Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 14-11-2013 20.56.44

Presi il foglio che Sara mi porgeva.
Lo guardai attentamente, trasalii.
Era.. era identico a quello di lady Silvia. Certo erano ritratti un ragazzino e un uomo, ma potevano essere la stessa persona.
E se?
Alzai lo sguardo verso Sara.
"Ma certo, glielo farò avere.. e farò del mio meglio perché vi venga restituito.. non dovrebbero esserci problemi.. Missani non me lo vieterà..".
Restai corrucciata, a guardare quel disegno, le parole di Mirabole mi tornarono in mente.
"Posso farvi una domanda indiscreta?" tentai "..io non sono di Sygma e non conosco i fatti di questa città ma.. questo vostro fratello.." indicando il disegno "..per caso, Simone Missani ha avuto una parte nella sua morte? Sapete, Mirabole l'ha accusato di aver causato la morte di qualcuno, e ora vuole liberare Francesco.. no, non franintendetemi, non vi sto accusando di nulla.. non credo che abbiate a che fare con lui.. è solo che, Missani non ha mai voluto rispondermi, sostiene di non avere nulla da nascondere.. ma sono certa che non è così..".
Sospirai, mi ero spinta troppo oltre.
"Vi chiedo scusa.. non volevo essere inopportuna.." sorrisi "..ma sono certa che quell'uomo non è immacolato come vuole farmi credere..".

Talia 14-11-2013 23.12.54

Ero rimasta a lungo immersa in quel bagno caldo, con il vapore che mi inumidiva i capelli e mi arrossava le guance... pensando.
Pensando a tante cose... al passato, al presente... pensando al pericolo che anche soltanto quei miei pensieri ponevano su una testa... sulla sua testa...
E non potevo non chiedermi perché...
perché era sempre stato tanto complicato...
perché era dovuto succedere tutto ciò che era accaduto...
Il bagno era caldissimo e presto quei miei pensieri si confusero in sogni, in ricordi, in rimpianti e desideri...
Quando infine mi decisi ad abbandonare quel bagno, a vestirmi e a scendere, mi fu detto che Jacopo era tornato e poi era di nuovo uscito, diretto al Palazzo di Giustizia, da Simone...
ma c'era fermento in casa...
un insolito fermento di cui non comprendevo il motivo...
finché, dopo richieste e insistenze, una domestica mi confidò di aver sentito dire di 'un intrepido duello avvenuto nottetempo tra il Padrone e il famigerato Mirabole'...
disse che al mercato non si parlava d'altro...
mi disse di non preoccuparmi però, perché 'il Padrone stava bene'...
a quelle parole trasalii...
Guisgard!
Era stato un pensiero incondizionato, istintivo: non potevo sapere che Mirabole fosse lui, ma lo sentivo... lo sentivo nel cuore come avevo sentito che Altafonte era lui...
Senza pensarci neanche un istante, dunque, corsi a cambiarmi e poi mi precipitai nelle stalle... sellai da sola, in fretta, un cavallo e balzai in sella.

Guisgard 15-11-2013 01.54.03

Velv ed i suoi avevano deciso come seguire l'avvenimento.
Ognuno prese così il proprio posto.
Elisabeth aveva scelto di stare di lato alla vettura.
La carrozza, con a bordo diversi soldati armati, lasciò Santa Felicita.
Il quadro, sempre avvolto nel suo telo, era stato posto nella vettura alla presenza del capitano Jacopo de' Gufoni.
L'uomo aveva infatti lasciato la sua residenza per raggiungere la chiesa.
Alla fine la carrozza partì, diretta verso il Palazzo Reale.
Nelle strade, sebbene chiuse in gran parte, si era riversata una folla nutrita ed incuriosita.
Nessuno infatti aveva mai visto quel quadro.
Solo i chierici.
E a fatica la vettura col prezioso carico si faceva strada in quel marasma generale.
Ad un certo punto, passato il ponte, la carrozza fu bloccata da un carro che si era infilato in uno dei vicoli chiusi.
“Ehi...” disse con rabbia il soldato che conduceva la carrozza alla vecchia che portava il carro “... non vedi che hai bloccato il passaggio? Togliti di là, vecchia! La strada era chiusa!”
Ma la vecchia appariva intontita da quella confusione e impiegò qualche minuto a rimettersi in marcia.
“Al diavolo!” Gridavano i soldati. “Libera la strada!”
Intanto la gente si era avvicinata alla carrozza e ci volle tutta la determinazione dei militari per allontanare quei curiosi.
Addirittura furono sparati vari colpi in aria, per allontanare i più testardi.
Alla fine, rimessasi in cammino la vecchia col suo carro puzzolente, la carrozza col quadro poté riprendere il suo cammino fino al Palazzo Reale.
Ma, arrivata a destinazione, una volta nel cortile del palazzo i militari si accorsero di qualcosa di sorprendente.
Il quadro non c'era più.
Al suo posto vi era solo il telo.
E davanti a quella scena, Jacopo de' Gufoni gridò tutta la sua rabbia.



