Camelot, la patria della cavalleria

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Melisendra 08-06-2011 03.10.49

Sentii del nervosismo nell'aria, nonostante i due uomini non dessero segno di ostilità e si limitassero a scrutarsi. Gouf con un'espressione austera, Sir Ivan con un sorrisetto sornione e fin troppo sicuro di sè.
"Ah eccovi, Sir Gouf! Che magnifica dimostrazione questa sera... immagino debba esservi grata per avermi sciolto da quella scommessa." Sussurrai con un sorriso un po' indispettito, dispetto che andava a beneficio del barone.
"Sembrate molto sicuro di voi, Sir Saint-Roche... sembra quasi, dalle vostre parole, che la gloria di cui parlate sia lì ad attendervi, che dobbiate semplicemente allungare la mano per prendere ciò che sentite appartenervi di diritto..." pensierosa guardai l'oscurità che incombeva su di noi. "Quale dio vi infonde così tanta certezza?"
Girai attorno a un braciere, fissando lo sguardo nel fuoco e percependone la vitalità. Gli spiriti erano quieti, ma chissà quando avrebbero ricominciato a tormentarmi.
Lanciai un'occhiata a Gouf per cercare di capire cosa si muovesse dietro quella maschera di autocontrollo che aveva indosso. Mi augurai che la gelosia o qualche altra sciocca passione non lo annebbiasse. Nel contempo mi domandai se io fossi gelosa. Quella domanda rimase dentro di me, senza osare cercare una risposta.

Guisgard 08-06-2011 03.32.10

“Giungete col favore delle tenebre, cavaliere…” disse infastidito Ivan de Saint-Roche.
“Quale alleato migliore delle tenebre, non trovate? Confondono il male ed oscurano il bene, milord…” sorridendo Gouf.
“Parlate di Angeli Buoni ed angeli ribelli… avevo sentito dire che non credevate a nulla di tutto questo…”
“Lucifero ed il suo sogno sono da sempre il mio più alto ideale, mio signore…” rispose Gouf.
“Attento a non volare troppo in alto, o potreste poi cadere proprio come il vostro angelo rinnegato, cavaliere.” Con un ghigno Ivan. “E si dice che le torri di Capomazda siano tanto alte da arrivare a sfiorare il Cielo…”
“Quello che cadde dopo il suo ambizioso volo era Icaro, non Lucifero, milord…” mormorò Gouf “… e si sa… la mitologia è il vostro campo, non il mio…”
“Quale Dio mi infonde tanta certezza, milady?” Rivolgendosi poi Ivan a Melisendra, quasi a voler ignorare Gouf. “Lo stesso che a Capomazda credono abbia investito il loro Arciduca… e non trovate curiosa ed allettante la coincidenza che vede un deciso richiamo tra il nome del mitico Icaro e quello del nobile Icarius de Taddei?”
“Le coincidenze non esistono, milord…” intervenne Gouf “… e voi dovreste saperlo… ora perdonatemi, ma devo lasciarvi… ovviamente in compagnia di ciò che stasera ho vinto contro il vostro barbaro, mio barone… andiamo, mia cara…” porgendo la mano a Melisendra.
“Avevate rinunciato al vostro premio…” disse Ivan.
“Ho solo detto che non scelgo la compagna di una notte attraverso un duello…” rispose Gouf “… e poi ora sto solo reclamando la compagnia della nostra bella dama… nulla di più…”
“Forse dovrebbe essere lei a scegliere, non trovate?” Replicò Ivan.

Guisgard 08-06-2011 04.05.24

“Troveremo da soli quella donna…” disse Finiwell a Cavaliere25 “… andiamo, il bosco ci attende, ragazzo!”
E detto ciò, i due si lanciarono fuori Capomazda, verso il lussureggiante bosco, sulle tracce della misteriosa donna che loro credevano essere Sara de Mornay.



Intanto, nella cittadella fortificata, Guisgard e Morrigan discutevano sul da farsi.
“Vorresti andare tu dall’abate Ravus? E come ti comporteresti? Forse chiedendogli delle amanti di qualcuno dei nobili Arciduchi? O perché mai hanno perseguitato una donna col suo bambino appena nato? Cosa credi ti risponderà l’abate? Sarai fortunata se non ti farà mettere ai ferri!” Esclamò Guisgard. “Conosco questa gente… per i loro ideali e valori calpesterebbero ogni cosa… anche una donna con un bambino…”
Restò un attimo a riflettere, fissando l’infinito manto di quella notte che stava per giungere al termine.
“Scusami, non volevo essere così brusco…” voltandosi di nuovo verso di lei “… perdonami, ti sto coinvolgendo in una brutta e pericolosa storia… e non ho nessun diritto di fare questo… forse dovresti andare e lasciarmi in balia dei fantasmi e delle miserie del mio passato, Morrigan…”

Melisendra 08-06-2011 04.14.50

"Perchè ovunque io vada gli uomini pensano solo alla guerra e sono litigiosi come pettirossi nella stessa gabbia?" domandai a voce bassa, come se lo stessi domandando alla fiamma che guizzava davanti ai miei occhi. Mi stavo riscaldando. Il vento aveva iniziato a soffiare e a portare strani echi.
Le gonne del mio vestito si gonfiarono e si agitarono. Rabbrividii e cercai di coprire le spalle nude con il velo che portavo con me.
"Dal momento che non gradisco essere una pedina in questa vostra dimostrazione di forza, penso che rientrerò nella sala grande. Questo vento mi fa rabbrividire."
Mi inchinai dignitosamente e mi voltai per andare.

Guisgard 08-06-2011 04.35.10

Melisendra si allontanò dai due uomini e si diresse verso la sala del banchetto.
Ivan la salutò rispondendo al suo inchino, mentre Gouf restò impassibile.
Poco dopo Melisendra rientrò e riprese il suo posto accanto a Cimarow.
Un attimo dopo fece lo stesso Ivan, per poi essere imitato anche da Gouf.
Il banchetto procedeva nello stesso modo in cui i tre l’avevano lasciato.
“Va tutto bene, milady? Potevate tranquillamente manifestare la vostra insofferenza verso sir Gouf ed i suoi discutibili modi…” disse Ivan “… del resto è pur sempre un miserabile capitano di ventura…” aggiunse con disprezzo, ma attento a tenere bassa la sua voce, in modo che solo Melisendra potesse sentire.
“Diteci, cavaliere…” prendendo la parola lady Rawel e rivolgendosi a Gouf “… conosciamo ormai a memoria i vostri successi in battaglia e le vostre straordinarie avventure cavalleresche… ma nulla invece sappiamo di quelle amorose…” sorridendo maliziosa.
“Oh, milady… siete ardita stasera!” esclamò uno dei presenti.
“Trovate? Eppure sono certa che le avventure amorose del nostro sir Gouf potrebbero largamente gareggiare con quelle cavalleresche… ditemi, cavaliere… sbaglio forse?”
“Milady…” rispose Gouf “… sarò franco anche a costo di deludervi…”
“Non credo sia possibile essere delusa da voi, messere…”
“Eppure vi dirò… non serbo un gran ricordo di fatti d’amore che mi riguardano…”
“E perché mai?” Domandò la donna.
“Perché mentre in battaglia mi sono misurato contro grandi e formidabili avversari…” rispose Gouf “… non sono stato altrettanto fortunato in amore, visto che ho sempre conosciuto donne di poco conto e di dubbia fama…” aggiunse senza sollevare mai lo sguardo verso Melisendra.
“Allora siete stato fortunato a giungere qui, cavaliere…” sorridendo la donna “… sono certa che troverete di vostro gradimento le dame di Capomazda…”
Gouf accennò un lieve e forzato sorriso.

