Ascoltai Oxio e poi sorrisi divertita a ciò che disse Ludwing.
"Dunque, da dove possiamo cominciare per trovare il nostro colpevole? Non abbiamo molte piste da seguire" dissi allora impaziente ma anche spaesata.

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"Il piano è rimettere in attività Justine, ma con una microspia al suo interno, in modo che sia li stessa a portarci dal misterioso Mister X." Disse Oxio a Gwen.
"Ma se costui è geniale come dice, non potrebbe scoprire il trucco, professore?" Chiese Ludwing.
"E' un rischo da correre." Oxio.

Soppesai l'ipotesi.
Avevano ragione entrambi, era ovvio.
"Sperando Justine non semini violenza e distruzione ancora una volta" con sarcasmo.
"Ma forse ha ragione lei, è l'unico modo per scoprire di chi si tratta" annuii.

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"Esatto, non vi sono altre possibilità." Disse secco Oxio. "Mettiamoci al lavoro." A Gwen e a Ludwing.
I 3 cominciarono a richiudere Justine, dopo aver inserito al suo interno una microspia.
Dopo un paio d'ore il tutto fu ultimato e Justine venne riattivata.
I dati erano tuttinormali, quindi l'androide non era più sotto il controllo del misterioso genio.

Quando Testa Piatta riattaccò, dalle mie labbra uscì la pallida ombra di un epiteto non troppo lusinghiero.
Giunsi all’Afterlife, parcheggiando nel posto a me riservato, e mi diressi nella zona bar, dove il barman stava riordinando.
“Dammi un Martini.” ordinai per poi sedermi al bancone.
Nell’attesa, presi il mio iPhone e cominciai a guardare i messaggi o le email ricevute.


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Richiudemmo Justine, la rimettemmo in funzione e fu finalmente pronta.
Oltre che più sicura, dato che non aveva più strane velleità violente e distruttive.
Dovevamo solo aspettare e capire se davvero ci avrebbe portati dall'uomo che cercavamo.
Doveva davvero essere un folle per aver progettato una simile intelligenza artificiale.

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Queennie ebbe il suo Martini, mentre intorno a lei proseguivano i lavori affinchè il locale fosse pronto per l'apertura.
La ragazza controllò allora il suo cellulare, ma non trovò nessun messaggio o mail.
"Ehi, capo..." disse ad un tratto una voce "... è da stamani che non la vedo? Cosa c'è? Vuol farsi desiderare? Non le bastano più i pantaloni aderenti e le magliette con scollature vertigionose?" Ridendo.
Era Save, uno dei nuovi assunti nel locale.
Si trattava di uno psicologo che aveva il compito di studiare i vari frequentatori dell'Afterlife e scoprire potenziali bari, imbroglioni e malintenzionati.

Sorseggiai il mio Martini con fare calmo, attendendo che i miei dipendenti facessero il loro lavoro.
Avrei presto richiesto un altro drink e, fino ad allora, mi sarai rilassata.
Non ricevetti alcun messaggio ma d’un tratto, una voce mi raggiunse alle mie spalle.
Mi voltai con fare disinvolto incrociando lo sguardo di Save, uno psicologo assunto da poco incaricato di studiare la clientela.
“Buonasera, Save.” lo salutai per poi prendere un altro piccolo sorso di Martini “Se vuoi provarci con me, dovrai impegnarti di più.” commentai scoccandogli un’occhiata ironica e, al contempo, maliziosa “Hai bisogno di qualcosa?” domandai per poi riprendere in mano il Martini.


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Mandai Jamos a controllare dappertutto, e ovviamente non trovò niente.
"Visto? Non c'è niente, insomma me ne sarei accorta se un ladro fosse entrato in casa!" poi scoppiai a ridere.
"signori i ladri portano via mica portano cose a casa delle persone!!" ridacchiai, fingendo di aver detto una cosa intelligente.
"Ad ogni modo, se troviamo questa valigetta ve lo diciamo! Noi non siamo ladri!!".

Justine ora appariva normale, con tutte le sue funzioni attive e operative.
Insomma era tornata l'androide che ci si aspettava che fosse.
Ad un tratto le porte scorrevoli del laboratorio si aprirono ed entrò qualcuno.
Era Elv.
"Salve a tutti." Disse col suo solito sorriso a metà tra il burlone e l'impertinente.
"Come era nei nostri patti" Oxio a Gwen "ecco il suo investigatore, dottoressa. Lei ha ben lavorato per me ed io mantengo sempre la parola data. A chi la merita." Fissandola.
"Interessante!" Divertito Elv. "Qualcuno qui ha preso a cuore la mia causa!" Facendo l'occhiolino a Gwen.


