"Oh no..non penso assolutamente siano demoni o altri ma sicuramente come dice lei qualche stolto se non una setta" concorde col chierico.
Poi ascoltai attentamente il proseguo sua ragazzino " Come mia nipote? Ovvero? Sono curiosa ora" ..che storie intricate eppure..ci doveva essere un filo conduttore che le legava.

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"Mah, ho guardato un pò in giro, mentre lui era al computer..." disse Aryana "... e mi hanno colpito alcuni libri sul satanismo... sugli antichi culti mesopotamici... e poi qualche trattato di demonologia... non lo facevo lettori di tali testi..." perplessa.

"Si, nel senso cheprobabilmente quel bambino" disse il Cappellano ad Altea "si è lasciato suggestionare da qualche gioco particolare, tipo sedute spiritiche o i tarocchi... comunque sto andando a visitarlo, così mi farò unìidea più precisa. La famglia del bambino è amica della signora Filem e sarà lei ad accompagnarmi."

Ridacchiai spontaneamente alla risposta.
"Sì, abbiamo discusso un po' della cosa, ma non mi sembra affatto una persona promiscua o ambigua" commentai, guidando.
"E onestamente, finché posso lavorarci tranquillamente, mi importa poco di quello che legge" aggiunsi poi, con una scrollata di spalle.


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"Che strano..i bambini di oggi non sanno giocare con altro? Oh la signora Filem, mi faccia sapere comunque..vedo ci sono molti strani accadimenti...quindi la lascio al suo lavoro ma mi preme sapere pure di questo bambino" sospirando per Crezia.

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"Sarà, ma a me annoiano questo genere di letture." Disse sbuffando Ryana a Gwen.
L'auto poco dopo raggiunse una strada che attraversava il centro cittadino, arrivandi infine sotto il grattacielo dove si trovava lo studio dell'avvocato.
Le 2 ragazze si presentarono alla segretaria di lui, la quale le fece attendere circa un quarto d'ora, per poi farle entrare nell'ufficio dell'avvocato.
Vomer era un uomo alto, educatoe dalla parlantina vivace.
"Si, Dambrose era un mio vecchio amico..." rivelò alle 2 ragazze "... siamo cresciuti insieme... in un certo snso le nostre professioni erano simili, entrambi infatti lavoravamo per la legge... cosa volete sapere di lui?"




"Certo, milady." Disse il Cappellano ad Altea, per poi salutarla e staccare.
Era un fresco giorno di Luglio.
Almeno risptto ai giorni precedenti, afosi ed opprimenti.
La servitù era al lavoro ed Altea poteva godersi il palazzo in pace, essendo sola, fatta eccezione per Lennox.
Il loro ospite era nella sua camera.

Sorrisi sorniona al carattere di Aryan, a quel suo commento.
Arrivammo al grattacielo ed attendemmo per un quarto d'ora, prima di essere ricevute dall'avvocato, persona apparentemente di una certa classe, che confermò la conoscenza di lunga data.
"Informazioni personali, non so. Dice che vi conoscevate da tanto, cosa può dirmi di lui?"

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"Beh, Dambrose era un uomo tutto d'un pezzo..." disse Vomer a Gwen "... di buoni principi... uomo d'azione, essendosi arruolato in gioventù nei cadetti della fanteria Afragolignonese... dopo il congedo si è arruolato nella polizia... purtroppo la sua morte è stato un duro colpo..."

Fra me e me, pensai che avrei detto cose ben diverse sul suo conto, ma non ero lì per i miei commenti personali.
"Immagino" commenti solo.
"Cosa può dirmi della sua vita privata?" chiesi poi, sperando di ottenere tutte le informazioni di cui potevo avere bisogno.

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"Dambrose era un uomo fondamentalmente semplice..." disse Vomer a Gwen "... ha amato una sola donna sin dall'adolescenza... dopo la sua aggressione Barbara però è tornata alla sua città d'origine. La vita di Dambrose era tutta qui." Fissandola.
In quel momento dal corridoio si udirono dei rumori, poi alcuni spari.
Un attimo dopo la porta fu sfondata ed apparve Justine, armata.

Sollevai le sopracciglia, man mano che il racconto andava avanti.
Di certo questo non corrispondeva al ritratto che mi ero fatta di lui.
Non avemmo nemmeno il tempo di proseguire, ché si udirono traffico e spari da fuori.
Un istante dopo, Justine entrò armata, sfondando la porta.
"Justine?!" dissi scioccata "Perchè sei qui? Cosa vuoi?" con rabbia, ma cercando di rimanere calma.