Guisgard 08-06-2011 04.45.32

Lho fissò Sayla senza dire nulla.
“Andiamo…” disse Icarius “… torniamo tutti a Capomazda… voglio che anche tu venga con noi… ti prego…” fissando con uno sguardo senza luce la giovane ragazza.
“Si, torneremo tutti a Capomazda.” Annuendo Lho.
Lho fece salire il suo signore e la fanciulla su due dei tre cavalli che aveva condotto con sé.
“Il terzo cavallo era per Talia…” pensò Icarius, mentre montava in sella al suo.
I tre allora presero il sentiero e si allontanarono dalla Pieve.
Icarius più di una volta si voltò indietro a fissarla, mentre un lacerante dolore gli nasceva nel petto.
“Passeremo per il Borgo Vecchio?” Domandò.
“No, taglieremo per il bosco, milord.” Rispose Lho.
“Dovrei restituire il mio costume al vecchio delle marionette…” mormorò Icarius “… ho dato la mia parola… anche se l’altro costume, quello di Ragione…” il dolore e le lacrime, che a stento riuscì a trattenere, gli impedirono di dire altro.
“Mio signore, il vostro debito è pagato con quel vecchio…” rispose Lho “… non datevi pena per questo.”
Icarius restò in silenzio per il resto del viaggio, mentre il bosco e poi la campagna fecero da scenario al loro tragitto.
“Perché sei andata alla Pieve?” Chiese Lho a Sayla. “Si, a Capomazda tu dovrai rispondere a molte delle mie domande…”
Ad un tratto scorsero in lontananza le mura di Capomazda e le sue alte e possenti torri.
Giunsero così presso la monumentale e secolare Porta dei Leoni ed entrarono nella cittadella fortificata.
Subito furono raggiunti e circondati da cavalieri e servi.
Lho però portò nel palazzo il suo signore, chiedendo a tutti di non disturbarlo oltre.
E quando tutti e tre furono dentro, subito Izar corse incontro al suo signore.
“Cosa è accaduto, milord?” Domandò il filosofo e consigliere dell’Arciduca. “Dov’è lady Talia?”
“E' stata portata via dalla maledizione…” mormorò Icarius,
“La… maledizione?” Ripeté turbato Izar.
“Si… la Gioia dei Taddei…” fissandolo Icarius “… quella che per tutto questo tempo tutti voi avete cercato di nascondere ai miei occhi…”

Melisendra 08-06-2011 05.14.40

Un brivido mi percorse la schiena non appena Sir Ivan comparve accanto a me. Era come sentire su di sè l'ombra di un rapace. Non potevo farci niente, mi inquietava.
"Milord, come avrete capito non amo ricevere ordini... e non amo nemmeno essere contesa come un giocattolo tra bambini viziati. Poichè gli uomini spesso si comportano come tali, io ho imparato a defilarmi prima che il gioco diventi noioso. O pericoloso."
Ascoltai la lady che incalzava Gouf di domande e ascoltai silenziosamente le sue risposte. Mi mordicchiai un labbro, ricambiando lo sguardo di Gouf con un'aria un po' interrogativa.
"Vi prego, Sir Gouf..." intervenni. "Cosa intendete con di poco conto e di dubbia fama?" Lanciai un'occhiata tra il divertito e il piccato.
"Milady, le dame di Capomazda sono estremamente pie..." dissi, rivolgendomi al Lady Rawel.

Guisgard 08-06-2011 05.27.22

“Siete saggia, oltre che bella, milady…” disse Ivan, sempre a voce bassa “… ma anche una donna audace come voi comprenderà che presto a Capomazda ci saranno nuovi signori… e sarebbe saggio ingraziarsene i favori…” e le sfiorò i capelli con una mano.
Gouf fissò allora Melisendra.
“Intendo che, crescendo nella miseria e nelle difficoltà, ho imparato, per sopravvivere, a saper riconoscere chi mi circonda…” mormorò con disprezzo“… so che la disperazione e la paura spinge molte donne a rinunciare a tutto pur di sentirsi protette… a rinunciare alla lealtà, alla sincerità, oltre che al proprio corpo messo in palio per l’ultimo arrivato… donne capaci di vendersi notte dopo notte… donne che arrivano ad usare i loro figli come merce di scambio per ingannare gli altri…”
“Cavaliere, esistono donne simili?” Chiese lady Rawel.
“Si, milady…” rispose Gouf senza alzare mai lo sguardo da Melisendra e da Ivan “… e non immaginate quanto sia facile incontrarle…”

Guisgard 08-06-2011 05.47.26

Il Sole aveva raggiunto il punto più alto del cielo ed i suoi raggi scendevano caldi e poderosi su quel verziere dai tratti quasi fiabeschi.
Foglie di ciliegi, di peschi, dei mirti, di erica e di salici, che cingevano, come una corona, quel bianco e marmoreo cortile, si agitavano lievemente alla debole e gradevole brezza in un suono quasi ritmico.
Il cortile, tutto in marmi pregiati, appariva bianchissimo e di esotica bellezza, con piante sconosciute per quelle terre ed uccelli, rinchiusi in gabbie ottonate, dal raro e variopinto piumaggio.
Ad un tratto uno dei fanciulli che giocavano coi molossi si accorse di Talia e la indicò ridendo.
Un attimo dopo anche gli altri si abbandonarono ad ingenue ed infantili risate.
Subito allora giunse una ragazza.
Era alta ed aggraziata, con capelli biondi e carnagione chiara.
Fece prima cenno ai fanciulli di smettere di ridere, poi alzò lo sguardo verso Talia, restando a fissarla per qualche istante con i suoi bellissimi occhi verdi.
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Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta ed un attimo dopo entrò nella stanza di Talia.
Era un uomo che indossava un abito di chiaro gusto orientale, di seta preziosissima e dai colori molto accesi.
Aveva un volto pulito e solo lievemente ambrato, nel quale spiccavano denti bianchissimi come perle.
Gli occhi invece erano di ebano lucidissimo.
“Spero abbiate dormito bene, mia signora…” disse sorridendo e mostrando un lieve inchino “… sono Shezan, l’eunuco… ai vostri ordini, milady.”

Melisendra 08-06-2011 05.51.30

Socchiusi gli occhi e non cedetti. Mi sentii offesa.
"Sembra che abbiate fatto incontri terribili, cavaliere..." irrigidii la mascella.
Mi strinsi nel velo e mi alzai dal mio seggio. L'aria si era fatta decisamente irrespirabile. Tra i fumi dell'alcol, quelli che salivano dai bracieri e le sciocchezze che stava blaterando Gouf, iniziai ad averne abbastanza.
Mi rivolsi a Sir Ivan.
"Siete davvero generoso, Sir Saint-Roche, a preoccuparvi del mio benessere..." sussurrai non senza un pizzico di sarcasmo.
Mi inchinai al cospetto di Lord Cimarow e mi accomiatai.
"Milord, spero che non vi sia sgradito, ma credo mi ritirerò nelle mie stanze."
Feci un cenno di saluto rivolto a tutti i presenti.
Sapevo che non avrei chiuso occhio. Se non fosse venuto lui da me, allora sarei andata io da lui.
Lanciai un'occhiata a Gouf con la coda dell'occhio.

