Ad un tratto tutto si ribaltò ma in peggio...l' aeroscafo di Hiss era andato a schiantarsi con un boato..."Hiss" urlai disperata tra le lacrime.
A questo punto non mi importava più della mia libertà, una rabbia mi prese guardando l' uomo tra le lacrime.."Sarete contento ora...avete visto..è morto e io ora sono il premio...volevate questo vero?".
La testa iniziò a girare, potevo sentire il battito forte del mio cuore pulsare tra le vene, batteva all' impazzata.
Mi dovetti sedere su una poltrona e mi poggiai sullo schienale..era finito tutto..Hiss era morto e la mia vita..potevo riavere la libertà ma senza lui non era più la stessa e mi sarei rinchiusa in una coltre di silenzio.

Il fuoco che avvolgeva i resti dell'aeroscafo di Hiss, l'altro veicolo che tagliava in traguardo ed il boato del pubblico in delirio.
Shushan sentì rabbia, disperazione, rassegnazione e poi un forte capogiro.
Perse conoscenza e poi solo il buio.

Sentivo urla di gioia al di fuori, ma la mia testa girava e girava.
Fu così per la tensione, il dolore di averlo perso persi pure i sensi, vidi il buio..ed era cosi la mia vita ora..come un corridoio buio dove cercavo una via di uscita.
E poi il nulla.

Il profumo di rosa selvatica, il candore delle lenzuola di lino, i riflessi dorati e purpurei del bel drappo di broccato lambito dai dorati raggi del Sole che filtravano dalle tendine lilla appena abbassate.
Shushan riprese piano conoscenza, ritrovandosi in quella camera da letto di raffinato splendore.
Era stesa su un morbido letto a due piazze ed indossava gli stessi abiti con cui aveva assistito alla gara in cui Hiss era morto.

Lentamente gli occhi si aprirono, cercavano di focalizzare lentamente e poi davanti a me si pararono quelle immagini..la polvere, l' aeroscafo di Hiss e poi quello schianto..stavo per urlare quando lentamente un dolce profumo pervase il mio animo..il profumo di lavanda che adoravo, della rosa selvatica..profumi a me così cari ma ora così amari.
Mi guardai attorno...era una stanza sontuosa, un letto a due piazze e il Sole che cercava di scaldarmi da quelle tendine lilla.
Mi vidi addosso gli stessi abiti di prima, il vestito nero elegante e molto audace e mi alzai di scatto.."Dove sono?" urlai..tutto si faceva più strano.

Fumo ovunque, l'aria irrespirabile.
Mi guardai intorno e vidi un corpo, un corpo senza vita in una pozza di sangue.
Gozzlon!
Spalancai gli occhi.
Corsi verso il pilota, prendendo direttamente il suo casco.
L'adrenalina è intensa, e mi fa essere fredda.
Poi carico il fucile e mi volto verso chiunque stia arrivando.

Shushan si alzò ma nessuno sembrò sentirla.
La stanza era chiusa e solo la finestra con le tendine abbassate sembrava avere un contatto col mondo esterno.
E dalla finestra giungevano voci di uomini che camminavano a passo militare.
Erano probabilmente soldati.

Quei passi.
Elise imbracciò il fucile e si preparò ad accogliere chiunque fosse.
“Mettilo giù...” disse una voce dalla penombra circostante “... mettilo giù o ti ucciderò...” solo la voce, non si vedeva nessuno.

Non abbassai affatto il fucile.
"Chi sei?" tuonai "Tanto se lo abbassassi mi uccideresti seduta stante..." guardandolo.
Figurati se un ateo mi avrebbe risparmiato la vita, e uno dei miei non mi avrebbe ucciso.

Nessuno rispose, ero in una prigione dorata ed effimera.
Corsi verso quella finestra e scostai le tendine, udii passi di uomini, sembravano marciare.
Cercai di capire dove fossi, tentai di guardare fuori..era impossibile io mi trovassi in una base militare, non poteva esserci una stanza del genere in una base militare.

“Almeno avresti una possibilità...” disse la voce ad Elise “... io non uccido gente inerme, tranquilla...”

