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L'uomo annuì a Gwen.
"Però l'auto è inservibile." Disse. "Avete modo di tornare in città? Qualcuno che possa venire a prendervi?" |
Cercammo in quella stanza, ancora non sapendo esattamente cosa. Poi notai un vecchio libro con un titolo al quanto curioso.
"Hey, Harbert. Questo ti sembra abbastanza insolito?" gli chiesi attirando la sua attenzione e mostrandogli il libro. Inviato dal mio LG-M160 utilizzando Tapatalk |
"Comi minimo direi." Disse Herbert a Nyoko guardando il libro e quel suo strano titolo. "Sono curioso di sapere di cosa parla questo libro... sfoglialo..."
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Ah, già.
La macchina. Guardai Elv con aria interrogativa perché davvero non avevo idea di come saremmo tornati in città visto che la nostra auto era praticamente distrutta. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Beh, ci sarà qualche autobus diretto in città..." disse Elv.
"Non passano da qui." L'uomo. "Dovreste raggiungere la stazione. Da lì partono gli autobus per la città." "Caoisco." Elv guardando Gwen. "Posso accompagnarvi io alla stazione." L'uomo gentilmente. "Grazie." Sorridendo Elv. |
Ecco, avevo già l'ansia, di sicuro saremmo rimasti qui un'altra settimana conte minimo...
Poi l'uomo si offrì di accompagnarci alla stazione per il bus. "Lei è veramente gentile, ci farebbe un grandissimo favore!" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Bene." Disse contento Elv.
"Finisco alcune cose nel granaio e poi vi accompagno." L'uomo. "Sentito, Gwen?" Elv con l'occhiolino alla ragazza. Ad un tratto arrivarono degli zingari. "Andate via, non abbiamo nulla per voi qui." La moglie dell'uomo. "Vogliamo comprare dei polli." Uno di quelli. "Va bene..." la donna. Poi lo zingaro guardò Gwen ed Elv. "Per qualche spicciolo posso leggervi la mano, signori..." mormorò il nomade. |
Annuii all'uomo, poi ridacchiai ad Elv.
Già, finalmente il ritorno era vicino, stavamo quasi per farcela. Arrivarono degli zingari, la donna prima li cacciò, poi accettò di vendergli dei polli. Mi voltai alla proposta. "No grazie, non ci interessa" declinai, con tono gentile. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Si, io neanche credo a queste cose." Disse sorridendo con garbo Elv allo zingaro.
Lui allora guardò entrambi i giovani, sia il ragazzo che Gwen. Uno sguardo profondo. "Come volete..." mormorò "... ma stanotte?" Arrivò la moglie del colono con i polli. I zingari pagarono ed andarono via. |
Lui la guardava.
I suoi occhi rossi erano fissi in quelli azzurri di Clio. Un ghigno c'era sul suo volto. Un ghigno fatto di perversione, perdizione, godimento. Poi quel bacio con cui lei si incatenò alla nocca di lui. Un bacio lascivo e caldo, umido e profondo. Un bacio in cui le loro lingue si assaporavano reciprocamente. Poi in un attimo tutto mutò. Clio si ritrovò a terra, in posizione supina, con Ordifren dietro di lei a sottometterla e dominarla. Con una mano, simile ad una morsa, la teneva per la nuca e con l'altra le stringeva in modo virile, quasi brutale, un seno. Così, alle sue spalle, la penetrava, facendola sussultare e godere ad ogni spinta. Ancora dolore e piacere, bruciore e sollievo insieme. Erano forse le fiamme della dannazione che dal profondo tormentavano Clio. Sentiva il suo sesso ardere, bruciare, lacerarsi sotto l'indomita potenza di quell'uomo misterioso ed inquietante. I loro corpi erano nudi, sudati, eccitati, tesi in ogni muscolo, mentre le altre ragazze intorno a loro si abbandonavano a giochi saffici senza limiti e morale. |
C'era qualcosa in lui, qualcosa di magnetico, forte, intenso, che mi spingeva a perdermi sempre di più in quella danza forsennata sulla quale non avevo più alcun controllo.
