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Mi compiaccio, lady Eufelia, per le vostre storie!
Per questa sera, metto da parte l'ispirazione: ho preferito legger le vostre... piuttosto che legger nella mia stanca mente! |
Citazione:
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Un giorno, andai via di casa, e partii per un viaggio interminabile.
Conobbi luoghi e genti di ogni genere e di ogni razza, attraversando sentieri tortuosi e mari impetuosi. Giunsi fino a Camelot, dove decisi di sostare per lungo tempo.. Ella è la mia casa, il mio ristoro...... il mio "dolce ritorno"...perchè è proprio quest'ultimo il nostro "mero fine"! (By Morris G.) |
Sir Morris....sembrerebbe più una dipartita che un ritorno:confused:
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Caro sir morris, spero proprio che intendevate dire che camelot e' l'unica fissa dimora in cui troviate la pace dopo l'infinito vagare., perche' confido nel fatto che il vostro animo e il vostro cavallo siano sempre pronti ad una nuova avventura..................:neutral_think:
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Non desideravo essere così drastico...intendevo sottolineare che la vita stessa è un insperato ritorno...a fare quelle piccole cose che ci facevano gioire sin dall'inizio!
Noi effettuiamo tanti viaggi, fisici e mentali, per poi tornare, ogni volta, al nostro focolare!:smile_lol: Sono sempre pronto ad affrontare qualsiasi impresa, ad oppormi a qualunque ingiustizia, a distruggere chicchessia nemico.....statene certe mie dolci madames...e un grazie anche dal mio Shalimar! |
Questo è un breve e umilissimo componimento che ho voluto dedicare alla regina del mio cuore, spero che, pur nella sua modestia, possa risultare gradito a questo convito:
La mia anima sarà lo scrigno in cui custodire le tue speranze, le mie membra saranno una dolce dimora per la tua sorridente bellezza. Fra le mie braccia costruirò la tomba di ogni tua preoccupazione. Accompagnerò i tuoi passi come una nuvola, sfiorandoti leggero per non farti cadere; ci sarò sempre per ascoltarti, come fa il cielo con la voce delle onde. Canterò il tuo nome alle stelle, ed esse arrossiranno, gelose della tua luce. Mi schiuderò nello splendore della tua grazia, come un fiore davanti ai primi raggi del mattino. Perché tu sei l’oceano in cui si perde la mia mente, la culla che dolce accoglie i miei tormenti Sei una febbre che mi assale, e la sua stessa cura. Sei il coraggio che mi spinge a eccellere, e la paura che tu possa andar via. Sei il mio passato che infine mi risarcisce, sei la gioia di ogni mio presente, l’ardente mia speranza in un nuovo domani. |
Molto bello Sir. La destinataria di tali parole ne sarà sicuramente orgogliosa :smile: Dama molto fortunata:smile:
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Troppo gentile, ma accetto le vostre parole con gratitudine :smile:
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Ne umile e ne modesto, Sir Lancelot
Semmai ricco e coraggioso Scevro da ogni impurità Colmo di sincera passione Beata mente è la vostra che ha amico un cuor che non vaga nelle fredde tenebre, come il mio! |
Lancelot, complimenti :smile_clap:
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Vi ringrazio entrambi!
