Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 31-01-2015 00.52.37

“Allora scegliete voi la cifra.” Disse l'uomo a Clio. “Qualunque cifra, non c'è problema.” Sorrise. “E comunque non voglio certo importunarvi. Permettete?” Togliendosi il basco in segno di saluto. “Sono messer Otanio dei Cogniti. Sono stato incaricato da parte del mio padrone di portargli armi particolari e dunque quel fodero ha subito attirato la mia attenzione.”

Guisgard 31-01-2015 00.56.20

Tommaso annuì ad Altea e la prese sottobraccio.
I due così raggiunsero il cortile, fermandosi però sotto un padiglione, visto il tempo minacciava pioggia e l'aria della sera era alquanto umida.
“Vieni, sediamoci qui...” disse Tommaso a sua cugina “... allora, dimmi cosa ti rende così inquieta... non ti piace più la vita di palazzo?”

Altea 31-01-2015 01.00.51

Iniziava a piovigginare e trovammo riparo sotto un padiglione e alle sue parole rimasi perplessa e appoggiai la testa sulla sua spalla.."Troppi ricordi Tommaso...e poi questi nuovi uomini..non so..ho il sospetto vi sia qualcosa di celato sotto la morte di Guisgard e io voglio scoprirlo".
Lo guardai sorridendo.."Sei sempre più bello...hai trovato una fidanzata? Oppure stanotte sei libero?" sorrisi guardandolo maliziosamente..e fissai il Cielo buio divertita.

Clio 31-01-2015 01.01.40

"Salute, messer Otanio, il mio nome è Clio.." Sorrisi all'uomo, con un leggero inchino.
"Siete straniero, dunque? Dato che ho difficoltà a farmi capire..." gentilmente "Non ho detto che il prezzo che mi avete offerto è troppo basso, messer Otanio.. ho detto che non è in vendita" con un lieve sorriso "E ho l'abitudine a parlare una volta sola, dunque, se non vi dispiace.. vorrei continuare il mio cammino... sono sicura che troverete altre armi per il vostro padrone.. per questo fodero siete arrivato tardi.. Con permesso..".

Guisgard 31-01-2015 01.06.33

“Una fidanzata...” disse divertito Tommaso ad Altea “... io una fidanzata? Andiamo, mi vedi tipo da legarsi ad una donna per tutta la vita? Suvvia, è come mangiare tutti i giorni la stessa pietanza.” Rise. “Io non ci vedo nulla di strano su quegli uomini... i Taddei non ci sono più ed ora loro vogliono spolpare l'osso. Certo, sarà difficile capire chi fra quei due avrà la meglio. Ma tu non vivere tutto ciò in modo così personale. Ormai i Taddei fanno parte del passato.”

Guisgard 31-01-2015 01.09.04

Otanio fissò Clio e poi chinò il capo.
“E sia...” disse “... ci ho provato. Come si dice? Tentar non nuoce, giusto? Vi chiedo perdono per avervi recato fastidio. Seguirò il vostro consiglio e cercherò qualche altra arma interessante. Vi auguro una serena giornata.” E si allontanò.

Altea 31-01-2015 01.12.10

Ecco la solita romanzina sui Taddei...forse non capivano io avevo perso il mio migliore amico..non uno dei Taddei.
Lo guardai.."Lo so non ti leghi a nessuna, tu sei come me..solo io sono rimasta fedele a un solo Amore e sempre lo sarò..amerò solo lui".
Repentinamente gli cinsi le braccia al collo.."Ti sei dimenticato di certe nostre notti qui a Capomazda..si i Taddei sono spariti ma non di anni luce..e succedeva quando venivo a trovare il defunto Duca..o non ti interesso più?" e staccai le braccia imbronciata.

Clio 31-01-2015 01.16.25

"Nessun disturbo..." con un sorriso "Vi auguro di trovare ciò che state cercando" con un cenno del capo.
Lo osservai allontarsi, e dopo qualche istante ripresi il mio cammino verso casa.
Una volta entrata, mi sistemai in una poltrona della biblioteca, ed estrassi il fodero dalla borsa di pelle.
"Quel tipo non me la raccontava giusta..." mormorai, rigirandolo tra le mani "Chissà che misteri si nascondono in questo fodero tanto curato" fissandolo incuriosita.
Poi magari non era nulla, ma fantasticare sulla sua storia mi avrebbe impegnato la mente per un po'.
Dovevo resistere fino a sera, poi cominciava a farsi largo nella mia mente una malsana idea per tenere la mente occupata.

