Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 21-03-2014 00.43.55

“Perchè” disse qualcuno entrando nella sala dove si trovavano don Charls, Elisabeth, Daizer e la ragazza “il Santo Uffizio, nello svolgimento del suo ministero, indirizza ogni sforzo per debellare possibili manifestazioni diaboliche.”
“Monsignore...” alzandosi con fare ossequioso don Charls “... in attesa di una vostra convocazione avevo pensato bene di interrogare io questa gente.” Rivolgendosi all'uomo appena giunto.
“Come dicevo...” fece questi e annuendo alle parole di don Charls “...non occorreva dunque che quei due monaci si presentassero in questo palazzo. Un medico viene per i malati, non per i sani.”
“Immagino voi siate...” fissandolo Daizer.
“Si...” interrompendolo l'uomo “... sono Don Auster, l'inviato del Santo Uffizio...” si sedette e con un cenno della mano pregò loro di fare altrettanto “... volete avere la compiacenza” rivolgendosi poi ad Elisabeth “di scoprire la spalla sinistra di vostra nipote?”
“Perchè mai?” Chiese Daizer.
L'inquisitore non rispose nulla, limitandosi a fissarlo per un momento.
“Prego...” tornando a parlare ad Elisabeth “... fate come vi ho detto.” Con tono fermo.

Guisgard 21-03-2014 00.58.16

La notte trascorse serena ed il giorno spuntò presto.
I raggi del Sole illuminavano la stanza di Altea attraverso quella finestra, diffondendo un chiaro e tenero tepore.
E proprio quel delicato chiarore destò l'avventuriera dal suo sonno.
Qualcuno poi bussò alla porta.
“Madama...” disse entrando una ragazzina “... sono la figlia del locandiere... giù si sta per servire la colazione, con latte appena munto, pane caldo e frutta fresca...” si avvicinò al letto e posò dei fiori tra le braccia di Altea “... sono per voi.” Salutò ed uscì.
E tra quei fiori la dama si accorse di un biglietto:

“Si dice che ogni fiore celi un messaggio nel suo romantico linguaggio. Io allora, non trovando abbastanza parole per cantare la vostra bellezza, ho rubato tutti i fiori, affinchè vi parli di me ogni loro petalo.
Vi attendo giù per la colazione.

Tyssen.”

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Guisgard 21-03-2014 01.05.40

“Entrate, vi prego...” disse il chierico ad Eilonwy ed ai suoi compagni di viaggio.
Li condusse così in una piccola stanza, adiacente alla cappellina, dove ardeva un basso braciere di ghisa, sul quale bolliva una pentola di fagioli.
Flees, entrando scuoteva la testa e sbuffava.
“Tra breve” fece il religioso “i fagioli saranno cotti e potremo mangiarli con del pane raffermo che avevo conservato. Sarà bello dividerlo con voi.”
“Io detesto i fagioli.” Mormorò Flees.
“Oh, ne sono addolorato...” dispiaciuto il chierico “... non ho molto altro... un po' di frutta che avevo pensato di poter servire dopo... ma la prenderò adesso per voi...”
“Non voglio la vostra frutta.” Sbottò il giovane cavaliere.
“Io invece ne gradirei un po'.” Disse il merlo.
“Questo si che è un prodigio...” mormorò il religioso “... un merlo parlante... incredibile...”
“Beh...” sorridendo Flees “... se la parola è concessa a voi preti, non vedo perchè debba essere negata ad un merlo!”

Guisgard 21-03-2014 01.44.25

Guisgard sorrise a quelle parole di Clio.
Poi la ragazza uscì.
“Accidenti...” disse Nestos al cavaliere “... cosa le hai fatto per farti detestare tanto? Pensavo l'avessi liberata tu da quei mercenari.”
“E' colpa di quell'abito...” ridendo Guisgard.
“Cosa intendi dire?”
“Nulla, lascia stare.”
“Non le avrai detto del principe, spero?” Fissandolo Nestos. “Mi ero raccomandato che doveva restare un segreto.”
“Il tuo problema” mormorò il cavaliere “è che sei troppo ansioso, amico mio.”
“Un motivo deve esserci se è così acida con te.” Replicò il medico. “Spero tu non abbia fatto qualche bravata, del tipo provarci con lei.”
“Dimentichi” disse Guisgard “che in questo momento sono un povero cavaliere errante senza feudo... potrei dunque competere con un principe ereditario? Anche se, detto fra noi, è un imbecille?” Facendogli l'occhiolino.
“Abbassa la voce!” Lo riprese Nestos. “Vuoi che ti sentano?”
Guisgard rise.
Il medico scosse la testa.
“Dovresti preparati per domani...” fissandolo il cavaliere “... hai sentito, no? Il bel capitano ti ha arruolato per la loro spedizione.”
“E tu invece cosa farai?” Guardandolo Nestos. “Il tuo braccio sarebbe un bell'alleato per noi in questa missione...”



Intanto, Clio aveva raggiunto il palazzo di suo padre.
Nel rivederla, l'ex ufficiale fu colto da raggiante felicità.
Abbracciò sua figlia ed ordinò alla servitù di prepararle un bagno caldo ed abiti degni del suo rango.
“Quando sarai pronta” disse il vecchio ufficiale a sua figlia “mi raggiungerai nel salone, dove ti aspetterò per fare colazione insieme. Così mi racconterai della prigionia e mi informerai sulle ultime decisioni riguardo la spedizione nella misteriosa Gioia Antiqua.” La fissò. “E naturalmente mi spiegherai per quale motivo indossi quell'abito.” E incaricò la servitù di accompagnare Clio nei suoi alloggi.
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Altea 21-03-2014 16.19.41

E un tiepido e raggiante sole arrivò ad annunciare l'arrivo della Primavera..mi alzai dal letto, sentii bussare alla porta e una allegra ragazzina entrò dicendo che la colazione era pronta ma prima di andarsene mi lasciò tra le mani un bellissimo mazzo di fiori...era stupendo e metteva Gioia.
Quando mi accorsi di un biglietto tra i vari fiori, lessi e scossi il capo sorridendo...Tyssen non si arrendeva, e non si era mai arreso a dire il vero.
Mi ero sempre chiesta perchè un ragazzo così bello e ricco e soprattutto molto conteso si soffermava su me quando non gli dimostravo il benchè minimo Amore.
Eppure egli rimaneva sempre il mio migliore amico, di avventure ne avevamo passate e avevo sempre saputo potevo contare su lui...speravo solo fosse cosi..a volte mi venivano mille pensieri.

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Mi preparai in fretta e scesi al pianterreno, i tavolini erano già occupati ma notai subito Tyssen e mi sedetti al suo tavolo..."Una buona giornata a Voi..dormito bene? Allora avete pensato a cosa si farà oggi?" e gli sorrisi.."Ah dimenticavo...grazie dei fiori..sono splendidi".
Iniziai a consumare la colazione ma il mio sguardo si soffermò sul quadro di Isolde e mi voltai verso Tyssen..."Guardate bene quel quadro..sapete chi è quella donna?La strega che incontrammo nella foresta col figlio...l' apprendista cavaliere, rammentate?" e raccontai ciò che mi fu detto di lei e del posto dove ci trovavamo ora.."Io l'ho vista...era celata da zingara..mi chiedo perchè sia qua e cosa voglia."

