![]() |
Altea e Bensuon, dopo che la dama de Bastian aveva rivissuto quel forte ricordo alla baita, fecero ritorno in città, raggiungendo di nuovo il Palazzo Ducale.
L'ingresso era ben custodito e la sentinella rivolse diverse domande ai due prima di farli entrare. Ma ad un tratto apparve Guanto, sempre animato da quella sua superbia e sicurezza in se stesso. “Milady...” disse avvicinandosi ai due “... dove eravate finita? E questo messere che vi accompagna? E' forse lui la causa del vostro andare e tornare?” “Badate...” fissandolo Bensuon. “A cosa, messere?” Con tono minaccioso Guanto. “A voi.” Rispose Bensuon. Guanto rise. |
Aneas fece salire la ragazza di Miral in sella dietro di lui.
“Tenetevi stretta, il sentiero non è dei migliori.” Disse poi. “Anche per una mercenaria, temo.” Sorrise e poi spronò il suo destriero, seguito dai suoi uomini. E dopo una breve cavalcata nella brughiera, raggiunsero un grande edificio. E la ragazza di Miral lo riconobbe subito. Era infatti la villa dove poco prima era giunta in carrozza. E nel vederli arrivare nel cortile, dall'abitazione uscì di nuovo la vecchia servitrice. “Milord...” avvicinandosi ad Aneas, che intanto era saltato giù dal cavallo e porgeva la mano per far scendere anche la giovane “... bentornato...” fissò la ragazza “... ah, vedo l'avete ripresa. E' scappata via subito dopo essere arrivata.” Scuotendo il capo. |
La guardia ci fece delle domande..un quarto grado, ma dove dovevamo entrare e gli risposi.."Guardate, che io qui vi entravo e uscivo come volevo, e voi ora osate farmi domande".
Poi arrivò Guanto e vidi la reazione di Bensuon..accidenti, non iniziava bene e guardai il ragazzo con fare minaccioso. "Oh milord Guanto" sorridendo forzatamente "vi avevo detto..ero a cercare il regalo per il Duca ma, ahimè, lo hanno rubato come immaginavo..ma mi rifarò..questo è solo un caro amico, il conte Bensuon de Fleur, nulla di più..e come vedete è un tipo dalla battuta svelta ma potete fidarvi di lui..non vi stava certo minacciando..quindi posso raggiungere le mie stanze..sapete ho tutti i miei vestiti e oggetti, oltre che qui vi risiede pure mio nonno, il duca Mandus de Bastian"...lo speravo, ci mancava lo avessero ucciso pure lui. |
“No, non credo che possa darci notizie il Cimitero.” Disse il Priore Tommaso ad Elisabeth. “Qualunque sia stato il Destino della salma del duca è chiaro che essa non è più in quel Santo luogo. Penso però occorra mettere insieme i pochi tasselli certi che ci sono in questo intricato mosaico... dunque, il duca è morto ma non è nella sua tomba e comunque giorni fa ho scoperto che la notte della sua morte la brughiera appariva stranamente frequentata... lasciai un calco ad un esperto cacciatore ed ora credo sia il momento di andare da lui per vedere cosa può dirci in merito... venite con me, madama?”
|
Annuii ad Aneas, e montai in sella dietro di lui.
Alzai gli occhi al cielo nel vedere la villa dove ero stata poco prima. Dovevo immaginarmelo! E ovviamente c'era anche la simpatica servitrice, che salutò Aneas. Presi la sua mano e scesi da cavallo, per poi lanciare un'occhiataccia alla donna. "Lo credo bene.." esclamai, sorpresa "Mi avevate proposto di fare da modella, che razza di donna non se ne sarebbe andata indignata?" scuotendo la testa "Milord ha detto che mi aiuterà a tornare a casa..". |
La torta emanava un buonissimo ed invitante profumo di mele e cannella.
Rida si guardò intorno, ammirando quella casa. “Proviamo” disse a Gwen “a fare un gioco. Si dice che dalla propria casa sia possibile capire la personalità di chi vi abita. Dunque... mobili antichi, piccoli, ma ben lavorati... quadri di un certo gusto, colori sobri delle tende alle finestre... pareti foderate di raso... candelabri di una certa fattura... eh, direi che il nostro bell'ufficiale adora il bello... sei d'accordo, Gwen?” Sorrise. “E poi vasi di porcellana con rose rosse... intrigante...” |
Guanto sorrise ad Altea.
“Certo, questo palazzo, immagino, sia sempre casa vostra...” disse con tono enigmatico “... prego, raggiungete pure i vostri alloggi... quanto al nostro conte” guardando Bensuon “ci penserò io a fargli assegnare una degna stanza... prego, seguitemi...” al falso conte. |
“Allora siete voi...” disse Aneas sorpreso, fissando la ragazza di Miral “... voi dunque la modella che è fuggita da casa mia dopo averla pagata a peso d'oro...” scoppiò a ridere, per poi fare cenno ai suoi di condurre il cavallo nelle scuderie.