Talia 08-06-2011 15.36.19

Da quando mi ero svegliata non avevo speso molto tempo a riflettere su ciò che era successo... erano passati solo pochi minuti, in fondo... sorprendenti, inusuali, inattesi, comunque solo pochi minuti! Ma ad un tratto quei bambini si accorsero di me e una ragazza giunse a calmarli... provai subito una strana sensazione nel vederla arrivare, era come se avessi la sensazione di averla già vista, di conoscerla... Poi, improvvisamente, lei sollevò lo sguardo ad incrociare il mio e allora vacillai. Vacillai per la sorpresa, per lo sconcerto e per quella sorta di vago timore che mi riempì il petto... perché io conoscevo quella ragazza, avevo osservato a lungo il suo ritratto, l’avevo incontrata in sogno, le avevo persino parlato...
Ma come poteva essere lì?
O forse avrei dovuto chiedermi, dov’ero finita?
Ero tutta immersa nei miei pensieri, perciò quel lieve battito alla parta mi fece sobbalzare bruscamente... mi voltai di scatto, quindi, in tempo per vedere quel giovane uomo entrare nella stanza.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31902)
“Spero abbiate dormito bene, mia signora…” disse sorridendo e mostrando un lieve inchino “… sono Shezan, l’eunuco… ai vostri ordini, milady.”

Sollevai appena un sopracciglio, osservandolo intensamente...
“Shezan...” mormorai infine, avvicinandomi a lui di qualche passo “E dite di essere ai miei ordini, Shezan?”
Inclinai impercettibilmente la testa da un lato, senza staccare gli occhi dal suo volto...
“Vorrete, dunque, avere la bontà di spiegarmi dove mi trovo, come sono arrivata qui e soprattutto dov’è adesso mio marito.”

Lady Morgana 08-06-2011 15.37.22

"Certo, mylord, tornerò con Voi a Capomazda..." risposi ad Icarius.
Salimmo a cavallo e ci allontanammo dalla pieve, per poi arrivare a Capomazda; lì affidammo Icarius alle cure di Izar, che preoccupato gli corse incontro.
Scesi agimente da cavallo e guardai Lho negli occhi, ma abbassai lo sguardo. Mi sentivo male ed non era di certo per la ferita al fianco.
"Signore, so che vi aspettate delle risposte da me, ma credo sia meglio se ne parliamo nelle mie stanze. Sappiate che vi dirò solo la verità, ma voi dovete promettermi che non ne farete parola con nessuno."
Mi avviai a passo svelto verso il palazzo e dopo essermi fatta riconoscere da una guardia, mi affrettai a raggiungere le mie stanze e mi ci chiusi dentro.
"Aspettate un momento, signore..." gridai, sicura che Lho fosse dietro quella porta.
Mi tolsi la tunica e i vestiti e ispezionai la ferita, la fasciai e mi misi una leggera veste verde, poi andai ad aprire a Lho.
"Entrate, abbiamo molto di cui parlare..." dissi sospirando affranta.
Mi sedetti sul letto e feci a Lho una unica e semplice domanda.
"Ditemi, signore. Cosa volete sapere?"

Lady Dafne 08-06-2011 18.48.07

Appena vidi Pasuan, Hubert e il vecchio andai subito loro in contro. Mi ero seriamente preoccupata quando non li avevo trovati a casa e mi ero ancora più preoccupata sentendo che Hubert aveva la febbre.
"Come la febbre?" chiesi sconcertata al vecchio "ha avuto un notte tranquilla, non ho notato nulla, che cosa può avere?" intanto mi avvicinai a Pasuan che teneva Hubert in braccio. Vedendo che il bambino era tranquillo lì dov'era non mi azzardai a prenderlo in braccio, mi chinai invece per posargli le labbra sulla fronte.
"Effettivamente scotta ancora un po'... ma immagino che stia iniziando a scendere" guardai poi Pasuan che teneva gli occhi chiusi, gli accarezzai la guancia "Ti ringrazio, Pasuan, per aver portato Hubert da questo signore. Grazie per averlo fatto guarire!".
Poi mi voltai verso l'anziano "quanto vi devo per il vostro disturbo, Signore?"

Guisgard 08-06-2011 19.30.46

Il vecchio Zimail rise di gusto a quelle parole di Dafne.
“Praticamente ho fatto nascere io Pasuan e sua sorella Mian!” Disse. “Sono come figli per me e di certo il denaro non è stato mai al centro delle nostre chiacchierate!”
Diede un ultimo sguardo al piccolo Hubert e fece l’occhiolino a Dafne.
“E’ proprio un bel bambino!” Aggiunse. “Diventerà forte e coraggioso! Ha la stoffa del cavaliere!”
Salutò e dopo aver dato una pacca sulla spalla a Pasuan andò via.
“Grazie, signore.” Rispose Pasuan.
Consegnò poi il piccolo a Dafne e rientrò in casa senza chiedere aiuto a nessuno.
La madre di Pasuan sorrise ed invitò Dafne e Mian a rientrare.
“Stasera cucineremo una bella cena per festeggiare la guarigione del piccolo Hubert.” Disse sorridendo.
“Ed io preparerò la mia famosa crostata con formaggio e pere!” Esclamò Mian.
Si sedettero tutti a tavola e gustarono così quella deliziosa cenetta.
Finito di mangiare, Pasuan si alzò per uscire sulla staccionata.
“Dove vai?” Chiese sua sorella.
“Voglio prendere una boccata d’aria.” Rispose lui, raggiungendo la porta di casa.

Guisgard 08-06-2011 19.57.42

Melisendra uscì e tutti i presenti la salutarono con rispetto.
Ivan la fissava andar via tra mille pensieri.
Il suo sguardo saltava dalla bella incantatrice a Gouf, passando per Cimarow ormai del tutto preda dei fiumi dell’alcol.
“Si, lady Melisendra ha ragione, messere…” disse lady Rawel “… avete fatto davvero dei brutti incontri…”
Gouf annuì distrattamente, mentre il suo sguardo seguì Melisendra fino a quando la ragazza non uscì dalla sala.
Il banchetto proseguì per un altro pò, poi tutti si ritirarono nelle loro stanze.
Solo Gouf restò presso le mura, in balia di inquietudini ed angosce.

Lady Dafne 08-06-2011 20.13.02

Parlai poco durante la cena. Hubert non aveva bevuto molto latte ma non me ne preoccupai più di tanto, se non stava bene era meglio piuttosto che dormisse e infatti lo feci addormentare cantandogli quelle belle canzoncine che amava tanto. Lo adagiai nella sua cesta proprio mentre Pasuan decise di uscire. Decisi di seguirlo senza fare rumore, avevo bisogno di stare un po' sola con lui. Gli diedi qualche metro di vantaggio e aspettai sullo stipite della porta che raggiungesse la staccionata poi avanzai verso di lui. Quando gli fui a meno di un metro gli poggiai una mano sul braccio e piano piano passai il mio sotto al suo. Sapevo che mi avrebbe riconosciuto in qualche modo.
"Sei stato molto previdente oggi con Hubert, non mi ero accorta che stesse male, grazie per averlo portato da Zimail..." levai il braccio dal suo credendo di dargli fastidio, poi proseguii a parlare "Per me non è cambiato nulla tra noi, volevo che tu lo sapessi. So che sto per fare una cosa inusuale ma ti volevo chiedere se.... se.... se vuoi diventare mio marito, se vuoi formare una vera famiglia con me. Se rispondi di no io me ne tornerò a Capomazda nella mia casa e ti lascerò in pace per sempre. Scegli tu, ma fallo subito!"