Clio 21-03-2014 16.33.21

Abbracciai mio padre, e raggiunsi i miei appartamenti.
Mi liberai dell'abito, per poi immergermi nella vasca colma d'acqua profumata.
"Lavatelo e fatelo portare da un garzone a madama Layl, con i miei ringraziamenti.." Ordinai alle ancelle.
Chiusi gli occhi, lasciando che il profumo di fiori e spezie inondasse la stanza, solo in quel momento mi resi conto che era tutto finito.
Lì, nella sicurezza della casa in cui ero cresciuta, potevo tornare a respirare.
Mi sarei crogiolata nell'acqua per il resto della mia vita, ma in realtà sapevo di non avere tempo.
Mi accorsi improvvisamente di essere affamata, il mio autocontrollo mi aveva impedito di gettarmi sulla tavola imbandita al Palazzo dei Migliori, ma non vedevo l'ora di mangiare.
Oh, il cavaliere non si era fatto troppi problemi, pensai con un sorriso divertito, aveva ragione, non conosceva alcuna disciplina.
Era un bene che non si unisse alla spedizione.
Ero davvero stanca di dovermi difendere continuamente, mi sembrava di essere tornata ai primi anni di accademia, quando tutti si prendevano gioco di me.
Ma erano anni ormai che nessuno metteva in dubbio il mio valore o il mio ruolo, non ero più abituata a dover stare sulla difensiva.
Avevo dimenticato quanto fosse estenuante.
Ma ora era finita, anche se avesse deciso di unirsi a noi, ci avrebbero pensato i miei ragazzi a metterlo in riga.
Quel pensiero mi ricordò che non potevo passare tutto il giorno nella vasca.
Così mi lavai e indossai finalmente la mia uniforme.
Ora, l'immagine che lo specchio rifletteva era la mia, inequivocabilmente.
Non avevo più la spada di Karel, così, mi diressi verso un'elegante teca in vetro, dove avevo riposto la mia prima spada.
"Buongiorno, bellezza... Ti sono mancata?" Sorrisi, allacciandola alla cintura col prezioso fodero.
Quella spada mi era stata donata il giorno che mi aveva consacrato cavaliere, e mi ricordava costantemente dove ero riuscita ad arrivare e le responsabilità che avevo.
E d'improvviso tutto sembrò lontano e futile.
Cosa mi importava di cosa pensava quel cavaliere? Io ero quella che ero, e non avrei cambiato la mia vita con quella di nessun'altra donna.
Chiamai un messo, e gli recapitai una lettera per Astin.
Lo avvisavo del mio ritorno, e gli chiedevo di avvisare i miei otto fedelissimi di tenersi pronti per la partenza, e di preparare un resoconto di morti e feriti, lo informavo che sarei comunque passata in caserma al più tardi nel pomeriggio.
Raggiunsi poi mio padre nel salone, dove la colazione mi aspettava.
Mentre mangiavo, gli raccontai ogni cosa, la casa in fiamme, il primo attacco dei mercenari, e poi il secondo, la morte dei miei uomini e la mia cattura, la cella, il carceriere gentile, l'arrivo del cavaliere, la lima, il vestito, la rosa avvelenata, Orfeo ed Eurudice, Aspasia, la mia recita di fanciulla innamorata, la fuga a cavallo, la cappellina nel bosco e il secondo cavallo, l'arrivo in città.
"Questo è quanto.." Dissi infine, posando l'ultimo pezzo di focaccia.
"Quanto a Gioia Antiqua, parto domani mattina con il mio manipolo storico, non posso portarmi troppi uomini, perché la città rimarrebbe sguarnita, ma noi dieci siamo abituati a combattere insieme, e l'affiatamento conta tanto in una questione così delicata.. senza contare che sono i miei uomini migliori, e più fidati.." Abbassai lo sguardo "Nove, saremo in nove, ne abbiamo perso uno nel l'incendio..".
Una fitta di dolore mi attraversò, nel ricordare il viso di Kastor tra le fiamme.
"Ah, e verrà anche Nestos, se per voi a bene, deve riconoscere l'erba per curare Sua Altezza..".
Mi chiesi se il medico avesse rivelato di me e Karel anche a mio padre.
"In teoria i senatori hanno chiesto anche a Guisgard, il cavaliere che mi ha liberato di unirsi alla spedizione, ma non credo che verrà, non ha motivo di farlo, senza contare che non è disposto a prendere ordini da una donna.. Quindi è meglio che se ne vada per la sua strada.. Non voglio problemi, è una situazione delicata, e non posso stare a preoccuparmi della disciplina o della fedeltà dei miei uomini... Devo fidarmi ciecamente di loro.. Ma è un peccato, in realtà, perché è davvero in gamba, se solo si sapesse comportare..." Scossi la testa.
"Bene, direi che vi ho detto tutto, quindi oggi dovrò passare in caserma per sistemare le cose col mio luogotenente, preparare tutto il necessario per la partenza, ah.. E vorrei anche riuscire a far visita a Sua Altezza, anche se so che non si è ancora svegliato..".
Guardai mio padre e sorrisi.
"Giorni fa, prima del duello, avevate detto di volermi mostrare una cosa, ma poi c'è stato l'inferno e non ho più avuto occasione di chiedervelo, di cosa si trattava?".

Eilonwy 21-03-2014 18.46.08

Citazione:

"Beh..." sorridendo Flees "... se la parola è concessa a voi preti, non vedo perchè debba essere negata ad un merlo!"
A quell' ultima battutina, diedi un colpetto con il gomito a Sir Flees. Lo guardai con astio e i miei bruni occhi si infiammarono di un fuoco freddo come il ghiaccio.
Cercando di rimediare a ciò che aveva detto il figlio di Isolde, proposi: "Se volete, in un baleno vado a prendere un po' di selvaggina nel bosco qui vicino!.......Che ne dite, Fra' Venerabis? Ho visto che prospera di gustosi fagiani, mia madre mi ha insegnato come cucinarli e mio padre a cacciarli. Potremo sempre mangiarne uno come seconda portata!....Sir Jack!?!...Sir Tisin!?!...Ve ne prego, restate in compagnia di Fra' Venerabis!....Sir Flees!?! Desiderei dirvi una cosa. Non vi dispiace vero?".
Adesso ti sistemo bel biondino! Ti darò una bella lezione!
Usci fuori dal luogo sacro con il bellimbusto e appena si fermò per ascoltarmi, lo ibernai fino alle spalle (la testa gliela lasciai libera per pietà) e gli tappai la bocca con una pera, che avevo preso dal cesto di frutta di Fra' Venerabis.
Montai sul mio nero destriero e andai a caccia. Con arco e frecce riuscì a uccidere un grande e grasso fagiano reale. Mentre tornavo da Fra' Venerabis e i miei compagni di viaggio, scagliai una freccia verso un gallo cedrone.
Mi si strinse il cuore ad uccidere quei due uccelli. Povere bestie, ma era anche vero che non potevamo morire di fame! La carne dei due animali ci avrebbe rimessi in sesto e pronti a ripartire verso Gioia Antiqua!

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elisabeth 21-03-2014 20.16.04

Don Auster fece la sua entrata.....sembrava un gatto...i felini erano eleganti e anche se la loro figura non gli e lo permetteva si spostavano senza che nulla si muovesse......Don Charls finì la sua parte da prima donna...cedendo il passo con lasciva sottomissione.......ma cosa ci si poteva aspettare...da una situazione che aveva l'idea di una prigione senza sbarre........" Credo che in questa città ci siano molte persone che magari stanno supplicando per poter avere udienza da Voi Don Auster....e invece il gran buon Dio nel suo immenso disegno....degna noi...umili cristiani la possibilità di concederci la Vostra presenza.....non capisco perchè parliate di malattia....nessuno di noi lo e' .... e permettetemi di contraddirvi il demonio non ha la necessità di utilizzare una famiglia con due Frati in seno....anche se devo essere onesta...il demonio ama penetrare nelle persone più deboli......".......Quando mi chiese di scoprirle la spalla....ebbi dei presentimenti.....avevamo trovato nel bosco una bimba e una mattina troviamo al suo posto una ragazza.......chi era la ragazza...?........" Non capisco il motivo per cui io debba scoprire la sua spalla.....non vi troverete nulla.......ma se dobbiamo compiacerla per riprendere il nostro cammino......"... andai a posizionarmi dietro Elly.......gli tolsi lo scialle che le avevo appoggiato sulle spalle........ e le spostai la spallina del corpetto......Frate Elia......sappiate che qui ci si gioca l'anima.....come spiegargli....Elly sulla spalla aveva tre nei che formavano un triangolo.......E che maga ero.....nel voltarla ...poggiai la mano sulla spalla......e .....nella mia mente ripetei....Accio segnaccio sparisci in un incanto.........Se lei era il male........il segno sarebbe rimasto......caso contrario...avrei vinto la prima partita........" ecco la sua spalla Don Auster".......

Guisgard 22-03-2014 00.43.28

Elisabeth scoprì la spalla di Elly, ma nel farlo pronunciò quella sua formula magica.
E nel vedere la spalla della ragazza nuda, tutti i presenti notarono quei tre nei.
“Ecco...” disse sgranando gli occhi don Charls “... è il segno, monsignore...” rivolgendosi poi a Don Auster “... il segno... questa è una di loro!”
“Si...” annuì l'inquisitore “... come avevamo sospettato... ed è riuscita ad entrare nella nostra città.”
“Ma noi non le permetteremo di compiere i suoi sacrileghi misfatti!” Esclamò don Charls. “Non lo permetteremo!”
A quelle parole, Elly restò turbata e riprese a tremare.
Poi, d'istinto, si gettò sul petto di Elisabeth, abbracciandola forte.
Come se volesse essere protetta.
“Un momento...” intervenne Daizer “... cosa significa tutto ciò?”
“Che questa ragazza” rispose don Charls “è uno strumento diabolico!”
“Nessuno invece oserà toccarla!” Urlò il contrabbandiere.
“Osate opporvi alla Giustizia Divina?” Lo ammonì il chierico.
“Non siete nella posizione di dire o fare nulla voi.” Disse Don Auster fissando Elisabeth e Daizer.