Guisgard 31-01-2015 01.20.32

Clio tornò a casa e trovò ad accoglierla Nero.
Si strofinò attorno agli stivali, per poi miagolare piano.
Ma ad un tratto il gatto saltò su, fissando la finestra.
Un attimo dopo balzò su una sedia e vi restò immobile, come in attesa.
Il suo nervosismo era palese.
E ad un tratto dal pianoterra Clio udì strani rumori.

Guisgard 31-01-2015 01.23.40

Tommaso sorrise ad Altea e la strinse da dietro, tenendola contro il suo petto.
“Suvvia, cugina...” disse sottovoce “... qualcuno potrebbe sentirti e far scoppiare un terribile scandalo...” ridendo piano “... e poi lo sai... magari se non mi sposerò mai è perchè tu sei il mio vero ideale di donna, cugina...” le sussurrò in un orecchio.

Clio 31-01-2015 01.25.02

"Ma ciao bello.." coccolando il gattone nero, ma poi notai che qualcosa non andava, era troppo nervoso.
Il mio primo pensiero fu all'uomo che mi aveva seguita.
Nascosi così il fodero in uno scomparto segreto della libreria e scesi, circospetta, impugnando la spada nella destra e la pistola nella sinistra.

Guisgard 31-01-2015 01.27.51

Appena Clio fu al pianterreno, qualcuno bussò energicamente alla porta.
Bussò più volte ed in modo deciso.

Clio 31-01-2015 01.30.39

Mi guardai intorno, non era entrato nessuno, per fortuna.
Anche perché gli avrei dato un premio, viste le misure di sicurezza di cui avevo dotato la porta e le pesantissime sbarre alle finestre.
"Chi è la?" esclamai, decisa, per poi sbirciare, riparata dietro la tenda, da una finestra poco lontano.

Altea 31-01-2015 01.31.39

Le sue braccia cinsero la mia vita e un leggero fremito mi scosse e gli sussurai.."Sto parlando piano..non credo tu non ti sposi per me..neppure io ti sposerei" e mi voltai accarezzandogli i biondi ricci.."Non vorrai lasciarmi sola..nessuno ti vedrà come le passate volte..anzi una volta Guisgard ti sorprese..avevamo inventato una scusa folle" e lo guardai negli occhi lasciandomi trasportare da un bacio appassionato.

Guisgard 31-01-2015 01.35.45

Clio guardò attraverso le tende e vide due figure davanti alla porta.
Erano due monaci.
Uno dei due però aveva una stazza straordinaria, almeno il doppio di quella di un uomo comune.
Indossavano lunghi e consumati sai, con austeri cappucci sul capo.
“Pace e bene a voi...” disse il monaco di statura normale “... siamo due fratelli Francescani e vaghiamo per raccogliere offerte che useremo per riparare il vecchio convento di San Pasquale... siate generosi ed offriteci quanto potete, affinchè noi monaci si possa avere un pio luogo per le nostre orazioni.”

Guisgard 31-01-2015 01.39.32

Tommaso rispose a quel bacio di Altea, assaporando le sue labbra rese ancor più dolci dall'umidità della sera.
“Si, ricordo...” disse lui mentre mordicchiava le labbra di lei “... ricordo quella volta... dicemmo che tu avevi conoscenze mediche e che mi stavi facendo... un massaggio...” rise, per poi baciarla ancora “... sai...” mormorò, accarezzandole piano le braccia lisce “... saprei come farti passare ogni inquietudine stanotte, cara cugina...”

Altea 31-01-2015 01.47.09

Risi pure io mentre la passione stava prendendo il sopravvento.."Ha finto di crederci..sapeva benissimo di medicina non me ne intendo" iniziai a sbottonargli la sua giubba da ufficiale da marina.."Sapresti farmi dimenticare ogni angustia?..preferisci me o la cena...Tommaso..nessuno si accorgerà della nostra assenza" e la pioggia iniziava a scrosciare forte come i sentimenti dentro me in quel momento.

