Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 29-12-2014 00.36.47

Risi appena.
"Oh, il maestro sarebbe contento invece..." Prendendo il pane che mi porgeva "Lui diceva sempre che per lui ero solo un combattente... Uomo o donna cambia poco.." Strizzando l'occhio.
"Ottima..." Sorridendo "Non ti facevo un estimatore di marmellate... Andiamo, fammi compagnia..." Alzando gli occhi su di lui "Credo che siano più afrodisiache le essenze che ho disperso nella vasca...." sussurrai strizzandogli l'occhio.

Guisgard 29-12-2014 00.37.03

Il carretto di Deluen si fermò davanti alla locanda e subito Elisabeth e Marangel scesero, per poi avviarsi verso l'edificio.
Deluen le seguì appena assicurato il suo carretto all'interno della staccionata che precedeva la locanda.
E una volta dentro, le due donne ed il giovane uomo videro un tavolo attorno al quale stavano seduti alcuni uomini e le cui divise non lasciavano dubbi circa la loro attività principale: la guerra.
“Hihihihihihi... eh, cari signori, ormai è chiaro... quel Guisgard sa il fatto suo...” disse Burmid con la sua gabbianella sulle ginocchia “... ma anche lui, come tutti, ha un punto debole... hihihihihihihi...”
“Quale sarebbe?” Chiese Samoa, sorseggiando del vino.
“Le donne!” Esclamò il capo dei mercenari. “Diavolo se sono il suo punto debole! Potrei giocarmi il mio nuovo fucile! Hihihihihihihi...”
“E in base a cosa lo credete?” Incuriosito Samoa.
“Ne ha due nel suo equipaggio” rispose Burmid “e posso assicurarvi che le donne, spesso, sono più un fastidio che altro. Ma se lui continua a portarsele dietro... hihihihihihihihi...”
“In verità” fece Samoa “qualche dubbio lo nutro circa questa vostra teoria, ma non va lasciato nulla di intentato. Ma posso dirvi che una delle due, dopo la descrizione del barone Ciminieri e dei suoi familiari, mi ha ricordato...”
“Chi?” Fissandolo Burmid.
“Il mio ex capitano...” svelò Samoa “... Clio. E lei, posso assicurarvi, non ha mai mostrato interesse alcuno per gli uomini.”

Guisgard 29-12-2014 00.40.38

Guisgard sorrise a Clio, per poi prendere anche lui una fetta di pane con la marmellata.
“Già...” disse annuendo “... in effetti è da quando sono entrato che faccio strani e poco cortesi pensieri... però, a pensarci, dovevi aspettarmi nella vasca... immersa in quelle afrodisiache essenze... o forse ciò ti spaventava un pochino?” Facendole l'occhiolino.

Clio 29-12-2014 00.55.03

Sorrisi, soddisfatta, nel vedere che mangiava.
"Ah, davvero?" Con sufficienza, prendendo un'altra fetta di pane spalmato di marmellata, per poi ridere divertita.
"Nella vasca?" Risi appena "Oh, questa è bella.. Senti che presuntuoso..." Sorridendo "Sei il mio capitano, non il mio uomo mi pare..." Con gli occhi nei suoi.

Guisgard 29-12-2014 01.05.05

“Ah, ma senti...” disse Guisgard, vagamente risentito a quelle parole di Clio “... beh, forse tu ignori che in certi mari d'Oriente il capitano dispone di un potere assoluto sulla sua nave e può quasi ritenere il suo equipaggio di fatto formato da degli schiavi...” divertito “... dunque, mia cara guardia del corpo, se per un fortunato caso dovessimo perdere la rotta e ritrovarci in quegli esotici mari, eh, potrei, anzi, dovrei adottare le leggi di quelle acque e ritenere te come una mia schiava, una mia ancella...” rise “... però, sarebbe divertente, sai? La decisa e risoluta Clio, dama di spade, adattata a fare da schiava al suo capitano... facendole l'occhiolino... chissà, potrei ordinarti, in quel caso, le cose più bizzarre... del tipo... fare colazione insieme, con te, però, completamente nuda...” riempì due bicchieri con del succo d'arancia “... alla tua salute, mia mancata ancella... peccato che il succo d'arancia non vada alla testa come una bottiglia di vino di Chanty... la terra incantata e promessa di tante saghe Capomazdesi... alla tua salute, mia bella guardia del corpo...” facendole l'occhiolino.