Guisgard 22-03-2014 00.54.06

Tyssen, nel vedere arrivare Altea, si alzò con fare cortese ed aiutò la dama a sedersi al suo tavolo.
“Quei fiori” disse il nobile cavaliere alla bella avventuriera “sono ben poca cosa al cospetto della vostra bellezza.”
I due fecero così colazione insieme.
“Si, ora che mi fate notare la cosa...” fissando il disegno alla parete Tyssen “... in effetti c'è una certa somiglianza con la donna incontrata nella foresta... ma ritengo improbabile si tratti della zingara di cui mi dite... perchè una strega dovrebbe giungere in un luogo dove tutti i suoi abitanti ne conoscono il volto, rischiando di essere catturata? No...” scuotendo il capo “... forse vi siete confusa, milady...” la fissò e sorrise “... mi chiedete dei nostri programmi? Ottimo!” Esclamò. “Come vi ho detto, parteciperò alla giostra cavalleresca e naturalmente voi sarete la mia madrina.” Le sfiorò la mano, per poi stringerla appena. “Naturalmente se mi farete l'onore di accettarmi come vostro campione...”

Guisgard 22-03-2014 01.29.45

Eilonwy, chiamato Flees in disparte, per punirlo del cattivo gusto e della mancanza di rispetto mostrati al chierico, lo trasformò ancora in ghiaccio, lasciandogli libera stavolta solo la testa.
Inoltre gli tappò la bocca con una pera.
Ma prima che la ragazza si allontanasse per cacciare, il giovane cavaliere sputò quella pera.
“Dannata ragazza...” disse con astio “... ancora una volta mi hai mancato di rispetto... credi che questi tuoi giochetti siano divertenti? Ti fanno sentire una maga? Benissimo... mi senti? Ti piace la magia? Aspetta che mia madre lo sappia e vedrai davvero cos'è la magia... piangerai amaramente quando si vendicherà sui tuoi stupidi amici!” Minacciò.
La ragazza poco dopo cominciò la sua caccia e ben presto riempì di cacciagione la sua borsa.
Ma proprio in quel momento udì un cavallo.
“Ehi, tu...” la chiamò qualcuno “... chi sei? E chi ti ha dato il permesso di cacciare in queste terre? Hai commesso un reato, sai? E grave!”
Era un ragazzo a cavallo.

Guisgard 22-03-2014 01.34.07

“Beh...” disse il padre di Clio a sua figlia “... devo dire che siete stati molto in gamba, tu e quel cavaliere... da ciò che mi hai raccontato il vostro stratagemma e poi quella fuga nel bosco sono state due mosse tanto audaci, quanto rischiose... in verità” aggiunse con fare distaccato “quel tipo non mi ha mai fatto una buona impressione... era al mercato degli schiavi, dove trovai anche Nestos... in effetti è arrogante, presuntuoso e saccente... troppo imbevuto di se stesso per essere definito cavaliere... tuttavia immagino di dover essergli debitore, visto ha liberato mia figlia... quanto alla spedizione... individui simili hanno nella stragrande maggioranza delle volte un proprio prezzo... magari basterà trovare il suo... credo che una degna ricompensa possa convincerlo non solo ad essere dei vostri, ma anche a rispettare disciplina e gerarchie...” sorrise “... già, ti avevo chiesto di venire qui per darti una cosa... poi è accaduto quel che sappiamo e l'avevo quasi scordato...” suonò un campanellino e pochi istanti dopo si presentò un servitore.
“Portami la teca.” Ordinò il vecchio ufficiale.
Il servitore obbedì e ritornò con quanto chiesto dal suo padrone.
Si trattava di una meravigliosa custodia laminata in oro e argento.
“Qui dentro” spiegò il padre a sua figlia “c'è la mia spada. Ho sempre impugnato quest'arma con onore ed essa mi ha ripagato con grandi vittorie. E sono certo che tu saprai fare altrettanto. Per questo voglio donartela, Clio.”
Ma proprio in quel momento tornò Nestos, che salutò con rispetto il suo padrone e sua figlia.
“Novità da corte?” Chiese l'ex ufficiale. “Come sta sua altezza il principe?”
“Diciamo che le sue condizioni possono ritenersi stazionarie, signore.” Rispose Nestos.
“Speriamo bene.” Mormorò l'ex ufficiale.

Eilonwy 22-03-2014 01.47.16

"Mi spiace non....non pensavo che fosse vostro questo bosco. Pensavo che appartenesse a Fra' Venerabis! E lui non mi ha detto niente!....Vi prego, siate clemente con me. Giuro che non l' ho fatto apposta!" dissi al ragazzo abbassando gli occhi per la vergogna.
Sentì che scese da cavallo e che si stava avvicinando a me. Alzai lentamente e con timidezza lo sguardo e affermai: "Se volete vi ridò in dietro il gallo cedrone, ma, di grazia, lasciatemi andare col fagiano. Io sono mortificata....vi chiedo perdono!".
Lo guardai in volto e lo vidi sorridere. Perché sorrideva?

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Altea 23-03-2014 22.19.22

Come sempre Tyssen non diede importanza alle mie parole..questa era una strega potente e io lo avevo visto su Elvet..non certo una donna da mandare al rogo.
Eppure io ero non molto convinta..avrei osservato io attentamente la situazione.
Me lo aspettavo..mi aveva proposto di fare la sua madrina al torneo.
Mi guardai attorno e vidi la figlia del locandiere gironzolare per i vari tavoli, senza un attimo di pausa e servire e la chiamai.."Damigella..vedete questo bel milord e cavaliere? Cerca una madrina e voi siete una bellissima ragazza...e pensate lui è pure bravo e favorito...volete provare la emozione di essere la più bella del paese con quella corona? Andate a dire a vostro padre farete la sua madrina..e ditegli questo Cavaliere è serio ed è caro amico di lady Altea..vostro padre conosce..mio zio".
Vidi la ragazza illuminarsi e mi rivolsi a Tyssen..."Questa ragazza lo merita di più..avanti, quanti tornei avete fatto? E abbiamo visto? Non ho mai voluto fare la madrina...ma farò sicuramente il tifo per voi, d'altronde siete l'unico cavaliere io conosca."
Mi alzai dal tavolo, la gente stava uscendo.."Bene penso siate impegnato con gli allenamenti, io volevo dare una occhiata al mercato..vorrei un abito nuovo e semplice e poi ho visto una bella bancarella di monili e ne sono interessata."

Clio 23-03-2014 23.05.13

Guardai la spada con stupore.
"Io." poi sorrisi "mi fate un grande onore, padre... grazie... grazie, mi auguro di esserne all'altezza..".
Mi voltai verso Nestos, appena entrato.
"Sapete guidarci fino a Gioia Antiqua, mi auguro.. se vi servisse qualcosa per il viaggio, non esitate a procurarvelo...".
Mi alzai, scambiando la mia spada con quella di mio padre.
"Ora, con permesso, vorrei far visita a Sua Altezza prima di andare in caserma..." feci per andarmene ma mi voltai prima verso Nestos "A proposito, avete notizie da Guisgard? Sarà dei nostri domani?":

Guisgard 24-03-2014 00.59.17

Tyssen restò sorpreso e forse un po' deluso da quella trovata di Altea.
Avrebbe voluto dire qualcosa ma, davanti alla contentezza della figlia del locandiere, il bel cavaliere restò in silenzio, limitandosi ad un sorriso di circostanza.
Salutò poi con cortesia la vivace avventuriera che aveva espresso il desiderio di visitare il mercato di quella città.
Così Altea lasciò la locanda e cominciò a girare tra banchi e bancarelle, attori girovaghi e saltimbanchi, teatrini di marionette cortei di valletti e paggi che annunciavano per le strade l'imminente inizio della giostra.
Ad un tratto, però, l'attenzione della bella avventuriera fu attirata da una lunga processione che, attraversando la città, terminò davanti alla chiesa di San Martino.
La testa di quella processione vedeva alcuni chierici, seguiti poi da cavalieri a cavallo.
E due di essi trasportavano una piccola teca di marmo con incisioni di pregevole fattura.
“Ecco il premio della giostra, guarda...” disse un uomo tra la folla a suo figlio, indicando la teca portata in processione.
http://morganrlewis.files.wordpress....pg?w=584&h=318