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bellissima:smiley_love:..sir Lancelot :smile_clap:
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Mi onorate, Lady Deirdre :)
Oggi vorrei raccontarvi dei miei viaggi a Cipango e nel Catai, focalizzandomi su ciò che mi ha maggiormente colpito di quelle terre. Sicuramente usi, costumi, architetture, tutto è differente da noi: i loro castelli sono edifici enormi, a corpo unico, con una pianta quadrangolare che posa su un alto basamento in pietra. Chiamati kasutera, essi sono sviluppati verticalmente e sono costituiti da diversi piani, ciascuno dei quali dotato di un proprio tetto a falde spioventi con gli spigoli inferiori curvati verso l'alto, generalmente di forma quadrangolare o ottagonale. Solo in seguito, una volta che ebbi appreso i rudimenti della lingua del Catai, venni a conoscenza del fatto che tali castelli si rifacevano a un particolare edificio sacro della religione autoctona, chiamato pagoda, e che nella lingua del posto significava proprio "torre a otto angoli". Considerano indecente e impuro tutto ciò che ha a che fare con gli animali e la materialità: la concia delle pelli, la macellazione della carne, persino cibarsi di animali pare sia considerato impuro, per quanto mi sembra di aver capito che alcune eccezioni siano concesse alla casta guerriera, cui evidentemente si vuole garantire un maggiore contributo nutrizionale. Venendo a quest'ultima, essa eccelle nell'arte della guerra ma è del tutto carente di qualsivoglia Cavalleria o galateo cortese. Le donne sono trattate alla stregua di proprietà private, seppur con il rispetto apparente dell'etichetta formale, i deboli e gli inermi non vengono compatiti, ma per lo più sono considerati anzi indegni della vita, e un samurai (così mi pare di aver capito che si chiamino i cavalieri del posto) può essere arbitro di vita e di morte sulle classi inferiori. Pensate che esiste addirittura un diritto legale chiamato kirisute gomen, che consente al samurai di uccidere senza giusta causa chiunque gli si pari dinanzi, purché non sia della sua stessa casta sociale o superiore. La cosa che mi ha maggiormente lasciato sbigottito, è l'assenza di un qualsivoglia Codice di ispirazione morale o ideale cui attenersi: in Oriente si crede che tutto ciò che accade è strettamente connesso ai meriti o alle colpe accumulati nella nostra vita precedente, e pertanto esso è, in un certo qual modo, "ciò che ci spetta". Ivi è compresa la morte, la malattia, la sofferenza, i soprusi. A distanza di tanti anni, ancora non riesco a farmi capace di come questi ardimentosi guerrieri riescano a coniugare una visione così brutale e cinica dell'esistenza con un senso dell'onore che è esasperato, scioccante, e forse addirittura superiore al nostro. A volte mi viene da pensare che se solo questo onore fosse ben riposto, e dedicato alla causa del bene, Cipango avrebbe i Cavalieri più perfetti di ogni altro paese al mondo. |
:eek::eek: posso esporre il mio parere? Non conosco la cultura di quelle popolazioni, bisognerebbe leggere qualche trattato di antropologia in merito, forse qualche "giustificazione" si può a tali atti i quali -secondo la nostra cultura- non sono di certo condivisibili. Noto comunque che parte vostra, questa avventura vi ha segnato in modo particolare...o sbaglio Sir?;)
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Beh, la giustificazione può forse trovarsi nel fatto che l' "umanità" per come la intendiamo noi lì non esiste. E' un concetto occidentale.
Lì la morte non è il peggiore dei mali possibili, il disonore lo è. Essi non comprendono la necessità della prigionia, quando una morte e una successiva incarnazione possono lavare via l'onta del disonore dalla memoria dei loro cari. Ma non voglio limitarmi a citare soltanto le cose che mi hanno colpito in negativo. Vi giuro sul mio onore che mai in vita mia ho assistito a un tale ordine, a una tale disciplina sociale, a un tale affiatamento e a una tale collaborazione fra singoli. Gli abitanti di Cipango sono come delle formiche: ordinate, infaticabili, dove cade l'una subentra un'altra a prenderne il posto. Questo fa sì che non solo essi riescano a sfornare degli eserciti formidabili, ma che tutto ciò che ad essi rimanda conduca nella mente del forestiero irrimediabilmente a una e una sola parola: armonia. Se solo riuscissimo a fondere quelle che sono le loro virtù alle nostre, penso che forse quell'Eden che abbiamo perduto potrebbe essere ricostituito. |
Preghiera per un ritorno
Ora i miei giorni sono sempre più freddi
Tutti i ricordi vengono fuori I bei tempi sono finiti Penso agli amici che ho perso E rifletto sul prezzo che ho pagato Non posso certo aspettare più a lungo Ora il sentimento cresce più forte Penso a tutto il tempo che abbiamo avuto Perché non mi prendi con te per un po’ di tempo E' sempre Inverno, senza di te Leggo le tue lettere, e sai, mi fanno sorridere Penso a tutti i sacrifici fatti Tutti i giorni trascorsi a ridere Quelli passati a piangere Penso a tutti i sogni che abbiamo perso Quando guardo il sole che sorge vedo un nuovo giorno di speranza Ora il mio mondo è molto più semplice Amo ascoltare gli altri Non voglio un'altra possibilità desidero solo starti un altro pò accanto By Morris |
Siete scatenato, amico mio! Saluto con un caloroso applauso la vostra sensibilità, per quanto mi dispiaccia prendere coscienza di come le migliori poesia nascono sempre da un vissuto sofferto...
