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Non risposi alle parole di Luke e mi limitai ad osservare la città attraverso il finestrino.
Strabuzzai gli occhi quando vidi le macchine in fiamme. "...Accidenti che brutta storia.. Ha ragione, Luke, spero di non rimanere imbottigliata per molto... Non possiamo certo fare tardi al pranzo dei Taddei.." Così dicendo mi voltai nuovamente verso il finestrino, osservando ogni cosa attorno a me. |
Continuai a fissarlo, ma in silenzio...
lo fissavo guidare, parlare con quel vago sorriso sulle labbra... lo fissavo e mille domande si accalcavano nella mia mente, eppure non ne posi neanche una... lo guardavo e basta... lo guardavo. Ed fu, probabilmente, per questo motivo che non notai la strada che stava imboccando... a almeno non la notai finché non varcò quel cancello. Attraversammo la proprietà e poi entrò in un garage... mi aprì la portiera ed io scesi... Citazione:
Non sapevo dove fossi, ma questo stranamente non mi turbava... ora, però, forse, ero anche un po’ a disaggio... “Oh...” mormorai “Lei... lei è stato molto gentile ad avermi dato questo... passaggio... davvero molto! Ma... ma non vorrei essere un disturbo, perciò... perciò, se sarà così gentile da prestarmi un telefono, io credo... credo che potrei chiamare un taxi e togliere così l’incomodo...” |
“Un” disse Guisgard a Talia “taxi? Il suo fidanzato non ha neanche il buongusto di venirla a prendere? Neanche dopo averla lasciata da sola davanti ad un cimitero? Che tempi... la cavalleria è morta.” Sorrise appena. “La riaccompagnerò io allora. Mi dia solo il tempo di una rinfrescatina e di cambiarmi.”
“Ehm, signore...” fece Kuon. “Si?” “Dimentichi che sta per iniziare un pranzo.” Fissandolo il maggiordomo. “Un pranzo in tuo onore. Ci saranno tutti. Tutta Capomazda City.” “Già, dimenticavo...” mormorò Guisgard “... beh, se il suo fidanzato non è geloso” rivolgendosi a Talia “magari può restare qui per il pranzo. O al massimo chiamarlo e farsi raggiungere da lui. Ma non credo apprezzerà il nostro pane. Sa, è per palati fini. Abbiamo gusto qui. E non solo per la cucina.” Sorrise sarcastico. “Penserete voi alla nostra ospite, Kuon? Magari facendole indossare un abito adatto per il pranzo.” “Chiamerò madame Marches e la sua boutique in centro, signore.” “Si, bene.” Annuì Guisgard. “E forse un parrucchiere...” “Shoen Fruan impiegherà pochi minuti per arrivare, signore.” “Ottimo...” fece Guisgard “.. però io non le farei un taglio troppo liscio... trovo che invece un po' mossi i capelli le diano un tocco di...” “Fidati di lui, signore.” Mormorò Kuon. “E' il miglior parrucchiere per signore.” “Beh...” fissandolo Guisgard “... allora vedo che avete pensato a tutto voi, vecchio mio...” “Non avere pensieri.” Disse il maggiordomo. “La signorina è molto affascinante e non sarà complicato prepararla e mettere in risalto la sua fresca bellezza. Ora forse dovresti andare tu a prepararti.” “Si, giusto.” Asserì Guisgard. “Allora a tra poco.” Facendo l'occhiolino a Talia. E andò a prepararsi. |
“Chissà, magari al mercato nero” disse Asevol ad Altea “o forse nelle mani di un collezionista privato. Non credo di aver mai visto questo genere di monile nel museo cittadino. E neanche nella collezione privata degli Arciduchi.” Sorrise. “Sono oggetti molto particolari e sicuramente hanno una storia. Chissà, forse legata al periodo della Guerra con Sygma. Se poi si riuscisse a dimostrare che la collana è appartenuta anche ad uno degli Arciduchi, beh, il suo valore salirebbe alle stelle. Magari è legata ad uno dei Taddei morti nell'ambito del mito della maledizione.”
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Quell'incidente aveva praticamente bloccato la circolazione sulla strada principale, quella che tagliava in due Città di Capomazda.
L'antica capitale del ducato, infatti, aveva forma longitudinale, caratteristica questa che doveva leggersi nel ruolo che i re avevano dato al primordiale centro urbano destinato poi a svilupparsi nella fiorente città dei Taddei. Essa infatti, anticamente, era vista come collegamento, passaggio obbligato, tra la capitale del regno, l'odierna Afrapolis, Suession e l'attuale Nuova Casalis. E quella forma allungata aveva caratterizzato il futuro sviluppo di Città di Capomazda, con una grande arteria centrale a collegare ogni suo quartiere e strada secondaria. “Mi chiedo...” disse Luke “... cosa mai ha potuto causare quest'incidente... non pensavo fosse così attiva la criminalità in città...” suonò il clacson più volte “... ma dove passi, idiota?” Gridando ad una macchina che lo aveva superato saltando sul marciapiede. Dopo un po' l'ingorgo cominciò a diminuire ed il traffico a scorrere. “Non temete...” rivolgendosi Luke a Clio “... conosco delle scorciatoie... arriveremo in tempo al pranzo del nostro miliardario egocentrico!” E dopo aver imboccato qualche traversa secondaria ed un paio di sensi vietati, l'auto di Luke si ritrovò sulla strada che conduceva sull'antica acropoli cittadina. E qualche minuto dopo, intravidero il maestoso palazzo dei Taddei. http://traveltipz.ru/gallery/11/1273...68/1273983.jpg |
Ero ancora vagamente sotto shock...
