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Quella notte scoprii una nuova parte di me.
Lasciai assopita la parte razionale, quella costruita sulle regole e la morale e mi lasciai andare alla passione ardita, al desiderio più profondo. Lasciai che Dension scoprisse il mio corpo, facendomelo scoprire a mia volta, donandomi sensazioni mai provate e solo lontanamente immaginate. Mi diedi a lui completamente, in tutto il mio essere donna, durante quella notte dalla luna splendente. Più tardi,molto più tardi mi addormentai, stretta sul suo corpo che ancora sapeva di noi. |
La mano sfiorò la sua e notai non gli fu indifferente e il mio dito scorreva la mappa verso Sud..guardai l'orologio..perfetta sincronia.
"Qui..tenente Bydoke..siamo diretti alle Isole Flegee?" e il mio sguardo si alzò su di lui.."Qui si trova la Divina Misericordia quindi ma in che zona? Ecco ora avete un motivo da proporre al Capitano, appena avvisteremo la nave io e voi saliremo su un Corvo per metterci davanti e perlustrare la zona e la nave..se non volete farmi salire pure prima..Milord Oxilon non ha posto problemi..siete voi li ponete Bydoke, non vorrei lamentarmi col Ministro di questo" sorrisi avvicinandomi faccia a faccia a lui..stavo fingendo ma stavo sospettando questo uomo mi sviasse perché si stava innamorando di me..e a Maruania non si poteva amare..e se fosse stato costretto ad arruolarsi? Era troppo diverso dagli altri.."Vi è altro o posso allenarmi al poligono di tiro? Ovviamente potete chiedermi qualsiasi mansione o sembra mi stiate favorendo". |
Quella carezza leggera, quel contatto dolce e delicato riuscì ad allontanare la malinconia.
Infondo era quello di cui avevo bisogno in quel momento: sentire la sua vicinanza, la sua presenza. Gli sorrisi, mettendo per un momento la mia mano sulla sua. In realtà stavo già meglio: era stato davvero solo un momento. Non amavo sentirmi indifesa e preda delle mie paure, ma quelle volte in cui mi raggiungevano e mi paralizzavano, riuscivo a cacciarle in poco tempo. Poi c'era lui che mi faceva tornare il sorriso anche solo con quella carezza leggera. Certo non potevo dirgli quello che mi passava per la testa, avevo sempre creduto che anche il gesto più eclatante del mondo fatto su richiesta e non spontaneamente valesse molto meno. Ma capivo che lui voleva davvero aiutarmi e starmi vicino. Così sorrisi e il mio sguardo mutò, lasciando dietro di sé la paura e l'inquietudine per accendersi di una luce nuova, che lui solo aveva visto. "Non lo so.." sussurrai, con gli occhi nei suoi "Sorprendimi.." con voce calda, per poi trattenere il fiato. |
Sembrava che quelle "cose" volessero raggiungere il cielo e copprire ogni cosa. Anche Elv era spaventato, glielo leggevo negli occhi. Alla sua domanda, il militare diede un ordine ai suoi e io mi sentii colpire, poi piu` nulla.
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Sottocapitolo: Le donne di Vacolis e la felicita perduta
“Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non m'abbandona.” (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto V) Icarius guardò Clio, le sorrise e poi strinse nella sua la mano di lei. “Sai...” disse piano, mentre con un dito giocava sul palmo della mano della ribelle “... da piccolo sognavo di poter leggere il futuro attraverso il palmo della mano... cercavo di scorgere l'Amore e l'avventura sulla linea della Fortuna...” fece scivolare sul palmo una goccia di elisir rimasta sul fondo del bicchiere, per poi spargerla con un dito “... ma naturalmente non avevo le capacità dei maghi e dei veggenti...” la guardò negli occhi “... ma so leggere nello sguardo altrui... nel colore dei suoi occhi, nei riflessi e nei bagliori che li animano... nei tuoi occhi, ad esempio, vedo un chiarore trasparente, un azzurro luminoso ed incontaminato... scenario ideale di avventure e sogni... avventure e sogni di ogni uomo...” sfiorò con un bacio la mano di lei, per poi assaporare quella goccia di elisir mischiata al sapore della pelle della ragazza “... ti porterò con me, Clio... in questo viaggio verso l'ignoto e verso i sogni... ti porterò con me alla ricerca dell'unica cosa capace di dare forma, significato e valore ai sogni... ti porterò con me ed in cambio chiederò solo i tuoi pensieri come pegno...” In quel momento si udì la vedetta che gridava. “Terra!” Urlava. “Terra!” Poi il fischio della Divina Misericordia. Icarius allora si avvicinò alla finestra, sempre tenendo Clio per mano, la aprì e i due videro la terra che si stagliava davanti a loro, tra mare e cielo, quasi a congiungere due mondi. “Siamo arrivati...” mormorò lui. Una striscia di terra che come prolungamento del continente raggiungeva il mare, come a porsi linea di confine, tra il noto e l'ignoto. Una