Lo baciai, e quel bacio risucchiò via tutta la mia anima. Se l'era presa, l'aveva strappata al mio corpo per farla sua, e non mi importava. Non mi importava di nulla, poteva fare ciò che voleva di me, ero sua, ero completamente sua come non lo ero stata mai di nessuno. Perché nessuno mai aveva compreso fino in fondo la mia natura, la mia perversione, la mia depravazione. Lui sì, lui mi guardava negli occhi con lo stesso sguardo, mi possedeva perchè sapeva che non ero altro che sua, da sempre. La sua lingua cercava la mia, mi assaliva la bocca, la violava come il suo membro faceva con il mio sesso avido di piacere. Ma poi, quando pensavo di essere arrivata al limite, di non poter sopportare oltre, mi buttò per terra, facendomi mettere a carponi senza nessuna dolcezza, nessuna maniera, ma con una brutalità e una sensualità che mi fecero eccitare ancora di più. Nessuno riusciva a dominarmi, nessuno, e per quanto trovassi la cosa eccitante ero sempre io ad avere in mano le redini, a tenere i fili, a condurre il gioco. Ora no, ora potevo lasciarmi completamente andare. Quell'uomo teneva le redini con forza e decisione, lo sentivo dalla stretta sul mio collo, lo sentivo sul mio seno quasi dolorante dalla sua stretta, lo sentivo dalle spinte vigorose che mi dava, mentre i gemiti delle altre intorno a noi erano sempre più forti, sempre più intensi. Fu in quel momento che mi lasciai completamente andare... e gridai. Gridai forte, intensamente, gridai ancora e ancora, senza alcun freno, contengno, pudore, gridai tutto il mio godimento, gridai ogni fremito del mio corpo, gridai ascoltando unicamente il mio corpo che sussultava di un piacere sempre più forte, sempre più intenso, sempre più insopportabile. |
"E' una sensazione e poi il comportamento del presunto erede dei Taddei...mi ha detto è stato questo Ordifren a insegnarli ciò che è ora e lo ha spronato a venire qui per prendere il castello. Se vedete il ragazzo è innocuo, spaventato e si lascia comandare...volete vederlo? Ora è a casa mia a farsi ritrarre su ordine di questo Ordifren appunto...in pratica dovreste averlo come cliente contro Bell e colui che si paventa come cugino dei Taddei" perplessa.
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Gridava Clio.
Gridava per il piacere ed il dolore che si susseguivano e si fondevano dentro di lei. Era totalmente sottomessa, alla mercé di quell'uomo e della sua insaziabile fame sessuale. La teneva ferma con forza, bloccandola alla nuca e stringendole il seno che ormai era rosso e dolorante. Ad ogni colpo, ad ogni spinta lei gridava di più. Le sue grida coprivano i gemiti e le risatine delle altre ragazze, mentre il suo corpo sudato le faceva sentire bruciore nel virile contatto con quello di Ordifren. Il corpo della teppista era ricoperto di sudore, dalla testa ai piedi. Il trucco sul viso si scioglieva e colava copioso, rendendo il suo bel viso una maschera lasciva di perversione e sfinimento. Quell'uomo indemoniato non cessava di dominarla, penetrarla, montarla come si fa con una puledra da fiaccare. Lui sembrava volerla non solo soggiogare, ma anche sfinirla, umiliarla, annientarla. Provava dolore e piacere allo stesso tempo in balia di quell'uomo. Gridava, godeva e soffriva. Si sentiva sua, ma anche persa, maledetta, sozza. Profondamente sporca. I colpi erano sempre più intensi, veloci, vigorosi, quasi a volerle far male, a distruggere ogni sua resistenza e difesa. Quelle spinte insaziabile portarono Clio ad appoggiarsi a terra, con la testa sul pavimento, mentre lui la teneva sempre per la nuca. Prese a premere il suo collo in modo che la testa di Clio fosse bloccata sul pavimento, senza fermarsi e continuando a cavalcarla come si fa con i cavalli lanciati in folli corse per far perdere loro il senno. Tutto ciò continuò, continuò a lungo. Con foga, vigore, avidità, cattiveria. Virilità e brutalità senza limiti. Non c'era morale, né nulla di simile. Clio sentiva l'umidità vischiosa che attraversava il suo corpo. Forse era il suo stesso sangue. Poi quel gemito di lui, quasi un grugnito, un ululato. Allora la prese per i capelli costringendola a restare in ginocchio ai suoi piedi, con tutte le altre ragazze che subito si inginocchiarono con lei. Così lui le invase con la sua linfa malvagia e maledetta, quasi ungendole col seme del male per prendere possesso non solo dei loro corpi ma anche delle loro anime. http://1.bp.blogspot.com/-WJE4dn5Tc3...h-ilithyia.jpg |
“Certo.” Disse Taylor ad Altea. “Lo porti qui ed io tutelerò i suoi diritti. Ma le consiglio di avere meno pregiudizi sul dottor Ordifren. E' una persona che gode della stima di molti.”
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A quella sua ultima parole feci un cenno strano...qualche bastan contrario c'era sempre e io avevo una strana sensazione verso quell' uomo..chiamatelo intuito...forse nel vedere Guisgard e come lo osannava.