sotto shock per l’incidente, gli spari, la fuga... e forse per questo motivo non dissi niente, restando in silenzio, vagamente confusa, durante tutto quello scambio di battute... in silenzio... muovendo gli occhi dall’uno all’altro, quasi senza capire... parlavano di vestiti e capelli... un pranzo... ...un pranzo? Dopo che ci avevano sparato a raffica, e quasi colpiti? Dopo che avevo visto quelle macchine schiantarsi e prendere fuoco proprio davanti a me? Chiusi appena gli occhi: solo l’idea di andare a pranzo mi dava la nausea... Osservai l’uomo strizzarmi l’occhio e poi allontanarsi... non aveva avuto neanche il buongusto di chiedere il mio parere, pensai. Mi voltai, quindi, verso l’anziano maggiordomo che se ne stava ancora davanti a me, osservandomi. “E’ sempre così arrogante e supponente, il suo capo?” chiesi, senza curarmi affatto di modulare il tono “Non ha avuto neanche la gentilezza di dirmi il suo nome, dopo avermi quasi investita... né di chiedermi se, per caso, ci fosse qualche posto dove volessi andare... ed ora, per contro, dovrei accettare un invito a pranzo... più un abito, un taglio di capelli... deve essere pazzo!” |
Il cellulare smise di vibrare....e per quanto riguardava le scelte.....si potevano non fare..e io le avevo non fatte e la mia carriera ne aveva risentito......comprendevo che non avrei potuto fare molto o forse nulla per trovarmi fuori di li' con tranquillita' e pace.....il mio mal di testa aumentava...cio' significava che non c'era nulla di buono.....Oydo da parte sua.....si stava trattenendo dal diventare furioso....." Bene ho tutto l'interesse di andar via di qui....quindi vediamo un po' cosa c'e' di nuovo"......altro tunnel.....ma che diavolo era quel castello.......avevo letto che nel periodo della seconda guerra mondiale molti Castelli avevano nelle loro viscere il vero cuore di un'attivita'...spionistica e di ricerca che al difuori non sembrava proprio.......O mio Dio......una sala Operatoria enorme...ogni strumentazione era di ultima generazione........gli strumenti erano sigillati cosi' come dovevano essere prima di ogni intervento.....e poi ?.....Una capsula con all' interno una corazza ...in Titanio aveva detto Oydo......L'Arconte meccanico.....il mio cervello incomincio' a mettersi in moto.....e la cosa era tra il fantastico e l'abbominevole.....guardai all' interno della capsula.....un uomo ?.....l'emozione fa brutti scherzi...o si incomincia a piangere in versione cascata.....e anche quando decidi di smetterla i tuoi occhi continuano come se nessun meccanismo mentale possa fermali oppure ridi come una deficente..che davanti ai suoi carnefici riesce a piegarsi in due dalle risate..uso film comico........sinceramente risi..riuscendo a reprimere il piegamento in due..avevo paura....." Tutto meraviglioso qui...devo dire che e' il sogno di ogni chirurgo.....non avere piu' il problema di andare a cercare i mezzi per operare....e avere strumentazione ultima generazione.......adesso vediamo se ho indovinato......prima possibilita'....mi state regalando per non so quale motivo un Ospedale dove poter finalmente lavorare come ho sempre desiderato.......oppure seconda e poco probabile possibilita'.. resuscitare il signore che riposa da non so quanti secoli..............seppur una donna di scienza.....e anche se.... massone per scelta........io spero.....che la prima ipotesi sia quella giusta perche' per la seconda......siete ammattito.........."........Bene Elisabeth.....questa situazione...non l'avresti mai immaginata.......
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"...non si preoccupi... Sono abituata al traffico cittadino, anche se devo dire che un incidente così non l'avevo mai visto..." Dissi, guardando dritto di fronte a me.
Ma il tutto non durò moltissimo, e riuscimmo ad arrivare in tempo davanti al grande palazzo dei Taddei, grazie alla guida sicura e un poco spericolata di Luke. Decisamente, mai avrei immaginato di mettere piede in quel posto. Un gran numero di auto eleganti erano parcheggiate nel parco, e altre ancora percorrevano la nostra stessa via. "...mi chiedo se non ci sentiremo due pesci fuor d'acqua..." Dissi piano, rivolgendomi al fumettista. Ero cresciuta in periferia, fatto i salti mortali per pagarmi gli studi, non ero minimamente preparata a tutto quello sfarzo. Mostrai l'invito ad un addetto, con un sorriso. "...Salve... Clio Lester, facoltà di Lettere, università cattolica di Capomazda... Ho una delega dal presidente di Facoltà..." Indicai Luke con un cenno della mano "...lui é con me..". |
Ascoltai attentamente le parole del professor Asevol...ma non era tanto per il valore economico che volevo scoprire se in giro ci fosse una seconda collana, ma nel tomo si narrava di quanto la mia antenata teneva a questa collana..ma mai si seppe se trovò il Suo Cavaliere.
"Potete tenerla Mr. Asevol..cosi potete fare le vostre ricerche tranquillamente, se pensate possa esserci una soluzione"..poi pensai un attimo.."Ma Voi pensate che Mr. Robert dè Taddei sia morto a causa di questa maledizione?" |
Asevol sorrise ad Altea.
“E' soltanto un vecchio mito.” Disse. “Un mito affascinante, certo, ma nulla di più. La parola mito deriva dal greco e significa favola. E proprio come una favola esso veniva raccontato da qualche bardo o qualche poeta, magari per un piatto di minestra, per sedersi davanti al fuoco di una nobile corte o per entrare nelle grazie del suo signore. E più passava il tempo, più questa leggenda si arricchiva di particolari, in modo da far durare di più il racconto e di conseguenza l'ospitalità a corte. E cosa poteva arricchire il racconto al punto da renderlo ricercatissimo dal pubblico? I protagonisti, ovviamente. E chi meglio della stirpe dei Taddei poteva fornire protagonisti così conosciuti a tale materia? E così venne elaborata la leggenda di questa maledizione. Ossia, solo un oscuro incanto poteva scalfire la forza dei nobili duchi.” Sorrise ancora. “Spesso la storia ci aiuta a decifrare molte cose, in maniera documentata e certa, che in passato invece apparivano inspiegabili ai nostri antenati.” |
Alla fine, Clio e Luke riuscirono ad arrivare al grande palazzo dei Taddei.
La ragazza mostrò l'invito e i due furono accolti nell'imponente e antica dimora nobiliare. C'era già un buon numero di invitati e subito Luke iniziò ad indicare a Clio i più celebri fra loro. Poi apparve l'amministratore delegato della Taddei Corporation. “Quello è Saome Tondo...” disse Luke a Clio “... praticamente è l'uomo di fiducia del boss defunto. Ora tutto è nelle sue mani. Anche perchè, voci di popolo affermano che il rampollo di casa Taddei non sia all'altezza di guidare l'impero economico di famiglia...” fece poi cenno a Clio di seguirlo “... salve, dottor Tondo!” Presentandosi all'amministratore i due. “Vogliamo regalare alla gente di Capomazda City una bella saga sui Taddei? Con tanto di illustrazioni artistiche e onomatopee fatte come si deve?” “Questa non è una casa editrice, giovanotto.” Sorridendo Tondo. “Infatti!” Replicò Luke. “Ce ne occuperemo noi! Vede?” Indicando Clio al suo fianco. “Ho anche una eminente docente dell'Università Cattolica! Quella finanziata dalla vostra azienda! Saremo documentati su tutto!” “Pubblichi un libro o un fumetto” disse Tondo “ed io lo comprerò. Leggendolo ovviamente come puro esercizio letterario.” Rise. “E della Gioia dei Taddei cosa ci dice?” Chiese a bruciapelo Luke. “Non esiste nessuna Gioia!” Esclamò Tondo. “Abbiamo tanti problemi qui e non possiamo certo preoccuparci di spettri e demoni!” |
Oydo sorrise ad Elisabeth.