terra che sorgeva dalla foschia e dalla calura, tra i bagliori dorati del Sole e il flusso eterno delle onde che danzavano fino a spegnersi su quelle coste. E poi il vascello volante si avvicinava, più quel luogo definiva le sue fattezze. Ma ad un tratto, da quella visione prese corpo qualcosa di indefinito e di enigmatico. Immani, titaniche ed austere forme si innalzavano da quella terra come se fossero i pilastri del cielo. Come divine colonne su cui l'intera volta celeste trovava appoggio e congiunzione col mondo. “Cosa sono?” Stupito Pinto dal parapetto. “Sono i giganti...” disse Hansiner “... i guardiani di Vacolis... e non riusciremo mai ad oltrepassarli...” Icarius prese Clio e lasciarono la cabina, per raggiungere gli altri sul ponte. “Allora siamo perduti!” Gridò Pinto. “Che il cielo ci aiuti!” Impaurito il pellegrino. “Cq...” Icarius al piccolo droide “... hai dati relativi a ciò che stiamo vedendo?” “Negativo, signore.” Meccanicamente il droide. “Non ho dati, né informazioni circa queste latitudini.” “Icarius, fermo il vacello?” Chiese Palos. “No...” scuotendo il capo lui “... scendiamo in acqua... disattivazione aerosistema ed innesto navesistema.” Ordinò. Cominciarono subito le manovre e la Divina Misericordia planò dolcemente sulle onde, per poi navigare verso la misteriosa Vacolis. “Datemi il betascopio...” voltandosi Icarius verso i suoi e subito Pepino gli passò il potente cannocchiale. Il Taddeide allora cominciò ad osservare quelle coste con le potenti lenti termiche del suo futuristico cannocchiale. “Maremma Titanica...” stupito. “Cosa si vede?” A lui Palos. “Non sono giganti quelle cose che vediamo...” fece Icarius, sempre col betascopio puntato verso l'arcaica terra di Vacolis. “Allora cosa diavolo sono?” Nervosamente Palos. “Non potete neanche immaginarlo...” abbassando l'infallibile cannocchiale Icarius. https://mattsko.files.wordpress.com/...rrol-55501.jpg |
Il canto dei gabbiani, il fruscio melodico e costante delle onde e poi la lieve e fresca brezza mattutina che penetrava dalla finestra socchiusa, insieme al dorato zampillare dei raggi del Sole sul viso di Dacey.
La nave nel suo incedere oscillava dolcemente, quasi cullata dal movimento delle acque che essa stessa sollecitava col suo passaggio. La ragazza allora aprì gli occhi, con i lunghi capelli che scendevano a coprirle il viso ancora lievemente arrossato. Era sul forte e robusto petto di Dension, su cui oscillava in balia del suo respiro. Lui era ancora addormentato, col viso immerso su un soffice cuscino bianco. Ma il calore del suo corpo ancora scaldava quello di lei. |
Bydoche guardò Altea che si era avvicinata pericolosamente a lui, al suo volto.
“La vostra è una fissa...” disse lui, voltandosi dall'altra parte, per evitare quel contatto che sembrava ormai imminente “... siete ossessionata dai Corvi... forse dovevate arruolarvi in aeronautica e non in marina...” sforzando un sorriso stentato “... e poi rammentate che siete un militare ora e non una dama di corte... dovete obbedire agli ordini, non fare assurde richieste...” tornò a guardarla, ora che diversi passi li distanziavano “... comunque si...” annuì “... siamo diretti nel Mar delle Flegee... vedo che vi intendete di navigazione...” |
Gwen cominciò ad aprire gli occhi.
Aveva ancora male al capo per la botta presa sulla nave e poco a poco iniziò a ricordare tutto. Comprese allora di essere in un soffice e pulito letto, in una stanza accogliente e profumata. Ma sentì che qualcuno era accanto a lei. Una donna. Una donna le cui fattezze pian piano le divennero chiare. “Hai ripreso conoscenza...” disse una voce che lei riconobbe come quella della cara Ilamei “... bene, la tisana ti ha fatto bene...” ma la voce non era quella dell'amata contessa “... puoi sentirmi? Ti senti bene?” Chiese quella donna sconosciuta. |
Mi risvegliai dal torpore, cullata dai suono armoniosi del mare.
Aprii lentamente gli occhi alla luce che filtrava dalla finestra ritrovandomi ancora stretta sul corpo virile di Dension, che ancora dormiva. Rimasi ad osservarlo sfiorando dolcemente il suo petto con una mano, baciandolo poi. Avevo paura di svegliarlo, paura di spezzare quel incantesimo che ci aveva uniti durante la notte. |
Risi.."Io dama di corte?Ma forse vi sbagliate con una delle vostre tante donne..prima di arruolarmi ero una gitana.". Ero sbalordita, ma le persone cambiavano opinioni come il vento.."Mi intendo di molte cose..con permesso vado ad allenarmi al poligono di tiro."
Entrai nella grande stanza coi bersagli e misi le cuffie e gli occhiali, stavolta presi un fucile e iniziai a centrare i bersagli..per fortuna non avevo perso la mira. http://i60.tinypic.com/2vnqf54.jpg |
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