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Justine ha gli occhi freddi.
Punta la pistola contro Aryana ma non le spara.
Il suo scopo è un altro.
Si volta verso l'avvocato e spara.
Quello però si nasconde sotto la pesant scrivania in noce, gridando e chiamando aiuto.
Justine scarica tutti i suoi colpi, poi getta via l'arma.
Si avvicina allora minacciosa all'avvocato, ma dalla porta appare una figura.
E' la corazza in titanio di Dambrose.
"Fermati, sei in arresto." Intima questi con la sua voce artificiale.
Tra i due scoppia una violenta lotta, sotto gli sguardi increduli di Gwen ed Aryana.

Vidi Justine puntare verso Aryana, poi verso Vomer.
Fallì nell'intento di colpirlo, ma lo shock non finì lì.
Dietro di lei, vidi arrivare il nuovo Dambrose, che con lei si accanì contro il poveri Vomer.
"Dobbiamo provare a scappare, presto!" sussurrai ad Aryana prendendola dal braccio per trascinarla via.

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Aryana annuì a Gwen e le diede la mano.
Le 2 ragazze riuscirono così a scappare, mentre il duro scontro fra l'androide e l'ibrido meccanico che era ora Dambrose continuava senza esclusione di colpi.

Riuscimmo a scappare, inaspettatamente, in tutta onestà non pensavo ci saremmo riuscite, considerando con chi avevamo a che fare.
Senza pensarci mezza volta, salimmo in macchina per raggiungere casa di Ludwing.
Volevo sapere cosa ne pensasse, come agire, perchè tutto ciò che era accaduto non aveva alcun senso.
Peraltro, il mio sesto senso mi diceva che non era scontato potersi fidare di Oxio, adesso.

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L'auto partì rapida nel traffico cittadino.
"Gwen..." disse Aryana ancora sotto shock "... dove... dove andiamo?" Confusa, sordita, spaventata.
Ad un tratto squillò il cellulare di Gwen.
"Ottimo lavoro, dottoressa." Oxio a lei. "Le avevo affidato questo incarico, questa ricerca fasulla proprio per attirare in trappola l'androide chiamato Justine. E lei, arrivando dal fidato avvocato, ha attirato nella nostra tela quel robot. Ora ci penserà Dambrose a metterlo fuori causa, per poi portarlo al nostro centro. I miei complimenti." Ridendo soddisfatto.

Correvamo nel traffico, mentre mi sentivo ancora sconvolta e stravolta.
"Da Ludwing, devo capire cosa fare... " Dissi, frastornata.
Finché non squillò il mio cellulare.
Accostai e risposi, sentendo che era Oxio.
Sgranai gli occhi verdi, incredula.
"Ma... Perchè non dirmelo? Perchè sviarmi?" chiesi, non capendo.
Questa storia era assurda, come se Alice continuasse a cadere all'infinito nella tana del coniglio senza vederne la fine.

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"Lei doveva essere all'oscuro di tutto, in modo da risultare più credibile." Disse Oxio freddo. "Ora vada a casa e si riposi. i vedremo domani." A Gwen, per poi staccare.
Poco dopo l'auto delle 2 ragazze arrivò davanti alla casa di Ludwing.

Senza dire molto altro, staccò la telefonata.
Così ,lasciandomi nell'incredulità più totale.
Arrivammo a casa di Ludwing ed io mi presi un istante di tempo per riprendere fiato.
Poi, andai a suonare al campanello.
Non riuscivo ancora a credere a tutto quello, in pochi giorni tutto quello in cui credevo si era quasi disgregato, distrutto e non sapevo nemmeno cosa avrei fatto dopo.

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Ludwing aprì la porta e si ritrovò davanti i volti e gli sguardi stravolti di Gwen e di Aryana.
Lui non perse tempo in domande inutili, facendole entrare e chiudendo subito la porta dietro di loro.
Cominciò a preparare 2 camomille e tornò dalle ragazze, che aveva fatto subito sedere sul divano di casa.
"Prendete..." disse offrendo loro 2 tazze di camomilla "... ora calmatevi... qui siete al sicuro..." lasciando così loro il tempo di calmarsi e magari raccontargli l'accaduto.

Ludwing scoprì le nostre espressioni sconvolte, i fatti ci fece entrare preparando due camomille.
Dopo un po' che bevevo ed ormai mi ero ripresa, mi decisi a raccontargli tutto quello che era successo.
E più andavo avanti, meno credevo a ciò che avevo visto davanti ai miei stessi occhi.