Guisgard 08-06-2011 20.19.08

Lho entrò nella stanza dove si trovava Sayla e restò a fissare la campagna che si tingeva di ombre e luci portate dall’imbrunire.
“Da piccolo fissavo per ore i colori che assumeva la campagna con l’arrivo del crepuscolo…” disse Lho “… mi piaceva immaginare di mondi e creature fantastiche che con il buio tornavano a prendere possesso del mondo… rammento che avevo un amico immaginario… Nagon lo chiamavo… era una sorta di elfo che esaudiva tutti i miei desideri… poi, col tempo, come sempre accade, ci convinciamo a non credere più a nulla della nostra infanzia… e ci illudiamo di essere cresciuti…” sorrise amaramente “… perché sei andata alla Pieve? Cosa volevi trovarci? Perché sei giunta qui a Capomazda?” Si voltò e la fissò. “Ma soprattutto… chi sei veramente?”

Guisgard 08-06-2011 20.35.14

Pasuan riconobbe Dafne ancora prima che la ragazza cominciasse a parlare.
Aveva riconosciuto il suo profumo, il suo respiro ed anche il contatto con la sua pelle.
E quando il braccio di lei sfiorò il suo, il cavaliere avvertì un profondo ed intenso brivido.
Il cuore gli batteva forte e i bellissimi ricordi dei tanti momenti trascorsi insieme attraversarono la sua mente.
“Io…” disse titubante “… io non posso offrirti nulla… non sono più un cavaliere… i miei sogni sono finiti per sempre… guardami… sono solo il pallido fantasma di me stesso… e tu non hai bisogno di un altro fantasma, Dafne… sei giovane e bella… qualsiasi uomo a questo mondo potrebbe innamorarsi di te… sei solare, sensibile, dolcissima… hai una vita lunga e ricca di gioia davanti a te… prendi il piccolo Hubert e torna a Capomazda… lascia questa casa e le sue miserie…”

Guisgard 08-06-2011 20.49.21

“Mia signora…” disse Shezan a Talia “... non mi è consentito rispondere a tutte le vostre domande… sappiate solo che siete al sicuro… più al sicuro di qualsiasi altro essere di questo mondo… potete disporre di questo palazzo, del giardino, del verziere e di tutta la servitù… a me sono affidate le vostre cure e qualsiasi vostra richiesta sarà mia premura esaudire…”
Batté le mani e subito nella stanza entrarono alcune ancelle.
Queste posarono sul letto alcuni abiti di raffinatissima seta, ognuno di un colore diverso e vi era un abito per ciascun colore dell’arcobaleno.
Insieme ai vestiti le ancelle portarono anche uno scrigno ricolmo delle più straordinarie pietre preziose conosciute.
“Quando sarete pronta, potrete scendere giù nel cortile, dove milady vi sta attendendo…”
Detto questo, Shezan mostrò un cortese inchino e si ritirò, seguito dalle ancelle.
Ma proprio in quel momento uno strano bagliore arrivò agli occhi di Talia.
Proveniva dal verziere.
Il Sole illuminava qualcosa nel giardino con i suoi raggi, causando quel vivo e fastidioso riflesso.

Melisendra 08-06-2011 20.52.32

Non appena fuori dalla sala mi precipitai nella mia stanza.
Mi sentivo oppressa, mi sembrava che l'aria fosse fin troppo immobile. Spalancai la finestra e respirai a fondo.
Non solo le accuse di Gouf, nemmeno troppo velate, avrebbero potuto costituire un pericolo, ma le trovavo profondamente ingiuste. Non ero mai stata la terribile persona che descriveva. Non dopo tutto quello che era successo.
Piuttosto che piegarmi nuovamente alla volontà di qualcuno... bè, ormai non la consideravo più nemmeno un'opzione plausibile. Non avevo bisogno della protezione di nessuno.
Scagliai una coppa contro la parete e quella cadde a terra provocando un frastuono.
Mi appoggiai nuovamente alla finestra e scrutai le tenebre. La fiamma delle candele vacillò e brillò più forte. Crebbe e diminuì come se stesse danzando. O sgranchendosi.
"Dove siete?" sussurrai, mentre le ombre si muovevano come pesciolini in uno stagno. "Non siate impazienti... entro la prossima luna vi farò dono di una vita... ve l'ho promesso."
La fiamma ondeggiò, quasi in un inchino.
Soffiai sulle candele e uscii da lì.
Mi ero coperta con un velo scuro, per passare inosservata.
Passai nei corridoi deserti, guardandomi intorno. Non c'erano guardie. A quanto pare il banchetto aveva stremato tutti i valorosi soldati di quella fortezza.
Giunta sulla soglia delle stanze di Gouf vi entrai. Era vuota. Decisi che avrei aspettato. Quindi mi sedetti sul letto, con la candela spenta perchè da fuori non si vedesse la luce del lume. Una falce di luna brillava nel cielo, lasciando filtrare i raggi dalla finestra.
Ero assorta nei miei pensieri. Non mi accorsi di essere stanca, fino a quando non mi addormentai e sognai.

La foresta era scura e nebbiosa. La nebbia lambiva e accarezzava ogni cosa.
Il freddo mi sfiorava la pelle, mentre mi stringevo nelle pelli di lupo e sfioravo con i piedi le foglie secche, ogni cosa scricchiolava al mio passaggio. Sembrava che il bosco fosse vivo.
"Dove sono?"
"Sei a casa..." rispose una voce.
Mi voltai e lo vidi farsi strada tra gli alberi. O meglio, pareva che gli alberi si inchinassero e aprissero al suo passaggio. Il consueto cappuccio calato sul volto lo rendeva insieme irriconoscibile e a me disgraziatamente familiare.
"E' questo che vuoi?"
Non rispose.
"Vuoi che tutto torni come prima?" domandai. "Che cosa vuoi?! Dimmelo!"
Corsi verso di lui e cercai di scuoterlo, ma non mi rimase in mano altro che uno straccio scuro, mentre si dissolveva lasciando solo la sua risata di scherno dietro di sè.
"Me! In cambio di Uriel!" Gridai, gettando a terra quegli stracci. "Prendi me!"
Tutto iniziò a vorticare...


Mi svegliai, improvvisamente. Ero spaventata. Non ero certa che fosse stato solo un sogno o una visita sgradita.

Lady Dafne 08-06-2011 21.05.33

"Questa casa non ha proprio nessuna miseria e se è per questo che dovrei lasciarla non lo farò! Tu non sei un fantasma, tu sei sempre tu e io sono sempre io! Ho creduto di perderti e, se anche prima volevo stare con te, mentre giacevi lì immobile in quel letto ho capito che, se mai ti fossi risvegliato, io non ti avrei più lasciato".
Feci una pausa per vedere se le parole erano arrivate alle sue orecchie con la stessa intensità con la quale erano uscite dal mio cuore. Poi ripresi
"Pasuan, hai visto come sei stato bravo oggi con Hubert? E hai visto che piano, piano inizi a prendere confidenza con il mondo che ti sta attorno? E poi ricorda che i medici ci hanno detto che puoi recuperare la vista! Sta a te tornare ciò che eri e io sono disposta ad aiutarti. Lasciati andare Pasuan, torna ad essere l'uomo fantastico che mi hai dimostrato di essere in moltissime occasioni!"

