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Le sue ultime parole furono come un pugno in pieno petto, un macigno che mi comprimeva tanto da darmi problemi a respirare.
" Io non so come rispondere...mi dispiace, io vorrei che le cose funzionassero ma... non posso obbligarmi a sentire qualcosa che al momento non c'é. Ci ho sperato tanto, all'inizio ma... forse è perché ho tentato di impormi di amarti che alla fine non ci sono riuscita, e credimi, mi dispiace. Ma questo non significa che io non tenga a te, o al nostro matrimonio...io credo in ciò che ci siamo promessi, ci credo ancora... Solo che pensavo sarebbe stato diverso, pensavo che fin da subito le cose sarebbero andate alla grande. Forse non eravamo pronti, io non ero davvero pronta per sposarmi, forse allora ero troppo giovane. Non lo so.... Ma credimi, io ci spero ancora anche se siamo distanti, momenti come quello al porto mi fanno ancora sperare." Non mentivo ma non ero neanche del tutto sincera. Perché c'erano momenti in cui desideravo non essere sposata, in cui guardando mio marito non avvertivo assolutamente nulla. |
Chiusi la telefonata con Richard, ancora su di giri per la meravigliosa notizia.
In quel momento non avrebbe potuto esistere felicità più grande di quella. Non avevo idea di cosa.e due soggetti come i mostri genitori avessero potuto concepire due figli, visto che a stento ci guardavano e si guardavano in faccia. L'importante ora comunque era che fossi riuscita a strappare finalmente il mio fratellino dalle loro fauci e l'avrei avuto tutto per me. Intanto Louis faceva le fusa. Allora lo presi in braccio. "Mi dispiace, signorino. Tu resti a casa" mormorai, guardandolo in quel suo piccolo visino dal pelo grigio e setoso. Il tempo di sparecchiare e prendere la borsa ed uscii. Direzione: Università degli Studi di Capomazda City. Avrei sistemato al mio ritorno tutto quanto per l'arrivo di Richard. Mi arrabattai fra il traffico mattutino e a stento arrivai in facoltà. Mi fermai, tolsi il casco e mi diressi in aula. La stanza era grande, costituita da gradoni in legno, su ognuno dei quali erano disposti i sedili. Presi posto ed attesi l'inizio della lezione. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Smettila di scusarti, Dacey...” disse Tardes aumentando la velocità “... non puoi scusarti perchè non provi Amore...” dando sempre più gas “... sei stata chiara e forse la colpa è mia...” inserendo la quinta “... non avrei mai dovuto accettare come moglie una donna che non mi ama...” il vento gonfiava i loro capelli a causa dell'auto decapottata “... ti riporto a casa... stare senza di me ti farà stare meglio... più rilassata... a spostare i tuoi mobili ed a rispondere ai tuoi tanti sms...”
Non disse altro fino a quando arrivarono davanti casa. Lui scese a prendere la pistola e risalì in auto, per poi andare via, diretto alla centrale della polizia. |
Stavo per rispondere ma capii che qualsiasi cosa avessi detto lo avrebbe irritato ancora di più.
Mi sforzai di rimanere zitta anche se il mio volto era contratto in una smorfia di dolore e risentimento. Non lo amavo, si lo avevo detto ma non avevo mai escluso la possibilità che prima o poi lo avrei fatto. Quello che non volevo fare era ferirlo, perché, nonostante tutto, lui era la persona che avevo accettato di avere accanto nella mia vita. Io lo avevo deciso e ora, ogni singolo giorno, dovevo convivere con quella decisione e tentare, anche se malamente, di far funzionare la cosa. " Mi è piaciuto stare con te sta sera, è la verità. Spero che le cose ti vadano bene al lavoro. A più tardi" tenendo i fiori nella mano destra mentre cercavo le chiavi di casa nella borsa, una volta scesa dall'auto. Mi voltai per salutarlo anche se ero certa che a lui non importasse granché quindi entrai. |
Gwen arrivò in facoltà e seguì la lezione.