Clio 29-12-2014 01.23.39

I miei occhi divennero ghiaccio per un momento.
Nemmeno a lui era permesso parlarmi in quel modo, nemmeno per scherzo.
"Se prendessimo quelle acque..." Seccamente "Mi ucciderei, ma solo nel caso in cui non riuscissi a uccidere te..." Con un sorriso forzato, prendendo la coppa di succo d'arancia "Quella colazione potrebbe addirittura essere avvelenata..." Prendendone un sorso "Mai sottovalutare una donna respinta... O umiliarne una che è abituata ad uccidere..." Prendendo nervosamente un pezzo di pane dal vassoio, evitando il suo sguardo, perché non vedesse il velo di tristezza che aveva avvolto i miei occhi.
Cercai di respirare piano.
Calmati, adesso... O peggiorerai solo le cose...
Gli bastava davvero un attimo per farmi tornare con i piedi per terra.
Chiusi gli occhi per proteggere il mio sguardo, e respirai ancora, prendendo un altro sorso di succo d'arancia.
Ma non dissi nulla, perché sapevo che la mia voce avrebbe tremato.

Guisgard 29-12-2014 01.34.38

Calò il silenzio nella stanza.
Solo il rumore delle posate e dei bicchieri rompevano per qualche attimo quel silenzio.
Poi Guisgard si alzò, avvicinandosi ad una delle finestre e restando là, immobile, ad osservare il fiume che stavano attraversando.
Ancora quel silenzio.
Poi, ad un tratto, Clio si sentì stringere da dietro e in un attimo le braccia di lui erano attorno ai fianchi di lei.
“Una donna respinta, umiliata...” disse il presunto duca piano, parlandole fra i suoi capelli “... tu non sei né l'una, né l'altra mi pare... ed il giorno in cui vorrai farmi fuori, allora avvelenati le labbra... almeno morirei baciandoti...” la voce era profonda, calda “... comunque non saprei cosa farmene di una schiava... e di certo non vorrei te come ancella... ti ho sempre voluta per ciò che sei... libera... con quegli occhi che sanno essere ora ghiaccio, ora fuoco...” le sfiorò l'orecchio con le labbra “... non dimenticarlo mai...”
All'improvviso si udì il fischio della Santa Caterina.

Guisgard 29-12-2014 01.37.19

Altea chiuse gli occhi cercando di dormire, tentando così di allontanare le sue inquietudini.
Aveva esternato il suo malessere e gridato in faccia a tutti che per lei Guisgard non era degno di essere duca.
E attorno a lei scese solo silenzio.
Fino a quando, all'improvviso, si udì il fischio della Santa Caterina.
La vedetta, infatti, aveva scorto qualcosa sulla terra davanti a loro, sulla sponda destra del fiume.
“Sembra...” disse Palos guardando col cannocchiale “... sembra... si, sembra una chiesa... e molto antica direi...”
“Beh, se c'è una chiesa” fece Irko “allora non lontano ci sarà almeno un borgo, o un villaggio. Direi di attraccare qui, così potremo scendere a cercare provviste per il viaggio.”
“Si, d'accordo.” Annuì Palos.