Intanto la vecchia ed il suo carro maleodorante furono spinti da altri militari verso la periferia della città.
Tuttavia, per uscire del tutto dal centro abitato, occorreva passare un posto di blocco messo lì per controllare la situazione.
“Fermati, vecchia...” disse il sergente “... prima di lasciare la città dobbiamo controllare cosa porti in questo tuo letamaio.” E fece cenno ai suoi di controllare il carro.
“Eh...” scuotendo il capo la vecchia “... ci troverete solo dolore... il mio povero figliolo...”
“Cosa gli è capitato?” Chiese il sergente.
“Due grossi bubboni sotto le ascelle...” mormorò lei “... forse è la peste... la terribile Peste Nera... lo sto portando nel Santuario di Santa Zita... ma forse non arriveremo in tempo...”
“Maledizione!” Inveì il sergente. “Sei impazzita a portare qui quel tuo disgraziato figlio! Vuoi forse far scoppiare un'epidemia in città!” Cominciò a tossire e poi a sputare a terra. “Riparti con questo tuo fetido carro e non tornare mai più in città! Se ti rivedo giuro che ti faccio sparare addosso! E ora togliti dai piedi, vecchia megera!”
“Così disprezzate i derelitti, sergente?” Guardandolo la vecchia.
“Vattene o farò dare fuoco a te ed al tuo carro infetto!” Minacciò il sergente.
E la vecchia col suo carro lasciò definitivamente la città.
Qualche minuto dopo, un gruppo di soldati a cavallo raggiunse il posto di blocco.
“Chi comanda qui?” Chiese il capo del drappello.
“Io.” Facendosi avanti il sergente.
“Da qui dovrebbe passare una vecchia con un carro.” Spiegò il militare a cavallo. “Fermatela. Intesi?”
“Una vecchia?” Ripetè il sergente. “In verità è già passata... poco fa...”
“E l'avete lasciata andare?”
“Beh...” balbettando il sergente “... aveva dietro il suo figliolo malato... volevate che mi buscassi la peste?”
“Volevo solo che usassi la testa, grosso idiota!” Urlò il militare a cavallo. “Quella vecchia, mio caro signor sergente, era quel ladro, Mirabole!”
“Che io sia dannato!” Esclamò il sergente.
“Già!” Annuì il militare a cavallo. “E aveva con sé il quadro!”
“Diavoli dell'Inferno!” Incredulo il sergente.
“Avanti, alzate la sbarra e fateci passare!” Ordinò il militare a cavallo.
Il sergente fece alzare la sbarra e quei soldati galopparono via, all'inseguimento della vecchia.
La raggiunsero poco dopo.
“Sembra sia andato tutto bene, capo...” disse il capo dei militari alla vecchia.
Quella annuì.
“Prendete il quadro” ordinò poi lei a quelli “e portatatelo nel posto stabilito.” E restò a fissarli con i suoi enigmatici ed impenetrabili occhi chiari mentre i falsi soldati si allontanavano.
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Guisgard 15-11-2013 02.07.12

“Voi...” disse Sara fissando Clio con rabbia “... cos'altro volete da noi? Perchè continuate a tormentarci?”
“Sarà meglio andare ora, Clio...” mormorò Roberto, prendendo la mano della sua finta cugina.
“Aspettate...” all'improvviso Riano “... non so cosa vogliate scoprire... comunque si...” annuì “... Simone Missani accertò la morte del nobile di Castelflorenzio... e fu lui a firmare l'ordine di arresto per quel mio figlio adottivo... egli si professò innocente ma ebbe il torto di fuggire... allora Missani incaricò il capitano de' Gufoni di inseguirlo... e durante quella fuga, raccontarono poi le autorità, mio figlio restò ucciso... poco dopo quella storia, sia Missani che il capitano videro le loro carriere giungere all'apice...”
“Lo accusarono di aver una relazione con la moglie di Castelflorenzio” intervenne Sara “e di aver poi ucciso per questo quel nobile... ma è falso! Lui non era un assassino!”
Ma proprio in quel momento dalle strade cominciarono ad udirsi delle grida.
C'era gente che correva in strada urlando.
“Hanno rubato il quadro!” Gridava qualcuno.
“E' stato Mirabole!” Urlava qualcun altro.

Guisgard 15-11-2013 02.14.25

“Credo” disse Ermiano ad Altea “che il cavaliere fosse solo pensieroso per i suoi affari.” Guardò poi per un momento dalla finestra che dava sulla strada. “Si, lo penso anche io...” aggiunse poi “... avrebbe bisogno di una donna al suo fianco...”
Altea lasciò la stanza e andò a farsi un bagno caldo.
Poi ritornò nella sala delle corazze, riprendendo ad osservare le armature e tutti gli oggetti che abbellivano quell'ambiente.
Ma qualche istante dopo sentì giungere dalla strada grida e schiamazzi.
Come se una folla confusa e rumorosa si fosse riversata nelle vie cittadine.
“Hanno rubato il quadro!” Gridava qualcuno.
“E' stato Mirabole!” Urlava qualcun altro. “Ci è riuscito davvero!”

Guisgard 15-11-2013 02.38.26

Talia, così, sellato quel cavallo, lasciò il palazzo galoppando via.
Si lanciò in una corsa frenetica e cieca, lasciando quasi al cavallo il compito di condurla via da quella casa e dai suoi timori.
E mentre cavalcava, rivide immagini e frammenti di episodi passati.

Lui restò in silenzio all'improvviso.
La fissò e poi si avvicinò con la bocca agli occhi di lei.
Chiusero gli occhi insieme, fu un istante.
Un istante nel quale Talia non si rese più conto di nulla.
Poi solo il calore delle sue labbra sulla bocca di lei.
Fu un bacio che sembrò durare un momento infinito.
Quelle labbra che cercavano quelle di lei.
Il suo sapore, il suo profumo.
Poi la ragazza aprì gli occhi di colpo e lo schiaffeggiò.
Ma il sapore di lui sulle labbra di lei restò a lungo...

All'improvviso delle grida la destarono da quei ricordi.
Per le strade vi era fermento e confusione.
La folla urlava come impazzita.
“Hanno rubato il quadro...” disse qualcuno “... hanno rubato il quadro!”
“E' stato Mirabole!” Gridò qualcun altro. “Quel ladro ci è riuscito davvero!”

Parsifal25 15-11-2013 10.41.40

L'ardire del mio caro amico Emin portava in se tutta la vivacità dell'apprendista cavaliere......ricordava me nel periodo in cui viaggiavo e studiavo come novizio presso il Gran Maestro Carandil......sorrisi malinconicamente.

"Caro amico, nell'intraprendere un'impresa non bisogna mai puntare alla sola fama, ma bensi' tutto ciò che questa avventura ha da offrirti: il semplice ringraziamento di un mendicante, la cattura della famigerata preda e i profondi mutamenti della tua essenza, forgieranno il tuo animus. Ogni piccolo passo, azione e scelta che compirai' sarà il tuo tracciato verso il tuo esser cavaliere." Gli posi la mano in spalla e dissi:

"Beh.....credo che dovrò rimandare il mio meritato riposino e la calorosa passione che solo le fanciulle di codesto reame possono offrirti. Che didsetta!! Hai una cena da pagarmi " e risi flagorosamente.

