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La stanza era isolata dal resto della taverna, ma tuttavia le pareti leggere non facevano nulla per impedire che voci, risate e grida giungessero al tavolo di Gaynor.
Sempre ben celata nel suo mantello e sotto quel cappuccio, la regina attendeva. Attendeva di incontrare qualcuno che doveva essere diversissimo da coloro che solitamente la circondavano. Intanto il tempo passava ed il chiasso della sala adiacente era sempre più invadente. Ma poi, finalmente, la porta si aprì ed entrò qualcuno. |
Sospirai alle parole di Elas.
"Si, hai ragione..." Annuendo "Sono davvero curiosa di sapere cosa diranno, e tu pensa che Rovolin pensa siano qui per una resa.." Dissi a voce bassa, scuotendo la testa. |
“Io non ho bisogno di arruffianarmi nessuno...” disse Reddas a Gwen, senza però guardarla “... non sono un leccapiedi, né uno dei tanti cortigiani patetici. Sono la guardia del corpo di mio cugino e se diventerà duca sarà grazie a me che potrà difendersi dai nemici.” Sparò ancora. “Ed è sempre grazie a me che dame come voi possono scorrazzare libere qui e là per il ducato...” la fissò per un attimo “... senza di me Cimas non ci metterebbe nulla ad invadere Capomazda... e sapete che fine fanno quelle come voi? Lui le da come bottino ai suoi soldati... immaginate cosa si prova ad essere sottomessa e violentata da un branco di militari rozzi e violenti... più e più volte, per giorni e notti... sareste uno straccio dopo... da buttare...”
“Reddas, ti prego...” intervenne Rovolin “... non è il caso...” “Come desideri, cugino.” Reddas, per poi tornare a sparare. Ma proprio in quel momento si udì uno squillo di tromba dalle mura del palazzo. “Sono giunti i messi!” Gridò una sentinella. E ciò fu udito anche da Clio e da Elas. |
L'attesa non fu breve come avevo sperato. A tenermi compagnia c'era solo il chiasso proveniente dall'interno della taverna, dove gli avventori sembrava si stessero dando alla pazza gioia. Non era certo l'ambiente a cui ero abituata, ma non potevo altrimenti. Mentre disperavo sull'arrivo del Capitano, finalmente la porta si aprì ed una figura entrò nella stanza.
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A quelle parole di Dacey, Pepino le rivolse uno sguardo da rimprovero, ma la risata del cavaliere fece desistere l'ometto da un nuovo richiamo alla zingara.
“Vi ringrazio, Dacey.” Disse Ehiss, avendo udito l'ultimo commento della ragazza sul suo nome. “Devo dire piace molto anche a me.” Montando a cavallo. “Venite, vi porto in città, ser.” Fece Pepino. “No, preferisco vedere subito Marchesa di Rose...” il cavaliere “... sono anni che ci penso e voglio vedere quel posto.” “Ma certo...” annuì l'ometto “... poi da lì andremo in città.” |
<< Pre..prego >> visibilmente imbarazzata visto che si era udito il mio pensiero.
Lesta salii sul calesse di Pepino, avevo fatto già abbastanza figuracce per quel momento. Avrei avuto un sacco di domanda per il cavaliere, avrei voluto di sapere dei suoi viaggi, le avventure che aveva vissuto e volevo anche conoscere la storia del podere che ci apprestavamo a raggiungere. Ma rimasi zitta, forzatamente. |
Ascoltai le parole di Reddas senza battere ciglio.
"Ma che gentile, ricordatemi di ringraziarvi..." con un sorrisino beffardo e sarcastico. Intanto, le sentinelle avvisarono dell'arrivo dei messi. Nel frattempo, avevo deviato i proiettili sparati da Reddas con la magia, e quelli infatti presero solo di striscio il bersaglio e colpirono le colonne. "Che peccato..." sospirai io, scuotendo la testa "Credo sia meglio per voi che parliate di meno e vi esercitiate di più, a meno che non vogliate ridurre questo povero palazzo a buchi..." sempre scuotendo la testa, con aria dispiaciuta. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
“Si, in effetti è la scelta migliore...” disse Lyon ad Altea “... un costume che vi somigli, che rispecchi la vostra anima... come vi sentite? Che tipo di donna siete?” Fissandola.
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"Oh" scossi il capo "Non lo saprei...certe volte sono un mistero pure per me. Vi fu un tempo in cui sognavo l' amore vero, poi capii non esisteva...ho amato fin da bambina un ragazzino incostante, mio padre aveva prospettive ma l' amore non va a comando. E quindi ho iniziato a non credere più nell' amore...ora lo sapete pure voi..penso per innamorarmi di nuovo ci vorrà quasi un gesto epico. E poi amo la avvenutura, sono una temeraria...e una nobile a sè infatti mi inimico molti del mio rango per essere troppo schietta...sono antipatica a volte, irriverente, sadica...vedete non trovo nemmeno un lato positivo di me...forse una strega?" alzando le spalle..."Datemi un abito di una dama delle storie epiche di queste zone o Capomazda...poi le darò il mio carattere" dissi al venditore.
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Era un uomo grasso, basso, dalla barba incolta e l'espressione rozza.
Masticava del formaggio ed in mano stringeva un bicchiere di latta con del vino. Entrò, guardò Gaynor e poi l'interno della stanza. “Potete entrare, capitano...” disse rivolto alla porta. Sulla soglia apparve allora una figura diversissima dall'uomo entrato prima. Era un giovane uomo dalla pelle bianca, gli occhi azzurri e sognanti, i capelli scuri ed i lineamenti regolari. Indossava un giustacuore violaceo, dai bordi ricamati con magistrale armonia. Sopra portava un magnifico balteo di un nero lucidissimo, con ricami d'oro che brillavano come i barbagli che lascia l'acqua sotto il Sole lucente. Un lungo mantello di velluto cremisi ricadeva con grazie sulle sue spalle, scoprendo sul davanti il bel balteo da cui pendeva una lunga e preziosa sciabola. “Siete voi che avete chiesto questo incontro?” A Gaynor. “A nome di chi?” Fissandola. http://2.bp.blogspot.com/-NSAAuBKK4J...ne%2BPower.JPG |
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