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Il curato restò sorpreso dalla reazione di Britty e dal suo gesto improvviso e sentito, con il quale strinse le mani del religioso.
"E va bene, figliola..." disse annuendo "... ma voi promettetemi che poi dimenticherete tutto..." con tono grave "... quel simbolo è il male. È il segno del demonio. Il diavolo in persona giunse una notte ad imprimerlo, quasi come una sfida, su quella cappellina." Fissando la ragazza. "E voi non sapete quante giovani, anche della vostra età, hanno perso la vita e l'anima per colpa di quel segno infernale." Facendosi il Segno della Croce. |
Roteai gli occhi con fastidio, mentre la mano che stringeva il pugnale iniziava a prudermi per la voglia di sgozzare il vecchio.
Possibile che non si potesse fare una cosa in pace? Assurdo, davvero assurdo. Entrai di nuovo nella mente del naufrago, il cui veliero era andato alla deriva dopo che il nostromo era impazzito e si era suicidato. Tanto di guadagnato, a mio parere. Era comunque una storia potenzialmente interessante. "Dannazione" ringhiai sottovoce. Era un insulto, per la sottoscritta. Potevo aspettarmi qualcosa di diverso da un comune mortale? Ovviamente no. Pensai se non fosse il caso di lasciare il campo alla ragazzina, giusto il tempo in cui il vecchio la reclamava, non potevo essere scoperta ed avrei avuto davanti l'intera notte, dopo che si fosse addormentato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ciò che mi disse l'uomo mi lasciò completamente esterrefatta. Come era possibile che qualcuno fosse morto a causa di un simbolo?
"Perdonatemi ma... come ha fatto il diavolo a incidere un simbolo nella Chiesa? Non dovrebbe essergli impossibile avvicinarglisi?" gli domandai osservandolo negli occhi "... come sono morte quelle persone?" |
"Effettivamente si" risposi ridendo "Uno di quello che hai detto...il diario di una dama infelice, una di quelle che tu tanto frequenti" prendendo il bicchiere di vino e sorridendo porsi le labbra al calice.
Mostrava sempre questa giaezza e spensieratezza, celava qualsiasi turbazione e sospirai alle sue ulltime parole e risposi a bassa voce "Ottima idea, spero almeno..di conciliarti la lettura perchè tale deve essere" e qui mi riferivo alla vera natura del libro. Finii il bicchiere di vino e poi mi avvicinai a lui "E dovrai trovarmi qualcosa da fare, oggi sembrava una eternità qui a casa senza te". |
Osservai attentamente il chierico, non sembrava il solito pretino timoroso che ogni tanto padre Tommaso utilizzava come corriere.
Ma bensì un uomo con un passato, una storia alle spalle. Mi incuriosivano sempre le storie delle persone, a volte le prendevo anche a prestito nel momento in cui mi potevano essere utili in qualche travestimento. "Ebbene, padre... ora che siamo soli volete parlarmi del motivo per cui padre Tommaso vi ha condotto da me, e vi ha presentato con parole tanto entusiastiche?" fissandolo negli occhi. "Dovrà avervi avvisato che fra le mie immense virtù non c'è proprio quella della pazienza.." ridacchiai, divertita. |
La Mentitrice si ritirò, tornando nei meandri dell'animo di Marin, svanendo come una delle infinite ombre di quella notte.
"Marin..." disse suo nonno "... vieni, la stufa è accesa. Ma non hai ancora preparato la cena?" Il naufrago intanto riposava. "Ha inciso quel disegno sulla pietra della cappellina, all'esterno..." disse il chierico a Britty "... in modo da non dover entrare." Fissandola. "Ma voi dimenticate questa storia. Troppo ragazze hanno trovato morte e dannazione a causa di quel simbolo." Con tono grave, mentre il suo cane riprese ad abbaiare. Robertstein finì il suo bicchiere di vino, mentre Blangey gli si avvicinò. "Non temere..." disse lui alla sua assistente, sfiorandole il braccio nudo con le dita, in un gesto delicato e confidenziale "... ho un incarico per te. Ci sono delle pergamene orientali e vorrei tu le traducessi per me. Ma ne parlaremo domani di questo. Dimmi piuttosto del libro che hanno consegnato oggi." Padre Alphy sorrise e annuì a Sunis. "Si, credo sia il momento, madama." Disse. "Esiste da secoli una setta, un'organizzazione segreta che si muovo nell'ombra... il nome con cui è conosciuta Luce della Verità. Il suo scopo è distruggere la Chiesa e governare segretamente il mondo attraverso una serie di complotti. Padre Tommaso mi ha incaricato di affiancarvi perchè io sono il più importante esperto riguarda l'esistenza della setta, madama." |
Mi svegliai sentendo, come sempre, una gran confusione.