“Non tema...” disse poi “... lei ci guadagnerà e non poco da questa storia. Un nuovo ospedale, con macchinari, strutture, personale specializzato e soprattutto fondi.” Sorrise. “Fondi da utilizzare per la ricerca, per sovvenzioni o anche semplicemente per le sue tasche, dottoressa. In cambio di cosa, si chiederà... beh, è presto detto... la corazza dell'Arconte Meccanico...” indicandola nella capsula “... vogliamo ripararla e renderla di nuovo funzionale. Essa era collegata al corpo dell'Arconte tramite il suo sistema nervoso. Qualcosa di incredibile per quei tempi. E allora entra in gioco lei adesso... dovrà svolgere delle analisi e dei test per capire come rendere possibile questo. Lei ci aiuterà a legare quella corazza al sistema nervoso umano, dottoressa.” |
Guisgard allora raggiunse la sua camera, quella che aveva avuto sin da piccolo e che suo zio aveva praticamente conservato in attesa del suo ritorno.
Una doccia veloce e poi si avvicinò alla borsa in cui aveva conservato gli oggetti affidatigli da frate Nicola. Prese così la spada, la celata e infine la pergamena che il vecchio frate gli aveva detto di leggere. La srotolò e cominciò a leggerla: “Ragazzo mio, se stai leggendo questa pergamena vuol dire che il nostro breve incontro è già avvenuto. Avrei voluto rivederti e perchè no, riabbracciarti in un'occasione più degna, ma gli eventi sono evidentemente precipitati. Tuo zio non è morto per cause naturali, ma questo, probabilmente, tu già lo sai anche se non vuoi ammetterlo a te stesso. E ciò che ha ucciso tuo zio, presto o tardi, giungerà a reclamare anche la tua vita. Da piccolo ti fu dato un nome particolare, adatto sia ad un bambino che ad una bambina, proprio per tentare di confondere il demone di quella maledizione. Ma non si può fuggire per sempre dai propri demoni e dal proprio Destino. E tu ora dovrai affrontare l'uno e l'altro. E in questa battaglia sarai solo, perchè io non potrò più aiutarti. Tutto ciò che potevo darti, l'hai avuto in tutti i miei insegnamenti. Ora sta a te, ragazzo mio. Rammenta però che discendi da una stirpe di eroi. E agli eroi l'Altissimo chiede cose che per altri sono impossibili. Non stare a chiederti il perchè. Forse l'unica risposta è perchè altri non possono. Là fuori però avrai altri nemici. Se stai leggendo questa pergamena vuol dire che io sono andato via per non farmi trovare da loro. Gli Illufestati sono ovunque e vanno fermati. Distruggere il vertice del loro potere ora è forse impossibile, ma bisogna fermare coloro che sono stati incaricati di cercare il Fiore Azzurro. In nessun caso devono arrivare al Fiore. Ti ho dato tutto ciò che possedevo e ora sta a te continuare la ricerca del Fiore. Devi trovarlo prima che lo trovino loro. Un documento importantissimo ti aiuterà nella ricerca. Un documento che anche i nostri nemici vogliono avere. Si tratta del Codex Nolhiano. Trovalo prima di loro. La spada ti aiuterà. Non esiste al mondo un'arma simile. Ma nell'usarla starà a te decidere cosa essere, se un Angelo o un demone. Altro non ho da dirti, ragazzo mio. Una volta da piccolo mi chiedesti cosa rende un uomo capace di realizzare tutto. Il cuore, Guisgard. Con la forza che ha nel cuore. Non dimenticarlo, mai. Che Dio ti assista e ti risparmi, figlio mio. E se Lui vorrà, ci rivedremo. Frate Nicola.” Guisgard richiuse la pergamena e poi fissò la spada. Era bloccata al fodero da una piccola catena. Allora la impugnò. Un attimo dopo però cominciò a sentire qualcosa. Un capogiro. La lasciò cadere sul letto e restò a fissarla. Dopo qualche minuto la impugnò ancora. E di nuovo quei capogiri. Cercò di resistere e tenne ancora in mano quell'arma. E ad un certo punto ebbe delle allucinazioni. Nel frattempo, al pianterreno, Talia era con Kuon. “Magari, signorina, non ha voluto rischiare.” Disse sorridendo Kuon. “Rischiare un suo rifiuto. Non capita tutti i giorni, se posso permettermi, di incontrare una ragazza come lei e il signor Guisgard, credo di poter dire, è molto sensibile alla sua bellezza. Ma condivido la sua perplessità. Anzi, se posso permettermi un suggerimento, direi di farlo penare un pochino. Del resto il signor Guisgard ha bisogno di qualche regola. Almeno per quanto riguarda la sfera, diciamo, personale. Quindi io sarò, in questo, suo alleato.” Rise appena. “Preparo una cioccolata calda? Ovviamente solo per noi due. E magari con qualche biscotto. Naturalmente i preferiti del signore. Biscotti che mangeremo invece solo noi due.” Sorrise ancora. “E dopo ci prepareremo per il pranzo. Pranzo di cui, ne sono certo, lei sarà la madrina.” |
Annuii.."Storie di corte, intendete. Di bardi che esaltavano i propri Signori, ve ne sono a centinaia nelle antiche corti." Non ero molto convinta, comunque..."E quindi ciò che è stato scritto in questi libri sulle mie due antenate, pensate siano solo favole? Io ne ho letto il contenuto...quando lo farete voi, ne parleremo."