Guisgard 24-03-2014 01.08.35

Quel giovane aveva preso a sorridere fissando con attenzione la cacciagione di Eilonwy.
Saltò allora giù dal suo cavallo e tenendolo per le briglie si avvicinò poi alla ragazza.
“Per fortuna sono solo un fagiano ed un gallo...” disse a bassa voce, tirando un sospiro di sollievo “... questa foresta” rivolgendosi poi ad Eilonwy “appartiene alla mia famiglia da generazioni. Ed anche gli animali che in essa vivono sono una nostra proprietà.” Il suo tono era fermo. “Sappiate” continuò “che qui vige il divieto assoluto di cacciare. E ad ogni violazione di questo monito può scattare la pena di morte.” Guardò poi con attenzione la ragazza. “Siete molto giovane... ovviamente non credo che siate stata voi a prendere quel fagiano e quel gallo. Magari volete nascondere qualcuno... forse l'autore di questo furto... avanti, parlate... chi ha cacciato i miei animali? Ditemelo e per questa volta vi lascerò andare.”

Guisgard 24-03-2014 01.16.00

“Ho già preparato” disse Nestos a Clio “tutto ciò che mi occorre per la spedizione, milady. Mappe da viaggio e manuali di erbe e pozioni. Quanto a Guisgard...” continuò “... l'ho visto poco prima di tornare qui. Eravamo insieme a corte, dopo che voi avete lasciato il Palazzo dei Migliori. In verità gli ho detto cosa pensavo riguardo alla sua presenza con noi in quella spedizione. Egli però si è limitato a sorridermi, con quel suo modo di fare che lo rende a volte vago ed enigmatico. In certi casi ho quasi l'impressione che non prenda nulla troppo sul serio.”
“E' un individuo” intervenne il padre di Clio “presuntuoso e arrogante. Ho nutrito verso di lui una forte antipatia sin dal primo momento. E condivido gli stessi dubbi di mia figlia, circa una sua utilità in quella delicata spedizione.”
“Signore, dimenticate che ha liberato lady Clio da quei mercenari.” Fece Nestos. “Non so quanti al suo posto l'avrebbero fatto.”
“Aveva forse altra scelta?”
“Certo, milord.”
“Davvero?” Fissandolo l'ex ufficiale.
“Signore, non era tenuto a farlo.”
“Però, accettando quell'incarico, si è poi guadagnato la libertà.” Replicò l'anziano ufficiale.
“Signore, è partito da solo.” Osservò il medico. “Dunque nessuno gli impediva di fuggire una volta lasciata la città. Poteva sparire e far perdere le sue tracce. Eppure ha scovato quei mercenari, trovando poi il modo di liberare lady Clio.”
“A me proprio non va a genio quel tipo!” Sbuffò l'ex ufficiale.
“In realtà” mormorò Nestos “pur conoscendolo da poco ho sempre avuto una sensazione. Guisgard è un uomo assai particolare. Dietro quel suo fare da Guascone, il sorriso irriverente, l'aria scanzonata e la sua sagace ironia, credo ci sia dell'altro. Qualcosa che egli tiene ben celato e che forse si può talvolta scorgere nel suo sguardo quando diventa inquieto e sfuggente. Allora una vaga malinconia aleggia nei suoi occhi.”
“Bah!” Esclamò il padre di Clio. “Sembra che tu stia descrivendo il personaggio di un romanzo cavalleresco! Io dico che è solo un buffone imbevuto di se stesso!”
Nestos sorrise al suo padrone ed annuì.

Altea 24-03-2014 16.19.28

Uscita dalla locanda mi persi tra la gente, gli scudieri e i paggi e i cavalieri..il fermento era ancora più forte, mi soffermai in una bancarella ma venni rapita da una strana processione e mi avvicinai alla folla che si era ammassata lungo la via.
Vi erano dei chierici e dei cavalieri che mostravano grande valore, a vederli non sembravano venuti per la giostra, li seguii lentamente finchè raggiunsero una chiesa..sembrava dedicata a San Martino e udii un padre parlare col proprio figliolo.
Infatti il mio sguardo si posò sui due imponenti cavalieri che guidavano il gruppo, in mano recavano una teca preziosa e intarsiata, e l'uomo disse custodiva il premio..ovvero la famosa arma speciale.
Mi feci largo tra la folla, per niente al mondo mi sarei persa l'occasione di vederla..perchè mai era tanto speciale, mi chiedevo..e pensai per un'arma tanto speciale così scortata ci voleva un cavaliere speciale..Tyssen sarebbe stato in grado di portarla se avesse vinto?

Clio 24-03-2014 16.53.14

"Beh, era uno schiavo..." Dissi, alzando le spalle "Se fosse scappato, non solo lo sarebbe rimasto, ma sarebbe diventato un fuorilegge, e un nemico del regno... Non mi sembra che questo fosse il suo sogno.. È abbastanza pieno di se da voler essere un eroe piuttosto che un fuggitivo.." Sorrisi.
"Voleva solo avere indietro la sua condizione di libero, e come dargli torto.. Ad Afravalone non siamo teneri con chi tradisce la nostra fiducia, a maggior ragione se si tratta di uno schiavo..."Dissi, ferma, guardando Nestos.
"E comunque, conosco almeno un centinaio di uomini che avrebbero affrontato volentieri quei mercenari per liberarmi... Certo, con un po' più di irruenza, ma li avrebbero distrutti, almeno... Tuttavia, capisco bene che gli uomini servivano qui.." Sorrisi a mio padre.
"Bene, col vostro permesso, non posso trattenermi oltre..." Salutai mio padre e Nestos con un cenno del capo ed uscii.
Feci sellare un cavallo e raggiunsi il Palazzo Reale.
Dovevo vedere Karel, nessuno me lo avrebbe impedito.
Entrai così nella stanza del principe, e una fitta mi attraversò il cuore, nel vederlo ancora immobile.
Quel bellissimo viso, così disteso, come se dormisse soltanto, e si potesse svegliare da un momento all'altro.
Avrei voluto posargli un bacio sulle labbra, accarezzare dolcemente il suo viso, sfiorare i suoi capelli, ma non lo feci.
Mi ero tradita una volta e non avevo intenzione di ripetere lo stesso errore.
Gli Dei non avevano ascoltato le mie preghiere, a quanto pare dovevo partire e cercare di salvarlo con le mie forze.
Non era ancora ora di deporre le armi e smettere di combattere.
"Se questa è la vostra volontà..." Mormorai pianissimo.
Mi sedetti sulla sedia, e gli presi la mano, lasciando che quel contatto mi scaldasse il cuore.
"Domani partiremo, Altezza.." Dissi, con le lacrime agli occhi "Raggiungeremo Gioia Antiqua e troveremo la pianta che può salvarvi, non temete, vi vogliamo di nuovo con noi, e presto anche...".
Era uno strazio stargli vicino e dover comunque essere così distaccata.
Così, mi alzai, cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime, ed uscii.
Lasciai così il palazzo per raggiungere, finalmente, la caserma.
Raggiunsi il mio studio e feci immediatamente chiamare Astin.
Quasi non mi sembrava vero di essere tornata a casa.

Guisgard 24-03-2014 18.29.14

Altea fissò con attenzione quella processione.
I chierici che ne guidavano la testa avanzavano recitando i Divini Misteri del Santo Rosario, mentre i valletti recavano icone raffiguranti le quattro Sante protettrici di Capomazda: Santa Rita, Santa Lucia, Santa Teresa e Santa Caterina.
Un ultimo paggio chiudeva la prima parte del corteo portando invece l'immagine dell'Arcangelo Michele, Divino Custode della stirpe dei Taddei.
La seconda parte della processione vedeva invece quei nobili cavalieri, con due di essi a portare la teca con il misterioso premio per la giostra.
Giunti davanti alla chiesa di San Martino, trovarono ad attenderli il vescovo, che benedisse la teca e proclamò la sacralità di ciò che in essa era contenuto.
“Questa Mistica Arma” disse “è stata forgiata con tutta la maestria dell'armaiolo, sotto Ispirazione Divina, affinchè assumesse, tra la magnificenza della sua elsa ed i riflessi della sua lama, le fattezze del Sacro Dono che essa è chiamata a simboleggiare. E possa Colui che benedisse, con l'Acqua e col Sangue sgorgati dal Suo Costato, la Sacra Lancia di San Longino benedire quest'arma ed il suo possessore! Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen!”
“Amen!” Risposero tutti i presenti.
Un attimo dopo la teca fu portata all'interno della chiesa di San Martino.