Per quanto non sia degno di accostarmi ai vostri versi, vorrei anche io proporre un componimento che ho immaginato di dover dedicare a una ipotetica futura compagna della mia vita fra qualche decennio, allorché lei, spaventata dalla vecchiaia, dovesse sentire di star perdendo il mio amore: Fievoli sguardi e timidi pallori, sul corpo affiorano i primi dolori. Eppure io t’adoro in egual maniera, tale è il cuor mio qual prima era. Resta struggente e lieto un tuo sorriso, più forte in gioventù ardea il tuo viso, ma non vibrava già più gravi ardori; restano gli occhi tuoi eletti fiori. Non ha mortale oggetto il mio desio. Sempre per me tu sarai bella, ed io, sempre amante per te: non è mortale quel che provo; tempo per noi non vale. Cara, lo vedi, io t’amo più che pria… La tua beltà con gli anni e la fiamma mia invano vetustà s’arma ed assale, ché a lei non soggiace cosa immortale. E immortale è invero il nostro amor, ma come puoi tu dubitarne ancor? Davvero credi che il tuo corpo sia ciò che m’ha fatto sperar d’averti mia? Assai ti sbagli se così ragioni, mille sono i corpi, mille le prigioni. Ogni corpo un’anima ingabbia, e presto la carne tornerà sabbia. Non le membra ma l’anima tua amo non la pelle, ma’l tuo spirito bramo. E la tua anima meglio rispecchia il tuo corpo che adesso invecchia. Ordunque amor mio, fammi un sorriso fà di questa terra un paradiso. Niente più pensieri, niente più paure; amami, e abbandona le tue cure. Sia quest’oggi lieto come ieri, la bocca, i miei occhi, son sinceri. Ecco, così, abbracciata a me rimani, per noi sempre ci sarà un domani. |
:smile_clap::smile_clap::smile_clap:bravissimi... due diverse impostazioni, due stili a confronto, due vissuti entrambi molto molto forti....grazie...vi auguro sogni dolcissimi in questa gelida notte!
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Non pensate mai che io mi cimenti con voi, Sir mio!
Solo gli stolti sono miei rivali, e voi non lo siete. Giammai entrerò in competizione con voi perchè siete, semmai, una mia fonte di ispirazione.:smile_wave: |
Mia Lady Gwen, ho dovuto lottare con i più forti demoni, per consegnarvi il mio messaggio.
Ier notte, stavo per ringraziarvi, quando...mi hanno assalito. Ne ho uccisi più di 100, e adesso che la mia anima è salva...ecco cosa vi avevo scritto. Le mie mani sono gelate...ma non per il freddo... Son sole e si abbracciano tra loro. Prendetele con voi..e riscaldatele immergendole nel vostro gran cuore ardente! Grazie per le vostre cortesi parole le mie, le scrivo di getto ed è anche merito vostro s'esse arrivan leste! Vi abbraccio Gwen Sir Morris |
:o... che gradevole inizio di giornata!!
spero abbiate scacciato i vostri demoni, Sir....se riuscirò a vincere la timidezza forse anche io lascrò un segno su queste pagine.. prima o poi... |
E di cosa volete essere timida, Milady? Come è vero che la grazie femminile sovrasta quella del più raffinato degli uomini, qualsiasi vostra creazione non potrebbe che essere più che meravigliosa ;)
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:o:o:o......va bene, ci proverò...(magari non ora che sto lavorando...auff..)..ma presto anche voi imparerete a conoscermi, come mi conosce sir Morris..e scoprirete che sono un po' a modo mio...buona giornata comunque!!!