Clio 15-11-2013 13.43.00

Abbassai lo sguardo a quelle parole di Sara.
Aveva ragione.
Sentii la mano di Roberto sulla mia, e quel lieve contatto mi rassicurò: non ero sola, lui era lì con me.
Ascoltai Riano con attenzione.
Sì, era sicuramente quello a cui si riferiva Mirabole.
"Vi ringrazio.. Davvero.." Sussurrai.
Poi, la folla, il chiasso, mi distrassero.
"Che ingenui.." Proruppi "...era ovvio che l'avrebbe rubato adesso.. Che cosa si aspettavano?".
Scossi la testa.
Ora l'insieme delle cose cominciava ad avere un senso.
Non era una guerra, ma una vendetta, contro Jacopo e Simone.
Si ma... Chi?
Se il fratello di Francesco fosse sopravvissuto, sarebbe in cima alla lista.
Ma è morto!
Forse qualcuno che gli voleva bene?
Non c'erano altri fratelli.. Forse un amico?
Una cosa era certa: dietro quella morte c'era la chiave!
Posai lo sguardo sul disegno che tenevo tra le mani.
Eppure.. Era così somigliante!
Così somigliante a quell'uomo così particolare, eccetrico, di cui nessuno sapeva nulla.. Quell'uomo che, a sua volta, somigliava a lui.. A Mirabole!
Solo a pensarlo era una pazzia..
E se non fosse morto?
Impossibile! Anche se fosse, è stato Simone ad accertarne la morte, se avesse mentito lo saprebbe.
E allora capirebbe a cosa si riferisce Mirabole, di cosa lo accusa.
Certo, a meno che non si sia solo sbagliato.
Ma non mi sembrava possibile.
E poi, i morti si seppelliscono, non ci si può sbagliare!
Forse al momento, negli ultimi istanti.
Ma poi, un morto è un morto!
Trasalii: stavo davvero facendo un simile ragionamento?
Ma per quanto assurdo, sembravano logico.
Poi, scossi la testa.
Allora perché non lo avevano riconosciuto?
Ricordai la scenata di Francesco al ballo degli Accio.
Non era stato proprio Altaforte a salvarlo da Jacopo?
Insomma, era suo fratello, l'avrebbe riconosciuto.
Però lui l'aveva difeso..
Cominciava ad essere tutto molto complicato.
"Andiamo a casa, Roberto.." Dissi al mio finto cugino "Ho bisogno di riordinare le idee...".

Altea 15-11-2013 15.11.31

Stavo osservando la stanza quando come un temporale improvviso udii quelle parole da fuori..il quadro..Mirabole era riuscito nel suo intento.
Corsi giù per le scale.."Ermiano..dove siete..hanno rubato il Verziere..ma il vostro padrone lo saprà? "

elisabeth 15-11-2013 16.18.46

Quanta gente per strada...la meraviglia stava passando attraverso la povera gente....ognuno voleva vedere....magari toccarla, ma i soldati erano tanti sino a quando il drappello si fermo'...non riuscivo a vedere Velv .....ma una vecchia donna ostruiva il passaggio, guarda un po'....proprio in quel momento si veniva a trovare la vecchina disturbatrice...i soldati urlavano e imprecavano di togliersi di mezzo...e lei poverina con occhi......i suoi occhi....erano così vivi rispetto alla sua età.......Velv aveva detto che ci interessava prendere il ladro...decisi nella confusione....di infilarmi all' interno del carro...e quando questo riprese a camminare realizzai che ero sola.........le parti laterali non erano chiuse......ma nessun odore di carne putrida mi arrivava.......sino a quando non lo toccai...era una tela...il quadro, Velv aveva ragione ..lo avrebbe rubato in quel momento e non in Chiesa o a Palazzo Reale.........mi batteva forte il cuore......il carro fu fermato dai soldati.......mi misi infondo al carro e mi coprii con del vecchio tessuto....fu fermato il carro dai Soldati e la vecchina...dolcissima vecchina disse di trasportare il figlio malato di di peste.......e figurarsi....scapparono via, e proseguimmo per non so dove, passo' del tempo fino a quando il carro non si fermo' di nuovo.......tutte voci maschili, dovevano portare via il quadro, mi ero fatta piccolissima.....ma erano soldati....come poteva essere.....lo stavano portando dove ?.....accidenti come avrei fatto ad andargli dietro...una volta che uscirono il quadro dal carro.....alzai un pezzo del telone per seguire con lo sguardo...qual'era la direzione........speravo solo che nessuno controllasse il quadro.........evitai anche di respirare....

Guisgard 15-11-2013 19.10.56

Così, Roberto riportò Clio a casa.
La via del ritorno fu tutt'altro che semplice.
Ovunque c'era fracasso, disordine.
La gente urlava, rideva.
In ogni dove si intravedevano uno o due soldati, con le loro giubbe blu, in mezzo al marasma di popolani che si accalcavano quasi l'uno sull'altro.
Molti corsero verso il Palazzo Reale, ben custodito dalle guardie reali, altri in direzione di Santa Felicita.
La chiesa tuttavia era stata chiusa per ordine delle autorità.
A nulla erano valse le proteste di Padre Roberio.
Alla fine Clio e Roberto riuscirono ad arrivare alla dimora dei Fiosari.
“Sembra che la città sia impazzita...” disse Roberto “... assurdo... per il popolo ogni scusa è buona per gridare alla rivolta ed alla rivoluzione...”
In quel momento giunse Selenia.
“Meglio non uscire di casa oggi...” fece Roberto.
“Io sono appena tornata.” Mormorò lei. “Volevo vedere il quadro mentre veniva portato al Palazzo Reale... ma poi...”
“Già, poi quel Mirabole è riuscito a farcela!” Esclamò Roberto. “A farla in barba a tutti!”
“No, caro...” scuotendo il capo Selenia “... si dice che non sia stato Mirabole a rubarlo...”
“Come sarebbe a dire?” Fissandola Roberto.
“Si, pare che quel ladro sia stato ferito dal capitano de' Gufoni...” rispose la donna “... non può essere stato lui...”
“E chi altri?”
“Le autorità dicono che qualcuno abbia approfittato della confusione e dell'attenzione posta verso Mirabole per rubare il quadro...”
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Guisgard 15-11-2013 19.35.15

Altea corse per le scale, fino ad intravedere Ermiano fermo davanti ad una finestra.
“Si, milady...” annuì il servitore “... ho sentito anche io... pare che siano riusciti a rubarlo... Sua Signoria? Perchè dovrebbe saperlo? Non so... immagino sia preso dai suoi affari... forse è fuori città... ma di sicuro apprenderà questa notizia appena vi farà ritorno...” sorrise “... ma dubito a lui possa interessare la cosa... egli non è di Sygma e le vicende di quel quadro riguardano solo la gente del posto...”
In quel momento arrivò il Colonnello Antoine.
“Per mille borghesi arricchiti!” Esclamò. “Mi sono svegliato poco fa e ho udito il fracasso che giunge dalle strade! Cosa accade, Ermiano? Forse gli Indù si sono decisi a ribellarsi al governo Inglese? Eh, era ora!” Si voltò verso Altea. “Oh, perdonatemi, mia cara... non vi avevo vista... anche voi siete stata svegliata dal baccano che fanno gli indigeni? Purtroppo l'ordine in questa parte del mondo è assai turbolento.”