Misi la collana sul tavolo, il professor Asevol era una persona davvero gentile, mi sentivo a mio agio con lui e, inoltre, amava il dibattito, non come alcuni professori che davano per unica certezza i loro pensieri..poi fu colta da improvvisa curiosità..."Si può visitare il palazzo della famiglia dei Taddei? Vorrei vedere come è all'interno e se vi sono antichi cimeli di famiglia interessanti...è aperta al pubblico o si deve avere un appuntamento?" |
Ad Oydo gli era andato in fumo il cervello.....era l'unica cosa sicura che sapevo..per il resto......stava parlando di un test e di prove a cui non avevo mai pensato...ma come avrei potuto pensarci......collegare la corazza alle terminazioni nervose di un uomo.......guardavo quella corazza, conservata con cura maniacale........." Lei pensa che tutta la vita giri intorno al Dio denaro ?......nella stra maggioranza delle cose.....non posso darle torto......ma qui non si tratta di denaro.....qui si tratta di qualcosa di assurdo.....collegare un uomo a quella corazza ...se mai si potesse fare.....significherebbe negargli una vita normale nel momento in cui decidesse di togliersela, non stiamo parlando di una camicia.........I Test....gli studi......il sistema nervoso umano e' un mondo inesplorato.....anche negli interventi piu' semplici il nostro cervello sembra essere sconosciuto......qui ....si parla di uccidere un uomo......e io sino a prova contraria...aiuto a vivere non a morire.......e poi perdonatemi........cosa ha di speciale quella corazza.....forse secoli fa serviva a qualcosa ma oggi si potrebbe sopperire...........anche se sinceramente.....non so per quale pazzia....."......ero un mondo di pensieri..sensazioni...volevo andare via da li'...quello non era il mio posto....
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Mi guardavo intorno, osservando l'alta società di Capomazda nei suoi abiti migliori.
Il mio sguardo passava rapido da un invitato all'altro, senza tuttavia soffermarsi su nessuno in particolare. Luke mi fece notare l'amministratore delegato della Taddei Corporation e, con mia grande sorpresa, si avvicinò e iniziò a parlare con lui. Gli lanciai un occhiata di disapprovazione. Amavo starmene in disparte, nel mio angolino non andare dritta da uno degli ospiti più prestigiosi. Ascoltai il discorso tra i due in silenzio, ma alzai gli occhi al cielo quando il fumettista nominò la Gioia dei Taddei. "...il signor Odis ha un particolare interesse per i miti e le leggende, a quanto pare sono un ottimo elemento per un fumetto..." Sorrisi "...ha la fortuna di occuparsi di opere di fantasia anche se inquadrate in un periodo storico ben preciso... Un lusso che un accademico non può premettersi, ovviamente....". |
“Il Palazzo dei Taddei” disse Asevol ad Altea “è proprietà privata ed appartiene ovviamente alla famiglia de' Taddei. Tuttavia al suo interno, la zona detta Domus Ardeliana, ossia quella più antica, è stata adibita a museo. In essa si trova la collezione privata degli Arciduchi, visitabile però in determinati giorni e ad ore stabilite. A meno che non si ottenga un invito ufficiale. A differenza dei beni appartenuti ad altri signori e monarchi del passato, quelli dei Taddei non sono mai stati donati allo stato, né messi completamente a disposizione per il grande pubblico. Questo naturalmente perchè si vuole rispettare l'antica tradizione aristocratica, che vedeva il popolo indegno di accostarsi alla nobiltà e quindi impossibilitato a frequentare i luoghi invece destinati ai migliori, ossia all'aristocrazia appunto.” Sorrise. “Ma come mai tutto questo interesse per la storia dei Taddei? E' davvero rimasta così affascinata dagli antichi miti che orbitano intorno alla loro stirpe?”
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“Il nostro amico fumettista” disse Tondo a Clio “è un vulcano di idee. Peccato che spesso dimentichi i confini tra la realtà e la sua immaginazione.” Sorrise. “Ora scusatemi, ma devo salutare alcuni ospiti. Fino a quando il nuovo presidente non si mostrerà a noi poveri mortali, tocca a me fare gli onori di casa.” E così si allontanò da loro.
“Eh, vecchia volpe il nostro signor Tondo!” Esclamò Luke per poi fissare Clio. “Secondo i beninformati ora sarà lui a dirigere le industrie dei Taddei. Anche perchè il rampollo non sembra ispirare molta fiducia al consiglio d'amministrazione. Come si dice? A pensar male si fa peccato, ma si fa sempre bene!” Rise e prese dal vassoio portato da un cameriere due bicchieri di champagne. “Un bel brindisi? Alle nostre ricerche, al nostro sodalizio e a noi due!” Le fece l'occhiolino. “Ho letto che per conquistare una donna bisogna sorprenderla. E mi è appena venuta un'idea!” Prese la ragazza per mano e sgattaiolarono fuori dalla sala, senza farsi vedere da nessuno. “E' pronta a visitare questo enorme maniero, Clio? Magari alla ricerca degli oscuri segreti di questa stirpe maledetta!” E rise di nuovo. Ma in un'altra stanza del palazzo, attraverso un monitor, qualcuno li stava osservando mentre si spostavano in quegli ambienti. |
"Vi dirò..perchè ho letto talmente tanto di questa stirpe nel libro della ultima mia antenata che perfino si riferisce alla Gioia dei Taddei, che vorrei davvero saperne e studiarne di più. E poi ella racconta che era alla ricerca di un Fiore Azzurro ed era proprio qui a Capomazda, ed egli ovviamente regnavano qui...vorrei sapere se vi è alcuna traccia di tutto questo o fu solo invenzione...ma impossibile per una ragazza che veniva...da Camelot? Non pensate?" Presi un giornale vicino e strabuzzai gli occhi e mi alzai di scatto.."Leggete qui...Mr. Asevol, faranno un pranzo in onore del futuro erede dei Taddei" e gli mostrai il giornale.."Oggi, in questo momento, secondo voi è possibile avere un invito? Ci terrei molto, sarebbe una occasione per vedere appunto la dimora e la parte antica...per il vestito ho abbastanza soldi per comprarmene uno nuovo e subito..accompagnatemi vi prego".
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Oydo rise a quelle parole di Elisabeth.