Guisgard 24-03-2014 18.33.13

Clio uscì e Nestos e suo padre la salutarono.
“Non credo che ci sono molti uomini in grado di entrare nel covo dei Gufi Scarlatti ed uscirne vivi.” Disse il medico.
“Quel tipo” sbottò il padre di Clio “ha solo avuto fortuna! Ed ora basta, non voglio più parlare di quell'individuo!”
“Si, milord.” Con un cenno del capo Nesos. “Col vostro permesso comincerei ora a preparare il tutto per la mia partenza.”
“Si, certo.” Annuì il vecchio militare.
Intanto Clio era stata al capezzale di Karel.
Il principe purtroppo era ancora senza conoscenza ed in fin di vita.
Da qui raggiunse poi la sua caserma, dove rivide Astin.
“Capitano!” Esclamò il luogotenente entrando nel suo ufficio. “Che Dio sia lodato! E' indescrivibile rivedervi qui! Alla notizia della vostra liberazione tutti gli uomini hanno fatto festa!” Sorrise. “E mi sono permesso di concedere loro la possibilità di festeggiare un po'. Ho accordato loro il permesso di trascorrere un paio d'ore di svago nella mensa. Venite, saranno lieti di incontrarvi.” Ma in quel momento si udirono provenire degli schiamazzi proprio dalla mensa.
“Strano...” mormorò Astin “... avevo detto loro di non fare troppo chiasso. Dopotutto questa è una caserma...”

Clio 24-03-2014 18.44.16

Sorrisi ad Astin.
"Festeggiare, e per che cosa? Non siete mica corsi a liberare il vostro capitano, ha dovuto pensarci un estraneo..." Scossi la testa, non avevo voglia di discutere.
Ma mi rasserenai subito.
"Scherzavo, su.. So che servivate qui.. Anche se adesso tutti non fanno che parlare di quel tipo, dicono tutti che nessun altro sarebbe riuscito nell'impresa, non è esattamente una bella pubblicità per la Guardia Reale... Speriamo che la questione di Gioia Antiqua calmi le acque.. Hai avvisato gli uomini che ho convocato? Comunque, sarà meglio andare a vedere cosa stanno combinando... E sperare che ci abbiano lasciato qualcosa da bere..." Sorrisi e seguii Astin nella mensa.
Non vedevo l'ora di starmene in pace con i miei fratelli, pronti per una nuova avventura insieme.

Altea 24-03-2014 18.46.10

La cerimonia era solenne..la gente osservava in silenzio..quella arma rappresentava in tutto il Casato dei Taddei e la loro fama di gloriosi cavalieri votati alla Chiesa.
Poi la teca fu portata nella chiesa e io mi avvicinai alla statua di San Michele Arcangelo e rivolsi la parola a un cavaliere del corteo..."Milord...è possibile vedere questa arma? Vorrei tanto sapere di cosa si tratta e la sua storia."

Eilonwy 24-03-2014 18.56.04

"Mi spiace, ma dico sul serio!....Nessuno mi aveva avvertita che fosse della vostra famiglia questo luogo. Per di piu' non ci sono scritte che dicono:"DIVIETO DI CACCIA, PENA LA MORTE!"" mi difesi.
Poi, però quando disse quelle parole:
Citazione:

"Siete molto giovane... ovviamente non credo che siate stata voi a prendere quel fagiano e quel gallo. Magari volete nascondere qualcuno... forse l'autore di questo furto... avanti, parlate... chi ha cacciato i miei animali? Ditemelo e per questa volta vi lascerò andare."
Ah è così!....Sarei troppo giovane ed inesperta! E probabilmente non so tirare con l' arco solo perché sono una donna!
"Le vostre parole mi hanno molto offesa, Milord! Come fate a sapere che non sono in grado di cacciare?....Non sapete come mi chiamo, non sapete da dove vengo e non sapete niente di me e della mia vita. Pensate che non sappia tirare con l' arco solo perché sono ancora una ragazzina!?!...O, probabilmente, perché sono una femmina!?!..."scossi il capo"...Sapete che vi dico tenetevi entrambi questi animali!...Non voglio la carità da un viziato e presuntuoso moccioso come voi. Posso farcela anche da sola!" e detto questo lasciai andare la cacciagione e scagliai una freccia verso un melo lontano 36 piedi.
L' arma centrò in pieno una rossa e succosa mela. Centro perfetto!
Mi diressi verso l' albero e staccai la freccia col frutto dal legnoso tronco.
Mi voltai e vidi che il giovane mi aveva seguita: "Credete ancora che non me la so cavare? Comunque, come vi ho già detto, le vostre parole sono state peggio di una pugnalata, perciò me ne andrò a pescare nel ruscello qui vicino. A meno che non sia anche quello di vostra proprietà!....Addio e a mai piu'!" affermai offesa ed altezzosa con orgoglio.

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Guisgard 25-03-2014 00.57.34

“La teca che la custodisce” disse quel cavaliere ad Altea “verrà aperta solo alla fine della giostra, per essere consegnata al vincitore. Dovrete dunque attendere la fine del torneo per vederla, milady.”
La gente si era accalcata presso il portico della chiesa per poter vedere anche solo di sfuggita la teca contenente l'arma tanto ambita.
Ad un tratto, tra la folla, Altea udì una voce a lei familiare.
“E ditemi, cavaliere...” stringendosi al braccio di Tyssen la giovane figlia del locandiere “... pensate di poter vincere questa giostra?”
“Vedremo, damigella.” Rispose il nobile cavaliere.
“Vi sembrerò sfacciata” disse lei “ma non ho mai neanche lontanamente pensato di poter un giorno essere la madrina di un cavaliere come voi, milord.”
“Farò del mio meglio” fece Tyssen “per vincere e donarvi quel privilegio. L'ho promesso a lady Altea.”
“Però voglio che vinciate per me, non per lei.” Replicò la ragazza. “Anzi, ad essere sincera, ne sono anche un po' gelosa.”

Guisgard 25-03-2014 01.30.07

“Nel ruscello potete pescare tranquillamente...” disse il giovane ancora meravigliato per quel colpo di Eilonwy “... comunque non immaginavo che voi... si, insomma... è la prima volta che vedo una ragazza tirare come voi...” osservando la mela presa in pieno dalla freccia della ragazza “... e non volevo certo mancarvi di rispetto...” si grattò la testa “... vedete, io vivo qui in questa foresta insieme ad un mio amico... non frequentiamo molto le città e da queste parti è raro veder passare qualcuno... e di certo quasi mai giovani e graziose damigelle come voi... dunque vi chiedo ancora scusa per avervi offesa... se vi occorre del cibo, per scusarmi, potrei offrirvene un po' io... la nostra dispensa è sempre piena e casa mia non è lontana da qui...”

Eilonwy 25-03-2014 01.56.15

Mentre ascoltavo attentamente il ragazzo, pescavo i pesci del ruscello tirando frecce nell' acqua.
Citazione:

“... e non volevo certo mancarvi di rispetto...” si grattò la testa “... vedete, io vivo qui in questa foresta insieme ad un mio amico... non frequentiamo molto le città e da queste parti è raro veder passare qualcuno... e di certo quasi mai giovani e graziose damigelle come voi... dunque vi chiedo ancora scusa per avervi offesa... se vi occorre del cibo, per scusarmi, potrei offrirvene un po' io... la nostra dispensa è sempre piena e casa mia non è lontana da qui...”
Ne pescai ben una decina e poi mi rivolsi allo sconosciuto: "Non c'è ne bisogno, ma grazie del cortese pensiero. Come potete vedere sono in grado di cavarmela da sola!....Il mio nome, se vi interessa, è Eilonwy Aguillon! Sono la figlia del Re Bowen Aguillon e della Regina Consel dei Gigli del Regno del Cristallo di Azarath, donatoci dalla regnante delle Streghe Bianche: la Principessa Rachel. E voi, come vi chiamate?....Forza Dante, andiamo! Dobbiamo tornare!" dissi infine al mio fidato cavallo.

