Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 17-05-2016 18.07.32

“Il dottore” disse Ester a Gaynor “è un uomo che per amore delle sue passioni ha lasciato il mondo civile per rifugiarsi su quest'isola.”
“Esattamente dottore in cosa?” Chiese Capitan Cuore.
“Le arti” rispose Ester “hanno molti nomi, imposti perlopiù da uomini con menti e spiriti limitati. In verità esiste in natura un'unica e sola disciplina, capace di convogliare e penetrare tutte le cose nella loro più intima essenza.”
“Capisco...” con un filo di sarcasmo, comunque ben celato, il pirata “... e ditemi... quando avremo l'onore di conoscere questo dottore?”
“Egli vi conosce già.” Rivelò Ester. “Tutto ciò che avviene su quest'isola non ha segreti per lui.”

Lady Gaynor 17-05-2016 18.15.24

"Il quadro che ci presentate del vostro padrone è a dir poco oscuro..." dissi rivolta ad Ester "Avete impiegato tante parole per non dire assolutamente nulla. La riconoscenza per averci soccorso e ristorato non mi permette di indagare oltre, ma direi che tutto questo misterioso riserbo è quantomeno sospetto. Da quando arte e bellezza vengono catalogati tra le cose di cui non parlare e da non condividere?"

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Clio 17-05-2016 18.19.21

"Non solo nel mondo aristocratico, caro mio... Credi che la figlia del fornaio sia libera? È sempre una donna!" Facendo l'occhiolino.
"Anche se noi aristocratici abbiamo delle responsabilità verso il nostro sangue, per il popolo credo sia un modo di avanzamento sociale" sospirai.
"Ad ogni modo, mi hai salvato, no?" Ridendo.
Poi a quelle parole mi stiracchiai, in effetti aveva ragione, dovevo dormire.
Così mi rannicchiai nel divano, sistemai i cuscini, e chiusi gli occhi per un momento, poi li riaprii e lanciai ad Icarius un'occhiata di rimprovero che in realtà era divertita.
"Vedi di non scappare di nuovo, nè" facendogli l'occhiolino prima di chiudere gli occhi.
La giornata era stata pesante, così, in breve tempo, mi addormentai.

Correvo nella brughiera, come se tutta la mia vita dipendesse da quella corsa, da quella cerca.
Stavo cercando qualcosa.
O qualcuno.
Potevo sentire il mio cuore implodere, scoppiare, il battito impazzito rimbombare attorno a me, invadere l'aria.
Correvo, correvo a perdifiato in quella cerca primordiale.
Il mio sguardo scrutava ogni anfratto, ogni angolo, ogni orizzonte.
Niente, nessuna traccia.
Poi crollai, sentii il mio corpo venire meno e caddi tra l'erba alta.
Avevo fallito, nulla aveva più senso, nulla aveva più importanza.
Potevo percepire dentro di me quel dolore immenso, più forte di qualunque emozione avessi mai provato.
Mi stava dilaniando, come se un mostro invisibile facesse scempio delle mie carni.
Finchè non la sentii: una carezza dolce e infinita sulla mia testa.
"Chi stai cercando?" Una voce, la sua voce.
Alzai gli occhi appannati dalle lacrime, e mi illuminai nel vedere i suoi.
Erano lì, che mi fissavano con uno sguardo prezioso e unico.
Era vivo, lo avevo ritrovato, di nuovo.
Fu allora che compresi quanto mi sbagliassi.
Non era il dolore l'emozione più forte che avessi mai provato: era l'Amore.
"Te!" Riuscii solo a dire, tra le lacrime, prima di buttargli le braccia al collo e farlo cadere all'indietro sul soffice manto della brughiera.
Lui mi tenne stretta, in silenzio, mentre riversavo sulla sua spalla tutte le mie lacrime e lo tenevo stretto come fosse la cosa più preziosa al mondo.
Era lì, era salvo, era accanto a me, mi accarezzava piano i capelli.
"Allora tieni un po' a me, eh.." Disse piano, con un sorrisetto.
Fu allora che alzai gli occhi su di lui, quegli occhi unici, così puliti eppure con quella scintilla che lo distingueva, come se in lui convivessero due anime, e solo chi le conoscesse entrambe potesse comprenderlo appieno.
E io mi ritenevo fortunata, perché le conoscevo e amavo entrambe.
Ormai per me non esisteva l'una senza l'altra.
A quelle parole non risposi, mi limitai a sorridere e a baciarlo dapprima piano, poi con tutta la passione infuocata che ci univa.
Lui mi stringeva con ardore, facendomi sentire incredibilmente sua, poi si fermò di colpo, mi guardò negli occhi e sorrise.
"Andiamo a casa.."'prendendomi la mano e alzandosi.
"A casa?" Guardandolo da terra.
"Sì" porgendomi la mano.
Io la presi, come in un sogno, e mi ritrovai tra le sue braccia.
Continuavo a guardarlo, senza capire.
"La nostra casetta nella brughiera..." Sussurrò lui, prima di baciami, un bacio così vero da far tremare la terra.
Ma allora tutto intorno a noi cambiò.
La brughiera divenne cupa, tetra, una notte perenne scese su di noi, che ci stingevamo l'uno all'altra.
Poi un lungo e primordiale latrato giunse dall'oscurità come a reclamare le nostre anime.
Lo sentivamo avvicinarsi sempre di più, finché tutto attorno a me non divenne fumo e mi ritrovai sola nella brughiera, con solo il suo nome da urlare al cielo.


