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Dopo una mezz'ora arrivammo nella periferia della città.
Il degrado era ovunque, era come un morbo dilagante al quale nessuno poteva o voleva trovare una cura. Era davvero sconvolgente e lo si vedeva negli occhi di chi ci viveva, specialmente i bambini. Arrivammo ad una delle tante palazzine fatiscenti ed al sesto piano ci aprì una donna, dall'aria emaciata. Il cappellano ci disse che solo due di noi potevamo andare con lui ed anche se l'idea non mi piaceva, dovetti scegliere. "Verremo io e Belven" dissi risoluta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il Cappellano annuì a Gwen, per poi guardare Belven.
Alla fece cenno ai 2 di seguirlo. Aprì la porta e i 3 entrarono nella stanza. Era piccola, con una sola finestra che era però chiusa nonostante la calura estiva. Nella camera però l'aria era gelida, come se si fosse fuori ed in pieno Inverno. Un freddo tagliente, chein un attimo gelò le membra di Gwen e di Belven. Ma più di quel freddo assurdo, era il terribile ed insopportabile tanfo della stanza. Un miscuglio di feci, di urina, di sudore e di vomito che appestava l'aria, rendendola irrespirabile. Nessuno avrebbe potuto resistere più di un minuto in quell'ambiente. Nel piccolo lettino stava un bambino di non più di 10 anni, con polsi e caviglie strette da robuste cinghie, come fosse un animale. Il bambino era come in una profonda veglia, con gli occhi socchiusi e le labbra schiuse appena che tremavano, come se stesse dicendo qualcosa, ma con tono bassissimo. |
La stanza in cui ci portarono era minuscola e gelida, tanto che coprii le spalle con la leggera sciarpa che avevo in borsa.
Ma non fu solo quello. L'aria era irrespirabile. Rischiai di sentirmi male non appena vi misi piede, ma cercai di resistere. Non volli appositamente interrogarmi su cosa producesse quei miasmi mortiferi, anche perchè ci fu un terzo elemento a cui dovetti pensare. Il ragazzino era lì, bloccato come un animale, a sussurrare delle parole a voce bassissima, quasi senza suono. Pur contro quel fetore intollerabile, mi abbassai cercando di capire cosa stesse dicendo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen si avvicinò al lettino, dove il piccolo sembrava destinato a marcire tra fetore e freddo, cercando di sentire cosa dicesse.
Percepiù delle parole, ma tutte strane, sconosciute, senza senso. "Omais... ion... li..." disse il piccolo come se fosse in una sorta di trance "... oniciproc... ic... ecaip... oilgem... led... otouv... odnoforp... e... otulossa..." |
Il ragazzino sembrava in una sorta di trance e continuava a ripetere parole, strane, senza senso, che non riuscivo ad afferrare.
"È come se ripetesse parole inesistenti in trance.." Dissi a Belven. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Infatti è in uno stato miserevole..." disse Belven a Gwen.
Intanto il Cappellano si avvicinò al letto e controllò il polso del piccolo. Chiese poi alla madre se avesse somministrato le medicine prescritte al bambino. Lei annuì. Infatti il prete era la seconda volta che visitava il bambino. Ad un tratto il piccolo aprì gli occhi. Fissava il Cappellano ed i tratti del suo volto oa erano diversi, come deformati da un smorfia d'odio, di malvagità. "Hanno mandato te?" Con un ghigno al prete. "Si, ti ricordi di me, piccolo?" Il prete. "Ti avevo visitato, ricordi?" "Se hanno mandato te allora non abbiamo nulla da temere." Il bambino con una risata gracchiante. Infatti ora la sua voce aveva un che di cavernoso, di grottesco, come se sforzasse le corde vocali per parlare così. "Cosa ha detto il vostro medico curante?" Il prete alla madre del bambino. "Che tutte le analisi risultano normali." Rispose lei sulla soglia. "Non ci sono lesioni o alterazioni del cervello, padre..." |
Sospirai affranta ed avvilita, scuotendo la testa con la sciarpa a coprire non solo le spalle, ma anche il naso e la bocca.
Era uno scenario devastante e non sapevo se ne sarei uscita mentalmente integra. Dopo essersi accertato sulla terapia del bambino, quello iniziò a parlare in un modo raccapricciante. Era come deformato, corrotto da qualcosa, ma la madre si affidava al parere negativo dei medici. Fissai Belven, come a cercare nel suo sguardo una risposta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen guardò Belven e si accorse che l'avvocato stava registrando tutto col suo cellulare.