Clio 31-01-2015 01.47.27

Questa sì che era bella: due monaci alla mia porta.
E quello cos'era? Pensai, nel vedere quell'uomo tanto imponente.
Certo, anche Pepe a prima vista era un ottimo frate.
"Perdonate se non vi apro... ma capirete che di questi tempi una donna sola deve essere prudente.." con voce gentile "Ma la vostra è una nobile causa, dunque vi prego di accettare lo stesso la mia offerta..".
Così, aprendo leggermente la finestra, lanciai un sacchettino con alcuni ducati alle figure sulla porta, per poi richiuderla immediatamente.
La porta non mi sarei mai fidata, la finestra aveva le inferriate, la porta una volta aperta era aperta. E sopratutto non avevano idea che fossi lì.
Mi allontanai immediatamente e restai all'erta.
Se erano veri frati se ne sarebbero andati, e io avrei fatto anche un'opera di bene.
Se invece non lo erano.. beh, lo avrei compreso.

Guisgard 31-01-2015 01.55.17

Tommaso rise, per poi accendersi di passione quando Altea cominciò a sbottonargli la giubba.
E nel frattempo lui la baciava senza sosta.
“Un momento...” disse Tommaso senza smettere di assaggiare le labbra di lei “... come faceva l'Arciduca a sapere che non avevi conoscenze mediche? Forse perchè ti chiese un massaggio e tu gli facesti altro?” Sarcastico.
Ma in quel momento alcuni servitori, dalle finestre, suonarono delle campanelle.
Era il segnale che la cena stava per essere servita.

Guisgard 31-01-2015 01.58.14

“Oh, è giusto così, figliola.” Disse il monaco a Clio. “Sono tempi cupi e la prudenza non è mai troppa. Anzi, è un dono da custodire.” Prese un umile sacchettino da una tasca. “Vi lascio queste erbe mediche. Le coltiviamo nel nostro convento e provengono da un eremo in Linguadoca. Le utilizzava un vecchio abate. Sono straordinarie per curare ogni tipo di ferita. Fatene buon uso, figliola.” Mise poi accanto al sacchetto un santino. “E quest'immaginetta di Sant'Ambrocio vi proteggerà. Pace e bene, figliola.” E si allontanarono, lasciando quei doni davanti alla porta.

Clio 31-01-2015 02.04.02

"Vi ringrazio.." gentilmente.
Ma quell'uomo aveva ragione, la prudenza non era mai troppa, specie sei si faceva un mestiere pericoloso come il mio.
Così, non aprii la porta per raccogliere il sacchettino, restai per un momento ad osservarli andare via, non vista, e poi rientrai in casa.
Ormai si stava avvicinando la sera, era ora che mi preparassi qualcosa da mangiare mentre decidevo il da farsi sulla serata.

Altea 31-01-2015 02.04.53

Le mani scivolavano sulla giubba fino a sbottonargli pure la camicia e mi avvicinai a lui.."Sei geloso eh...chissà chissà perchè sapeva non ero brava nelle pratiche mediche..ma forse in massaggi si.." e le mie labbra si spostarono sul suo collo.
Un campanellino terminò quel momento di passione.."La cena.." sospirai guardandolo.."meglio non destare sospetti..il dolce lo mangeremo dopo..nella tua camera" facendogli l' occhiolino mentre lo sistemavo abbottonandogli camicia e giubba..il cuore batteva forte, le gote bianche erano accese ancora di passione e lo presi per mano correndo a palazzo e andammo nella sala dove la cena era servita.."Speriamo non si accorgano di nulla cugino..io sono ancora accaldata, siediti vicino me ovviamente".
Sospirai, dovevo scrutare i nuovi padroni e non distrarmi e presi posto.

Guisgard 31-01-2015 02.08.27

Clio restò a fissare i due monaci allontanarsi, fino a quando svanirono lungo la strada.
Anche Nero, sceso al pianterreno, pareva essersi calmato.
Ad un tratto un velo di pacata serenità sembrò scendere sulla casa, mentre il sacchettino e l'immaginetta erano ancora a terra, davanti alla porta.
Si era ormai fatto buio ed anche la città, dopo una lunga giornata di lavoro, pian piano pareva assopirsi ed abbandonarsi al candore della sera.

Guisgard 31-01-2015 02.25.10

Altea e Tommaso, dopo essersi sistemati un momento, nonostante gli effetti di quel momento di passione fossero ancora vivi, rientrarono nel palazzo e raggiunsero la sala dove si trovavano gli altri invitati.
E in quello stesso istante anche lord Cimmiero fece il suo ingresso, suscitando l'ammirazione degli ospiti.
Fra essi vi era anche il nonno di Altea.
Tutti presero posto a tavola.

