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“Detta così” disse Elv a Cassandra “può significare tutto o nulla... una chiave... beh, se c'è una chiave allora deve per forza esserci anche una porta chiusa, no? Forse è più semplice trovare quest'ultima rispetto alla chiave, non credi?”
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"Tu sei un dottore!" dissi alle sue parole. "Perché non lo esami? Sono sicura che troveresti degli indizi" dissi portando le mani sui fianchi con fare sicuro. Poi qualcuno bussò alla porta.
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"È quello che ho pensato anch'io. A questo punto, non resta che continuare a cercare nel resto della casa..." Con un lungo sospiro.
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“Per esaminare il cadavere di quella poveretta occorre il permesso del barone...” disse Chreizer ad Astral “... scusami, vado ad aprire...”
Aprì e si ritrovò davanti un soldato. “Dottore...” mormorò questi “... il barone richiede la vostra presenza al palazzo.” “Al palazzo?” Ripetè il giovane medico. “Si... certo... prendo la mia borsa e vi seguo...” |
Elv annuì a Cassandra e ripresero a cercare.
Rovistarono ovunque il piano superiore, in cerca di una porta chiusa a chiave. Poi scesero al pianterreno, cercando anche lì ma con gli stessi risultati. “Nulla di nulla...” disse sconfortato Elv “... ci restano solo le cantine...” |
Come se lo avesse chiamato, un soldato spuntò alla sua porta, richiedendolo al palazzo. Tutto questo mi incuriosiva terribilmente e non sarei rimasta a casa a dormire. "Posso venire anche io? Voglio rendermi utile" dissi sentendomi un po' inutile dato che non avevo alcuna conoscenza a riguardo. Ma sarebbe stata una buona occasione per imparare qualcosa.
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Niente.
Non c'era assolutamente niente. Ma era possibile? Iniziavo davvero a sospettare che il mio corpo non fosse da nessuna parte... "Le cantine, hai detto? Beh, andiamoci" dissi, risoluta e con una nuova speranza. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Guardai il chiarore del sole far capolino dalla finestra, e inondarci tutti e due con il suo tepore.
Restai lì a guardarlo per un lungo e intenso instante, contemplando ogni lineamento del suo viso, faceva quasi male guardarlo, non riuscivo a crederci che fosse lì con me. A dirla tutta, avevo un po' paura del risveglio. Cosa avrebbe pensato di me, che mi ero lasciata così andare alla passione che lui mi trasmetteva. Allungai timidamente una mano a cercare il suo viso, accarezzandolo dolcemente. Forse non avevo mai avuto un'espressione dolce come in quel momento, un'espressione tenera e vagamente impaurita. Non sapevo bene che cosa dire o fare, ora che ero lì tra le sue braccia, che la passione travolgente era mutata in un tenero abbraccio, mi sentivo fragile. Sapevo che aveva un potere immenso su di me ora, sapevo che poteva spezzarmi e rompermi come un ramoscello di primavera con lo stessa facilità con cui mi aveva portato sulle vette più alte in quei giochi d'amore che ci avevano uniti. Avevo davvero consegnato così la mia vita nelle mani di un uomo che poteva farci quello che voleva. E se mi avesse distrutto? E se avesse preso il mio cuore e lo avesse fatto a pezzettini? Lo guardai con gli occhioni tristi e malinconici per un momento, stringendomi a lui. "Ho paura.." ammisi, in un sussurro, mentre le lacrime, senza che avessi alcun controllo, cercarono gli angoli degli occhi "Ti prego, non farmi del male..." rintanandomi tra le sue braccia. "Mi sento come se ti avessi consegnato il mio cuore, e tu ora potessi distruggerlo o portarlo in paradiso a tuo piacimento.." guardandolo con gli occhi spaventati. Perché sapevo che da quel momento, la mia vita non sarebbe stata più la stessa. |
“Non è un gioco...” disse Chreizer ad Astral “... però, se vuoi... ti spaccerò per la mia infermiera, intesi?” Fissandola. “In quell'armadio c'è un camice... indossalo e verrai con me al palazzo baronale...”
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Sorrisi pienamente alla sua proposta. Non avevo idea di cosa fosse un'infermiera, ma non avrei avuto problemi a recitare. Presi quello che mi parve un camice bianco, lo indossai come meglio potevo e raccolsi i lunghi capelli bianchi in una treccia. Poco dopo tornai in stanza "possiamo andare, dottore" dissi sorridendo emozionata.
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