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Citazione:
(a tal proposito, ne traggo una "Storia", Milady): No, non se ne vanno, e non hanno intenzione di lasciarmi in pace. Essi rallentano il mio cammino, ma Shalimar, a fatica, riesce comunque a portarmi all'ennesima meta-fonte, dove io mi rifocillo e lui si disseta. Ormai, è diventata un'abitudine e sono riuscito a metabolizzare questa situazione e ad adottare questo ritmo. Mi dispiace solo per questi esseri infernali che sacrificano la loro potenziale vita eterna... forse.. inutilmente. La mia spada è stata forgiata per uccidere, soprattutto, gli spiriti! malvagi. Probabilmente, essi si scagliano contro di me, pur sapendo che è il loro ultimo gesto....perchè inconsciamente preferiscono svanire nel nulla....che continuare a patire le loro pene!! Quale migliore morte...potrebbe appagarli.. se non scontrandosi con un loro pari.. in quanto a dannazione!? |
Vi riporto pezzi di un mio vecchio diario:
A volte chiudere le porte del passato è difficile, parlare di se, delle proprie ambizioni lo è ancora di più. Il fatto è che più si prova a cambiare vita e più si sbaglia, piochè l'unico modo per far evaporare l'acqua che da vita al nostro passato è rimanere se stessi e migliorare il proprio futuro e quello degli altri. La gente tira fuori gli artigli quando l'unica soluzione sarebbe quella di parlarne con qualcuno, ma per molti resterebbe solo un sacrificio. Vorresti avere una vita migliore, ma quando te la ritrovi davanti non riesci a tenertela stretta... La fantasia va creata all'interno di noi stessi, non si può spiegare, si può solo far immaginare alle persone quello che tu stai guardando nella tua mente. "La nostra ricchezza non sta qui" disse indicando una moneta "ma qui" continuò poi toccandosi la fronte con la mano. Non sono parole meravigliose, però sono piccoli istanti delle mie giornate. |
le vostre parole,lady Perry,lasciano trasparire la saggezza che vi pervade l'anima..
Stamane impugnavo una matita,scorrevo tra le aride righe di un libro narrante la scienza,il tratto sottile,deciso,talvolta interrotto dai punti della frasi ad un tratto mi è parso incidere un solco..le righe,squarciate,si sono aperte a me mostrandomi la profondità di un paesaggio;dinanzi a me si stagliava un bosco di betulle,un cavallo con in groppa un uomo in armatura sfrecciava tra i rami bassi schivandoli uno ad uno,nel suo incedere saettino perdeva per strada gocce di rubino,sembrava sangue,gocce di sangue sgorganti da un cuore strappato ad un petto lancinato che si mutavano in gemme preziose appena sfioravano terra,l'uomo in armatura si allontanava dalla mia vista sempre con maggior velicità,così ho iniziato a raccogliere i rubini,ma nell'afferrarli tra le dita ecco divenirli nuovamente sangue,vivo,fervido,impregnante le mani..è il mio sangue..mi sono guardata lo squarcio sul petto fresco di ferita,ancora,con rammarico,sono senza il cuore.. |
Che dire... rimango stupito dalle vostre parole.
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non stupitevi,signore,compiangete,invece,un corpo trucidato nell'ansimante ricerca di quello che fu il centro dei suoi pensieri,il fulcro della sua esistenza..non ho cuore,e le spoglie dell'anima che mi appartenne sono ancora in quella torre,nel castello di mio padre,in attesa di misericordiosa sepoltura.Se poteste guardare i miei polsi,scorgereste i lividi e le escoriazioni delle catene delle carceri,e sul mio volto,ancora porto le cicatrici che mi procurarono gli impressi punti di sutura,quì,sul labbro,a sigillar la bocca perchè io non potessi più assaporar bacio,sugli occhi,a sigillare la vista perchè io non potessi più ammirare l'immagine delle divine fattezze di quell'uomo,di nome Amore,che solo seppe farmi amar la vita.Non inorridite,non guardate il mostro che rimane..commiserate lo strazio di chi non può più amare..questa è la mia storia,di sangue e di dolore..