Guisgard 15-11-2013 19.44.29

“Certo...” disse annuendo Emin a Parsifal “... con piacere!” I due vecchi compagni allora si recarono in una locanda e qui si fecero servire un degno pasto.
“Locandiere...” fece Emin “... lo vedi questo cavaliere?” Indicando Parsifal. “Egli è il mio più caro amico! Ne abbiamo passate tante insieme e molte delle cose che so sono frutto del suo insegnamento! Egli era il primo del corso durante l'apprendistato! Dunque, caro locandiere, servirai a noi un pasto degno della fama e del valore che oggi siedono al tuo tavolo. Intesi?”
“Certo, messeri!” Sorrise il locandiere. “Mia moglie ha appena preparato uno squisito sformato di verdure. Sapete, lei è famosa per tale piatto.”
“Ottimo!” Esclamò Emin. “E aggiungici anche due monumentali cosciotti di tacchino! E poi frutta, tanta e fresca, insieme ad una buona brocca del tuo vino migliore per innaffiare il tutto!”
“Sarà fatto, miei signori!” Disse il locandiere per poi andare.
“Massi, voglio godermi la vita!” Emin a Parsifal. “Se Dio vorrà, presto sarò ricco. E spero lo sarai anche tu... la ricompensa per catturare quel ladro non è niente male!” Facendogli l'occhiolino.

Clio 15-11-2013 19.56.13

Chiusi gli occhi, per nascondere il dolore che quelle parole di Roberto suscitavano in me.
Rivolta... Rivoluzione..
"Roberto, per favore.." sussurrai appena, con voce tremante.
L'arrivo di Selenia, mi interruppe e la ascoltai attentamente.
"Interessante.." mormorai "E se fosse stato proprio Mirabole a mettere in giro questa voce, per allontanare i sospetti? E' vero, ha la faccia segnata.. ma è anche vero che pochissimi conoscono il suo volto.. e a quanto pare nessuno l'ha visto, quindi può benissimo averlo rubato lui.. L'ha senz'altro rubato lui.. certo, era il momento migliore per chiunque.. ma ha un significato preciso per lui.." sorrisi "..vedremo se sarà così abile anche domani.." sussurrai.
Mi voltai verso Roberto.
"A proposito..." mostrandogli il disegno che mi aveva consegnato Sara "..ti ricorda niente questo viso?".

Guisgard 15-11-2013 19.56.46

Elisabeth rimase lì, in silenzio.
Respirava appena per non farsi scoprire.
Il suo respiro divenne davvero quasi impercettibile.
Forse per prudenza, o forse solo per paura.
Restò così per un tempo che parve infinito.
Poi sentì arrivare dei cavalli.
Poco dopo udì delle voci.
“Padrone...” disse una voce dall'inconfondibile accento arabo “... tutto bene?”
“Si...” rispose un'altra voce, mentre saltava giù dal carro “... la mia carrozza?”
“Eccola, padrone.”
E infatti Elisabeth sentì l'avvicinarsi di una vettura.
“Finalmente...” mormorò la seconda voce “... non ne posso più di questo trucco...”
“Cosa ne facciamo del carro, padrone?” Chiese la voce araba.
“Lo lasceremo qui... dobbiamo pur lasciare un ricordo al caro capitano ed ai suoi scagnozzi...” rise “... anzi, come trofeo da portare al suo re, visto che il quadro è ormai perduto, gli farò dono anche della parrucca da vecchia...” e la lanciò dove si sedeva il conducente del carro “... andiamo via... di sicuro avranno scoperto il nostro inganno... tra breve giungeranno...”
E sia la carrozza che i cavalli andarono via.
Dopo un po' Elisabeth, sempre nel carro, udì l'arrivo di altri cavalli.
“Ecco il carro!” Gridò qualcuno.
Lo circondarono e cominciarono a perquisirlo.
Erano soldati.
E uno di loro, entrando nel carro, scoprì Elisabeth che se ne stava rintanata.
“Sergente! Qui c'è qualcuno! E' una donna!” E prendendola di peso la portò fuori, gettandola ai piedi del suo superiore.

elisabeth 15-11-2013 20.24.51

Avevo una paura sconfinata.......ero attenta a d ogni rumore sino a quando non sentii un uomo...non parlava la mia lingua..parlava con accento arabo....e poi rispose il padrone.....ed infine il rumore della carrozza, ma nessuno dei due diede accenno al luogo dove stavano andando...e per dire la verità ebbi la paura che dessero fuoco al carro.....I soldati....certo ci stavano cercando....e il rumore della carrozza con i due malviventi si udi' lontano.....e i Soldati...arrivarono al carro e siccome nel carro cera poco da nascondersi qualcuno mi trovò e con molta poca cortesia mi prelevò gettandomi ai piedi del Sergente.....mi alzai da terra, ripulendomi i vestiti dalla polvere.." La galanteria non in uso dalle vostre parti a quanto vedo........e poi non ho nulla a che vedere con questa storia.......mi sono nascosta all'interno del carro per avere un passaggio e mi hanno lasciata qui.....avete bisogno di altro ?....".....

Altea 15-11-2013 21.21.35

Annuii con la testa..."Avete ragione...il Cavaliere di Altafonte, come avete detto è di Capomazda".
E proprio in quel momento arrivò il Colonnello Antoine, lievemente sorrisi alle sue parole.."Oh milord, voi allora non avete simpatia per gli inglesi...allora aspettatemi qui e vado a controllare che sta succedendo":
Feci un lieve cenno di intesa ad Ermiano, uscii dalla dimora, la confusione vi era ovunque..finchè fermai un uomo.."Messere, potete spiegarmi che è successo? Il quadro è stato rubato ho sentito".