“Una ragazza dabbene” fece la servitrice “non scappa nel bel mezzo della brughiera e sicuramente non dopo essere stata accolta come lo siete stata voi.” “Va bene, va bene...” intervenne l'uomo dagli occhi ed il volto di Guisgard “... si vede che c'è stato un errore... avevo chiesto una modella ed invece mi hanno mandato una Giovanna d'Arco...” sorrise “... ah, senza voler essere blasfemo, visto lei è una Santa.” Sarcastico. “Siete in collera, signore?” A lui la servitrice. “Non lo so ancora.” Rispose Aneas. “Beh, certo, dovrei esserlo. Ma devo dire che mi diverte aver conosciuto una mercenaria.” “Mercenaria?” Ripetè la vecchia. “Si, ma è una lunga storia.” Scuotendo il capo lui. “Ho fame. Preparaci qualcosa.” “Cosa gradite, milord?” Domandò la servitrice. “Fa scegliere alla nostra ospite...” indicando la ragazza di Miral “... dopotutto sono sempre un cavaliere io.” Divertito. “Intanto vado a farmi un bagno.” Ed entrò nella villa. |
Guanto era troppo accondiscendente...aveva in mente qualcosa..e temevo..a rimanere sola nelle mie stanze, vedevo la bramosia nei suoi occhi..eppure questo tipo mi aveva insospettito dalla prima volta per un fatto, a mio parere Cimmiero doveva stare attento di suo cugino..era carismatico e sembrava voler avere l' attenzione addosso a lui.
Entrammo a Corte e guardai Bensuon..temevo per lui.."Dategli una stanza vicino alla mia, dove volete farlo andare?" ma lo persi di vista. Entrai nelle mie stanze e trovai Petronilla e la abbracciai ma era meglio non dire nulla.."Sono tornata, dove si trova mio nonno Mandus, vorrei chiedere udienza al nuovo Duca assieme a lui"...e qui avrei premuto su mio nonno per tornare a essere la pupilla del Duca..all' epoca sapevo tutti i movimenti di Dominus pure diplomatici, presi un piccolo coltellino a chiusura che apparteneva a Guisgard e lo misi ben nascosto nel corpetto..era sempre meglio essere armata. |
"Pagata peso d'oro?" scossi la testa "Nossignore, vi sbagliate di grosso... come ho già spiegato, non sono chi aspettavate, e non so come sono arrivata qui...".
Risi a quelle parole della servitrice "La brughiera non mi spaventa, so badare a me stessa.." scuotendo la testa "Mi guadagno da vivere seminando morte, non sono esattamente una ragazza dabbene... ma questo non toglie che mi ripugni l'idea di fare da modella.." alzando gli occhi al cielo. Un cavaliere? Neanche un po'.. Guardai poi la donna alzando le spalle. "Non ho preferenze... preparate pure quello che vi aggrada..." freddamente. |
Petronilla abbracciò Altea.
“Che Dio vi Benedica, milady...” disse “... ma era meglio non tornare qui... il nuovo duca sta cambiando tutto qua... ed ora si fa accompagnare da alcuni uomini, un certo Samondo, suo consigliere e poi un tale Azable che ha nominato addirittura Maestro d'Armi...” scosse il capo “... venite, vi porterò da vostro nonno...” La condusse così in un grande salone, dove l'anziano Mandus era alle prese con una partita a carte con un altro individuo. “Altea!” Esclamò nel vedere arrivare sua nipote. “Che sorpresa! Ma dove eri finita tutto questo tempo? Vieni, ti voglio presentare messer Azable, Maestro d'Armi di Sua Signoria!” “E' un piacere, milady.” Con un inchino Azable. |
Aneas andò via ridendo per quelle parole della ragazza di Miral e la servitrice, un po' spazientita, la fece entrare in casa con lei.
“Potete stare ad aspettare Sua Signoria in salotto o in biblioteca, oppure venire con me nelle cucine. Tanto ho capito che ragazza siete e meno vi parlo, meno mi indispongo.” Scuotendo il capo. La villa era molto grande ed arredata con gusto ed un moderato lusso. Appariva come una sontuosa dimora di campagna, sebbene stupiva perchè un duca l'avesse scelta come residenza, data la sua ubicazione nella brughiera. Vi erano ovunque molti quadri, ma nessuno raffigurava membri della stirpe Taddeide, fatta eccezione per un bassorilievo sopra un camino acceso, in cui era raffigurato il ciclo del leggendario Ardea che affrontava tutte e sette le sue Questioni. |
Bene..iniziavamo già con informazioni interessanti...e Gvineth? Non vi era traccia di lui...era già qualcosa da raccontare alle tre donne dei Taddei.."Sono tornata perchè volevo stare vicino a mio nonno...ma voi ditemi di qualunque pericolo sappiate Petronilla..e soprattutto state attenta a Guanto, l'ho visto troppo interessato a me".