Il prete controllò la pressione del bambino e i suoi battiti. Ad un tratto Gwen vide gli occhi del piccolo spostarsi su di lei. Quello spalancò la bocca e tirò fuori la lingua. "Perchè" disse con quella voce cupa e mostruosa "non fai anche a me quello che hai fatto all'investigatore, piccola mia?" Per poi scoppiare a ridere. "Il mio è più grosso, sai?" Allora portò la testa all'indietro e alzò le pupille verso l'alto, fino a far diventare bianchi i suoi occhi. E riprese a recitare sttovoce quelle parole senza senso. |
Mi accorsi che Belven stava registrando tutto.
Beh, almeno avevamo qualche prova. Mi irrigidii quando vidi che fissava me, ma rimasi letteralmente paralizzata e freddata quando iniziò a parlare, il mio viso ancora parzialmente coperto dalla sciarpa. Sapevo, razionalmente, che quella fosse solo una provocazione, ma mi lasciò comunque pietrificata, trattenendo anche il respiro. E dovetti distogliere lo sguardo quando gli occhi gli si girarono all'indietro e ritornò a ripetere quelle parole. Volevo andare via, subito, non volevo rimanere un minuto di più. Volevo di nuovo la quiete della mia vita, volevo Elv a stringermi e confortarmi, senza questa assurda pazzia ad avvilirmi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il Cappellano fece cenno a Gwen e a Belven di uscire.
I tre lasciarono così quella camera freddissima e fetida. Il prete poi parlò con la madre del bambino e andò via con Gwen e l'avvocato. "Quel bambino..." disse guidando Belven "... che strazio vederlo..." "Si..." annuì il Cappelano "... l'isteria e lo sdoppiamento della personalità sono malattie ancora oggi difficili da curare..." chiese a Belven una sigaretta "... vi spiace se fumo?" Belven scosse la testa. "Purtroppo..." aggiunse il prete "... il bambino vive in un'ambiente particolare, fatto di superstizione e fanatismo..." |
Per fortuna andammo via, non avrei retto un minuto di più.
Seguii di striscio la loro discussione, mentre parlavano delle condizioni del bambino. Certamente, non era gente normale quella che lo cresceva e non mi stupivo di nulla. Erano condizioni disumane, quelle, a dir poco e ancor peggio, non eravamo riusciti a scoprire di più in merito alla questione sulla quale stavamo indagando. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il resto del viaggio trascorse in un silenzio irreale, rotto solo da qualche breve intervento di Elv.
Quando però l'auto entrò in città, Aryana ebe un moto di fastidio. "Se lei è un medico prima ancora di un prete" dise al Cappellano "deve portare via quel bambino dalla sua casa. Andrebbe ricoverato in un ospedale pschiatrico. Se non lo fa è colpevole quanto i suoi familiari." "Lo so, me lo ripeto ogni secondo." Annuì il prete. In quel momento squillò il cellullare di Gwen. |
Rimasi in silenzio durante tutto il viaggio, stretta ad Elv, che parlò solo di tanto in tanto.
Era passato ancora troppo poco tempo da quando ero andata via da lì e dovevo ancora mentalmente riprendermi. Ciò che Aryana disse, non fu del tutto sbagliato, ma in quel momento squillò il mio cellulare e fu ciò che attirò la mia attenzione. "Pronto?" con tono laconico. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Dottoressa..." disse una voce artificiale, ma che Gwen riconobbe subito "... il cane si comporta sempre come il suo padrone. Quello che hanno fatto al bambino, lui vuol farlo agli androidi." Era Jon e staccò.
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Mi risvegliai all'istante, quando sentii la voce di Jon.
Non ebbi il tempo di realizzare la cosa ché lui staccò. Guardai Elv perplessa e gli feci ascoltare la registrazione della telefonata. "Cosa vuol dire, secondo te? Insomma, ho visto quel bambino e per quanto agghiacciante, terrificante e raccapricciante possa essere, dubito si possa replicare su dei robot..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non lo so..." disse perplesso Elv a Gwen dopo aver ascoltato la telefonata registrata "... magari è qualcuno che si diverte a perseguitarti... mi sembra chiaro."
Anche Aryana e Belven avevano sentito la registrazione. "Uno scherzo?" Belven. "E come faceva a sapere della nostra visita in periferia?" "Magari ci monitorano o ci seguono..." fece Aryana tesa. |
"Belven ha ragione, non potevano saperlo e sono già giorni che mi perseguitano. Se ricordi bene, è per questo che mi sono rivolta a te" feci notare ad Elv.
"Qui c'è qualcosa sotto e sono certa che queste telefonate siano una chiave importante, ma qualcosa ancora mi sfugge..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"A me la frase che dice sembra senza senso..." disse Aryana.