Clio 31-01-2015 02.32.00

Il sole era calato, e una pallida luna illuminava il freddo celo cittadino.
Era giunta l'ora di iniziare a prepararmi.
Quella giornata era stata troppo pesante emotivamente, e non riuscivo, non volevo sopportarlo.
Così consumai un pasto frugale, con l'ottima carne che avevo comprato, e risalii a prepararmi.
C'era silenzio. Era strano: avevo tanto desiderato quel silenzio, eppure ora mi appariva assordante.
Potevo sentire il battito del mio cuore, e la cosa non mi piaceva affatto.
Lasciai in disparte il raffinato abito che avevo indossato per le vie di Miral, rivolgendo lo sguardo a tutt'altro abbigliamento.
Dove stavo andando non sarebbe servito.
Così indossai dei pantaloni stretti ma comodi, un paio di stivali, un corto corpetto, e e una giacca pesante.
Legai i capelli in una treccia, fasciai di nero entrambe le mani, e mi avvolsi in un lungo mantello, di cui mi calai il cappuccio sulla faccia.
Lasciai la mia casa, rimandando al giorno successivo la decisione sulle erbe.
Così mi incamminai, verso la periferia della città, attraversando vie che una fanciulla per bene non dovrebbe mai percorrere.
Camminavo a passo spedito, di chi conosce bene la strada.
Una piccola scala conduceva in un cortile, su cui si affacciava una anonima porta.
La spinsi decisa, e mi ritrovai in un ambiente alquanto singolare, che conoscevo molto bene.
Gentaglia di ogni tipo frequentava quella bettola, soldati di ventura, avventurieri, ladri e assassini, attaccabrighe, mercenari.
Avevo una buona probabilità di incontrare qualche amico, e le medesime di incontrare un nemico.
Le voci si accalcavano l'una sull'altra, le risate, i discorsi.
Lo spiazzo al centro della sala era vuoto, non avevano ancora cominciato, stavano solo bevendo.
Ma io non ero lì per bere, anche perché sapevo che avrei rimpianto i vini della mia preziosa cantina, no, io cercavo lui.
Lo vidi come sempre infondo alla sala, intento a dirigere gli affari.
Era lui che comandava lì, che decideva gli incontri e prendeva le scommesse.
"Sarios.." lo salutai con un cenno del capo "Ce l'hai un incontro per me, stasera?".
Nei periodi di pausa tra una campagna e l'altra, quando gli allenamenti non erano sufficienti, quei duri incontri di combattimento a mani nude erano un vero toccasana, oltre che una discreta fonte di guadagno.
Eppure dei soldi non mi importava un accidente, visto anche quanto guadagnavo nelle campagne.
Volevo solo che quella fastidiosa e insistente fitta se ne andasse, anche solo per il tempo che passavo in quell'arena improvvisata.
Non era una guerra, certo, ma era già qualcosa.

Guisgard 31-01-2015 02.40.22

“Ehilà...” disse Sarios a Clio “... un incontro? Stasera? Accidenti, sei un portento!” Esclamò. “Ho saputo che sei appena tornata da una delle tue campagne ed ora sei già qui a chiedere un incontro!” Scosse il capo divertito. “Beh, ci sarebbe un incontro... ma ti avverto è tosto... credo che la maggior parte qui dentro abbiano scommesso su di lui... te la senti di fare la macchia stasera? Ossia di rivoltare il pronostico? Il tuo avversario è un certo Matros... uno spadaccino basco che combatte con due affilatissime lame... bada, è in gamba... ci stai?”

Guisgard 31-01-2015 02.55.24

Guanto, a quelle parole di Elisabeth, lasciò il polso della dama e mostrò un profondo, quanto sarcastico inchino.
“Oh, mi perdoni, milady.” Disse sorridendo. “Non era mia intenzione essere così audacemente invadente.” Guardò i suoi compagni e poi di nuovo Elisabeth. “Anche se... anche se non posso non invidiare coloro che hanno il permesso ed il privilegio di potervi toccare, signora.”
Tutti i suoi risero.
“Forse non avete compreso” all'improvviso una voce alle loro spalle “che milady non gradisce nulla da voi. Neanche la vostra irriverenza.”
Tutti si voltarono e videro un uomo avvicinarsi con fierezza verso di loro.
“Lord Gvineth...” mormorò Guanto “... è sempre un piacere...”
“Vi credevo la guardia del corpo di vostro fratello.”
“Infatti.” Annuì Guanto.
“E pensate che possibili suoi nemici si nascondano qui, in mezzo a queste dame?” Fissandolo Gvineth.
Guanto lo guardò con aria di sfida.
“Vostro fratello starà per cenare...” continuò Gvineth “... non vorrete farlo mangiare senza i suoi cani da guardia. A chi butterà gli avanzi e gli ossi?”
“Badate a ciò che dite, milord...” con rabbia Guanto.
“Andate vi dico.” Con tono deciso Gvineth.
“Dimenticate che non siete ancora il padrone qui...” fece Guanto “... dunque non potete darmi ordini...”
“Ordini?” Ripetè Gvineth. “Vi sto solo dando un consiglio. E fossi in voi lo seguirei. Andate ora.”
Guanto gli lanciò un'occhiata di disprezzo e poi andò via con i suoi compagni.
“Basta fare la voce grossa” mormorò Gvineth “e fuggono via come topi.” Si voltò verso Elisabeth. “Spero non vi abbiano infastidito troppo, milady. Questo palazzo è un po' troppo affollato per i miei gusti. Ma posso chiedere il vostro nome? Non mi sembra di avervi mai incontrata qui...” guardandola negli occhi.
http://img.blogdecine.com/alatriste%20viggo%2031.jpg