Seguii la mia dama di compagnia e guardai la sua bellezza che narrava le antiche gesta dei Taddei...e ora io mi sentivo in veste di una di loro..per conto di loro. Entrata nella sala vidi mio nonno, sospirai nonostante tutto di vederlo sano.."I miei omaggi milord Azable, sono la nipote del qui presente Duca..siete il nuovo Maestro d' Armi..eh, manco da molto in questa Corte ed è tutto cambiato..a dire il vero ero venuta a chiedere un favore a mio nonno". Mi sedetti e presi del the che si trovava nel tavolino.."Sono stata un pò in giro..sai il mio spirito ribelle ma ora ho bisogno di stabilità, ho saputo Lord Cimmiero è il nuovo Duca..quindi avevi ragione..potresti chiedere se posso prendere il ruolo che avevo..molto tempo fa...si, quando vi era Dominus, vorrei essere di aiuto al Duca nelle occasioni ufficiali e in altro ovviamente" ... come no...per rovinargli tutto..porta pazienza Altea. http://i57.tinypic.com/nquit.jpg |
Perfetto...eravamo in perfetta sintonia si incominciavano le ricerche...." ovvio che sono con voi Priore,......ma non dimentichiamoci di Tilde e del giullare..sono ancora nella casupola....non ho nessuna intenzione di abbandonarvi......andiamo a trovare il cacciatore...e vediamo cosa ha scoperto......Eravate solo quando gli avete lasciato il calco ?....perchè vedete...a questo punto della situazione incomincio a vedere nemici da tutte le parti e come dite voi la brughiera sta diventando molto frequentata.......".......nel ripercorrere la strada verso il capanno...mi vennero in mente molte cose..........e pensai a dove fosse De Gur in quel momento.........." Padre...cosa pensate di De Gur....si..indipendentemente da Lia..intendo......forse sto idealizzando solo adesso cosa sia successo....spero solo di non farlo su una bugia........".....
|
“Sono questioni queste che spetta al duca scegliere e decidere.” Disse Mandus ad Altea. “Ma per quanto potrò sosterrò queste tue richieste davanti a lui.”
“Di certo” fece Azable “una così bella dama è sempre un piacere averla a fianco.” Sorridendo goffamente e mostrando la sua poca propensione ad essere galante. Ma proprio in quell'istante arrivò un uomo. “Messer Samondo.” Sorridendo Mandus. “Permettete che vi presenti mia nipote...” “Magari dopo.” Disse il nuovo venuto, tradendo la sua incapacità di risultare affabile. “Ora siete tutti invitati all'udienza che Sua Signoria terrà privatamente. Prego, seguitemi.” |
Il Priore Tommaso ed Elisabeth tornarono verso la capanna.
“Quando presi il calco” disse il religioso “ero insieme ad una nobile dama animata da un'improbabile speranza che il duca fosse vivo. Ella mi aiutò all'inizio delle mie ricerche, ma poi le nostre strade si sono separate. Quanto a vostro marito, vedete, io credo che il potere abbia un forte ascendente sull'animo umano. Platone diceva che per comprendere la vera natura di un uomo occorreva dargli in mano un grande potere. Ma voi avete un gran consigliere, madama. Il vostro cuore. E se esso vi dice di amare ancora vostro marito, allora deve per forza vedere in lui qualcosa che ancora vi lega.” Raggiunsero la capanna, dove trovarono Tilde ed il giullare. “Ebbene, novità?” Chiese il Priore. “Questo stolto ha la battuta facile.” Tilde indicando il giullare. Questi rise. “Facile e licenziosa.” Aggiunse la donna. “Il duca” fece il giullare “promise di aiutarmi a trovare moglie. Egli era in gamba con le parole e sapeva corteggiare una donna.” Annuì divertito. “Ora aspetto che torni e mi trovi moglie.” |
"Sono perfettamente d'accordo con te" dissi, acconsentendo all'analisi di Rida.