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Guisgard 25-03-2014 02.02.54

“Il mio nome” disse il giovane ad Eilonwy “è Lyon e come detto vivo in questa foresta con un mio amico. In verità vi è un motivo che giustifica il divieto che impedisce di cacciare in queste terre. E solo per questo che vi ho chiesto di non cacciare qui. Ho fatto ciò che ho fatto nel vostro interesse. Se vi ho offesa, vi chiedo ancora scusa.” Chinò il capo. “Purtroppo questa è una triste terra e siete fortunata ad essere solo di passaggio. Si, molto fortunata...”

Guisgard 25-03-2014 02.15.26

“Si, capitano.” Disse Astin a Clio, mentre i due si dirigevano verso la mensa. “Gli uomini da voi scelti per la spedizione sono stati avvertiti e domani saranno pronti a partire. Sono i migliori su cui la Guardia Reale possa contare in questo momento.”
Ma più si avvicinavano al cortile della mensa, più sentivano risate, voci e rumori vari.
“Sembra che si stiano divertendo non poco nella mensa...” mormorò Astin.
E quando i due furono nel cortile che precedeva la mensa cominciarono ad udire anche voci di donne.
“Donne?” Stupito Astin. “Ma com'è possibile? I soldati sanno bene che in caserma non sono ammesse donne!”
Così i due militari entrarono nel refettorio, trovandosi davanti ad uno spettacolo inaspettato.
Le tavole erano imbandite con varie leccornie, ma soprattutto con vino, birra e liquori vari.
Ovunque vi erano soldati in evidente stato di ebrezza e tutti con accanto una o due ragazze dagli abiti succinti e i modi disinibiti.
Al centro della sala, in mezzo ad alcune di quelle ragazze, che provenivano tutte dalla casa di piacere di madama Layl e impegnato a giocare con quattro soldati, si trovava un cavaliere che i nostri lettori hanno imparato a conoscere nelle pagine precedenti.
“Tocca a voi, messere...” disse uno dei soldati al cavaliere.
“Serve un due...” agitando nella mano i dadi Guisgard “... per tirare un due andrei a prendere a calci anche Belzebù all'Inferno se necessario...”
“Vi rammento che il piatto ora è di cento Taddei...” ridendo un altro di quei soldati “... perciò o tirate fuori dal cilindro un doppio uno, oppure uscirete da qui senza neanche le mutande!”
“Posso darvi la mia in tal caso, cavaliere...” avvicinandosi a Guisgard una di quelle ragazze “... intendevo la biancheria...” sorridendo con fare provocante.
“Pensavo che una ragazza come te” sorridendole Guisgard “indossasse solo indumenti strettamente necessari...” facendole l'occhiolino.
“Siete proprio un buontempone, cavaliere!” Divertita lei. “Accettate o meno la mia proposta?”
“Per ora” fece Guisgard “mi contenterò della buona fortuna che tu mi porterai... su, soffia sui dadi...”
La ragazza sorrise di nuovo e soffiò sui due dadi che il cavaliere teneva in mano.
Lui allora li lanciò sul tavolo, davanti a tutti.
“Due!” Esclamò. “Che colpo fenomenale!”
“Che fortuna sfacciata!” Sbottò uno degli altri giocatori.
“La fortuna non c'entra nulla!” Ridendo Guisgard, accaparrandosi le monete dal piatto. “Altro giro, ragazzi?”
“Non merito un premio per avervi fatto vincere, cavaliere?” Abbracciandolo la ragazza.
“Beh...” fissandola divertito lui “... ora che ho un bel gruzzolo posso permettermi qualche pazza spesa... magari potrei comprarti della biancheria di pizzo, di quella che indossano le gran dame a corte, bellezza...”
“In verità” con malizia lei “io non indosso mai biancheria, cavaliere...”
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Eilonwy 25-03-2014 02.39.46

Guardai il giovane Lyon. Sembrava così triste e malinconico, come se gli fosse accaduto una grande e tremenda sciagura.
Mi si strinse il cuore! Poverino!
Gli sorrisi leggermente e gli parlai con dolcezza: “Siete perdonato, Messere Lyon! Anzi, scusatemi se sono stata così fredda e sgarbata!.....Se mi è concesso chiedere, come mai dite che questa è una triste landa?.....Cosa è capitato di tanto grave?....Quindi, questo bosco non vi appartiene!....Per quale ragione, non si può cacciare in queste selve?”.
Lyon fissava l’ orizzonte con occhi vitrei e senza anima. Con delicatezza lo scossi e chiesi: “Vi sentite poco bene?....Per l’ amor di Dio, ve ne prego, rispondete!”.
Mi venne un’ idea geniale: “Statemi ad ascoltare: andate a chiamare il vostro amico. Ma che sia qualcosa di veloce!....Io sarò qui ad aspettarvi per condurvi nella chiesetta di Fra' Venerabis, dove mangeremo fagiano, pesce, fagioli e frutta e berremo del buon vino rosso della Grecia. Che ne dite?” proposi con una vivacità che mi pareva svanita dopo le varie sventure.

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Clio 25-03-2014 16.37.18

Appoggiata allo stipite della porta, osservavo quello spettacolo.
"Che il diavolo se lo porti! Anche qui.." Scossi la testa "lo fa apposta, per farmi imbestialire.... Così, lui è l'eroe che ha portato le ragazze e io l'arpia che ha interrotto il divertimento... Ah, ma non gli darò questa soddisfazione.. Non aspetta altro che mettermi contro i miei uomini, altrimenti perché sarebbe qui? Non se ne doveva andare?".
Chiusi gli occhi e inspirai profondamente.
"Il mio istinto sarebbe di portarli tutti in cella, e togliere loro l'uniforme..." Sospirai "ma immagino che se fossi un uomo scoppierei semplicemente a ridere e mi prenderei la ragazza più bella.." Scossi la testa "Ecco i soldati del re.. Questo è uno dei momenti in cui sono grata di non essere un uomo... Guardali, si credono forti e svegli, e sono totalmente inebetiti dalle ragazze, poveri sciocchi...".
Guardai da lontano il cavaliere.
"Infondo mi fa anche pena, uno che ha costantemente bisogno di circondarsi di donne del genere, evidentemente non ne ha mai conosciuta una vera, una per cui vivere.. Anche se davvero non capisco perché si sia messo in testa di farmi diventare matta... Aveva detto di non vedere l'ora di andar via, che i militari non gli andavano a genio.. E invece no, deve venire qui e rovinare i miei uomini...".