Lady Morgana 08-06-2011 21.15.16

Fissai Lho, ma il mio sguardo era perso in mille pensieri e mille parole. Avrei risposto a quelle domande solo con la verità, di questo ne ero certa, ma... mi avrebbe mai creduto? Feci un respiro profondo ed iniziai a raccontare.
"La storia che sto per raccontarvi è lunga, signore. Fareste bene a sedervi qui, di fianco a me." sorrisi, poi ripresi a parlare, tranquilla e pacata.
"Oramai, in queste terre non si crede più negli dei, ma da dove vengo io, il loro mito è ancora vivo. Ancora oggi si narrano leggende su dei che scelsero dei comuni mortali e donarono loro grandi poteri. Secondo questa gente, ci sono molti dei, del bene e del male, ma il più temuto è senza dubbio Theenar, il Signore del Sangue. Egli era tanto temuto che fu rilegato in una prigione di ghiaccio dai suoi fratelli, ma il suo potere era troppo grande e fuggii da quella gelida condanna. Si rintanò poi nelle viscere della Terra, nascondendosi così agli occhi deigli altri dei, ma continuando a tramare contro d loro, piani subdoli. Egli informò di questa sua fuga, solo i suoi seguaci più fidati, che formarono una setta a Lui devota. La setta era però molto conosciuta, perchè i seguaci di Theenar non sono altro che sicari. Il Signore del Sangue venne poi a conoscenza che tutti i suoi fratelli avevano donato parte dei loro poteri ad un umano, nominandolo loro prescelto; ovviamente Theenar non voleva essere da meno. Scelse quindi una bambina, venuta al mondo in una famiglia molto povera e che quando era solo una neonata venne affidata alle Sacerdotesse di un Tempio. Theenar mandò alcuni dei suoi seguaci a rapire la bambina e disse loro di portarla alla tana e di immergerla nella enorme piscina stracolma di sangue. Quando quella bimba venne tirata fuori dalla piscina aveva un segno su un braccio, da cui proviene tuttora il potere donatogli da Theenar..."
Smisi di raccontare e porsi il mio braccio sinistro a Lho, ove il Segno Maledetto risplendeva di una debole luce azzurrina.
"Nessuno sapeva quale fosse il nome della piccola, così la battezzarono come Verdammt, la maledetta. La bambina crebbe nella Tana e imparò le tecniche di combattimento dei sicari. In breve tempo divenne la migliore e Theenar, attraverso il Sommo Sacerdote, decise che sarebbe stata lei a svolgere la missione più importante e pericolosa di tutti i tempi: uccidere il tanto temuto Cavaliere del Gufo. Per farlo la ragazzina, di soli 13 anni, si fece passare per una bambina in difficoltà e si fece accogliere a palazzo, entrando nelle grazie di Lady Talia e di Icarius, per poi trovare un modo per completare la sua missione. Ovviamente, quella bambina sono io... E questa notte mi trovavo alla pieve perchè avevo avuto la strana sensazione che il nobile Taddei e sua moglie si trovasserò lì..."
Sospirai, mi portai le ginocchia al petto e mi presi la testa fra le mani.
"Mi dispiace di aver mentito... Ma voi non potete capire. Ora, me ne andrò, ma vi prego di non intralciare la mia fuga, non voglio commettere altri errori o cose di cui potrei pentirmi..."
Mi alzai dal letto, cercando di non incrociare lo sguardo allibbito di Lho e iniziai ad infilare i miei averi nella sacca.

Theenar... spero che Voi non vogliate punirmi per questa rivelazione. State certo che non fallirò, porterò comunque a termine la missione, sarò la migliore...

Guisgard 09-06-2011 00.33.25

I sogni.
Arcani portali in perenne bilico tra noi stessi e l’infinito, tra i meandri del nostro essere e l’assoluta essenza del Creato.
Melisendra si svegliò di soprassalto.
Un forte senso di paura e d’inquietudine si erano impossessati di lei.
Rivedeva le sofferenza di un tempo, il male subito.
Ma anche il volto del suo bambino.
E l’angoscia, mista a vivo terrore, aumentò.
Ad un tratto la porta si aprì e qualcuno entrò nella stanza.
Era buio e Melisendra vide una sagoma muoversi in quelle tenebre.
Fino a quando attraversò l’alone lasciato dalla Luna.
E riconobbe quegli occhi neri e luccicanti di un’inquieta luce e quel pallore mortale sul viso.
“Ah, sei qui…” disse quasi con indifferenza Gouf, slacciandosi il mantello e lasciandolo cadere sul letto “… pensavo fossi già entrata nel letto di Ivan de Saint-Roche…”

Melisendra 09-06-2011 01.16.22

Mi sollevai a sedere e lo guardai imbronciata.
I miei occhi luccicarono ferocemente nell'oscurità.
"Vai al diavolo, Gouf..."
Rimasi in silenzio a guardarlo mentre compiva quei gesti abituali con una strana indolenza, quasi come se volesse ostentare indifferenza.
"Di poco conto? Di dubbia fama?" sibilai come se stessi sputando un boccone velenoso. "Immagino di aver sbagliato camera da letto, allora..."
Mi alzai e feci per uscire.
"Quanto a mio figlio... non ti azzardare mai più a metterlo in mezzo."
Quel sogno oscuro non aveva fatto altro che peggiorare il mio umore. Se ero andata lì con l'intenzione di chiarire le cose, le mie buone intenzioni si erano sciolte come neve al sole di fronte all'ostinazione di quell'uomo.
Nell'oscurità lo vedevo a mala pena. Avanzai di un passo.

Guisgard 09-06-2011 01.36.40

Gouf restò per un attimo impassibile alle parole di Melisendra.
Poi, improvvisamente, quando la ragazza si mosse lui si voltò di scatto e afferrandola per un braccio la spinse sul letto.
Le strappò con rabbia i vestiti, lasciandola nuda tra le coperte.
Il suo corpo, di una bellezza quasi proibita, risaltava nel vago chiarore che la Luna lasciava entrare nella stanza.
Un chiarore che, accarezzandola, sembrava disegnare vaghi ed incerti riflessi sulla sua pelle morbida e vellutata.
Gouf la fissò prima negli occhi, per poi guardarla tutta.
Aprì poi un baule, dal quale prese alcune stoffe.
“Ecco…” disse lanciandole una preziosissimo e raffinato velo di seta purissima e trasparente “… indossa questo… metti anche dei gioielli… vistosi e volgari… si deve vedere subito che tipo di donna sei… va, ora sei pronta per sedurre e deliziare il più potente alleato di lord Cimarow…”
Si avvicinò poi alla finestra e restò a fissare l’incanto della brughiera addormentata.
“Quanto a tuo figlio…” aggiunse con rabbia “… hai poco da offenderti… qualsiasi altra dama di questo castello sarebbe miglior madre di te…”

Melisendra 09-06-2011 02.16.36

Per un attimo credetti che un uragano si fosse liberato nella stanza.
Rimasi sul letto a osservare Gouf per un attimo e poi gettai lontano da me quella stoffa. Ero furibonda.
Mi alzai in piedi, scrollandomi di dosso brandelli di vestiti e sottovesti.
Come se avessi indossato il più regale dei vestiti, mi avvicinai a Gouf a testa alta, aspettando che si voltasse verso di me.
Quando i nostri sguardi si incrociarono, abbassai gli occhi. Quasi dolorosamente chinai il capo.
Poi fu un guizzo. Lo schiaffeggiai.
Fu un attimo e, nemmeno io me ne resi conto, ma la mia mano lo colpì con rabbia su una guancia.
"Non ho fatto nulla perchè tu mi possa accusare di questo..." arretrai, sull'orlo del pianto. Rabbia e tristezza mi stavano facendo esplodere il petto.
Tornai verso il letto e raccolsi ciò che restava del mio vestito.
Cercai di tenere unti i lembi di stoffa, con le mani tremanti, ma non ci riuscii.