Altea 31-01-2015 17.50.33

Dopo poco arrivò pure mio nonno Mandus e si sedette vicino a me..fece ingresso Lord Cimmiero tra il consenso della folla.
Mi rabbuiai e guardai Tommaso che forse capì quello sguardo triste..li guardavo tutti, per loro erano più importanti i favori che i sentimenti..Guisgard era stato dimenticato così?
Sospirai sorridendo ma dove era lord Gvineth?

elisabeth 31-01-2015 19.48.05

Mi lascio' andare il polso.....e per istinto feci un passo indietro......dovevo avere il volto in fiamme...ero in collera......non con lui....ero in collera con Nettuno......mi aveva lasciato in quel covo di esseri di bassa lega...e sapeva quanto questo mi infastidiva........le loro risate.....l' irriguardoso modo di rispondere di Sir Guanto.......Ma come in tutte le storie.....qualcuno comparve alle mie spalle e prese le mie difese...era Lord Gvineth.......ascoltai il tono piccato del giovane e la fermezza del piu' anziano ......una discussione che avevo già assaporato nel Salone......era una serata particolare quella......mi fermai un attimo a riflettere se Lord Gvineth...era lì....Nettuno o Tauro che fine avevano fatto ?........quando la truppa ando' via........Lord Gvineth volle sapere chi fossi ...e già....non ero nota tra quelle mura....." Sono Lady Elisabeth Milord.....Vi ringrazio......stavo giusto cercando la strada per il piazzale....volevo tornare a casa......stasera c'e' un'aria poco respirabile.....questa situazione deve essere molto antipatica per voi......e anche per chi vorrebbe trascorrere del tempo solo per fare innocui pettegolezzi..........Spero di poter ricambiarvi il favore un giorno......"...............

Clio 01-02-2015 22.40.41

Sorrisi appena a Sarios, alzando le spalle.
"Sì, beh... Ho avuto una brutta giornata" candidamente.
Sarios era incredibile, sapeva sempre tutto prima degli altri.
Ascoltai la descrizione del mio avversario e guardai Sarios sorpresa.
"Lame?" Esclamai, sorridendo "Da quando hai riammesso i combattimenti con le lame?" Annuii "Che bella novità.. Per me va benissimo, posso combattere tranquillamente a due lame..." Osservando i lunghi e affilati pugnali che avevo negli stivali "O a una sola.." Posando la mano sulla spada "Rivoltare i pronostici mi diverte sempre molto...".