Luci soffuse, profumo un po' troppo speziato, risa, urla ci accolsero nella locanda.
Eravamo felici, la guerra era finita, e l'avevamo vinta.
La vita tornava ad essere piena di speranza, e anche se avevamo perso amici e fratelli, sapevamo che li avremmo portati sempre nel cuore, che avremmo continuato a lottare anche per loro.
Entrammo con l'entusiasmo della gioventù, e le ragazze accorsero immediatamente ad accogliere i soldati.
Posai un gruzzolo di monete sul bancone del locandiere "Da bere per tutti.." Urlai, tra il giubilo generale.
Ovunque passavo, tutti sí congratulavano con me, per poi scomparire tra le braccia di una fanciulla.
Dal canto mio, mi sedetti comodamente in una poltrona, aspettando il mio vino, chiusi gli occhi, serena.
Una ragazza che avrà avuto pressapoco la mia età mi si sedette in braccio, destandomi.
"Perché mai il capitano se ne sta tutto solo?" Chiese, sorridendo.
Scoppiai a ridere "Tesoro, non sei il mio tipo...".
"E io?" Disse un altra, alle mie spalle, cingendomi il collo con le braccia.
"No, nemmeno tu, dolcezza.. E adesso andate, su.. Da brave.." Dissi ridendo.
"Come sei perfida.." Disse una voce familiare "Così ci rimangono male.. Eh, signore, mi dispiace.. Ma il nostro capitano ha ragione, non fate per lei..".
Loro mi guardarono stupite e io sorrisi.
"Su, andate a guadagnarvi il pane.." Risi, e loro se ne andarono.
Trastis si sedette accanto a me, con due boccali colmi di vino.
"Non sarà quello della tua terra natia, ma non è male.." Sorrise.
Lo guardai sorpresa, e presi il mio boccale.
"Al mio capitano.." Brindò.
Sorrisi, alzando il boccale a mia volta, per poi portarlo alle labbra.
"Grazie del vino, ma non preoccuparti per me, vai pure...".
"Dove?"
Gli indicai con un gesto della mano l'intera locanda.
"Con tutto questo ben di dio in giro te ne stai qui con me?"
Lui mi guardo con aria di rimprovero, e alzò la mano sinistra.
"Ho una moglie, nel caso tu l'abbia dimenticato.."
Scoppiai a ridere "Beh, molti ne hanno una...".
Lui guardò lontano, poi si voltò verso di me e sorrise "ma io la amo.." Strizzando l'occhio.
"Beviamo allora..." Sentenziai, riprendendo il bicchiere.
"Agli ordini, signore..." Rise, e io con lui.
"Allora com'è?" Chiese.
"Cosa?"
"Aver realizzato i sogni dell'infanzia!"
Sorrisi, guardando lontano.
"Bello ma.. Strano, non so cosa mi aspetta ora..." Alzai le spalle "ma non è il momento di pensare al futuro... Godiamoci questo attimo di pace..".
Dopo un po', Kastor fece capolino, col boccale quasi vuoto, ci guardò e sorrise.
"È qui la fiera della castità?" Disse, scuotendo mestamente la testa.
Noi scoppiammo a ridere "Avanti, ti abbiamo lasciato un posto..." Dissi indicando una poltrona accanto alla mia.
Lui si sedette e guardò Trastis "Ma è normale che non mi facciano né caldo né freddo?".
Noi scoppiammo nuovamente a ridere.
"Eh, Giselle.." Lo canzonammo noi.
"Ho già detto che quando torno la sposo?".
Noi alzammo gli occhi al cielo "Almeno un milione di volte!".
Il locandiere ci riempì nuovamente i bicchieri, e per quasi tutta la notte restammo a parlare, ridere, intonare le canzoni che ci avevano fatto compagnia durante le notti di guerra, raccontare storie e leggende.
A poco a poco, gli altri si unirono noi, rintemprati dalla notte di piacere.
La fine della guerra significava anche la fine della simbiosi che si era creata, ognuno sarebbe tornato nella sua casa.
Ma quella notte sarebbe rimasta a lungo nei nostri cuori.


Sorrisi, al pensiero di quel ricordo ormai lontano.
"E pensare che non vedevo l'ora di stare in mezzo a voi.. Anche questo è riuscito a rovinarmi... Vorrei proprio sapere perché non ci lascia in pace.." Abbassai lo sguardo, cercando di nascondere la tristezza che si stava impossessando di me.
Guardai Astin decisa "Hai dato loro un paio d'ore di libertà, benissimo.. Ma tra poco sarà ora di pranzo, e voglio vedere questo posto pulito e in ordine per allora.. Chi non si presenterà al cambio della guardia perderà davvero l'uniforme.. Sanno benissimo che possono fare quello che vogliono nel tempo libero, purché questo non influenzi il loro rendimento..".
Mi avvicinai al tavolo più vicino e presi una delle bottiglie ancora piene.
Tornai poi a guardare il mio luogotenente.
"È evidente che non stanno festeggiando il mio ritorno, altrimenti porterebbero rispetto per questo luogo... Io torno nel mio studio, altrimenti è la volta buona che lo prendo a pugni.. Preparerò le cose per la partenza... Mi auguro che in mia assenza la disciplina sarà migliore di quanto vedo ora.." Gli sorrisi "Per quanto mi riguarda, puoi fare quello che credi finché la breve licenza non sarà finita, è giusto che festeggi anche tu.. Ma sia chiara una cosa, allo scadere delle due ore rivoglio indietro i miei soldati.. E, a meno che non voglia arruolarsi, quel cavaliere deve lasciare immediatamente la caserma insieme alle ragazze... Non tollererò altri colpi di testa... Il bordello esiste per una ragione, e non mi sembra che sia poco frequetato dai miei soldati, quindi portarle qui è solo un pretesto per mancarmi di rispetto, ed è una cosa che non sopporto... Ma è ancor più grave il fatto che abbia spinto i miei soldati a farlo... Se lui non vuole rispettarmi faccia pure, ma non si permetta di spadroneggiare a casa mia!".
Lasciai così il refettorio per tornare nel mio studio, mi misi comoda e sorseggiai il mio buon vino.
Negli ultimi tempi, non avevo avuto un attimo di pace, ma ora mi sentivo terribilmente triste e sola.
Erano anni che non mi sentivo così, abituata com'ero a vivere con gli altri soldati, a ridere con loro.
Ma quel cavaliere mi aveva addirittura tolto il piacere di stare con i miei uomini, mi aveva privato del loro rispetto.
E avevo lottato tanto per ottenerlo.
Mi avevano davvero deluso.
Perché, poi?
Che senso aveva salvarmi se aveva deciso di portarmi via tutto ciò che amavo?
Solo per dimostrarmi che il mio posto era a casa a ricamare?
Oh, si sbagliava se credeva di averla vinta.
Cosa gli importava poi? Possibile che non potesse semplicemente lasciarmi in pace?
Cercai di distrarmi pianificando il viaggio.
Dovevo solo resistere, infondo, bastavano poche ore.
L'indomani sarei partita con i miei fratelli, e avrei ritrovato quell'allegria di cui quegli ultimi avvenimenti mi avevano privato.
Almeno, avrei potuto essere me stessa, senza dovermi difendere ogni singolo momento.
Ero stanca, delusa e triste.
Sperai soltanto che passasse in fretta.

Altea 25-03-2014 18.23.22

Annui col capo a quelle parole e risposi al cavaliere..."Penso tale arma sarà ben custodita e controllata..ho come la impressione se finisse in mani sbagliate potrebbe essere un pericolo..ma è stata forgiata dal Signore".
Ad un tratto udii delle voci familiari e allegre, mi voltai e vidi una allegra scenetta...Tyssen avvinghiato dalla bella locandiera..ovvio un bel cavaliere come lui esercitava un certo fascino e lo notavo dalle occhiate che altre ragazze lanciavano quasi invidiando la sua madrina.
Ascoltai le loro parole e mi sfuggì una risata avvicinandomi a loro.."Oh damigella, non dovete essere gelosa di me..vedete io e sir Tyssen siamo amici da anni e abbiamo viaggiato per molti luoghi e sono certa ve ne racconterà..quanto a voi Tyssen, ella ha ragione..non è da cavaliere parlare di una altra dama davanti a una altra e soprattutto davanti alla propria madrina...dovete vincere per lei..e per ottenere la arma..ovvio".
Mi congedai da questa strana coppia appena formatasi e andai subito nella bancarella di monili e gioielli che avevo notato e mi rivolsi alla dama che vendeva.."Milady..avete forse una collana e degli orecchini stile orientali? Sapete sono affascinata da questi posti e vi sono pure stata, doveste vedere che gioielli vestono le donne, soprattutto le più ricche o a servizio dei sultani".
Infatti proprio sulla bancarella li notai.."Tipo quelli di ambra..grazie, e ditemi..sono una imitazione o provengono da quei posti?".
Mi guardavo in giro, e più lontano vi era una bancarella di stoffe..avrei osato un bel vestito color ambra e del sole al tramonto per la giostra.
Da quanto tempo, Altea, non pensi pure a te..alla tua bellezza..stai solo girovagando con una spada in mano..ora saranno i cavalieri a combattere.

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Guisgard 25-03-2014 19.12.46

Altea, così, girò per il mercato, tra banchi e bancarelle, acquistando gioielli ed abiti di raffinato ed esotico gusto.
Intanto in città cresceva sempre più l'attesa per la giostra.
Le giovani del posto con occhi languidi fissavano i cavalieri che ancora non avevano scelto la dama per cui combattere, sperando di poter essere tra le fortunate.
Ma all'improvviso si udì un cavallo.
Un uomo in sella al suo palafreno giunse nella piazza.
Aveva il volto agitato.
“Blean...” disse uno dei presenti al nuovo arrivato “... cosa accade?”
“Ha colpito ancora...” ansimando Blean “... stamattina, verso l'alba...”
“Chi è la vittima?” Chiese un altro dei presenti.
“Due vittime...” fece Blean “... probabilmente erano due viaggiatori... è stato impossibile riconoscerli... erano sfigurati e con le viscere completamente fuori dal petto...”