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Seppur senza corpo ed anima...la vostra essenza vive ..eccome .nei miei pensieri..e nel mio istintivo tatto.
Il mio olfatto sente il vostro odore che permane pei sentieri da voi attraversati...e la terra da voi calpestata è intrisa di candide piume..cadute dalle vostre ali.. ormai chiuse. Or dunque..esistete...e ben di voi ..avete scritto..sulla corteccia di quei salici spogli ....e ve ne sono grato. Voi riaprirete quelle ali... e riamerete ancora....perchè di una nuova vita io vi faccio dono...offrendo la mia ..per la vostra! Sir Morris con Ammirazione |
Mi offrite dell'acqua poetica,sir..mi offrite bagliore agli occhi e suoni soavi agli orecchi..guardate,vi tendo le mie mani esili,scarne,tremanti,porgetemi l'armatura,affinchè io possa prendermene cura fate di me il vostro servitore,lasciate che vi esprima la mia gratitudine con la cosa più preziosa che mi rimane,le mie lacrime,signore,sono tutto il mio essere,sono tutto ciò che mi rimane,lasciate che io pianga a lungo per voi lacrime di commozione..e se ancor'anche potessi donarvi fino all'ultima lacrima,fino a prosciugarmi gli occhi,invocherò gli dei di farmi reincarnare in altre vite ancora e per voi saranno tutte le mie lacrime di commozione..ecco..sento il respiro che mi state donando attraversarmi i polmoni,la linfa vitale che vi è appartenuta scrosciare fervidamente nelle arterie,i vostri pensieri percuotermi le membra,sento voi,sir morris,sento la vostra vita nelle mie carni e sto pregando,perchè essa sia sufficiente ad entrambi,e se gli dei vorranno esaudirmi,da questo istante noi vedremo nuova luce..
Anche voi avete tutta la mia ammirazione,sir Morris,vi abbraccio sentitamente.zaffiro |
Sono sopravvissuto..come anche voi...grazie alle vostre implorazioni Divine.
Avete rischiato di non rinascere.. per salvare la mia vita..ed io..che ho già ripreso le mie forze..per ricompensare il vostro incommensurabile gesto..vi prometto che mai nessuno ..che oserà offendervi ..rivedrà la luce del sole. Sir Morris |
Sir Morris,gli dei non hanno esudito me quanto eletto voi ad impresa divina,è stato il vostro animo,profondo,puro,cristallino che ha tenuto in mano le nostre sorti.Ora siamo stretti in un patto indissolubile..condividiamo sangue e pensieri,ho certezza del vostro giuramento quanto il respiro che ho avuto da voi..vostro servitore ovunque andiate,zaffiro
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Anina e le farfalle.
Da qualche parte,tanto tempo fa,lessi,di una fanciulla di nome anina che amava le farfalle.Le rincorreva nel prato per ore ed ore,pur di afferrarne qualcuna e scrutarne la bellezza.Un giorno,incuriosita da quelle fantastiche creature,si rivolse alla nonna per chiederle come nascessero così belle,la nonna,con pazienza e premura,le raccontò della loro nascita in bruco,della loro evoluzione in larva ed infine della loro metamorfosi in farfalla,anina rimase a bocca aperta,tanto che avrebbe voluto scorgere un bruco d'ogni dove pur di vederlo mutarsi in farfalla,così la sua ricerca nei campi,stimolata dalla sua impaziente curiosità,finì con l'occupare molte ore della sua giornata,e tutte le volte che stava per rientrare a casa,dopo ore ed ore di vana ricerca di bruchi,l'amarezza l'assaliva e l'impazienza cresceva.Un mattino,appena alzata,come tutte le altre mattine si portò alla finesta a scrutare il cielo,affinchè il bel tempo le permettesse di correre nei prati,quand'ecco che con ilare stupore scorse tra le foglie dei gerani sul davanzale un bozzolo di farfalla,pensò che fosse bellissimo averla lì sotto al naso,avrebbe potuto seguirne l'evoluzione senza abbandonarla un istante,neppure di notte,e così si mise con tale ipegno a scrutare quel bozzolo che quasi non si curava di dormire..dopo qualche giorno di