Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 16-09-2010 03.02.39

"Sono rilassatissimo! E vi dirò che non vedo l'ora di arrivare ad Avignone!" Disse stizzito Guisgard.
"E riguardo alla vostra idea sul silenzio..." aggiunse "... sappiate che mi sembra ottima! Ed in caso di qualche neccessità che vi spinga a voler scendere da cavallo, allora fate pure un fischio! Ma non forte, altrimenti il cavallo potrebbe imbizzarrirsi!"

elisabeth 16-09-2010 03.10.46

Bifolco...zotico.....antipatico..irriverente..zucc a vuota......mi voltai a guardarlo........pero' carino......Sua magnificenza.....un carino bifolco,zotico,irriverente zucca vuota........" Non preoccupatevi...un fischio da raccolta di pecore vi sembra adeguato...o volete che mi scappi mentre decidiamo che tipo di suono non disturbi le orecchie del vostro illustre cavallo"

Guisgard 16-09-2010 03.11.00

Nel frattempo, nella foresta, Morrigan era da sola.
Aveva le mani nell'umida terra.
Sentiva quell'abbraccio forte, vitale, rigenerante portare beneficio a tutto il suo corpo.
Le mani a contatto con la nuda terra le riportavano i flussi di quell'unione primordiale, eterna, che era anche l'essenza della sua vera natura.
Ad un tratto avvertì una presenza.
Le mani di lui scivolavano come una carezza sulle sue spalle sulle sue braccia.
Il suo respiro sul collo di Morrigan provocò un intenso brivido alla ragazza.
"Sei turbata, amore mio?" Chiese Mion. "Al mio risveglio ti ho cercata..."
E le strinse il mantello per ripararla dall'umidità della notte.

Guisgard 16-09-2010 03.27.31

Guisgard scosse la testa.
"Un anello per zittirla... un anello per imbavagliarla... e ad un albero lontano per incatenarla! Avrei dovuto buttarlo via quell'anello!" Pensò.
"Milady..." prese a dire "... provate a non pensare alle vostre necessità... anche perchè queste zone sono infestate da serpenti... e non vorrei che scendendo da cavallo vi imbatteste una spiacevole sorpresa..."
I due allora proseguirono lungo la strada e dopo tre giorni giunsero ad Avignone.

Morrigan 16-09-2010 03.45.14

Infine Morrigan la sentì, l'afferrò con la sua mano... Elisabeth era ancora viva e presente... avvertì il suo spirito e sopratutto, avvertì la sua voce che le parlava, con lo stesso tono amorevole con le si era sempre rivolta... si sentì avvolgere da quella presenza, se ne sentì cullata... quasi senza avvedersene chiuse gli occhi e si abbandonò a quell'abbraccio... non morite, Madre... non morite mai!
E in quel momento, senza un apparente motivo, seppe che Elisabeth era ritornata ad abitare la sua forma mortale... stai tranquilla, io starò bene...Guisgard... Avignone... un altro viaggio... cerca colui che le mie mani hanno guarito e consolalo della sua umana confusione con le tue benedizioni!
Morrigan sorrise beata, persa nella gioia di quella certezza che tutto era stato salvato... sentiva ancora la carezza materna di Elisabeth e il bacio che le aveva dato prima di partire... il suo amore e la sua protezione l'avvolgevano completamente, e mentre gustava quelle sensazioni, un'altra carezza si aggiunse, viva e intensa, un tocco caldo e deciso, ancor più prepotente ed irresistibile, che in un attimo si chiuse in un abbraccio... sei qui!... il suo cuore balzò dalla gioia, nel riconoscere quel tocco. Morrigan aprì gli occhi di colpo, come se fosse stata svegliata da un sogno.

"Sei turbata, amore mio?" le sussurrò Mion, viciinissimo al suo orecchio "Al mio risveglio ti ho cercata..."

Il suo respiro sul collo la fece rabbrividire di piacere, e insieme la fece ridere. Si voltò, e fu di nuovo tra le sue braccia... esattamente lì, dove voglio stare, tra le sue braccia! Poi incontrò i suoi occhi e in un momento i ricordi e le dolci immagini della notte la fecero arrossire di imbarazzo. Chinò lo sguardo e si nascose sul suo petto perchè lui non lo notasse.

"Mi dispiace..." si scusò, con il tono di una ragazzina che ha commesso una marachella "dormivi così bene!... E poi avevo ancora una cosa importante da fare... Elisabeth... dovevo stare un po' con lei!"