Dopo tre ore piene il corso era terminato. La ragazza vide allora un po' di confusione tra l'ingresso dell'edificio universitario ed il cortile grande oltre l'androne. Scoprì così che un gruppo di centauri, dall'aspetto simili a teppisti in moto, si divertivano a stuzzicare diverse studentesse. |
La macchina di Tardes sfrecciò via e Dacey non poté fare altro che entrare in casa.
In quella grande casa così vuota, restando allora con la sua solitudine e malinconia. |
La lezione durò tre ore piene, al termine delle quali mi sentivo completamente stordita.
Mentre uscivo dall'aula, vidi uno strano assembramento di gente. Guardai meglio, ma cambiai subito strada, raggiungendo la mia moto. Ragazzine smorfiose che si facevano stuzzicare ed adulare, gente che non avrei mai avuto nelle mie compagnie, una zona da evitare, insomma. Raggiunsi la moto e mi sedetti, trascorrendo alcuni minuti a rispondere ad alcuni sms prima di ripartire. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...474d58a0af.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Una volta dentro presi un vaso per mettervi i fiori, lasciandoli in bella vista sul tavolino basso del salotto.
Almeno avrebbero rallegrato la stanza visto che ormai il mio umore si era guastato. Non capivo quell'improvviso scatto di rabbia di Tardes. Sapeva benissimo come stavano le cose, non era una novità ma il risultato di anni passati a vivere come due estranei. Avevo entrambi delle colpe e qualche fiore non avrebbe mai scacciato via tutto in un istante. Doveva essere paziente, come io lo ero stata fin dal primo giorno, sperando di avere una vita che non si era mai realizzata. Avevo sperato a lungo ma poi le mie speranze avevano vacillato, così come il mio spirito. Soprattutto dopo l'incontro con Simon. Per me era stata come brezza fresca sul viso, mi ero risvegliata dal torpore. Avevo riscoperto il piacere di vivere. Ma non mi ero mai spinta troppo in là, perché ancora speravo per il mio matrimonio. Erano i piccoli momenti come al porto che riuscivano ad alimentare quella piccola fiammella speranzosa. Per precauzione cancellai comunque la mia conversazione con Simon, ricordando a memoria ora e luogo del pranzo per domani. Mi misi a letto chiedendomi quando Tardes sarebbe tornato. Tardi, sempre troppo tardi. Era inutile aspettarlo sveglia. |
Gwen evitò quel punto dell'edificio, raggiunse la sua moto e dopo aver messaggiato un po' partì.
Tornò a casa e poté riposarsi dopo la pesante mattinata universitaria. Verso il pomeriggio squillò il cellulare. |
Dacey si coricò, quando udì poco dopo suonare il suo cellulare per un nuovo sms che così recitava:
“Solo per indicarti buonanotte... (faccina con fiore) E la speranza che venga presto domani...” Era Simon. |
Dopo un di tempo passato a messaggiare, ripartii e tornai a casa.
Una volta entrata gettai chiavi, borsa e giubbotto a casaccio su una poltrona, per poi buttarmi sul divano. Nel momento di maggiore relax, però, il cellulare squillò. Possibile che non si potesse avere un attimo di calma? Speravo almeno fosse Richard. "Pronto?" dissi, rispondendo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Annuii ad Anellos.
"Interessante, sono sicura che apprezzeranno il tuo progetto!". Poi decise di farsi un bagno e io lo salutai, restando lì a sistemare le sue carte. Poi il telefono squillò, e io risposi. "Pronto?" |
Scossi la testa nel leggere. Non capivo come facesse a mettermi di buon umore anche solo con un semplice messaggio.