Clio 29-12-2014 01.50.07

Trasalii, sentendo le sue braccia che mi stringevano, sciogliendo la rabbia e la malinconia, mi appoggiai a lui, dolcemente.
Sorrisi appena alle sue parole.
Potrai la testa all'indietro, perché potesse vedermi sorridere, e così la mano, sfiorandogli appena la guancia.
"Mi.." Mormorai appena "Mi hai sempre voluta?" Ripetei, incredula, in un sussurro, con gli occhi nei suoi "Allora.." Esitai, incerta "Allora perché..." Ma quella domanda mi morì in gola, forse perché avevo sentito il fischio della Santa Caterina, o forse era solo una scusa "Non importa.." Dissi soltanto, con un lieve sorriso.
Già una volta aveva eluso la mia domanda, lo avrebbe fatto di nuovo.
Non erano cose da chiedere, se voleva me al suo fianco me l'avrebbe detto spontaneamente.
Dopotutto sapeva che attendevo solo la sua scelta, se mi teneva sulle spine evidentemente aveva i suoi buoni motivi.
E io non dovevo forzare la mano.
"Su.." Mormorai "Hai sentito? Dobbiamo andare..".

Altea 29-12-2014 14.43.35

Mi destai dal sonno, tutto l' equipaggio era in manovra ma attorno a me avvertivo freddezza. Poi lo sguardo cadde sui lunghi capelli biondi e la preziosa veste azzurra..scossi il capo..non potevo andare in giro cosi..Burmid e Velv mi avrebbero riconosciuta e fino a posto sicuro non era prudente vestire in modo cosi sontuoso. Mi alzai e mi ricordai del baule con tanti vestiti e di quando mi travestii da zingara e poi Angelique.
Andai veloce nella mia stanza e mi rimisi la tintura di Madama Sibille per scurirmi, poi sarei tornata di colore naturale appena raggiunta la campagna, lontana dal Lagno e nel frattempo cercai nel baule e vidi dei vestiti da mercenaria o corsara...erano perfetti. Li indossai e poi estrassi dalla sacca una pistola e un pugnale che erano nella stanza e avevo preso per difendermi e afferrai pure una spada e la cinsi in vita..la prudenza non era mai troppa..e per fortuna l' Austero mi aveva insegnato pure bene a usare le armi.
Mi guardai allo specchio, spazzolai i capelli diventati scuri e misi un cappello ma lo specchio mi trasmetteva pure mille inquietudini e ricordi..ad un tratto ricordai le parole di Guisgard al maniero di Ciminieri, lo avevo appena baciato sulle labbra e gli dissi che forse l'indomani non mi avrebbe più rivisto..e lui..rispose era impossibile perchè mi avrebbe cercata con il resto della ciurma ovunque..questo faceva più male, perchè poi ci credevo sempre.
Un ricordo di infanzia...

"Mio nonno mi teneva in braccio e vicino a lui vi era l' Austero,
Mandus de Bastian estrasse il suo piccolo dipinto.."Perfetto Mandus, è lui..uguale, non te lo sei scordato quando lo hai visto e hai giocato con lui".
Il vecchio duca sorrise e dandomi quel dipinto mi baciò la fronte e vidi un bambino dagli occhi azzurri e luminosi, per tempo nella camera lo guardavo e sorridevo al pensiero un giorno sarebbe arrivato da me finalmente.
Purtroppo quando Dominus salì al potere tolse tutto ciò che lo ricordava e anche prima, infatti il dipinto lo tenevo nascosto e mio nonno fu costretto a distruggerlo..altrimenti avrebbero scoperto pure lui e la Confraternita che tramava contro Dominus".

Il fischio di arrivo mi distolse dai pensieri, presi la sacca e misi dentro il vestito elegante e uno scialle e correndo andai sul ponte, avevano avvistato una chiesa e ascoltai gli uomini..forse vi era un borgo.
Mi misi sul parapetto aspettando di approdare, guardavo la chiesa antica..sarebbe stato la prima tappa, era tanto non andavo in una chiesa e ricordai avevo con me la frase del codice ardeliano..forse dovevo dirglielo a Guisgard..era stata la nostra prima avventura assieme ed era la chiave per trovare il Fiore Azzurro, ma dubitavo mi avesse ascoltata e continuai a guardare la sponda in silenzio.

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