Mi svegliai di soprassalto, con ancora quella miriade di sensazioni così forti, così intense come non ne avevo mai provato prima.
Corrucciai appena la fronte, restando ad osservare un punto indistinto di fronte a me.
Che strano sogno, forse mi ero fatta suggestionare da tutta quella storia della Gioia.
Dopotutto era strano perché di solito no ricordavo i miei sogni.
Ad ogni modo, non importava.
Sospirai, stiracchiandomi, chiedendomi quanto avevo dormito.

Guisgard 17-05-2016 18.19.57

Poco dopo Gwen e Zoren lasciarono la locanda, raggiungendo poi il carrozzone dove ad aspettarli c'erano Go e Nyccio.
Il grosso veicolo partì e in breve uscirono dalla città.
Percorsero qualche miglia, per poi fermarsi nel bel mezzo del bosco.
Qui Zoren prese dei rami e accese un fuoco.
“Ora bruceremo il libro...” disse.
Ma in quel momento si udirono dei rumori tra i cespugli.
Un attimo dopo due ragazze uscirono dalla vegetazione.

Guisgard 17-05-2016 18.30.19

Ehiss scosse la testa divertito.
“Beh, Enide aveva solo il veto di parlare in caso di pericolo imminente...” disse a Dacey “... e ciò solo perchè Erec doveva mostrare il suo valore cavalleresco. Io invece che non ambisco a divenire un cavaliere senza macchia, vi lascerò persino gridare davanti ad un pericolo.” Sorridendo. “Quanto al non permettervi di parlare, assolutamente no. Più facile uccidervi che zittirvi temo.” Ridendo.
Poi quell'ultima frase da parte di lei, che allungò il passo impedendo al cavaliere di rispondere.
Poco dopo tornarono alla locanda, dove Ehiss raccontò tutto al vescovo e ad Ammone.
“E' rischioso...” mormorò il chierico “... portate con voi Ammone...”
“No, preferisco resti con voi.” Il cavaliere.
“Qui io non corro rischi.” Replicò il vescovo. “Meglio venga con voi.”

Guisgard 17-05-2016 18.35.49

Il pranzo proseguì tranquillamente, mentre ormai il pomeriggio aveva avvolto il castello e l'intero scenario circostante.
“Ora perdonatemi, ma devo lasciarvi per un po'...” disse il barone “... voi preparate pure il tutto per il ritratto...” a Tintus “... e mostrate poi alla nostra bellissima dama la sua camera...”
Ed andò via.
“Bene...” il pittore ad Altea “... volete vedere adesso la vostra camera?”

Lady Gwen 17-05-2016 18.36.46

Raggiungemmo il carrozzone ed uscimmo dalla città.
Ci fermammo poi in un bosco e Zoren accese un fuoco.
Quando eravamo finalmente sul punto di distruggere quel libro, dalla vegetazione spuntarono due ragazze.
Perfetto... pensai.
Ecco l'impedimento che temevo.
Guardai Zoren con espressione dubbiosa, chiedendogli con lo sguardo che cosa dovessimo fare.

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Dacey Starklan 17-05-2016 18.39.08

" Non grido davanti al pericolo...Non sono certo una ragazzina" aprendo la port della locanda.
Spiegammo la situazione al vescovo che volle affiancarci Ammone.
" Per me non c'è problema ma...Davvero forse sarebbe meglio che voi non foste da solo. Ci sentiremmo più tranqulli a sapere che Ammone vi è accanto. Noi ce la caveremo, potete stare tranquillo su questo"

Altea 17-05-2016 18.39.25

All' apparenza tutto sembrava proseguire in modo naturale se non fosse stato per il luogo e la figura del barone, il quale si congedò.
Mi voltai verso Tintus..."Oh si certo, sono proprio curiosa di vederla...penso sia un maniero antico questo." leggermente inquieta.

Guisgard 17-05-2016 18.47.12

“Perchè il più delle volte sono incomprensibili per le persone comuni.” Disse Ester a Gaynor.
In quel momento la porta si aprì e qualcuno entrò.
O forse sarebbe stato giusto dire qualcosa entrò.
Infatti un essere grottesco, quasi deforme, dall'aspetto animalesco ed assurdo si presentò a tutti loro.
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