Velven era proprio cosi`: amante del bello, galante, ma al tempo stesso c'era qualcosa di particolare in lui, qualcosa che non ero ancora riuscita a decifrare. Non avrei voluto sbagliarmi, ma mi sembrava anche che Rida stesse a poco a poco cambiando idea su di lui. Ebbi come la sensazioni che qualcuno ci stesse osservando. Mi voltai verso la finestra, ma non c'era nessuno. Un secondo dopo, pero`, qualcuno busso` e sentii una voce inconfondibile chiamarmi da fuori. |
Le parole del Priore erano sincere ..ma rispettose verso i miei sentimenti....prima che entrassimo nella casa....misi la mia mano sul suo braccio...." Quella Dama...avrà deciso di percorrere un'altra strada per cercare Guisgard...se una donna crede lo fa sino alla fine...anche se sa di poter perdere ogni cosa.....Quello che provo per De Gur e' un sentimento che vive nel mio cuore....ma questo non vuol dire che sia ancora il mio eroe.....so soltanto che la gente che ho lasciato al Castello potrebbe essere in pericolo e per per questo non lo perdonero' mai, qualcosa ci legava quando la sua mente era un foglio bianco a questo punto non credo ci leghi piu' nulla " mi asciugai una lacrima col dorso della mano ".........gli uomini si vendono per molto poco.......Un filosofo incontrato un anno fa...mi racconto'di Platone......aveva ragione...per un uomo che riesce a vedere la luce per la prima volta..rientrare tra chi vive ancora nelle tenebre...puo' divenire pericoloso..tanto da rischiare la vita......Adesso abbiamo un compito da portare a termine....."...rientrando nella casa.......ascoltai Tilde...che a prima vista sembrava non aver sentito per nulla la nostra mancanza.......il giullare doveva essere un ottimo intrattenitore...." Bene...allora questo Arciduca.....oltre ad essere un uomo di giustizia....sapeva anche come far innamorare una donna......Fortunata la donna che era amata da lui.....e quindi ...Voi state aspettando che vi trovi moglie.....bene allora...abbiamo molte cose da fare....procurare cibo......e andare a cercare un cacciatore amico del Priore......un pizzico di fortuna e che Dio ce la mandi buona".......uscimmo dalla casa...seguendo il Priore........La vita era una scacchiera...ogni tassello una scena diversa...
|
"Come volete nonno...infatti volevo proprio parlarne personalmente con lui".
Sorrisi alle parole di Azable, pensai perché Cimmiero necessitasse di un maestro di armi..era un ottimo cacciatore ma non sapeva usare le armi..inamissibile per un Duca alla Corte dei Taddei..valorosi guerrieri. Poi entrò il nuovo Consigliere Samondo...forse lui era il pezzo più importante in quella scacchiera. "Bene..verrò pure io...così poi caro nonno potremmo parlare soli con lui per ciò che ti ho chiesto". Li seguii e mi domandai se casualmente avesse a che fare con l' annuncio di cui il frate francescano parlo' con le tre donne. |
"Addio, Messere" mormorai quasi impercettibilmente al prigioniero.
Mi allontanai con la sensazione di non aver scoperto niente riguardo al mio passato, ma con la certezza che l'uomo con cui avevo parlato, fosse un giusto e che avesse bisogno di aiuto. Uscita dal carcere, mi sarei recata da Pirros, per accertarmi che stesse bene. Provavo emozioni contrastanti riguardo a quell'uomo che mi affascinava e spaventava al tempo stesso. Il sapore delle sue labbra, gli occhi azzurri, la barba leggermente incolta... "Basta pensare a lui! Fra poco lo incontrerai di nuovo e potrai fare maggior chiarezza nelle emozioni!" dissi a me stessa, appena fuori dalle mura del carcere "Piuttosto, cara Tessa, spera che il prigioniero si sia accorto della fiala di vetro dentro il sacchetto dei dadi..." Istintivamente, alzai lo sguardo verso la sua cella e dalle inferriate lo intravidi, mentre mi guardava. Gli feci solo un cenno con il capo, prima di rimettermi in cammino. |
Mi limitai a sorridere cortesemente alla donna, evitando di parlare.
Raggiunsi così il soggiorno, guardandomi attorno incuriosita. Che strano, c'era solo un dipinto con le Questioni Ardeiane, nient'altro che ricordasse il nobile casato dei Taddei. Eppure non riuscivo a smettere di chiedermi cosa ci facessi lì, ma avevo sempre pensato che ogni cosa accade per un motivo, dunque un senso doveva averlo anche quell'avventura strampalata che mi sembrava tanto assurda. |
E mentre la ragazza di Miral era nel soggiorno, il suo sguardo cadde su alcuni fogli ammassati in modo disordinato su un basso tavolino in legno di noce.
Sopra vi erano schizzi di varie ragazze, con parole e versi che ne accompagnavano ogni figura. Ad un tratto la giovane udì dei passi e un attimo dopo qualcuno entrò nel soggiorno. Era Aneas, con indosso una giubba elegante sopra una raffinata camicia bianca e stretti pantaloni di pelle chiusi in alti stivali da caccia. “Bene, rieccoci...” disse avvicinandosi ad un vassoio con bottiglie e bicchieri “... gradite da bere prima di mangiare? Qui abbiamo di tutto... elisir di lunga vita, poi per far innamorare, per generare repulsione e persino liquori i grado di dare estasi...” rise “... cosa vi offro?” |
Fu un guizzo, un attimo, un istante, il tempo di un respiro, eppure, istigato dalle parole di Lucas, il Senso del Combattimento, il motore che abbia alimentato almeno una volta chi, tempo addietro, scelse di impugnare una spada, fece la sua prepotente comparsa.