Guisgard 02-02-2015 01.08.06

Gvineth sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Avete ragione, milady.” Disse annuendo. “In questo momento la vita di corte non è particolarmente tranquilla e neanche piacevole. Tornare a casa?” Sorpreso. “Spero non per quell'idiota di messer Guanto.” Scuotendo il capo. “Anzi, se andate via voi io davvero non ho motivo di restare, visto che la compagnia stasera non mi entusiasma affatto.”
“Milord...” intervenne Tilde “... lady Elisabeth è la moglie del vostro fidato braccio destro... il comandante de Gur.”
Gvineth fissò Elisabeth negli occhi per un momento.
“Allora venite...” porgendo la mano ad Eisabeth “... vi porterò da vostro marito.”
E condusse così le due donne nella grande sala in cui si stava servendo la cena.
E c'erano davvero tutti.
Lord Cimmiero, suo fratello Guanto con i suoi compagni, Altea, suo cugino Tommaso ed il nonno Mandus.
Ma anche De Gur sedeva a quel tavolo.
E nel vedere arrivare sua moglie, subito si alzò e le andò incontro, facendole poi prendere posto accanto a lui.
Altea, intanto, col suo sguardo tradiva una viva inquietudine.
E solo in parte Tommaso riuscì a cogliere quel suo stato d'animo.
La cena cominciò e tutti iniziarono a mangiare.
Ma durante il pasto uno dei servitori si avvicino ai due signori, Cimmiero e Gvineth, parlando loro sottovoce.
“Un mendicante?” Seccato Cimmiero. “Sono stufo di tutti questi pezzenti che bussano a questo palazzo!”
“Vuoi che lo faccia pestare a sangue dai miei uomini?” Chiese Guanto.
“Spetta anche a me” fece Gvineth “decidere chi è benvenuto e chi no qui, giusto? Dopotutto non si è ancora deciso chi fra noi governerà Capomazda.”
“Giusto...” annuì Cimmiero “... allora, cosa suggerite?” Fissando Gvineth.
“Magari divertirà i nostri ospiti.” Mormorò questi.
“E sia...” sbuffando Cimmiero “... fatelo entrare...”
I servitori fecero entrare il mendicante.
Era un uomo coperto di stracci, con un lungo e maleodorante mantello, un cappuccio consumato sul capo nel tentativo di tenerlo caldo ed una barba incanutita e incolta sul suo viso stanco e rugoso.
“Nobili signori...” entrando e porgendo ai presenti una ciotola di legno “... fate la carità ad un figlio della sfortuna...”
“Sta però a distanza dalla tavola, cane...” disse Cimmiero “... il tuo fetore è nauseabondo...”
“Altrimenti ti slegheremo contro i cani.” Ridendo Guanto.
“Un tempo gli ospiti erano sempre graditi in questo palazzo...” mormorò il mendicante “... quando qui dominavano i Taddei...”
“Taci, bestia!” Gli intimò Cimmiero.
“Rammentate...” sbottò il mendicante “... che ad oggi siamo tutti ospiti in questo palazzo... sia io, che voi...”
“Come osi!” Esclamò Gvineth. “Insolente! Meriteresti una lezione!”
“Si, una bella lezione la merita davvero.” Cimmiero guardando il mendicante.
“Voi nobili signori contro un poveraccio come me?” Fece il mendicante. “Non è degno del lignaggio che ostentate...” mostrò di nuovo la sua ciotola “... fate la carità ad un figlio della sfortuna...”
Ma Gvineth si alzò e con un calcio fece volare via la ciotola del mendicante.
“Facciamolo danzare bendato fra torce o pugnali...” propose divertito Guanto “... almeno così darà un senso al suo arrivo qui, questo lurido porco.”
I suoi compagni annuirono.
“In verità” raccogliendo la ciotola il mendicante “sono venuto per raccontare a questa corte di quando conobbi l'Austero... e di quando incontrai, proprio in queste campagne, suo nipote, lord Guisgard... così, magari, mi sarei guadagnato la vostra generosità ed un pasto caldo...”
A quelle parole del mendicante, Cimmiero, suo fratello e Gvineth si scambiarono lunghe occhiate inquiete.
Poi Cimmiero spostò il suo sguardo sul mendicante, assumendo un'espressione sadica e beffarda.
http://images6.fanpop.com/image/phot...49-600-395.jpg

Guisgard 02-02-2015 01.23.22

“Da quando ho capito” disse Sarios a Clio “che il sangue e l'alto rischio spingeva la gente ad alzare la posta. Lo sai, sono un uomo d'affari io.” Annuì. “Naturalmente se tu impugni una lama ed il tuo sfidante due, beh, sai bene che ti vale come extra ed io posso offrirti un compenso più alto. Ovviamente anche i rischi che corri sono di più. Dunque decidi tu.”
L'atmosfera era già infuocata in quel posto.
Tutti apparivano tarantolati per l'eccitazione e la possibilità di guadagnarsi un gruzzolo su un pronostico che sembrava ampiamente probabile.
E nel guardasi intorno, tra i presenti, Clio notò due individui che sembravano far parte di quella ressa.
Uno aveva corporatura e statura normali, mentre quello che gli stava accanto appariva di una stazza quasi spropositata, tanto da valere almeno il doppio di un uomo normale.

