Cavalli bianchi, corazze argentate e armi luccicanti. Si, deve essere il posto più bello del mondo.” Sospirò.
Alte nuvole avvolgevano l'orizzonte, intrise di mille e più bagliori.
Rosati, rossastri e vermigli, si confondevano con ogni screziatura di bianco, fino a raggiungere l'argento delle nuvole più lontane.
Giganteschi banchi nuvolosi naufragavano ai limiti del cielo, che grazie a giochi di chiaro scuro parevano generare città lontane, sospese nella Volta Celeste.
Poi, d'un tratto, quelle immagini divennero reali, liberandosi di tutti quei riflessi fiabeschi.
E così, sul fare del mattino, i raggi del Sole trassero sfolgoranti bagliori da quelle nuvole, che per incanto mutarono in cupole, torri, palazzi.
A ridosso di una massiccia e alta rupe, quasi galleggiante in una fitta selva, apparvero le maestose mura di una città dai tratti incantati.
Una città sterminata che da sola sembrava riempire lo spazio infinito che corre fra i monti che circondano l'orizzonte.
Una città dai colori mutevoli, al servizio del riverbero senza fine del Sole.
E nel cuore della selva, ad ulteriore protezione delle sue titaniche mura, scorreva un fiume dal corso burrascoso e dal letto vasto, racchiuso da due fitte e larghe cordigliere di granito.
Un fischio allora si udì dagli alberi del veliero volante.
Era il segnale di arrivo.
L'arrivo a Sant'Agata di Gothia.
http://img16.imageshack.us/img16/3788/portcity.jpg

Guisgard 19-02-2013 03.34.39

A quelle parole di Talia, l'Arconte Meccanico fece un cenno al capitano e questi condusse lui e la principessa in una cella poco distante.
Qui trovarono alcuni soldati e un uomo incappucciato che sceglieva con cura tenaglie, catene e marchi da far riscaldare su una brace ardente.
In un angolo di quella cella vi era poi un uomo incatenato alla parete.
Indossava solo dei calzoni lacerati e sul petto, sulle braccia e sul volto presentava tagli ed ematomi.
Nel vedere arrivare i tre, i quattro uomini nella cella mostrarono profondi inchini.
Prima a Talia, poi all'Arconte.
“Allora...” disse questi “... ha parlato questo cane?”
“Non ancora, signore.” Rispose un soldato.
“Allora vuol dire che siete troppo teneri!”
“Credo che questo dannato” fece il soldato “sia stato stregato dai suoi signori. Ci fissa, senza tradire alcuna emozione mentre lo torturiamo a morte.”
L'Arconte allora si avvicinò al prigioniero e lo fissò.
Era un uomo scarno, dagli occhi scuri e la barba lunga.
“Chi ti manda, lurido porco?” Con gli occhi su di lui l'Arconte. “L'Arciduca? O qualche vescovo? Appartieni ad un ordine religioso? O forse sei un misero soldato capomazdese?” Lo schiaffeggiò, graffiandogli ancor di più il viso. “Parla... parla o ti strapperò io stesso la lingua.”
“Prima di venire in questa città senza Dio” parlando finalmente l'attentatore “ho ricevuto l'Estrema Unzione. I miei peccati sono rimessi. Posso morire in pace. E morirò sereno, poiché so che mi seguirete molto presto. Io ho fallito, ma altri verranno dopo di me. E ne verranno ancora, fino a quando non compiranno la loro missione. Eppure sarete fortunati... si, perchè la silenziosa lama di un coltello o l'aspro veleno di una coppa metteranno fine senza strazi alle vostre vite. Invece sarà molto più triste la fine del popolo che vi ha seguito... quando le armate del mio signore demoliranno le vostre mura, i cavalieri Capomazdesi non avranno pietà di questa gente. E neanche delle vostre mogli e dei vostri figli. Gli uomini saranno sterminati, mentre donne e bambini verranno venduti come schivi.” Fissò poi Talia. “E' vero ciò che si dice di voi... siete bella, molto bella. Ma quando una terra è devastata col fuoco, neanche i fiori più belli riescono a ricrescere.” Tornò a guardare l'Arconte.
Ad un tratto portò una mano alla bocca e con gli anelli delle catene si strappò la lingua, per poi gettarla ai piedi dell'Arconte Meccanico.
Questi allora, dominato dalla rabbia, prese fra le mani la testa del prigioniero e la girò su stessa, spezzandogli l'osso del collo.
“Figlio di centomila vermi...” con ira l'Arconte.
Si voltò poi verso Talia. “Vi avevo detto di non venire qui, maestà. Andiamo, vi riaccompagnerò al palazzo.”
Così, l'Arconte e Talia ritornarono nel palazzo principale.
Ma prima che Talia raggiungesse i suoi appartamenti, un servitore andò loro incontro.
“Altezza, milord...”
“Cosa c'è?” Chiese L'Arconte Meccanico.
“Il Maestro ha lasciato le sue stanze” rispose il servitore “e chiede di poter incontrare sua altezza.”
“Venite, maestà...” rivolgendosi l'Arconte a Talia “... una persona a voi cara, ma che non vedete da tempo, chiede di potervi salutare...”
E presa la sua mano, l'Arconte condusse Talia in un grande salone.