Guisgard 16-09-2010 04.29.04

Mion la osservò con gli occhi che sembravano riflettersi nella luce del firmamento, che splendeva incontrastato nel cielo sopra la foresta.
La strinse a sé ed avvolse entrambi nello stesso mantello.
Era bellissima.
Donna e bambina insieme.
Il suo bellissimo volto, con quei lineamenti perfetti e non più tesi dall'espressione di fierezza ed orgoglio che aveva il giorno del loro primo incontro, gli appariva come un sogno.
Un sogno capace di gareggiare con tutti quelli che Mion aveva fatto fino ad ora.
E nei suoi occhi Mion vedeva la stagione più bella della sua vita.
Una stagione fatta di desideri, di slanci, di passione, di amore.
In quegli occhi Mion vedeva un intero mondo.
Il loro mondo.
Con la mano accarezzò quel viso.
La pelle morbida, i lunghi capelli neri, la sua bocca, le sue labbra.
"Giura..." disse "... giura che sarai solo mia... dimmi che mi darai i tuoi anni, la tua giovinezza... voglio i tuoi sogni più belli... dammeli ed io li realizzerò tutti... tutti... amore mio..."
E la baciò con passione.

Morrigan 16-09-2010 04.49.16

Morrigan si lasciò prendere in quel bacio.
Ancora la sorprendeva il modo in cui le accadeva di abbandonarsi alla volontà di Mion. Davanti ai suoi occhi, le parole fuggivano via, ed ella si sentiva di colpo incapace di opporrsi a lui in alcun modo, pur possedendone la capacità e e arti.
Ancora inesperta sui fatti dell'amore, Morrigan non sapeva che ciò accadeva semplicemente perchè la volontà di Mion si sovrapponeva esattamente ai suoi desideri. Ma, ignorando ancora una simile scoperta, di fronte a quel nuovo stupore, ella non riusciva a dir nulla... aveva voglia di piangere e ridere insieme, e tutte quelle emozioni le sembravano folli ed inebrianti allo stesso tempo, come un calice di vino speziato.

Le sue parole appassionate le giunsero in quel momento come dardi nel centro del petto, e pian piano, iniziarono a cancellare dalla sua mente tutti i piccoli timori e i dubbi celati che ogni donna irrimediabilmente prova dopo la sua prima notte d'amore.

"Che sono stata e che sono soltanto tua, te ho già dato prova stanotte, mio caro..." gli soffiò dolce nell'orecchio, mentre appoggiava il viso sulla sua spalla, lasciandosi cullare in quell'abbraccio "Che sarò soltanto tua, in ogni giorno che vivremo insieme, te lo prometto adesso..."

Poi le venne in mente un ricordo felice, e Morrigan rise, facendolo quasi trasalire per quella improvvisa felicità.

"Il primo giorno che ti ho incontrato, ad un tratto di te pensai Lo torturerò domani!... ebbene, amor mio, è questo il mio voto! Ogni giorno dirò di te che ti torturerò domani, così dovrà per sempre esserci un domani, e un altro e un altro ancora..."

Guisgard 16-09-2010 05.13.47

Mion comiciò allora, con le mani, ad accarezzare il volto di Morrigan.
Come se volesse imprimerlo nella sua mente.
"Come sei bella... amore mio..." disse.
Colse allora un fiore e l'adagiò nei capelli di lei.
"Vi è un'antica poesia cinese... recita che per ogni promessa fatta in amore sbocci un fiore... e quel fiore vive fino a quando si terrà fede alla promessa che l'ha generato..."
La fissò ed aggiunse:
"Conserva sempre questo fiore... poichè esso si nutrirà sempre del mio amore per te e non appassirà mai..."
Si destò allora quasi di scatto e guardandola negli occhi disse:
"Domattina voglio tornare al borgo di Capomagnus... lì voglio trovare un prete... e voglio che ci sposi... non voglio trascorrere un altro giorno senza che tu sia mia moglie..."
Restò in silenzio per un istante e poi chiese:
"Vuoi esserlo? Vuoi essere mia moglie, Morrigan?"

Morrigan 16-09-2010 05.27.13

Quella domanda la cose del tutto impreparata... essere la moglie di Mion, la sua sposa... una parola come quella non era mai entrata a far parte del suo immaginario, e l'idea del matrimonio le era sempre stata estranea. Quando le era capitato di parlarne, in passato, ad esso si riferiva come ad un'immagine lontana, estranea... come si parla di un'usanza di qualche popolo lontano e distante dal nostro abituale costume. E come avrebbe potuto essere diversamente? Non erano certo imenei, quelli che si intonavano sui campi di battaglia, e le spose, almeno quelle di cui aveva sentito parlare, non impugnavano spade tra le mani sporche di sangue.

Sfiorò con le mani il fiore che Mion le aveva messo tra i capelli, con delicatezza, quasi temesse di rovinarlo. In quel contatto, un brivido le addolcì il cuore, e la vibrante delicatezza di quel petalo le riportò alla mente le carezze di Mion, e desiderò averle per sè per sempre.

"Ti sposerò, Mion, se lo desideri davvero... ma una cosa ti dico fin da adesso, perchè tu non abbia a pentirtene quando sarà troppo tardi! Io voglio essere tua sposa e tua compagna insieme, e voglio seguirti in guerra ed in battaglia! Non sono fatta per la quiete del focolare... se tu mi chiudessi in un castello, foss'anche il più bello ed il più ricco del mondo, io ne morirei! Quindi, amore, sono questi i patti... riposerò accanto al tuo cuore la notte, ma veglierò di giorno accanto alla tua spada!"