L'entità era andata via prima del previsto, forse per le insistenze del nonno, che continuava a chiamarmi per la cena. "Arrivo subito, nonno!" dissi, a voce alta. Non potevo preparare un pasto molto complicato, visto l'orario, così presi della carne, cuocendola poi insieme a del brodo che era avanzato dalle verdure del pranzo. Quando fu tutto pronto, portai in tavola raggiungendo il nonno. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
All’ennesimo ammonimento dell’uomo, seguito dall’abbaio inferocito del suo cane, capii che non avrei ottenuto più di quello.
Sorrisi gentilmente, celando il mio desiderio di andare avanti in quella spinosa questione. Mia sorella doveva aver avuto a che fare con quel simbolo, e niente poteva togliermi quell’idea dalla testa! “Vi ringrazio per il vostro tempo. Perdonate tantissimo il mio disturbo.” gli dissi per poi allontanarmi. Avrei fatto altre ricerche… dovevo solo capire da che parte cominciare. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Lo ascoltai con fare attento, mentre mi svelava il motivo per il quale si era trovato nella mia vita, e al momento, nella mia villa.
Un motivo molto più interessante di quanto potessi immaginare. "Oh, interessante, ma sapete bene che tali nemici della Chiesa non hanno grandi speranzi, poiché sono ben lontani dalla Grazia.." sorrisi. "Ebbene, immagino che il nostro compito ora sia sgominare questa setta... ebbene se siete il maggior espero dovrete farmi un corso accelerato, perché è mia abitudine documentarmi a fondo prima di iniziare una nuova missione, solo così si minimizzano i rischi.." gli spiegai. |
Osservai la mano che attraversava il mio braccio e proseguiva verso la schiena ma con un insolito brivido "Pergamene orientali, interessante" ma la domanda a bruciapelo attutì il mio entusiasmo "Non è certo un libro da caminetto sai mio caro, e non vorrei qualcuno sentisse" consegnandogli il libro "E' tuo, non mio...e a quanto pare lo ha scritto tuo nonno...Paradiso Perduto vero? Leggi le parole al contrario" sospirando "Non so dirti altro, non vi erano biglietti".
Asciugando con la mano la sua fronte leggermente imperlata di sudore. |
In breve Marin riuscì a preparare la cena, per poi sedersi a tavola con suo nonno per mangiare.
La sera era calma, silenziosa e malinconica, forse a causa del lento mormorio delle onde che pareva narrare di qualche cupa ballata del mare. “Dimmi...” disse mangiando il nonno “... come sta il naufrago? Ha mostrato qualche segno di ripresa? O è rimasto sempre senza conoscenza?” In quel momento, prima che la ragazza potesse rispondere a suo nonno, si udì la voce del naufrago come se parlasse nel sonno. Britty lasciò la casa del chierico, trovando la sua carrozza ad attenderla. Salì a bordo e il cocchiere fece partire la vettura. La campagna era avvolta dal silenzio della sera. Un silenzio quasi innaturale. A un tratto uno scossone e Britty, seduta nella carrozza, quasi fu scaraventata in terra. “Perdonate...” disse il cocchiere “... c'era una buca sulla strada e siamo finiti con una ruota dentro...” imprecando “... cercherò di sistemarla, non dovrei metterci molto.” In quel momento la ragazza notò un cartello, su cui c'era scritto il nome di quella che sembrava essere una locanda: “La coda del diavolo” “Certamente.” Disse Padre Alphy a Sunis. “Sono qui per questo, madama. Tuttavia voglio rivelarvi che non sappiamo molto su questa setta. Di certo è molto antica, anche se tendo a respingere ipotesi fin troppo fantasiose che a fondarla siano stati coloro che accolsero Caino dopo che egli uccise Abele. Più realisticamente penso sia una congrega nata in oriente, in un lasso di tempo che potrebbe essere compreso tra la scissione tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortossa e la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1291. Di certo in un dato momento la setta si è spostata in occidente, forse poco prima dello scoppio della peste nera nel 1348. Inizialmente il suo scopo era adorare alcuni idoli mesopotamici, ritenuti demoni dalla Fede Cattolica. Di sicuro fondamentale per i suoi adepti era il culto per Lilith. Il loro scopo oggi? Oltre a distruggere la Chiesa? Impedire che la gente sappia.” Le dita di Robertstein, leggere e persino dolci, scivolavano sulla pelle liscia e bianca di Blangey, per poi bloccarsi all'improvviso quando lei gli rivelò l'autore del libro. Il brillante studioso saltò su e il bicchiere gli cadde a terra, spaccandosi in tanti pezzi. “Non avresti dovuto prenderlo...” disse all'assistente “... no, la colpa è di Giamino, non tua... lui non avrebbe dovuto...” tenendo il libro in mano e fissando il titolo, con scritto sotto il nome di suo nonno “... ti sbagliavi sai, Blangey? E' un libro da camino questo... nel senso che finirà bruciato sul fuoco. Non intendo leggerne neanche una pagina.” Deciso e con una profonda inquietudine nello sguardo. |
Tornai alla carrozza, più che intenzionata a vederci chiaro su quanto stava succedendo.