Shushan raggiunse la finestra e guardò fuori.
Era un palazzo, dallo stile orientaleggiante, con guardie armate di scimitarre nel cortile centrale.
Ad un tratto la porta dietro di lei si aprì ed entrò qualcuno.

"Che sia diventata pazza" esclamai ad alta voce senza rendermene conto...ma quello era un palazzo stile orientaleggiante e i militari avevano delle scimitarre, ero andata in premio a un sultanto, tornata indietro nel tempo o ero veramente impazzita.
Poi ad un tratto la porta si aprì e sussultai, voltandomi di scatto per guardare chi fosse entrato.."Cosa sta accadendo?" chiesi leggermente infuriata.

Era una donna, vestita in un abito tipico degli arabi.
Portava un vassoio con dolci fatti di zenzero e miele, un elisir di colore rossastro e grossi e maturi datteri dall'aspetto invitante.
La donna mostrò un ossequioso inchino a Shushan.
“Siete nel palazzo di un principe.” Disse. "Il principe del Quazzar."

"Che razza di pilota sei che non uccide gente inerme?" alzando gli occhi al cielo.
Allora abbassai il fucile, senza però posarlo.
Un modo per evitare di lasciarci le penne lo avrei trovato lo stesso.
"Fatti avanti..." ordinai.

Era una donna chiaramente orientale e nel suo vassoio aveva ogni sorta di delicatezze e bontà ma il mio stomaco era chiuso.
Strabuzzai gli occhi a quelle parole.."Un principe? Il principe del Quazzar..e scusate" sorridendole visto quella donna non era colpevole di tutto questo.."Come mai mi trovo qui? Chi mi ha portata?" sedendomi su un sontuoso divanetto mentre assaggiai un dattero davvero gustoso..quell' uomo misterioso dell' orchidea centrava certo qualcosa ma dubitavo fosse il principe..almeno..un principe nella mia mente non andava tra gare clandestine e pazzi scatenati.

Un rumore di passi ed Elise vide una piccola luce rossa.
Poi un volto, una sagoma, una figura.
“Butta quel fucile a terra.” Disse Kabut, uno dei cacciatori dell'Ateismo Nero. “Una piccola mossa falsa e sei morta.” Puntandole contro due grosse pistole. “Getta il fucile... non ti ucciderò... mi servi viva.”
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“Siete stata comprata da lui.” Disse la donna a Shushan. “Ora siete sua, come tutto ciò che c'è in questo palazzo.” Offrendole il vassoio. “Ora mangiate e bevete. Avete qualche desiderio? Ho il compito di esaudire ciò che più desiderata. E' questa la volontà del principe.” Con un inchino.

Comprata...comprata...aveva proprio detto così...almeno la sorte era stata benevola, potevo finire davvero a fare la prostituta, ma la vita mi aveva portato via Hiss...dissi solo a bassa voce "Per ora non ho desideri, vorrei solo sapere dal principe se il pilota di nome Hiss che si è schiantato...è morto" la voce si fece leggermente fievole ma non volevo piangere, Hiss non lo avrebbe voluto.
"Ditemi vi sono abiti che posso indossare...e un bagno per potermi rilassare...come è questo principe? Descrivetemelo...il mio nome è Shushan, il vostro?" volevo capire se fosse quell' uomo della orchidea perchè avrei potuto ucciderlo.

Infatti, era uno degli Atei.
Non credevo alla sua bontà d'animo neanche un po' se dovevo essere sincera.
Poi disse che mi voleva viva, e così aveva molto più senso.
"Ah ecco...." annuendo.
Lasciai cadere a terra il fucile quando fu più vicino.
Effettivamente non mi avrebbe ucciso, ero troppo preziosa per uno come lui, sicuramente voleva usarmi contro i miei.
E probabilmente non sapeva che ero addestrata a combattere anche a mani nude.
Redemptio è la mia vita, non sono certo una ragazzina mandata qui a morire.
Alzai le mani, e lo guardai con aria fintamente rassegnata.
"Su, vienimi a prendere..." dissi soltanto.

“Il mio nome è Samira...” disse la donna, per poi aprire gli armadi e mostrare i ricchi abiti in essi contenuti a Shushan “... oltre quella porta” indicandola “vi è un bagno tutto per voi, in cui prepararvi... io sarò la vostra serva.” La Guardò. “Non è permesso descrivere il principe.” Con un inchino.

Kabut rise, senza abbassare le pistole.
“Spogliati...” disse ad Elise “... e cerca di fare in fretta...” con tono lussurioso.

"Grazie Samira, siete molto gentile...non preoccupatevi, se il Principe vuole fare il misterioso lo faccia..spero però possa dare una risposta alla mia domanda..sapete quell' uomo era...insomma ci amavamo, penso non abbia nulla da aggiungere".
Vidi gli abiti sontuosi nell' armadio, la preziosa lingerie e molto altro.
"Vorrei un bagno rilassante..potete prepararmelo...magari con delle essenze orientali, visto siamo in Oriente..siamo in Oriente o nell' Occidente?" chiesi perplessa.."Qui sembra di essere tornati indietro col tempo, mi sento frastornata, vi prego di starmi vicino Samira" e mi resi conto stavo parlando pure come secoli fa quasi.
Bevvi il dolce elisir e finii i biscotti mentre aspettavo il bagno si preparasse ed entrai nella grande sala da bagno, slacciando il vestito nero e facendo cadere a terra per prendere un asciugamano per coprirmi davanti alla donna.

Lo guardai.
Certo, verme, come no...
Allora senza dire niente portai la mano all'altezza del collo, dove avevo l'allacciatura della tuta.
Un movimento lento, sensuale, che catalizzasse la sua attenzione.
Sotto la tuta avevo la maglia, dunque a parte immaginare e capire che non stavo facendo residenza non avrebbe fatto granché.
Quando poi fu abbastanza aperto, portai la mano dietro la schiena per togliere la cintura.
Lui indossava una tuta uguale alla mia, sapeva benissimo che la cintura si toglieva da lì.
Quello che non sapeva è che io lì ero solita tenere due pugnali, per ogni evenienza.
li impugnai, senza che lui potesse vederli, e poi con un movimento rapidissimo mi lanciai in avanti, in scivolata per togliergli la misura necessaria a sparare., conficcandoli direttamente nel suo inguine che si aspettava tutt'altro.

Ascoltai attentamente il discorso di Doc, seria.
Non avevo mai pensato la cosa in quel modo, ma dovevo ammettere che su molte cose aveva ragione, non potevo dargli torto.
Intanto speravo infatti che avesse ragione e che la gente si fidasse della prova lampante che gli organizzatori di Redemptio erano dei grandissimi bugiardi che inventavano storie solo per intrigare e fomentare le folle.

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"Ora appartenente al principe e nulla più del vostro passato ha importanza." Disse Samira a Shushan, per poi preparare il bagno come da lei richiesto.
L'acqua era profumata, intrisa di essenze di sandalo di Siria, di ambra di Persia e Giada di Ceylon, con sali prumati dei più ammalianti sapori d'Oriente.

Elise fu rapidissima e conficcò uno dei coltelli nell'inguine di Kabut che prese a sparare all'impazzata.
Una pioggia di colpi partì, diffonendosi ovunque.
Ed uno di quei proiettili al plasma ferì Elisa ad una coscia.

Mi immersi nella vasca, quei profumi esotici mi rilassarono ma vi era sempre il pensiero di lui...e non poter sapere che fine aveva fatto Hiss era orribile.
D' altronde anche se fosse stato vivo..i patti erano quelli..era arrivato secondo e io sarei stata venduta e lui..ucciso.
Mi immersi nell' acqua inebriandomi da quel tripudio di essenze che tempravano il corpo e lo spirito.
Risalii dall' acqua e chiesi a Samira.."E' un harem questo? Perchè non si può sapere chi sia il Principe?".

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Elv annuì a Doc.
"Si, giusto..." disse "... ma come faremo a tirare fuori da lì le prede? Redemptio è immenso... servirebbe un esercito..." fissando poi Kara.
"Invece un esercito è proprio ciò che non ci occorre..." Doc "... ci serve un'azione rapida, efficace, risolutiva... non dobbiamo certo ingaggiare battaglia... non è una guerra la nostra... ma una rivoluzione."