Rise forte, in maniera quasi irriverente. Era una risata che sembrava mostrare chiaramente l'anima di quell'uomo. “Ah, com'è ingenua, dottoressa...” disse ad Elisabeth, smettendo finalmente di ridere “... il dio denaro... si, certo. Perchè no. Ma, vede, esistono molti altri dei. Un vero e proprio Pantheon. Il dio potere, il dio successo, il dio fama e così via. E quella corazza può semplificarli tutti. Infatti essa è una vera e propria centrale di forza. Un potere inimmaginabile. Un qualcosa davvero capace di rendere un semplice uomo invincibile. Lei crede che neghi un'esistenza normale? Certo. Ma per concedere un'esistenza simile a quella di un dio. Dalle analisi che abbiamo svolto su di essa, abbiamo compreso che un corpo legato a questa corazza può essere virtualmente eterno. Immagina? Una vita senza più dolore, senza più debolezza e senza più morte. Dottoressa... siamo di fronte all'alba di una nuova umanità... un nuovo Adamo... ma stavolta così potente da non temere più neanche il giudizio del suo dio. Ammesso ne abbia uno...” |
Guardai allontanarsi il dottor Tondo ascoltando le parole di Luke sulla scarsa fiducia di cui godeva il rampollo dei Taddei.
Presi il calice che il fumettista mi porgeva, sorridendo. "..Alle nostre ricerche, dunque.." dissi alzando il bicchiere "..e a nient'altro.." con uno sguardo deciso, scandendo bene le parole. Potevo sopportare una battuta, due al massimo, non di più. Mi infastidivano soltanto. Lo osservai con uno sguardo leggermente accigliato, ma mi ritrovai a seguirlo mio malgrado. Adesso stava decisamente esagerando. "..Ma è impazzito?" dissi poi "...Ha un'idea dei tesori che si nascondono in questo palazzo? Crede che ci faranno andare in giro così.. all'avventura?" lo guardai con aria interrogativa e perplessa. Incrociai le braccia "..non se ne parla.. devo tutta la sovvenzione della mia ricerca ai Taddei, non ho intenzione di inimicarmeli andando a curiosare in giro.. bel tentativo, ma ha trovato la donna sbagliata, mi dispiace.." Replicai dura e fredda. Chiusi gli occhi e trassi un respiro profondo, conscia di aver trattato troppo duramente chi voleva soltanto essere gentile. Eppure mi infastidiva troppo essere trattata in quel modo, pur con tutte le buone intenzioni. Avrei dovuto essere al settimo cielo, e invece, ormai, attenzioni e atteggiamenti come quelli mi riempivano soltanto il cuore di rabbia. Era più forte di me, non potevo farci niente. "...Possiamo vedere il giardino, se vuole.." dissi piano, cercando di mascherare il più possibile il mio stato d'animo. Alzai lo sguardo e sorrisi, faticosamente. |
Pazzesco.... inimmaginabile...follia allo stato puro, eppure il potere era stato il fondamento della nostra storia....." Il Dio Oydo spero non l'abbiate dimenticato...perche' non era elencato tra i vostri falsi Idoli ....anche se devo darvi ragione su una cosa....siamo in un momento in cui l'uomo venderebbe l'anima al Diavolo per avere Fama e Gloria, la sofferenza..la vita la morte fanno parte di un disegno che nessuno puo' cambiare, .......ma devo purtroppo insistere......saro' come dite voi, ingenua.....ma non so come aiutarvi....avete commesso un'errore....un grande errore, e state perdendo il vostro ed il mio di tempo......".....Era paurosa...quella storia era paurosa...se quella macchina si fosse messa in moto........sarebbe stato un disastro per l'intera umanita...almeno quella pensante
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Citazione:
“Io...” iniziai poi a dire, piano “Io veramente credo che voi abbiate frainteso... noi... noi davvero ci siamo conosciuti solo pochi minuti fa... lui... lui stava per investirmi con la sua macchina, e poi...” Esitai, ma pensai che forse non era il caso di preoccuparlo con la storia degli spari... no, mi dissi, non era il caso... “Poi... poi non so neanche bene come sono finita su questa macchina... e non so perché mi abbia portata qui... ed io... si, lui è stato molto gentile con me, ma io non posso accettare...” Di nuovo esitai e fissai quell’uomo che mi stava ascoltando balbettare e tentennare con un sorriso gentile sulle labbra e con un garbato interesse negli occhi... “Io...” iniziai a dire, ma poi, con un sospiro ed un lieve sorriso, mi arresi a quello sguardo buono “E va bene... va bene... in effetti, forse, una cioccolata calda sarebbe proprio ciò di cui avrei bisogno... sì, ne avrei proprio bisogno... ed anche... anche quei biscotti, li accetterei volentieri...” Ci osservammo per un attimo, con la vaga sensazione che quell’anziano maggiordomo avesse il dono di comprendermi... poi, senza aggiungere altro, mi apprestai a seguirlo docilmente fuori da quel garage... |
Capitolo III: Nella tela rossa delle Tarantole
“Nel palazzo d'onice dei sognanti Esseri Grandi potrebbe essersi insediato Nyarlathotep, il caos strisciante.” (Howard Philips Lovercraft, La ricerca della sconosciuta Kadath) Luke sorrise a quelle parole di Clio. Ma subito si ritrovarono in una sala che faceva da vestibolo, con un mega schermo al plasma in bella mostra. Schermi simili si trovavano anche nei corridoi e nella sala dove erano stati ricevuti tutti gli ospiti. Servivano a mandare in onda scene e immagini sulle industrie dei Taddei. Ma proprio in quel momento le trasmissioni si interruppero per qualche istante, per poi riprendere alcuni secondi dopo. Ma qualcosa era cambiato. Cominciarono a scorrere sui monitor scene differenti. Apparve poi una figura col volto coperto. Fissava il monitor e sorrideva. “Ma...” disse Luke indicando lo schermo “... chi diavolo è quello?” Lo stupore regnava anche nella Sala Grande, dove si trovavano tutti gli altri ospiti. “Parlo a tutta la popolazione di Capomazda...” fece quella misteriosa figura “... questa città è sotto scacco... abbiamo la possibilità di far saltare in aria un grande edificio ad ogni ora. Scuole, ospedali, caserme, musei, centri commerciali. Insomma, possiamo annientare in un attimo i santuari del vostro consumismo.” “Ma chi è?” Stupiti gli ospiti. “Buffone!” Gridarono altri dei presenti. “Scateneremo questo Inferno di fuoco...” continuò la figura “... a meno che non ci consegnerete il dottor Saome Tondo insieme a 100 milioni di Taddei in lingotti d'oro.” “Ma è pazzo!” Esclamò Luke. E la stessa reazione ci fu tra gli ospiti. “Avete soltanto tre ore di tempo per pensarci.” Sentenziò la figura. “Allo scadere di questo ultimatum, su Capomazda sorgeranno fiamme e morte. E questo Averno di distruzione sarà opera delle Tarantole Rosse.” E la trasmissione si interruppe mentre quel misterioso individuo fissava tutti loro dallo schermo con uno sguardo impenetrabile." http://2.bp.blogspot.com/-xrUBx2hHo6...mgs+rising.jpg |
“Dottoressa, non abbia paura...” disse Oydo ad Elisabeth “... nessuno le chiede più di quanto può dare... voglio solo che lei effettui dei test e delle analisi durante la sperimentazione. Così da poter seguire passo dopo passo gli effetti che quella corazza può provocare sulla psiche umana. Dovrà stabilire ogni effetto ed ogni causa. Solo così capiremo dove davvero può arrivare il potere che abbiamo fra le mani.”