Talia 16-11-2013 00.14.00

Tirai forte le briglie ed il cavallo si impennò, per poi fermarsi...
quelle grida...
il quadro era stato rubato...
rubato da Mirabole...
e del ladro che ne era stato?
Era fuggito?
Dov'era ora?
Ero giunta vicino alla porta della città e guardai fuori, verso le colline... una parte di me voleva fuggire là, verso la cappella di San Michele...
l'altra parte voleva sapere cosa era successo...
Esitai.
Dov'era Guisgard?
Perché inscenare tutta quella farsa?
Solo per il quadro?
No... non aveva senso...
Ma, allora, perché?
Esitai solo per qualche altro minuto...
oltre lui, pensavo, qualcun altro conosceva la risposta...
oltre lui, qualcun altro era stato presente a Castelflorenzio quella notte di tanto anni prima...
In fretta, prima di ripensarci, girai il cavallo e ripresi a galoppare, questa bella verso il Palazzo di Giustizia: Jacopo mi doveva una spiegazione! Questa volta me l'avrebbe data!

Parsifal25 16-11-2013 11.39.23

Neanche il tempo di dirigerci ai cavalli che Emin, subito mi trascinò in locanda per saldare il debito che aveva contratto. Risi di cuore......non pensavo che lo avrebbe fatto sul serio.Ci ritrovammo come i vecchi tempi, seduti allo stesso tavolo a ridere e scherzare rivangando i tempi che furono presso l'Accademia. Mi riempi di complimenti, dinanzi al locandiere " devo ammetterlo, mi trovavo in imbarazzo. Non ero poi cosi' bravo......" e mi grattai' il capo. Fra una pietanza e l'altra, Emin mi raccontò di questa taglia che pendeva sul famigerato ladro e di come fosse stato bello recuperarla. Lo guardai' in viso e gli chiesi: " Allora.....Emin che sappiamo di questo ladro? Come mai è cosi' famoso? Quanti indizi abbiamo a disposizione." Sorseggiando un bel bicchierone di acqua di fonte.

Guisgard 16-11-2013 16.37.01

“Beh...” disse Emin a Parsifal “... di lui si sa poco... il nome, Mirabole... che è di pronuncia francese... poi che ruba solo opere legate in qualche modo alla Chiesa... perlopiù quando minacciate di finire nelle collezioni pubbliche di qualche nobile o di qualche sovrano... pare infatti che veda di cattivo occhio la confisca dei beni ecclesiastici... per questo molti sospettano che possa essere legato ai chierici o addirittura essere lui stesso un chierico...” sorseggiò un po' di vino “... è un ladro atipico... infatti annuncia ogni suo prossimo furto con un biglietto ed usa ogni volta un fiore diverso per firmarsi... ora la sua prossima impresa, diciamo così, pare sia un famoso quadro che si trova in una chiesa nel regno di Sygma... e anche in questo caso, l'opera d'arte in questione, fa parte dei beni ecclesiastici... e anche stavolta un re ha deciso di confiscarla... ora però non ricordo il titolo di quel quadro...”
“Il Verziere Fiesolano...” all'improvviso una voce da un tavolo vicino.
“Come dite?” Voltandosi verso quella voce Emin.
“Il quadro...” disse quella voce “... è intitolato Verziere Fiesolano” era un monaco domenicano “e non è un semplice quadro...”

Guisgard 16-11-2013 16.43.34

“La galanteria” disse il sergente ad Elisabeth “è in uso solo con le persone oneste e non certo per le ladre! Questo è il carro con cui molto probabilmente hanno portato via il quadro e non certo un mezzo con cui dare passaggi a dame!” Urlò. “Ora voglio sapere la verità, chiaro? Se il quadro non sarà ritrovato, qualche testa cadrà e non sarà certo la mia! Dunque se ci tieni alla testa, allora raccontaci tutto! E cerca di essere molto convincente, donna!”

Guisgard 16-11-2013 16.55.52

Roberto guardò il disegno che Clio gli porgeva.
“Così, a primo impatto...” disse “... no, nulla di particolare... un ragazzo normale... nulla di che, direi...”
“Che disegno è?” Avvicinandosi Selenia. “Oh, che curioso...” guardando poi il disegno.
“Cosa?” Chiese Roberto a sua moglie.
“Mi ricorda qualcuno...” fece lei “... si, non so... forse gli occhi direi... qualcuno, ma non rammento chi... chi è?”
“Il figlio di de' Binardi.” Rispose Roberto.
“Ah, ecco...” annuì Selenia “... allora somiglierà a suo padre...”
“No...” scuotendo il capo Roberto “... è figlio adottivo...”

Guisgard 16-11-2013 17.01.06

“Si, milady...” disse l'uomo ad Altea “... è stato rubato mentre lo portavano al Palazzo Reale... non si sa come abbiano fatto, c'erano soldati ovunque...” scosse il capo “... ora qualcuno dice che è stato quel ladro, Mirabole... altri invece che è stato qualcun altro... fatto sta che il quadro sembra perduto ormai...”
Intanto continuava il clamore per le strade.
E voltandosi verso la strada che dava sul palazzo dei Castelflorenzio, Altea si accorse che tutte le porte erano chiuse.
Come se fosse disabitato.
Nonostante Irene lasciasse sempre le finestre aperte per far entrare la luce.

Guisgard 16-11-2013 17.15.43

Talia si diresse così verso il Palazzo di Giustizia.
Galoppava rapida per una stradina secondaria, evitando così la confusione che invece regnava nel cuore della città.
E poco dopo arrivò al palazzo dove si amministrava la giustizia.
I soldati di guardia la riconobbero e subito la fecero entrare.
Fu così condotta in una saletta.
“Milady, il capitano arriverà subito...” disse un militare, per poi lasciarla sola.
E dal corridoio, poco dopo, Talia cominciò ad udire delle voci.
E una era di Jacopo.
“Avete trovato il carro di quella vecchia?” Chiese ai suoi.
“Non abbiamo ancora notizie certe. Ma non ci sfuggirà.” Rispose un soldato.
“Dovete cercare un uomo con una cicatrice sul volto...” tuonò Jacopo “... sono certo che ci sarà stato lui su quel carro... lo voglio!”
“E se fosse morto?” Intervenne Simone Missani. “Se fosse morto nel fiume dopo essere stato ferito da voi?”
“Allora troveremo il suo corpo!” Replicò Jacopo.
Ci fu poi un attimo di silenzio.
Jacopo allora entrò nella stanza dove si trovava Talia ad attenderlo.
“Talia...” fece lui “... come mai sei qui? C'è il caos in città... era meglio restare a casa per te...”
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elisabeth 16-11-2013 19.03.47