"Si, ora vado a casa....se il signorino ha finito di farsi il ritratto per quel dottor Ordifren, chissà cosa vorrà farsene poi...ci vediamo presto, anzi spero abbia finito cosi veniamo subito". Mi congedai e tornai a casa ed entrai, guardandomi attorno per vedere se quei due tipi erano ancora lì. |
Altea tornò a casa sua, trovando il rampollo ancora in posa per Stainyus che completava il suo ritratto.
"Bentornata." Disse il vecchio disegnatore alla stilista. "Noi abbiamo quasi finito." C'era anche il giovane Pavel. |
"Bene, non ci avete messo molto..posso vedere il disegno?" ponendomi incuriosita dietro i due pittori.
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Ero completamente persa, completamente sua.
Ero folle, sporca, libera, me stessa. Mi sentivo in suo potere, sentivo i suoi gemiti farsi sempre più animaleschi e forti, sempre più intensi, e più lo sentivo grugnire in quel modo, più mi eccitavo, più perdevo la testa, più impazzivo. Ma non potevo smettere di gridare, non riuscivo, non potevo... non volevo. Più lui spingeva, lacerando la mia anima e riempiendo ogni strappo con il piacere più assoluto, più io mi sentivo persa in quel mare fatto di oscurità, passione, ardore, lussuria e piacere, piacere oltre ogni dire. La sua presa salda su di me, il suo spingermi sempre più a terra mi fecero perdere ogni controllo e gridai ancora più forte, sopraffatta da tutto quello. Sentivo i gemiti e le risate delle ragazze, che di sicuro si stavano godendo lo spettacolo, ma non li percepivo davvero, mi arrivavano lontani, distanti, come le risa dei demoni che mi stavano aspettando all'inferno. Oh, se quello era l'inferno, ero ben felice di perdermici dentro, di annegarci, di bruciare per l'eternità in ogni sua fiamma. Perché per un piacere così ne valeva la pena, non c'era tormento che non sarei stata disposta a sopportare per un altro istante di quella meravigliosa libidine. E gridavo, gridavo ancora e ancora scoprendo tutto il piacere che l'oscurità poteva dare, scoppiando sempre di più di quell'estasi infinita che mi avvolse completamente. Il suo incalzare era imponente, il suo spingere sempre più forte, il suo respiro sempre più affannoso, i suoi gemiti più forti, la sua presa più salda... poi quel verso, quell'ululato. Allora tutto mutò, sentii la sua morsa allentarsi, il suo sesso uscire da me, completamente ricoperto del mio piacere, dei miei umori, del mio sapore. Mi fece inginocchiare davanti a lui, con tutte le altre attorno a me. Eravamo lì, come profane vergini sacrificali davanti al demone loro padrone. Lo guardai da lì sotto, imponente, virile, bellissimo e al limite.. oh sì, al limite. Alzai la testa come in adorazione, fissandolo negli occhi a bocca aperta, bramando il suo piacere come una benedizione blasfema, come un marchio indelebile sul mio viso, sul mio corpo eccitato, sulla mia anima perduta. E poi, finalmente, lo sentii piovere su di me, caldo, chiaro, fatto di tutti i gemiti che ci avevano consumato, di tutti i sospiri che ci erano sfuggiti, di tutti i battiti del cuore che avevano accelerato in quell'amplesso ardito, peccaminoso e sporco. Ora, con tutta la sua potenza addosso, tra i capelli, sul viso, tra i seni, sporca lo ero davvero. Eppure non mi ero mai sentita meglio in vita mia. Questa è la mia vera natura. Questa sono io... |
“Prego.” Disse sorridendo Stainyus ad Altea, per poi mostrarle il disegno.
“E' venuto bene?” Chiese il rampollo impaziente. “Mi somiglia?” https://img1.etsystatic.com/132/0/12...36063_om7s.jpg |
Guardai il dipinto e vidi il suo viso, sicuro di sé...era identico ma rappresentava un uomo forte ed indomito.."Si, sei bellissimo come nella realtà, vieni a vedere Guisgard..anche se questo uomo ha un viso forte e deciso..così dovresti essere e non arrossire sempre" e lo baciai prima teneramente e poi con passione davanti ai due pittori, noncurante di loro.
Mi staccai dalle sue labbra mordicchiandole.."Come mai il professor Ordifren ha commissionato il quadro? Dove dovrebbe essere posizionato" mentre mi poggiavo addosso al rampollo. |
Quel baciò infervorò non poco il rampollo, anche perchè Altea glielo aveva dato davanti a Stainyus ed a Pavel.