Clio 02-02-2015 01.53.02

Sorrisi a Sarios.
"Come ho detto, ottima scelta..." Annuii.
Restai pensierosa a decidere il da farsi. Ero sicuramente più capace nell'usare una spada più che due pugnali, ma era altrettanto vero che due lame erano la cosa migliore per contrastare altre due lame.
A meno che...
"Vada per una spada, allora..." Togliendo la giacca "Ma mi servirà un piccolo scudo...".
Le bende sulle mani non sarebbero servite, così le sciolsi, guardandomi distrattamente attorno.
Notai due uomini tra la folla.
"Non mi dire..." Mormorai pianissimo.
Quanti uomini di quella stazza potevano esistere ed essere a Miral?
Decisamente avevo fatto bene a non fidarmi di quei frati.
C'era sotto qualcosa, certo poteva essere una coincidenza, ma non era qualcosa a cui credessi.

Guisgard 02-02-2015 02.10.02

Sarios annuì a Clio e andò a prenderle uno scudo.
Era di piccola fattura, ma ben definito, solido e non troppo pesante.
L'ideale insomma per un rapido scontro corpo a corpo.
Intanto, tra i presenti, i due uomini erano ancora là, apparentemente presi dal contesto e dall'attesa spasmodica che attanagliava tutti per l'imminente battaglia.
Ed infatti, pochi istanti dopo, nella piccola arena fece il suo ingresso il favorito.
Matros, l'abile spadaccino basco con le sue due letali lame.
Ed il suo arrivo fu salutato dall'entusiasmo generale.
Sarios allora chiamò a sé i due contendenti e diede inizio alo scontro.
Scontro che sembrava interessare non poco i due misteriosi uomini mischiati tra i presenti.

Clio 02-02-2015 02.28.05

Bendai il gomito del braccio sinistro e imbracciai lo scudo, era leggero, comodo, non troppo ingombrante.
Provai a dare un paio di colpi a vuoto, e comunque funzionava bene.
Lanciai un'altra occhiata a quegli uomini, ma un attimo dopo mi dimenticai di loro.
Sarios aveva richiamato l'attenzione di tutti, e il favorito era già nell'arena.
Così vi entrai, ancora una volta.
Mentre Sarios parlava chiusi gli occhi, e tutto il mondo scomparve, mentre il cuore iniziava a battere più forte, ma quella fitta dolorosa, si fece silenziosamente da parte.
Salutai il mio avversario come si conveniva, e mi misi in guardia.
Lo scudo leggermente avanti, la mano destra armata accanto al viso.
E poi lo scontro cominciò.
Un combattimento come quello era molto diverso da uno scontro in battaglia, o da un duello all'ultimo sangue per l'onore.
Lì non si trattava di uccidere, ma di guidare chi stava guardando in un percorso da cui era molto difficile tirarsi indietro.
E lo si faceva attraverso il sangue, lo spettacolo.
Non bisognava uccidere l'avversario ma portarlo allo stremo.
Perché è nel momento peggiore che si lotta come non si è mai fatto prima.
La spada e lo scudo lavoravano all'unisono, come se anche io stessi lavorando a due mani, schivavo un colpo mentre colpivo basso, un passo, un colpo, un altro, un colpo di scudo per andare sul fianco e colpire, una finta alta, per poi andare basso alla coscia.
I pensieri si annullavano, il mio corpo sapeva cosa fare, il combattimento assorbiva ogni mia energia, ogni mio respiro, ogni battito del mio cuore.
E lo adoravo.

Guisgard 02-02-2015 02.42.06

Lo scontro cominciò.
E tutto intorno ai due contendenti si ammutolì, svanì, nonostante grida, urla, risate ed incitamenti dai presenti che assistevano a quella lotta.
Il basco aveva uno sguardo sottile, lucido, vivo, rapido, come se studiasse di continuo la sua preda.
Così squadrava Clio.
E la lotta continuava.
Come una danza, dai movimenti quasi bilanciati, regolati da un equilibrio sottile ed invisibile ai più, eppure chiaro, delineato nelle menti dei due sfidanti.
Le lame del basco erano veloci e sibilanti, scagliandosi contro lo scudo di Clio o fendendo l'aria ad ogni schivata della ragazza.
Ma lei non si tirava indietro.
Rapida schivava, ma altrettanto velocemente rispondeva colpo su colpo.
I corpi di quei due contendenti arrivano quasi a sfiorarsi ad ogni attacco, per poi allontanarsi un attimo dopo e riprendere ancora con quelle movenze di battaglia.
Il basco tentò allora un colpo alto, ma lo scudo di Clio lo annullò, lasciando la guardia dello spadaccino per un attimo scoperta e permettendo alla ragazza un colpo basso, sulla coscia di lui.
Il pantalone del basco si lacerò ed una lunga ferita si aprì sulla coscia dello spadaccino, facendolo prima vacillare e poi accasciare al suolo, lasciando cadere una delle sue due lame.
Nessuno era mai riuscito a disarmare quel basco.
E Sartios proclamò la fine dello scontro e la vittoria di Clio.