Ero nei guai sino al collo avrei raccontato ogni cosa di quello che avevo udito e il poco che avevo visto,ma come raccontare il perché ero in quel carro?.....Velv me lo aveva detto che mi sarei cacciata nei guai !! " Mi state accusando solo perché mi avete trovata all'interno del carro ma dove avrei il quadro? E se avessi dei compari,per loro sarebbe stato meglio far di me un cadavere e non una testimone.Avevo chiesto all'anziana signora un passaggio prima che questa bloccasse la strada alla carrozza......allora ho deciso di prendermelo lo stesso...mi sono infilata nel carro.....una volta finito il caos e rimettendosi in moto il carro....mi sono accorta del quadro....a quel punto mi sono nascosta tra la roba sporca....se volete sapere come stanno le cose,alcuni soldati,quelli che sono tornati indietro erano fasulli...e poi c'era un uomo dall'accento arabo che ha parlato con la vecchia del carro che nella realtà era un uomo e Che se la rideva per essersi preso gioco di voi tutti....comunque la carrozza è andata fuori Sygma o almeno così mi sembra di aver visto....non so altro...."....Adesso si che avevo paura.....non mi avrebbero mai creduta...perché avrebbero dovuto farlo......

Parsifal25 17-11-2013 14.40.43

"Un ladro atipico......che potrebbe esser un chierico......sembra quasi....una favola" pensai' sorpreso. Emin descrisse in meglio il modo di agire del nostro ladro.....o meglio.....Malibore.

Aveva un suo codice e un suo modo di presentarsi alquanto pittoresco e carico di ermeneutica: "firmarsi con il linguaggio dei fiori". Rimasia riflettere per un pò, finché Emin non mi delucidò sulla prossima mossa che avrebbe fatto......trafugare, "il Verziere Orlesiano" presso il regno di Sygma.....le voci che circolano son quelle di un semplice quadro mistico, ma qualcosa di più profondo.....almeno era ciò che disse un monaco domenicano a pochi passi da noi.....

Altea 17-11-2013 14.48.35

Dopo aver ascoltato l'uomo rimasi in mezzo alla strada e istintivamente mi voltai verso Castelflorenzio...tutto era chiuso, quella casa ora sembra disabitata.
E se fosse stato Azable a rubare il quadro?...ma come faceva ad aver messo in scena quel quadretto nel Palazzo.
Rientrai...faceva piuttosto freddo o forse era il mio stato d'animo irrequieto..."Vi prego, Ermiano, vado in camera mia...portatemi del bel the caldo..sento freddo."
Mi stesi sul letto guardando il soffitto...ma che coincidenze strane..Altafonte doveva proteggermi da Azable e invece mi aveva fatto vivere dove vi era una sorta di suo quartier generale..e perchè poi proprio me...il quadro, le allucinazione, il fatto della collana. Perchè sfruttare me? E perchè Altafonte non aveva mai creduto alle mie parole, invece di indagare dava colpa alla mia suggestione, alla mia paura...avremmo parlato la sera, quando mi promise quella camminata..e mi avrebbe dovuto dire chi era e la sua storia.

Guisgard 18-11-2013 01.50.03

Capitolo XII: Ladri a Sygma


“<<Avete torto a dire così, signore,>> disse l'abate <<perchè fra qualche istante sarò per voi una prova di quanto asserisco>>.”

(Alexandre Dumas, Il Conte di Montescristo)


Padre Roberio se ne stava nella sacristia, camminando nervosamente avanti e indietro.
Il quadro era stato portato via e la chiusa chiusa.
Si sentiva impotente e la rabbia cresceva forte in lui per tutta quella assurda situazione.
Ad un tratto però qualcosa attirò la sua attenzione.
Un rumore sordo proveniente dalla navata.
“Chi...” disse accostandosi alla porta che dava sul presbiterio “... chi c'è là?”
Un momento di silenzio e poi un ombra si mosse.
“Chi c'è?” Chiamò il sacerdote.
“Rammento” all'improvviso una voce “quando alla fine di ogni messa, prima di concederci la Benedizione, elencavate gli annunci della settimana...” rise appena, per poi uscire dall'incerta penombra “... è rimasto tutto come allora qui...” mostrandosi al prete.
“Chi siete?” Domandò Padre Roberio.
“Alla destra dell'altare” disse l'uomo emerso dalla penombra “il Crocifisso davanti al quale mi inginocchiavo a pregare dopo l'Eucaristia... e a sinistra la Vergine Maria...” fissando il prete con i suoi occhi azzurri “... quando Ulisse tornò a casa, solo la sua vecchia servitrice lo riconobbe... a causa di una ferita... anche io ne ho molte... dentro... ed una fuori...” sfiorandosi il volto segnato da una cicatrice “... neanche voi riconoscete Ulisse ritornato? O forse dovrei dire il figliol prodigo...”
“Quegli occhi...” mormorò il prete “... e quella voce... chi siete?”
L'uomo non rispose nulla e posò sul tavolo della sacristia un sacchetto, dal quale fuoriuscirono pietre preziose di enorme valore.
“Ciascuna di queste vale un quarto di milione, Padre...” fece lui “... per ricompensarvi delle offerte non raccolte a causa della chiusura della chiesa...” sorrise al chierico.
“Non comprendo...”
“Padre... davvero non mi riconoscete?”
Il sacerdote lo fissò a lungo.
“Durante la festa del vino” aggiunse l'altro “mi nascondevo sotto le tavole per prendere di nascosto un po' d'uva... e voi che mi sgridavate ogni volta...”
“Bontà Divina...” sgranando gli occhi il prete “... tu... tu... sei tu, Guisgard?”
“Padre Roberio...”
I due si strinsero in un tenero abbraccio.
“Ma tutti ti credevano morto...” tornando a fissarlo il prete “... cosa ti è successo?” Gli toccò la cicatrice. “E questa?” Guardò poi le pietre preziose sul tavolo. “E quelle da dove provengono?”
“Padre, vorrei spiegarvi tante cose, ma ora non ho molto tempo...” mormorò Guisgard “... vi basti solo sapere che il quadro è al sicuro...”
“Il quadro?” Ripetè il sacerdote.
“Si...” annuì sorridendo Guisgard.
“Sei tu...” incredulo il prete “... Mirabole!”
“Si.” Sorridendo ancora Guisgard.
“Allora riprenditi le tue pietre preziose!” Esclamò il prete. “Sono frutto di furti e rapine!”
“No, padre...” scuotendo il capo lui “... sono un pegno della Fortuna che mi abbandonò anni fa... sono il mezzo con cui mi vendicherò dei miei nemici... ho pagato ciascuna di queste pietre con dolore e solitudine... e ora saranno della chiesa queste pietre.”
“Ti stanno cercando.” Lo avvertì il prete. “Cercano un uomo con una cicatrice sul volto.”
“Lo so.”
“Cosa farai allora?”
“Non temete.” Cercò di tranquillizzarlo lui. “Saprò cavarmela.”
“Nessun altro ti ha riconosciuto?”
“Forse...” sussurrò Guisgard “... ma ora devo andare, padre...” si inginocchiò “... beneditemi, vi prego... come quando venivo qui a sentire la messa...”
“Possa Colui che vegliò sulla fuga di Davide” segnandolo Padre Roberio “posare la Sua protettrice su di te, figlio mio... ti benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo... Amen.”
Guisgard si alzò e lo abbracciò ancora.
Lo fissò ancora una volta e poi svanì in quella stessa penombra da dove era emerso.
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Intanto, a Palazzo Lorena, Altea era tornata nella sua stanza.
Poco dopo giunse Ermiano con un tè caldo per lei.
L'uomo però appariva inquieto, nervoso.
Di tanto in tanto guardava verso la finestra e poi l'ora sull'orologio a pendolo.
Qualcosa lo preoccupava.
Ed ogni istante sembrava affliggerlo di più.
“Ecco il vostro tè, milady...” disse porgendo alla dama una tazza di porcellana “... zollette? O preferito del latte? Vi ho portato anche dei pasticcini al burro...”