Guisgard 16-09-2010 05.38.58

Mion asoltò con attenzione ogni parola di Morrgan e quando la ragazza ebbe terminato, lo spadaccino sorrise e per tutta risposta la baciò di nuovo.
"Ti amo per quella che sei..." disse "... amo la tua spada, i tuoi pantaloni di pelle attilati, i tuoi stivali di cuio... amore il tuo ardore, il tuo temperamento, la tua forza... amo il tuo essere bambina e donna insieme... amo la tua infinita dolcezza, i tuoi timori, i tuoi sogni, le tue paure e le tue speranze... amo come mi guardi, come mi parli, come mi tocchi, come mi ami..."
La baciò di nuovo ed aggiunse:
"Amo tutto quello che sei... e non chiedo altro dalla vita che sia diverso da tutto questo, amore mio... non cambiare mai, non celare mai il tuo animo ed il tuo cuore... chi non sa riconoscere il tesoro che hai dentro allora non ti merita... e... ed io sono lieto che nessuno abbia mai colto il meraviglioso fiore che hai dentro di te... sono lieto perchè così oggi ti ritrovo qui, ad attendermi..."

Morrigan 16-09-2010 05.48.34

Non riusciva a credere di averle, davvero udite, quelle parole. Erano quelle da sempre immaginate, sognate, sperate, e mai nessuno gliele aveva dette prima d'ora. Aveva da sempre nascosto il suo tesoro e la sua anima, per timore di essere dagli altri rifiutata, come lo era stata da bambina... e ora quell'uomo le aveva restituito la coscienza di se stessa... l'idea che quel tesoro fosse davvero prezioso, ma che sfuggisse semplicemente allo sguardo distratto degli altri che aveva incontrato... ma non al suo, non a quello di Mion!! E nel suo cuore la felicità si sciolse in mille note di gioia cantate agli dei!

Quell'emozione fece trasalire Morrigan e per un istante le velò il viso. Si staccò appena dal suo abbraccio, si portò un dito alle labbra, come intenta a riflettere su qualcosa che non sapeva risolvere.

"Forse a te piaceranno i pantaloni di pelle e gli stivali di cuoio, ma dubito che ugualmente possano piacere ad uno dei vostri preti..." mormorò.

Quindi levò su di lui uno sguardo serio, preoccupato.

"Guardami bene, Mion... ma come faccio a sposarti? Sono una pagana, una strega, come dicono tutti... come faccio a sposarti, amor mio?

E quest'ultimo interrogativo la fece quasi diventare triste.

Guisgard 16-09-2010 06.00.46

"A me hanno insegnato che Cristo non faceva paragoni tra gli uomni... che quando si ama non vi è peccato o malvagità." Disse Mion. "L'amore è il riflesso di una forza divina che scende dall'alto e penetra in ogni cosa, rendendola nobile, sacra e quindi eterna. Non vi è colpa o male in tutto questo. L'amore è un dono del Cielo. E Colui che Ha creato ogni cosa benedice ciò che ci ha unito. Che il tuo Dio si chiami Grande Madre, Ahura Mazda o altri mille nomi poco conta... Egli è sempre il Padre ed il Creatore di ogni cosa. E chi crede, quasiasi fede professi, è benedetto dall'Alto."
Sorrise in balia del suo entusiasmo e continuò:
"Sai, amore mio... nell'Induismo esistono tantissime divinità, ma tutte sono sottoposte alla suprema Trimurti di Brahma, Visnù e Siva. Ebbene, in un passo dei Veda, loro appaiono come un'unica divinità, che solo agli stolti appare divisa. E' così, amore mio... il mondo, la vita e tutto ciò che eiste sarebbero molto più facile da comprendere se solo avessimo il cuore più puro."
Sospirò forte e concluse:
"Ti amo e voglio che tu sia mia moglie. Il resto per me non conta niente."
E quelle parole furono subito illuminate dall'alba di quel nuovo giorno.
Il primo della loro nuova vita.
http://images.pictureshunt.com/pics/...eart-10439.jpg

Guisgard 16-09-2010 06.12.06

Un paggio bussò alla porta di Talia.
"Vostro padre vi attende, milady."
Il visconte attese sua figlia nella sala grande e con lui vi erano due inviati del vescovo.
"Entra, Talia." Disse nel vederla. "Non abbiamo più toccato quell'argomento da quando una settimana fa ritornasti a Carcassonne. Ma ora sembra che ci siano importanti novità. I qui prsenti signori mi recano una lettera di sua grazia il vescovo... e... forse è meglio che la legga tu stessa..."
La lettera recava il seguente testo:

"Siamo al corrente del vostro accordo con il conte di Borgogna per cementare i vostri rapporti e gettare un'ampio controllo sui passaggi obbligati che dalla corona di Aragona e Catologna portano in Francia.
Il conte di Borgogna ben sappiamo che trama, e da tempo, contro il re di Francia. La posizione in cui vi trovate è quindi ambigua e richiede chiarezza da parte vostra. La Santa Sede però, non dimenticando i servigi alla Fede che portaste in passato, vi offre la possibilità di smentire ogni ingiuria e calunnia sul vostro conto, dimostrando la vostra fedeltà e lealtà al Re ed alla Chiesa di Roma.
Vi chiediamo, dunque, di cementare il nostro controllo e potere sulle terre che dal Sud giungono fino al Nord della Francia.
E questo può avvenire con un'alleanza, attreverso un unione matrimoniale, tra il vostro casato e quello del duca di Normandia, vassallo della Chiesa.
Certi della vostra dedizione, attendiamo notizie da voi su quest'imminente accordo.