A bordo della vettura, con la notte ad accompagnarci, una buca ci impedì il tranquillo proseguimento. Urlai di sorpresa, trovandomi quasi scaraventata fuori dal mezzo. “Non vi preoccupate!” esclamai in direzione del cocchiere. Scesi in modo da sgranchire un poco le gambe, quando notai un cartello decisamente interessante. Indicava una locanda dal nome ‘Coda del Diavolo’. Nome curioso, specialmente dopo aver scoperto il coinvolgimento del demonio con il disegno che avevo notato poco prima! “Aspettatemi, vado a vedere se nella locanda trovo aiuto!” dissi per poi incamminarmi verso di essa. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La compagna era avvolta da un Averno di tenebre, dove alberi secolari si innalzavano quasi improvvisi verso il firmamento scintillante, simili ad antichi sacerdoti che danzavano per divinità dimenticate.
Britty attraversava lo stretto e irregolare sterrato, segnato dai secoli lasciati da carretti e calessi. In fondo al sentiero apparve, quasi come un fuoco fatuo, una luce prima fioca, poi più viva e rossa man mano la ragazza si avvicinava. Infine Britty arrivò davanti all'insegna di quella locanda, dove una grossa porta a doppia mandata ne segnava l'ingresso. All'interno, dopo aver attraversato una camera usata come passamano, la ragazza si ritrovò in una stanza rettangolare, riscaldata da una vecchia e grossa stufa a legno, la cui fuliggine aveva annerito il soffitto e buona parte della pareti. Su di esse c'erano diversi quadri, perlopiù raffiguranti scene campestri o nature morte, oltre a un pesante Crocifisso e immagini sante, tra cui figuravano la Vergine con Bambino, i 3 Arcangeli e alcuni Santi. Ai tavoli non c'erano molti clienti, fatta eccezione per alcuni uomini che mangiavano una minestra e altri 2 individui che giocavano ai dadi in un angolo appartato. |
Camminai percorrendo lo sterrato. Feci attenzione a dove mettevo i piedi, cercando in tutti i modi di mantenere l’equilibrio. Era stretto e irregolare e sarebbe stato facile cadere a terra.
Per un attimo, lungo il sentiero, comparve una luce rossiccia il cui colore aumentava di intensità man mano che la raggiungevo. Arrivai alla locanda e di quella luce non ci fu più traccia. Qualcosa mi disse che dovevo fuggire, ma continuai ad avanzare. Entrai nella locanda, superai il passamano e giunsi ad una stanza riscaldata da una stufa. Mi avvicinai ad essa per scaldarmi, facendo anche un sopralluogo rapido della clientela che frequentava il posto. Ad un tavolo vidi alcuni uomini intenti a giocare a dadi. Mi avvicinai a loro a passo rapido, le mani leggermente tremanti. Non amavo stare in luogo che non conoscevo, con solo sconosciuti attorno a me. “Perdonatemi…” dissi tentando di catturare la loro attenzione “La mia carrozza è rimasta bloccata. Potreste gentilmente prestarmi soccorso?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
I 2 uomini si voltarono di scatto a quelle parole di Britty.