Decisi di rispondere: Ci sarò. Buonanotte. E quindi cancellai anche quegli ultimi messaggi. E di nuovo mi sentii in colpa, guardando la parte vuota del letto nel quale di solito dormiva Tardes. Forse non dovevo andare a quel pranzo. Ma in fondo era solo un semplice pranzo, con un amico che aveva chiesto il mio aiuto. Mi ripetei quella frase un paio di volte. Si, non c'era nulla di male. Solo un pranzo. Solo un pranzo. Ripresi quindi il telefono, forse perché ancora il senso di colpa mi asserragliava il cuore come un serpente che cinge le sue vittime. Che tu ci creda o no, preferisco quando in casa ci sei anche tu. E lo inviai a Tardes, speravo che sarebbe servito a fargli passare l'umore nero che lo aveva assalito in auto. |
“Ehi, sorellina...” disse euforico Richard a Gwen “... che fai? Io? Io sto facendo i 200 orari sull'Asse Mediano! Wow! E' una bomba la Lamborghini del nostro vecchio! Visto? Ti sto facendo una sorpresa! Tra mezz'ora sarò da te! Wow!” Palesemente brillo.
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Clio alzò il telefono.
Ma per un lungo istante nessuno rispose. L'androide udì solo alcuni mormorii. “Morirai...” disse ad un tratto una voce stridula “... morirai presto...” e staccò. |
Chi diavolo è che telefona e poi non parla?
Pensai in un primo tempo. Poi quei mormorii, quella voce stridula, quella minaccia. Restai con la cornetta in mano per un lungo istante. "Auguri!" Dissi solo, in un primo tempo. Ma in realtà capii subito che non era me che voleva morta, chiunque ci fosse dall'altro capo del telefono ma mio padre. Così istintivamente andai anche io al piano di sopra. Sarei rimasta fuori dal bagno a proteggerlo. |
Dopo un po' il cellulare di Dacey suonò per un nuovo sms:
“Aspettami sveglia, porterò due grossi cornetti al cioccolato per uno spuntino notturno... (faccina che bacia).” Era di Tardes. |
Saltai in piedi quando lo sentii.
Impallidii ed il sangue si congelò nelle vene. In un attimo afferrai casco e chiavi ed uscii di casa. "Richard, sei impazzito?! Sei ubriaco! Ti schianterai!" Nel frattempo ero già arrivata alla moto, pronta per partire. Ma cosa gli era saltato in mente? Avevamo stabilito che sarebbe venuto il giorno dopo, cosa gli costava aspettare un giorno in più? In quelle condizioni, poi. Furono tanti i pensieri che mi passarono per la mente, ma uno su tutti, che la colpa fosse solo la loro. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Dopo un po' Anellos uscì dal bagno e trovò Clio fuori dalla porta.
“Ehilà...” disse sorridendo e vagamente sorpreso “... fai il piantone?” Divertito. “Ti ringrazio, ma non credo che qui in casa io corra gravi rischi.” Ridendo. “Forse dovremmo andare a letto, no?” |
“Tranquilla, sorellina...” disse su di giri Richard al telefono “... e dai, togliti dalle scatole!” Gridò. “Scusa, Gwen, ma c'è un tipo che se ne va a passo d'uomo nel bel mezzo della strada! Che idiota! Ora lo sorpasso!”
Intanto la ragazza salita in moto voleva raggiungerlo, nonostante fosse ad una sessantina di chilometri dalla città. “Wow!” Ridendo Richard al telefono. “Che sorpasso, sorellina! Aspettami, arrivo da te!” Ma Gwen udì un ossessivo clacson nel cell. “Ma cosa suoni!” Esclamò Richard, riferendosi a qualcuno che gli suonava dietro. “Eri lento e ti ho passato! Va al diavolo!” Sempre quel clacson in sottofondo. Poi la ragazza sentì suo fratello gridare, un grande schianto e la linea si interruppe di colpo. |
Tranquilla?