Sua Grazia, il vescovo di Avignone."

Il visconte allora fissò i due inviati del vescovo.
"E' desiderio di sua grazia conoscere subito le vostre intenzioni." Disse uno dei due.
"Non abbiamo altra scelta." Rispose il visconte senza degnare di uno sguardo sua figlia. "La nostra devozione alla Chiese ed al re non è in nessun modo in discussione."
I due inviati vescovili accennarono un lieve inchino.
"Allora al più presto vi recherete dal duca di Normandia per sancire l'accordo."
"Perchè dobbiamo essere noi a recarci in Normandia?" Chiese il visconte. "Il duca ci è pari in lignaggio e ricchezza. Siamo suoi pari, non suoi vassalli."
"Dite il vero, mio signore. Ma il prestigio del conte non ha eguali tra i nobili di Francia. Egli accoglierà voi e vostra figlia."
L'inviato del vescovo fissò poi Talia e chiese:
"E' fertile vostra figlia? Saprà dare un erede al duca? La successione del ducato è cosa delicata e risolverla presto metterebbe fine a molte questioni in terra di Francia."
"Mia figlia è sana ed è in età giusta per sposarsi e dar alla luce dei figli." Rispose il visconte.
E di nuovo gli inviati vescovili si inchinarono lievemente davanti al signore di Carcassonne.
E di lì a poco abbandonarono il palazzo e poi la stessa Carcassonne.
"Rallegrati, figlia mia." Disse il visconte a Talia. "Avrai l'onore di sposare uno degli uomini più ricchi e potenti di Francia. Un uomo che sembra essersi guadagnato il favore di sua grazia il vescovo. Ritieniti fortunata, perchè con il tuo gesto, salverai anche le nostre terre. Domani stesso partiremo alla volta della Normandia."

Morrigan 16-09-2010 11.00.17

Fu mentre ancora si abbandonava in quell'abbraccio e si lasciava annegare nei pensieri felici, che Morrigan ebbe la percezione di qualcosa che si spostava, che cercava... le sovvennero le parole che Elisabeth le aveva sussurrato mentre si tenevano le mani, tese oltre il confine che separava il mondo dei vivi da quello dei morti. Ebbe un sussultò, si staccò da Mion e per un istante rimase sospesa, ad ascoltare il vento. Quindi rivolse lo sguardo al suo cavaliere.

"Mion," disse "cosa ne è stato di quel ragazzo che era con Maladesh? Quel giovane cavaliere che milady Elisabeth ha curato e che tu hai salvato con la tua spada? Elisabeth mi ha detto che mi sta cercando, ma non ne so il perchè... desidero trovarlo, vorrei parlargli, verresti con me?"

cavaliere25 16-09-2010 11.09.11

Non riuscivo a trovarla Morrigan mi misi a chiamarla per capire dove era camminavo a destra e a sinistra ma niente speravo di trovarla al piu presto dovevo riferire quello che mi era accaduto.

Morrigan 16-09-2010 11.57.03

Il suo sesto senso si era risvegliato nel momento giusto, e come sempre il suggerimento che le aveva dato si rivelò esatto.
Sentì una voce che chiamava il suo nome, si mosse in quella direzione... possibile che, nell'incanto della notte, lei e Mion si fossero tanto allontanati dagli altri? Possibile, si rispose, perchè Amore è geloso dei propri baci e delle proprie carezze, e non desidera mai che a fissare il suo spettacolo di gioie siano più di due paia d'occhi.

Dopo qualche metro, lo scorse infine. Cavaliere25 camminava nella boscaglia, guardando con ansia da ogni parte, chiaramente in cerca di lei. Gli andò incontro, tendendogli la mano. Sembrava preda di una grande ansia.

"Cavaliere," disse "che vi accade? Perchè siete così turbato?"

cavaliere25 16-09-2010 12.00.28

Morrigan dissi ti cercavo volevo dirti una cosa importante mi è venuto davanti agli occhi lo spirito di Elisabeth e mi a detto di cercarti per che tu sei la sua alieva cosa voleva dirmi tu lo sai ? aspettai una sua risposta mentre la guardavo.

Morrigan 16-09-2010 12.06.07

Morrigan sorrise dolcemente nel vedere la sua confuzione che si univa alla sua preoccupazione. Elisabeth aveva ragione, quel ragazzo era puro di cuore, e forse per questo aveva avuto la possibilità di scorgere la sua forma in spirito, anche solo per un istante.
Gli strinse la mano, con affetto.