Guisgard 25-03-2014 19.15.13

“Vi ringrazio...” disse Lyon ad Eilonwy “... ma oramai è quasi buio ed il mio amico mi attende. Voi ritornate pure in quella chiesa prima che sia sera inoltrata. E dimenticate le cose che vi ho detto. Siete giovane e bella e di sicuro vi attende una vita lunga e felice. Che Dio vi benedica e vi conduca lontano da questa triste landa.” Risalì sul suo cavallo e galoppò via.

Altea 25-03-2014 19.21.34

Finalmente avevo acquistato ciò che mi serviva, osservavo le ragazze fare a gara per conquistare il cavaliere più bello e forte.
Ma la aria festaiola fu subito rovinata da una brutta notizia, la gente si riunì...cosa era successo...mi avvicinai a una donna del luogo e chiesi informazioni in merito..ma un sospetto si impossessò di me...Alba e qualcuno di violento e spietato..no..non poteva essere lui...Elvet.
Cercai di distogliere quel pensiero orribile.

Guisgard 25-03-2014 19.23.27

Clio, amareggiata e delusa, lasciò la mensa, mentre quella chiassosa festa imperversava tra le risate dei soldati e le moine delle ragazze.
E nel vedere il suo capitano andar via in quel modo, Astin perse la calma.
“Balordi...” disse piano “... compagnia... attenti!” Urlò poi.
Tutti si voltarono e nella mensa scese un improvviso silenzio.
“E voi siete dei soldati?” Fissandoli uno ad uno. “Briganti forse! Questo sembrate! Briganti e villani! Non certo i soldati del re!” Scosse il capo. “Ma guardatevi... niente disciplina e niente dignità... così aspettavate il ritorno del vostro capitano?”
“Signore...” mormorò uno di quelli, mentre si accomodava la camicia “... volevamo solo divertirci un po'... magari prima che arrivasse il capitano...”
“Idiota!” Lo zittì Astin. “Il capitano è già qui! E vi ha visto! Certo, si aspettava di trovarvi in trepidante attesa, ansiosi di rivederla e preoccupati per la sua prigionia! Invece ha trovato solo un branco di ubriaconi che neanche ricordavano di avere un capitano!”
“Ehm, signore...” facendosi avanti Guisgard.
“State zitto voi!” Sbottò il luogotenente. “Avete già fatto abbastanza casini, non vi pare? E' per causa vostra che il capitano è andata via!”
“Lo so, lo so...” annuendo Guisgard “... non le vado a genio... lo so benissimo. Ma concedetemi di dire solo qualche parola.”
“Perchè?”
“Perchè qui sono uno dei pochi o forse l'unico a non essere ancora del tutto sbronzo.” Disse il cavaliere. “Questa festicciola è colpa mia. Ero da madama Layl e per festeggiare la mia partenza da Afravalone si era organizzata una festa. E quando ho saputo che anche i vostri uomini volevano trascorrere qualche ora spensierata ho pensato di portare qualcuna delle ragazze ed un po' di vino e birra qui.”
“Perchè mai?” Con rabbia Astin. “Non sapete che questa è una caserma, non un ritrovo?”
“Lo so benissimo.” Fece Guisgard. “E proprio per questo ho fatto ciò che ho fatto. Volevo solo dare un po' di divertimento a questi soldati. L'alcool e la vicinanza di una ragazza possono fare molto per l'umore di un soldato. Domani alcuni di loro partiranno per una spedizione lunga e pericolosa. Lo sappiamo bene. Una spedizione in una terra sconosciuta e probabilmente ostile. Qualche ora di svago non può che far bene a questi uomini. Anche perchè non è detto che rivedranno altri momenti simili.”
“Cosa intendete dire?” Chiese Astin.
“Gioia Antiqua” rispose il cavaliere “si trova agli estremi confini Settentrionali del reame, in una regione ignota. Una città retta da una regina che odia la nostra terra e la nostra popolazione. Avete chiesto a questi uomini di partire per questo viaggio e loro hanno obbedito. Credo meritino qualche ora di felicità. Anche perchè potrebbero essere le ultime.”
“Come sapete tutte queste cose?” Guardandolo Astin.
“Mio zio” mormorò Guisgard “amava raccontarmi delle storie sul nostro regno e su quelli vicini e lontani.” Prese il suo mantello. “Ecco, ora sapete perchè ho agito in questo modo. Ragazze...” rivolgendosi a quelle “... su, si torna a casa...” tornò a fissare Astin “... e dite al vostro capitano che partirò anche io domani. Ho un viaggio che mi attende da troppo. Così non sarà più costretta a sopportare la mia presenza.”
Ma in quel momento uno dei soldati si avvicinò al cavaliere.
“Le ragazze non andranno in nessun posto...” mormorò.
“Torna a sederti, sei ubriaco.” Guardandolo Guisgard.
“Tu non porterai via le ragazze...”
Il cavaliere lo fissò senza rispondergli nulla.
“Loro resteranno qui...” continuò il soldato, per poi estrarre la spada.
Davanti a quella scena alcune delle ragazze urlarono spaventate.
“Sei ubriaco...” senza tradire emozioni Guisgard “... metti via quella spada o ti farai male...”
“Perchè non vieni a prenderla tu, spaccamontagne?” Agitandola il soldato.
“Mettila via...” ribadì Guisgard.
Quello però, per tutta risposta, si lanciò su di lui urlando.
Il cavaliere lo evitò, girandogli intorno rapidamente e con una mossa lesta lo bloccò, per poi disarmarlo.
Lo tirò poi verso il muro, contro il quale il soldato sbattè violentemente.
“Un secchio d'acqua fredda sulla testa e tornerà ragionevole.” Sentenziò Guisgard, per poi consegnare ad Astin la spada del soldato.
Fatto ciò, il cavaliere e le ragazze lasciarono la caserma.
Astin allora fece rimettere tutto a posto e tornò da Clio, raccontandole tutto ciò che Guisgard aveva detto.

Guisgard 25-03-2014 19.33.26

C'era agitazione, rabbia e terrore in città.
Ed Altea avvertì tutto quello.
Qualcosa attanagliava quelle terre.
Qualcosa di terribile.
“Milady...” disse la donna alla bella avventuriera “... è stata la bestia... un mostro terribile che flagella questa regione da tempo ormai...”
“Smettete di chiamarlo mostro!” Urlò un altro dei presenti. “E' solo un cinghiale! Un animale!”
“Un animale posseduto da qualche demonio!” Sentenziò un vecchio fra la folla.

Clio 25-03-2014 19.40.04

Ascoltai il discorso di Astin attentamente, e mi presi la testa tra le mani.
"Bene, quello che conta è che se ne vada per la sua strada... Ma guarda te che animo gentile, peccato che quelli convocati per la missione non ci fossero..." scossi la testa "Non vedo l'ora di partire, mi credi?".
Sorrisi "So che lascio la Guardia Reale in buone mani, grazie, Astin... Grazie di tutto... Sono troppo suscettibile al momento, non sono in grado di parlare con nessuno senza perdere le staffe...se hai bisogno di me, sono in palestra....".
Lasciai così il mio studio per raggiungere la palestra, dove i soldati mantenevano la loro forma fisica eccellente.
Mi tolsi la giubba dell'uniforme e mi diressi ai sacchi appesi al soffitto.
Chiusi gli occhi per un momento.
Da quanto tempo non passavo del tempo ad allenarmi? Troppo.
Così, iniziai a colpire, in sequenza, sempre più veloce, con tutta la forza che avevo.
Dopo un po', la tensione scomparve e mi sentii più rilassata. Mi asciugai il sudore dal viso, e mi resi conto di essere affamata.
Presi la giubba e mi diressi verso il refettorio, chiedendomi che cosa vi avrei trovato.

Guisgard 25-03-2014 19.48.19

Clio, dopo aver passato del tempo in palestra, tornò nella mensa.
Lì era quasi tornato tutto normale.
Alcuni soldati erano stati inviati da Astin a sistemare il tutto.
I partecipanti alla festicciola, invece, tra cui anche alcuni dei prescelti da Clio per la spedizione, erano stati mandati a darsi una rinfrescata e a riposare.
Era ormai sera.
L'indomani ci sarebbe stata l'attesa partenza per la misteriosa Gioia Antiqua.
Dopo quel chiasso, ora sulla caserma era sceso un irreale silenzio, rotto solo dalle voci delle sentinelle che si davano il cambio per la guardia.
Ad un tratto, tra il via vai, un bambino si avvicinò a Clio.
“E' per voi...” lasciandole un biglietto.
Era di Maria, la sorella di Astin e chiedeva di incontrarla al luogo stabilito.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 01.55.40.

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