Erano 2 gentiluomini, dai vestiti ben fatti e dall'aspetto curato. Uno di loro, in particolare, colpiva per la bellezza e lo sguardo vivace e penetrante, con i suoi occhi di un grigio chiarissimo, simile al ghiaccio. "Certamente." Disse alzandosi e tradendo un'altezza superiore alla media. Aveva spalle larghe e il suo abito aderente ne mostrava i muscoli asciutti sotto la stoffa. "Indicatevi il luogo, così che io e il mio compagno si possa aiutarvi." Lasciando poi cadere delle monete sul tavolo per pagare il conto al locandiere. https://m.media-amazon.com/images/I/...kdkQL._AC_.jpg |
Sorrisi gentilmente all’uomo, facendo un piccolo passo indietro per permettergli di alzarsi.
Aveva un fisico allenato, l’abito ne faceva intravvedere i muscoli. “Vi ringrazio molto!” dissi per poi far loro strada e portarli dal cocchiere e la carrozza. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Venite, abbiamo il mio calesse nella stalla della locanda." Disse l'uomo dagli occhi grigi a Britty.
Così tutti e 3 salirono sul calesse e raggiunsero la carrozza. Con sommo stupore della ragazza però la vettura e il cocchiere non c'erano più. Erano spariti. |
Quando arrivammo nel luogo che avevo indicato all’uomo, per poco non mi sentii mancare.
Il cocchiere e la carrozza erano scomparsi, come se questi non ci fossero mai stati. Provai a chiamare il nome del cocchiere ma, come volevasi dimostrare, non ottenni alcun risultato. A quel punto mi girai verso l’uomo, i miei occhi incontrarono le iridi grigie di lui. “Probabilmente è tornato in città… vi potrei chiedere la cortesia di accompagnarmi ad Afrgolopolis? Non saprei come tornare indietro e non sono molto tranquilla a passare la notte fuori.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Dunque volte dirci" disse l'altro uomo a Britty "che il vostro cocchiere vi ha lasciata qui nel bel mezzo della notte?"
"Quale altra spiegazione potrebbe esserci?" Intervenne quello dagli occhi grigi. "Non credo che qualcuno abbia aggredito il cocchiere e rubato la carroza, poichè in tal caso avrebbe lasciato qui in terra il corpo del conducente." Guardò allora Britty. "Lo farei senza indigio, ma il mio cavallo è stanco, poichè col calesse ho viaggiato tutto il giorno e temo potrebbe azzopparsi se lo costringessi a muoversi ancora. Se volete io alloggerò alla locanda e potrete dormire anche voi lì stanotte. Domattina vi porterò poi ad Afragolopolis. Naturalmente, se me lo permettete, pagherò io una camera per voi." |
Le cose non stavano facendo altro che peggiorare e ad ogni istante che passava, il senso di irrequietudine non faceva che aumentare. Ero persa in un luogo che non conoscevo, priva di un passaggio verso casa e praticamente costretta a soggiornare in una taverna di cui non sapevo nulla, ospite di un uomo che mai avevo visto prima.
“È che…” ma non potevo certo costringerlo a spingere il proprio cavallo allo stremo, né tanto meno passare la notte al freddo “Certo… vi ringrazio molto. Domani però, una volta arrivati in città, provvederò a ridarvi fino all’ultimo centesimo” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
A quelle parole di Britty, l'uomo la guardò e sorrise enigmatico.
I 3 salirono sul calesse e tornarono alla locanda "Coda del Diavolo". "Mi occorre una camera per la ragazza." Disse l'uomo con gli occhi grigi al locandiere. "Mi spiace, signore, ma tutte le camere sono occupate." Il locandiere. "Non ho più neanche un tinello da offrire." "Allora la ragazza prenderà la mia camera, mentre io mi sistemerò qui accanto alla stufa, su quella poltrona." Fissandolo l'uomo. "Ora accompagnate la ragazza in camera e poi servitemi dello cherry. E mi raccomando, lasciate legna per la stufa." "Si, milord." Annuì il locandiere. |
Tornammo alla locanda, il freddo mi era giunto ormai fin dentro le ossa.
Il locandiere disse che tutte le stanze erano occupate e a quelle parole, sollevai gli occhi al cielo. L’uomo dagli occhi grigi si offrì di lasciarmi la sua stanza, proponendosi di sistemarsi accanto alla stufa. “Vi prenderà un accidente così…” dissi avvicinandomi a lui “Sentite, se la dividessimo? Immagino ci sarà un divano. Posso dormire lì, mentre voi prendete il letto!” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"E sta bene." Disse l'uomo a Britty. "Ma prenderò io il divano e voi il letto."