“Il dottor Ordifren” disse Stainyus “afferma che il vero erede dei Taddei deve avere un ritratto da poter esporre nel castello. Ed io sono d'accordo con lui.” Annuendo con un sorriso. |
"E voi pensate vi lasceranno mettere il ritratto...non penso l' avvocato Bell e il cugino di Sir Taddeo approveranno. A proposito, tesoro "rivolta a Guisgard "Il mio avvocato vorrebbe conoscerti per poter essere dalla tua parte...tu che pensi del disegno" piano nelle sue orecchie..quel rossore era ancora più forte ed irresistibile.
La mia mano andò in cerca della sua e la posi sui miei fianchi, volevo quel contatto con lui. |
Sospirai e presi il libro con cautela.
"Vediamo che cosa ci racconta" dissi mentre posavo il libro sul tavolo e lo aprì. Inviato dal mio LG-M160 utilizzando Tapatalk |
Anche Elv declinò l'offerta, ma quelle parole mi lasciarono molto interdetta, oltre che sconvolta.
Infatti, mentre quelli pagavano e andavano via, guardai Elv senza sapere cosa dire. Come facevano loro a sapere? Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Herbert annuì a Nyoko.
La ragazza aprì il libro e cominciò a sfogliarlo. L'autore era un certo dottor Ordifren. La prima pagina così cominciava: “Benchè ciò che sto per riportare può sfociare nella fantasia e nell'immaginazione, i dati raccolti e le prove effettuate si basano su fatti scientifici testati e riconosciuti dall'intero mondo accademico della fisica e della chimica. Si tratta di nuove strade oltre le usuali e feudali convenzioni che hanno incatenato la genetica e l'anatomia ad antichi e passati canoni di matrice medioevale. Ora invece le vecchie barriere cadranno e nuovi orizzonti saranno visibili per chi vorrà seguirmi.” “Ehm, mi piace molto...” disse Guisgard con la mano sui fianchi di Altea “... si, il disegno mi piace molto...” arrossendo “... certo, andiamo dal tuo avvocato...” “Noi andiamo via.” Stainyus prendendo il ritratto. “Mostreremo il ritratto al dottor Ordifren.” Salutò il rampollo e la stilista e poi con Pavel andarono via. |
Le parole dello zingaro non colpirono solo Gwen, ma anche Elv.
"Ehi, aspettate..." disse questi agli zingari che andavano via "... come facevate a sapere di stanotte?" Allo zingaro che aveva parlato. "Volete che vi legga la mano?" Questi. "Come sapeva di stanotte?" Chiese Elv. "Tutti hanno saputo del'incidente." Intervenne la moglie del colono. |
Elv fermò gli zingari e anche la moglie del colono intervenne, ma lei non sapeva di cosa stessimo parlando.
Non poteva lontanamente immaginarlo. Allora mi avvicinai allo zingaro e gli tesi la mano. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Erano ai suoi piedi, inginocchiate e sporche davanti ad Ordifren che nudo troneggiava su quelle ragazze nel vigore della sua virilità dominante.
Clio era in mezzo a loro, sudicia sul viso, fra i capelli e su tutti i seni di quel seme che le aveva profanate e marchiate forse a vita. Sul volto il sudore ed il trucco sciolto colavano, mischiati a quel germe con cui l'uomo le aveva inondate della sua mascolina malvagità. Le accarezzava sui visi e fra i capelli, quasi come un padre fa con le sue figlie. “Brave, piccole mie...” disse accarezzandole con un tono di voce ancora ansimante per lo sforzo di quell'amplesso “... proprio brave...” fissando Clio. Lo zingaro guardò Gwen e poi prese la sua mano, cominciando ad accarezzarla ed a guardarla. “Dovete andarvene...” disse chiudendo la mano della ragazza in un pugno “... tornare a casa vostra... non potete restare qui... altrimenti...” “Basta con queste fandonie!” Arrivando il colono. “Smettete di impaurire questi ragazzi! Voi zingari siete superstiziosi e pericolosi!” Lo zingaro guardò tutti loro ed andò via. https://www.rapportoconfidenziale.or...ELA_LUGOSI.jpg |
Lo zingaro iniziò ad osservare la mano, poi espose il suo verdetto.
E non disse nulla di nuovo. Poi però il colono intervenne in modo maleducato e insensato, mandando via lo zingaro. "Quanta educazione..." piano ad Elv "Bene, noi saremmo pronti per andare, se per lei va bene" all'uomo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Si, certo.” Disse il colono. “Prendo l'auto per portarvi alla stazione.”