Clio 19-02-2013 09.16.54

Dunque non credete in nulla...
Restai perplessa e stupita da quelle parole. Avevo sempre osteggiato e guardato con diffidenza la Chiesa di Roma, trovando incongruenze e contraddizioni nei suoi insegnamenti.
Eppure, tutta quella libertà era troppo anche per me, mi appariva superba e pericolosa.
I filosofi greci mi avevano insegnato che la vita non si può ridurre a qualcosa di materiale e che vi è altro, oltre l'uomo, a governare l'universo.
Almeno, i filosofi che tenevo particolarmente in considerazione.
Mi chiesi dove potesse portare un ragionamento come quello: il popolo ubriaco di libertà. Rabbrividii, senza accorgermene.
Non c'era un passo di Platone che parlava di un simile pericolo? Non lo rammentavo. Mi sforzai.
Parlava della sete di libertà e di coppieri troppo generosi, il popolo inebriato, l'ordine sovvertito, i padri picchiati dai figli, gli schiavi che si ribellano ai padroni, gli scolari rimproverano i maestri.
Eppure la libertà di quell'uomo era diversa da quella descritta in quelle pagine che tentavo disperatamente di ricordare, forse persino più pericolosa.
Dei rumori a bordo mi destarono da quei ragionamenti.
"..beh, sono sempre più ansiosa di vedere la vostra città, dunque, messere.." Dissi gentilmente, non trovando cortese rivelare i miei vaneggiamenti e i miei timori.
Tuttavia non avevo affatto mentito, le parole di quell'uomo destavano in me sempre più curiosità.
D'un tratto, uno spettacolo meraviglioso si levò davanti ai nostri occhi.
Restai incantata e rapita a guardare il cielo.
Eccola, era lì, davanti a noi, era esattamente come l'avevo immaginata: incantevole.
"...Lucius, guarda.." Dissi al mio amico, indicando l'orizzonte "... siamo arrivati... Non è bellissima?" Sorridendo come una bambina felice.

Altea 19-02-2013 15.33.51

"Infatti Vivian" le indicai la città "è proprio come te la eri immaginata, guarda come splende sotto i toni rosati e ambrati dell'aurora, è uno spettacolo...speriamo sia pure una città dove regna la serenità da come splende, sono rimasta perplessa da quel giuramento...è stato un obbligo e l'andarne contro rischiando la pena di morte sembra una forma di tirannia."
Io e Vivian ci dirigemmo verso i nostri bagagli, sembrava che ormai stavamo per atterrare.

elisabeth 19-02-2013 16.22.31

Seduta...insieme ad Elina..restai a fissare le persone che si davano da fare perche' forse stavamo arrivando a destinazione....." Sai Elina ?...cosa vuol dire avere un ruolo.. nella vita o in una parte dove si reciti..?.....significa avere complicita' con tutti quelli che partecipano che siano bravi o meno..che siano importanti oppure no...questo e' il gioco di ruolo......e quando si viene ignorati per piu' di una volta......si sceglie o di togliersi la vita...o di uscire di scena....allora si saluta tutti...si augura buona fortuna e ci si allontana........in silenzio Elina cara...come per magia............"......