"Allora vi poterò in camera il vostro cherry, signore?" Il locandiere. "Si, grazie." Annuì l'uomo. "E portate anche da mangiare per la ragazza." "Si, milord." Il locandiere. Così Britty e l'uomo dagli occhi grigi salirono al primo piano, dove infondo al corridoio c'era la camera di lui. Erano abbastanza grande e altrettanto comoda, anche se non arredata con gusto. C'era un divano poco lontano dal letto e l'uomo, dove aver sistemato sopra il suo mantello e toltasi la giacca, vi si coricò. Un minuto dopo arrivò la figlia del locandiere con un vassoio. Sopra vi era lo cherry per l'uomo e un piatto di stufato con una focaccia per Britty, insieme a un fiaschetto di vino leggero e frizzantino. "Buonanotte." Con un inchino la figlia del locandiere, per poi lanciare uno sguardo civettuolo all'uomo, al quale lui non ricambiò. |
Se quella mattina mi avessero detto che mi sarei trovata in una situazione del genere, probabilmente non ci avrei mai creduto.
Mi diressi nella stanza del mio improbabile compagno di viaggio, se così poteva essere definito, e mi sedetti sul letto che gentilmente mi era stato lasciato. Ero evidentemente a disagio e l’arrivo della locandiera non migliorò le cose. Mangiai un poco dello stufato, accompagnandolo ad un morso alla focaccia. Spostai la mia attenzione sull’uomo, la giacca e il mantello adagiati sul divano. “Visto che siete stati così gentile… potrei almeno domandarvi il vostro nome? Non sono solita a trascorrere tanto tempo con chi non conosco.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
L'uomo sorrise a Britty.
"Vanturi Trei." Disse alla ragazza. "E il vostro nome?" Sorseggiando il suo cherry e tirando fuori un libro dalla sua borsa da viaggio. Sulla copertina del libro c'era scritto questo titolo: "Chiave di Salomone" |
L’uomo aveva un nome curioso.
“Vanturi…” ripetei a bassa voce così da fissarlo nella memoria “Chiamatemi pure Britty!” mi presentai a mia volta, un timido sorriso in volto. Scoccia un’occhiata al libro che l’uomo estrasse dalla borsa e riconobbi il titolo. “Vi interessa la Magia?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Venturi guardò il libro che aveva in mano e poi fissò Britty.
"E voi, Britty, ve ne intendete di magia vedo." Disse. "Dico bene?" Continuando a guardare la ragazza attraverso un candelabro tra il divano e il letto, quasi un muro, un velo, a dividere in 2 la stanza. |
La conversazione stava cominciando ad assumere una strana piega. Per quanto intrigante potesse essere, la sensazione di disagio non fece che aumentare.
“No… non direi.” risposi “E avete eluso la mia domanda ponendomene un’altra” gli feci notare in tono leggero. In quel momento realizzai una cosa: quel libro aveva a che fare con le forze infernali! “Penso… penso di aver bisogno del servizio in camera. Vado un attimo a cercare il locandiere!” dissi per poi scendere dal letto e dirigermi verso la porta. Non volevo passare un secondo di più in quella stanza… non dopo ciò che mi era stato detto quello stesso pomeriggio. Un conto era voler capire cosa fosse successo a mia sorella, tutt’altro era rischiare di raggiungerla! Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Certo." Disse Veturi a Britty.
La ragazza allora uscì dalla camera e scese al pianterreno, dove però non c'era nessuno e la sala era illuminata solo dalla brace ancora accesa nella stufa. A un tratto da fuori si udì il latrato di un grosso cane che pareva aggirarsi per la campagna. |
L’uomo mi lasciò andare senza mostrare alcuna ostilità, ma quando arrivai al pianterreno lo trovai vuoto. Dall’esterno sentii il latrato di un grosso cane che si aggirava fuori dalla locanda.
Urlai dallo spavento e poi mi riprecipitai in camera. “Prima il cocchiere scomparso, ora il locandiere e i restanti ospiti… ho paura a chiedervelo ma siete sicuro di essere un semplice gentiluomo?” domandai voltandomi in direzione di Veturi. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La mano si levò di scatto dalla sua fronte, vidi il bicchiere cadere, un tonfo sordo a terra e il vino che serpeggiava.