Scattai verso il punto indicatomi da Lucas, e nel farlo, sguainai la spada, quasi che fosse essa stessa, per sua propria volontà, comparsa nella mia mano, al momento della bisogna. -Che tu sia frutto della natura, o dell'uomo- proruppi, minaccioso, -Non abbandonerai questi luoghi, senza il mio consenso- |
Il giullare e Tilde restarono alla capanna, col compito di procurare del cibo, mentre il Priore Tommaso ed Elisabeth si recarono dal cacciatore indicato dal religioso.
Raggiunsero la casa di quell'uomo un'ora dopo circa. Furono subito ricevuti nella sua dimora e l'esperto cacciatore fu oltremodo lieto di rivedere il Priore. Condusse poi lui ed Elisabeth nella sua cantina, dove aveva lavorato a lungo su quel calco datogli dal religioso. “Ho cercato di ricostruire il genere di animale a cui doveva appartenere l'orma del calco.” Disse l'esperto cacciatore. “Ed in verità il risultato è alquanto strano, diciamo così.” “Strano?” Ripetè Il Priore. “O Stupefacente se preferite.” Osservò l'uomo. “Vi ascoltiamo.” Fece il religioso. “Ebbene l'orma appartiene senza ombra di dubbio ad un canide” spiegò il cacciatore “di taglia sicuramente eccezionale, o almeno superiore alla media per simili esemplari.” “Può essere un qualche esemplare diffuso in queste terre?” Chiese il religioso. “Io batto queste lande da anni” rispose il cacciatore “e mai ho incontrato un simile animale. E ad essere sincero credo che nessun altro abbia mai fatto un simile incontro, a meno che non abbia sfogliato un bestiario o un libro di animali fantastici.” “Potrebbe essere un grosso lupo?” Fissandolo il Priore. “Non ci sono lupi a Capomazda.” Scuotendo il capo il cacciatore. “E comunque non ho mai visto lupi di simili dimensioni.” |
E mentre Gwen e Rida erano in quella casa, all'improvviso udirono delle voci dall'esterno.
“Allora a domani, ragazzi.” Disse Velven mentre apriva con la chiave la porta della sua dimora. “A domani.” Lo salutarono alcuni militari. “Gwen!” Esclamò il bell'ufficiale nel vedere la ragazza appena richiusa la porta dietro di se. Sorrise e le si avvicinò. “Sono felice che abbiate accettato il mio invito.” Prendendo le mani di lei nelle sue. “In effetti le strade non sono tanto sicure.” Fece Rida. “Spero non sia un problema la mia presenza.” “Oh, affatto.” Velven fissando Rida. “Se siete stata voi ad accompagnare qui quest'Angelo” indicando Gwen “allora siate doppiamente benvenuta anche voi, madama.” |
Altea, Mandus e Azable seguirono Samondo in una grande sala, dove trovarono Cimmiero e suo fratello Guanto.
“Venite pure avanti, amici miei.” Disse il duca. “E' un grande momento questo. Ed io che lavoro giorno e notte per il bene del popolo, posso dire di aver disegnato un futuro radioso per questo ducato.” “Ne siamo certi, milord.” Annuendo Mandus. “Lasciatemi finire senza interrompermi, amici miei.” Sorridendo Cimmiero. “Dovete sapere che oggi comincia una nuova vita per Capomazda.” Bevendo da una coppa colma di vino. “Ho infatti stilato il mio testamento.” Suonò un campanellino ed entrò un uomo. “Leggete il documento.” Ordinò Cimmiero all'uomo. Era quello il Cancelliere. L'uomo allora ruppe il sigillo ducale ed aprì il rotolo, cominciando a leggere ad alta voce: “Io, lord Cimmiero, Arciduca di Capomazda e nel pieno possesso delle mie facoltà fisiche e morali decreto che come mio legittimo erede al governo di questo ducato venga nominata Maruania, libera e potete città liberale. In caso di mia morte essa erediterà all'istante tutte le mie cariche ed amministrerà il potere in ogni suo aspetto, sia dunque giuridico, legislativo ed esecutivo.” Cimmiero prese allora una pena e firmò il documento. “Ottimo, milord.” Annuendo Samondo, per poi guardare Azable e sorridere entrambi. Ed anche Cimmiero appariva visibilmente soddisfatto. Infatti adesso scacciarlo o ucciderlo equivaleva a consegnare Capomazda al governo di Maruania. http://images6.fanpop.com/image/phot...65-337-450.jpg |
Le parole di Galgan, accompagnate dal bagliore della sua spada, suonarono come fatale monito tra il silenzio di quel Santo luogo.