Guisgard 19-02-2013 18.00.14

Davanti ai loro occhi apparve, sconfinata e meravigliosa, Sant'Agata di Gothia.
Tutti i passeggeri del veliero volante restarono lungo i parapetti o affacciati dalle finestre a fissare rapiti quella straordinaria visione.
Una città sospesa nella vallata, come se fosse altrove e non su questo mondo.
Così appariva a tutti loro quella città.
Il veliero atterrò al centro di Sant'Agata di Gothia, in un largo spiazzo fatto di marmo.
Subito altri valletti legarono le cime che dal veicolo venivano calati e poco dopo a tutti i passeggeri fu dato il permesso di sbarcare.
Così, fra gli altri, anche Clio e Lucius, Altea e Vivian, Elisabeth ed Elina, scesero finalmente a terra.
Ma, appena raggiunto il grande spiazzo, furono avvicinati da alcuni valletti.
“Salute a voi...” disse sorridendo uno di quelli “... vi do il benvenuto a Sant'Agata di Gothia. Voi siete invitati speciali e dunque ospiti esclusivi. L'Arconte Meccanico ha disposto per voi una sontuosa dimora. Alloggerete infatti in un magnifico maniero di proprietà del nostro signore. Si trova dall'altra parte del fiume e lì attenderete di essere ricevuti dal liberatore della nostra città.
Seguitemi, prego. Una carrozza vi attende per condurvi al castello.”
Ma proprio in quel momento un altro dei passeggeri, appena sceso, fu anch'egli avvicinato dai valletti.
E dopo le parole di questi ultimi, anche lui si unì al gruppetto degli altri.
Salirono così tutti in carrozza, Clio, Lucius, Altea, Vivian, Elisabeth, Elina e partirono alla volta del castello.
E con loro vi era anche quel nuovo arrivato.
http://images3.wikia.nocookie.net/__...ephiroth-1.jpg

Altea 19-02-2013 19.59.56

Ospite presso l' Arconte...io e Vivian ci guardammo in preda allo stupore completo ma non ci furono alternative e fummo fatti salire insieme agli altri viaggiatori e un misterioso personaggio.
"Se permettete messere" dissi al paggio" che stava a cavallo vicino la carrozza "io e milady Vivian siamo attese altrove, volete gentilmente farci scendere poichè devo andare dai miei parenti che vivono in un palazzo qui vicino, non ho bisogno dell' ospitalità dell' Arconte Meccanico anche se non mancherò di venire a ringraziarlo".
Ero davvero seccata....senza nemmeno ascoltare le nostre decisioni loro decidevano per noi.

elisabeth 19-02-2013 20.10.17

Non ebbi il tempo di raccontare ad Elina cio' che vidi negli occhi di quella strana civetta.......o forsi non volli, Elina era cosi' superstiziosa.....che avrebbe continuato a dirmene di tutti i colori usando il suo sorriso e la sua lingua strana...come dicevano a Camelot.....cosi' a me tanto familiare e calda....ringraziai il paggio e salimmo sulla carrozza....vidi salire un'altra persona, non l'avevo notata sulla nave volante.......non sembrava volesse comunicare con nessuno di noi......ero seduta difronte a lui.....immaginai cosa avesse potuto spingerlo a fare un viaggio cosi' fuori da qualsiasi mente razionale........neanche io avevo voglia di parlare.......Una trappola...eravamo tutti rinchiusi in una piccola trappola dorata....quando sentii colei che si fu presentata come Altea....parlare con il paggio che ci seguiva.......voleva scendere...da dove ?......eravamo saliti cosi' in alto che ora scendere da quella carrozza sembrava fuori dal mondo......" Milady Altea......spero tanto che a noi tutti sia concessa un'altra scelta.....".....