"Madama, quella valigetta è per noi molto importante" disse uno dei 2 a Regna "e non solo per noi. Molti vorrebbero metterci le mani su, arrivando a compiere qualunque azione pur di averla." Con tono ambiguo e cupo. "Le lascio il nostro biglietto da visita. Ci chiami appena sa qualcosa. Arriverderci." E andarono via.


"Attenta a non provocarmi, capo." Disse divertito Save a Queennie. "Io conosco tutti i trucchi e le scorciatoie per giungere alla mente di una ragazza. E la strada che unisce cervello e cuore non è poi così lontana." Avvicinandosi e facendole l'occhiolino.
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Justine sembrava davvero un'altra, quando non era pericolosa.
O quando non si prendeva libertà non richieste.
Mi voltai quando le porte scorrevoli del laboratorio si aprirono e mi esibii in un sorriso dapprima sorpreso e successivamente divertito e sornione per la solita espressione di Elv, sfacciata ed impunita.
Guardai Oxio, poi di nuovo Elv, ridacchiando.
Non potevo negare a me stessa di aver sentito la sua mancanza, per tutto il tempo che era stato lontano.
Supponendo che il dottore, al momento non avesse bisogno di me, mi avvicinai all'investigatore, lo presi per mano e condussi entrambi fuori dal laboratorio

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"Ehi, vengo rapito..." disse divetito Elv seguendo per mano Gwen fuori dal laboratorio "... contieni pure il tuo entusiasmo, siamo in un centro scientifico, non sul set di un film per adulti." Ridendo Elv, mentre fissava Gwen negli occhi. "Allora? Ti si messa nei guai senza di me?" Ironico.

Ridacchiai a ciò che disse, ma non mi disturbai a rispondere, poichè nel momento in cui trovai un angolo riservato fuori dal laboratorio, baciai Elv, affondando le mani nei suoi capelli neri e respirando il suo profumo.
Diretta e senza troppi complimenti.
Non sapevo nemmeno più da quanto desiderassi farlo, ma di certo avevo aspettato abbastanza.
Pensai che mi era servito questo periodo lontani, per capire che ciò che provavo per lui non fosse semplice fascinazione, ma qualcosa di più intenso.

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Elv rispose subito con slancio ed enfasi al bacio di Gwen, incantenandola alle sue labbra e stringendola contro il suo petto, mentre le sue mani scivolavano lungo la schiena e i fianchi della ragazza.
In quell'angolo appartato di corridoio i 2 si baciarono a lungo e con trasporto, giocando con le lingue e assaporando l'una le labbra dell'altro.
"Wow..." disse lui in un sospiro sulla bocca di lei "... vale la pena farsi qualche giorno al fresco se poi è questo il premio di consolazione..." sorridendole "... perchè non ce ne andiamo un pò nel mio ufficio? Lì staremo tranquilli..." malizioso.

"Oh si si certo, capisco, è molto importante!" sforzandomi di fare la faccia seria.
Non che a Regna venissero mai bene le facce serie, in realtà.
Sembrava sempre una cretina che si impegnava ma non le veniva bene.
Così i due se ne andarono.
"Jamoss, manda subito a chiamare il piccolino!!!" ordinai.

Rispose con trasporto e slancio e fu esattamente come doveva essere.
Sentivo le sue mani su di me, stringermi a lui e avrei voluto portare quella sensazione con me per sempre.
Ci assaporavamo senza sosta e tutto ciò era sempre stato nell'aria fin da subito, fin da quando avevo incrociato i suoi occhi neri, che mi erano mancati da morire.
Ridacchiai e gli rubai un altro bacio, al suo commento.
"Attento, sono stata indecisa fino all'ultimo se prenderti a schiaffi o no, dopo il tuo 'atto di coraggio' con Dambrose..." Commentai sorniona.
"Oxio potrebbe avere ancora bisogno di me qui e non so se posso allontanarmi..." mormorai svogliatamente, giocando sulle sue labbra rosse.
Era certamente un pensiero allettante, ma per quanto potesse esserlo, sapevo di essere ancora impegnata al centro.