L'ombra però sembrava essere scomparsa. “L'ho veduta...” disse Lucas “... è svanita rapida dietro quella cripta laggiù...” I due raggiunsero così la cripta e imboccarono lo stretto vialetto che passava dietro di essa. Si ritrovarono allora davanti ad una cavità scavata nel terreno, quasi usata come lucernario per qualche fossa nel sottosuolo. Uno sguardo di intesa tra il cavaliere e lo scudiero e un attimo dopo i due si calarono in quell'apertura, ritrovandosi in un'antica catacomba. “Questo luogo mette i brividi...” mormorò Lucas. Ma nel buio dominante apparve loro una debole luce in lontananza. “Deve esserci qualcosa laggiù...” indicò lo scudiero “... ma cosa? Uno spettro forse?” |
Il prigioniero dalla maschera di ferro guardò, per quanto possibile, dalle grate della sua finestra, riuscendo ad intravedere per un momento Tessa stretta nel suo mantello e nascosta dal cappuccio che andava via.
Fu quasi tentato di gridare, di forzare quelle invalicabili sbarre, di spaccare le pietre che formavano la sua cella, ma restò invece a fissare la luce cercando di immaginare quella misteriosa ragazza che gli aveva rivelato solo il colore dei suoi occhi, oltre che il proprio nome. “Carceriere...” disse poi il prigioniero, parlando dallo spioncino “... carceriere!” Gridò. “Cosa?” Il carceriere a lui. “Quella ragazza che è andata via...” mormorò “... quella che stava qui, davanti alla mia cella... com'era? Com'era fatta? I suoi capelli, il suo volto... descrivimela...” “Al diavolo!” Ridendo il carceriere. “Perchè mai? Non tornerà mai più! Non è un luogo per una donna questa! Ma solo per dannati! Meglio dimenticarla! Non si farà più rivedere!” E chiuse bruscamente lo spioncino. Allora per la rabbia il prigioniero tirò un pugno contro la pesante porta, causandosi un taglio sulla mano. Vide poi il sacchetto e lo raccolse. E con sua meraviglia trovò al suo interno una fiala di vetro. Riconobbe con l'olfatto alcune delle erbe che lo componevano e capì. Era un qualche potente veleno, una droga capace di dare una morte apparente. In quella sua assurda cattività, la misteriosa maschera di ferro aveva avuto modo di leggere diversi libri, che non gli venivano negati, come molte altre sue richieste, venendo così a conoscere molte cose di tante discipline differenti. “Eri dunque forse un Angelo, misteriosa ragazza dagli occhi verdi?” A bassa voce e con un leggero sorriso. E prese la fiala, bevendone il contenuto tutto d'un fiato. Intanto Tessa ritornò alla casa di Edwin, dove trovò ad attenderla la donna e Pirros. “Finalmente...” avvicinandosi a lei l'uomo dai capelli chiari “... ero ansioso di rivederti...” sorrise “... allora, dimmi... hai veduto quel pazzo? E' solo un miserabile che morirà in quella cella, dove merita di marcire.” Accarezzandole il viso. |
Velven fece capolino da dietro la porta d'ingresso. Quando mi vide, mi raggiunse, sorridendomi e prendendomi le mani.
La sensazione delle mie mani di nuovo tra le sue mi rassicuro`. Sapevo che lui rischiava meno e che la gente fuori invocava a gran voce il nome del Duca che Velven serviva, ma non poteva mai sapersi con un popolo in tumulto. "Sono contenta che siate rientrato e devo ringraziarvi per l'opportunita` che ci avete dato di venire qui. In effetti..." abbassai lo sguardo "...abbiamo rischiato un po', li` fuori" e vidi lui guardarmi col suo sguardo dolce e profondo. |
"Se vi avessero tenuto rinchiuso e mascherato per anni, sareste impazzito anche voi" dissi a Pirros.
"In realtà" aggiunsi "non credo sia affatto pazzo o, perlomeno, non nel senso comune del termine. Credo che sia un uomo colto ed intelligente, che ha il diritto di ricominciare a vivere, proprio come noi" Io ed Ewig la guaritrice ci scambiammo un'occhiata, che Pirros non potè fare a meno di cogliere. "Sedetevi, Messere, devo raccontarvi qualcosa che non sapete. Anzi, ora che ci penso bene, voi di me non sapete ancora proprio un bel niente!" Fu così, che seduti accanto al fuoco, raccontai a Pirros della mia vita da orfana, dei miei sogni sul prigioniero e sulla mia identità, svelata dopo tanti anni da quella lettera. "Ho intenzione di aiutare quell'uomo ad uscire dal carcere e a ritrovare la sua identità". Guardai Edwig per un attimo, che rispose al mio sguardo con un lieve cenno del capo, come ad esortarmi a proseguire. "Messere, ho lasciato una fiala a quell'uomo, che Edwig ha preparato con le sue erbe. Il composto è in grado di far sprofondare la persona in un sonno talmente profondo, da essere simile alla morte. Voglio sapere cosa succede ai detenuti che perdono la vita in carcere: dove vengono condotti, se hanno essi diritto all'estrema unzione e chi se ne occupa". Lo fissai dritto negli occhi. E lo fissai così intensamente, che le forze della natura percepirono quell'energia e, fuori, si alzò un fortissimo vento. "O siete con me, Messere, o siete contro di me" |
Era strano io fossi lì..che potessi presenziare e vidi vi era pure Guanto, speravo non fosse successo nulla a Bensuon, sapevo di averlo esposto troppo, forse dovevo lasciarlo libero.