"Io invece credo che attorno a quella frase ruoti il senso di tutta la faccenda." Belven. "Chi cavolo sarà questo lui che cita?" Elv seduto accanto a Gwen. "Bella domanda..." mormorò Belven. L'auto di Belven allora portò prima Aryana al suo albergo, poi Gwen ed Elv a casa di lei. L'avvocato, fatto, ciò andò via. |
"Sono d'accordo con Belven" commentai.
Guardai Elv. "È una domanda che mi sta tormentando ed ancor di più mi tormenta non riuscire a dare una risposta" sospirando avvilita. Poi, fummo riaccompagnati a casa, io ed Elv. "Se penso che oggi dovranno anche consegnarmi Justine, impazzisco..." scuotendo la testa. "Oggi... Con quel bambino... È stato devastante" mormorai ancora profondamente scossa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Corsi in giardino, tutta trafelata, e mi accorsi che non era affatto il ragazzino a fare casino. Possibile?
C'era un perfetto sconosciuto, bello tranquillo, che girovagava per il mio giardino. "E tu chi sei, il nuovo giardiniere?" risi, divertita, con la risata stridula di Regna. E mi avvicinai a lui, con passo da regina nel suo palazzo. |
"Ora cerca di stare calma." Disse Elv a Gwen. "Rischi solo di stressarti oltre. Vuoi beccarti un bell'esaurimento nervoso?"
Un attimo dopo il cellulare della ragazza squillò. Regna corse in giardino e vide quel perfetto sconosciuto. Con passo severo ed altero, da vera regina, si avvicinò all'uomo. Lui nell'udire quella risata stridula si voltò di scatto, ritrovandosi davanti quello schianto di donna, alta, bionda e con portamento fiero. Anche lei, guardandolo meglio, si accorse che era molto affascinante. Aveva un viso regolare, dai bei lineamenti, capelli scuri e mossi, occhi azzurri e grandi. "I miei omaggi, madama." Disse con un inchino galante, mentre la sua voce calda e bassa prese ad accarezzare il corpo slanciato di Regna. "Mi perdoni, può dirmi dove siamo?" Fissandola. |
"La fai facile, tu. Non eri dentro quella stanza" commentai, fissandolo.
Poi, squillò il mio cellulare ed immaginai che fosse il centro. "Pronto?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Sapevamo che si trattava di un bambino con disturb psichici..." disse Elv a Gwen, mentre lei rispondeva al cellulare.
"Dottoresa, sono il direttore." L'uomo dall'altra parte del telefono. "Ho bisogno della sua disponibilità, naturalmente se ciò non le procura noia con i turni già stabiliti in laboratorio. E' accaduto che un nobile abbia preso possesso di un vecchio maniero da ristrutturare e ha poi contattato il nostro centro. Pare infatti che nelle segrete abbia trovato molti vecchi proprotipi di robot e cyborg, tutti di vecchissima generazione. Non sapendo come disfarsene è stato spinto a chiamare noi dalle autorità del posto, visto che il programma di riciclo dei vecchi umanoidi impone che sia fatto da enti competenti ed autorizzati. Ora, non avendo altro personale disponibile, non qualificato come lei almeno, jo pensato di inviarla al castello di quel nobile per fare un elenco del materale presente e gestirne il ritiro da parte del centro. Lei è disponibile? Si tratta di un incarico importante, dottoressa." |
Man mano che il direttore andava avanti, mi facevo sempre più perplessa.
"Ma... Oggi mi consegneranno l'androide qui a casa, ho stabilito questo col dottor Oxio, non posso certo essere in due posti contemporaneamente..." sarcastica. "Anche quello è un compito importante." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si, ho saputo di Justine, dottoressa." Disse il direttore a Gwen. "Ma daccordo col il dottor Oxio potrà occuparsi di Justin al suo ritorno, dopotutto la questione non dovrebbe rubarle più di un pomeriggio. Ma voglio sia lei a decidere, poi gestirò di conseguenza la cosa, trovando qualcun altro in caso di risposta negativa da parte sua."
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"Oh..." risposi, sentendo che aveva già parlato con Oxio.
"Beh, in tal caso, posso farlo" dissi poi, guardando Elv. Un pomeriggio in un castello, del resto, non doveva essere affatto male. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Grazie della sua disponibilità, dottoressa." Disse il direttore a Gwen. "Fra un'ora è attesa al castello. Il nome del manero è Castello del Lamento dell'angelo." E le inviò l'indirizzo tramite il navgatore ottico.
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"Perfetto" dissi.
Dopo aver memorizzato l'indirizzo, guardai ancora Elv. "Ti va un pomeriggio al castello?" sorridendo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Al castello..." disse Elv stupito "... che castello? Io oggi avrei un appuntamento con quel cliente chi chiamò ieri, ricordi? Tu invece?" Fissando Gwen.