trepidante attesa,finalmente sul bozzolo scorse una piccolissima fessura,pensò che era ora che la farfalle nascesse,ma ci vollero molte ore prima che lei intravedesse le ali,finalmente la fessura divenne abbastanza grande affinchè le ali iniziassero a portarsi fuori dal bozzolo,anina guardava lo sforzo immane che l'esserino compiva nel tentativo estenuante di tirar fuori le ali,tanto che pensò che se con le forbicine avesse tagliato il bozzolo,avrebbe aiutato la farfalla a nascere prima.Così fu,tagliò il bozzolo nel verso della lunghezza ed astrasse la farfalla con le sue piccole manine,la farfalla era bellissima,le sue ali accartocciate pian piano si distesero,e si mostrarono alla fanciulla in tutta la variopinta bellezza,anina la adagiò su un fiore e se ne andò a dormire.il mattino successivo la trovò ancora lì,ed ancora un'altro mattino successivo al precedente,così anina cominciò a chiedersi perchè non volasse,ma il mattino dopo ancora,scoprì amaramente che la farfalla era morta.Subito,di corsa,in lacrime si portò dalla nonna per chiederle il motivo per cui la farfalla non fosse vissuta più a lungo,raccontandole di come l'aveva amata e di come l'aveva aiutata a liberarsi dal bozzolo,detto questo,la nonna,con grande sapienza,le spiegò che nel tentativo di aiutarla a nascere le aveva arrecato un danno,perchè lo sforzo enorme che lei le aveva evitato tagliando il bozzolo con le forbici,aveva impedito alla farfalla di irrobustirsi le ali,perchè solo quello sforzo poteva dare vigore alle nervature della ali,pertanto la farfalla,aiutata da anina,aveva ali troppo deboli perchè non avevano potuto compiere il corso della natura,la loro debolezza non le aveva mai permesso di volare,così non poteva portarsi ai fiori per cibarsi ed era morta di stenti e di fame. Col senno di poi,credo di averla danneggiata anche io la mia farfalla,eppure ne avevo avuto cura..proprio come anina. |
Molto toccante la vostra storia, Lady Zaffiro, molto carina e piena di significato!
Adesso, prendendo spunto da essa....e aggiungendo ciò alle vostre magnifiche definizioni su di noi.....posso ben dire che...siamo due corpi con un sol paio d'ali! Sir Morris ..ovunque voi andiate |
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Il nespolo cinabro
Nella dimora dove ho trovato alloggio,c'è una stanza con la porta sempre socchiusa,è localizzata nell'ala ovest del palazzo,è un luogo luminoso,caldo,silenzioso,si riversa a piombo sulla scogliera,in questa stanza sono riposti libri vecchi,altri antichi,altri di nuova rilegatura,al centro della stanza c'è un piccolo tavolo,sempre adornato con un vaso di fiori di campo,sempre freschi,profumati,la stanza è quasi sempre vuota,il padrone di casa non vi ci si reca oramai da molto tempo,perchè la sua vista,affievolita dalla senilità,non gli consente più di apprezzare le letture come un tempo.Fui sorpresa quando mi disse che avrei potuto accedervi e, senza che me lo ripetesse una seconda volta,spinta dalla curiosità,vi entrai.La porta dava sul tavolo e sulla biblioteca,passando nel corridoio,avevo sbirciato sull'uscio molte volte,ma senza consenso,non mi ero mai sentita di spalancarla,la porta sempre socchiusa,sebbene quello che la fessura offrisse alla mia vista fosse davvero poco a soddisfare la mia curiosità. Così,senza indugio,appena mi fu permesso,entrai. Gli spazi erano enormi,le librerie raggiungevano il soffitto che si erigeva a cupola su mura di almeno dieci metri,il tavolo,piccolo,quello che appariva dalla fessura,non era che un punto nello spazio,la finestra che dava sulla scogliera era la prima di una lunga serie,le tende,che erano lievemente mosse dall'alitare della brezza marina,creavano leggere ombre sui pavimenti di marmo verde,e più in là,verso l'interno,sulla sinistra della porta,si stagliava nei dieci