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"Si, signora." Disse Jamos a Regna, per poi andare a cercare il ragazzo.
Ad un tratto però si udì una sorta di tonfo sordo giungere dal giardino e poi come un lampo che illuminanava il pianterreno del palazzo.
Un attimo dopo un basso sibilo completò il tutto.
Qualcosa era accaduto nel giardino.




"Eh... ok..." disse Elv in sospiro deluso a Gwen, tenendola ancora stretta a sè "... ma stasera quando stacchi non voglio altre scuse... così potri prendermi a schiaffi per una giusta causa..." avvicinandosi divertito all'orecchio di lei, per poi succhiarglielo.

Risi sottovoce al suo commento e mi abbandonai ad un leggero gemito, sentendo la sua bocca sul mio orecchio.
"Suona tanto come un ordine, detective Elv..." dissi divertita.
"Ora dobbiamo rientrare..." dissi poi, cercando di convincermi.
Gli diedi ancora un altro bacio, più lungo, poi mi ricomposi dandomi una sistemata e con lui rientrai nel laboratorio.

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"E' un ordine, dottoressa Gwen..." disse sottovoce e con tono caldo Elv.
Poi dopo un altro bacio, i 2 si ricomposero e rientrarono nel laboratorio.
Qui Oxio stava regolando le ultime cose riguarda il sistema dinamico interno a Justine.
Lui e Ludwing poi, assistiti da Gwen, sottoposero l'androide ad altri test, fino a quando tutti i coefficienti erano stati soddisfatti.
"Ora affiderò a lei la programmazione di Justine, dottoressa." Oxio a Gwen. "Lo stesso lavoro svolto su Jon dovrà sostenerlo su Justine. Intesi?"

Ridacchiai mentre rientravamo.
Felice di averlo ancora con me.
Una volta dentro, aiutai a ricomporre Justine.
"Certo, dottore" annuii, non vedendo l'ora.
Volevo davvero capire come fosse Justine "al naturale", senza alcun tipo di manomissione.

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Scoccai un’occhiata a Save, girandomi sullo sgabello per poi accavallare signorilmente le gambe.
“Sai, caro, ho imparato nella pratica che chi parla tanto, tende a concludere molto poco.” risposi con un sorriso malizioso in volto.


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"Decida lei come operare, dottoressa." Disse Oxio a Gwen. "Può raddoppiare i suoi turni qui al centro, in modo da seguire con il giusto approccio l'apprendistato di Justine, oppure portarsi a casa l'androide, ovviamente firmando un documento secondo il quale sarà sua ogni responsabilità."




Save guardò le gambe di Queennie che si accavallavano davanti a lui, per poi tornare a fissare gli occhi chiari di lei.
"Adoro le sfide" disse lui divertito "e ancor più amo far ricredere le persone, soprattutto se sono belle ragazze." Ridacchiando.
In quel momento il cellulare di Queennie vibrò per un messaggio appena arrivato.

Sollevai un sopracciglio, soppesando la situazione.
Beh, ora Justine era decisamente più gestibile rispetto a prima.
"Credo mi assumerò la responsabilità di portarla a casa, dottore. Se passerò un altro istante più del necessario, finirò con l'odiarlo questo posto..." sarcasticamente.

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"Perfetto, dottoressa." Disse annuendo Oxio a Gwen. "Da questo momento l'androide è sotto la sua responsabilità."
Incaricò poi Ludwing di farle firmare un documento che specificava tutto ciò e lasciò Gwenlibera di andare.
"Justine le sarà consegnata domani, dottoressa." Spiegò Oxio.

Annuii e firmai tutte le scartoffie necessarie.
Presi un profondo respiro.
"Perfetto, la ringrazio, dottore. Domani ne sapremo di più, allora" con tono sornione.
"A risentirci, signori" a Ludwing ed Oxio.
"Andiamo?" ad Aryana ed Elv.

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Dopo la firma, Gwen andò via con Elv e Aryan.
I 3 salirono in auto e partirono.
"Beh, toglietemi una curiosità..." disse divertita e schietta Aryana "... ma voi 2 in che rapporti siete? Giusto per capire se sono di troppo." Ridendo.

Salimmo in auto e mi misi subito in marcia.
Sorrisi divertita, ripetendo nella mia testa le parole di Aryana.
"Investigatore e cliente con benefit" risposi, per poi ridere e cercare la mano di Elv mentre guidavo.

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Dal sedile posteriore, dov'era seduta, Aryana guardò la mano di Gwen che cercava e trovava quella di Elv.
"Uhhh..." disse la ragazza sarcastica "... quanto di sdolcinato dovrò sorbirmi ora!" Ridendo.
"Eppure ti ci vedo come una tipa che ama scandalizzarsi!" Ironico Elv colsuo tono impertinente.