Clio 02-02-2015 03.01.44

Vincere o perdere non era mai stato importante per me in quegli scontri.
Contava il combattimento, il furore, la fatica e il dolore.
Emozioni talmente forti da sovrastare tutto il resto.
Ma mentre si combatte, scatta qualcosa difficile da spiegare a parole, che non ci fa arrendere, non ci fa rendere conto dei tagli e della stanchezza, qualcosa che punta solo alla vittoria, alla vita.
Così, quando sentii la mia lama affondare nella carne, e il basco perdere l'equilibrio e una delle sue spade, mi parve come di risvegliarmi da un sogno.
Sentii la voce di Sarios che mi proclamava vincitrice e chinai il capo, inspirando profondamente.
Adoravo quella sensazione, il respiro che tornava normale, l'indubbia soddisfazione della vittoria.
Alzai la mano, come a salutare il pubblico, e poi rinfoderai la spada per tendere la mano al mio avversario.
"Messer Matros... è stato un onore combattere con voi.. spero mi permetterete di offrirvi da bere.." cordialmente, con un rispettoso cenno del capo.
Preferivo combattere con qualcuno che mi avrebbe messo a dura prova, e la cattiveria gratuita la lasciavo al campo di battaglia, o ai duelli per vendicare un'offesa, ma rispettavo profondamente i miei avversari in quella piccola arena.
Ormai non mi importava più che avrebbero servito vino scadente, una bel bicchiere ricolmo era più che allettante.

Guisgard 02-02-2015 03.09.09

Il basco annuì a Clio, come a volersi complimentare, ma poi uscì da quella piccola arena.
“Matros” disse Sartios “non beve e non si intrattiene con i suoi sfidanti. Non può neanche parlare. Infatti la lingua gli fu mozzata dal suo maestro, durante un allenamento quando lui aveva una decina d'anni. Hai battuto un grande e temibile avversario, ragazza.” Facendole l'occhiolino. “Queste te le sei meritate.” Dandole un sacchetto colmo di monete sonanti.
C'era chiasso lì dentro.
Tutti urlavano.
Alcuni felici per aver vinto quanto scommesso, molti altri per la delusione di aver invece perso.
E scoppiò, come al solito, una rissa.
Intanto, i due misteriosi uomini visti da Clio sembravano essere svaniti nel nulla.

Clio 02-02-2015 03.18.07

Guardai l'uomo andare via.
"Non beve e non parla.." mormorai "Che spreco.." ma poi guardai Sarios e tornai a sorridere.
"Grazie, vorrà dire che berrò da sola.." prendendo il sacchetto che mi prorgeva, per poi nasconderlo bene in una tasca interna della giacca che posai sulle mie spalle scoperte.
C'era un gran chiasso intorno a me, ordinai del vino e mi sedetti in disparte.
D'un tratto quelle canaglie iniziarono una bella rissa.
Di norma mi ci sarei gettata volentieri, ma avevo avuto la mia parte quella sera, così preferii restare ad osservarli con un vago sorriso divertito, mentre recuperavo completamente le forze.
Solo allora mi ricordai di quegli strani uomini, ma sembravano svaniti nel nulla.
Alzai le spalle, seguendo il filo dei miei pensieri.
Speravo solo non mi portassero guai.
Mi alzai, dovevo andare a casa e sfruttare la stanchezza per il combattimento, che si sarebbe manifestata dopo un po' di tempo, per riuscire a dormire.

Guisgard 02-02-2015 03.25.08

Clio si alzò, ma prima di raggiungere l'uscita non poté fare a meno di ascoltare una discussione tra Sartios ed uno dei suoi.
“Anche stasera abbiamo fatto un buon gruzzolo...” disse “... peccato solo di non essere riuscito a convincere quel tipo a partecipare ai nostri incontri. Diamine, l'hai visto quello? Era un gigante. Non ho mai visto nessuno così grosso. Ercole non doveva essere troppo diverso. Uno così potrebbe abbattere un toro a mani nude.”


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