In quel momento un altro uomo entrò nella sala. “Dottor Oydo...” fissandolo “... ho udito i suoi discorsi.” “Professor Venth...” voltandosi Oydo “... ho piacere nel rivederla... lasciate che le presenti la dottoressa Elisabeth...” “Dottor Oydo....” lo interruppe l'altro “... mi ascolti... non abbiamo l'autorizzazione a procedere con la sperimentazione sul corpo umano. Ed io non ho intenzione di andare contro la legge e contro l'etica.” Guardò Elisabeth. “Sono spiacente che lei sia stata condotta qui. Ma non ci saranno sperimentazioni su corpi umani. Ora la faremo subito accompagnare a casa. E ci perdoni ancora per il tempo che le abbiamo sottratto.” Allora lo sguardo di Oydo si fece cupo e carico d'odio. |
“Ascolti...” disse Asevol ad Altea, mettendo via quel giornale “... io non credo che si possa ottenere oggi un invito per quel pranzo. Tutto è stato preparato con attenzione ed ogni particolare è definito da giorni ormai. E comunque io sono un docente universitario e non un giornalista o un economista. A me non interessa nulla di quelle industrie, né tanto meno di andare fra quella gente in veste di accompagnatore. E ora mi scusi, ma potevo concederle del tempo solo inerente ai suoi studi. Altre faccende non mi riguardano.” Il suo tono era contenuto, ma chiaramente seccato. “Questo e quanto. Ora, mi perdoni, ma devo tornare dai miei studenti.”
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Così, Talia e Kuon giunsero nelle cucine ed il maggiordomo preparò una cioccolata calda che servì poi con degli ottimi biscotti.
“Il dolce è una Panacea per l'umore e per lo spirito.” Disse alla ragazza. “E aiuta a vivere cent'anni o più. Almeno così diceva mio nonno.” Sorrise. “Eh, il nostro signor Guisgard... anche se proprio non mi viene di chiamarlo così... l'ho visto crescere e signore mi sembra una parola grossa anche ora che è diventato adulto. Facciamo un patto... le va se in sua presenza, quando parlerò di lui, lo chiamerò signorino? Così mi sembrerà più naturale la cosa.” Rise. “Ricordo una volta, quando era ancora piccolo... giocava nel cortile del palazzo con quei suoi robot e quelle sue astronavi, sa di quelli che si vedono in quegli assurdi cartoni animati giapponesi... poi si avvicinò a me e mi chiese se fosse possibile costruire davvero un robot gigante e pilotarlo...” sorrise nuovamente “... io naturalmente non avevo la più pallida idea di questa cosa e gli dissi che il giorno dopo, se avesse voluto, saremmo andati in una delle fabbriche di famiglia per chiedere ad un esperto delucidazioni in merito... e il giorno seguente mi pressò per ore per farsi accompagnare in fabbrica e non abbandonò questo suo entusiasmo fino a quando uno degli ingegneri meccanici non si propose come volontario per costruirgli un robot gigante...” rise “... eh, benedetto figliolo...” In quel momento entrò uno dei camerieri. “Signor Kuon...” agitato lui “... ha visto in tv? Poco fa?” “Di cosa parli?” Chiese il maggiordomo. Il cameriere allora prese il telecomando ed accese la tv, dove andava in onda il notiziario in un'edizione straordinaria. “Ancora attonita l'intera città e le industrie Taddei” diceva il notiziario “per il messaggio shock trasmesso su un network sconosciuto e rivendicato dal misterioso gruppo terroristico autodefinitosi Tarantole Rosse...” E rimandarono in onda il messaggio: Citazione:
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Mi alzai dalla scrivania e mi scusai..."Mi scusi Mr. Asevol, avete completamente ragione...ci vediamo domani mattino in classe per la lezione e vi ringrazio per l'attenzione datami".
Uscii dalla stanza e raggiunsi Josephine, Julien e il giornalista Dean..."A Palazzo dei Taddei danno un ricevimento per il nuovo erede e io sono curiosa di vedere la dimora e le antichità, ma sono pure curiosa di vedere cosa succede...Mr. Dean, non può procurarci un lasciapassare...per i vestiti vi è una boutique qui di fronte e posso comprarmi un bel vestito, vi prego" chiesi speranzosa. |
Subito pensai fosse uno scherzo.
Ma, pensandoci, come avrebbe potuto esserlo. Restai pietrificata ad osservare lo schermo, mentre quegli occhi sembravano scrutare ognuno di noi. Non dissi una parola, non risposi alle parole perplessa di Luke. "...venga..." Dissi prendendolo per un braccio "...dobbiamo tornare di là, si sarà scatenato il panico...". E senza aggiungere altro mi ritrovai nella grande sala, intenta ad osservare lo sgomento dei presenti. Intanto, pensavo. No, per quanto mi sforzassi non conoscevo quel nome: le tarantole rosse. Restai in disparte, immersa nei miei pensieri. Le parole di quell'uomo continuavano a rimbombarmi nella testa. Quelle minacce, richieste. Mi chiesi come avrebbero reagito i Taddei, o forse era meglio dire l'ultimo dei Taddei e il dottor Tondo in persona. |
Dopo quell'annuncio, nel Palazzo dei Taddei vi era il caos.