Guisgard 18-11-2013 01.57.33

Emin fissò prima quel domenicano, poi Parsifal e e di nuovo quel chierico.
“Perchè” disse a questi “dite che non si tratta di un semplice quadro?”
“Perchè il Verziere Fiesolano” rispose il domenicano “è come una mappa... anzi, un codice per essere più precisi...”
“Un codice?” Ripetè Emin.
“Si...” annuì il chierico “... un codice in cui è stato racchiuso un segreto millenario...”
“Non comprendo...” fece Emin.
“Quel quadro” fissandoli il domenicano “racchiude un segreto...”
“Quale?”
“Il luogo in cui si trova il leggendario Fiore Azzurro...”
A quelle parole del religioso, Emin si voltò a guardare Parsifal.

Guisgard 18-11-2013 02.10.47

Il sergente ascoltò ogni parola di Elisabeth e alla fine restò a fissarla con aria sospettosa.
“Vedremo” disse poi “se questa tua storia convincerà il viceprocuratore... portatela via!” Ordinò ai suoi.
La caricarono così su un cavallo, con i polsi legati e la condussero fino al Palazzo di Giustizia.
Qui fu rinchiusa in una cella in attesa di essere portata davanti al viceprocuratore.
“Cosa hai fatto?” All'improvviso una voce alle sue spalle. “Hai rubato? O forse ucciso?” Era una mendicante anch'ella incarcerata. “Beh, qualsiasi sia il tuo reato, perdi ogni speranza... qui non vi è giustizia...”

Altea 18-11-2013 14.39.03

Osservavo Ermiano mentre versavo il latte nel the e assaggiavo i biscotti.."Che succede Ermiano vi vedo nervoso..il vostro padrone tarda a tornare o avete un appuntamento? "

Clio 18-11-2013 14.43.21

"Davvero?" Chiesi a Roberto, stupita "..A me ricorda moltissimo il quadro che stava dipingendo Lady Silvia.. Il ritratto del Cavaliere di Altaforte..." Sorrisi "Com'è possibile che, in un modo o nell'altro salta sempre fuori?".
Mi voltai verso Selenia "Si, quello morto anni fa.. Io non conoscevo questa storia, naturalmente... Ricordo con quanta rabbia Francesco ricordasse l'accaduto..".
Trasalii.
"Francesco!" Esclamai, voltandomi verso Roberto "perché non mi hai detto niente? Verrà giustiziato domani, devo andare a portargli il ritratto!".
Lo fissai a lungo negli occhi, cercando il suo appoggio.
"L'ho promesso a sua sorella.." Dissi, dolcemente "..e io so quanto può essere straziante avere un fratello in prigione, in attesa del capestro! Mi accompagnerai? Oppure fa sellare Ercole, che è troppo tranquillo ultimamente e andrò da sola..".

elisabeth 18-11-2013 15.59.24

Ero arrabbiata con me stessa.....non ascoltavo mai i buoni consigli.....non avevo fatto niente, Velv me lo aveva detto ...a forza di fare a testa mia sarei finita in prigione..........non ero mai andata a cavallo con le mani legate, e non ero mai passata tra la gente come una Ladra......mi vergognavo sino alla punta dei capelli, avevo il capo chino, come se fossi responsabile di quel reato.....e invece eccomi li....portata dentro alle prigioni ......davanti alla mia cella...mi tolsero i legacci ai posi emi ci gettarono dentro........mi alzai e andai correndo alle sbarre..." Dite al Sergente che non ho fatto nulla...sono innocente...e state lasciando scappare il ladro per arrestare me..."...urlavo....ma sentivo solo squallide risate....una voce alle miei spalle.....mi fece un sacco di domande....." Io non ho rubato e non ho ucciso.....ci sono finita per sbaglio in questo sudicio posto.......e spero che voi vi sbagliate......"....quando i miei occhi furono pronti a penetrare le pareti del buio....vidi una donna .....era lì chissà da quanto tempo........era sucida....e i suoi capelli sembravano covi per bestie infette......ma i suoi occhi erano vivi e brillavano come pietre preziose...mi allontanai di istinto sedendomi su una panca di legno..." E Voi...perché siete qui ?..."

Talia 18-11-2013 19.04.11

Quelle voci appena fuori della porta giunsero chiare fino a me...
riconobbi quella di Jacopo e quella di Missani, l’altra forse era di un soldato...
poco dopo Jacopo entrò nella stanza in cui ero stata accompagnata.
Rimasi in silenzio nel vederlo entrare ed alla sua domanda non risposi...
lo scrutavo.
“Si, c’è caos in città...” mormorai, dopo lunghi minuti “Caos perché, si dice, quel quadro è stato infine rubato... è così? Si dice anche che tu abbia trovato l’uomo che cercavi e che tu lo abbia affrontato... lo hai ferito?”
Tacqui e lo fissai...
ferito alla guancia aveva detto Simone, pensai...
I miei occhi continuavano a scrutare quelli di Jacopo...
possibile che davvero non avesse ancora capito?
possibile che davvero i suoi occhi non vedessero ciò che ai miei era ormai così palese?
“Si dice, Jacopo, che preso o tardi si debba sempre rendere conto delle nostre azioni... presto o tardi ciò che di male abbiamo fatto ci si ritorce contro, così come le bugie che abbiamo detto... tu...” la mia voce era lenta e priva di qualsiasi emozione, ormai “Tu... mi hai mai mentito, Jacopo? Dimmi la verità... negli ultimi sette anni... mi hai mentito?”