Guisgard 09-06-2011 02.47.24

Melisendra raccoglieva ciò che restava del suo abito, quando lui la strinse da dietro fra le sue braccia.
“Se quel maledetto ti guarderà di nuovo come ha fatto stasera…” disse col viso tra i suoi capelli “… io lo sgozzerò come un maiale…”
La schiena nuda di lei era contro il suo petto, mentre le sue braccia l’avvolgevano e la proteggevano.
Poi le sue mani cominciarono ad accarezzarla per tutto il corpo.
Ad un tratto però si udì un corno suonare.
Era il segnale che qualcuno si avvicinava al castello.
Giuf allora prese il suo mantello e coprì Melisendra.
La fissò per un istante, per poi uscire di corsa dalla stanza.
“Milord, si sta avvicinando qualcuno…” lo avvertì uno dei suoi quando Gouf raggiunse il posto di guardia “… laggiù, guardate…”
Gouf fissò l’indefinito buio della brughiera, fino a quando riuscì a scorgere una sagoma.
Era un cavallo che portava con sé qualcuno.
E riconobbe quel cavallo.
“Abbassate il ponte!” Ordinò.
Un attimo dopo Aytli, accasciata sul suo destriero, entrò nel castello.
Tutti accorsero.
Gouf però fu il più lesto, prendendo la ragazza in braccio e facendola scendere dal cavallo.
“Aytli… cosa è accaduto?” Domandò.
Lei non riusciva a parlare, a causa del troppo sangue perso.
“Presto, chiamate i medici!” Urlò Gouf.
Ma Aytli, sfiorando le sue labbra con un dito, lo zittì.
Gli sorrise e gli mostrò il Taddeo con Icarius coronato.
“E’ stato dunque lui a farti questo?”
Ma ormai la ragazza era giunta alla fine.
Tentò di toccare il pugnale che aveva nel fianco.
Estraendolo sarebbe morta, ma avrebbe anche messo fino a quel lacerante dolore.
Fissò Gouf e con lo sguardo lo implorò di estrarre quel pugnale.
Il cavaliere strinse il pugnale e la fissò.
Gli occhi di lei lo salutarono per l’ultima volta.
“Ti… a… amo…” sussurrò lei.
Gouf estrasse il pugnale e gli occhi azzurri di lei divennero, per un attimo, grandi ed intensi, per poi spegnersi per sempre.
Ed il grido di rabbia, odio e dolore di Gouf echeggiò nel castello e nell’intera brughiera.

Melisendra 09-06-2011 03.26.13

Rimasi in silenzio, mentre Gouf sibilava i suoi propositi nei confronti del barone. Aprii la bocca per rispondergli.
"Andrà tutto bene..." feci appena in tempo a sussurrare quelle parole, quando un corno ruppe la tranquillità della notte.
Osservai Gouf uscire di corsa dalla stanza, lanciandomi un'ultima occhiata.
Confusa e preoccupata, rimasi da sola, in ginocchio sul letto, con quel che rimaneva dei miei vestiti intorno a me. Perfino i miei pensieri si erano arrestati, ero senza parole e troppo stanca. Stanca di preoccuparmi.
Rimasi incantata a osservare i raggi della luna che si infrangevano nella stanza.
All'improvviso la luna si tinse di rosso. Un velo rosso sangue mi offuscò la vista per un attimo, ma fu sufficiente a lasciarmi intuire.
Mi precipitai alla finestra, per osservare ciò che avveniva in cortile, ma non ebbi bisogno di vederlo con i miei occhi.
Raggelai sentendo quel grido.
Aytli...
Non potevo uscire da quella stanza così, senza vestiti, soprattutto in quel momento, in cui certamente i corridoi del castello erano pieni di gente.
Rimasi rannicchiata nel mantello, sperando che Aytli non avesse svelato il mio vero rapporto con Capomazda.

Guisgard 09-06-2011 04.10.08

Trascorse buona parte della notte, mentre nel cortile e per tutto il castello vi era un gran via vai di cavalieri e servi.
Il corpo di Aytli fu posto su un letto costituito da erba, paglia e legna ed in suo onore fu eseguito un disumano sacrificio.
Gouf, accecato dal dolore e dalla rabbia, fece portare dalle prigioni alcuni fanciulli catturati nelle varie scorrerie sui territori ducali.
I fanciulli furono barbaramente trucidati in nome dell’odio di Gouf sulla tomba di Aytli.
Una scena straziante e disumana la cui indelebile colpa sembrò perdersi nel primordiale scenario della brughiera.
Fu Gouf stesso ad appiccare il fuoco che avrebbe portato via con sé le spoglie mortali della ragazza.
Il Cavaliere del Gufo restò immobile a fissare le fiamme che avvolgevano e consumato il corpo di Aytli.
“Addio, amica mia…” disse davanti a quel fuoco “… ci ritroveremo presto…”
Oltre queste parole non pronunciò più nulla per tutto il tempo.
Quando di quel rogo non restò altro che cenere, il cortile finalmente si svuotò.
Gouf tornò nella sua stanza, lasciandosi cadere pesantemente su una sedia.
Non disse nulla e restò a fissare, con occhi enigmatici, il volto di Melisendra.

Guisgard 09-06-2011 04.25.14

“Sono stato solo fortunato oggi…” disse Pasuan a Dafne, mentre la magia e l’incanto di quella fresca sera di Giugno scendevano su di loro “… la strada che conduce alla casa del vecchio Zimail non è poi troppo difficile da percorrere… ho camminato lungo il parapetto consumato e mi sono ritrovato davanti alla sua abitazione… la fortuna ha voluto che non passasse nessun carro in quel momento…” sospirò, come se cercasse il coraggio di dire qualcosa “… Dafne, ascolta… tu hai frainteso…” esitò “… io… io non ti amo… si, sei una bellissima ragazza e mi piaci molto, come mi piacciono tutte le altre belle donne… ma nulla di più… non sono nato per il matrimonio e la vita familiare… non sono mai stato capace di restare fedele troppo a lungo ad una donna… e con te non sarebbe diverso… ora va, torna a Capomazda… sono stato sincero… dovresti apprezzarmi… va… va, Dafne… ti auguro il meglio dalla vita…”
Si alzò e fece qualche passo, fino a raggiungere il piccolo orto davanti alla casa.
Restò così immobile a fissare la sera, quasi a volersi perdere in essa, mentre un lontano eco di dolore si diffuse ovunque.
Ma nessuno poteva udire quell’eco, poiché era racchiuso nel cuore di Pasuan.

Melisendra 09-06-2011 04.27.49

Avevo sentito le grida provenire dal cortile e ne ero rimasta scioccata.
Tale furia non aveva giustificazione alcuna.
Mi stavo ancora stringendo la testa tra le mani, cercando di non sentire più quelle grida, quando Gouf entrò nella stanza.
Ricambiai il suo sguardo con gli occhi annebbiati di lacrime.
Singhiozzai e mi asciugai gli occhi. Se avessi potuto nascondermi, scomparire in quel mantello, lo avrei fatto. Quello che era accaduto era insopportabile.
Respirai a fondo e spostai lo sguardo sulle mie dita che stringevano il bordo del mantello.
"Che cosa hai fatto?" chiesi, ansante di angoscia. "Che cosa..." mi persi nell'irrealtà di quel momento, con la luna che mi appariva minacciosa foriera di cattive notizie e temevo che la caligine rossa sarebbe di nuovo scivolata sui miei occhi.
"Non c'è pietà... non c'è redenzione da quest'oscurità..."
Per un attimo sentii distintamente le risate soddisfatte degli spiriti e li vidi guizzare tra le ombre. Ero colpevole. Ero colpevole quanto lui.
Mi raggomitolai, mentre gli occhi mi si annebbiavano nuovamente.
Ogni passo avanti erano due indietro.