metri di altezza,fino a toccar soffitto,un nespolo cinabro,non ne avevo mai visto uno cinabro,folto di fronde,robusto nel suo tronco radicato nei marmi,colmo di frutti,maturi,appartentemente succosi e dolci,fui tanto incantata da quell'arbusto,che dimenticai di trovarmi in una sala di lettura.Mi ci volle un po' di tempo,prima che smettessi di contemplarlo e decidessi di scegliere ul libro da portar via con me. Dovevo asportare dagli scaffali un libro dopo l'altro,perchè la sola occhiata senza aprirli non mi permetteva di leggere di quale materia trattasse o di chi fosse l'autore,tutti i libri,infatti,quelli vecchi e quelli nuovi,erano rilegati a mano in una copertina di velluto di vari colori,i primi che riuscii ad aprire,non erano scritti,ma illustrati,in essi c'erano disegni di cose,fiori,figure umane in un ordine sequenziale preciso ma che a me non lasciava tracciare alcuna linea guida,i disengni,tutti a matita,ritraevano belle figure di uomini e di donne intervallate da rose,primule,calici,nuvole,cerchi,linee,davvero non capivo che senso avesse quell'ordine di immagini,ma ogni libro che aprivo era così,pullulante di immagini in ordine casuale,ne riponevo uno e ne prendevo un altro,non so quanti ne ebbi tra le mani,eppure in nessuno trovai degli scritti,l'ultimo che avevo aperto,era rivestito di un velluto operato dello stesso colore delle foglie dell'albero,cinabro,splendente,proprio come un minerale,nella prima pagina,come un segnalibro,vi era una foglia del nespolo,appena dietro la grande foglia lanceolata,scorsi il disegno proprio di un albero,era il nespolo,ma quale meraviglia destò in me la vista di quei tratti a matita che tracciavano sì un albero di nespolo in bianco e nero,ma dal centro di esso,adagiato sui rami più robusti,si diramava la figura di un uomo,i suoi piedi,fino a sotto i polpacci,erano rappresentati uniti all'albero,come se quell'uomo prendesse vita dall'albero come dei rami che si continuassero in gambe,poi tutto il corpo,chino,accovacciato,col volto tra le mani,quasi in segno di disperazione.Cercai traccia di cancellatura,di tratti incerti della mano che l'aveva disegnato,ma non scorsi che una perfetta continuità tra i due elementi che quell'iimagine mi parve ansimante,e l'albero soffocante. Mentre scrutavo il disengno mi sentii toccare sulla spalla,di scatto mi voltai,ma dalla paura rimasi immobile,ogni intento della ragione a scappare fu abortito dal tremore delle gambe,quando una voce mi disse:"quello sono io".Scorsi così una figura umana che si stagliava in aria dal cuore del grande albero,era un uomo,le sue gambe nascevano dai rami,non aveva i piedi,due rami di increspata corteccia,ben saldi al tronco si continuavano in una pelle trasparente,fresca,giovane,a formare le gambe e poi tutto il corpo di quel giovane che non aveva mai potuto toccare terra.Rimasi senza voce,il cuore palpitante dallo spavento ora sebrava battere di emozione,non solo per la bellezza della creatura che mi si mostrava allo sguardo,ma per quell'ancoraggio,sì fantastico,eppur così infelice,ed infelice era lo sguardo di quell'uomo che non poteva separarsi dal tronco,non ci fu bisogno che gli chiedessi chi fosse e perchè fosse il quella condizione,mi sussurrò,con voce commossa di pianto,che non era altro che il frutto dell'immaginazione di una donna che con una matita aveva reso il suo stato d'animo di prigioniera. |
Una delicata e deliziosa storia, Lady Zaffiro...m'avete donato un soave scorcio di stucchevole serata.
A volte, basta un sol gesto di generosità, nel nome di tutta Camelot..per illuminarla e rinnovare, in modo esemplare, il suo perpetuo splendore. Grazie, oh appassionata creatura. Sir Morris |
grazie a voi,sir Morris,per avermi dedicato il vostro tempo.Buonanotte.
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