Tutti gli ospiti ora apparivano inquieti a causa di quella situazione. E naturalmente tutti gli sguardi furono sul dottor Saome Tondo. Cominciarono allora a piovere domande, alcune anche assurde, sull'amministratore della Taddei Corporation. Nel frattempo anche Clio e Luke avevano raggiunto la Sala Grande, in attesa forse di sviluppi e reazioni importanti dopo quelle minacce scioccanti. “Signori, vi prego...” disse ad un certo punto Tondo “... signori, vi prego... cerchiamo di mantenere la calma... vi prego...” “Cosa ne pensa, dottore?” Chiese uno dei giornalisti presenti. “Chi crede siano quei misteriosi terroristi?” Domandò un altro giornalista. “Perchè hanno fatto il suo nome, dottore?” “Pagherete la somma richiesta?” “Signori, vi prego...” cercando di mantenere la calma Tondo “... vi prego... io non sono autorizzato a rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale... riuniremo al più presto il Consiglio e decideremo cosa fare...” “Ma quell'ultimatum scadrà fra poche ore!” Fece un altro di quei giornalisti. “Signori, ne so quanto voi...” fissandoli Tondo “... altro non posso dirvi...” “Ma dov'è il signor de' Taddei?” Domandò Luke. “Non dovrebbe rilasciare una dichiarazione ora? E cercare di tranquillizzare tutti i suoi collaboratori?” “Non so...” scuotendo il capo Tondo “... non so cosa deciderà di fare il signor de' Taddei... come voi, anche io sto attendendo gli sviluppi di questa situazione...” Luke allora fissò Clio. “Forse hanno ragione coloro che definiscono un pivello ed un inetto il nuovo proprietario della Taddei Corporation. Lei cosa ne pensa di tutta questa storia?” Chiese poi alla ragazza. “Che idea si è fatta?” |
Dean fissò sorpreso Altea.
“Non immaginavo” disse poi “che apprezzasse a tal punto i Taddei. Addirittura al punto da voler a tutti i costi partecipare al pranzo di presentazione del nuovo proprietario.” Sorrise. “In tutta sincerità, io potrei al massimo tentare di farla entrare come giornalista al Palazzo dei Taddei. Ma occorrerebbe qualche altra cosa, oltre ad un abito adatto alla circostanza. In primis un tesserino da cronista... poi, non ultime, una preparazione e un'esperienza sufficienti per non essere scoperta. Sarebbe alquanto imbarazzante, diciamo così, se lei fosse costretta ad abbandonare quel posto dopo essere stata scoperta. Non pensa?” “Per l'Amor del Cielo, Altea...” fece Julien “... ma cosa ti salta in mente? Perchè questa improvvisa smania di voler entrare nel Palazzo dei Taddei?” “Anche perchè” ridendo Josephine “passare per una giornalista non è affatto semplice! Magari è più facile intrufolarsi come inserviente o cameriera!” |
Osservavo la scena in disparte, distante, come se i miei occhi fossero dietro una parete di vetro, di quelle che permette di guardare senza essere visti.
Quasi sobbalzai alle parole di Luke. "..Non conta cosa penso io.." sussurrai "..Il terrorismo può avere mille motivi, e questi sono stati piuttosto chiari nel dichiarare contro che cosa combattono…" mi voltai verso il fumettista "..Per quanto riguarda il signor Taddei, beh.. non sono il genere di persona che giudica qualcuno prima di conoscerlo.. non l'ho mai incontrato.." distolsi lo sguardo "..E a questo punto non credo che avrò mai occasione di conoscerlo.. poco male..". Guardai Tondo attorniato dai giornalisti. "...Non credo che negozierà.. credo che aspetteranno, non curandosi dell'ultimatum.. e poi, quando la gente avrà perso i propri cari.. si rivolteranno contro i Taddei.. e accuseranno il giovane rampollo di non essere all'altezza della situazione.." un sorriso perfido mi illuminò il viso "..Ma nel mio mestiere ho imparato che niente è come sembra, che le cose vanno sempre messe in dubbio e analizzate in mille modi.. qui non è tanto diverso.. per quanto ne so potrebbe anche essere una mossa tattica della Taddei Corporation per mettere in cattiva luce il nuovo erede…" guardai fugacemente Luke "...Ma queste sono solo farneticazioni di una mente diffidente, non fateci caso.. quello che è certo è che qualcuno ci rimetterà da tutta questa storia.. e sono certa che non saranno nè i Taddei nè il signor Tondo..". |
Scoppiai in una risata.."Mi state palesemente prendendo in giro...cameriera? Inserviente?Niente di tutto questo" il mio tono era convinto e guardai i tre..."Mi sembra che sei tu Josephine la aspirante giornalista per il giornale di Mr. Dean non è vero? Ebbene, sarà la tua possibilità pure...farai l'inviata per il giornale al pranzo e io ti farò da aiutante" e li osservai con aria di sfida.."Coraggio, non vi è tempo..dobbiamo comprare i vestiti ed affrettarci".
E, nel frattempo, speravo di poter trovare qualcosa che avvalesse la Gioia dei Taddei...o del Fiore Azzurro...qualcosa che avevo letto sulle storie delle mie antenate. |
Oydo era deciso a procedere per lui era tutto nella normalita', incominciai a mordermi il labbro, uscire da quella situazione sembrava impossibile..........le analisi..avrei perso tempo per analizzare ogni cosa.....ma sino a quando avrei potuto tirare avanti quella scena....e poi il ricordo della minaccia ....in Ospedale c'era qualcuno che teneva sotto tiro uno dei miei bimbi......" Bene ....facciamo in modo di giardare questa corazza e di vedere dove sono applicate le parti che dovrebbero essere collegate alle terminazioni nervose..."...non feci in tempo ad andare verso la capsula che un uomo entrando nella sala.....lo vidi parlare parlare con il Dott. Oydo......e il suo pensiero era quello che cercavo di dire in temini meno confidenziali...di lui.....quando tutto fini'....gli occhi di Oydo..sembravano esplodere nelle sue stesse orbite....." Dott. Venth vi perdono tutti......forse sarebbe stato un esperimento innovativo...ma non credo che la nostra etica professionale avrebbe mai potuto permetterci di poterla iniziare......ora..Signori....vi ringrazio...se mi indicate la strada io torno da dove sono venuta......".....Una situazione particolare.......volevo andare via...ma non riuscivo a muoversi....ringraziavo il Dott.Venth.....ma anche per lui non vedevo nulla di buono.....
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Luke restò turbato da quelle parole di Clio.