Guisgard 09-06-2011 04.43.22

Gouf restò un attimo a fissarla.
“Dopo mia madre…” disse “… si sono portati via anche Aytli… ed in nome di cosa? Di una Fede che invece di redimere e perdonare, condanna ed uccide? Quale Dio può permettere ai Suoi prescelti di amministrare in questo modo la Sua giustizia? Se invece di quei pochi fanciulli avessi avuto tutta la gioventù di Capomazda nelle mie prigioni, avrei sacrificato fino all’alba… e neanche allora il mio odio sarebbe stato placato… guardami, Melisendra…” mormorò “… la vedi questa moneta?” Mostrandole il Taddeo portato da Aytli. “Questa moneta indica che a Capomazda vi è un nuovo Arciduca… e che è stato lui ad uccidere Aytli… questa ora non è più la guerra per decidere le sorti di Capomazda e dei suoi signori… no, questa ora è la mia vendetta… e scorrerà tanto di quel sangue da spingere la terra stessa a maledire l’intero genere umano… e non mi fermerò fino a quando non avrò ucciso l’ultimo dei Taddei… solo allora Aytli potrà riposare in pace…”
Restò a fissarla in silenzio per alcuni istanti.
“Melisendra, devo saperlo…” mentre un lampo infiammò i suoi occhi neri come la pece “… sei con me, vero? Dimmelo, Melisendra… dimmelo che sei dalla mia parte…”
In quel momento entrò Freia con del vino.
“Poggialo sul tavolino e vattene, vecchia megera.” Disse Gouf.
Freia posò il vassoio sul tavolino e restò a fissare Melisendra.

Guisgard 09-06-2011 05.08.36

Izar fissava turbato Icarius.
“So tutto…” disse questi “… l’ho scoperto nel modo peggiore… ora che tutto sembra ormai segnato, deciso…”
“Calmatevi, milord…” fece Izar “… avanti, raccontatemi tutto…”
“Cosa volete che vi dica!” Esclamò l’Arciduca. “Voi sapete già tutto… e sicuramente molto meglio di me!” Respirò forte, quasi volesse esorcizzare l’insostenibile dolore che sembrava renderlo folle. “Che idiota… vivevo qui, in questo palazzo, camminavo in questi corridoi ogni giorno eppure non mi sono mai reso conto degli spettri che animano queste mura… e quella notte alla locanda del Borgo Vecchio… quello spaventoso lamento… ed io che ignoravo tutto, mettendo a rischio la mia vita e quella di Talia!”
“Mio signore, io…”
“Fate silenzio, Izar!” Lo interruppe Icarius. “Perché mi avete celato tutto? Io mi fidavo di voi!”
“L’ho fatto per proteggervi, milord!”
“Ah, si? E vi sembro salvo ora? E Talia? L’abbiamo salvata? No, lei non è qui… è stata condotta chissà dove… e ora questo palazzo, questa notte ed ogni cosa mi parla di lei… lei… oh, Dio… Dio mio...” sospirò “… io non posso stare senza di lei… aiutami… aiutami Tu, Dio mio…”
In quel momento si udirono delle grida e qualcuno entrò poi nella sala.
“Sei qui, maledetto!” Gridò Matthias verso Icarius. “Alla fine ci sei riuscito, vero? Sei riuscito a farle accadere qualcosa!”
“Guardie! Guardie!” Chiamò allarmato Izar.
Ma Matthias raggiunse Icarius e lo colpì con forza.
Un attimo dopo giunsero alcune guardie che subito bloccarono Matthias.
“Maledetto!” Urlò questi. “Se è accaduto qualcosa a Talia giuro che me la pagherai!”
“Portatelo via!” Ordinò Izar.
“No, lasciatelo…” mormorò Icarius, mentre si puliva il sangue che gli usciva dal labbro “… lasciatelo… che nessuno lo tocchi…” rise poi amaramente “… questo pugno che mi hai dato…” fissando Matthias “… è stata la risposta alle mie preghiere di poco fa…”
Si avviò allora verso la porta.
“Sono nella biblioteca…” disse ad Izar “… fatemi raggiungere là da Sayla, la ragazzina che è tornata con me dalla Pieve…”
“Milord, siete stremato ed avete bisogno di riposo, vi prego!” Lo chiamò il filosofo.
“Lasciatemi in pace ed eseguite quel che vi ho ordina!” Rispose Icarius per poi uscire dalla sala e dirigersi nella biblioteca.
http://www.filmweb.no/bilder/multime...Tr_100181n.jpg

Melisendra 09-06-2011 05.35.10

Ero in uno stato pietoso.
Un ridicolo cumulo di stracci su un letto da cui facevano capolino i miei occhi lucidi. Lanciai uno sguardo a Freia, come a dire che andava tutto bene e di andare, ma era una palese menzogna. Chinai il capo e cercai di riordinare le idee.
Un rumore di passi mi disse che Freia aveva colto il messaggio di sparire il più rapidamente possibile.
Smisi di tremare, ma continuavo a sentirmi il cuore gonfio e tremolante come un passerotto.
"Mi odierai per quello che sto per dirti..." mi schiarii la voce rotta dal pianto.
Mi asciugai le lacrime.
"Aytli non l'hanno uccisa loro... è stata questa guerra! Se pensi di dare la colpa a loro..." scossi il capo. "Se non vi foste uniti a Lord Cimarow! Sai quante vite sarebbero state risparmiate? Anche quella di Aytli... ha scelto il suo destino quando ha deciso che ti avrebbe seguito all'Inferno, se necessario... e si è infilata tra i nemici, conscia del rischio."
Parlavo a bassa voce, ma le mie parole sembravano infrangere specchi e rompere cristalli.
"Era una spia... cosa pensavi che le sarebbe successo se l'avessero scoperta? Siete stati voi, insieme a Lord Cimarow, ad attaccarli."
Feci una pausa per guardare Gouf negli occhi. I miei dolevano dal tanto piangere che avevo fatto durante il massacro.
"La mano che ha ucciso Aytli è quella che ci muove come pedine di questa scacchiera e che si serve delle ambizioni di Lord Cimarow per raggiungere Dio solo sa quale scopo... possibile che non riesci a vederlo?"
Sospirai.
"Tua madre è morta vittima della superstizione... Aytli per sua scelta. Non confondere le cose. Tua madre era una brava donna..." ricordavo quello che avevo percepito nel momento in cui avevo visto quel passato. "Aytli era come noi."
Su quelle ultime parole chinai il capo.

Guisgard 09-06-2011 06.04.25

A quelle parole Gouf saltò in piedi.
“Ringrazia il Cielo di essere una donna…” disse fissandola con rabbia “… o ti avrei già soffocata con le mie stesse mani! Cosa sai tu di mia madre e di coloro che l’hanno uccisa? E cosa sai del motivo per cui l’anno uccisa? Lo stesso per il quale si difendono le mura di Capomazda…”
Camminò nervosamente nella stanza, senza trovare pace.
“Cosa cerchi di fare?” Chiese sempre più adirato. “Di scongiurare questa guerra? Sei sicura che siamo noi quelli da convincere? Credi davvero che a Capomazda potrebbero lasciarci andare così? Lo credi davvero? E t’inganni allora… loro ci rincorreranno, ci perseguiteranno, infaticabili come Alessandro di Macedonia sulle tracce del re Persiano… e non si fermeranno fino a quando l’ultimo di noi non sarà morto… conosco il fanatismo di quella gente… l’ho visto con i miei occhi in Terrasanta… li ho uditi io stesso gridare <<Dio lo vuole>> prima di massacrare donne e bambini il cui unico torto era quello di non adorare una Croce… non sono diversi da me… anche loro fanno scorrere sangue innocente, giustificandolo dietro l’ennesima Crociata…”
Prese il volto di Melisendra fra le sue mani.
“Io vendicherò Aytli e cancellerò l’ultimo sangue dei Taddei da questo mondo… e non ho bisogno di te… non ho bisogno di nessuno… vattene, torna da tuo figlio… e non cercarmi mai più…”
Restò a fissarla per un momento che sembrò infinito.
Poi scosse il capo ed uscì dalla stanza.