"Milady Elisabeth vi ha parlato per dirvi di stare tranquillo, perchè adesso è in salvo, insieme a sir Guisgard, e ha pregato me di cercarvi per impartirvi la benedizione della Terra che lei avrebbe voluto darvi, ma che non ha avuto la possibilità di fare"

Quindi sollevò la mano, toccò la fronte di Cavaliere25 e socchiuse gli occhi, mormorando una preghiera.

"Siate generoso come la terra, resistente come un albero, veloce come l'aria, cristallino come l'acqua... vi do la benedizione della Madre, Cavaliere... siate degno di questo dono!"

cavaliere25 16-09-2010 12.43.02

Rimasi immobile e dentro di me ero felice di sapere che Elisabeth stava bene ringrazia Morgana e dissi adesso cosa facciamo mylady domandai gentilmente.

Talia 16-09-2010 12.44.16

Fui di nuovo convocata da mio padre, ma mi stupii quando entrai nella sala e non lo trovai solo.
Lessi rapidamente e in silenzio la lettera che mi porgeva e lentamente, man mano che i miei occhi la scorrevano verso il basso, un brivido di rabbia iniziò a scuotermi tutta… un pacchetto! Questo ero per loro: un pacco di poco valore, da spedire all’occorrenza in Normandia, in Borgogna o dovunque avrebbe fatto più comodo!
“Padre…” iniziai, ma lui mi ignorò e continuò a parlare con gli uomini come se non ci fossi.
Anche loro non badavano affatto a me, pur parlando di ciò che doveva riguardarmi, del mio futuro, della mia… la mia fertilità? Alle parole dell’uomo alzai gli occhi e lo fissai. Ma come… come si permetteva?
“Signori!” dissi di nuovo, ma di nuovo venni ignorata.
Infine i due uomini si inchinarono al Visconte e se ne andarono, senza degnarmi neanche di uno sguardo.
Così rimasi di nuovo sola con mio padre…
“Fortunata davvero!” risposi in tono vagamente acido alle sue parole “Sono lieta abbiate concluso un sì buon affare questa mattina, padre! Unico inconveniente, pare, sta nel fatto che Alvien aveva già fatto ricamare la croce di Borgogna su qualsiasi cosa mi appartenesse… sarà seccata di dover mutare il tutto nei leoni passanti di Normandia, credo!”
Così dicendo, mi inchinai appena e uscii dalla sala.
Raggiunsi la mia stanza quasi a passo di marcia: tremavo di indignazione! Borgogna… Normandia… certo, che differenza faceva per loro?
Mi soffermai un attimo, sorpresa da quel pensiero: ma, in fondo, che differenza faceva anche per me? Nessuno di loro era la persona che avrei sognato… che differenza, dunque, poteva fare Borgogna o Normandia?
E l’indomani sarei stata in viaggio verso quella nuova improbabile situazione… un intollerabile senso di nausea mi prese allo stomaco!
Conoscevo un solo modo per allontanare i cupi pensieri.
Entrai nelle stalle come una furia…
“Sellatemi un cavallo!” gridai agli uomini che erano lì “Anzi, sellatemi il cavallo di Raphael!”
Udii i mormorii timorosi degli stallieri, ma non avevo voglia di discutere…
“Adesso!” ordinai.
Nessuno montava mai quel cavallo nervoso e impetuoso, nessuno tranne Raphael era mai riuscito a dominarlo… tuttavia io e lui avevamo raggiunto una sorta di tacito compromesso dopo la morte di mio fratello.
Due minuti dopo ero in sella, uscimmo dalla città e ci lanciammo al galoppo sfrenato per la campagna… mi sentii meglio: il vento mi scompigliava i capelli e si portava via tutta la mia tristezza, la mia rabbia, la mia frustrazione…
“Una dama non può cavalcare come un uomo!” mi rimproverava sempre mio padre quand’ero piccola… ora quelle parole mi risuonarono nelle orecchie.
“Al diavolo!” sbottai, saltando un muro basso che ci trovammo davanti e proseguendo quella folle corsa in cerca dell’oblio dei sensi.

lady_Empi 16-09-2010 12.51.47

<fu nell’attimo in cui Guiscard indossò l’anello che il vento le portò la sua voce> E’ lui il Cervo, anche la Signora della Luce lo ha percepito <sorrise rinvigorita dalla nuova consapevolezza e lasciò che il Vento muovesse i suoi capelli e le sue vesti mentre ancora una volta l’illusione fatata svaniva rivelando la fata nella sua vera natura. Allargò le ali e seguendo con lo sguardo Giuscard vide Elisabeth alle sue spalle, ascoltò la loro conversazione senza nascondere un sorriso di piacere alle parole di Elisabeth e mentre riprendeva il suo volo seguendo i due a cavallo la fata cantò con voce calda che pareva giungere dalle profondità della Terra>
In questo rifugio silvestre,
vieni, o giovane cervo
ti attendo da tempo.
Le foglie ti accarezzeranno,
si apriranno al tuo passare.
La quercia sarà la nostra dimora
e il vento celerà i nostri sospiri
ad orecchi stranieri.