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"Oh, accidenti..." dissi, sospirando.
Me ne ero totalmente dimenticata, dovevo ammetterlo. "Il direttore mi ha mandata a parlare con un nobile, che ha trovato dei vecchi androidi che vanno esaminati nello scantinato e devo andare per conto del centro. Beh, allora vuol dire che farò la mia gita da sola" con un leggero sorriso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, non credo ti impegnerà a lungo questa cosa." Disse Elv. "Così magari al tuo ritorno staremo insieme, che ne dici?" Sorridendo a Gwen ed accarezzandole il viso.
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Sorrisi ed annuii, godendomi la sua carezza sul mio viso.
E siccome potevo resistere, sì, ma non per molto, presi il suo viso fra le mani e lo baciai. "Allora ci vediamo dopo. Vedi di non fare troppi casini mentre non ci sono" gli dissi, guardandolo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv ridacchiò e la baciò.
"Attenta tu, piuttosto." Disse a Gwen, facendole l'occhiolino, per poi andare via. |
Sorrisi divertita e lo lasciai andare, un po' a malincuore.
Erano stati più i giorni che avevamo passato insieme piuttosto che da soli, considerando che, all'inizio, l'avevo assunto per questo ed ogni volta mi mancava. Era ironico, poiché mai avrei immaginato che andasse in questo modo. Comunque fosse, dovevo occuparmi di questa faccenda e, a dir la verità, ero molto curiosa di scoprire chi fosse la persona che dovevo incontrare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Poco dopo Gwen salì in auto e partì, seguendo le indicazioni sul navigatore ottico.
Lasciò la città e si ritrovò nella soleggiata campagna intorno ad Afragolopolis. La giornata era calda e ben presto il paesaggiò mutò, mostrando il profilo selvaggio e sconfinato della brughiera. Apparve allora il corso del Lagno, in un tratto quieto e melodico nel suo scorrere fra le sponde erbose ed ammantate dalle foglie dei grossi rami che quasi si piegavano sulle sue acque. Dopo diversi minuti Gwen vide spuntare dalle cime di robuste querce le torri di un castello. Imboccò il sentierò, unica direzione possibile, ma poco dopo dovette fermare la macchina. Infatti lo sterrato aveva ceduto ed un grosso fossato si era formato, rendendo impossibile continuare. In quel momento la ragazza notò, poco lontana una vecchia osteria. |
Mi misi in macchina Ed imboccai la strada della campagna.
Non era il massimo, poiché l'aria risultava quasi più afosa e torrida, da quelle parti. Dopo un bel po' di strada, vidi da lontano le torri del castello, come diramazioni delle alte querce che celavano il maniero alla vista nella sua interezza. Tuttavia, quando mi avvicinai seguendo l'unico sentiero percorribile, mi dovetti fermare, a causa di un fossato. Ottimo. E adesso? Sbuffai e fermai l'auto, scendendo. Mi guardai attorno e notai un'osteria. Pensando che potessero consigliarmi cosa fare, mi avvicinai per entrare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Era un ambiente non troppo grande, accogliente, in uno stile rustico e l'aria antica.
All'interno le pietre appena lavorate e il legno formavano quel luogo. Al banco c'era una donna, mentre all'unico tavolo occupato vi erano 2 uomini, che subito lanciarono un'occhiata a Gwen. |
L'osteria era rustica ed accogliente, come la immaginavo.
Quando entrai, vidi due clienti ed una donna al bancone. Mi diressi subito dalla donna, pensando fosse ferrata riguardo la zona. "Salve" sorridendo educata "Ho un appuntamento di lavoro al castello, ma ho visto che la strada è interrotta. Sa per caso cosa potrei fare per raggiungerlo comunque? È piuttosto importante la mia presenza lì." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Il castello..." disse stupita la donna a Gwen "... ma il castello è abbandonato da secoli."
"No, pare qualcuno lo abbia preso in affitto, o qualcosa di simile." Bevendo uno degli uomini al tavolo. "Si, l'ho sentito anche io." Annuendo l'altro. "Sarà qualche turista straniero." Ridendo. "Comunque, l'unico sentiero che porta al castello è interrotto." Fece la donna. Gwen notò che nella locanda c'erano Crocifissi ovunque, insieme ad altre immagini della Vergine col Bambino e dei Santi. |
Stavo per ribattere, ma gli uomini mi precedettero.
"Sì, a quanto pare un nobile l'ha acquistato ed io devo andare per discutere di una faccenda. E devo decisamente andare..." sospirando, mentre tutti gli oggetti sacri nell'ambiente mi davano una certa ansia. Mi voltai verso i clienti. "Per caso voi sapete da dove sarebbe possibile passare?" speranzosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
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