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Varie espressioni attraversarono il volto di Ludwing man mano che il racconto di Gwen andava avanti.
L'apice fu la telefonata finale di Oxio.
"Assurdo..." disse alla fine lui "... assurdo..." scuotendo il capo "... sapevo che Oxio provenisse da Uaarania, ma ignoravo che lì gli scienziati sono prima spie e poi studiosi..." incredulo "... io... io lo denuncerei se fossi in voi 2." Sentenziò.

"In realtà, avevamo stretto un accordo per cui avrei collaborato con lui, ma non credevo che sarebbe successa una cosa simile..." sospirando.
"Denunciare? No, non credo di volere questo genere di ripercussioni..." scuotendo la testa stancamente.

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"Io lo farei, dottoressa." Disse Ludwing a Gwen. "Quell'uomo ha messo in pericolo la sua vita e quella della sua amica."
"Ha ragione lui, Gwen." Fece Aryana.

"Sì ma lui mi ha fatto una proposta di collaborazione ed io ho accettato, che attenuanti avrei? E poi, dovrei fare causa anche a tutto il governo di Uaarania... È tutto troppo complesso..." sospirando e premendo le dita sulle tempie.

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Lion stava diventando sempre più rosso, sempre più imbarazzato.
Dovetti ammettere che la scena fu molto divertente e fu strano, abituata al mondo che frequentavo dove ogni uomo sapeva essere predatore, trovare qualcuno che non si fosse uniformato. Strano e assai interessante.
“Ha fatto più dei i miei collaboratori.” constatai per poi allontanarmi “Non sia nervoso, professore, conto di disturbarla il meno possibile ma, se avesse il piacere di aiutarmi, o dare un prezzo ai suoi servigi, non esiti a farmi uno squillo.” dissi per poi guardarlo fisso negli occhi “Sarà un piacere risponderle.”


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"Ora però cerchi di calmarsi, dottoressa." Disse Ludwing avvicinandosi e posando unamano sulla spalla della ragazza, come a volersi mostrare partecipe alle sue difficoltà. "Perdere la lucidità sarebbe solo un grave errore."
"Beh, qualcosa però bisognerà pur fare..." Aryana.
"Verrò anche io al centro e parleremo a Oxio." Deciso Ludwing. "Capiremo quali siano davvero le sue intenzioni."




Lion era palesemente imbarazzato ed in difficoltà davanti all'audacia e alla sicurezza di Queennie.
Dentro di sè era combattuto, tra il fascino che quella ragazza emanava con tanta disinvoltura e la sua voglia di non sembrare imbambolato o titubante quando lei gli si rivolgeva.
"Ehm... si, certo..." dise annuendo nervosamente "... magari potrei fare altre ricerche... ho molti libri... altri posso procurarmeli... cioè... non sono i miei questi ultimi... quelli da procurare voglio dire... ma in facoltà... cioè nella bibilioteca... si, lì intendevo... beh, ecco... potrei cercare quacosa e sono certo... si, sono certo di poter trovare qualche codice criptografico in grado di aiutarmi a decifrare l'enigma..." ancora rosso in viso.

“Molto bene.” mi limitai a commentare davanti alle parole di Lion, pronunciate con sempre maggiore difficoltà “Ha il mio numero e se dovesse scoprire qualcosa, non esiti a contattarmi.” dissi per poi recarmi verso la porta di casa e congedarmi dall’abitazione del professore.


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Sospirai passando una mano sul viso, mentre Ludwing mi posava la mano sulla spalla.
"Io... Spero solo sia una buona idea..." scuotendo la testa.
Poi guardai Aryana.
"Ti riaccompagno all'albergo prima, ti ho già messo troppo nei casini e mi dispiace" guardandola con piglio deciso.

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"Certo certo..." disse Lion restando a fissare Queennie che lasciava la sua abitazione e si apprestava a torare all'Afterlife.
La città era un enorme insieme di luci e cemento, di caos, di pubblicità, di effetti psichedelici e fumi che salivano lenti mainesorabili dalla periferia industriale.
Ad un tratto il cellulare della ragazza squillò.
Era un certo Testa Piatta, un tipo conoscoito negli ambienti criminali cittadini, sempre al soldo del gran boss, Gemn Alis.
"Bellezza, il capo vuol sapere se hai novità per lui." Al telefono quello. "Quell'uomo che stai cercando, il capo lo vuole inoffensivo. Chiaro?"

"Veramente adesso mi avete incuriosito..." disse Aryana con un vago sorriso a Gwen "... voglio proprio vederlo questo Oxio. Posso venire con voi?"
"Beh, non saprei..." perplesso Ludwing.