<Empi chiuse gli occhi e si abbandonò all’estasi del volo>

Morrigan 16-09-2010 12.57.05

A quella domanda, Morrigan lanciò un'occhiata furtiva a Mion, e forse arrossì lievemente.
Poi rivolse nuovamente lo sguardo verso Cavaliere25 e gli sorrise.

"Noi, si pensava di andare verso Capomagnus, Cavaliere, a sbrigare alcuni affari di grande importanza ed urgenza... e voi? Avete già deciso cosa farete adesso e quale strada seguirete?"

cavaliere25 16-09-2010 13.06.42

si dissi guardando Morrigan andrò con Maladesh e il suo assistente ho ancora tanto da imparare da loro se volete vi faccio compagnia tanto devo andare anche io da quelle parti.

Morrigan 16-09-2010 13.16.04

"La vostra compagnia non può essere che un piacere per il mio signore e per me" rispose Morrigan con un lieve cenno del capo "Andiamo, dunque... a Capomagnus!"

Guisgard 16-09-2010 19.39.07

"Allora vi saremo grati per la vostra compagnia, mio giovane amico!" Disse Mion a Cavaliere25.
Guardò poi Morriga e le fece l'occhiolino.
"Ed ora a Capomagnus... in cerca di un prete a cui affidare le nostre promesse di felicità senza fine!"
E presero la strada verso quell'antico borgo.

Guisgard 16-09-2010 19.46.19

Talia galoppava, finalmente libera, nella vasta boscaglia che circondava Carcassonne.
Il vento fra i capelli e finalmente un senso, o un'illusione, di apparente leggerezza nell'anima.
Rivide allora infiniti momenti della sua infanzia.
I giochi con le ancelle, i sogni sussurrati alle sue bambole, lo sguardo e la voce di Raphael che ancora echeggiava in quei luoghi.
Ora però, su tutto, dominava solo il vigore del vento che spazzava via le nuvole da quel cielo terso ed infinito.
Proprio come le parole di suo padre avevano spazzato via i suoi sogni più belli.
Udì all'improvviso il suono delle campane.
La messa stava per cominciare, dopo la quale sarebbero cominciati i preparativi per il viaggio in Normandia.

cavaliere25 16-09-2010 19.54.19

Grazie dissi guardando Mion e visto che ci sono vi farò anche da testimone per il matrimonio dissi sempre che vi faccia piacere?

Guisgard 16-09-2010 19.59.24

Mion rise di gusto.
"E sia, mio giovane amico!" Disse. "Allora vi va di cercare per noi un virtuoso orafo nel borgo che possa forgiare due anelli degni di tale occassione?"

cavaliere25 16-09-2010 20.01.33

Guardai i due innamorati e dissi si va bene per voi farò questo ed altro appena arriveremo a Campomagnus mi darò da fare a cercarvi un orafo di tutto rispetto e gli sorrisi felice

elisabeth 17-09-2010 00.37.52

Mi costo' un grande mal di schiena quel viaggio....tre giorni ed arrivammo ad Avignone...Era un po' che non vedevo Guisgard, rimasi sola, e decisi di andare nella piazza del mercato .
Passeggiavo tra le bancarelle..avevo fame....odore di pane appena sfornato e miele profumato......Quando vidi alcune guardie...un campanello d'allarme.......io ero ancora ricercata....ero stata condannata per stregoneria, tirai sula testa il cappuccio del mio mantello....mi dimenticai anche della fame.........mi avviai per le stradine strette di Avignone...nessuno si era accorto di me..chi avrebbe potuto riconoscermi....nessuno, era passato troppo tempo...eppure, quell'antica paura mi aveva attanagliato lo stomaco.....fermai la mia corsa quando mi resi conto di essermi persa.....E ora che avrei fatto...non sapevo dove si era cacciato Guisgard....ero lontana, da un posto sicuro... mi ero volontariamente rimessa tra le braccia del boia......

Guisgard 17-09-2010 00.50.14

Nel palazzo di Carcassonne, l'ansia del visconte e del suo seguito era tale da potersi quasi tagliare a fette.
"Per l'inferno!" Tuonò il visconte. "Avete preparato ogni cosa? E i doni da portare al signore di Normandia?"
"Non agitatevi, milord." Si raccomandò il suo giullare. "Si dice che i nobili di sangue normanno conservino quella tipica grossolana faciloneria che fu palese sin dai tempi di Guglielmo il Conquistatore! E per questo gli inglesi ci invidiano il nostro lignaggio! Prendete un mulo ed attaccategli due pezzi di legno e quei rozzi spaccamontagne lo scambieranno per il mitico Pegaso!"
"Oggi non è giornata per le tue burla, buffone!" Rispose il visconte. "Ma apprezzo ciò che dici! Purtroppo però ora siamo alla mercè di quel nobile normanno. Guadagneremo il suo favore con ricchi doni. Ora però chiamate lady Talia!" Ordinò ai paggi. "Che sia pronta prima che passi un minuto, che ci attende questo viaggio in Normandia!"

