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Quei rumori cessarono ed i passi si persero nel silenzio del corridoio.
Qualcuno aveva cercato di entrare nella cabina di Dacey e con ogni probabilità non si era trattato di Dension. |
Un militare, dai capelli scuri e i lineamenti marcati, inizio` a camminare tra i militari.
Poi, arrivato davanti a noi, resto` a fissarci. |
Munain ascoltò Altea con attenzione, per poi alzarsi, raggiungere l'oblò e restare a guardare fuori.
“Ti sbagli...” disse senza voltarsi, con tutta la calma del mondo “... io non considero Guisgard un pallone gonfiato, ma un autentico bastardo e tra lui ed il Nero di gran lunga, dovendo scegliere, preferirei il secondo... e non ho affatto intenzione di scendere a tutti i costi da questa nave per salire su quella di Guisgard, sempre ammesso si trovi davvero sulla Divina Misericordia... magari questo terrore tecnologico” indicando la nave su cui erano “davvero può ridurre in poltiglia la nave su cui viaggia quel cane... e per quanto mi riguarda possono andare in malora tutti coloro che viaggiano con lui... dopotutto, se hanno scelto di stargli vicino, non sono poi troppo diversi da lui.” |
Non potevo stare li dentro come uno topino spaventato, anche se sotto sotto ero terrificata da morire.
Presi la torcia, la pistola e ancora una volta mi avventarai per i corridoio della nave . |
Il misterioso militare fissò a lungo Elv e Gwen.
“Siete stati trovati nelle nostre acque” disse ad un tratto “ed esse sono vietate agli stranieri. Dunque siete spie e come tali verrete giustiziate.” “Non siamo spie!” Gridò Elv. “Taci, cane!” Colpendolo alle spalle uno dei militari. Ed Elv tossì per il colpo ricevuto. |
Dacey si fece forza e coraggio, lasciò la cabina e cominciò ad avventurarsi per il corridoio.
Ma ad un tratto, alle spalle, qualcuno la bloccò, stringendo con una mano quella della ragazza con cui teneva la pistola. |
Elv cerco` di spiegarsi, ma venne colpito ed io ebbi un sussulto.
"Vi prego, e` la verita`" dissi calma, con la voce che tremava un po' "Siamo naufraghi, volevamo solo raggiungere la costa." Non sapevo che fare, speravo solo che mi credesse. "Siete militari di Vacolis, non e` vero?" chiesi un po' esitante. |
Procedevo piano, accompagnata dal sommesso infrangersi delle onde sul legno scricchiolante della Gioia.
La mia mano tremava leggermente mentre vedevo il mio fiato fuoriuscire dalle mie labbra, freddo e nebuloso. I miei occhi faticavano a esplorare il buio, nonostante la torcia dalla debole fiamma. Alle mie spalle mi parve ci fosse qualcosa, ma cercai di non pensare, non volevo essere preda dell'immaginazione ma quella presenza si rivelò stringendo la mia mano, quella armata. Per un attimo volli illudermi che fosse Dension. Mi voltai, o cercai di farlo, -Dension?- |
Lo guardai quasi con disprezzo ma risposi falsamente "Si, ti do pienamente ragione".
Non mi fidavo più di lui..era così tanto il suo odio da volere fare un massacro per uccidere Guisgard? Mi avevano sempre insegnato a sentire anche la controparte prima di giudicare. Mi ricordai di Pepino, Palos e gli altri...Pepino sempre così premuroso con me..come potevo acconsentire. Avrei voluto ficcargli una pallottola in testa ma non mi abbassavo ai suoi livelli, il ribelle di Maruania che mi regalò la pistola ad Amoros disse si doveva usare per un ideale..ovvio..si usavano le pistole per motivi giusti e non per il gusto di avere una in mano e sparare a vuoto e in modo sbagliato per sentirsi importanti. Ad un tratto mi venne pure il sospetto Munain fosse stato chiamato in altra stanza mentre parlavo con Giacomo..e avesse detto conoscevo quelli della Divina Misericordia. Non dovevo più dirgli nulla, non dovevo più accordarmi con lui..aveva scelto Maruania e io non potevo appoggiarlo. Ma non mi ero pentita di averlo salvato..almeno mi trovavo qui e potevo avere una via di uscita..ma dovevo scoprire qualcosa della missione, dove stavamo andando e vedere la nave o non avrei mai potuto agire...presi la sacca, mal che andasse avevo un paracadute portatile dentro. Non dissi nulla a Munain ed uscii...voci, rumori, fumo e cancelli, vi erano dei Corvi su questa nave?..Io non sapevo guidarli. Altrimenti appena scesi sulla terraferma e iniziata la caccia a quelli del Falco, avrei dovuto fuggire come un felino e nascondermi come un animale braccato per far perdere le mie tracce..o gettarmi col paracadute..non avevo paura. Fermai un uomo.."Scusate..sto cercando messer Bydoke, dove posso trovarlo? O potete dirgli Altea vuole parlargli? Beh...sono la unica donna in questa nave..ma voi sapete dove stiamo andando..ovvero la rotta e il luogo?" sorrisi maliziosamente all' uomo guardando l'orologio cercando di vedere le coordinate dove portassero, lo avevo impostato a Maruania. http://i62.tinypic.com/29upwk4.jpg |
Sorrisi piano a quelle parole.
"Vedo che abbiamo gli stessi problemi.." sospirai "Nemmeno a me va di stare sola coi miei pensieri.. non mi darebbero tregua..". Trattenni il fiato per un momento, poi alzai gli occhi su di lui. "Allora facciamo così.." avvicinandomi a lui per poter abbassare notevolmente il tono di voce, e non dover distogliere lo sguardo. "Io adesso vado nella mia cabina a cercare di riposare.." sussurrai dolcemente "Ma lascerò la porta aperta.." Sentivo il cuore che batteva sempre più forte "Così, beh.. se vorrai.. dopo aver controllato la nave e tutto il resto... se vorrai.." trattenni il fiato "Se vorrai potrai venire da me.." sorrisi "A salvarmi dai pensieri.. così insomma.. così.. con la scusa di farmi compagnia nessuno di noi.. nessuno di noi resterà solo..". Non attesi la risposta, sorrisi timidamente, abbassai lo sguardo e me ne andai. Temevo quasi che potesse sentire i battiti del mio cuore, che potesse leggermi negli occhi le emozioni contrastanti che mi attraversavano. Mi sentivo audace, e folle, e felice e terrorizzata nello stesso tempo. Non mi ero mai comportata in quel modo, eppure con lui mi era venuto spontaneo parlare ed agire così. Mi chiesi cosa avrebbe pensato, cosa avrebbe fatto. Entrai nella mia cabina, e presi un profondo respiro. Risi sommessamente tra me e me, mentre il cuore non voleva rallentare. Vuoi calmarti o che cosa? Tolsi gli stivaletti senza pensarci, e appoggiai delicatamente Damasgrada su un elegante tavolino, sfiorandola dolcemente mentre mi sfuggiva un sospiro. Ma poi lo sguardo cadde sulla camicia e sulla vestaglia che avevo lasciato sul letto poche ore prima. Se c'era una cosa che detestavo era riposarmi scomoda. Mi sedetti sul letto, e sfiorai delicatamente con la mano la camicia da notte in seta grigia, con le perle che accarezzavano la schiena scoperta. È davvero bellissima.. Così, la indossai velocemente, stavolta però non la coprii con la vestaglia, che riposi su una poltroncina. Mi stesi sul letto, cercando di non pensare a niente. Come se fosse facile.. Ma sicuramente riposarmi un po' non mi avrebbe fatto male. |
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