"Aryana, no. È meglio così" dissi decisa ed anche Ludwing era d'accordo con me.
"Ne va della tua incolumità, non è un gioco. In questi giorni sono morte delle persone e se io sono coinvolta fino al collo, per il mio lavoro, tu invece puoi uscirne tranquillamente" dissi ancora.

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"Avanti, non sono certo un'adolescente, Gwen." Disse Aryana. "e poi andiamo al centro in cui lavori, non certo in trincea." Divertita. "Cosa potrebbe accadermi? Finirei in una macchina per trasformarmi in un robot?" Sarcastica.

Finirei in una macchina per trasformarmi in un robot?
"È ciò che è successo al commissario Dambrose, sì" dissi asciutta, senza espressione.
"Bene, dal momento che tu vuoi decidere per te stessa, andiamo" pronta per andare al centro e pagare con Oxio.
Speravo solo che ciò non comportasse delle conseguenze.

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Abbandonai l’appartamento di Lion e salii a bordo della Jeep.
Per l’apertura, era il caso che tornassi al locale per assicurarmi che i miei dipendenti avessero fatto quanto avevo richiesto. Sapevo perfettamente che molti di loro fossero degli incapaci, specie quei giovanetti freschi di studio, e dovevo assicurarmi fosse tutto in ordine.
Mentre guidavo, ad un tratto, squillò il mio telefono. Risposi tramite l’auto radio della macchina, dove il nome di “Testa Piatta” compariva sul monitor.
“Ciao anche a te.” risposi stizzita continuando a mantenere gli occhi sulla strada “Dì pure al capo che ci sto lavorando. Quell’uomo è più difficile del previsto, da trovare, ma io non ho mai fallito.” pronunciai con voce autorevole, la macchina che sfrecciava lungo le strade della città.


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"Bene." Disse soddisfatta Aryana a Gwen.
Così i 3 andarono al centro, per poi raggiungere il laboratorio di Oxio.
Trovarono lo scienziato impegnato a lavorare su Justine, dopo che l'androide era stato sconfitto e catturato da Dambrose.
"Speravo di rivedervi presto." Disse lui a Gwen e a Ludwing, per poi notare Aryana. "E questa ragazza?"
"Ehm... è una tirocinante, professore." Lesto Ludwing. "E' con me, frequenta uno dei miei corsi."
Aryana salutò Oxio subito calata nella parte.




"Buon per te che non hai mai fallito." Disse ridacchiando Testa Piatta a Queennie, per poi staccare.
Poco dopo la ragazza arrivò all'Afterlife.
Qui procedevano i preparativi per la sera e molti degli impiegati e degli inservienti ci davano sotto con il lavoro.

Sbuffai silenziosamente con gli occhi in su all'entusiasmo di Aryana.
Davvero speravo andasse tutto bene o non me lo sarei perdonato.
Arrivammo al centro, dove Oxio stava già lavorando su Justine.
Almeno quella psicopatica era fuori gioco.
Trattenni un sorriso divertito quando Ludwing fece passare la ragazza per una sua tirocinante.
"Ebbene, cos'ha da dirci? Ammesso che non abbia altro da nascondermi, dottore..." sarcasticamente.

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Oxio sorrise a Gwen.
"Null'altro, dottoressa." Disse. "Come immaginavo..." indicando poi Justine stesa sul lttino e con molti dei suoi circuiti aperti "... questo androide fabbricato a Uaarania è stato manomesso qui ad Afragolopolis."
"Manomesso?" Ripetè stupito Ludwing, mentre Aryana vagava per il labortorio, indugiando poi con lo sguado su Justine.
"Esatto, dottore." Annuì Oxio. "Manomesso da una tecnologia ed una mente di cui ignoravo l'esistenza. Qualcuno di geniale e talentuoso, capace non solo di forzare i sistemi mnemonici dei nostri androidi, ma anche di inserire una quantità di dati in realtà troppo complessi o comunque sconosciuti alla capacità di assorbimento e concezione di cui sono muniti i nostri androidi."

"Tecnicamente nulla di nuovo, dottore, specie perchè non abbiamo ancora capito chi ci fosse dietro Betix nella manomissione di Justine" commentai.
"Si direbbe che siamo di nuovo al punto di partenza."

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"No, Betix era poco più di un meccanico, dottoressa." Disse Oxio a Gwen. "Dietro di lui c'è qualcun altro. e noi dobbiamo scoprire chi è."
"Credo che a Uaarania molti temano questo misterioso individuo, professore." Ironico Ludwing.
Oxio rispose con un'occhiata eloquente.