Talia 17-09-2010 01.17.19

Ero rientrata nelle mie stanze da appena un minuto quando uno dei paggi venne a bussare… avevo ancora i capelli spettinati e le guance arrossate per la lunga cavalcata.
“Sì, dite pure che sono pronta! Scenderò tra un istante…” dissi, noncurante dei suoi malcelati sguardi incerti.
Soltanto quando fu uscito, mi lasciai cadere sulla sedia di fronte alle specchio e ripresi fiato, lasciando che Alvien mi pettinasse i capelli…

Guisgard 17-09-2010 01.30.14

Alvien cominciò a pettinare i suoi lunghi capelli.
Li pettinava come sempre faceva, sin dalla sua infanzia.
Ma stavolta, nonostante la sua indole che la portava a parlare sempre molto, la fedele nutrice restò in silenzio.
Amarezza e tristezza dominavano tra le due donne.
"Siete... siete bellissima, milady..." trovò poi la forza di dire "... somigliate sempre più a vostra madre..."
Fissò poi alcune delle sue belle ciocche con un prezioso diadema alveolato.
"Siete pronta..." sussurrò la nutrice alla sua padrona, per poi allontanarsi.
E Talia restò a fissare la luce che entrava da una delle finestre e le illuminava il volto.
Settembre era ormai giunto e l'aria fresca cominciava a rendere più gradevoli quei luminosi pomeriggi.
E Carcassonne, nonostante quella grande amarezza, non era mai stata così bella.
Come un miraggio, un'illusione, che celava invece un'infinita tristezza.
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Talia 17-09-2010 02.01.47

Osservai quel fascio di luce per lunghi minuti, senza degnare la mia immagine nello specchio neanche di uno sguardo: non mi importava di essere bella... essere bella per chi, poi?
Assomigliavo a mia madre, aveva detto... sorrisi... mia madre... le assomigliavo e come lei sarei stata infelice per sempre con un uomo che non amavo? Ma probabilmente quello era il destino di tutte! Non era giusto, ma io ero così stanca di combattere da sola...
Un volto fece breccia nella mia mente... oh, Guisgard -pensai- quando crudele sono stata con te... quanto sciocca...
Dopo un istante, tuttavia, mi alzai in piedi e mi avviai verso la porta.
"Alvien..." chiamai, quando vi fui giunta "Preparati, te ne prego! Vorrei che mi seguissi in Normandia... sarai la mia dama, se anche tu lo desideri!"

Guisgard 17-09-2010 02.07.16

"Certo, milady!" Esclamò Alvien, quasi a volersi scrollare di dosso quella tristezza che dominava nella stanza. "Non credevate spero di partire senza di me! Ho già preparato tutto il necesario!" La fissò e le sorrise.
In quel momento un paggio bussò alla porta.
"Milady, vostro padre vi attene." Disse. "Appena siete pronta vi chiede di raggiungerlo. Mancate solo voi per la partenza."

Talia 17-09-2010 02.25.51

Annuii rapidamente al paggio, attesi che Alvien raccogliesse le ultime sue cose e poi, con lei al seguito, scesi rapidamente nel cortile del palazzo, dove ci attendevano delle carrozze.
Salii in fretta e in silenzio sulla mia e attesi la partenza, con gli occhi testardamente puntati fuori, desiderosi di cogliere qualsiasi pur minimo frammento di una parte della mia vita che, inesorabilmente, si stava per concludere e che avrebbe inevitabilmente portato via con sé le ultime effigi di sogni e speranze...

Guisgard 17-09-2010 02.41.21

Spesso l'uomo si domanda sui dettami e sui propositi di messer Amore, mio signore.
Si dice che a lui stia a cuore la felicità dei suoi devoti più di qualsiasi altra cosa.
Eppure spesso gli uomini si trovano a subire i tormenti del cuore.
Un saggio una volta scrisse che "l'Amore vero non è un diritto, ma un privilegio."
Eppure la gioia che scalda il cuore, che ti accompagna lietamente per tutta una vita è un dono che spetta a tutti.
Ma i nostri eroi sembrano lontani anche da quella.
E come potrebbero?
Come potrebbe Guisgard amare, anche solo di una fioca luce, un'altra dama che non sia lei?
Come potrebbe tollerare e non odiare un volto che non sia il suo e che non abbia il suo sguardo, il suo sorriso, i suoi tratti?
Non potrebbe.
E Talia?
Talia potrebbe?
Se così fosse questa storia non avrebbe senso e voi, cari lettori, avreste solo sognato sulla scia di un'illusione.
Anche lei dunque, dopo aver gioito del calore di quell'infallibile dardo, ora ne avverte tutto l'implacabile peso.
Partiti da Carcassonne, il visconte, sua figlia e la loro corte presero la strada verso la Normandia, terra di eroi, di leggende e di sogni.
E dopo tre giorni giunsero in quel nobile feudo.