Guisgard 09-06-2011 06.09.24

Lho restò in silenzio ad ascoltare il racconto di Sayla.
Fissò poi con una vaga inquietudine il segno maledetto che la ragazza gli mostrò sul suo braccio.
“Tu, un’assassina…” disse “… chi può decidere di strappare la vita e l’innocenza ad una ragazzina e renderla un sicario?”
Si avvicinò poi alla giovane che era intenta a preparare le sue cose.
“Se lasci questo palazzo non potrai sfuggire al tuo destino…” mormorò Lho “… dovrai seguire la strada di sangue che altri hanno tracciato per te… e forse troveresti la morte nell’affrontare il Cavaliere del Gufo… se sei giunta qui c’è senza dubbio un perché… il mondo è oscuro, malvagio ed in balia di potentissime forze che tu conosci bene… ma Capomazda è la luce, la civiltà, l’ordine… resta qui se vuoi davvero sfuggire al tuo destino maledetto…”
Ad un tratto entrò un servitore.
“Lord Icarius ha chiesto di te.” Fissando Sayla. “Si trova nella biblioteca… dove ti sta aspettando.”

cavaliere25 09-06-2011 11.33.29

dissi guardando Finiwell ma non era meglio portarci una squadra di cavalieri con noi ce la faremo in due domandai tutto perplesso e se ha dei complici continuai a dire noi siamo solamente in due e aspettai una sua risposta

Lady Morgana 09-06-2011 14.35.25

Finii di preparare le miei cose, per andrmene da quel palazzo, mentre Lho mi parlava.
-Voi non capite- gli dissi. Le mie labbra si piegarono in un terrificante ghigno.
-Io non ho mai detto di voler sfuggire al mio destino. Tutti dicono che sono maledetta per essere stata scelta da Theenar e io rispondo loro che è per me un'onore! Io amo il Mio Signore e mai lo tradirò. Lo servirò fedelmente fino alla mia morte! Spero solo che non metta fine alla mia vita perchè ho raccontato a voi questa storia...-

Prima o poi, caro Lho, tu racconterai questa storia a qualcuno e io prenderò la tua vita e quella della persona a cui hai raccontato tutto...

Poi improvvisamente la porta si aprì ed entrò un servo, dicendomi che Icarius mi stava aspettando nella enorme biblioteca di palazzo.

No... non posso raccontare tutto anche a lui e soprattutto non posso sopportare di vederlo soffrire...

-Lo raggiungo immediatamente.- dissi, rivolgendomi al servo.
-Vado da l'arciduca in biblioteca, poi me ne vado. Lascio questo posto e spero un giorno di dimenticarmi di tutti voi.-
Uscii dalla stanza e a passo svelto raggiunsi l'enorme biblioteca.
Quando giunsi davanti alla gigantesca porta bussai, ma non ricevetti risposta alcuna.
Spinsi i battenti e la porta si aprì cigolando.
Non ero mai stata nella biblioteca e lo trovai un posto molto affascinante.
Addossati alle pareti c'erano scaffali stracolmi di libri impolverati, un lungo tavolo occupava il resto della stanza, ove c'erano anche delle comodissime poltrone di velluto rosso.
Seduto su di una di esse c'era Icarius, che guardava il vuoto davanti a se con malinconia. Mi avvicinai piano, mi inginocchiai davanti a lui e presi la sua mano tra le mie e la strinsi un poco.
-Nobile Taddei, ditemi, perchè mi avete fatto venire qui, da Voi?"
Respirai a fondo e ripresi a parlare.
-Potete farmi qualsiasi domanda io risponderò a tutto ciò che mi chiederete, vi capisco, io...-
L'arcidua mi interruppe con un gesto brusco della mano.
Smisi quindi di parlare e attesi in silenzio.

Talia 09-06-2011 15.06.44

Non mossi un solo muscolo mentre quelle ancelle mi sfilavano di fronte e poggiavano sul mio letto abiti meravigliosi e i più ricchi gioielli, non rivolsi loro neanche un pur minimo sguardo né degnai quelle ricchezze di nessuna attenzione... il mio sguardo, severo e inflessibile, rimase puntato su Shezan fino a quando non uscì dalla stanza.
Solo una volta rimasta sola mi accostai al letto e sfiorai la seta leggera di quegli abiti con una mano... erano ognuno di una foggia diversa e di un diverso colore, tutti tanto splendidi che ben difficile sarebbe stata la scelta... li considerai per un istante uno ad uno, poi i miei occhi si spostarono ad osservare il vestito che ancora stavo indossando: quel costume così particolare che avevamo preso al Borgo Vecchio, quel costume che aveva senso e trovava compimento solo insieme a quello indossato da Icarius... erano un tutt’uno quei due abiti, erano legati e si chiamavano l’un l’altro... pensai che, finché avessi indossato quell’abito, una parte di Icarius sarebbe stata con me e una parte di me con lui.
Fu per questo motivo che decisi che non mi sarei affatto cambiata.
Feci scivolare la mano lontana dai ricchi abiti che ricoprivano il letto, quindi, e voltai loro le spalle con noncuranza...
E fu nel compiere questo gesto che, in modo assolutamente inatteso, un bagliore mi colpì gli occhi...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31933)
Ma proprio in quel momento uno strano bagliore arrivò agli occhi di Talia.
Proveniva dal verziere.
Il Sole illuminava qualcosa nel giardino con i suoi raggi, causando quel vivo e fastidioso riflesso.

Incuriosita, tornai quindi alla finestra... oltre il cortile, nel giardino, qualcosa riluceva colpito da un vivido raggio di sole... strinsi gli occhi, cercando di aguzzare la vista, e schermai con la mano quel raggio molesto per riuscire a riconoscere la natura dell’oggetto in questione...
E tuttavia non riuscii che a distinguerne appena i contorni in controluce.

Melisendra 09-06-2011 16.06.09

"Sei come loro! Quanti ne hai uccisi solo per cercare inutilmente di alleviare la tua sofferenza? Quanti?" Gli gridai quando mi voltò le spalle. "Anche Uriel si merita questa vita? O lo grazierai con la tua spada?"
Lanciai un grido di rabbia e iniziai a lanciare tutto ciò che mi capitava sotto mano. Una volta messa a soqquadro la stanza e senza più forze, mi lasciai di nuovo cadere sul letto.
Ero a piedi nudi, discinta e scarmigliata. Pettinai i capelli con le dita e mi asciugai le lacrime.
Raccolsi da terra quella stoffa che poco prima Gouf mi aveva lanciato addosso per ferirmi e me la drappeggiai addosso alla maniera greca, come un chitone. La chiusi in vita con la mia cintura e diedi un ultimo sguardo a quel disastro.
Con un sospiro uscii di lì e mi avventurai nei corridoi oscuri.
L'alba era ormai prossima.
Mi trovavo nel corridoio che conduceva alla mia stanza, quando udii un rumore alle mie spalle.


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