Ma poi, quasi all'improvviso, arrivò nel palazzo la polizia. Tutti i presenti allora si avvicinarono all'ispettore che guidava una squadra di poliziotti. “State calmi, signori...” disse l'ispettore, cercando di tenere in pugno la situazione “... state calmi... sono l'ispettore Gunside e mi occuperò di questo caso. Ma mi occorre la collaborazione di tutti voi. Quindi vi chiedo di mantenere la calma.” “Come fate a chiederci di stare calmi?” Sbottò Luke. “Non avete sentito, ispettore? Quei fanatici hanno minacciato di far saltare in aria ogni ora un edificio! Che piano ha la polizia?” “Per ora ne sappiamo quanto voi.” Rispose Gunside. “Quel gruppo di terroristi non era mai apparso prime e nessun attentato in passato è stato rivendicato da loro.” Guardò poi Saome Tondo. “Voi avete mai sentito parlare di quei terroristi?” “No, naturalmente.” Fece Tondo. “Perchè mai hanno chiesto di consegnarvi a loro?” “Non ne ho la minima idea.” “Era più semplice immaginare da parte loro la richiesta di avere il signor de' Taddei, non pensate?” “Non so cosa pensare...” scuotendo il capo Tondo “... forse perchè ormai reggo da anni l'amministrazione della Taddei Corporation... mentre il signor de' Taddei è giunto solo ora e in seguito alla morte di suo zio...” “Si, potrebbe essere...” pensieroso Gunside. Clio, nel frattempo, era rimasta più indietro, ancora nella sala e fissava da lontano quella discussione tra la polizia e gli ospiti. Quando, all'improvviso, notò un'ombra dalla parte opposta, dove una porta aperta dava ad uno dei corridoi laterali. Una figura che stava immobile, protetta dalla penombra sulla soglia, a fissare quelle persone e ad ascoltare ogni loro parola. |
Josephine e Julien fissavano stupite Altea.
“Ma...” disse Josephine “... dici sul serio? Vuoi davvero andare lì ed essere ricevuta?” “In effetti è un'idea assurda.” Mormorò Julien e fissò Dean. “Forse non del tutto.” Sorridendo il giornalista. “Certo, andarci vuol dire quasi sicuramente essere messi alla porta, ma del resto ogni buon giornalista è stato messo fuori da convegni, conferenze, ricevimenti e così via. E' un po' il rischio del nostro mestiere. Anzi, potrebbe essere un'esperienza importante. E magari mostrare se davvero si ha la stoffa del giornalista. Però questo vale anche per lei.” Rivolgendosi ad Altea. “Magari le piacerà farà la giornalista. Chissà.” “Ma allora...” mormorò Josephine. “Vi occorrono dei vestiti.” Disse Dean. “Naturalmente sobri, adatti a due giornaliste d'assalto.” E fece loro l'occhiolino. |
“La farò subito riaccompagnare al suo ospedale, dottoressa.” Disse Venth ad Elisabeth. “Anzi, verrò con lei anche io. Dopotutto qui la sperimentazione è conclusa.” E Fissò Oydo.
Allora Venth pregò Elisabeth di seguirla e insieme uscirono da quel laboratorio e poi dal castello. Trovarono una macchina e con quella lasciarono finalmente quel luogo. “La prego di scusarci ancora, dottoressa.” Fece Venth. “Il dottor Oydo è un genio, ma purtroppo non ha ancora capito che la natura umana ha molti limiti e lui, come noi tutti, non può superarli. Quella sperimentazione nei test ha dato risultati contrastanti. E' vero, almeno in maniera teorica, che è capace di alterare le prestazioni fisiche e forse anche psichiche di un individuo, ma sono troppe le incognite. Per esempio i nervi. Non sappiamo in che modo quella corazza può agire sui nervi e sull'intero cervello umano. E il nostro dottor Oydo non sembra curarsene pare. Le vorrei chiedere solo una cortesia... diciamo da persone di scienza quali siamo e che fanno con coscienza il proprio lavoro... la prego, dimentichi ciò che ha visto ed udito... non vogliamo che la stampa ed il mondo accademico vengano a conoscenza di quella scoperta. Non ancora. C'è ancora molto lavoro da fare. Sono certo che lei comprende il senso delle mie parole, dottoressa.” |
Forse ero arrivata nel mio intento...presi per mano Josephine sorridendole e dandole fiducia..poteva essere una ottima occasione pure per lei..poi feci cenno a lei, Dean e Julien di seguirmi, entrammo in una boutique e dissi alla commessa che ci occorrevano dei vestiti sobri per andare al pranzo alla dimora dei Taddei...come dei tailleur eleganti con una sottogiacca particolare, scarpe eleganti e alte...davano eleganza e professionalità.
In breve trovammo ciò che ci occorreva e fummo pronte..."Bene" dissi a Dean sorridendo..."Ora possiamo subito andare alla meta". |
Così, Altea, Josephine e Dean si diressero verso il Palazzo dei Taddei.
Julien invece aveva preferito non andare. Attraversata la città, l'auto dei tre arrivò così davanti alla grande dimora dei ricchi industriali. Ma con loro sorpresa la trovarono completamente circondata da diverse auto di polizia. “Deve essere accaduto qualcosa...” disse Dean “... solo così può spiegarsi tutta questa polizia...” Dean allora con l'auto raggiunse una delle pattuglie che impedivano l'accesso. “Cosa accade, agente?” Chiese al poliziotto. “Non è possibile avvicinarsi al palazzo.” Fissandoli il poliziotto. “Un gruppo di terroristi ha minacciato di voler sequestrare l'amministratore delegato della Taddei Corporation. E in più ha chiesto un riscatto per non combinare casini in città.” “Per tutti i diavoli!” Esclamò Dean. “Ma non li guardate i telegiornali in tv?” Sorpreso il poliziotto. “Tutti ormai ne parlano!” |
Ci guardammo sgomenti...un riscatto? Terroristi?
In giro vi era confusione ma anche paura..."Ecco Josephine" le dissi sottovoce "questo è lo scoop che ci vorrebbe...devi riuscire a intervistare l'erede dè Taddei e scoprire come vorrà agire.." Poi mi rivolsi a Dean..."In questa confusione totale, se Voi riuscite a parlare con la polizia forse io e Josephine riusciamo a sgattaiolare nel palazzo e scoprire qualcosa, anche perchè la cosa mi spaventa non poco". Prendemmo una stradina che dava sul retro della dimora cercando una via di entrata, quando vidi una porta e un poliziotto e feci finta di sentirmi poco bene, facendo l'occhiolino a Josephine per farle intendere di farmi entrare perchè stavo svenendo per la tensione. |
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