Tranquilla?! Mi aveva davvero detto di stare tranquilla?! Ascoltai quel discorso folle pietrificata. Il clacson, quel clacson ossessivo che continuava a sentirsi in sottofondo, l'euforia di quel pazzo, poi un urlo, uno schianto. Poi il nulla. "Richard..." Sussurrai "Richard!" Gridai, col volto già bagnato dalle lacrime. Non sapevo che fare, ero nel panico più totale. Un attimo dopo pensai di chiamate la polizia e composi il numero. "Pronto, polizia?" Mormorai in lacrime e tremante "C'è stato un incidente sull'Asse Mediano, a circa sessanta chilometri da Capomazda... Si tratta di... Di un ragazzo... Ha diciotto anni, si... si chiama Richard Ygraal... Io... Io credo che... Che sia rimasto ferito..." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Cerchi di restare calma, per favore” disse la centralinista della polizia a Gwen “altrimenti non potrò aiutarla... lei conosce il ragazzo? E' suo parente? Amico? Può dirmi che genere di auto guidava?”
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“Io mi chiamo Carlotta...” disse la ragazza bionda ad Altea “... devo recarmi anche io alla sede della Società Cibernetica Ateon per un colloquio di lavoro... che fortuna, facciamo la stessa strada.” Sorridendo. “Oh, il corteo... in verità sono alcuni clan religiosi cinesi... qui a Capomazda City c'è una forte comunità cinese... tranquilla, sono brava gente... tra poco la circolazione stradale riprenderà normalmente...”
Ad un tratto però il corteo si fermò. “Strano...” Carlotta “... sembra vogliano fare una manifestazione di protesta... contro chi poi?” E quegli uomini raggiunsero la sede della Società Cibernetica Ateon. https://gradingfightscenes.files.wor...picture110.png |
"Piacere Carlotta. .pure io mi sto recando laggiù per un colloquio. .ovvero vorrei sapere se cercano modelle per pubblicizzare la nuova auto costruita...".
Poi quel corteo si rivelò di religiosi cinesi..perché mai dei religiosi cinesi dovevano protestare e la sorpresa fu quando si diressero verso l'Ateon.."Oh..penso abbiamo scelto la giornata sbagliata..ma perché mai dovrebbero protestare? Tu sai qualcosa di questa Società o possiamo chiedere a qualcuno di questi passanti". |
Sembrava aver funzionato, nel vedere la sua risposta.
Mi sdraiai con il telefono in mano, distendendo le gambe sotto le coperte. Quindi risposi a mia volta: Ci proverò anche se sai che sono una dormigliona. Però tu svegliami se serve, ho proprio voglia di un cornetto al cioccolato. Misi via il telefono sul comodino e piegai le braccia dietro la testa. I pensieri mi si affollavano come un vortice. Non era la prima volta che Tardes aveva questi riguardi nei miei confronti ma finora non erano durati molto e spesso lo faceva solo per ottenere qualcosa in cambio. Forse questa volta era diverso, forse aveva capito, forse voleva davvero aggiustare le cose una buona volta. E io dovevo almeno dargli il beneficio del dubbio. Ancora. |
"È mio fratello... Guida una Lamborghini... L'ha presa nonostante fosse ubriaco..." Risposi, non riuscendo a respirare, a parlare, riuscivo solo a pensare che era schiantato chissà dove e poteva essere troppo tardi "Vi prego, fate presto..."
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Il professore entrò in aula e preparò le diapositive ma, prima di iniziare, fece una domanda molto interessante. Nessuno rispose, o magari non osava farlo. Lo feci io, alzando prima una mano e poi prendendo a parlare.
"Io credo che un cattivo non sia di per se cattivo. L'essere umano ha la capacità di provare sentimenti, di avere dei piaceri e delle morali. Fa parte della loro ragione, ma anche dell'istinto. Il cattivo può pure essere conscio di ciò che sta facendo. Un 'cattivo' tipo Hitler, ad esempio, può nascondere molte morali piacevoli, come l'amore per gli animali e per la sua famiglia. Probabilmente fu a cause dell'odio per se stesso, che fece ciò che ha fatto. Ma, in primis io mi chiedo: cos'è un cattivo? Un cattivo, nei cartoni animati, pare privo di morali e sentimenti, ma la realtà opta invece nel riconoscere che non è insensibili a tutto. La cattiveria deriva dalle nostre morali. Per noi ciò che può essere sbagliato, per altri potrebbe essere la sola soluzione che hanno." dissi facendo una breve pausa. Il cuore batteva forte, l'emozione mi prendeva sempre quando parlavo in pubblico e spesso tremavo. Poi continuai: "Per rispondere alla vostra domanda io le dico 'con quale criterio giudichiamo un cattivo? Un pedofilo che approfitta di un bambino è senza dubbio spregevole, ma è il suo orientamento sessuale. La sua 'natura'. So che può sembrare strano questo, ma il cattivo è creato dalla moralità. Decidere cosa è sbagliato e cosa no. Dove la natura ha sbagliato e dove no. La cattiveria è un sentimento, professore. Chi è cattivo non sempre sa di esserlo, ma probabilmente sa che può nuocere a qualcuno." dissi interruppendomi. Mi tremavano le gambe e non riuscì più a dire una parola. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Guardai mio padre con aria seria.