Altea 19-02-2013 20.17.57

Sentii le parole di lady Elisabeth, che conobbi nel viaggio..."Ognuno di noi milady ha il diritto di seguire la propria strada e dove vi è libertà si spera si possa farlo. L'Arconte Meccanico è venuto a Camelot per portarci a Santa Agata di Gothia e sembra con la benevolenza ma ora sembra che ogni nostro gesta debba seguire le sue direttive..io ho il diritto di scegliere e quindi scendere da questa carrozza e seguire il motivo per cui sono venuta in questa cittadina con milady Vivian".

elisabeth 19-02-2013 20.25.42

Risi risi silenziosamente a quella donna a cui brillavano gli occhi......era una donna libera, ecco perche' si trovava li'......" Perdonatemi Milady......ma nessuno vi ha imposto con la forza di salire sulla nave volante...di firmare una condanna a morte..e di obbedire ciecamente.......siamo donne libere e a quanto pare, ecco il frutto della nostra liberta'.......credo che meno vi agitiate e meglio starete........"......guardai fuori dalla carrozza, non volevo guardarla in viso...era a me stessa che stavo dando una giustificazione, ogni altro passeggero era in religioso silenzio.....gia' religioso...filosofico.....chissa' cosa riempiva la loro mente.......

Altea 19-02-2013 20.31.11

"Avete ragione milady..ma la delegazione venuta a Camelot sapeva benissimo il motivo del nostro viaggio e che dovevamo essere ospiti di miei parenti, e per questo ci diedero ospitalità per il viaggio. Milady Vivian è la figlia del barone che diede ospitalità alla delegazione che arrivò da questa città. Per questo ora mi stupisco di tutto questo. Mi spiace, ma non rimarrò zitta, chiedo solo di proseguire il viaggio con milady Vivian da sola" e mi rivolsi di nuovo al paggio con determinazione e Vivian annuii.

elisabeth 19-02-2013 20.38.43

" Come volete mia cara....siete solo convinta di quello che era la vostra verita' quindi il vostro motivo.......non credo che era il loro....ma continuate a chiedere speriamo vi diano da bere...non si dovesse asciugare la vostra gola...".....mi giunse un calcio da Elina e uno sguardo che diceva quanto troppo mi fossi spinta....." Non preoccuparti Elina....tra un po' avremo tutte qualcosa da dire........"......

Clio 19-02-2013 20.48.20

Guardavo fuori dalla carrozza, immersa nei miei pensieri.
Non era quello che avevo promesso a mia madre, avrei dovuto cercare una scuola cattedrale e un convitto.
Ma mi chiedevo se potessero esistere cattedrali in una città senza dio.
Infondo, disubbidirle era la mia specialità, e non avrebbe potuto controllarmi, tanto era lontana.
Lucius era accanto a me, in silenzio.
Le voci degli altri passeggeri mi destarono da quel torpore.
Mi voltai verso la ragazza che tentava di parlare al paggio accanto alla carrozza, con voce decisa.
Rivolsi sorridendo un cenno di saluto a lei e alle altre donne che le sedevano vicino.
"...perdonate, Milady..." Dissi timidamente "... Ma credo che nessuno potrebbe trattenervi contro la vostra volontà... Almeno lo spero.." Abbozzando un sorriso.

Altea 19-02-2013 20.49.15

Non risposi e stetti in dignitoso silenzio...avrei poi risolto il tutto arrivata in quel palazzo e istintivamente portai una mano su quella di Vivian e l'altra alla collana...poi osservai il cavaliere arrivato dal nulla..era alquanto misterioso.

elisabeth 19-02-2013 20.53.21

" Gia'....e' proprio cosi' nessuno potrebbe e speriamo che questa sia la volta buona.....ben trovata Milady "......salutai cosi' la giovane Dama che era seduta con noi ........


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 17.36.57.

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