Guisgard 18-11-2013 19.51.14

Jacopo fissò Talia.
La guardò a lungo.
Come a volerla quasi studiare.
“Una bugia” disse fra sé “è disdicevole solo se nasconde un tradimento o un delitto... ma se è a fin di bene, allora non vale più di una delle tante parole dette a caso... anzi, può essere necessaria...”
Così prese a giustificarsi dentro di sé.
Ogni azione viene giustificata da chi la compie.
Nerone giustificò l'incendio di Roma col desiderio di generare arte e bellezza.
Diocleziano motivò le sue disumane persecuzioni con la volontà di salvaguardare i valori dell'impero.
Persino il primo degli angeli rinnegati giustificò la sua ribellione.
Ognuno è convinto di compiere il giusto dietro ogni azione.
Ed anche Jacopo obbedì a ciò.
“No...” scuotendo il capo e fissando Talia “... non ti ho mai mentito, Talia... né negli ultimi sette anni, né prima... mai...” le si avvicinò ancora “... sei venuta qui per questo? Per chiedermi questo, Talia?”

Guisgard 18-11-2013 20.09.51

“Perchè” disse quella donna ad Elisabeth “ho ucciso il mio bambino... l'ho strangolato col cuscino...” aveva gli occhi fuori dalle orbite “... qualcuno dice che sono cattiva, altri che sono pazza... ma non è così...” sorrise “... sai... l'ho avuto da un demonio... veniva ogni notte a violentarmi... e quando ho partorito sono morti i miei gatti... anche le galline... volevo lasciarlo ai monaci, ma un essere diabolico non può entrare in convento... e allora ho deciso di ucciderlo... io stessa...” il suo viso era contratto, con un'espressione di profonda e delirante sofferenza.

Guisgard 18-11-2013 20.11.07

Ermiano fissò Altea e non disse nulla.
Dopo qualche istante cercò di rispondere alle parole della dama, ma un rumore di cavalli lo fece voltare verso la finestra che dava sulla strada.
Corse ad affacciarsi.
“Il cavaliere è tornato...” disse “... gli vado incontro... perdonate, milady...” ed uscì.

Guisgard 18-11-2013 20.15.25

“Ora che ci penso...” disse pensierosa Selenia alle parole di Clio “... si... certo!” Esclamò. “Somiglia davvero al Cavaliere di Altafonte! Che curiosa coincidenza!”
Roberto, a quelle parole, fissò Clio.
“Ne sei certa?” Chiese poi a sua moglie.
“Certo.” Annuì Selenia. “La somiglianza è innegabile. Naturalmente non significa nulla. I de' Binardi non sono certo imparentati con lui. Il cavaliere è ricco, loro solo benestanti. E solo ultimamente con un po' di agiatezza.”
“Certo che ti accompagno...” rivolgendosi Roberto a Clio “... andiamo...”
Ed uscirono.
Durante il tragitto però apparve silenzioso e pensieroso.
Il suo sguardo era cupo.
Infine giunsero davanti al Palazzo di Giustizia.
Roberto chiese di essere ricevuti dal viceprocuratore ed uno dei soldati li condusse da lui.
Simone era visibilmente scosso ed agitato.
I suoi occhi tradivano preoccupazione e paura.

Altea 18-11-2013 20.22.18

Mi alzai e mi ricomposi...sentivo silenzio..solo silenzio..in quella casa vagava inquietudine e solitudine, per quanto mi sforzassi di farlo sorridere Altafonte sarebbe sempre rimasto solitario nei suoi misteri.
Uscii dalla stanza e udii le voci del Cavaliere e Ermiano e lentamente mi avvicinai....mi sentivo come una moglie ubbidiente pronta ad aspettare il ritorno del proprio consorte..vi era però una grande differenza...che egli non mi amava.
Rimasi ferma, immobile e composta ad aspettare, avevo imparato che prima di parlare e agire il Cavaliere doveva dare direttive a tutti e spiegare come erano andati i suoi affari.

Talia 18-11-2013 20.37.18

A quelle parole di Jacopo abbassai lo sguardo, tristemente...
gli avevo appena offerto una possibilità... gli avevo appena offerto di giocare quella che probabilmente era la sua ultima carta buona con me... e lui l'aveva lasciata cadere.
Inspirai profondamente, come a trovare la forza...
avevo voluto bene a Jacopo, gliene avevo voluto davvero: lo avevo sempre creduto onesto e sincero con me... e niente mi feriva come scoprire che anche di fronte ad una mia precisa richiesta era capace di mentirmi con così tanta spudorata sfacciataggine.
Mentirmi su ciò che era così tanto importante, per di più!
Tenni gli occhi bassi a lungo, poi li rialzai... ed erano ormai freddi.
“Sì, ero venuta per questo, Jacopo!” dissi “Ero venuta per darti una possibilità... ma tu l'hai gettata via!”
Lo fissai per un altro istante...
“E, sai... penso che sia per questo che non hai vinto contro di lui, sette anni fa... per questo che poi non hai capito che era tornato... per questo che non ti sei accorto di niente... non ti sei accorto che è stato qui per tutto il tempo... che è stato vicino, molto vicino... vicino a noi, vicino a... me!”
Esitai, fissandolo...
“All’inizio quasi non potevo credere che fosse vero, perché avevo creduto alle tue parole... poi ho capito... e allora non riuscivo a comprendere come tu non vedessi ciò che per me era invece così ovvio e palese... non capivo come nessuno di voi lo vedesse... Ora lo so, però. Ora ho capito: non lo vedevate perché siete stati voi! Siete stati voi a cacciarlo via... siete stati voi a cercare di eliminarlo! E siete così presuntuosi da non poter credere di aver commesso uno sbaglio nell’eseguire quel vostro efferato piano... siete troppo tracotanti per considerare l’ipotesi di non esserci riusciti... anche quando questo era così evidente!”


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