Il Duca era felice...una fitta al cuore quando si nominò Arciduca di Capomazda, volevo fuggire ma capivo qualcosa stava accadendo. Infatti i miei sospetti erano veri..diede l' annuncio..una follia, lo vidi firmare...stava firmando in pratica la sua condanna a morte. Ovviamente la cosa non mi turbava ma più il fatto di quell' accordo e guardavo Samondo e Azable vicino a lui per fargli firmare il testamento, quegli uomini da dove erano arrivati? Avevano un piano...sapevo solo dovevo andare poi dalle tre donne e riferire tutto..Capomazda era in pericolo e forse dovevo andare dal fornaio di fronte all' orfanotrofio e consegnarli una missiva per mio padre...Sygma doveva sapere pure di questo fatto e muoversi..doveva parlare con mio zio, dovevano abbandonare i vecchi rancori e salvarla. "Maruania" esclamai "non l'ho mai sentita nominare...dove si trova? Una città liberale, quindi che non ammette regnanti ma libertà forse al popolo o altri..complimenti per questa scelta a Sua Signoria" e sorrisi falsamente..ovvio..lo avrebbero fatto fuori se era liberale, ma era così stolto da non rendersene conto? Quindi dovevo agire prima che il cane grosso prendesse tutto quello che rimaneva nella tana della volpe..o lo facesse perdere..speravo con quelle parole Cimmiero si rendesse conto del pericolo. |
Il Cacciatore era un brav'uomo...ci accolse...e parlo' col Priore come se lo conoscesse da molto tempo.....scendemmo in cantina....e finalmente vidi il calco......Non potevo essere turbata..infondo il mio migliore amico era Gedeone....per me..per gli altri era un Drago, ma quello era un periodo molto particolare.......la simbologia prendeva dei significati molto diversi......a seconda delle credenze e della cultura......Il cane..per me Figlia della Dea Diana non era ne' vigliacco....ne' portatore di sventura....ma nella biblioteca al castello avevo visto che tra la moltitudine di libri c'era Il Physiologus...era un libro che conteneva non solo animali straordinari...ma piante..pietre....." Vi sembrerà assurdo cio' che vi dico...ma dicevo al Priore che bisogna avere Fede....chi ci dice che non possa esistere un animale del genere.....al Castello ho visto alcune immagini miniate......ma ditemi Priore Tommaso....questa impronta....a cosa ci condurrebbe ?......pensate che questo animale...abbia fatto del male a qualcuno ?....."......non sapevo di cosa stavamo parlando...ma quello che piu' mi interessava era capire....cosa c'entrava quella impronta con Guisgard....al Priore era sfuggito di dirmi il motivo per cui era così importante sapere...se cercare o meno un animale......." Mi sembra giusto chiedervi.....visto che siete un cacciatore....potrebbe essere l'orma di qualche altra cosa......che magari ci fa apparire quella diu un animale ?....magari...di uno stivale ?......una misura piu' grande portato in piede piu' piccolo.......puo' lasciare delle impronte deformate.....il terreno qui e' melmoso....".......
|
Tornò Aneas, vestito splendidamente. Ma non dissi niente, restando immobile.
Eppure l'espressione che stonava su quegli occhi così azzurri mi teneva a distanza senza fatica. Sorrisi "Vino... Di Solpacus andrà benissimo". |
-Forse, mio giovane amico-
risposi con gravità al mio scudiero, -O forse no. Ma quello che realmente importa è che nei nostri cuori non deve albergare lo spettro della paura, perché invero, noi non siamo soli. Il Dio degli Eserciti veglia su di noi, e ci accompagna, e nessuno, proprio nessuno, può competere con la sua potenza- Mossi qualche passo verso la lontana luce, poi mi volsi verso Lucas; -Abbi fede, amico mio- |
Pirros ascoltò il racconto di Tessa circa le sue presunti origini, senza interromperla.