Come potevo dirglielo? "Ho risposto al telefono, dopo che te ne sei andato..." dissi "C'era una voce stridula che diceva che morirai molto presto.." preoccupata "Perciò preferisco starti vicino, in modo da poterti proteggere.." annuendo gravemente. "Chi credi che potrebbe esserci dietro queste minacce?". |
Richiusi la porta alle mie spalle con un brivido. Aveva rinfrescato parecchio e scendere a buttare la spazzatura con le braccia scoperte era stata una pessima idea. Mi rinfrancai col tepore della casa, nella cucina dove ancora si sentiva la calda scia del forno che aveva ospitato la nostra cena.
Spensi la tv, volevo solo andare a letto dopo una giornata piena. Andai in bagno a lavarmi i denti, osservando il mio viso nello specchio. C'erano i segni della stanchezza, dell'età non più giovanissima, ma soprattutto io riuscivo a scorgere i segni della noia, della vita che scorre sempre uguale, che ti rende gli occhi opachi e ti spegne il sorriso. Mi asciugai la bocca e andai nella cameretta, guardando le due testoline rosse che dormivano vicine. Nei momenti di sconforto, era dalle mie bambine che traevo la forza per riprendermi, pensando che dopotutto qualcosa di buono lo avevo fatto anche io. Peccato però che non sempre questo riuscisse a consolarmi... Il mio matrimonio era stato un fallimento, creando in me un perenne stato di insoddisfazione. Il divorzio era stato inevitabile e non mi aveva abbattuta più di tanto, ma la totale assenza d'Amore nella mia vita mi pesava come un macigno. Ero una madre, ma avevo smesso di essere una donna da molti anni. Mi chinai a baciare la fronte delle bimbe e andai nella mia camera, mettendomi a letto. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...e03cc58f47.jpg Sul comodino avevo un romanzo di Agatha Christie, ma lo avrei letto dopo. Presi prima il cellulare, cercando qualche tizia in rete. Una di esse attirò la mia attenzione poiché era cronaca locale... un'incidente sull'Asse Mediano, a pochi chilometri da casa mia. Da quel che si leggeva, una ragazza in bicicletta era stata letteralmente spiaccicata contro il guardrail da un'auto pirata, mentre i suo compagno era stato sbalzato giù dal cavalcavia, precipitando di sotto e morendo sul colpo. Un brivido d'orrore mi corse lungo la schiena... la ragazza aveva fatto una morte orrenda, strisciata lungo il guardrail per diversi metri. Era una dinamica strana per un incidente... quale auto che a velocità impatta un corpo estraneo se lo trascina dietro invece di sterzare e poi non contento ne investe un altro? O l'autista era talmente ubriaco da non riuscire a gestire l'auto oppure non si trattava di un incidente, bensì di omicidio volontario. Quest'ultima ipotesi mi fece rabbrividire di nuovo... la violenza stava dilagando come un fiume in piena e la vita umana per certi individui valeva meno di un taddeo. Disgustata da ciò che avevo appena letto, cliccai sulla pagina successiva, sperando in qualche notizia più allegra. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
“Oh, anche io vorrei tanto lavorare da loro, magari come segretaria.” Disse Carlotta ad Altea, mentre entrambe attendevano la fine del corteo. “Beh, che io sappia, prima che venisse eretto il grattacielo della Società Cibernetica Ateon, in questo quartiere c'erano alcuno strutture religiose, ma poi, una volta giunta qui la Società Cibernetica Ateon, tutte furono evacuate. Pare che il presidente non amasse questo genere di cose...”
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“D'accordo, ora si calmi...” disse la centralinista a Gwen “... intanto manderò una pattuglia ed un'ambulanza... nel frattempo posso sapere il suo nome e quello di suo fratello?”
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"Segretaria? Non male..." pensai sorridendo..poi quelle frasi.."Cosa? Mi vuoi dire il proprietario è ateo? Oh ma io non voglio lavorare per sta gente..e allora questi cinesi..ah, capito..ogni forma di religione..beh penso non sia persona per me..però lo farò solo per soldi anche se..magari daranno la pubblicità a qualche attricetta famosa" e suonai forte il clacson per farmi passare.
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“Magari era solo lo scherzo di pessimo gusto da parte di un buontempone.” Disse sorridendo Anellos a Clio. “Chi vuoi che voglia vedermi morto? Aspetta almeno che mi assegnino il Nobel.” Divertito. “Su, andiamo a riposare, è tardi... e dimentichiamo quella telefonata.” Annuendo.
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“Non so se sia ateo o meno...” disse Carlotta ad Altea “... ma mi sembra naturale che davanti agli interessi personali, soprattutto economici, non ci siano valori ed ideali che tengano... no?”
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"Beh...dipende...se uno è veramente cattolico penso non scenda a compromessi...se a me dicessero che per lavorare lì dovessi perdere i miei credi religiosi e quindi modi di pensare mi rifiuterei...non scendo a compromessi..nemmeno in amore..forse perchè non ho trovato il tipo giusto" cercando di aprirmi un varco.
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“Purtroppo io ho bisogno di lavorare e quindi non posso farmi troppi problemi.” Disse Carlotta ad Altea, mentre la loro Ferrari cercava di passare. “A me interessa che mi paghino, per il resto possono credere in ciò che vogliono.” Sorridendo.
Ad un tratto in strada arrivarono alcuni agenti della sicurezza privata della Società Cibernetica Ateon, invitando il corteo ad allontanarsi. |
"Si ti capisco...beh, io il lavoro lo voglio per la mia indipendenza...ma quello che cerchi tu è un lavoro fisso..la segretaria, il mio è solo..come dire, un lavoro per diletto o per raccimolare qualche soldo anche se non ne avrei bisogno..ti auguro di ottenerlo quel lavoro" sorrisi mentre dei poliziotti della Ateon vennero a far spostare il corteo e finalmente arrivammo a destinazione. Scendemmo dalla macchina e accesi l' antifurto..bene sono pronta ed entrai sfoderando il mio miglior sorriso anche se la cosa non mi convinceva.
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La Ferrari di Altea riuscì a raggiungere l'accesso al grattacielo, così che lei e Carlotta, parcheggiata l'auto, scesero per entrare nella sede dell'importante azienda.
Ma prima che potessero entrare dovettero attendere che la vigilanza allontanasse con la forza gli uomini del corteo che facevano resistenza. “Detesto queste cose...” disse Carlotta ad Altea “... devono essere proprio idioti quelli del corteo... non vedono che i vigilanti hanno i manganelli? Mah...” |
"Io detesto vedere questi soprusi..queste persone hanno il loro diritto di protestare senza subire violenza..lo fanno per un loro scopo e a volte si è disposti a morire per i propri ideali, soprattutto se personali" e mi guardavo attorno..impaziente..chissà se avrei visto quel gioiellino di auto.
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Alla fine Altea e Carlotta riuscirono ad entrare nella sede della Società Cibernetica Ateon e naturalmente la loro avvenenza non passò inosservata.
Subito un uomo dai modi affabili si avvicinò alle due belle ragazze. “Salve, signorine...” disse “... posso esservi d'aiuto? Sono Aolo, responsabile marketing.” |
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