Guisgard 17-09-2010 03.16.47

Appena i nobili di Carcassonne arrivarono in Normandia, a Rouen, furono accolti nel sontuoso castello del nobile signore di quelle terre.
Furono così ospitati in lussuose e confortevoli stanze, degne degli ospiti del più alto lignaggio.
"Questo misterioso signore" prese a dire il visconte una volta che i paggi ed i servitori del castello li lasciarono soli "sembra volerci sbattere in faccia la sua ricchezza! Bah, gente normanna! Hanno come unica virtù quella delle armi, che ha permesso loro di conquistare potenti regni! E solo a questo devono la loro fortuna!"
Poco dopo furono ricevuti nella sala grande.
Il visconte credette di incontrare finalmente il duca, ma si ritrovò davanti solo un suo funzionario.
"Siate i benvenuti, miei nobili signori!" Esordì questi.
"Credevamo di essere ricevuti dal duca, invece vedo che non è ancora giunto ad accoglierci." Disse il visconte. "Forse non è stato ancora avvertito del nostro arrivo?"
"Oh, tutt'altro, mio signore." Rispose il funzionario. "Egli ben sa che siete già giunti al castello."
"Ebbene? Perchè non è ancora venuto ad accogliere i suoi nobili ospiti?"
"Vedete, mio signore, ma un accadimento particolare ha richiamato altrove sua signoria."
"Che accadimento?" Chiese il visconte.
"Ecco... sembra sia apparso un superbo capriolo nelle sua tenuta di campagna ed egli non sia riuscito a resistere alla tentazione di cacciarlo!"
"Cosa? Non è qui ad accoglierci per correre dietro ad un capriolo?"
"Calmatevi, mio signore... ma sua signoria ha una passione sfrenata per la caccia... vedrete che domani vi riceverà e si scuserà per l'imprevisto..."
"Roba da matti..." mormorò adirato il visconte.
Il giorno seguente, di nuovo i nobili di Carcassonne furono condotti in un luogo dove avrebbero incontrato finalmente il duca.
Ma anche stavolta ciò non avvenne.
"Sua signoria è dispiaciuto ma non è potuto accorrere qui per dar loro il giusto omaggio..."
"Cos'altro è capitato?" Chiese visibilmente infastidito il visconte.
"Ecco... sembra che le sue amate pernici abbiano depositato le uova nel nido..." rispose mortificato il funzionario "... e quindi sua signoria non è voluto mancare a questo importante evento..."
"Ieri il capriolo, oggi le pernici!" Tuonò il visconte. "Non posso crederci!"
E si ritirarono nei loro alloggi, attendendo l'indomani per conoscere finalmente il duca.

Guisgard 17-09-2010 04.39.06

L'indomani, di nuovo i nobili di Carcassonne furono chiamati per incontrare il duca.
L'atteso incontro si sarebbe tenuto nello splendido verziere del castello.
Qui crescevano diverse specie di piante, rese vivaci da fiori di ogni tipo e frutti di tutti i colori.
Qui, i signori di Carcassonne, attesero per quasi tutta la mattinata, con la speranza di conoscere quanto prima il duca.
Ma all'improvviso il funzionario si mostrò a loro.
"Perdonate, miei nobili signori..." cominciò a dire mortificato "... ma sua signoria tarderà ancora, temo."
"Cos'altro è accaduto?" Chiese contrariato il visconte.
"Ecco, un increscioso incidente..."
"Che incidente?" Chiese il visconte.
"Vedete, sua signoria..." rispose con imbarazzo il funzionario "... stamani è stato trattenuto da una certa faccenda..."
"Che genere di faccenda?" Domandò sempre più infastidito il visconte.
"Ecco... una faccenda d'onore!"
"Insomma, che genere di faccenda?"
"Non vi adirate, mio signore..."
"Allora parlate prima che vi tagli la lingua!" Minacciò il visconte.
"Ecco..." cominciò a farfugliare per la paura il funzionario "... è accaduto che un signorotto del posto, geloso del duca, ha accusato sua signoria di importunare la moglie! Allora ha sfidato a duello il mio signore... ed ora siamo in attesa di conoscere l'esito della tenzone..."
"Incredibile..." mormorò il visconte, mentre un sorriso di rabbia si formò sul suo volto "... ma ora stiamo oltrepassando i limiti! Esigo di incontrare quanto prima il duca! Non può trattarci così! Protesterò con sua grazia il vescovo!"
E detto questo, scosse il capo.
"Che individuo scortese e strano" prese a sussurrare Alvien a Talia "deve essere questo duca. Davvero odioso, non trovate, milady?"

Guisgard 17-09-2010 06.00.19

Nel frattempo, Elisabeth, durante il suo soggiorno ad Avignone, fu colta da strane e misteriose visioni.
In queste arcane immagini ella riconobbe solo le forme di una terra lontana: la Normandia.
Forse il suo destino si sarebbe compiuto in quel lontano feudo...


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