“Se davvero il tuo nome ti rimanda a quello dei Taddei a me stupisce che tu poi sia cresciuta in un convento.” Disse l'uomo. “Dopotutto quei porci Taddei hanno dominato questo ducato per secoli, fino alla morte pochi mesi fa del loro ultimo duca. Ma a me non interessa chi tu sia. Mi interessi tu e basta. Il resto mi è indifferente.” Ma poi, quando la ragazza chiese ancora del misterioso prigioniero, Pirros si mostrò alquanto seccato. Egli infatti non comprendeva perchè mai lei avesse preso a cuore la storia di quel miserabile senza nome. Come se la pietà per un proprio simile fosse ignota a uomini come Pirros. “Io non capisco...” scuotendo il capo Pirros “... io sono qui recluso, rischiando in qualsiasi momento di essere trovato dagli uomini di Cimmiero e tu invece pensi a quel prigioniero miserabile...” sbuffò “... comunque, se proprio vuoi saperlo, una volta morto un condannato viene chiuso in un sacco con una palla di ferro ad un piede, messo su un carretto e condotto fino al Lagno. Lì poi viene gettato in acqua e tanti saluti. Il Lagno è il Cimitero per quei porci.” “Che fine ignobile...” mormorò Edwig “... senza neanche l'Estrema Unzione...” “Sono reietti e feccia quegli uomini...” fissandola Pirros “... un danno per la società e per gli altri uomini.” In quel momento arrivò qualcuno. “Entrate pure, Arpan...” disse Edwig. Era un pastore che di tanto in tanto portava latte e formaggi alla donna. “Vi lascio qui il latte ed i formaggi” fece l'uomo “poichè sono di fretta. Vengo infatti ora dal mercato cittadino e laggiù non tira certo un'aria rassicurante...” “Perchè?” Chiese Edwig. “Il nuovo duca, lord Cimmiero, ha letto pubblicamente il suo testamento... egli ha messo tutti nel sacco, poiché ha nominato suo erede una città straniera... una certa Mauriana... così facendo neanche il vescovo potrà fargli nulla, in quanto quella città è retta da un governo ateo che non riconosce Dio, nè tanto meno la sua Chiesa... se il nuovo duca venisse scacciato o ucciso, le truppe di Mauriana sarebbero in diritto di invadere Capomazda...” aggiunse il pastore. |
“Siete ancora più bella di come vi ricordavo...” disse Velven a Gwen “... ancora più bella dei miei sogni se possibile...” accarezzandole lievemente il volto.
Ma da fuori si udivano grida e schiamazzi. “Cosa succede?” Chiese Rida. Velven corse ad una delle finestre. “Altri disordini?” Domandò ad un passante. “Il duca ha letto pubblicamente il suo testamento...” rispose il passante. |
“Maruania” disse Cimmiero ad Altea “è una libera e potente città del Nord, retta da un governo ateo e democratico. Sarà la nostra garanzia per un futuro migliore.”
“Ottima scelta, milord!” Sorridendo Mandus. E tutti applaudirono nella sala. Cimmiero diede poi ordine di leggere pubblicamente il suo testamento al popolo. |
“Questa impronta” disse il Priore Tommaso ad Elisabeth “fu trovata nella campagna davanti il Palazzo Ducale e risale alla stessa sera in cui morì l'ultimo duca. Lo abbiamo notato osservando il quadro di un pittore che proprio quel giorno dipingeva la campagna. Mi chiedete che significato può avere tutto ciò? Adesso non saprei dirlo in verità.”
“Ma forse qualcun altro ha una risposta...” intervenne il cacciatore “... la Gioia dei Taddei è spesso raffigurata nell'immaginario popolare con le sembianze di un animale, di un cane mostruoso che si aggira nella brughiera in cerca dei Taddei...” |
Ateo..aveva detto proprio così..e ricordai le parole di Cassaluia, aveva detto che era meglio per me non avere amici cattolici visto presto sarebbero scomparsi...mio nonno applaudì..mi chiedevo se stesse bleffando o veramente era cambiato..o fosse l'eta..comunque io dovevo avvisare le tre donne del pericolo..era urgente e dovevo aspettare di uscire da quella sala..avrei preso la via del ruscello che dava fuori la Corte..proprio il luogo dove mi trovavo con Guisgard due ore prima la sua..scomparsa..e di quel bacio mancato, si doveva agire in fretta.
|
Aneas sorrise e riempì due bicchieri con il vino richiesto dalla ragazza di Miral.
“Dunque” disse, per poi offrirne uno alla giovane “resterò senza modella quanto pare...” sorridendo “... un vero peccato...” guardando la ragazza “... si, un vero peccato...” osservandola tutta, con attenzione. “La cena è pronta, milord.” Arrivando la servitrice. Ma proprio in quell'istante, dall'esterno, si udì il sibilo del vento. Lento e lamentevole. La sera era ormai giunta ed un'aria spettrale era scesa sulla brughiera. Poi, ad un tratto, quel sibilo per un momento mutò. Come un basso ululato, ma grottesco e stridente. E nell'udirlo la servitrice sbiancò. “Milord...” mormorò. Aneas si voltò e la guardò con i suoi occhi azzurri ed enigmatici. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 14.47.11. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli