Accennai un sorrisetto furbo alle sue parole.
Anche se in effetti quel momento silenzioso e sospeso non mi era dispiaciuto, affatto, ma ero contenta che fossimo tornati alla normalità.
"Non credo avresti potuto fare molto, visto com'erano ridotte quelle persone ed è stato solo un gran colpo di fortuna che non ci fossimo noi al loro posto..." commentai.

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"Si, ma avevo una pistola e qualche colpo spaventa ogni animale, fidati." Disse Elv guidando. "Va meglio ora?" Guardando Gwen.

Volevo fidarmi di lui, soprattutto per il pensiero di quei due poveretti soli alla Laguna.
Poi, mi chiese se andasse meglio.
"Sì" dissi sincera, sorridendo più tranquilla.
Non mi sentivo serena al cento per cento, ma andava sicuramente meglio di prima, poco ma sicuro.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...214fa9f623.jpg

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Elv accennò un sorriso e tornò a guardare la strada.
"Ora tornerai a casa e ti farai una lunga dormita..." disse a Gwen "... e da domani cercherai di dimenticare questa brutta storia..." guidando.

Ricambiai il suo sorriso e ascoltai poi le sue parole.
Annuii, tornando a guardare fuori dal finestrino.
Ci sarebbe voluto un bel po' per dimenticare, o almeno provarci, ma di certo il pensiero di non esserci io al posto di quei turisti poteva certamente aiutare.
Forse questo non era molto altruistico, ma era la realtà dei fatti.

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La Jeep arrivò alla casa di Nasia, dove Gwen viveva.
"Eccoci..." disse lui fermandosi davanti al cancello "... scendi e va da tua zia, Gwen... e cerca di riposare... ti farà bene..."

Alla fine, arrivammo a Villa Ilesia.
Diciamo che adesso ero un po' più contenta di prima di rivedere la zia, rispetto a quando ero uscita, giusto per il fatto di essere tornata a casa intera e non a pezzetti.
Gli sorrisi e lasciai un bacio sulla guancia, quasi sull'angolo delle labbra rosse e ben disegnate.
"Grazie, a presto" mormorai, osservando un ultimo istante i suoi occhi neri, quasi ad imprimerne la bellezza nella mia mente ancora una volta.
Alla fine, scesi dalla jeep per entrare in casa.

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Elv sorrise a quel bacio di Gwen sulla guancia, restando a guardarla mentre andava via.
Poi la Jeep ripartì.
In casa la ragazza riabbracciò sua zia, stupita di vederla tornare così presto.

Appena entrai in casa, fui come sempre invasa dal tornado-Nasia ed era addirittura stupita che fossi tornata... Presto?
Davvero?
"Dici sul serio?" commentai, la fronte aggrottata.
Immaginavo una sfuriata, visto ero stata fuori tutta la notte durante la seconda tempesta della stagione, invece no.
Nulla.
Beh, meglio così, visto il mio stato d'animo attuale, che certamente non era eccellente.

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Nasia si aspettava che quell'uscita durasse almeno un giorno ed una notte e vedendo tornare di buon mattino Gwen restò colpita.
"E..." disse maliziosa "... il professore e la guida? Non sono tornati? Magari avremmo potuto offrire la colazione al gentile signor Elv, no?" Ridacchiando.

Ecco che i miei buoni propositi nei suoi confronti andavano a farsi benedire.
"Il gentile signor Elv è andato alla polizia per denunciare cinque omicidi" risposi secca e brusca.
Andai poi a cercare la cameriera e le dissi di prepararmi subito un bagno caldo, più caldo era meglio sarebbe stato, sebbene immaginavo che per sbollire nuovamente la rabbia ci sarebbe voluta una doccia fredda.

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Nasia sgranò gli occhi, impressionata ed incredula.
"Cosa..." disse a Gwen "... cosa hai detto? Ma cosa è accaduto? Raccontami tutto..."

Vedo che la malizia è sparita, vero zia? pensai, mentre osservavo la sua faccia sconvolta.
"Stanotte cinque turisti sono stati sbranati e straziati da un animale. Serena! Il mio bagno!" la chiamai a gran voce "È stato orribile. E terrificante" conclusi atona.

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Quanto mi erano mancate le lunghe passeggiate senza meta che facevo da bambina in riva al mare.
Quando non hai altra preoccupazione che i capelli che si infrangono sul viso, il sole negli occhi e lo scoprire i segreti sussurrati dal vento che ti accarezza piano.
Così mi sentivo in quel momento, mentre camminavo verso la Scogliera degli Olenadri.
Mi sarebbe piaciuto abitare in un posto così, fuori dal mondo, lontana da rumori, chiasso e chiacchere.
Il posto era davvero belllo, e restai ammirata a contemplarlo.
Non sapevo bene perchè fossi lì, un po' per scoprire di più su quel misterioso signor Sì, forse, o forse solo per scoprire un posto dal nome tanto evocativo.
Quel luogo emanava una pace che a stento ricordavo di aver provato.
Poi in fondo notai una casetta, e senza quasi accorgermene, mi ci avvicinai.

Il locale venne aperto e vidi alcuni camerieri. Ebbi solo il tempo di dire a Sette "Aspetterò dunque.. Quando deciderai" con tono basso "Il locale sta aprendo".

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Il bagno di Gwen fu pronto e la ragazza potè tentare di rilassarsi in quell'acqua profumata, cercando, per quanto possibile, di scacciare quei terribili ricordi.
Intanto, alla Scogliera degli Oleandri, Destresya ammirava quel meraviglioso scenario tra mare e cielo, ritrovandosi infine alla casa isolata sulla scogliera.
Era un'abitazione di media grandezza, con una grande elica appartenuta a qualche biplano, ora appesa davanti allo spiazzo della casa, con sotto un cartello con la scritta "Eroe a noleggio".
Nello stesso istante, a Corsales, Altea e Setta erano davanti al locale.
"In verità non è ancora aperto al pubblico, ma solo per le pulizie..." disse lui a lei.

"Certo.. Ma tu hai appuntamento con il tuo cliente, quindi penso puoi entrare anche ora. Cosa devi vendere.. The.. O?" osservandolo negli occhi azzurri.

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Mi immersi nell'acqua calda, cercando di scacciare via tutti quei ricordi.
Pensavo a tante cose.
Pensavo a quei poveri turisti, pensavo ai due scienziati ed alla loro scoperta, se fossero al sicuro lì da soli, pensai al lungo e silenzioso sguardo enigmatico che Elv mi aveva rivolto stanotte e che secondo me diceva più delle parole, alla sua attenzione per me dopo che ero rimasta traumatizzata ed inorridita dopo quella vista.
Mi abbandonai nella vasca, mentre i pensieri si mischiavano al vapore caldo dell'acqua.

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Sette guardò Altea negli occhi.
"Scusa..." disse "... cosa intendi dire? Ti ho detto che sono un mercante di spezie, no? Ovvio che tratto solo quelle..."
Nel frattempo Gwen, a casa di sua zia, cercava di liberarsi da quei terribili ricordi e quelle terrificanti sensazioni.
Ma la cameriera venne ad avvertirla che i militari chiedevano di lei.

Continuai a rilassarmi e riposarmi nella vasca, ma la cameriera venne ad avvisarmi che c'erano i militari, sicuramente per i turisti.
Così uscii dalla vasca e dopo essermi vestita scesi giù per parlare con loro.

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Gwen lasciò il suo bagno e poco dopo raggiunse il pianoterra, dove nel salotto sua zia Nasia era con Goz ed alcuni dei suoi militari.
"Cara, il capitano Goz vorrebbe parlarti di ciò che è accaduto alla laguna..." disse Nasia "... te la senti?"

Scesi giù e le parole della zia mi confermarono quello che avevo pensato.
Allora annuii e mi sedetti sul divano, aspettando di rispondere alle loro domande, sebbene non avessi altro da dire se non che avevo sentito un urlo nella notte.

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Vidi Sette alterarsi per un attimo e preferii non ribattere. Anzi a quella risposta secca tenni un certo distacco "Certo, non ti preoccupare.. Possiamo entrare quindi".

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La moglie del locandiere ci aveva visto giusto, pensai sorridendo mentre ammiravo quella strana scritta "Eroe a noleggio" che campeggiava sul cancelletto della casa.
Risi di nuovo, come la prima volta.
Beh, ormai ero lì, tanto valeva svelare quel mistero.
Così, senza sapere bene che cosa mi sarei inventata, suonai il campanello.

Goz guardò Gwen e si sedette davanti a lei.
"Non preoccuparti, ragazza..." disse lui "... non ci metteremo molto... cosa è successo stanotte alla laguna lo sappiamo già e non ti tedierò oltre con domande e richieste di descrizioni..." accendendosi una sigaretta "... parlami invece dei tuoi compagni di viaggio... del professor Hlus e del suo assistente... e poi anche di Elv la guida... hai notato un che di strano, sospetto o qualcosa di simile?"
Nel frattempo, a Corsales davanti al locale, Altea e Sette si accingevano ad entrare.
Lui annuì e furono subito dentro.
"Il locale è chiuso, signori." Uno dei camerieri.
"Non importa, conosco il signor Sette." Arrivando un uomo che fino ad un attimo prima era seduto al suo piano.
"Pilo..." Sette a lui "... cerco il tuo capo..." dandogli la mano "... lei è Altea, un'amica." Presentando la ricca pittrice al pianista.

Iniziai ad ascoltarlo e un attimo dopo sbarrai gli occhi.
"Loro non c'entrano nulla!" esclamai "Ho sentito un grido stanotte, che mi ha svegliata. Era confuso, vago, pensavo di averlo sognato, poichè affacciandomi dalla tenda non ho visto nulla di strano, ma nessuno di loro c'entra qualcosa. Sono persone per bene ed erano con me quando quei turisti sono stati trucidati" dissi con tono ovvio, ma contrariato.
"È evidente che non abbiate visto o osservato con attenzione quelle persone. Sono state sbranate e dilaniate da un animale, nessun essere umano potrebbe fare una cosa simile, men che meno loro tre."

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Osservai tutta la scena in silenzio, vi era un che di misterioso in tutto questo. Poi arrivò il pianista Pilo, notai il tono freddo con cui mi presentò Sette "Piacere signor Pilo, non sono mai stata in questo locale. Posso sapere il nome e che locale è?".

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"Ragazza mia..." disse fumando Goz "... ti stupiresti a vedere di cosa è capace la follia umana... non ci sono animali presso la laguna che possano ridurre così un essere umano... forse un coccodrillo delle Flegee, ma non abbiamo riscontrato tracce... quindi ti riformulo la mia richiesta... parlami dei tuoi compagni di viaggio." Fissandola.
Nel frattempo, ala Scogliera degli Oleandri, Destresya era giunta a quell'abitazione.
Bussò ed attese fino a quando la porta si aprì.
Forse era stato un colpo di vento, perchè sembrava essersi aperta da sè.

"Allora un doppio benvenuto." Disse sorridendo Pilo ad Altea. "Si tratta di un ritrovo, per bere, ascoltare musica e giocare.Il nome del locale è... Malvarosa." Svelò.

"Malvarosa.. Mi piace come nome, molto evocativo e retro'. Dunque non un locale per signorine acqua e sapone" facendo l'occhiolino a Sette "Ma noi non siamo clienti, il mio amico Sette è qui per affari" osservando il locale.

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Oh ma che gentaglia.
"Ed io riformulo la stessa risposta. Loro sono innocenti, visto che eravamo tutti a dormire in tenda nel momento in cui ho sentito quell'urlo, sicuramente le urla di quei poveretti che venivano sbranati. A meno che lei non creda che una persona possa essere in due posti contemporaneamente, dico bene?" chiesi retoricamente, con aria beffarda "Ora ritengo di non avere più nulla da dirvi, quindi vi consiglio di lasciare questa casa e condurre delle indagini più degne del vostro nome" con tono brusco.

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"E' un locale per tutti i tipi di signorine." Disse Pilo sorridendo ad Altea. "Lavoro?" Guardando poi Sette.
"Si, vorremo parlare col tuo capo." Questi.
"Ma lo sai che non riceve nessuno senza un accordo o un appuntameto." piegò Pilo.
"Già, dimentico sempre che vive rintanato come un vampiro..." ridendo Sette.

"Gwen, controllati per favore." Disse Nasia riprendendo sua nipote.
"Quindi..." fumando Goz "... tu sei stata sveglia tutta la notte, giusto? Perciò sai con certezza che nessuno si è mosso dalla vostra tenda... dico bene?" Fissandola. "Ti ricordo che posso arrestarti in un attimo per falsa testimonianza, signorina."

Oh non avevo la minima intenzione di controllarmi.
"Non ho detto che sono stata sveglia tutta la notte, mi sono svegliata nell'istante in cui quelle persone hanno gridato perché le stavano trucidando e se tutti i miei compagni erano in tenda, nessuno di loro poteva essere contemporaneamente ad uccidere quelle persone, mi spiego?" insistetti ancora, con tono insofferente.
"E di certo, sto dicendo la verità, non falsità."

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"E' un tipo impegnato il vostro titolare quindi" ma poi udii la battuta di Sette e sorrisi incuriosita "Un vampiro?" mi sfuggi poi una risata "Scusate, ma non ho fatto a meno di ridere, a volte Sette fa pure ridere". Ero davvero arrabbiata con lui, visto la freddezza di prima.

"Facciamo così..." disse Goz spegnendo la sigaretta "... tornerò più tardi, quando ti sarai calmata." A Gwen.
I militari allora andarono via.
"Sarà meglio chiamare un avvocato." Nasia a sua nipote.
Intanto, al Malvarosa, Altea era lì con Sette.
"Lamia amica Altea" questi a Pilo "vorrebbe conoscerlo ed io intendo accontentarla."
"Dubito lo incontrerete prima di stasera." Spiegò il pianista.
"Non è nel locale ora?" Chiese Sette.
"Non l'ho visto da stamattina..." rispose Pilo "... non ama farsi vedere in giro, lo sai..."

La cosa si faceva sempre più strana, tanto che in quel momento mi chiesi che diamine ci facessi lì.

Ma ormai ero curiosa e così, quando la porta si aprì, quasi da sola, decisi di entrare.
"C'è nessuno?" mormorai alle onde, sempre più incuriosita.

Certo, ci mancava solo che continuassimo ancora quella tiritera.
Ora o dopo, non sarebbe cambiato nulla, avrei detto le stesse identiche cose, che erano le uniche vere.
"Un avvocato? Non sono io ad aver bisogno di un avvocato!" esclamai "Non è a causa mia se quell'incompetente idiota non sa fare il suo lavoro!"

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"Come mai non ama farsi vedere? E' un tipo riservato? Già, il mio amico Sette ha detto deve vendergli la sua merce e io ero curiosa di conoscerlo, ma non perché sono un tipo curioso, mi interessava dalla descrizione. Infatti noto è un tipo misterioso".

Destresya entrò in quella casa che sembrava vuola.
L'odore di salsedine giungeva dal mare portato dalla lieve brezza, mentre il verso dei gabbiani echeggiava nell'aria.
"Se i miei creditori ora usano donne affascinanti per riscuotere i soldi" disse ad un tratto una voce "allora davvero non c'è più morale a questo mondo." Con tono divertito.