Elv guardò Gwen. “Si, alquanto maleducato...” sottovoce a lei “... mi chiedo però cosa volesse dire quello zingaro... a te non ha incuriosito?” |
Annuii piano all'uomo.
"Intendeva dire proprio quello. Non so come lo sapesse, ma è impossibile equivocare. Tuttavia, ha detto proprio quello che volevo sentire, e cioè che dobbiamo andarcene" impaziente. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Ero lì, in ginocchio davanti a lui, in mezzo alle mie ragazze, anche loro marchiate da quell'esplosione di virilità e malvagità.
Eppure... io mi sentivo in pace. Era come se sentisi che quello era il mio posto, il nostro posto, che avevamo tanto girato alla ricerca del caos, dell'oscurità che ci avrebbe completato e ora l'avessimo finalmente trovata. Lo guardavo sopra di noi, era ancora ansimante per il meraviglioso amplesso che ci aveva unito. Il modo in cui ci guardava mi faceva ancora venire i brividi lungo tutto il corpo. E il tono della sua voce, con quell'accento straniero, mi accarezzava la pelle come una lenta e inesorabile carezza. Quell'uomo mi aveva stregato, conquistato, drogato di sé. Perché ora non desideravo altro che averne ancora, ancora, ancora. Ero letteralmente fuori di me, completamente fradicia, sudata, bagnata. Poi accarezzò le nostre teste, una per una, e mi fissava in quel modo che riaccendeva immediatamente il mio desiderio e il fuoco tra le mie cosce. "Davvero siamo brave, signore?" con gli occhi nei suoi, allungando una mano per toccarlo, sicura che lo avrebbero fatto anche le altre attorno a me. "Qualunque cosa per il nostro signore..." accarezzandolo tutto, le mani, il membro ormai rilassato, il bacino, ovunque. Ero sua, completamente. |
Elv annuì a Gwen.
Arrivò il colono con la sua auto. Elv ringraziò la moglie dell'uomo e con Gwen poi salirono in macchina e partirono, diretti alla stazione. “Lì troverete degli autobus che vi porteranno in città.” Disse il colono guidando. “La gente di città non dovrebbe mai venire qui nella brughiera per più di un'ora o due.” Ridendo. “Non è abituata. Qui le strade non sempre si sa dove conducono. Poi di notte ci sono poche luci. Già, meglio evitare per voi queste zone.” |
Lessi quelle prime righe un po' confusa.
"Bene... Sembra che non sia di sua mano... L'ha scritto un certo Ordifren" dissi indicando il nome. "Hai mai sentito questo nome lassù?" Inviato dal mio LG-M160 utilizzando Tapatalk |
Salimmo in auto e partimmo.
"Già, ma eravamo venuti per lavoro. Saremmo rimasti anche di più, se avessimo potuto, ma abbiamo preferito partire." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Si e vi capisco." Disse il colono guidando.
"Dite..." Elv "... credete alla leggenda del cavaliere senza testa?" "Mah, sono vecchie storie che ci sono state raccontate da piccoli..." rispose "... poi, una volta diventati adulti, abbiamo fatto finta di non crederci più..." fissando lui e Gwen. "Si..." disse Herbert a Nyoko "... ora che ci penso credo di averlo sentito... è molto celebre fra gli umani... molto apprezzato... è un luminare, un genio... secondo qualcuno anche un benefattore." Sorridendo. |
L'uomo era scettico come noi all'inizio, ma non sapeva quello che diceva.
"Eppure molti affermano di aver visto il cavaliere, lei non pensa abbiano ragione?" indaghi. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
L'uomo fece una smorfia.
“Ecco, come volevasi dimostrare...” disse “... gente di città crede a tutto ciò che sente...” sorridendo. Elv guardò Gwen. “Ecco la stazione.” Indicò il colono. Arrivò e si fermò davanti all'entrata. “Bene, vi auguro un buon ritorno a casa.” Ai due giovani. |
Ma guarda tu che cafone!
Appena si fermò, scesi dall'auto senza nemmeno disturbarmi a salutare, già avevamo accettato il passaggio perché non avevamo altra scelta, ma avendo un'alternativa non lo avrei fatto, un tale maleducato così. "Bene, ora lasciamo questo posto e cortesemente non torniamoci mai piu" irritata, ad Elv. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Mhh la cosa mi lasciava al quanto interdetta.
"Beh, se questo Ordifren è un benefattore... Cosa ci fa un suo libro nella casa di un potenziale demone?" chiesi più a me stessa che a lui, ma non trovavo un nesso logico. Mi stava passando anche la voglia di combattere questa strana guerra. Inviato dal mio LG-M160 utilizzando Tapatalk |
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