"Non è un vero harem." Disse Samira a Shushan, mentre questa si lavava nel profumato bagno di essenze. "Voi siete l'unica donna intesa come compagna del principe. Per il resto siamo tutte schiave, poi vi sono gli eunuchi ed i soldati."

"Ma siamo sempre nel deserto dove sono stata ..comprata...ecco. Noto non vi sbilanciate sul principe ed è strano lui non abbia una compagna e abbia dovuto comprarsela, sarà sicuramente orribile" con disgusto e odio.."Possiamo fare una passeggiata nei giardini? Ho bisogno di aria."
Mi alzai e presi l' asciugamano e me lo legai stretta aspettando la risposta di Samira...sarebbe stato orribile sapere fossi prigioniera di quelle quattro mura.

"Certo." Disse Samira a Shushan. "Ma dovete coprirvi. Scegliete uno degli abiti portati qui per voi. Nessuno dei soldati può vedervi in abiti poco decenti."

Guardai in malo modo la donna.."Pensate io esca in questo modo o in abiti succinti..quel vestito me lo hanno fatto indossare perchè dovevano vendermi ovvio...anzi mi danno fastidio le occhiate degli altri uomini" spiccia.
Ah si...non dovevo farmi notare dai soldati o altro, allora presi un vestito bianco, scollato al punto giusto ma poi presi uno scialle di pizzo bianco per coprirmi "Ecco...così abbiamo accontentato entrambe, possiamo andare" decisa.

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Samira annuì a Shushan e quando questa fu pronta uscirono entrambe.
Raggiunsero il giardino che era curato ed abbellito con tutta la maestria degli orientali.
Piante esotiche, frutti simili a smerladi, zaffiri, rubini, dai colori dell'ambra, della giada e dell'onice.
Fontane di marmo e di quarzo bianco vedevano zampillare getti d'acqua dagli arditi toni policromi.
Tutto quel palazzo era una meraviglia.

Se il palazzo era maestoso il giardino non lo era da meno.
Mi lasciai accarezzare dalla leggera brezza e mi beavo di quel paesaggio.."Raccontatemi di questo regno...penso siamo in un regno..o principato" mi sedetti sul bordo di una delle fontane zampillanti e trionfanti di acqua che si divertiva ad assumere i vari colori di quel giardino.

Il colpo andò a segno e quello cominciò a sparare all'impazzata.
Mi ritrovai un proiettile nella coscia.
"Maledizione..." reggendomi alla roccia per capire quanto fosse grave.

"No, siamo in uno dei palazzi del principe..." disse Samora a Shushan "... questo sorge nel deserto, lontano da tutto e da tutti... qui il principe giunge per rilassarsi..."
Ad un tratto arrivò un uomo dalla pelle scura e vestito in modo sfarzoso.
"Sono Ahimar l'eunuco." Con un inchino a Shushan. "Ai vostri ordini."

Ora le cose si facevano complicate.
Liberare le prede, e come?
''Ma come? Non è per niente facile, insomma, è Redemptio! Cosa potremmo fare?'' chiesi perplessa.
Okay gli articoli, okay i filmati, ma il resto? Come avremmo fatto?

Elise uccise Kabut, ma si accorse che il proiettile al plasma aveva lasciato una ferita profonda nella sua coscia.
Ad un tratto la ragazza sentì dei rumori.
Era Gozzlon, ferito, che strisciava sulle rocce.

"Già, Kara ha ragione..." disse Elv a Doc "... come diavolo faremo?"
"Qualcuno si intrufolerà nei gironi di Redemptio e li potterà qui." Fece Doc.
"Detta così sembra facile." Sarcastico Elv.
"Facile o difficile, va fatto." Replicò Doc. "Vuoi proporti come volontario?"
"Aspetta, freniamo un attimo..." Elv "... non so, ma sento puzza di qualcosa di grosso... perchè rischiare tanto? Cos'hanno di speciale queste prede? Voglio la verità."
"Anche se fa paura?" Fissandolo Doc.
"Ho le spalle larghe io."
"Non abbastanza temo..."
"Avanti..." mormorò Elv.
"E sia..." sbuffò Doc "... una di quelle prede è Lance... uno dei nostri... e c'è anche sua moglie... dobbiamo tirarli fuori da lì..."