Scoppiai a ridere di cuore, alla considerazione di Aryana.
"Parli come se non mi conoscessi, amica mia" le risposi, essendo notoriamente io una persona davvero poco sdolcinata.
"Tu sei davvero pessimo" dissi ad Elv, scuotendo la testa.


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Ascoltai le parole di Save, un sorriso furbo sul volto. Era bello, quell’uomo, e probabilmente gli avrei concesso la possibilità di conoscerci meglio.
“Hai il permesso di tentare di farmi ricredere.” dissi ridendo.
Poi, ad un tratto, il mio telefono squillò. Sbloccai scorrendo il dito sul display per leggere il messaggio ricevuto.


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Elv rise di gusto, mentre Aryana fece una smorfia alle parole di Gwen.
Poco dopo l'auto arrivò all'agenzia di Elv e lui scese.
"Spero" dise parlando dal finestrino alle 2 ragazze nell'abitacolo "che presto potrò avervi entrambe come ospiti nella mia umile dimora." Divertito.
"Solo se lei ha un amico affascinante da presentarmi." Lesta Aryana. "Non mi piacciono le cose a 3, sono un tipo all'antica." Per poi scoppiare a ridere.




"Beh, nella mia nuova villetta, appena fuori città, ho montato una sauna, con tanto di sala massaggi, capo." Disse Save a Quennie. "Vuole farmi l'onore di essere leila prima ad inaugurarla, capo?" Facendole l'occhiolino.
Poi Queennie guardò il cellulare.
C'era un messaggio di Lion che così diceva:

"Buongiorno. Credo di aver trovato qualcosa che possa aiutarci a far luce sul suo indovinello."

Riaccompagnai Elv all'agenzia e scossi la testa alle parole di entrambi.
"Sul serio?" dissi ad Aryana "Pensavo ti interessasse Ludwing..." dissi poi sorniona, salutando Elv ed allontanandomi dall'agenzia.

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"Ludwing..." disse ridendo Aryana a Gwen "... ma davero?" Scuotendo la testa. "E' un tipo troppo tranquillo per me, dovresti conoscermi. E poi tutte quelle assurde letture che ha in casa." Divertita. "No no, io preferisco decisamente un altro tipo di uomini." Mentre l'auto si allontanava dall'agenzia di Elv.

Risi divertita.
"Che peccato, vi ci vedevo bene, insieme..." dissi ancora, sorniona, per punzecchiarla.
Onestamente, non ero tipo che si facesse problemi del genere.
Non avevo mai immaginato per me qualcuno col carattere e la personalità di Elv, ma era successo.

"Beh, ci hai visto male." Disse Aryana a Gwen, per concludere il tutto poi con una sonora risata.
Poco dopo l'auto arrivò davanti alla casa di Gwen.
E appena le 2 ragazze furono entrate il cellulare di Gwen squillò.

Continuammo a scherzare sulla cosa lungo il tragitto, finchè non arrivammo sotto casa mia.
Appena posteggia, ebbi giusto il tempo di scendere dalla macchina, chè il mio cellulare squillò.
Non pensavo di poter reggere altri casini per il momento.
"Pronto?" dissi, con voce cauta.

"Dottoressa, sono io, Jon." Disse la voce meccanica dell'androide che Gwen ben conosceva. "Stia attenta, tutto è pronto ormai. Nessuno si salverà. Lei però è ancora in tempo. Fugga."

Rimasi raggelata sul posto.
Ancora lui.
Ancora Jon.
Di nuovo.
Speravo che l'intercettazione che era collegata al mio telefono funzionasse, questa volta, così da fornire all'investigatore Beps un qualche risultato.
"Non può essere..." mormorai piano, sconvolta.
Quel senso di paura tornò potente, ero stata bene fin ora, forse troppo ed ora lui, o chiunque fosse, era tornato a stravolgermi.

"Deve andare via, dottoressa." Disse la voce di Jon a Gwen. "E non si fidi di nessuno. Di nessuno, ha capito?"

"Ma... Cosa vuol dire? E come fai ad essere tu? La tua voce è troppo umana. Non può essere Jon, chi è che parla?" alzando appena la voce alla fine, per la paura e l'esasperazione.
Ormai, non riuscivo più a comprendere cosa stesse succedendo, mi sentivo come in un romanzo distopico, era orribile.