Lo osservai, vidi il suo viso contrarsi..si lo immaginavo, avevo indovinato, potevo percepire la sua sofferenza ma rimasi in silenzio ascoltando le sue parole. Quando ebbe finito presi la parola con voce pacata "Se ti lasci divorare dal tuo passato non potrai mai vivere serenamente nè il tuo presente nè il tuo futuro" rimasi un attimo in silenzio "Non ha colpa nemmeno Giamino, abbiamo trovato il pacco avvolto in quei panni davanti alla porta di casa, segno che chi voleva fartelo recapitare non voleva lo rifiutassimo, io l' ho aperto qui in camera tua, nessuno sa di cosa parla. Non lo getterai nel fuoco, lo terrò io se non lo vuoi tu ma a mio avviso dovresti leggerlo..anzi dovremmo...perchè chi te lo ha fatto avere forse ha buone intenzioni..mio caro ...Robertstein". In quel momento mi resi conto che mi aveva sempre tenuto celato il suo nome, era abitudine chiamarlo per cognome, o professore, dottore. |
Venturi vide la porta aprirsi e Britty entrare come una furia, visibilmente agitata.
"Se gridate così" disse lui richiudendo il libro che stava leggendo "sveglierete e spaventerete tutta la locanda." Fissando la ragazza. "Se sono un gentiluomo? Beh, potrei invitarvi al mio castello, dove ci sono le vestigia della mia famiglia." Sorrise piano. "Forse non è stata una buona idea offrirvi un alloggio." Robertestein guardò il libro, poi Blangey. "No, non lo leggerò." Disse alla sua assistente. "Non posso vietarti di prenderlo, ma di certo io non lo leggerò. Non voglio più avere a che fare con i deliri di quel folle che ho avuto la sfortuna di avere come nonno." |
Presi il libro e mi sedetti "Cosa...cosa accadde a tuo nonno esattamente...sai un giorno vorrei chiamarti per nome" alzando lievemente il sopracciglio.
Ma dovevo cercare di calmarlo..il rancore non lo avrebbe portato da nessuna parte. |
Robertstein guardò Blangey negli occhi e poi scosse il capo.
"Fu mio nonno a scegliere il mio nome..." disse "... è l'unica cosa di lui che mi è rimasta addosso...e io non voglio nulla di lui, Blangey..." riempiendosi un altro bicchiere di vino "... che sia maledetto, ovunque ora si trovi..." con rabbia. |
Qualcosa mi diceva che anche se avessi voluto, ben pochi si sarebbero svegliati per sentirmi.
Non ci tenevo a stare in quella situazione e, a conti fatti, nemmeno stare nella stessa stanza di uno che si dilettava in letture non troppo adatte ai panni che vestiva. Ignorai volutamente l’ultima frase che disse, avvicinandomi verso il letto. “Concorderete che non avete scelto un libro… comune. Posso chiedervi perché vi interessate ai Demoni?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Venturi guardò Britty negli occhi, man mano che si avvicinava a lui.
"Per lavoro, mia cara." Disse lui. "O meglio, per denaro. Avete presente? Quello che permette di comprare ogni cosa o quasi. Ecco, per quello lo faccio." |
Ci sedemmo a tavola ed iniziammo mangiare.
Il nonno mi chiese informazioni sul naufrago ed un attimo dopo lo sentimmo lamentarsi dal piano di sotto. "Continua a delirare, ma non sembra in pericolo di vita, almeno questa è una buona notizia" annuii speranzosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Quindi rinneghi pure il tuo nome di battesimo visto lo ha scelto tuo nonno" afferrando poi il calice col vino "Hai maledetto tuo nonno" in tono severo "E tu..tu saresti un esperto di teologia, un cattolico..mi sorprendo di te" finendo il vino dal suo bicchiere. Mi resi conto era una battaglia persa..."Se permetti mi siedo e inizio a leggere..il mio libro".
Mi sedetti in una poltrona e aprii la prima pagina di Paradiso Perduto iniziando a leggere. Inviato dal mio SM-A307FN utilizzando Tapatalk |
Lo ascoltai attentamente, mentre mi parlava di quella strana setta.
Una setta davvero singolare, che sembrava avere intenzioni decisamente sinistre. Nessuna delle missioni che avevamo portato a termine per la chiesa in quel momento era mai stata tanto interessante o pericolosa. Eppure lo erano state, eccome! "Beh non è molto su cui basarsi, ma abbastanza per poter prendere dei seri provvedimenti.." pensai. "E avete almeno un'idea, un indizio da cui poter partire la nostra ricerca?" chiesi, incuriosita. |
Sollevai un sopracciglio con fare leggermente indispettito.
“Sì, non sono nata ieri. So a cosa servono i soldi.” E lo sapevo eccome. Non lavoravo come domestica per amore del mio impiego, quanto più per necessità di sopravvivenza. “State giocando con cose più grandi di voi, temo” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
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